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Autore: schwarzlight    18/11/2010    5 recensioni
Avete mai cucinato la pannacotta? Quando mettete a scaldare in un pentolino la panna e il latte, se non mescolate dopo un po' in superficie si forma una leggera pellicola traslucida, che ben presto comincerà a contrarsi e smuoversi man mano che il punto di ebollizione si avvicina. Ecco, osservandola mi è venuta in mente una persona. Una persona qualsiasi, all'apparenza perfetta, o semplicemente tranquilla, ma che nasconde dentro di sé un tumulto di emozioni che la scuotono, crescendo sempre di più fino a rompere il suo scudo, la maschera dietro la quale si era nascosta.
Sì, la pannacotta è come una persona.

Sven e Alexis, fratello e sorella quasi per caso, una madre giramondo, una cugina impicciona, gli amici idioti, l'università e... la pannacotta!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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pannacotta 1
LA PANNACOTTARA E L'OMINO BLU





Avete mai provato a fare la pannacotta? Ah, ovviamente parlo di una di quelle confezioni che si comprano al supermercato, la cui preparazione consiste in 1. aggiungere gli ingredienti indicati sulla scatola (mai più di due o tre) alla miscela contenuta nella bustina all'interno, e 2. mettere in frigo/forno/dove capita. E' per colpa di queste meraviglie che non credo avrò mai la forza di volontà di imparare a cucinare qualcosa come... almeno una ventina di tipi di dolci diversi.
Dicevo, quando mettete a scaldare in un pentolino la panna e il latte, se non mescolate dopo un po' in superficie si forma una leggera pellicola traslucida, che ben presto comincerà a contrarsi e smuoversi man mano che il punto di ebollizione si avvicina. Ecco, osservandola mi è venuta in mente una persona. Una persona qualsiasi, all'apparenza perfetta, o semplicemente tranquilla, ma che nasconde dentro di sé un tumulto di emozioni che la scuotono, crescendo sempre di più fino a rompere il suo scudo, la maschera dietro la quale si era nascosta.
Sì, la pannacotta è come una persona.
...Ok, arrivare a paragonare un dolce a un essere umano è decisamente poco normale, me ne rendo conto, ma ho pur sempre la scusa della stanchezza. Gli esami all'università, le lezioni appena ricominciate, l'abitudine ormai consolidata da tempo di andare a dormire alle... minimo due di notte (ARGH), gli amici stupidi che questa settimana sembrano essersi messi d'accordo per non farmi mai stare a casa (e io ancor più stupida a non rifiutare i loro inviti), il dover badare alla casa (fare la spesa, pulire e bla bla...), senza contare quel danno ambulante che mi sta fra i piedi ogni santo giorno: non sono ancora crollata sul pavimento solo perché è scomodo.

- ...Che cosa stai facendo?

Eccolo. La causa di tutti i mali.
Un infausto giorno di tre anni fa, quel genio di mia madre è piombata in casa con l'entusiasmo di una dodicenne al suo primo appuntamento, trascinandosi dietro questo disgraziato dai capelli blu dicendo "Da oggi Sven sarà il tuo nuovo fratello! Andate d'accordo, mi raccomando!", per poi tornarsene in giro per l'Europa in meno di quarantotto ore dopo. Tra l'altro non ho mai capito se lo fa per lavoro o perchè è una perditempo.
L'unica spiegazione che mi ha dato è stata che le era stato affidato fino alla fine dei suoi studi. Sì, ma da chi? E perchè? E non poteva almeno consultarsi con me prima? Era così difficile fare una telefonata e chiedermi che ne pensavo della cosa? Sai, faccio parte della famiglia anch'io! Certo, non che mi dispiaccia avere un bel ragazzo che gira per casa (perchè diciamolo... è un figo) però... stavo così bene da sola. Niente rotture di scatole, nessuno che mi diceva cosa fare, potevo andare dove volevo, quando volevo e con chi volevo, potevo starmene a dormire fino all'una e girare per casa solo con un asciugamano addosso. Soprattutto avevo una camera in più a disposizione.
Certo, la cosa che più mi ha sconvolta è che mia madre mi ha lasciata da sola in casa con un ragazzo. Dico, sono piuttosto seria e coscienziosa (a volte), e non è che sia esattamente indifesa, però un minimo di buon senso! Ma si sa... quella donna è un'incosciente.
Oh, bè... ormai ci siamo abituati in ogni caso. Lui alla fine è anche un bravo ragazzo... ma se non avesse questa tendenza a farmi irritare sarebbe meglio. Molto.

- Stai cucinando?!

Alzo un sopracciglio in quella che è una delle mie specialità: l'espressione da "ehi, che genio."

- Sto pannacottando, e allora?

- E allora ti metti a... "pannacottare" all'una di notte?

Sì, va bene? Sono una drogata di pannacotta, in questo periodo è la mia ossessione; e se io voglio mettermi a cucinare all'una di notte, mi metto a cucinare all'una di notte, per il semplice fatto che domani mattina voglio trovarla già pronta.

- Non sono certo io quella che domani deve alzarsi alle sette perchè deve ripetere per la seconda volta la quinta superiore, caro mio... -
Intanto Sven ha buttato la giacca sullo schienale della sedia e si è appoggiato al bancone, di fianco a me. Gli punto contro il mestolo di legno sporco di crema, giusto per fare un po' di scena. - E poi ti sembra questa l'ora di tornare? Non è mica sabato, sai? ...E puzzi di fumo.

- Non farmi la ramanzina, sono pur sempre più grande di te. - Mi ruba il mestolo e assaggia la crema. No, dico, mi ruba il mestolo e assaggia la crema! Prima di me! Non sopporto che mi si rubi il cibo da sotto il naso, anzi, dalle mani, è come segnare la propria condanna a morte.

- ...Potrei ucciderti per questo, sai? - gli rispondo in tono non molto confortante. In tutta risposta lui mi ignora platealmente e mi rimette in mano l'oggetto incriminato.

- Mh, buona! Ti conviene mangiartela così, piuttosto che aspettare quattro ore...

- Cinque ore. E comunque il mio obbiettivo è farne la mia colazione.

- Ma tu non eri quella che propagandava contro i dolci di mattina?

- La pannacotta è diversa. La pannacotta è uno stile di vita. - Ok, non esageriamo. Però ogni tanto ci stanno bene queste frasi idiote. E poi la mia sveglia interna scatta non prima delle dieci, quindi, nonostante la mia repulsione per qualsiasi tipo di dolciume a colazione (vado avanti a biscotti e caffelatte), è una cosa fattibile. E poi la pannacotta è la pannacotta.

- Fanatica pannacottara.

- Taci e tagliati quei capelli, insulso omino blu.

Eccolo lì! Il sorrisetto sornione da so-tutto-io!

- No. A te piacciono i miei capelli, sorellina.

...Potrebbe essere vero. Ho un debole per i ragazzi a cui stanno bene i capelli lunghi. Certo che mi piacerebbe sapere qual è il suo colore naturale... Da quanto mi ricordo non l'ho mai visto se non con la tinta blu, e ormai non riesco nemmeno a immaginarmelo con un colore di capelli normale. Bè, date le sue origini scandinave c'è un'alta probabilità che sia biondo...
...Però quel sorellina proprio non lo sopporto! E lui lo sa!

- Non chiamarmi sorellina, giullare mancato. Piuttosto, sotto quel blu c'è un colore normale o hai subìto una qualche mutazione genetica da piccolo?

- Ah, i miei capelli sono di un colore noiosissimo e scialbo...

- E sarebbe?

- Castano chiaro.

Gli tiro una presina che lo colpisce sul volto. Avrei voluto lanciargli qualcosa di più pesante, ma poi avrei rovinato la cucina.
I miei capelli sono castano chiaro. I miei. Non so se anche i suoi lo siano a questo punto, visto che c'è una buona probabilità che l'abbia detto solo per farmi irritare. Anzi, l'ha detto sicuramente per farmi irritare, che sia vero o meno.
Ma d'altronde lo capisco... io sono uguale, se non peggio.

- Vattene a dormire prima che ceda alla tentazione di fare di te un mosaico vivente. - lo minaccio con un ampio sorriso sulle labbra e un coltello da cucina in mano. E' sempre così tra noi: un insulto e una minaccia, un dispetto e una vendetta. Una cordiale antagonismo.
Ma è divertente, quindi va bene così.

- Sissignora, signora... - alza le mani in segno di resa con tono rassegnato e comincia a salire le scale che portano alle nostre camere.

- 'Notte, Sasha.

- 'Notte, Sven.

Sorrido a quel nomignolo che mi ha dato. Mi piace, anche se non credo mi si adatti molto.
Sorrido ancor di più quando verso la pannacotta nello stampo, l'infilo nel frigo e me ne vado a dormire.




DRIIIN.
Cos'è quel DRIIIN.
Sono appena le otto e mezza, chi è il pazzo suicida che chiama a quest'ora?

Dopo l'ennesimo DRIIIN frastornante mi decido ad alzarmi e rispondere al telefono, pronta a tirar fuori tutta la mia acidità nel caso in cui si tratti di pubblicità o tentativi di vendita di qualsivoglia oggetto.

- Alexis! Cara, come va? Mammina sarà a casa tra un paio di giorni, contenta? Ho anche preso dei regali per te e Sven!

E certo, chi poteva essere se non lei? Era così ovvio... la donna ambulante ogni tanto si ricorda di avere una casa e dei figli (seppur uno non suo) e capita che chiami per sapere se ha ancora una dimora o se l'abbiamo già distrutta. A volte addirittura torna.
Mi ci vuole una forza di volontà non indifferente per assimilare le sue parole e rispondere qualcosa che abbia un senso, seppur mantenendo un'intonazione di voce monocorde.

- Bene. Mah. Wow.

- Su, cara, dai! Un po' di vita! Ma sei arrabbiata con me, che mi parli così? - Maledetto il suo tono di voce da vittima.

- Sono appena le otto e mezza, quindi non pretendere di ricevere risposte che superino i monosillabi senza che siano sgarbate o brusche, grazie.

- Mh? Ma se sono quasi le undici, che dici?

- ...Mamma, prendi nota dell'esistenza di una cosa chiamata fuso orario. - rispondo frustrata.

Dopo la sensazionale scoperta di mia madre a riguardo del fuso orario, con infiltrazioni di discorsi sugli abiti che si è comprata, sugli abiti che mi ha comprato, sugli abiti che ha comprato a Sven, finalmente si decide a lasciarmi andare. Io vorrei rinfilarmi sotto le coperte, lo vorrei davvero. Ma capita che tutta quell'attività cerebrale mi abbia totalmente svegliato, così mi dirigo di sotto.
C'è un silenzio totale. D'altronde Sven è l'unico oltre a me ad abitare questa casa, e lui ora è a scuola.
Certo, mi fa un po' ridere il fatto che lui, che ha un anno in più rispetto a me, faccia ancora l'ultimo anno del liceo scientifico, mentre io sono già al primo di università. Vorrei vivere in Giappone solo per avere la soddisfazione di sentirmi chiamare senpai da uno più grande di me! Ma così non è, quindi... accontentiamoci della pannacotta!
Apro il frigo e tiro fuori lo stampo, tutta felice e ignara dell'amara sorpresa.

Una tragedia.

E' una tragedia, un'assoluta tragedia, una terribile, tremenda, terrificante tragedia! La mia pannacotta... la mia amata pannacotta... svanita per tre quarti. TRE QUARTI. T-R-E Q-U-A-R-T-I.
ARGH!

...Ma io l'uccido.





***

Bonjour!<3
Non avrei mai creduto che mi sarei messa a scrivere una storia nella sezione romantica eppure....eccomi qua °_°
Questa cosa è nata proprio mentre facevo la pannacotta. Davvero.
Pian piano si è formato tutto il quadretto familiare, la trama è tutta un work in progress, ma sinceramente è proprio questo il bello di Pannacotta. Non ho delle mete, quindi posso liberamente far muovere i miei personaggi, senza alcuna costrizione dovuta ad azioni future!XD
Detto questo, avviso che ci sarà ALMENO un aggiornamento al mese, poi dipende dagli impegni universitari ^^"
Non sarà magari una storia romantica nel vero senso del termine, ma spero che possa piacervi e in qualche modo divertirvi!^^
(ah, scusate per la fine del capitolo piuttosto...strana, ma mi piaceva così u.u)

Grazie per aver letto!

Al prossimo capitolo!^^
   
 
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