Nel
presente, dal carcere di Lille-Sequedin, Jodie
può finalmente avvertire i genitori di Daniel che lei, loro
figlio e Ian sono
accusati di aver trafugato un manufatto di ragguardevole interesse
storico, che
rischia di creare un incidente diplomatico tra Stati Uniti e Francia.
John, non
appena ricevuta la notizia si precipita in Francia. Lo aspetta a Lille
il
Maggiore Monika Szigeti, soprannominata szigi, ovvero
“isola” per il carattere
glaciale e solitario.
Isabeau era
stata rinchiusa nelle prigioni della fortezza di
Les Tourelles, all'estremità del ponte sulla Loira. Il
capitano inglese non
tarda a farla condurre nei suoi alloggi e colpito dalla straordinaria
avvenenza
della ragazza e dei suoi bellissimi boccoli biondi, pregustando un
piacevole
passatempo, le spiega che se fosse stata carina con lui le avrebbe
risparmiato molte
inutili sofferenze. Isabeau rifiuta sdegnosamente e mentre lui cerca di
farla
sua, nella breve colluttazione riesce ad impossessarsi del coltello da
cavaliere di Glasdale che usa per tagliarsi i lunghissimi riccioli che
incantavano l’inglese. Glasdale la fa condurre da lui ogni
notte, e ogni volta
Isabeau gli resiste, in una lotta più psicologica che
fisica, finché, ormai
smagrita dal quasi digiuno cui si era costretta, senza più i
boccoli che lo
affascinavano, l’inglese decide che non prova più
per lei l’irrefrenabile
attrazione di prima e ordina ai suoi sgherri di divertirsi con lei
prima di ucciderla
crudelmente. La notizia giunge però alle orecchie di Lord
Thomas Montaigu conte
di Salisbury, comandante dell’assedio, che revoca
l’ordine di Glasdale e lo
redarguisce pubblicamente per la sua condotta senza onore. Umiliato dal
suo
comandate, Glasdale smanioso di vendetta minaccia Isabeau della morte
più
orribile. La sorte della francese nei suoi disegni è
comunque segnata, sarebbe
morta arsa viva sopra le pire, quando lui si fosse stancato anche delle
altre
donne che aveva catturato.
Gli inglesi
intanto avevano accerchiato Orléans e avevano
occupato otto fortezze intorno alla città, dalle quali la
tenevano in scacco:
le Tourelles, le bastie degli Augustins, di Saint-Jean-le-Blanc (sulla
riva
meridionale della Loira), di Saint-Laurent, di Saint-Loup, le tre dette
"Londre",
"Rouen" e "Paris" (sulla riva settentrionale), ed infine di
Charlemagne (sull'isola omonima). Gli assediati erano tuttavia riusciti
a
tenere libera la porta di Bourgogne e quando Jeanne giunse sulla riva
meridionale, in sella ad un destriero bianco, di fronte al piccolo
borgo di Chécy,
il 29 aprile,
trovò ad attenderla il cosiddetto Bastardo
d'Orléans, comandante delle forze a difesa
dell’assedio.
Il comandante
francese la pregò di entrare in città per
quella via mentre i suoi uomini compivano manovre diversive, l'esercito
ed i
rifornimenti invece - necessari per sfamare la popolazione allo stremo
-
avrebbero atteso di poter essere traghettati attraverso il fiume non
appena il
vento fosse divenuto favorevole.
L'incontro tra
il comandante e la ragazza fu subito burrascoso;
dinanzi alla decisione di attendere che il vento girasse in modo da
consentire
l'ingresso dei rifornimenti e dei rinforzi, Jeanne, appena 17enne,
rimproverò
aspramente l'esperto uomo di guerra, sostenendo che suo compito sarebbe
stato solo
quello di condurre lei e l'esercito direttamente in battaglia, avrebbe
preso
lei le decisioni necessarie. Il Bastardo d'Orléans non ebbe
neppure tempo di
replicare poiché pressoché subito il vento
mutò direzione e divenne favorevole
al transito sulla Loira,
consentendo l'ingresso per via
d'acqua dei rifornimenti e dei rinforzi - circa 4000
uomini - che la ragazza aveva recato con sé.
Gli inglesi
erano ora guidati da Lord Glasdale dopo che il
precedente comandante, Thomas Montaigu conte di Salisbury, ferito
gravemente al
volto da alcuni detriti sollevati dal fuoco dell'artiglieria e ormai
morente,
era stato soffocato nel sonno dallo stesso Glasdale bramoso di prendere
subito per
sé il potere e avere via libera nel comandare
l’assedio col pugno di ferro e
disporre a suo piacimento dei prigionieri.
John e Monika
nel frattempo riescono a ottenere l’immunità
diplomatica per Jodie che viene scarcerata e condotta in un albergo a
Lille: i
due militari intendono scoprire cosa è successo e
soprattutto perché Daniel e
Ian sono irreperibili.
Nel Medioevo,
nonostante la veloce conquista di una delle
fortezze minori in mano agli inglesi, lo scontro decisivo sembrava
tuttavia dover
attendere ancora, quando un giorno gli informatori dei difensori
riportarono a
Ty la notizia che la notte del 7 maggio gli inglesi avrebbero ucciso,
nel
tentativo di fiaccare la morale degli assediati, proprio davanti agli
occhi dei
loro cari, tutti i prigionieri catturati. Le donne
“eretiche” sarebbero invece
bruciate vive sui roghi. Per Ty, Ian e Daniel è facile
convincere Jeanne della
necessità di sferrare l’attacco decisivo prima di
quel massacro. E così facendo
pianificano lo storico attacco a Les Tourelles.
Mattina del 7
maggio 1429, Orleans: iniziò l'attacco decisivo
agli inglesi, barricati dietro al portone fortificato de Les Tourelles,
secondo
il copione dell'assalto frontale in voga ai tempi. La stessa sera,
già ultimati
tutti i preparativi per i roghi, secondo i piani di Glasdale sarebbe
stato
consacrato al sacrificio di tutte le dame francesi che aveva catturato.
Inclusa
Isabeau.
In testa alla
formazione francese c’erano Ty e Ian. E
ovviamente lei. Sebbene non le fosse stata affidata formalmente nessuna
carica
militare, Jeanne era la figura centrale nelle armate francesi: vestita
da
soldato, impugnando spada e bandiera
bianca
con raffigurato Dio benedicente il fiordaliso
francese ed ai lati gli
Arcangeli Michele e Gabriele, si rivolse
così alle truppe
schierate: “Agite e Dio agirà! Gli uomini d'arme
si batteranno e Dio darà loro
la vittoria!” e pronunciando alla fine le famose parole
“Chi mi ama, mi
segua!”. Il piano elaborato da Ian prevedeva come prima cosa
di insidiare,
mediante alcune chiatte incendiate, gli archi del ponte, che servivano
in parte
come struttura muraria di base della fortezza. Quando Glasdale si
accorge di
Ty, l’uomo che lui sapeva di aver ucciso e gettato a marcire
nel fiume, di
fianco a Jeanne, in prima fila, senza elmo e con ben in evidenza i
colori del
Falco d’Argento, un superstizioso terrore si impadronisce di
lui, prima di
riprendere poco dopo il controllo di se stesso e gettarsi con folle
ferocia nel
combattimento.
Nel mezzo dello
scontro, Jeanne fu colpita come lei stessa
aveva predetto il giorno prima. Pur ferita da una freccia tra il collo
e la
scapola, non smette di combattere né cerca di farsi curare
sino al termine
delle ostilità, difesa con coraggio da Ty e tra le grida di
incitamento dei
suoi uomini che nel fatto straordinario videro la conferma del disegno
divino
che stava per compiersi: avrebbero vinto poiché era Dio a
volerlo.
Verso sera,
quando ormai il comandante francese si stava
preparando ad ordinare il disimpegno dallo scontro per il buio ormai
incombente,
Jeanne lo convinse a ritardare il proponimento, convinta a sua volta da
Ty e Ian
a trovare le forze necessarie per affrontare quella prova: Ian sapeva
dai libri
di storia che quella sera ci sarebbe stata la battaglia decisiva e non
voleva
dare tregua agli inglesi, che potevano impiegare quel tempo per mettere
in atto
il massacro dei prigionieri che avevano progettato.
Nel frattempo,
Glasdale, furibondo per le perdite subite e
per la paura irrazionale che attanagliava le sue truppe dinanzi agli
straordinari
comandanti dell’esercito nemico, decise che era il momento di
sferrare un duro
colpo al morale dei nemici e ordinò di portare
immediatamente tutti i
prigionieri e le donne ai roghi già allestiti.
Dopo essersi
ritirata per riflettere in un bosco vicino
insieme a Ty che non la lasciava un attimo, Jeanne rinnovò
l'assalto a Les
Tourelles. Diede lei stessa l’esempio, lottando in prima
fila, insensibile al
dolore della sua ferita e facendo così credere ai soldati
che combattevano al
suo fianco che fossero invincibili. Gli uomini col falco
d’argento sul petto,
erano invece trascinati da uno Ian implacabile che vedeva Isabeau
sempre più vicina
e incitava i compagni con sentite parole e una determinazione assoluta:
“oggi è
il giorno che forgeremo la leggenda con le nostre imprese! Oggi
è il giorno che
scriveremo la storia di Francia!”
Insieme
scatenarono una furia mai vista dagli inglesi in
battaglia.
Il castelletto
fu conquistato, in un unico incontenibile
assalto e la sua guarnigione uccisa o catturata. Nessun inglese
riuscì a
fuggire. Lo stesso Glasdale, che aveva provocato Ian gettandogli
davanti una manciata
dei lunghi riccioli della moglie, che teneva con sè, venne
decapitato in un
duello straordinario, da uno Ian determinato come non mai, con la mossa
delle
due spade a forbice che aveva visto più volte eseguire a
Martewall. Nel
frattempo, Daniel, disimpegnatosi dallo scontro secondo i piani, con un
piccolo
drappello di arcieri scelti, colpiva a morte il primo inglese che stava
dando
fuoco alle pire. Pochi attimi dopo tutti gli inglesi incaricati di
appiccare il
fuoco caddero trafitti dalle loro frecce. L’incontro di
Isabeau con Ian è, per
l’ultima volta, straziante e commovente. Sebbene ridotta
all’ombra di ciò che
era prima per le sofferenze patite, il suo sorriso splendeva ancora
come Ian lo
conosceva. Ci sarebbe voluto del tempo per riprendersi e dimenticare,
ma con
Ian a suo fianco sapeva di potercela fare.
Il mattino del
giorno successivo, tutte le forze inglesi
degli altri forti si riunirono in un’unica immensa formazione
di battaglia. Lo
stesso fecero i francesi. Dopo essersi fronteggiati immobili per
un'ora, senza
che nessuno prendesse l'iniziativa (era domenica e Jeanne non
desiderava
iniziare l'attacco), gli inglesi si ritirarono, spaventati dalla forza
sovrannaturale che sembrava emanare dai nemici e che pareva rendere
invincibile
l’esercito condotto da quella adolescente. L'assedio di
Orlèans si era
concluso. Era l’8 maggio: Orléans era salva e la
storia di Francia era stata
cambiata per sempre e in modo radicale.
La vittoria
sorprendente consente l'incoronazione di Carlo
nella cattedrale di Reims, finalmente libera dal dominio inglese. Una
volta
incoronato, Carlo VII sembra pienamente soddisfatto. Non altrettanto
Jeanne,
che decide di continuare a combattere. Ty e Ian la avvertono che non
soltanto
re Carlo ha abbandonato l'intenzione di proseguire la guerra contro gli
inglesi
rimasti in territorio francese, ma sta ordendo dei piani per tradirla.
Ma
ovviamente nulla potrà farle cambiare idea. La giovane si
sente obbligata a
continuare a combattere con determinazione fino alla fine, nonostante
sia
macerata interiormente tra la scelta di compiere la sua missione fino
in fondo
e quella di abbandonare tutto per vivere l’amore della sua
vita con Ty. Ma si
dice che manca poco al successo finale, che non sarebbe stato giusto
nei
confronti del suo Paese abbandonare i suoi uomini per seguire
l’istinto egoista
di voler essere felice con l’uomo che amava. Cosa voleva il
Signore da lei?
Cosa voleva che facesse, cosa le chiedeva ancora? Disperata, non riesce
a darsi
una risposta né la ottiene questa volta da Lui, nonostante
le sue suppliche. Tra
le lacrime rinnova ancora una volta a Ty la promessa che quando tutti
gli
inglesi saranno stati cacciati via lei potrà infine
dedicarsi a lui, come il
Signore una volta le aveva promesso. Ty sa che lei non potrà
mai mantenere
quella promessa e Ian gli spiega che non possono cambiare il corso
della storia
né sarebbero mai riusciti a convincere Jeanne a fermarsi
adesso.
Jodie, nella
disperazione e temendo che ogni attimo trascorso
con i pc spenti può essere fatale ai suoi cari, trova il
coraggio di dire al
genitore di Daniel se non la verità, qualcosa che in qualche
modo le somiglia: “la
verità è così preziosa da aver bisogno
di una guardia del corpo di menzogne”.
Racconta quindi che Ian durante le sue ricerche ha scoperto una
tecnologia, un qualcosa
più grande di lui e adesso tutti loro, Daniel, Ian stesso,
sono in pericolo di
vita a causa di questa scoperta. Il suo racconto, è
infarcito da dettagli così
particolareggiati da rendere plausibile lo scenario improbabile che
descrive a
John e Monika. Si preoccupa di non citare mai il gioco né la
chiave di volta
che permette a Hyperversum di compiere il suo prodigioso salto nel
Passato:
Ian.
John accoglie il
racconto di Jodie con evidente scetticismo e
incredulità. Non però Monika, che prima di essere
assegnata in Francia, aveva
lavorato per l’agenzia nella città natale di
Boston, col compito di vigilare
sulle teorie emergenti di interesse del governo, nelle
università più celebri
che si trovavano a Boston: Harvard e il MIT. Proprio uno stimato
professore al
MIT, il fisico quantistico Seth Lloyd, aveva teorizzato la
fattibilità tecnica
di un salto temporale, combinando l’effetto di sub-selezione
del Quantum
computing di cui era il padre con gli stessi mezzi che avevano permesso
agli
studiosi di teletrasportare con successo il primo fotone in laboratorio
(cfr MIT Digest, Boston 23 jul 2010
ndr).
Monika
– convinta di poter mettere le mani sulla scoperta
più
sconvolgente della storia – convince il Generale a fare
quello che chiede la
ragazza, nonostante l’incredulità di John. Grazie
ad un nuovo intervento
dell’ambasciata ottengono i portatili e il loro prezioso
corredo di dvd dove
Daniel aveva salvato tutti i dati di gioco. Ma le loro richieste
vengono
accolte ad un prezzo: tutte le accuse contro i ragazzi cadranno solo se
restituiranno il codice miniato che avevano sottratto al museo di
Chatel-Argent. Jodie li conduce quindi al castello e riavvia i computer.
Il Curatore
LeClercq non digerisce che gli odiati americani,
popolo senza un vero passato e senza storia e che lui disprezza
profondamente,
avevano infine con i loro vili trucchi ottenuto tutto ciò
che volevano, con la
solita arroganza e in spregio alle leggi. Non avrebbero imbrogliato
lui, però.
Chatel Argent era anche il suo regno dopotutto, conosceva il castello e
i suoi
segreti come le sue tasche. Sapeva che prima o poi quegli insolenti
ragazzini
avrebbero commesso un errore e lui sarebbe stato lì, a
coglierli con le mani
nel sacco.
Daniel
finalmente si accorge che Hyperversum ha ripreso a
funzionare: durante un tentativo di richiamare l’uscita di
emergenza del gioco
che, ormai con rassegnazione, ripeteva ogni giorno, appare finalmente
la mela
rossa del menu del gioco. Ty li supplica di lasciarlo con Jeanne,
mentre gli
altri, sapendo che non era in loro potere cambiare il destino della
ragazza,
decidono che la cosa migliore da farsi al momento è tornare
a casa e portare il
manoscritto a Guillaume, l’obiettivo iniziale del loro
viaggio. Sarebbero
tornati a prendere Ty il giorno stesso della cattura di Jeanne da parte
degli
inglesi, la data la conoscevano.
A Chatel Argent,
nel XXI secolo, Daniel, Ian e soprattutto
Isabeau si materializzano dal nulla davanti a Jodie, John e Monika,
quest’ultimi
sconcertati all’inverosimile. Monika sapeva di aver visto
giusto. La tecnologia
che aveva compiuto quel prodigio era la scoperta più
sensazionale della storia
dell’umanità. Nascosto nell’ombra, dalla
sala del museo del castello di cui
possiede le chiavi, LeClercq osserva più di quanto dovrebbe
vedere. Non può
capire da dove sono arrivati i ragazzi, ma una cosa vede con certezza:
il suo prezioso manoscritto miniato
nella
mani di Daniel.
Dopo i primi
imbarazzanti momenti in cui i ragazzi appena
sbarcati dal Medioevo si trovano inaspettatamente di fronte John e
Monika,
Jodie comunica loro che devono restituire il codice ai francesi. Ma Ian
e
compagni sanno che devono assolutamente portarlo a Guillaume,
altrimenti tutte
le loro fatiche sarebbero risultate vane. Dopo aver finalmente vinto lo
sconcerto e la preoccupazione iniziale, giurano a John che non appena
completato
l’incarico, sarebbero ritornati nel Presente, dove intanto
sarebbero trascorsi
solo pochi minuti. L’assicurazione che Daniel fornisce al
padre e Monika è che
potranno verificare loro stessi sui monitor se ciò che
affermano è vero. Per
Monika è la prima occasione di vedere all’opera la
misteriosa tecnologia di cui
ha parlato Jodie e nonostante John si dichiara palesemente contrario a
far
ripartire i ragazzi mettendoli ancora in pericolo, convince il suo
superiore a
non ostacolare Daniel e Ian.
Tuttavia Daniel,
prima di affrontare un nuovo viaggio con
Hyperversum, cerca in rete notizie sui malfunzionamenti conosciuti del
gioco in
seguito all’istallazione di alcuni Mod: si accorge che altri
giocatori avevano
riscontrato problemi analoghi nelle loro avventure virtuali e la
community di
Nexus ha rilasciato una patch per Celebrity Skin, che sembra davvero
fare al
caso suo. Tornano quindi tutti, senza problemi stavolta, nel XIII
secolo. Nella
grande sala dei ricevimenti del castello, proiettato
sull’immenso monitor a
led, i due militari e Jodie osservano attoniti i ragazzi tornare nel
Passato.
LeClercq, sgusciante e sfuggente come un viscido animale notturno, si
insinua
dietro la porta del grande salone, vede proiettare nei larghi schermi
un
semplice videogioco, e poi…
Ponthieu
è stupefatto oltre ogni dire del contenuto di quel
codice e non può che ammettere che Ian aveva ragione. Il
conte acconsente alla
restituzione del manoscritto, né avrebbe mai voluto
possedere qualcosa che gli
avrebbe svelato parte del futuro del suo casato.
Tornano quindi
tutti
nel presente, tranne Isabeau che Ian lascia prudentemente con Ponthieu
e i
figli: sono passati solo pochi secondi dalla loro partenza. Irrompe
finalmente nella
sala LeClercq, articolando grida confuse e incoerenti a proposito di
stregonerie e sortilegi, ma deciso a riprendersi l’antico
manoscritto con le
buone o le cattive, forte anche del piccolo revolver che adesso
stringeva tra
le mani. Volano parole grosse e accuse pesanti, Monika senza pensarci
un
secondo punta la sua arma d’ordinanza sul francese.
E’ John infine che prende
la decisione: lasceranno il codice nelle mani di LeClercq, ma a questo
punto
per Ian e Daniel non ha più importanza. Di
tutt’altra opinione è invece Monika
che crede, come le aveva raccontato Jodie, che è
l’antico manoscritto la chiave
di accesso per utilizzare Hyperversum come ponte per il Passato: del
resto ogni
volta che aveva visto apparire o scomparire nel nulla i ragazzi, questi
avevano
con sé il codice miniato.
Quando LeClercq
si
allontana, nessuno tuttavia può impedire a Monika di
sequestrare i portatili e i
dvd. Anche John si dichiara d’accordo a porre fine a quella
follia, finché non
ci avrebbe visto chiaro.
Sarebbero tutti
tornati negli States dove sarebbero rimasti a
disposizione per chiarire i molti lati ancora oscuri della vicenda. Le
loro
strade quindi momentaneamente si dividono, con Monika che porta con
sé i
computer e i supporti elettronici e inquietanti interrogativi che
tormentano i
ragazzi: cosa farà il governo adesso, come si
comporterà? John riuscirà in
qualche modo a proteggerli come aveva infine promesso? Fino a quanto ci
sarebbe
riuscito? Cosa sarebbe successo invece se Monika fosse riuscita ad
avere
accesso al segreto più intimo di Hyperversum e di Ian?
Daniel e soprattutto Ian
non si danno pace. E anche se l’avevano prudentemente
nascosto ai militari,
dovevano ancora recuperare Ty, rimasto con Jeanne nel XV secolo.
Nel XV secolo,
intanto, la figura di Jeanne, ormai
leggendaria, diveniva intanto sempre più ingombrante per l'aristocrazia
francese che cominciò a temere di vedere offuscato il
proprio prestigio da una
pastorella lorenese. Anche Isabella di Baviera madre di Carlo VII,
turbata
dalla diceria popolare "una Vergine ci salverà dalla regina
madre
svergognata" contribuiva a fomentare dubbi e sospetti a corte. Inoltre,
le
casse del nuovo re non permettevano di continuare la guerra come
avrebbe voluto
la ragazza, e senza fondi Carlo VII temeva di perdere troppo presto la
corona
appena ottenuta. Ma Jeanne era una ragazzina determinata e, grazie alla
sua
fama ed al suo carisma, aveva radunato intorno a sé un vero
e proprio esercito,
con il quale attaccò Parigi,
sempre con Ty e le armate del
falco d’argento a suo fianco, l'8 settembre 1429. Spaventata
da questa sua
forza sul campo, la corte di Carlo VII decise allora di togliere di
mezzo la
scomoda ragazzina: non inviò infatti i rinforzi promessi a
Jeanne, che vide
così capitolare il suo esercito e fallire l'assedio di
Parigi.
Contro ogni
parere, Jeanne fa quindi rotta verso Compiègne, a
nord di Parigi, dove ha luogo una imboscata durante la quale viene
fatta
prigioniera dai Borgognoni, mentre Ty non può che assistere
impotente e in
lacrime al rapimento della ragazza. Daniel, come promesso, ritorna nel
XV
secolo con l’intenzione di riportare a casa Ty, ma il ragazzo
si oppone disperatamente,
non volendo abbandonare la ragazza. Alla fine convince Daniel a
rimandare il
ritorno al mattino successivo: la mattina avrebbe portato le risposte
che la
notte sembrava semplicemente nascondere.
Jeanne viene
venduta dai borgognoni agli inglesi per 10'000
scudi come prigioniera di guerra. Abbandonata dal re francese che lei
stessa
aveva innalzato al trono e per il quale aveva combattuto mille
battaglie, fu
consegnata all’Inquisizione che
l’accuserà con suo atroce stupore di eresia.
Nonostante
le prove raccolte contro di lei saranno oggettivamente assai deboli,
verrà
infine emesso un verdetto di colpevolezza per una lunga lista di
imputazioni,
le più gravi delle quali erano la blasfemia,
l'idolatria
e la superstizione.
La pena per questi reati, dopo che lei stessa
negherà l’abiura estortale dagli ecclesiastici,
è il rogo.
In quella stessa
notte in cui Jeanne è stata rapita e Daniel
è arrivato per riportarlo a casa, Ty ha un incubo terribile,
che gli mostra nei
dettagli più crudeli quale orribile morte
toccherà alla sua amata.
Disperato,
sveglia Daniel, implorando in lacrime il suo aiuto.
Lui è il conte di Ponthieu, no? La copia del codice ancora
in mano a Daniel e
Jodie non avrebbe potuto aiutarli in qualche modo? E se avesse tenuto
traccia
di quei pochi mesi dove lui aveva impersonato il ruolo del conte
Thierry? Era
davvero questo il suo destino: innamorarsi perdutamente di una persona
tanto straordinaria
solo per vederla atrocemente morire senza poter far nulla per lei?
Daniel lo deve
riportare in fretta a casa, dopo quello che è
successo non può trasgredire gli ordini del padre
né destare il benché minimo
sospetto. Ma una volta tornati a casa i ragazzi hanno una idea.
Dopo aver
consultato le pagine della copia del manoscritto
miniato, adesso sanno tutti cosa fare. Sanno che la
possibilità di riuscita
dell’unica opzione possibile è quasi irrisoria,
troppe le variabili in gioco e
molte al di fuori del loro controllo, ma tra molte, una possibile
interpretazione del codice infonde loro il coraggio necessario per
tentare.
La Direction
Centrale du Renseignement Interieur,
l’intelligence francese, non gli aveva prestato fede e aveva
osato persino
sbeffeggiarlo, ma Bertrand LeClercq non solo sapeva di non essere
pazzo, non
solo era a conoscenza del segreto di Daniel e Ian, ma adesso poteva
prevedere
anche cosa sarebbe successo. Il codice medievale gli aveva infine
rivelato
tutto e lui non poteva permettere che accadesse. Non sarebbe stato un
manipolo
di ragazzini americani ad arrogarsi il diritto di cambiare la storia a
loro
piacimento. Il corso degli eventi di quei secoli era già
stato scritto
dall’uomo e lui adesso sapeva che il suo destino era essere
qualcosa di più di
un semplice curatore delle Vestigia del Passato: ne doveva diventare il
Custode.
La storia era tutto ciò in cui lui credeva e
l’avrebbe difesa a qualsiasi
costo. Se i francesi erano così ottusi da non dargli
ascolto, l’intelligence
americana forse gli avrebbe creduto, quella Monika poteva aiutarlo.
Doveva
restare sulle tracce di quei ragazzi, doveva conoscere ogni loro
spostamento.
Doveva fermarli.