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Autore: sammyjoe Storm    14/11/2010    2 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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8 acv


Diluviava a dirotto.
Ciao Simon, ci vediamo “ lo salutai con un cenno del capo e uscii dalla caffetteria; naturalmente ero senza ombrello, mi sarei bagnato completamente.
M'incamminai verso la mia stanza con passo normale, non lento ma nemmeno troppo veloce, non avevo fretta; bagnato per bagnato fradicio cosa avrebbe cambiato? Nulla.
Alla fine mi piaceva la pioggia.
A mio modo, interpretavo il suo passaggio come una pulizia generale, un autolavaggio per tutto quello che si trovava all'aperto. Guardavo le gocce cadere e infrangersi sull'asfalto, per poi allargarsi e unirsi a quelle giù cadute, formando pozzanghere, rivoli d'acqua e in alcuni punti dei veri e propri rigagnoli.
Semplici e distinte gocce, indifferenti e solitarie, che alla fine si univano insieme e acquistavano vigore, spessore e forza.
Natura: così semplice e a volte così distruttiva.

Mi venne in mente Sam, oggi scadevano le famose 48 ore, dovevo rendergli gli appunti che mi aveva prestato, ma era scappata via per andare a fare gli allenamenti, così l'avevo raggiunta per consegnarglieli, volevo aspettare finisse di giocare.
Quando la Miller le tirò il pallone in faccia e le calpestò gli occhiali, mi diede fastidio, osservai tutta la scena, sorrisi tra me continuando a guardare, con aria indifferente, lo snocciolarsi della situazione e il modo di fare di Sam.
Durante la loro partita, iniziai a pensare che quella ragazza era davvero strana, dall'abbigliamento di due taglie in più, il cappellino quasi perennemente in testa, gli occhiali con una montatura che si addiceva solamente ad una vecchia, schiva e riservata tanto da non averla quasi mai vista parlare con nessuno. Alquanto strano per una ragazza della nostra età.

Sembrava quasi che per sentire la sua voce bisognasse stuzzicarla, aveva il suo bel caratterino e me ne accorsi quasi subito. Nessuna, e ripeto nessuna, mi aveva mai risposto come lei, se prese alla sprovvista, al massimo, arrossivano o balbettavano, ma lei no, riusciva a rispondermi a tono. Che peperino.
Era una finta timida ma non riuscivo ad inquadrarla.
Alle volte sembrava su un altro pianeta, forse sentiva la mancanza di casa sua e dei suoi amici, magari aveva un ragazzo là.

Mi divertivo a stuzzicarla solo per sentire cosa e come mi avrebbe risposto, era l'unica che avevo incontrato che mi tenesse testa e che mi rispondeva a tono. Sembrava che non mi guardasse nemmeno, non sbavava come le altre, non balbettava, non arrossiva quando mi fissava negli occhi, non mi aveva chiesto di uscire e avevo dovuto quasi scendere a compromessi solo per avere dei semplici appunti; era scappata via più volte lasciandomi da solo come un imbecille senza poter ribattere. Questo mi incuriosiva parecchio.
Lei, i suoi modi e i suoi toni  mi entusiasmavano.
Lei era diversa. Strana. Volevo saperne di più.
E con la storia di Dirty Dancing ne avrei avuto la possibilità. Mi scappò un ghigno al pensiero.

Mi alzai dagli spalti e andai con Simon a bere qualcosa alla caffetteria del Campus, gli appunti glieli avrei dati il giorno seguente.

Mentre camminavo con Simon mi domandai come mai Amber si accanisse tanto su Sam.
Domanda stupida, la Miller era fatta così, una bionda tutta curve con decine di ragazzi che gli sbavavano dietro, ma mancava di carattere,di particolarità, di unicità e rarità.

Non che faccia caso ai caratteri delle ragazze che mi circondano, perché, alla fine, se mi voglio scopare qualcuna, il carattere è l'ultima cosa che guardo. Amber era una ragazza alla quale avrei dato volentieri una botta, ma dato che stava con Mark non mi sembrava il caso, non sono subdolo nè così stronzo.
 
Sono schifosamante consapevole di quanto io sia bello e affascinante, di quanto il mio corpo urli di toccarmi e accarezzarmi, di quanto il mio viso sembri far arrossire e sbavare le donne, di quanto i miei occhi siano incredibilmente delle calamite attira-femmine e di quanto le mie labbra siano così sensuali da volerle baciare.
Non a caso faccio il lavoro che faccio e non me ne lamento, anzi mi diverto, pagano disgustosamente bene e non fatico più di tanto.
Non che abbia bisogno di soldi, dato provengo da una delle famiglie più benestanti di tutta New York, ma amo la mia indipendenza e non mi va di giustificare le mie spese con nessuno.

Inoltre, l'aspetto più positivo del mio lavoro è quello che mi porta a conoscere un sacco di donne bellissime, con cui passo nottate di assoluto piacere.
Qualcuno potrebbe chiedermi se non mi vergogno di quello che faccio, ebbene no!
Come potrei vergognarmi di passare una notte dopo l'altra con donne sempre diverse e splendide?
Come potrei vergognarmi di provare piacere nel farlo?
Di godere quasi tutti i giorni?
Di toccare corpi che molti si sognerebbero? No, non mi vergogno.
Mi piace, mi piace e basta.

Non mi è mai capitato di ricevere un no dal gentil sesso.
Qualcuno potrebbe pensare che io, Alexander Smith, usi il gentil sesso per i miei comodi, in un certo senso, è vero,
come è vero che il gentil sesso usa il sottoscritto per i propri.
E' un dare per avere, un avere per un dare.
Non illudo, per me sono solo avventure; non vado mai con la stessa donna, a meno che ci sia un'intesa fisica veramente forte e si faccia del sesso grandioso. 

L'amore? Per alcuni esiste, per altri no.
Per me? Non lo so, non mi sono mai sentito coinvolto mentalmente e fisicamente; nessuna ha mai sconvolto la mia quotidianità, nessuna mi ha mai reso capace di compiere gesti assurdi, nessuna mi ha mai fatto sentire le farfalle nello stomaco, o sentire lo stesso aggrovigliarsi, oppure, più semplicemente, mi abbia mai fatto battere il cuore tanto da poter pensare che possa esplodere, da un momento all'altro.
Non nego l'esistenza dell'amore, dico solo che non lo conosco.
Forse sono sbagliato io, o forse si è dimenticato di passare dalle mie parti, ma di certo non me ne curo.
La vita va vissuta ogni singolo istante, ogni singolo attimo, fermarsi ed aspettare qualcosa non è vivere.
L'attesa non è vivere, l'attesa è un non vivere, spegnersi dentro, questa è l'attesa. E se quello che si aspetta non arrivasse mai? Sarebbe stato tempo buttato, non vissuto, sprecato e basta.
Trovo sia assurdo restare in bilico su un precipizio ad aspettare di scegliere se lanciarsi o tornare indietro.
L'attesa è insensata ed io vivo ogni singolo momento, come se non dovessi averne altri.
Alcuni dicono che è sbagliato, altri che è giusto, ma non mi curo di quello che dicono, io vivo come voglio, come ritengo sia più giusto e, se dovessi sbagliare, aprirò le braccia alle conseguenze. Aspettare qualcosa, spesso, crea ansia e turbamenti, domande e pensieri negativi e non è giusto nei confronti della vita stessa; ad ogni angolo, ad ogni curva, ad ogni semaforo o semplicemente ad ogni porta, ci sono gli imprevisti, che le persone in perenne attesa non scorgono. Io sono l'opposto, preferisco cogliere gli imprevisti, quello che magari si può verificare al passaggio di una cometa, ad un eclissi solare o ad un evento rarissimo; colgo l'attimo: Carpe Diem.
Perchè fermarsi a riflettere troppo su qualcosa e predersi tutto quello che sta intorno?
La bellezza è ovunque così come gli attimi, basta solo saperli cogliere. e viverli.

Forse le donne con cui sono stato, quelle che frequento, quelle che mi parlano, che si avvicinano, con una banale scusa per attaccare bottone, sono sbagliate? No, loro sono così, tutte diverse ma fondamentalmente tutte uguali, alla fine vogliono sempre la stessa cosa. Non importa se siano delle modelle o studentesse, alcune chiedono, altre sottintendono, altre ancora ti seducono e basta; alla fine si arriva sempre lì al Sesso.
Non importa nemmeno il luogo, che sia un letto, un tavolo, un divano, una parete, un'auto o dove capita.
Non importa. Mi sta bene.
Quello che voglio è quello che ottengo e spesso non mi devo nemmeno sbattere, fanno tutto loro.
Va bene, va bene così.
Non mi annoio sicuramente, esperienze sopra esperienze; quelle che definisco le mie colleghe, mi hanno rinominato il Dio del Sesso o Padrone della Lussuria, e questo, sinceramente, mi compiace; tra donne esiste il passaparola e, grazie a quello, ho sempre la fila;
mi basta solo scegliere.

Mi reputo una persona matura e intelligente, sono onesto e, in linea di massima, sincero, sono parecchio permaloso e curioso.
Mi piace tutto quello che è bello e particolare, mi piacciono i motori, tutto ciò che fa salire l'adrenalina e le arti marziali; mi piace ballare, uscire con qualche amico e fare casino. Giro il mondo per lavoro, vedo e vado in posti da sogno.
Cos'altro potrei desiderare?

Ho tutto e mi piace quello che faccio.
Non sono alla ricerca di nulla in particolare.
Mi piace divertirmi.
Questo è Alexander Johnatan Smith, questo sono io.

Posso sembrare superficiale per molti, ma nessuno conosce mai una persona fino in fondo e, di me, lascio alla gente solo l'apparenza;  le persone vivono di opinioni, nel mio lavoro, nel mio mondo e nella mia scuola; nella stragrande maggioranza dei casi è l'apparenza quello che conta, sono poche le persone che sanno che l'abito non fa il monaco e, che quindi, non giudicano e vanno oltre.
Per esperienza approfondisco solo quando vedo e scorgo qualcosa per cui vale la pena approfondire, altrimenti non me ne curo. Pochissimi amici veri ma sinceri e nemmeno loro mi conoscono completamente. Io sono così.
Posso piacere come non piacere, anche se la seconda opzione è difficile che si verifichi, ho un carattere forte, difficile da piegare, me lo sono costruito negli anni a furia di crescere, accettare o prendere decisioni.
Il tempo fa crescere una persona, vero, ma mai come le azioni che si compiono. Soprattutto, non vivo per le opinioni altrui, alla fine sono solamente opinioni, ed io, non baso la mia vita su pareri o quanto possa essere opinabile.

 
Ormai fradicio, arrivai nei pressi del campo da volley e lo costeggiai, buttai lo sguardo al suo interno e mi fermai.
Strinsi gli occhi e li riaprii, una due, tre volte aguzzai la vista; mi sembrava di vedere qualcosa a terra, ma a causa dellla pioggia che imperterrita mi picchiava sul viso, faticavo a vedere; mi avvicinai maggiormente. Sugli spalti c'era un borsone e a terra c'era, veramente, qualcuno! Mi misi a correre finchè non la riconobbi.

Era Sam, completamente fradicia, riversa a terra in posizione prona e con i capelli che le nascondevano il volto.
La chiamai, non rispose. Mi chinai e la girai in posizione supina; era pallidissima, aveva le labbra violacee, le scostai i capelli dal volto e la chiamai ancora ma non rispose.
Ero indeciso se schiaffeggiarla, per vedere se in questo modo si sarebbe ripresa, o meno, così le posai una mano sulla guancia,
era letteralmente bollente nonostante, intorno a noi, la temperatura non fosse per niente mite.
Ci misi poco a decidere, mi misi il suo borsone in spalla, passai un braccio dietro la sua schiena, l'altro dietro le gambe e la presi in braccio, poi mi avviai con passo veloce verso il mio alloggio.

Una volta arrivato, poggiai a terra le sue gambe e la sostenni con un solo braccio, cercando nella mia tasca le chiavi della porta, cosa alquanto difficile visto che avevo i jeans completamente appiccicati alle gambe.
Ci misi un po' più del previsto, poi aprii la porta, la ripresi in braccio, entrammo e richiusi la porta alle mie spalle con un un piede.

- E adesso? Con calma, riflettiamo.-


La distesi a terra in bagno, tolsi il suo borsone dalle spalle e lo feci cadere sul pavimento insieme al mio giubbetto, mi sfilai il maglione insieme alla maglietta e li buttai nel lavandino, mi chinai su di lei e la scossi piano, tenendola per le spalle.
Sam, Sam mi senti?” Niente.
Presi degli asciugamani e iniziai ad asciugarle il viso, poi passai ai capelli: erano completamente zuppi.
Mi sedetti dietro di lei e la feci sedere, appoggiandola con la schiena al mio torace, provai a strizzarglieli in qualche modo e con un'altra salvietta iniziai a tamponarli.

Sam, per favore, di qualcosa! Sei bagnata fradicia, scotti e sei svenuta al campo, svegliati!”
Mmm” un lieve sibilo,
Sam sono Alex, sei nel mio alloggio, non sapevo dove portarti” Sentii il suo corpo scivolare verso sinistra, la fermai con un braccio per non farla cadere.
E va bene.. Facciamo a modo mio adesso, Sam, poi però... non ti incazzare con me.”
Sempre tenendola appoggiata al torace, alzai le ginocchia, in modo da bloccare il suo corpo in un'altra eventuale scivolata laterale, tolsi il braccio dalla sua vita, lasciai l'asciugamano e con entrambe le mani, presi l'orlo della sua maglietta e tirai verso l'alto.
La sfilai e la lanciai nel lavandino, presi un'altra salvietta e iniziai ad asciugarle il braccio, poi salii sulla spalla, la feci sporgere in avanti per asciugarle la schiena, l'appoggiai di nuovo a me, passai all'altra spalla e successivamente all'altro braccio.
Abbassai le ginocchia e mi alzai in piedi mantenendola seduta, tenendola con solo una mano sulla spalla, poi la feci sdraiare sugli altri asciugamani. I jeans fradici limitavano i miei movimenti e facevo  fatica a muovermi.

Andai in camera, presi un paio di boxer, un paio di pantaloni della tuta e una maglietta.
Rientrai in bagno e la guardai, sembrava così indifesa..
Appoggiai i vestitiche avevo in manosul mobile e iniziai a slacciarmi i jeans; feci una fatica immane per sfilarmeli di dosso, aderivano come una seconda pelle alle gambe, li presi e li lanciai anch'essi nel lavandino; dopodiché mi sfilai i boxer che seguirono i jeans, mi asciugai velocemente con il telo doccia e mi infilai i boxer asciutti.

Avvicinatomi a Sam, mi chinai e iniziai a sfilarle le scarpe, le calze.

Sam, ti avviso, poi non dire che non te l'ho detto. Adesso ti spoglio”
Mugolò qualcosa ma non si mosse; poverina, tra la stanchezza e la febbre era proprio a pezzi.
M'inginocchiai vicino a lei e mi chinai di nuovo, in quel momento i miei occhi caddero sul suo seno e mi domandai schiettamente
- Ma come cazzo ho fatto a non farci caso prima? -

Aveva due tette bellissime, sode e veramente perfette, imprigionate in quel reggiseno bianco.
Fu un attimo, la mia mente iniziò a farsi un viaggio nelle vie della perdizione con immagini e pensieri per nulla casti con le tette di Sam come protagonista. Scossi la testa e spostai lo sguardo altrove. Non adesso.


Avvicinai le mani ai suoi fianchi e cercai di tirare l'elastico dei suoi pantaloni verso il basso, ma non si spostò se non di pochi millimetri, qualcosa ne impediva la discesa.
Mi concentrai, nonostante qualche fugace immagine delle sue tette mi si riaffacciò, quasi violentemente, nelle testa, e capii che il motivo per il quale non scendevano era un fottutissimo cordino. Vagai con lo sguardo sul bordo dei pantaloni e lo vidi, proprio sotto
l' ombelico; un ombelico perfetto, non sporgente e non rientrante, bello, sembrava disegnato e...
Sam aveva un piercing all'ombelico? - Incredibile, non l'avrei mai detto, quali altre sorprese mi avrebbe riservato? -

Slacciai l'asola, tirai un po' i bordi dei pantaloni per allargarli leggermente, iniziai a sfilarglieli e poi li buttai nel lavandino, che ormai era sommerso dai vestiti di entrambi.
La guardai e rimasi alquanto sbalordito, aveva un corpo perfetto; gambe lunghe e lisce, cosce perfette, ventre piatto, delle tette da urlo, un viso delicato e con dei lineamenti incantevoli.
Era bellissima, sembrava una statua neoclassica di una Venere, scolpita e modellata da un bravissimo scultore, amante della bellezza più pura e ricercata. Un capolavoro artistico.


Ne ho viste tante di donne, mezze o completamente nude, belle, bellissime ma questa piccoletta le batteva tutte, era perfettamente proporzionata, secondo i miei canoni di bellezza, anzi, aveva le tette un po' più grosse, golosità degli occhi e dei pensieri.
Aveva un corpo splendido.

Mi alzai, presi il phon dall'armadietto, lo attaccai alla presa e mi inginocchiai di nuovo vicino a lei, la presi delicatamente per le spalle, evitando di guardarle il seno e la rimisi seduta; posizionandomi di fianco, accesi il phon e iniziai ad asciugarle i capelli.
Iniziai a sentire un lieve profumo che, man mano, iniziò ad intensificarsi; era un profumo dolce, ma non troppo, non come la vaniglia e la fragola, meno dolciastro, non riuscivo ad identificarlo, ma mi piaceva: era buono.
I suoi capelli sapevano di buono ed ora erano asciutti.

Poggiai il phon sul pavimento, mi alzai, la presi in braccio, la portai in camera e l'adagiai sul letto. Ritornai in bagno, presi l'ennesima salvietta asciutta, i pantaloni della tuta e la maglietta e li appoggiai vicino a lei.
La guardai ancora, alla fine gli occhi erano fatti per guardare.

Non avevo ancora finito, non potevo di certo lasciargli addosso la biancheria completamente bagnata! Ma continuavo a tergiversare.
Non mi sono mai fatto problemi di nessun tipo, ma sentivo, dentro di me, una certa sorta di timore nel compiere quel gesto.
Si sarebbe arrabbiata? Mi avrebbe tolto la parola? Sicuramente, per quel poco che la conoscevo, avrebbe fatto un gran casino appena si fosse svegliata, ma io, il buon Alex, potevo affermare con certezza di essermi comportato bene, quindi avrei optato per la scusa del buon samaritano, che alla fine poi non è proprio una scusa.
Una buona azione, problema risolto.

La verità è che non ho mai spogliato nessuna ragazza che non fosse consenziente o come in questo caso che non avesse le sue piene capacità mentali. Questo mi bloccava, ma lo facevo per il suo bene;
- Eviterò di guardarla, sia mentre finisco di spogliarla sia mentre la rivesto, farò finta che sia una bambola, una bellissima bambola.-


Mi piegai per l'ennesima volta su di lei, guardandole il viso, feci scivolare le mani sui suoi fianchi, afferrai l'elastico delle sue mutandine e le feci scorrere verso il basso, indietreggiando lentamente. Le lasciai cadere a terra, allungai la mano, presi i pantaloni della tuta e in quell'attimo – Attimo bastardo al quale sarò sempre e comunque grato - il mio sguardo si posò su di lei.
Ero pur sempre uomo! Ed ero sempre più convinto di quanto mi ero detto poco prima, lo sculture aveva realizzato una splendida opera d'arte.

"Ma guarda che mi tocca fare, cazzo, Sam! Io sono abituato a spogliarle, guardarle e toccarle le donne, non a rivestirle senza averci fatto niente!”
Scossi la testa e le tirai i pantaloni sui fianchi, facendo l'asola al cordino, mentre i miei pensieri vagavano lussuriosi per i meandri della mia mente; dopodiché salii a cavalcioni sopra di lei, la riafferrai per le spalle e la feci appoggiare a me, il suo viso bollente si appoggio nell'incavo tra la spalla e il collo. Ancora quel buonissimo profumo.
Feci scivolare le mani sulla sua pelle calda e liscia, fino alla chiusura del reggiseno, lo slacciai, la feci riappoggiare di schiena sul letto e lo sfilai. Deglutii e spalancai inconsciamente gli occhi. - Tette!-

Avevo detto che le sue tette erano bellissime? Sbagliavo, le sue tette erano favolose, le più belle su cui avessi mai posato gli occhi. Sode? Come il marmo. E i capezzoli? Santo cielo, erano come la ciliegina sulla torta, le fragole con la panna e le nocciole con il cioccolato, erano superbi, rosei e perfettamente tondi, di una dimensione perfetta, non grandi e non piccoli. Si, le sue tette e i suoi capezzoli erano veramente e ineguagliabilmente splendidi. Due tette da urlo, isomma.
In quell'istante avrei voluto prendere nei palmi quei seni, sfiorarli, accarezzarli, stringerli, leccare quei capezzoli rosei, sentirli indurire sotto il mio tocco per poi mordicchiarli, lambirli tra le mie labbra e succhiarli.
Mi ero eccitato, cazzo! Mi ero eccitato pensando alle sue tette.. Vuoi per la posizione in cui mi trovavo, vuoi per il calore del suo corpo, il profumo, vuoi per il fatto di averla vista nuda, vuoi per la situazione assurda, vuoi un cazzo! - Alex, ripigliati, mettile la maglietta e allontanati, i m m e d i a t a m e n t e! Non vorrai mica fare la figura del cretino e del ragazzino pervertito, pensa se si dovesse svegliare adesso, faresti una grandissima figura di merda! -
 

Presi quella stupida maglietta, mi avvicinai per infilarle la testa e mi accorsi di esserle veramente vicino, senza volerlo le infilai la maglia non molto delicatamente e la sentii sussultare, disse qualcosa di incomprensibile e girò la testa di lato, lasciandomi a fissare il suo collo.
Ma allora lo faceva apposta? Stavo cercando di controllarmi, io! E lei che faceva?
Senza nemmeno accorgersene mi faceva roteare gli ormoni a mille e con nonchalance, mi esponeva anche quella parte del collo e che finora non avevo notato, inebriandomi ancora del suo profumo..No,no, io non sono così incontrollabile. Solo un giorno di astinenza! Si, potrebbe essere quello, o il cambiamento del tempo o .. basta pensare, stop!

Con delicatezza iniziai a infilarle le braccia nelle maniche della maglietta e senza farlo apposta sfiorai il suo seno, con il dorso della mano. Sentii una scossa e sobbalzai lievemente. Era bollente e morbido e liscio.
Avevo finito, non restava che tirarle giù la maglietta e metterla a letto. Mi alzai da sopra di lei, feci il giro del letto e tirai indietro le coperle, poi la presi in braccio, la misi a letto e la coprii.

Mi fiondai in bagno, ancora eccitato e mi feci una lunghissima doccia, ementre mi lavai, ripensai a quello che avevo pensato nel pomeriggio: Sam era decisamente diversa da come appariva, riusciva a farmi eccitare senza fare nulla, era bellissima e aveva due tette da urlo. Volevo scoprirla lentamente, volevo conoscerla, volevo che mi stupisse ancora, volevo provare ad esserle amico; ero sempre più convinto che questo sarebbe stato un anno terribilmente interessante e soprattutto piacevole.
Si, di questo ne ero fermamente convinto.

Una volta finito di asciugarmi, sistemai a grandi linee il bagno, e sentii un brontolio provenire dalla mia pancia, non avevo cenato!
E in stanza non avevo nulla di commestibile e ormai si era fatto tardi.. Ignorai il brontolio, finii di asciugare il pavimento con le salviette bagnate e andai dalla mia parte del letto.
Sam era ancora immobile come l'avevo lasciata; mi infilai sotto le coperte e mi girai verso di lei, le guardai il viso ancora una volta: era ancora un po' pallida ma almeno non tremava, le labbra avevano ripreso un bel colorito, il violaceo era quasi del tutto scomparso lasciando al suo posto un tenue color pesca; aveva delle labbra dai contorni delicati, non erano marcate ma erano belle piene, sembravano morbide e dolci. Mi avvicinai appena con il viso e posai le labbra sulla sua fronte, era ancora molto calda ma sembrava più tranquilla. Le lasciai un lieve bacio e quando mi staccai, colto dalla più morbosa delle curiosità, scesi lentamente dalla sua fronte, sfiorandole il naso e arrivando sulle sue labbra; le sfiorai appena quando sentii un'altra scossa; la ignorai e posai un piccolissimo bacio delicato su quelle labbra, erano morbide e lisce, proprio come avevo intuito; volevo sentirne il sapore, le diedi un secondo bacio  a fior di labbra. Dio quanto ero curioso.Erano calde e incredibilmente soffici.
Mi stavo rieccitando, mi spostai, spensi la luce e mi misi sotto le coperte.

Passò del tempo e non ero ancora riuscito a prender sonno, quando, ad un certo punto, la sentii muoversi e mugolare, poi sentii il suo respiro farsi più vicino: si era girata dalla mia parte. Sentii una mano sfiorarmi un braccio e poi posarsi sul mio torace, mi trovai la sua testa posata tra laspalla e l'incavo del collo, mi aveva abbracciato, si era avvicinata e il suo corpo sfiorava il mio.
Inspirai ancora  il suo buonissimo profumo e poggiai la mia guancia al suo capo.

Era la mia giornata dei record personali: ero nel letto con una ragazza senza averci fatto niente, stavo per addormentarmi  sempre con una ragazza nel letto e, vorrei precisare nel mio letto, cosa inconcepibile,  mi stavo per addormentare con quella stessa ragazza fra le braccia, altra cosa assurda.

A quanto pare le giornate, con la presenza di Sam, assumevano pieghe inaspettate.

Non mi accorsi nemmeno dove si interruppero i miei pensieri, che mi addormentai.

Angolino autrice: Adesso conosciamo un po' i pensieri di Alex, ma soprattutto, iniziamo a conoscere Alex. Può sembrare superficiale, ma vi avviso subito che non è così.. Dategli tempo di emergere, osservatelo ma soprattutto leggetelo tra le righe, tramite i suoi gesti, e poi potrete giudicarlo. Insomma diamogli un po' di tempo anche a lui ;)
Alex Smith è un ragazzo terribilmente, anzi, mostruosamente bellissimo e sa di esserlo; ho accennato al suo lavoro e lo esplicherò meglio nei prossimi capitoli, non temete, non me ne sono dimenticata,tempo al tempo, non vorrete sapere tutto, subito, vero?
Che ne pensate di questo capitolo? Ma soprattutto di Alex?

Risposta alle recensioni:
rodney: Già, lo penso anch'io che la starnazzante Amber non la farà passare liscia a Samantha, ma ti posso assicurare che quando accadrà ci sarà da ridere e poi “Miss Silicon Valley” ce l'ha nel sangue, la sua caratteristica principale è quella di essere (scusatemi e passatemi il termine, uno più adatto non esiste) una cagacazzo all'ennesima potenza!! Cosa vuole Mark? Hihihihi, non è ancora il momento di scoprirlo, ma non è un cattivo ragazzo, resta sempre se stesso pur stando con Amber, insomma l'abito non fa il monaco né, tantomeno ,dimmi-con-chi-vai-e-ti-dirò-se-vengo-anch'io :O Chi non ama Dirty Dancing? Credo sia uno dei film più belli in assoluto che abbia mai visto e poi i personaggi sono troppo belli! Ma nel nostro caso ci faremo un sacco di risate con la rivisitazione in chiave moderna e mettere insieme (Johnny) Alex e (Baby) Sam sarà come mettere la paglia vicino al fuoco, un cono di gelato in mano ad un goloso, Stanlio con Olio e bau bau con micio micio...insomma se ne vedranno delle belle, puoi starne certa ;)

Day_Dreamer: Ora puoi disincrociare le dita, il caro e gran figo di Alex ha evitato di far marcire ,ignorata a terra, la nostra Sammy :) spero la scena sia stata di tuo gradimento; Chuck Norris e topo Gigio? Muhahahahaha! Mi hai fatto scompisciare dalle risate! ;)

Ora mi conviene iniziare il nuovo capitolo, altrimenti altro che aggiornamenti lampo -.-
Grazie a chi segue,
alla prossima ;)

   
 
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