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Autore: L_Fy    22/11/2005    10 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14 : Tempo di disgelo

 

Costanza finì il suo soggiorno nella stanza delle Punizioni che era mezzanotte passata. Karkaroff non aveva affatto apprezzato il pubblico sfogo della giovane e oltre alle due ore già preventivate dalla professoressa Bilenska, Costanza se ne era beccate altre tre per gentile concessione del preside. Karkaroff, come lei e Sasha avevano previsto, non aveva cambiato una virgola dei suoi progetti riguardo all’uovo e la protesta formale di Costanza aveva avuto come unico risultato quello di rendere il preside perfidamente contento di vederla cedere al suo volere. Era la prima volta che Costanza gabbava Karkaroff sotto il suo stesso naso: doveva ammettere che l’alleanza segreta con Sasha aveva avuto un sacco di effetti benefici! Primo tra tutti, quello inconfessabile e segreto di essersi sciroppata cinque ore nella Stanza delle Punizioni senza accorgersene, sull’onda delle nuove scoperte riguardanti la confessione del professor Hessler.

"A chi la vuoi dare a bere" sbuffò una vocina petulante dentro la testa di Costanza "In cinque ore non hai pensato un solo secondo a madame Madescu o come diavolo si chiama. Hai pensato a lui"

Valenskij, ovviamente. Complice la stanchezza per la giornata davvero pesante, Costanza non riuscì a ricacciare indietro il pensiero come riusciva a fare di solito e se lo trovò davanti, costretta ad affrontarlo con tutte le sue imbarazzanti conseguenze. Negare a sé stessa che la presenza di Sasha al suo fianco aveva smesso di essere un tormento per diventare un vergognoso piacere era infantile e stupido. D’altra parte, se tra sé e sé poteva anche ammettere di non provare più un odio sviscerato per il fratellastro non voleva assolutamente dire che lo avrebbe ammesso pubblicamente. E che diamine! Con un sospiro esausto Costanza entrò nella sala comune di Torre dei Lupi, che a quell’ora di notte era vuota, silenziosa e buia e si trascinò sulla poltrona ammaccata davanti al camino, piombando su di essa con tutto il peso. Ad occhi chiusi, si tolse i pesanti ed antiquati scarponcini d’ordinanza e fletté le dita dei piedi con un sospiro di sollievo. Poi si slacciò la pesante giacca della divisa e si sciolse i capelli legati severamente sulla nuca come al solito. Per il giorno dopo aveva una montagna di compiti da fare e per quella notte probabilmente doveva scordarsi il letto. Sempre trascinando i piedi, accese una candela e fece per avviarsi verso una delle scrivanie di uso pubblico quando la fiamma traballante illuminò una figura seduta su di una poltrona in un angolo e per un pelo la ragazza non cacciò uno strillo acuto dallo spavento.

"Chi c’è!" tuonò con voce malferma mettendo immediatamente mano alla bacchetta magica che teneva infilata in vita.

"Scusa se non ho esternato prima la mia presenza" si sollevò dal buio la voce divertita di Valenskij "E’ che mi ero addormentato…quando mi sono svegliato ti stavi svestendo ed ho pensato che fosse una buona occasione per verificare che la tua anatomia non comprendesse ali membranose o tentacoli bitorzoluti come ho sempre pensato"

Un misto di sollievo, imbarazzo e vaga eccitazione fece abbassare a Costanza la bacchetta.

"Non immaginavo che fossi uno sporco guardone, Valenskij" mormorò poi altezzosa controllando di non avere slacciato la giacca in maniera compromettente. In effetti c’era un bottone aperto di troppo ma qualche capriccioso impulso la indusse a lasciarlo com’era.

"Ti ricordo che sei in sala comune, non chiusa a chiave nel tuo bagno" convenne amabilmente Sasha con un blando sorriso " Comunque, di solito preferisco agire, è che oggi è stata una giornataccia"

"Non parlarmene" sbuffò Costanza tornando a sedersi esausta sulla poltrona. Valenskij si allungò verso di lei e il suo viso venne illuminato dalla fioca luce della candela: aveva i capelli neri un po’ spettinati, un’ombra di stanchezza sotto gli occhi e un accenno di barba che gli ombreggiava le guance. Costanza perse un minuto buono a convincere i suoi occhi a staccarsi da quella bocca dalla piega ironica per concentrarsi sulle proprie interessantissime punte dei capelli.

"Che ci fai qui a quest’ora?" domandò poi fingendo noncuranza.

"Tornato dagli allenamenti ho fatto il bagnetto a Balthus, l’ho imbrattato di quella bava pustolosa che tu hai preparato per lui, ho fatto il bagnetto a me per togliere i residui di quest’ultima dal mio corpo provato e mi sono messo qui a raccontare una favola al nostro ovetto finché non sono schiantato addormentato come un monolite preistorico"

Il resoconto raccontato con il tono diligente di un bravo scolaro fece sorridere Costanza suo malgrado.

"Insomma, sei rimasto tramortito dagli effluvi odorosi del nostro pargolo e non lo vuoi ammettere" mormorò con voce seria. Sasha voleva rispondere a tono, ma non ci riuscì: il viso di Costanza, ombreggiato dalla massa oltraggiosamente fitta dei suoi capelli, era così esausto ed indifeso che sarebbe rimasto a guardarlo senza parlare per ore.

"Sasha? Ti sei di nuovo cloroformizzato?"

Figurarsi se quella riusciva a tenere la bocca chiusa per più di un nanosecondo.

"Credo di sì, ma questa volta deve essere a causa dei tuoi calzettoni" sospirò infine Sasha, senza cattiveria "Perché non te ne vai a dormire?"

"Devo fare una marea di compiti" brontolò Costanza lanciando un’occhiata malevola alla scrivania "Oggi ho collezionato la bellezza di sette ore di punizione. Il mio curriculum ne sarà impressionato"

"Tanto lavoro per niente" disse Sasha senza ironia "Mi dispiace che la visita al ritratto di Hessler non abbia dato i frutti che speravi"

"E chi l’ha detto che non ha dato frutti?" ribatté Costanza, più ottimista "Questa madame Madescu sarà pure da qualche parte. La troveremo e le faremo sputare la verità su Karkaroff. Parola di Malatesta"

"Poveraccia" gorgogliò Sasha sorridendo "Quella donna non sa con che bomba di determinazione ha a che fare"

Costanza sorrise annuendo e non rispose. Dopo un po’ il silenzio divenne palpabile, come se si fosse trasformato in una nebbiolina mattutina stranamente piacevole e complice. Sasha non aveva voglia di parlare e per la prima volta in vita sua non aveva nemmeno voglia di scappare lontano da miss Spocchia. La guardava cogitabondo e lei guardava lui, apertamente ma senza la solita acrimonia. Di nuovo Sasha si stupì di come i sui occhi sembrassero grandi, limpidi e torbidi nello stesso tempo.

"Sasha, posso chiederti una cosa?" chiese Costanza con voce velata da quella che poteva essere stanchezza, o forse semplice timidezza.

"Quello che vuoi, purché non richieda uno sforzo fisico…non ne sarei in grado, adesso" rispose Sasha ancora distratto da quelle ciglia così lunghe.

"Perché quando feci il provino per la squadra di Quidditch mi bocciasti senza diritto di replica?"

Sasha aspettò un attimo prima di rispondere, sorpreso dal tono colloquiale della domanda.

"Perché ti odiavo con tutto il cuore" rispose infine sinceramente e Costanza abbozzò un sorrisetto stanco.

"Accidenti, questa sì che è diplomazia. Non fare il timido, parla pure fuori dai denti, se vuoi"

"Mio padre era morto all’improvviso, mia madre aveva da poco sposato tuo padre e Durmstrang si era rivelato essere un posto difficile in cui vivere" spiegò Sasha grattandosi distrattamente la nuca in un gesto che rivelava il suo nervosismo "Avevo trovato in te un perfetto capro espiatorio su cui riversare tutte le mia rabbia di moccioso viziato e spaventato"

"Grazie tante" mormorò Costanza, arrossendo senza nessun motivo al mondo "Però adesso non lo sei più".

"Cosa?" chiese Sasha, confuso.

"Un moccioso spaventato. Sul viziato, non me la sento di dissentire"

Sasha scrollò il capo, divertito.

"Direi che le cose sono cambiate, già. Ma ti prego, non smettere di odiarmi: i tuoi insulti sono la cosa più colorita e divertente che ci sia qui a Durmstrang, non potrei mai rinunciarci"

"Figurati" rispose Costanza in un accenno di superbia "Ho detto che adesso non sei più un moccioso, ma continui ad essere il più borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista megalomane millantatore e bugiardo di tutta Durmstrang"

"Hai dimenticato un paio di appellativi, ma per stavolta ti perdono" concesse Sasha magnanimo "Divento sempre molto buono davanti ad una sottoveste intravista dalla scollatura, fosse anche quella di miss Spocchia"

Costanza sentì l’imbarazzo salirle lungo il petto come un morbo infuocato, ma si costrinse a trattenere le dita che volevano precipitarsi ad abbottonare la casacca fin sotto il mento.

"Oh, te ne eri accorto?" disse cercando di mantenere un tono salottiero mentre le orecchie raggiungevano la temperatura di fusione dei metalli.

"Sarò anche borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista e tutto il resto, ma di sicuro non sono cieco" rispose Sasha con un sorriso così allusivo che Costanza sentì quasi il vapore levarsi dalla pelle delle sue guance.

"Oh…è meglio che vada a fare i compiti" balbettò poi alzandosi bruscamente in piedi, seguita a ruota da un Sasha molto più indolente.

"Già, sarà meglio" sospirò con una punta di rimpianto nella voce "Sai, qui al buio, soli, di notte…potrebbe venirmi anche in mente di approfittarne"

"Mi sembrava che l’argomento Karkaroff l’avessimo già sviscerato, però devo dire che mi piace il tuo modo di pensare" dichiarò graziosamente Costanza, sbattendo leziosa le ciglia. Sasha scoppiò a ridere, senza smettere di guardarla, e Costanza non poté trattenersi dall’imitarlo. Era la prima volta nella loro vita che ridevano insieme. L’effetto delle loro risa intrecciate fu così potente che entrambi smisero subito, imbarazzati.

"Fortuna che non ci ha visto nessuno" mormorò Costanza con una smorfia buffa "La tua reputazione di borioso, indisponente, approfittatore, spocchioso narcisista e bla bla bla è ancora salva"

"Ringraziamo il cielo" disse Sasha ricomponendosi "Comunque, la prossima volta che organizzi uno show notturno con scollatura e calzini puzzolenti, fammi un fischio che non voglio perdermelo"

"Ti farò sapere" concesse altezzosa Costanza, sorridendo. La mano di Sasha si alzò con un gesto tranquillo, come se fosse naturale pensare di toccarla: Costanza trattenne il fiato, cristallizzandosi sul posto con un groviglio di emozioni che premeva sul bassoventre con una potenza imbarazzante, aspettando qualcosa senza sapere cosa. All’ultimo secondo, prima che la mano arrivasse a destinazione sulla sua guancia, Sasha sembrò cambiare idea ed il gesto spontaneo di avvicinamento diventò un saluto fiacco e vergognoso.

"Buonanotte, miss Spocchia" disse girandosi con decisione verso la porta del dormitorio maschile.

"Buonanotte, Valenskij" rispose Costanza con una voce remota e sottile. Chissà perché, quando lui sparì oltre la porta, la stanza vuota e buia le sembrò anche tremendamente fredda.

* * *

Novembre passò rapido e cupo come un severo colpo di tosse. Arrivò la neve che ammantò di bianco il Bosco dalle Querce Oscillanti, rendendo candido e ovattato il cupo paesaggio di Durmstrang. I professori torchiarono gli studenti fino a sfinirli e l’umore generale, pericolosamente alto nelle ultime giornate di ottobre, si sgonfiò repentinamente per lasciare il posto ad una triste e grigia apatia. A Torre dei Lupi raramente si potevano incrociare studenti intenti a ridere o scherzare: tutti erano chini sui libri, dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. Costanza, come tutti, venne sommersa dal fiume di impegni scolastici tanto che le sembrava di stare in apnea per la maggior parte del tempo. Persino all’esuberante Nadja si appannò lo smalto a causa della desolante vita accademica: dopo aver torchiato l’amica per settimane per carpirle informazioni su quanto era accaduto nella Stanza delle Punizioni con Valenskij (senza cavare un ragno dal buco), tenne un po’ il broncio, poi tornò amica come prima. Chi era rimasta un po’ lesa dall’esperienza, era invece Natasha Ivanovich: il suo naso era stato più o meno ridimensionato dopo l’incantesimo di Costanza, ma il dottor Krueger dell’infermeria la avvisò che per un mese ancora la sua appendice nasale sarebbe rimasta gonfia e bitorzoluta in attesa della guarigione. Per quel motivo, girava per i corridoi sempre coperta da sciarpe e cappelli e fissava su tutti uno sguardo truce e vendicativo che le aveva fatto perdere una bella fetta della popolarità guadagnata come fidanzata di Valenskij. Le uova di drago dei ragazzi del settimo anno prosperavano brillantemente ed ormai tutti i genitori adottivi avevano potuto godere della gioia di sentir muovere il proprio pargolo putativo. Balthus, per esempio, somigliava ogni giorno di più ad una pentola piena di pop corn scoppiettanti che, alcune volte, svegliavano di soprassalto Costanza mentre dormiva. Stranamente, dopo la notte successiva ad Halloween, i rapporti tra Sasha e Costanza divennero freddi e formali: i due si incontravano solo a causa di Balthus e sempre rigorosamente in presenza di testimoni. Costanza fingeva disperatamente che non le importasse, ma quando era sola, di notte, abbracciata all’uovo Balthus, ci pensava e la cosa le appariva fastidiosamente importante. Le dispiaceva, ecco: Sasha sembrava aver perso qualsiasi interesse nei suoi confronti, persino il suo solito odio feroce sembrava aver lasciato il posto ad una altezzosa indifferenza. Avrebbe dovuto essere meglio così, no? Perché diavolo allora ci pensava tutte le sante notti e anche per buona parte di ogni maledetto giorno? La risposta, naturalmente, era troppo sepolta dentro di sé per poterla seriamente prendere in considerazione. Anche quel pomeriggio di dicembre, con un vento gelido che faceva gemere le fondamenta di Durmstrang come le ossa di un vecchio ottuagenario, Costanza se ne stava alla scrivania della sala comune di Torre del Lupi; guardava il buio fuori dalla finestra con la penna d’oca immobile in mano, gli occhiali che le pesavano sul naso e l’espressione del viso remota come se la sua mente fosse lontana anni luce, pensando al perché Valenskij non le rivolgesse quasi più la parola. All’improvviso, un’ombra si frappose fra lei ed il camino: Costanza si girò, irritata.

"Hei, miss Spocchia"

Era Sasha. Costanza sentì qualche elfo dispettoso fare le capriole all’interno del suo stomaco ma si sforzò di mantenere il viso imperturbabile. Sasha, davanti a lei, appariva trascurato e stanco. I capelli spettinati e la barba lunga, invece che renderlo sciatto, lo facevano sembrare in maniera irritante ancora più bello.

"Valenskij" rispose Costanza con voce neutra "Qual buon vento? Non è il tuo turno per tenere Balthus"

Sasha fece un gesto con la mano come a dire che non importava, prese una sedia e le si sedette di fianco. Costanza si irrigidì appena quando le arrivò alle narici l’aroma della sua colonia mischiato a quello caldo della sua pelle.

"Devo parlarti" esordì greve Sasha senza guardarla negli occhi.

"Spara" lo esortò Costanza, con placida freddezza, aggiustandosi gli occhiali sul naso "In senso metaforico, ovviamente"

"Ricordi quando abbiamo parlato col ritratto del preside Hessler?" domandò Sasha prendendo Costanza in contropiede.

"Certo che mi ricordo" balbettò confusa "Ma…"

"Ricordi che parlò di una certa madame Madescu che secondo lui era la causa dell’avversione di Karkaroff per voi femmine?"

"E’ da allora che sto cercando informazioni su di lei, ma non ho ancora trovato uno straccio di pista" mormorò Costanza, irritata.

"Bene, io l’ho trovata" dichiarò Sasha sottovoce. Costanza trattenne il respiro spalancando gli occhi sorpresa.

"Dove…? Come hai fatto?" si meravigliò, piena di stupore, invidia e segreta, anzi, segretissima gioia. Sasha aveva cercato madame Madescu. Per lei. Perché questo piccolo insignificante pensiero doveva farla schiattare di gioia?

"Ho le mie fonti" sorrise Sasha, finalmente più tiepido nei suoi confronti "Ne ho sentito parlare per caso: i locali malfamati sono la mia specialità e, a quanto pare, questa madame li frequenta assiduamente. Pare che sia una maga oscura, una Veggente che si diletta a preparare e vendere pozioni illegali. Un personaggio losco, insomma"

"Dove posso trovarla?" domandò Costanza, intuendo che era molto meglio non approfondire l’argomento.

"In un posto dove è meglio non andare soli" tagliò corto Sasha, sbrigativo " Ti ci porto io. Hai da fare questa domenica?"

Di nuovo una folla di snasi si mise a ballare la tarantella nelle viscere di Costanza che faticò a rimanere altera e immobile come una duchessa.

"A parte due tesi, quattro temi, venticinque esercizi di aritmanzia, quattordici pozioni, occuparmi di Balthus, mangiare, dormire e respirare, direi che non ho altro da fare"

Sasha annuì con un’ombra di sorriso sulle labbra.

"Molto bene. Per questa domenica potresti non respirare e trovare il tempo per fare una gita fuori porta. D’accordo?"

Costanza sorvolò elegantemente sul migliaio di domande che le affollarono la mente alle sue parole: una gita dove? Con chi? Lontano da Durmstrang? E la minaccia di espulsione per gli studenti trovati a bazzicare fuori dalla scuola, dove la mettiamo?

"Per un giorno, non respirerò" annunciò con calma.

Sasha annuì e fece per alzarsi, quando un sorriso maligno gli illuminò il viso.

"Accidenti, miss Spocchia, non avevo notato che ti eri rimessa gli occhiali! Questo però non è lo stesso delizioso modello che avevi il primo anno di scuola. Che ne hai fatto di tutte quelle tonnellate di silicio? Le hai donate ai babbani perché costruissero un Palazzo di Vetro?"

Costanza si spinse gli occhiali su per il naso con una flemma da vera lady.

"E’ andata proprio così, ma purtroppo il palazzo è crollato: pare sia stato il carro armato costruito con la tua ex macchinetta per i denti" rispose altezzosamente dispiaciuta.

Sasha non poté fare a meno di indirizzarle un sorriso affascinante, così intenso che Costanza sbatté le ciglia, abbacinata.

"Mi mancavano le tue frustate, miss Spocchia" mormorò con tono quasi di rimpianto.

"Quando ti stufi di quelle verbali, possiamo passare a quelle fisiche" rispose Costanza sostenuta. Lo sguardo ridente che le lanciò Valenskij avrebbe fatto sciogliere anche un blocco di acciaio temprato.

"Oooo…è una promessa, spero" mormorò sottovoce, allontanandosi.

"A dire il vero doveva essere una minaccia" mormorò Costanza quando ormai Sasha non poteva più sentirla "Ma non so più nemmeno io cosa pensare…"

 

 

Note dell’autrice:

Sempre più vicini al delirio. Si muove qualcosa tra i due amabili fratellini…nel prossimo capitolo vedremo Nadja all’azione, da non perdere. Ah! Qualcuno mi ha chiesto com’è la faccia di Costanza: non ne ho idea. Qualcuno può dare suggerimenti? Graaaazie!

 

: Allora, forse non ne sei informata, ma qui su EFP c’è una bisca clandestina da far paura: si scommette sulle corse di cavalli, cani, bacarozzi e altro, sui combattimenti dei cani, dei galli, dei canguri, dei pensionati davanti alle poste il giorno di paga…si scommette sulla lotta nel fango fra europarlamentari, si scommette su chi sarà il primo ad uccidere la commessa alla cassa che ha finito il rullo di carta del registratore, quale sarà il primo casellante che prenderà a morsi una ViaCard…di tutto, di più, insomma. D’altra parte tra i miei film preferiti c’è Fight Club (ah, Edward Norton…che superfigo!! E tanto bravo!!!). Allora, per Rambus ti devi dare un po’ da fare: io conosco solo cozze, nessuna gamberona. Metti fuori un cartello e cercane una, concordo con te che l’Amore può essere l’unica soluzione!! Non lo è sempre? Marò, che folosofa…torniamo ad argomenti più carnali: Johnny Depp. Um…troppo carnali, così mordo. Ringraziamenti: sei sempre troppo forte!! Baci baci, fammi sapere per la gamberona

Serintage: Allora, visto che ti vuoi buttare nella pubblicità, ho due-tre consigli da mamma orsa da darti:

  1. Evita di pubblicizzare creme contro le emorroidi: è una cosa che ti rimane attaccata per tutta la vita, tra 20 anni ti riconosceranno ancora per strada come "quella delle emorroidi! BWAWAWAWA!!". Dopo saresti costretta ad andare in analisi e spendere un sacco di soldi…credimi, rinuncia prima, è meglio.
  2. Sii meno divertente. Il tuo umorismo surclassa alla grande qualsiasi prodotto e lo sminuisce. Poi, dipende sempre cosa devi pubblicizzare…col fustino di detersivo, per esempio, ti puoi scatenare!
  3. Accetta pagamenti in natura anche da qualche balda fanciulla, ne guadagnerai in esperienza e poi non si sa mai…

Sperando di averti fatto cosa gradita, ti avviso che alla COOP, di fianco al reparto cervelliere, ci sono anche i reggiseni imbottiti di materia grigia da collegare al cervello. Tranquilla, non è una idea così balzana: guarda dove hanno relegato la loro i maschi…

Yeran: Ma ti rendo conto…hai davvero bisogno di una cura ingrassante?!? Ti odio. Io combatto da sempre con quei maledetti chili di troppo che ti si attaccano dappertutto, persino mentre passeggi per strada, ZAC!, ne salta fuori uno da dietro il cassonetto e ti si attacca alla coscia…non è giusto. Non soddisfa il mio desiderio di equità, ecco. Sasha cafone? Ma no, era solo emossionato. Grazie per il paragone con la Rowling, ma non credo però che la Dea ami essere nominata invano…la prossima volta, stai attenta. Un bacione, a domani!!

Romina: Mia Adorata!! Il tuo acume, la tua meravigliosa sensibilità…quanta luce di sapienza vedo, ora che tu hai spalancato le porte della mia percezione!! In poche parole: il tizio indiano della pubblicità mi piaceva un casino e non capivo perché, visto che sono di gusti molto difficili e selettivi. Poi, tu mi hai detto che somiglia a Johnny Depp, ed è vero!! Adesso ho capito perché mi piace!! Non ci sarei mai arrivata da sola, grazie: questo mese il neurone che ho in multiproprietà coi miei colleghi ce l’ha il mio capo, e da sola è dura arrivare a ragionare…soprattutto se nel frattempo devo scrivere…aò, mica siamo tutti multitasking come i computer, eh? La madame Madescu salterà fuori fra un paio di capitoli al massimo…pazientate. Allora, la storia del Rolex non è niente: è solo che io e il tuo uomo ci siamo incontrati, gli ho fatto vedere il mio Swatch risalente alla prima guerra punica e lui mi ha detto che poteva regalarmi lui un Rolex e io ho detto, perché no!, e lui ha detto, si però poi voglio che mi paghi in natura e io pensavo che volesse il mio corpo ed ho comprato un completino nuovo che era un amore e invece lui voleva del cavolfiore e due mandarini…che figura!!!! Adesso capisci perché non amo rivangare l’argomento? Passiamo alla povera Natasha: a parte il fatto che io sono un po’ allergica ai nomi stranieri (sia gli americaneggianti sia i russeggianti, unico caso di reale par condicio!) ce n’è di quelli che proprio te la vai a cercare: Natasha è solo uno di questi, con tutto l’affetto e il rispetto per chi si chiama Natasha…ragazze, non demoralizzatevi: pensate alle povere Moana e Nara, se volete sentirvi meglio….

Minako chan Aurora Ginevra: Hai ragione anche tu…io tendo sempre a sminuirmi, quando posso pretendere 100 mi accontento di 50…Guarda, visto che mi sembri molto più sveglia di me, organizza tu la compagnia: a me basta che sia vivo, che assomigli a Johnny Depp e che sappia fare il bucato. Per il massaggio plantare, porto la mia estetista, non c’è bisogno di altro. Manca qualcosa….ah! I soldi!!!

Helen Lance: Mi raccomando, la prima riunione del PEPI non è mica come quella della Tupperware, eh? Chiama solo bei giovani desiderosi di fare nuove esperienze. Sennò, che gusto c’è?!? Un bacione, a presto!!

Liliblack: Il preside Hessler imparentato con Nadja? Non ci avevo fatto caso. Può essere, nel mondo magico, chissà!! Johnny è stato tanto bravino ieri: prima mi ha preparato il bagno con idromassaggio (con lui dentro al posto dell’olio essenziale…mmmm….), poi mi ha preparato la cena (e gliel’ho mangiata addosso), poi…insomma, davvero, davvero bravino. Stasera replichiamo, mica avevate impegni, vero?!? Un bacione, e grazie per avermi introdotto nel club, ci si diverte un casino, qui!!

Nisi Corvonero: Ma dai, non sono delusa se non ti piacciono le vongole…è che mi chiedo come si fa a non amare un tale sublime sapore. E le ostriche crude con succo di limone!! Una volta ad una inaugurazione ne ho mangiate da sola due chili (e dico due chili, giuro!!). La defecazio ha odorato di viole per un mese, dopo questa performance, ma immagino che tu non voglia vertere la conversazione su questo punto, nevvero? Passiamo alle lezioni di italiese: ravanare lo conosco, anche qui si usa ampiamente anche in senso figurato (i maschi ravanano facilmente nelle scollature delle donne….capish?) Quello che mi ha letteralmente stesa è stato "Mi scappa la vacca nelle verze". Fantastico!! Stamattina l’ho già usata con Beppe che mi ha risposto "Si incontrerà col mio cappone scappato nei broccoli". Non ha capito il senso, ho dovuto spiegarglielo e sono arrivata tardi in ufficio. Me tapina. Ti propongo invece un vecchio detto emiliano che rimembra in una gioventù passata di aver "saltato i fossi per il lungo". Se non ti è chiaro, ti mando un disegnino, ok? Eh, Andrè, lady Oscar…te l’ho già detto che io mi ero innamorata di Oscar? Così algido, così efebico…quando ho capito che gli mancava un’appendice ormai ero già cotta. L’unica esperienza omosessuale della mia vita, chissà in futuro!! Non preoccuparti, non ho intenzione di venirti a concupire…vado a pranzo, oggi c’è risotto ai peperoni, evvai!!

Maharet: Diamine, non ci ho beccato con il menù ieri…Sapevo io che non avevo sangue Veggente nelle vene (faccio fatica ad avere il sangue normale nelle vene, ho la pressione bassissima!). Tanto, non volevo fare l’indovina per sempre: io da grande voglio guidare il trattore con i cingoli…La megera è madame Madescu e, come avrete intuito, tornerà fuori in futuro (non troppo futuro, a dire il vero, tra qualche capitolo è già qui). Com’era la pizza? Io sono classica: margherita o al massimo una napoli, con una birra media ghiacciata….aaaaahhhh….sto sbavando, scusa. A domani!!

  
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