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Autore: lames76    04/11/2010    1 recensioni
Questa storia si è classificata come seconda al concorso "La Stazione e... il Drago!" indetto da Eylis.
La storia doveva trattere questi due temi (tratto dal bando del concorso):
Questi due elementi, un luogo ed un personaggio, dovranno obbligatoriamente essere presenti nel vostro racconto:
- il primo deve essere una Stazione. Deve trattarsi, come sapete, di un luogo, e può avere tutte le caratteristiche e non caratteristiche che volete purché rimanga un ruolo ed abbia importanza nella storia
- il personaggio obbligatorio deve invece essere un Drago. Deve ovviamente essere un personaggio (potrebbe anche essere una statua, ma avere caratteristiche da personaggio, es. almeno poter pensare) e anche qui potete sviluppare il tema come e quanto volete (drago parlante, nuova specie, persona che ha le caratteristiche che ricordano un drago,… sbizzarritevi!) purché draghesco ed importante rimanga


Genere: Fantasy, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I preparativi per la festa erano all’apice.
Entro una settimana sarebbe stato l’anniversario di fondazione della città.
Rupert Goldwin, l’attuale sindaco di Coldhhold era riuscito a riunire la sua sparuta cittadinanza per spiegar loro cosa aveva intenzione di fare per celebrare.
Ora erano all’interno della grande stalla che era stata fatta sgomberare per permettere la riunione. C’erano tutti gli abitanti della città, uomini, donne e bambini, assiepati sulle sedie poste di fronte al palchetto che occupava il sindaco.
"Bene grazie per essere venuti", esordì l’uomo. Era stato eletto il giorno in cui la città era sorta e da allora, tacitamente, il suo mandato era sempre stato rinnovato.
Non c’era stato bisogno di elezioni.
Nessuno voleva accollarsi la responsabilità di scrivere le scartoffie, leggere le lettere e fungere da sceriffo ad interim, tranne lui.
"Per l’anniversario, che sarà precisamente dopodomani, pensavo di organizzare una festa...", stava dicendo, "Tra l’altro ho incrociato Benson l’altro ieri e mi ha detto che lui e quattro dei suoi amici trappers saranno qui, quindi avremo anche degli ospiti!"
Non che i trappers e soprattutto Benson, fossero degli stranieri visto che bazzicavano per la città molto spesso, ma vivevano la maggior parte del loro tempo lontano a caccia, quindi averli tutti era un evento speciale.
"Dovremo preparare da mangiare così potremo pranzare insieme. Appenderemo dei festoni, il signor Carter si è offerto di suonare la tuba accompagnato dalla chitarra del signor Konaris, così avremo anche la musica. Organizzerò una gara di lancio del tronco o di tiro al bersaglio. Possiamo anche organizzare una lotteria se avete voglia di preparare qualche premio", il suo sguardo indugiò su Dorothee. La donna scosse il capo con fare da brontolona, ma poi annuì, "Preparerò una torta e qualche dolce", bofonchiò attirandosi gli sguardi di ammirazione di tutti: i suoi dolci erano rinomati e famosi quasi quanto il suo caratteraccio.
Il sindaco stava per chiudere l’assemblea quanto l’attenzione di tutti fu attratta da un rumore proveniente dall’ingresso della stalla.
Sull’uscio si stagliava la sagoma di Ivan Borzanov.
L’uomo sembrava più patito del solito, la sua barba era più lunga e trasandata, i capelli arruffati e sporchi così come gli abiti mentre i suoi occhi sembravano spiritati e fissavano gli astanti con sguardo terribile.
Impugnava un lungo fucile da caccia anche se, per fortuna, la doppia canna era puntata verso terra.
"Si nasconde qui intorno...", mormorò e la sua voce pareva provenire da un luogo molto lontano, "Ma io lo scoverò..."
"Ivan cosa succede...", la voce del sindaco pareva un po’ incerta e l’uomo scoccò un’occhiata al dottor Gregbut che gli si avvicinò.
"Quel maledetto mostro...", mormorò ancora il cacciatore, "Lo scoverò e lo ucciderò...", vide che gli altri parevano confusi così sollevò il braccio libero al cielo agitandolo, "Il drago!", ruggì con rabbia, "L’ho inseguito fin dalla mia patria! Ed ora, dopo così tanto tempo, sono certo sia qui da qualche parte!"
"Forse è meglio se ci calmiamo tutti...", bofonchiò Rupert scendendo dal palco ed avvicinandosi al lettone.
L’altro, per tutta risposta, spostò la sua arma puntandola contro il petto del sindaco, "Non ti avvicinare!", la sua voce era forte, ma tradiva anche un leggero timore, "Non posso sapere se sei umano!", arretrò di un passo continuando a minacciarlo con il suo fucile, "Quei mostri possono trasformarsi..."
Il dottore si avvicinò al sindaco fino a portarsi al suo fianco, "E’ chiaramente preda di una crisi...", il suo era quasi un sussurro, "E’ in pieno delirio..."
"Non sono pazzo!", urlò il lettone come se fosse riuscito a cogliere il loro scambio di parole, "E ve lo dimostrerò!"
Si voltò e corse fuori.
Ci fu un momento di silenzio all’interno della stalla poi il sindaco si voltò e sorrise in modo tranquillizzante agli altri presenti, "Tornate pure a casa e non preoccupatevi, penseremo io ed il dottore a curare quel pover’uomo..."
   
 
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