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Autore: sammyjoe Storm    12/11/2010    7 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Era la terza volta che mi chiamava ma avevo già capito l'antifona; sarebbe andato avanti finché non gli avessi risposto. 

“Che c'è!” gli dissi ringhiando e inclinando la testa senza voltarmi.
“Ti ricordo che sono già passati due giorni e non abbiamo ancora preso il film da guardare”
“Alex, chi ti dice che voglio guardare il film con te?”
“Dai, Sam guarda che non ti mangio..”
“Ma dai? Caspita pensavo discendessi da qualche tribù dedita alla pratica del cannibalismo.Ma mi sbagliavo, comunque adesso ho gli allenamenti, sono in ritardo e ti saluto. Ah dimenticavo, no grazie per il film. Ciao Ciao”.
La breve discussione finì così, dopodiché corsi verso il campo.

Ci mancava solo di passare quasi due ore da sola con quell'egocentrico megalomane e sarei decisamente scoppiata. 
No! Avrei affittato il film da sola e me lo sarei guardato in santa pace in camera mia. Anzi, l'avrei comprato, adoravo Patric Swayze e adoravo Dirty Dancing. Appena finiti gli allenamenti sarei andata nel negozio più vicino e l'avrei acquistato. 

Tuta e via in campo. 
Mamma oca era già li, mi fissava e rideva. Si avvicinò a me con il corteo di pennute al seguito
“Ho saputo la novità Baby sfigata” e si misero a ridere. Avevano un senso dell'umorismo veramente pensoso.
“Già..” risposii semplicemente.
“Non mi perderei la visione del film in versione tragicomico per niente al mondo.. Ci sarà da crepare dalle risate.. RAGAZZE il rettore poteva dirlo che voleva trasformare Dirty Dancing nel ritorno della mummia danzante. Pensate al povero Alex, deve essergli preso un colpo quando ha saputo che Baby sarebbe stata Samantha la mummia sfigata..ah ah ah “ e risero in coro. 

Simpatica come un cactus in un occhio! 
Non le risposi, mi girai e andai a recuperare i palloni negli spogliatoi.
Quando uscii erano ancora sotto rete a ridere e a fare battute idiote. Appoggiai i palloni vicino le panche, continuando ad ignorare lo stormo di oche, che nel frattempo avevano contagiato i ragazzi seduti vicini al campo. 
Battutine e risate. Risate e battutine. Che odio! La mia pazienza era decisamente stata minata. 

Arrivò il coach Jackson, ci fece disporre in due squadre per poter fare una partita amichevole a tre set, così da valutare chi dovesse schierare per la partita di sabato; per mia fortuna giocavo contro la Miller.
Una volta prese le posizioni iniziammo a giocare; il primo set l'avevamo perso. Cambio campo e palla ai vincenti. Miller in battuta. 
Sentii un gridolino di urla euforiche alla mia sinistra, mi girai e vidi che Alex, Mark e Simon si erano seduti a metà delle gradinate.
Mi girai giusto in tempo per farmi colpire dal pallone in faccia.
La Miller mi aveva colpito in pieno. Caddi a terra. 

Avevo la guancia che sembrava andasse a fuoco, la testa che pulsava e il cuore che batteva all'impazzata.
Non mi ero nemmeno resa conto che gli occhiali, dal colpo preso, erano volati via.

Mi sentii parecchio intontita, più rincoglionita forse; qualcuno mi afferrò per le spalle e mi fece sedere. 
Ero forse svenuta? Vedevo sfocato, mi strofinai gli occhi e vidi tutta la squadra intorno a me, scossi la testa e strinsi gli occhi. Li riaprii. 
La scena era la stessa, eccetto per il fatto che si erano avvicinati, sentivo parlare, delle voci indistinte, ma niente di più.
Chiusi ancora gli occhi, inspirai ed espirai lentamente più volte. Il cuore aveva rallentato la sua corsa e la testa aveva smesso di pulsare; riaprii gli occhi con calma e vidi Jackson davanti al mio viso
“Samantha, tutto bene? Come ti senti?”
“Ehm..che botta..si ..si.. tutto ok.. ci sono, sto bene..” gli sorrisi.
Mi alzai e la Miller mi venne incontro.
“Tu, mummia.. spero di non averti colpito talmente forte da rovinarti il faccino da sfigata che ti ritrovi” disse con il suo bel ghigno malefico.
“Sto bene Miller, ti ci vuole ben altro per stendermi. Riprendiamo” dissi socchiudendo gli occhi e con tono notevolmente irritato.
Si girò su se stessa ma vidi che anziché tornare verso la sua metà campo, fece qualche passo alla mia destra e
CRACK
“ Ops, i tuoi occhiali..non li avevo proprio visti” disse con un ghigno da schiaffi sulle labbra, piegandosi a raccogliere quello che, una volta, era il mio paio di occhiali, per poi continuare “Volevo andare a salutare Mark, niente di personale” 

Niente di personale? Ma questa era proprio una grandissima stronza! Giuro che, prima o poi, me l'avrebbe pagata.
La mia rabbia, diventata ormai incontenibile e sull'orlo dello straripamento, stava per esplodergli addosso ma, prima che potessi fare qualcosa, sentii la voce di Mark vicina e con la coda dell'occhio lo vidi a bordo campo.
“Amber, l'hai fatto apposta. Sei proprio una grandissima stronza! Scusa Samantha, mi scuso io perché se aspetti che lo faccia lei, fai prima a morire schiacciata da una gru”
Era a qualche passo da me, Amber lo fissava con gli occhi fuori dalle orbite e lui guardava me, si aspettava una mia risposta e gli dissi la prima cosa che mi venne in mente
“Mmm ... grazie Mark ma non ti devi scusare per una cosa di cui non hai colpa; almeno, non con me” risposi con tono tranquillo e ma soprattutto gentile.
Distolsi lo sguardo da lui e vidi che tutti ci fissavano a turno, così per evitare altre discussioni, corsi alla fontanella, mi lavai la faccia e, con la guancia ancora bollente, ritornai nella mia posizione. 

“Coach, pensa che possiamo riprendere la partita? Sa mi ero appena riscaldata..e vorrei qualificarmi per la partita di sabato..” dissi con tono affabile ma con una lieve sfumatura di vendetta abbastanza evidente.
“Miller levati da lì” era ancora immobile, nello stesso punto di prima, a fissare il suo ragazzo negli occhi "E vai alla battuta entro 5 secondi, o sabato resti in panchina!” eclamò Jackson.

Ero decisamente arrabbiata per la figuraccia da idiota che avevo appena fatto, arrabbiata per i miei finti occhiali, arrabbiata perchè un'altra persona si era scusata al posto di quella stronza .- E va bene, iniziamo a tirare fuori un po' della vera Sammy-
Lanciai un ghigno di sfida, quasi malefico, quasi, perchè il ghigno malefico, quello da vera bastarda, lo riservavo per persone carogne e fetenti, insomma per quelli degni di nota e la Miller ancora non ne faceva parte. 

“Miller, ti sbrighi? Non abbiamo tutto il pomeriggio per aspettare i tuoi comodi...” le dissi, sempre con il lieve ghigno e tutti, e dico tutti: squadra, persone sugli spalti, coach, e persino mio il mio bisnonno, se fosse stato ancora in vita, si girarono a guardarmi. Sentii un lieve brusio, sia dalle mie compagne di squadra sia dagli spalti. Il set era appena iniziato. 
Una Miller alquanto sorpresa e allo stesso tempo inviperita batté la palla, che guarda caso aveva ancora me come bersaglio. 
Mi spostai lateralmente con un passo veloce, la presi e la passai all'alzatrice urlandole “QUI” e mi alzò la palla, saltai e schiacciai. 

“Cambio palla” dissi con nonchalance.
Non volò una mosca, erano tutti muti, allibiti, immobili. Ah che sensazione!
Il coach fischiò e mi fissò, mi fece l'occhiolino e mi lanciò un altro pallone.
“Hey, sveglia, ragazze siamo alla battuta, pronte?” Mi risposero “S..S..Si” in coro, guardai Amber negli occhi e le feci un ghigno fiero e compiaciuto,  la indicai con un dito “Hey Miller, preparati perchè questa che arriva è tutta per te..” 

Avevo deciso, almeno in campo avrei dato il meglio di me, il tempo di mostrarsi imbranata e un po' incapace era finito, almeno in parte. 
Los Angeles era la terra del beach volley e io ci giocavo quasi tutti i giorni.
Lei, l'oca siliconata, mi aveva voluto sfidare? 
Adesso il  campo sarebbe stato un terra di trincea e la Miller poteva solo accettare quanto le avrei dato; avrei fatto di tutto per farmi vedere migliore di lei, volevo  vedere il suo faccino arrabbiato, paonazzo e incredulo per la sconfitta.
Per me era una mezza sfida personale quella partita.
Andavo contro i principi sulla mia invisibilità, sulla mia nuova vita, sulla mia ricerca del buonismo e dell'essere migliore rispetto al passato; una stronza come lei, poteva calpestarmi? Poteva calpestare una delle mie passioni? I miei occhiali? La mia trasformazione, così? Solo per stupidità e complessi di superiorità? No non poteva, almeno su questo campo, no. Decisione.

Lanciai alta la palla, saltai e la colpii con tutta la forza che avevo in corpo. La direzione era perfetta.
Si schiantò sul suo bager e, così facendo, il pallone decollò in aria, finendo per metri dietro di lei. 
Out gridai nella mia mente, compiacendomi.
“Punto” dissi con indifferenza.
Amber mi fissò con occhi infuocati, rossi e ardenti dalla rabbia, mentre apriva e chiudeva i pugni delle mani doloranti.
Il coach fischiò il punto e mi guardò, prima in modo incredulo e poi fece un sorriso così luminoso da spaccare il cemento delle gradinate, sembrava avesse gli occhi lucidi. Mi sentii pienamente soddisfatta e orgogliosa di me stessa.
“WILLIS VUOI LA GUERRA?” urlò l'oca .
“Miller ti senti minacciata oppure ti arrabbi per così poco? Era solo un tiro, una battuta innocua, ma se quello che vuoi è una sfida, stai pur certa che su questo campo, non sarò io a tirarmi indietro.” risposi pacata e con tono freddo. 

“Bene ragazze” intervenì il coach Jackson “ facciamo così, chi vince, nella partita di sabato sarà il capitano della squadra. Prendere o lasciare”
“Accetto” risposi appena finì la frase e lo stesso fece la Miller.
Sugli spalti, che erano rimasti silenziosi fino quel momento, si udirono degli incitamenti e degli applausi.
Guardai oltre la testa di Jackson e lo vidi.
Alex mi stava guardando, aveva uno sguardo curioso ma freddo e silenzioso, guardai i suoi occhi per qualche secondo, li spostai su Mark e Simon, seduti al suo fianco, e tornai su Jackson che aveva ripreso a parlare:
“Tre contro tre, a voi la scelta delle due compagne di squadra”. 

Chiesi alle ragazze nella mia squadra se qualcuna di loro volesse, per sua scelta, giocare con me.
Con mio stupore, tutta la squadra che giocava in quel momento con me si fece avanti.
Quasi non potevo crederci. Alla fine decisero tra di loro, valutandosi a vicenda.
La Miller continuava a sbraitare insieme alle sue compagne e ogni momento era buono per lanciarmi uno sguardo arrogante e pieno di odio.
Ma sinceramente, non mi importava.
Volevo la vittoria e volevo la Miller basita. Si, la volevo paonazza e senza mezze parole, nemmeno quarti né tanto meno sillabe, in quella bocca emetti-sentenze gratuite, anzi le avrei concesso solamente una vocale, una semplice ma fantastica “O”! 

Il coach fischiò l'inizio della sfida. Eravamo pronte ed io ero trepidante.
Una monetina per la palla e il campo, noi ottenemmo il campo.
Balzi, salti, corse, grida, tensione, imprecazioni e capriole, questo era quello che succedette in quel campo. Poi senza quasi rendercene conto, gioia, felicità, contentezza, allegria e tanta soddisfazione. Vincemmo noi per due set a uno, conclusosi 15 a 7.
Mi sentii appagata per tutte le cattiverie, che le mie orecchie avevano sentito, gli insulti, le battutacce e i ghigni pieni di scherno che mi ero lasciata lanciare addosso. Solo una piccola rivincita personale, niente di più. 
Io rimanevo, come mi ero imposta di essere: silenziosa, nascosta nella massa, invisibile e muta.
Ma la soddisfazione esultava dentro di me, avrei voluto urlarle in faccia la mia felicità e la mia gioia per essermi, in parte, riscattata
– E adesso mamma oca, che pensi? Che dici? Come ci si sente ad essere sconfitte da una Baby mummia, da una sfigata? Eh? - pensieri e domande che non esternai. 

Jackson ci fissò soddisfatto, quasi esultante e con un sorriso da orecchio ad orecchio; le persone sugli gli spalti, dopo un pugno di secondi di silenzio, applaudirono e sul viso comparirono sorrisi, nonostante gli sguardi stupiti.
Mark, in un primo momento, sembrò boccheggiare, poi sorrise gentile, alzando il pollice in segno di approvazione; Simon sorrise e applaudì mentre Alex continuò a guardare verso di noi, con il suo sguardo indifferente e imperscrutabile. Si alzò, salutò Mark, scese le gradinate con Simon e se ne andò.
La Miller gridò qualcosa, che sinceramente non capii, presa dall'osservare tutto quello che mi stava circondando, finché il coach si avvicinò a me e disse: “Willis, sabato sarai tu a fare da capitano alla squadra. “ poi, guardando le altre giocatrici “Complimenti a tutte, questo vuol dire giocare! Continuate così e vinceremo tutte le prossime partite. Questo è lo spirito, questa è la grinta giusta con cui giocare. Willis, ci pensi tu a sistemare i palloni e la rete?”
“Certo coach, non si preoccupi e... Grazie”. Mi fece un sorriso e si voltò per andarsene. 

Mamma oca, dopo l'ennesimo sguardo carico d'ira e di odio, si avviò con il suo stormo ruspante verso gli spogliatoi.
Dissi alle mie compagne di squadra di andare pure a cambiarsi e che avrei sistemato io il tutto; dopo complimenti, strette di mano e congratulazioni, si avviarono anche loro. Iniziai a raccogliere i palloni in giro ai bordi del campo, finché sentii un
“Tieni Samantha”, mi girai e vidi Mark con un pallone tra le mani. 
Mi avvicinai a lui, presi la palla  e lo ringraziai.
“Non c'è bisogno di ringraziarmi” sorrise e di rimando gli sorrisi a mia volta, poi aggiunse “Forse è meglio se ti sbrighi, anzi se vuoi ti do una mano, tanto Amber ci metterà una vita a cambiarsi.. E poi, tra poco, mi sa che viene giù tanta di quell'acqua da sommergere tutto il Campus!”
Guardai il cielo, effettivamente non prometteva niente di buono, avrei dovuto darmi una smossa.
Meglio non sfidare troppo la sorte per quel giorno.
”Grazie Mark, sei veramente gentile, ma non posso accettare. Amber potrebbe incollarmi al banco questa volta! E non saprei come liberarmene.. Non vorrei peggiorare la situazione, anche se dopo oggi, mi sa che dovrei aspettarmi di tutto” Risi e lui fece lo stesso.
“Mi spiace per quello che ti ha fatto Amber, io non condivido questi modi di fare..” 
Lessi, in questa sua affermazione, una nota di risentimento e di fastidio, ma non volevo addentrarmi troppo nella discussione. Ero troppo stanca ed ero dell'idea che il territorio nemico andasse esplorato con attenzione, ma non in questo momento; la parte ragionevole del mio cervello era momentaneamente surclassata dalle emozioni e dall'adrenalina.
“..Da bambini dell'asilo, ma lei è fatta così..E.. ”
“Hey Mark, va bene così. Basta che non ti scusi ancora tu, non importa, lascia stare e non mi devi spiegazioni. Ognuno è fatto a modo suo. Non m'importa. Grazie ancora per la palla. Ci vediamo in giro. Ciao” Sorridendo lo salutai e mi misi a raccattare gli ultimi due palloni, mentre le ragazze uscirono dallo spogliatoio avviandosi verso l'uscita.
Ero stremata ma contenta; decisi di prendere il mio borsone nello spogliatoio, portando all'interno i palloni, così da lasciarlo sulla panchina dove siede abitualmente il coach, poi, una volta abbassata la rete l'avrei preso e mi sarei diretta nel mio alloggio direttamente, evitando di ripassare per gli spogliatoi.
Una volta uscita capii che la fortuna non era dalla mia parte. Diluviava a dirotto.

Mi sarei completamente inzuppata come un biscotto nella tazza di latte bollente.
Pazienza, inutile correre e fare di fretta a questo punto. 
Mi avvicinai al primo palo e iniziai a girare la manopola per abbassare la rete; dato che solitamente queste cose si fanno in due, facevo spola da un palo all'altro per roteare le manopole. Stancante, decisamente.
Sempre più stanca, fiacca,debole e ormai fradicia, l'unica cosa che mi permise di portare a termine il compito assegnatomi era l'adrenalina che avevo ancora in corpo, ma anch'essa andava via via scemando.
Finito con la rete, finalmente, m'incamminai verso il mio borsone, agognando ardentemente una doccia calda e un letto.

In quell'istante ebbi un flash.. 
Il dvd di Dirty Dancing?
- No, non ce l'avrei mai fatta- . Anche se la nonna mi ripeteva sempre: mai fare domani quello che puoi fare oggi
- No no, nonna mi spiace ma proprio mi è fisicamente impossibile. Domani, si domani è già più plausibile.- 

Sempre più vicina alla meta nonché il mio borsone, mi sentii mancare.

L'ultima cosa che vidi furono le gocce d'acqua che si infrangevano al suolo.

 

Angolino autrice: Arriverà qualcuno a dare una mano a Sammy? Oppure si arrangerà da sola? E la propria vittoria sullo stormo di oche avrà conseguenze? E Alex? Come si evolverà il tutto? Dal prossimo capitolo la situazione inizia a farsi un po' più piccante..
Finalmente Sammy ha tirato fuori una parte di se, stanca dei soprusi della Miller, nascosta agli occhi di tutti. Aveva proprio bisogno di una piccola rivincita personale e ha colto la palla al balzo, come si suol dire. Ha tirato fuori grinta, combattività e un velo di arroganza.
Possiamo biasimarla? Io non direi proprio ;)
Scusate se il capitolo precedente é molto breve ma ho preferito inserire un capitolo corto, che farvi attendere troppo.
15/06/2011: Ho unito il capitolo 7 con il capitolo 8, mi sembrava più carino lasciare che la scena fosse unita ;) E ho spostato le recensioni del vecchio capitolo 8, qui.

Note sul personaggio di Samantha:

Sammy è unica, è una pazza scatenata che non si pone limiti, ama tutto ciò che produce adrenalina, tutto ciò che la rende “diversa”.
E' intelligente, brillante, bellissima, dolce, passionale, intraprendente, maliziosa ma è anche orgogliosa, gelosa, vendicativa, misteriosa ma soprattutto è incontrollabile. E molto altro ancora e ancora.
Sam è un po' come “la storia infinita” o “Never ending story” piena di infinite pagine da sfogliare..

Non è conforme agli stereotipi standard delle ragazze, non rientra in nessuna delle categorie:

  • “Belle, oche, fighe di legno e siliconate”

  • “Brutti anatroccoli che si trasformano in cigni tramite miracoli divini, magici o grazie alle amiche del cuore estetiste-per-passone!”

  • “ Brutte, sfigate e secchione ma simpatiche”

E' semplicemente una ragazza che si è sempre goduta la vita, grazie alle possibilità che gli sono state donate, a quelle che le sono state date, a quelle occasioni che non si è fatta scappare e prendendo gli avvenimenti a testa alta senza indietreggiare.
Ha il suo bel caratterino forte ma vi posso assicurare che è tanto forte ma allo stesso tempo fragile. Ahhh l'amore e pensare che senza tristezza, apatia, malinconia e cuore spezzato non sarebbe mai partita, non si sarebbe mai arresa, ma come dicevo all'inizio, a volte,capitano cose che cambiano direttamente una persona e prima o poi, le persone rispondono...
E' uno Yin che non può esistere senza il suo Yang. Ed è questo che la rende, per me, eccezionale.

In più l'ho dotata di qualche mia passione personale,le moto e i motori, la musica e le arti marziali e altro, giusto per dargli quel pizzico di brio in più (argomenti che conosco e che posso affrontare senza fare figuracce).

Questa è in parte Samantha. Ma la conoscerete capitolo per capitolo, se avrete la pazienza di seguirla, nella sua più grande avventura.

Ho riscosso un po' del vostro interesse? :)
Vedo che in molti/e avete letto i vari capitoli.. che dite vi piace? Lo ritenete degno di lettura? Oppure no?
Mi piacerebbe conoscere i vostri pareri, se vi va.

Alla prossima !

Ringraziamenti:

Day_Dreamer: Grazie mille, di cuore. Sono veramente felice che ti piaccia Samantha perchè la devi sopportare fino alla fine, è il personaggio principale.. muhahaha, scherzo naturalmente ;) Mi sto veramente impegnando con Samantha, cercando pian piano di far risaltare tutte le sue sfaccettature caratteriali e dotandola di temperamento e spirito di sopportazione, caratteristiche che si è dovuta imporre con il suo cambio di vita. Sono veramente e dico sul serio, sinceramente colpita dalla tua recensione, e dal commento sul mio stile di scrittura..grazie, grazie milleMila. Ora posso gongolarmi un po'..E come da tua richiesta.. ecco scritto il nuovo capitolo ;)

Rodney: “recensore idiota”? naaaaa... una recensione serve per esprimere un'opinione, insegnare qualcosa, dare un consiglio,quindi non direi che esistono recensioni idiote, e se devo dirla tutta mi sto gongolando ancora di più! ;) hai scritto la seconda recensione su un lavoro a cui tengo particolarmente facendomi dei complimenti su Sam e dicendomi che ti piace il mio modo di scrivere.. grazie anche a te Simona, di cuore.E anche per te... tadaaaaaaa ecco scritto il nuovo capitolo.

Veloce eh? ;)

   
 
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