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Autore: schwarzlight    25/11/2010    4 recensioni
Avete mai cucinato la pannacotta? Quando mettete a scaldare in un pentolino la panna e il latte, se non mescolate dopo un po' in superficie si forma una leggera pellicola traslucida, che ben presto comincerà a contrarsi e smuoversi man mano che il punto di ebollizione si avvicina. Ecco, osservandola mi è venuta in mente una persona. Una persona qualsiasi, all'apparenza perfetta, o semplicemente tranquilla, ma che nasconde dentro di sé un tumulto di emozioni che la scuotono, crescendo sempre di più fino a rompere il suo scudo, la maschera dietro la quale si era nascosta.
Sì, la pannacotta è come una persona.

Sven e Alexis, fratello e sorella quasi per caso, una madre giramondo, una cugina impicciona, gli amici idioti, l'università e... la pannacotta!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pannacotta - cap.2
DI RITARDI, IMBECILLI E VECCHIETTE





Io... credo che lancerò l'estintore contro il tabellone degli orari. In particolare contro la fila che mi dice che il treno delle 17.23, il MIO treno, ha un ritardo di più o meno 35 minuti. Questo vuol dire che arriverò a casa alle 18.50. Questo vuol dire che devo aspettare in stazione per almeno quaranta minuti prima di poter anche solo salire sul treno. Questo vuol anche dire che la sottoscritta, avendo lezione fino alle cinque, ha percorso una distanza normalmente ricopribile in circa venticinque minuti in un solo quarto d'ora, sfiancandosi fin quasi alla morte per riuscire a prendere un treno che non c'è.
...Ripensandoci, altro che estintore. Ora sradico una panchina, altroché!

Sono ancora lì che fisso il cartellone con sguardo vuoto e le braccia abbandonate lungo i fianchi, quando con la coda dell'occhio faccio vagamente caso al tizio che posa la valigia vicino a me. Quel "faccio vagamente caso", diventa un "ignoro altamente" quando mi accorgo che in effetti, il tizio, non fa altro che guardarmi.
...Cristo, quanto le odio queste situazioni.
Io continuo bellamente a far finta che non esista, sperando che così eviti di continuare a sperare che mi giri all'improvviso dicendo che lui è l'uomo della mia vita o altre cavolate varie. Oppure potrei sfoderare il mio sguardo assassino per invitarlo a levarsi dalle scatole...
Ma non ho il tempo di attuare altre strategie che mi batte sul tempo rivolgendomi la parola. Ma tutti io li becco, quelli intraprendenti?

- Scusa...

L'unica cosa che muovo sono gli occhi. Sguardo assassino, sguardo assassino!
Mugugno per confermare che ha la mia attenzione.

- Guarda che... ecco, i biglietti si possono fare anche là...

...Eh?
Ammetto di avere un attimo di smarrimento di fronte a tale affermazione, anche se non lo do a vedere. Poi capisco. il tabellone delle partenze è esattamente sopra a tre macchinette per fare il biglietto e, volendo, può sembrare che io stia aspettando che la fila si smaltisca. Seee...figuriamoci. Ok, come tentativo di abbordaggio è sicuramente migliore di molti altri, ma casca male se pensa che lo segua. Tanto più che ho l'abbonamento.

- No, grazie, ho già il biglietto. - Mi starà anche dando fastidio, ma questo non è un buon motivo per essere maleducata.

Il seccatore capisce subito che non è aria, e se ne va alle macchinette sotto il tabellone degli arrivi, che tra l'altro funzionano solo con la carta di credito, quindi in ogni caso avrebbe fatto una figura piuttosto barbina. Insomma, partendo dalla punta dei capelli legati a caso, passando per la tracolla afflosciata contro il mio fianco destro e gli occhialetti da lettura che ultimamente ho il vizio di tenere su, per poi finire con le nike nere stra-consumate, tutto il mio trasandato essere urla "studentessa universitaria". E si sa, gli studenti non hanno mai un soldo, figuriamoci una tessera bancomat.
...Imbecille.

Come se nulla fosse successo, me ne torno alla mia occupazione: disperarmi di fronte all'avviso di ritardo. Cosa diavolo dovrei fare per mezz'ora? Non posso nemmeno sedermi al calduccio del vagone! Anzi, non solo al calduccio... non posso sedermi e basta. Non trovo una panchina libera. E mi secca chiedere alla gente se può farmi spazio.
Quindi me ne vado fuori, al freddo, al gelo, a sedermi su una delle panchine al binario in cui, in teoria, doveva esser già presente il mio treno. L'unico lato positivo è che, essendo già lì ad aspettare, potrò prendermi un buon posto vicino al finestrino che dà sul lato mare.
Una volta sistematami sul freddo marmo prendo il telefono: devo pur sempre avvisare Sven... e così passerò anche il tempo.




- AHAHAHAHAHAH!

- Non c'è nulla da ridere, accidenti! Sempre a me capitano 'sti elementi!

- Ahah... sì, scusa... uhuh...

Sven sembra trovare divertenti le mie disavventure.
Sarà il modo in cui le racconto, o il tono di voce che uso quando inserisco i miei pensieri del momento... mi rendo perfettamente conto di descriverle in modo piuttosto ironico e a volte teatrale, rendendo il tutto più interessante e meno noioso di quello che in realtà è, ma sul momento non è che mi sia divertita poi così tanto. Ci sono ragazze che non trovano affatto piacevole vedersi rivolgere la parola da sconosciuti le cui intenzioni sono alquanto chiare e poco pulite... specialmente se questi sconosciuti hanno il doppio della loro età.
E io sono esattamente quel tipo di ragazza.

- E sentiamo, com'era questa specie di principe azzurro?

- Ma che principe e principe! Al massimo potrebbe fare lo zappatore. E aveva come minimo un quarant'anni.

- ...Non li sopporto quegli imbecilli. Come possono correre dietro alle ragazzine alla loro età? - Il tono di Sven, ora, è di nuovo totalmente serio, e fa una breve pausa prima di continuare - Di', a che ora arrivi?

- Mah... più o meno alle sette meno dieci. Ah, grazie per il neanche tanto velato "ragazzina", eh!

Lo sento di nuovo ridere prima che riattacchi. Sarà anche più grande di me, ma non è che ci sia questa gran differenza d'età. E poi me lo dicono spesso che sembro più grande di quel che sono, no? O più matura, che poi, in fondo, è la stessa cosa. Quindi non può venirmi a dire che sembro una ragazzina.
...Non lo sono, ecco.

- Mi scusi, signorina?

Chi rompe ora?
Ah, è un'innocua vecchietta. Oddio, spero che non mi chieda le fermate del treno! Le so fino alla mia città, poi è come se non esistesse nulla per me! Più o meno come il mondo che finisce dopo le Colonne d'Ercole.

- Sa dirmi dove posso trovare un telefono?

...Un telefono. Ma perchè un telefono. Qui poi.
Questa donna si è fatta metà binario solo per venirmi a chiedere dove si trova un telefono pubblico? No, dico, che senso ha? Qui ci sono solo io, non poteva restarsene dentro e chiedere alle decine di persone là presenti? Tanto più che non so nemmeno se c'è un telefono in stazione. E' quasi un anno che ci vengo, ma non ho mai fatto caso alla sua presenza o meno... se qualcosa non mi interessa non mi prodigo certo di far caso ai particolari.
La indirizzo verso l'atrio frontale, sperando che abbia capito... non si sa mai, certe persone sono capaci di perdersi anche su una strada retta senza vie laterali.
Il punto è che mi sento anche in colpa della mia incapacità di rispondere! E' la stessa storia di quando mi chiedono informazioni stradali. Io al massimo conosco sei o sette vie della mia città, e poi stop, basta, sopravvivo a forza di punti di riferimento. Ma alcuni pensano che se sei nativo di un luogo tu debba per forza avere la piantina del posto stampata in mente, così ti chiedono tranquillamente nomi di vie che, probabilmente, nemmeno i residenti delle stesse conoscono.
Ma pazienza, lasciamo stare, concentriamoci su altro. Sul treno che finalmente sta arrivando ad esempio! Non passa molto che mi trovo a slungare le gambe, comodamente sprofondata in un comodissimo (e caldo) sedile. Dopodiché il treno parte e, nonostante il buio incombente, cerco di distinguere il paesaggio al di fuori del finestrino. Io ci provo a pensare ad altro, ci provo! Ma puntualmente il mio pensiero torna sempre là.

...Oh, insomma, spero che quella vecchina abbia trovato il telefono!





Apro gli occhi poco prima di arrivare, e tiro via le cuffiette appena in tempo per sentire "...con un ritardo di trentacinque minuti. Trenitalia si scusa per il disagio."
Embè, io non vi scuso.
Sono appena uscita in strada, quando sento una voce fin troppo familiare chiamarmi.

- Sasha!

Dei capelli blu e il loro proprietario mi spuntano davanti.

- Cosa ci fai qui?

- Stavo facendo un giro, e già che c'ero sono passato a prenderti.

- Ma non serviva, lo sai. Posso anch...

- Lo so che sai difenderti più che bene, ma sei pur sempre una ragazza, e il percorso che fai non è poi così ben illuminato. Quindi non protestare.

Non riesco a ribattere. Sarà per il tono autoritario che ha usato, o per il fatto che, sì, potrebbe aver ragione sulla scarsa illuminazione di certe vie, oppure per l'imbarazzo, o agitazione... quel che è.
Che poi non è certo la prima volta che passa a prendermi, no? E allora com'è che ho la sensazione che se aprissi bocca mi metterei a balbettare? Insomma, mi sento una stupida. E' che a volte lui ha un comportamento così... così... maturo. E protettivo.
E mi piace.

Almeno finché non torna ad essere il solito bastardo, proprio come ora. Siamo appena passati per quell'intrico di vie vicino l'ospedale, per poi arrivare alla grande scalinata che ci risparmia un tragitto di venti minuti in più. Effettivamente è buio, buio, buio. E silenzioso.
Non è affatto piacevole passarci da soli, e anche in due non è che sia un divertimento.
Specie se il compagno ti fa venire un infarto afferrandoti improvvisamente per i fianchi da dietro. Mi ha fatto perdere almeno dieci anni di vita, e scommetto anche che qualche capello mi è diventato bianco. Mi vendico subito rifilandogli un pugno nelle costole.
Peccato solo che non gli ho fatto perdere l'equilibrio sulle scale.

E' a più o meno venti metri da casa che mi accorgo di un'auto ferma di fronte al portone.

- Di chi è quella maccchina?

- Ah, ecco, proprio di questo volevo parlarti... diciamo che è il secondo motivo per cui sono venuto fino in stazione...

- Fai poco il vago, dimmi che succede. - Comincio già a sospettare qualcosa, ma la risposta arriva comunque inaspettata.

- E' tornata.

No. No, no no, assolutamente no!
Non doveva essere qui prima di giovedì e oggi siamo... siamo lunedì!

- Starai scherzando!

La sua espressione rassegnata mi basta e avanza come risposta.
Non è possibile... non sono ancora mentalmente preparata per affrontare una simile prova! E il frigo è vuoto, i piatti non sono ancora lavati, il soggiorno è invaso dai miei libri, il soppalco da quelli di Sven, la Playstation3 ha preso possesso della televisione e non ho messo gli aciugamani in bagno!
...No, ok, l'ultima non è grave.

Considero seriamente l'ipotesi di fuggire e chiedere asilo alla chiesa più vicina, ma non posso attuare il mio piano malefico a causa di 1. Sven, il traditore manderebbe a monte il tutto, 2. il cancello che si apre e da cui esce lei, quella creatura assurda ma straordinaria che prende il nome di Esther Colonnello: mia madre.
Prima che realizzi bene la situazione, lei già mi è piombata addosso tentando, penso, di stritolarmi, cominciando già a elencare tutti i luoghi in cui è stata, tutte le cose che ha comprato, tutte le persone che ha incontrato.
Io so solo una cosa.

Posso stendere il tappetino di benvenuto allo stress.





E a sorpresa...ecco che aggiorno tanto prima del previsto!^^
La frequenza degli aggiornamenti varierà a seconda degli impegni e dell'ispirazione, ma sicuramente sempre almeno una volta al mese!^^
E ora passiamo ai commentini inutili sul capitolo .-.

Ok, lo so che è meno brillante del primo capitolo, ma cercate di capirmi...sono le 4.44 e sto morendo di sonno @_@
Ma quando l'ispirazione chiama è bene rispondere prontamente, anche perchè se avessi rimandato a doman....oggi, mi sarei dimenticata certe cose ._.
Detto ciò...abbiamo potuto vedere come Alexis si preoccupi per delle cose totalmente inutili XDD
E Sven comincia a venir fuori come personaggio....anche se non molto ancora >_<
In compenso Esther ha fatto la sua entrata trionfale (?) in scena, dopo l'esordio telefonico dello scorso capitolo XDD
Un appunto: la scena della vecchina che chiede di un telefono è capitata alla sottoscritta proprio ieri, e non ho potuto resistere XDD
(solo non ero sperduta nei meandri delle panchine...XD)

Per finire ringrazio tutti coloro che hanno letto, e in particolare Black_Star, cino nero, CullenDipendent, elfodomestico, lady snow, Veronica91 che hanno inserito la storia tra le seguite e namina89 Ramble Tamble che invece l'hanno messa tra le preferite!^-^

Un altro grazie speciale va alle recensitrici: elfodomestico, ___Chocolate, namina89, lady snow, Black_Star e Ramble Tamble!
Non avete idea di quanto mi abbia fatto piacere leggere i vostri commenti!!<3

Detto ciò...vi saluto! Di nuovo grazie per aver letto e al prossimo capitolo!<3
   
 
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