Disclaimer: Tutto
appartiene a JKRowling. Io
non ci guadagno nulla.
Alles Verloren
Capitolo 2
“Sei
in
ritardo Malfoy” disse Harry vedendo il Serpeverde atterrare
più o meno
scompostamente nel salotto di Grimmauld Place.
Draco
grugnì qualcosa d’incomprensibile, lamentandosi
per lo scomodo e poco pratico
viaggio a cui il ragazzo l’aveva costretto.
“Sei
tu
che hai riempito il baule più di quanto avresti
dovuto” disse Harry.
“Spero
vivamente che tu abbia la cortesia di sistemare i miei effetti
perché io,
sprovvisto di bacchetta, non posso fare nulla”
sibilò acido il biondo guardando
attentamente fuori dalla finestra.
“Kreacher
se ne occuperà con piacere” rispose Harry prima di
chiamare l’elfo e affidargli
lavoro mente lui avrebbe fatto fare al suo ospite – oramai
coinquilino - il
giro della casa.
“Sbaglio
o mi avevi invitato per l’ora del the?”
domandò il Serpeverde con un tono quasi
vicino a quello del rimprovero per la sua mancanza di educazione.
“Giusto”
ammise Harry, ricordandosi dell’invito che aveva allegato
alla Passaporta che
gli aveva spedito “La cucina è da questa
parte.”
Draco
seguì il Grifondoro entrando in una vecchia cucina che per
anni era stata il
regno di un elfo domestico. Harry, senza farsi grossi problemi,
afferrò un
bollitore da una credenza e, dopo averlo riempito d’acqua, lo
mise sul
fornello.
“Visto
che ora sei il mio coinquilino-”
“Ti
prego, non dirlo. È già abbastanza orrido che ora
sia costretto a vivere qua,
senza che tu necessariamente provveda di ricordarmelo ogni
volta.”
“Sempre
meglio mettere le cose in chiaro. In quella credenza dietro di te,
comunque, ci
sono le stoviglie: prendi il servizio da tè in ceramica
verde.”
“Non
ce
lo serve il tuo elfo?”
“No,
Malfoy” rispose Harry accendendo un fiammifero che
generò la fiamma del
fornello “Lui prepara se glielo chiedo io. Se non gli do
indicazioni è perché
ho voglia di cucinare io… di tanto in tanto è una
cosa che non mi dispiace
fare. L’ho fatto per anni e non sono poi così male
come cuoco. Se invece tu
dovessi aver fame, scendi in cucina e ti prepari quello che vuoi.
Kreacher non
è ai tuoi ordini e gli è stato imposto il divieto
di obbedire a qualunque tuo
ordine o richiesta. Precauzioni che sono stato costretto a prendere
contro la
mia volontà, ma-“
“Sono
un
inaffidabile Mangiamorte” sibilò Malfoy con una
punta di rancore per la scarsa
fiducia nei suoi confronti, ma Harry non se ne preoccupò.
Aveva avuto tutte le
ragioni per impartire quegli ordini a Kreacher.
“Comunque
dicevo… ah sì! Questa è una cucina
disegnata su standard magici e – anche se
probabilmente non hai mai visto le cucine di casa tua – penso
che sarai in
grado di capire da te dove e come trovare quello che ti
serve.”
“Devo
ricordarti che non mi è permesso usare la magia?” gli
fece notare velenoso il
biondo.
Harry si
voltò verso di lui e gli rivolse uno sguardo assolutamente
vuoto.
“Non
sarà
un problema Malfoy, imparerai” gli fece presente il ragazzo
aprendo un cassetto
ed estraendo una scatola in cui erano contenute bustine di diverse
varietà di
the.
“Servit-…
Tutto bene Malfoy?” domandò Harry, notando che il
biondo continuava ad avere lo
sguardo puntato sulla finestra.
“Sto
aspettando che arrivi il mio gufo. Non mi fido di quel barbagianni
mercenario
che è venuto a prenderlo” rispose lui.
“Quel
barbagianni mercenario, come l’hai definito tu, si chiama Oz
e - per tua
informazione - è mio.”
“Tuo?”
“Mio.”
“...”
“Qualche
problema?”
“Non
avevi una civetta delle nevi?” domandò perplesso
il biondo.
“Morta”
rispose Harry cercando di non fare caso a quella stretta al cuore che
sentiva
ogni volta che ripensava ad Edvige “Oz è stato un
regalo di Ron ed Hermione.”
Draco si
astenne da fare qualunque commento ma non poté fare a meno
di rivolgere uno
sguardo perplesso al moro.
“Sanno
che non mi piace comunicare via camino e vivendo qui da solo, poteva
essermi
utile.”
“E
l’hai
chiamato Oz?”
“Come
il
mago… l’hai mai letto il libro?”
“Non
leggo libri Babbani.”
Harry
alzò le spalle e versò l’acqua nella
teiera dopo che Draco ebbe aggiunto due
bustine di Prince of Wales.
“Come
mai
non hai il the in foglie?” chiese il biondo mentre entrambi
aspettavano che
l’infuso si scurisse sufficientemente.
Harry
storse il naso.
“Al
terzo
anno
“Non
è
mai stata un granché come veggente”
constatò il biondo “Tu sei ancora qua.”
“Purtroppo,
vero?”
“Assolutamente
sì. Toglie le bustine, il the è pronto e
– ospite pezzente – offrimi almeno dei
pasticcini!”
Harry
sospirò ma, scuotendo la testa, andò a prendere
dei pasticcini che Kreacher
aveva preparato in mattinata.
Sarebbe
stata una lunga e difficile convivenza.
**
“I
piani
superiori sono ancora in fase di lavorazione, ma per adesso due sono
più che
sufficienti. Kreacher è molto lento però alla
fine qualcosa sono riuscito ad
ottenerla… I corridoi ora sono presentabili, ma dovevi
vederli anni fa! Pieni
di teste di elfo mozzate!” spiegò Harry girandosi
verso il biondo, cercando di
capire se quanto gli aveva detto avesse suscitato una qualche reazione.
Neanche
lui era felice di dover avere il Serpeverde tra i piedi ma, come aveva
detto ai
suoi amici, lui si fidava di Silente.
Aveva provato a fare buon viso a cattivo gioco, ma tutto
ciò che
ottenne fu una rispostaccia da parte di Draco che gli fece notare
quanto fosse
ignorante sulle tradizioni dei maghi Purosangue e quanto non fosse
degno di
essere in possesso di uno dei più antichi palazzi della
famiglia Black.
“Sei
noioso Malfoy, i tuoi atteggiamenti da tiranno viziato non
impressionano più
nessuno… Da questa parte comunque. Ti faccio vedere la tua
stanza.”
Malfoy
sbuffò ma seguì l’altro ragazzo su per
le scale. Soffermandosi ogni due scalini
ad osservare i ritratti appesi alle pareti, quando arrivò in
cima trovò che
Harry lo stava aspettando sulla soglia di una porta ancora chiusa.
“Non
ti
meriti questa casa Potter” borbottò il ragazzo
senza che l’altro stesse neanche
ad ascoltarlo.
“Immagino
che Kreacher abbia preso alla lettera l’ordine di mettere a
posto i tuoi
bagagli” constatò Harry notando che i vestiti di
Draco erano già stati appesi
(l’armadio lasciato aperto in modo che il biondo potesse
verificare la
correttezza dell’esecuzione dell’ordine) mentre su
un trespolo si era
accomodato un elegantissimo gufo reale dall’aria vagamente
assonnata.
“Sarpedon,
sei arrivato finalmente” mormorò Draco
avvicinandosi al gufo che aprì di scatto
gli occhi.
“E’
il
tuo?”
“Ovvio
che è mio, Potter.”
“Voglio
dire, è quello che vedevo sempre portarti i dolci di tua
madre quando eri a
scuola?”
“Spesso.
La nostra famiglia ha sempre usato gufi reali”
spiegò il biondo, afferrando da
una piccola cassettina che fuori usciva dal trespolo un biscotto da
dare al
gufo.
“Come
hai
detto che si chiama?”
“Sarpedon…
è il nome del figlio di Europa e Zeus. Fratello di Minosse e Radamanto.”
“Dovevo
immaginarlo…” mormorò Harry.
“Cosa?”
gli domandò scocciato il biondo.
“Che
voi
Malfoy non potevate usare altro che altisonanti nomi
mitologici” lo prese in
giro il moro “Ti lascio a contemplare la tua stanza. Se hai
bisogno di me, io
dormo in quella in fondo al corridoio, il tuo bagno invece è
dietro la porta
che ti trovi esattamente di fronte quando esci. Kreacher serve la cena
in
cucina alle sei e mezza” concluse Harry osservando per alcuni
secondi il
Serpeverde che non gli stava prestando la minima attenzione.
Il
ragazzo sospirò ed uscì dalla camera socchiudendo
la porta.
Capiva
che Malfoy non era molto incline al fare conversazione. Era del tutto
normale, fino
ad un paio di mesi prima erano stati nemici giurati, e ora si
ritrovavano a
dover convivere – forzatamente – sotto lo stesso
tetto. Neanche Harry si
sentiva completamente a suo agio: non aveva mai avuto una casa che
potesse
realmente definire sua e ora si ritrovava a dover condividere uno
spazio così
intimo come quello casalingo con la sua nemesi scolastica. Per quanto
sapesse –
o almeno così aveva supposto – che Malfoy in fondo
si era sempre comportato in
quel modo perché non aveva avuto altra scelta o mezzi per
confrontarsi con una
realtà diversa rispetto a quella in cui era cresciuto.
Nonostante
tutto, per quanto orribile fosse stata per Harry la famiglia Malfoy, il
ragazzo
non poteva fare a meno d’invidiare Draco. Lui, in fondo, una
famiglia – per
quanto pessima – l’aveva comunque avuta.
Entrò
nella sua stanza e chiuse la porta a chiave. Aveva bisogno di starsene
un po’
in pace e, per quanto fosse stupido quel gesto, sentiva che la
serratura creava
una sorta di barriera tra il suo spazio vitale e la realtà
in cui si era
ritrovato catapultato all’improvviso.
Kreacher
aveva pulito e riordinato la camera come era previsto che facesse due
volte a
settimana. Col fatto che ci fosse qualcuno a cui sarebbe spettato
riordinare le
sue cose, Harry aveva imparato ad essere più ordinato e, in
fondo, in quella
stanza oltre dormire, e talvolta leggere, non faceva altro.
Si
avvicinò al letto sfiorando la calda coperta di lana, uno
dei tanti recenti
acquisti che aveva fatto: i soldi non gli mancavano, ragion per cui
aveva
deciso di destinare parte dei risparmi della camera blindata che Sirius
gli
aveva lasciato all’acquisto di nuova mobilia per la casa.
Per
quanto indebolito, il Mondo Magico non era stato distrutto. La maggior
parte
delle persone si era semplicemente nascosta. La sconfitta di Voldemort
aveva
significato poter tornare a vivere.
Harry
lanciò uno sguardo veloce all’arredamento della
camera: aveva scelto il le
stesse cose sia per la sua stanza che per quella di Draco, con la
differenza
che il suo letto e le sue tende erano rosse e oro. Per il Serpeverde
aveva
gentilmente scelto l’argento e il verde. Sperò
vivamente che il biondo
apprezzasse lo sforzo che aveva fatto. Era stato un po’ il
suo modo di dire:
vengo in pace, o qualcosa del genere.
Sì
avvicinò alla finestra dove, lì accanto e con
alcuni ganci, aveva appeso
Draco si
alzò dal letto constatando che se non altro Potter aveva
avuto un minimo di
gusto sia nella scelta dell’arredamento (temeva di ritrovarsi
in un covo
rosso-oro) e del materasso: duro ma con cuscini morbidissimi. Fece
schioccare
la lingua annotandosi mentalmente che avrebbe dovuto farsi portare
dall’elfo
una bottiglia di succo di zucca – o anche semplicemente
dell’acqua –… sempre
che quello avesse risposto alla sua chiamata.
Il biondo
si voltò verso l’armadio ancora aperto e decise
che fosse il caso di
controllare che Kreacher avesse messo tutto bene in ordine.
Evidentemente,
nonostante l’elfo fosse stato costretto ad obbedire a feccia
mezzosangue e
filo-Babbana, quello non si era dimenticato i fondamentali
dell’obbedienza che
un elfo domestico doveva ai suoi padroni. Qualcosa gli diceva che
Kreacher
sarebbe stato molto più servizievole con lui che con
Potter… o almeno lo
sperava.
Draco
odiava trovarsi in quella situazione e stava cercando di rendersi a
Potter il
più indifferente possibile. Non detestabile, indifferente.
Non
voleva suscitare alcun tipo di sentimento nei confronti del Grifondoro;
con
l’odio non sarebbero andati da nessuna parte, lui
soprattutto. E a lui Potter
serviva. Nessuno gli aveva dato una seconda possibilità e
siccome era un
Serpeverde, Draco sapeva come comportarsi. Il suo obiettivo era
ottenere sempre
e comunque l’appoggio di Potter senza però perdere
la dignità. L’indifferenza
avrebbe funzionato, l’odio no.
Si
avvicinò
agli armadi e vide che i suoi vestiti erano stati sistemati come li
avrebbe
voluti: la scala cromatica era opposta a quella che lui avrebbe scelto,
ma era
un particolare trascurabile. Probabilmente neanche se avesse avuto la
bacchetta
si sarebbe preso il disturbo d’invertirla.
L’unica
cosa che mancava all’appello erano i suoi effetti da bagno.
Potter gli aveva
detto che la toilette era dietro la porta di fronte alla sua stanza.
Ovviamente
la stanza con il bagno in camera se l’era presa quel pezzente
di Potter… si era
calato un po’ troppo nel ruolo di padrone di casa a cui certe
comodità
spettavano di diritto. Soprattutto nel confronto degli ospiti
indesiderati.
Sbuffando
e imprecando contro l’Eroe del Mondo Magico, Draco si
avvicinò alla porta e
posò l’orecchio sul legno, sperando di sentire se
per caso Potter fosse nei
paraggi. Resosi conto dopo qualche minuto delle sua azioni, si diede
dell’idiota e aprì di scatto la porta, constatando
con piacere che il corridoio
era deserto. Questo comunque non gli impedì di rifugiarsi nel bagno onde evitare di
fare spiacevoli
incontri.
Nei suoi
piani c’era quello d’incontrare Potter il meno
possibile. Odiava l’idea di
dover essere silenzioso e attento a non fare sgradevoli incontri, lui
che per
anni si era mosso come e quando voleva per il Manor.
Probabilmente
col passare del tempo (quello della cena, che a Draco pareva
più che
sufficiente) non sarebbero neanche stati costretti a mangiare insieme.
Si
sarebbe trattato solo di quella sera.
**
La tavola
era stata apparecchiata con lo stesso stile povero e minimalista della
Sala
Grande di Hogwarts e il cibo era già stato disposto nei
piatti quando Draco
arrivò.
“Accomodati
pure” gli disse il Grifondoro comparendo dietro lo sportello
di un oggetto che
il moro – nel pomeriggio – gli aveva detto essere
chiamato frigorifero e la cui
funzione era tenere al fresco il cibo.
“Succo
di
zucca va bene?” domandò Potter mostrando al
ragazzo una caraffa di vetro piena
di un liquido arancione.
Draco si
limitò ad annuire e si sedette iniziando a mangiare in
silenzio.
“Ehm…
va
bene la tua stanza?” domandò Harry lanciando uno
sguardo veloce al suo
commensale.
Draco
borbottò quello che doveva essere un ‘sì’
prima di tornare a concentrarsi sulla cena preparata
dall’elfo domestico. Per
fortuna Potter, in tutta la sua idiozia Grifondoro, non aveva
rinunciato – come
invece avrebbe voluto la Mezzosangue – alla presenza
dell’elfo in casa sua.
“Non
ho
mai avuto una casa tutta mia e non sapevo quali fossero le tue
preferenze. Così
ho seguito un po’ il mio gusto.”
“Che
è
pessimo, Potter, sappilo.”
“Ma
almeno hai una casa, una camera tutta tua e un pasto caldo ogni volta
che lo
desideri. In più ho scelto il verde e
l’argento” rispose Harry elencando i
fattori positivi della sua permanenza a Grimmauld Place con un sorriso.
Il biondo
sbuffò mentre infilzava un pezzo di carne con la forchetta.
Lo capiva, lo
apprezzava, ma non riusciva proprio a sopportare
l’atteggiamento di Potter.
La sua
vita era ancora perfetta, se non di più, visto che adesso
non c’era più nessun
mago oscuro che gli stava dando la caccia. Lui invece, Daco Malfoy, era
diventato un relitto per la società, giudicato e mal visto
da tutti e, oramai,
senza più neanche uno Zellino a sua disposizione, dato che
il Ministero aveva
confiscato tutti i possedimenti e le ricchezze della sua famiglia.
“Se
hai
bisogno di qualcosa o desideri fare dei cambiamenti basta
che-”
“Solo
per
sapere Potter… non è che vorrai mangiare sempre
insieme a me, o sbaglio? Reputo
entrambi maturi a sufficienza da sopportare l’idea di
mangiare in solitudine.
Il tuo elfo prepara e noi, quando abbiamo fame, mangiamo,
no?” propose Draco
portandosi finalmente alla bocca il pezzo di polpettone che aveva
agitato a
mezz’aria fino a quel momento.
Harry
guardò il biondo sollevando scettico un sopracciglio dietro
il bicchiere di
succo di zucca. Non che non si aspettasse una simile richiesta
– o proposta,
dipendeva da che punto di vista la si voleva interpretare –
da parte di Malfoy,
ma pensava che avrebbe avuto la decenza di aspettare almeno il giorno
successivo.
Il moro
posò il bicchiere e guardò fisso negli occhi
l’altro ragazzo.
“Io
ti
avevo detto che cercavo un coinquilino, Malfoy. Non un probabile
ex-Mangiamorte
mal riuscito che vivesse a mie spese. Ora, siccome il tuo vivere a
scrocco è
una cosa che non dipende da te e che non è mia intenzione
farti pesare – ho
sempre considerato schernire le persone per la loro povertà
alquanto stupido,
tu no – gradirei solo un po’ di compagnia. Non
necessariamente durante la
giornata, immagino che tu abbia ben altro da fare,” fece il
moro alludendo
all’assoluta nullafacenza forzata del’altro
“Ti chiedo solo di stringere i
denti e sforzarti di tirar fuori le tue doti di nobile
dell’alta società magica
e conversare almeno un minimo con il sottoscritto durante le ore dei
pasti. È frustrante
mangiare e guardare alternativamente il frigorifero e la
credenza” concluse
Harry con una smorfia che si dipinse anche sul volto del biondo.
“Guardiamoci
in faccia Potter! Tu mi odi però mi hai offerto aiuto. Io ti
odio ma ho
comunque accettato la tua proposta. Ti sono debitore, ma credo tu possa
immaginare quanto poco mi piaccia esserlo, soprattutto nei tuoi
confronti.
L’unica mia richiesta è se possiamo evitare di
costringerci ad andare
d’accordo!” chiarì Draco prima
d’infilzare un altro pezzo di polpettone.
Harry
abbassò gli occhi, sbuffando e scuotendo la testa
sconsolato. Sapeva di
doverselo aspettare, ma era sempre bello essere smentiti.
“Posso
capire che la cosa per te possa essere divertente o che tu non faccia
fatica a
trovare il lato assurdamente comico della situazione: aiutare Draco
Malfoy
privo di bacchetta che ammette di aver bisogno della tua
carità altrimenti ora sarebbe
in giro a vendere…” il biondo esitò per
un istante “…lasciamo perdere. L’unica
cosa che ti chiedo è di non farmi sentire una merda
più di quanto già non sia.
Ai vostri occhi, almeno” non mancò di sottolineare
il superbo Serpeverde.
Harry si
alzò da tavola raccogliendo il piatto ancora mezzo pieno,
posate e bicchiere.
“Hai
ragione su tutto Malfoy, tranne che sul concetto che fa stare in piedi
il tuo
discorso.”
Il biondo
rivolse al Grifondoro uno sguardo perplesso.
“Io
non
ti odio.” gli fece presente Harry prima disparire oltre la
porta e andare a
finire di consumare la sua cena in salotto.
Come
primo giorno, non era stato un grande inizio.
Note
dell’autrice:
Ok, il
gufo di Draco. Ho messo il nome in inglese, ma la versione italiana
è
Sarpedonte.
Chi mi conosce o sta ridendo o gli sono cascate le braccia, ma mi
sembrava il nome più adatto per il gufo di un Serpeverde.
Per chi non mi
conosce… beh, può capire il perché
sono legata al nome Sarpedonte da questa
foto XD
Come sempre grazie mille a Meggie per il betaggio <3
Ringraziamenti:
Veive: spero che anche il secondo capitolo sia stato di tuo gradimento =) Ho sistemato le correzioni che non avevo cancellato nel precedente e - mi auguro -di non aver tralasciato nulla in questo =) Grazie mille per aver letto e commentato, spero la storia continui a piacerti ^^
lumamo64: no XD Posso assicurarti che questa storia finirà meglio di The Disappeared, questo è certo XD Vi ho già distrutte con quella, non voglio creare ulteriori danni XD Certo, succederà qualcosa in questi capitoli, ma la conclusione sarà più piacevole =) Spero che questo ti abbia consolata un po' ^^ Grazie per aver letto e commentato <3
sarawinky: Harry e Draco si sono trasferiti a Grimmauld Place, dato che ora Harry ne è il legittimo proprietario =) Ti ringrazio per aver apprezzato le spiegazioni del 'cosa succede dopo'. E' una cosa che mi diverte tantissimo, anche se a volte mi rendo conto che utilizzo sempre un po' le stesse in tutte le storie =) Spero ti piaccia, grazie mille per essere passata di qua =)
E grazie mille alle 11 persone che hanno inserito questa storia tra le seguite!
Alla prossima =)