Lunedì
mattina entrai in classe ancora imbufalita, a nulla era valso
picchiare, prendere a calci, pugni e ginocchiate il sacco della
palestra, per tutto il pomeriggio di domenica, pensando fosse lei.
Se solo
l'oca pennuta della Miller avesse osato avvicinarsi e fare battutine,
le avrei risposto a tono.
Sabato aveva oltrepassato tutti i confini immaginabili e possibili e,
dato che anche la mia pazienza aveva dei limiti, se non le avevo detto
niente, e me ne sono andata via zitta, è stato solo
perché la voglia di prenderla a schiaffi era stata
sovrastata
dall'ultimo barlume di coscienza rimastomi.
Buttai lo zaino a terra, mi
sedetti sgraziatamente e fissai lo sguardo fuori dalla finestra.
“Oh Oh, la piccoletta
è arrabbiata stamattina.. nottata interessante?”
“Zitto Alex, non è mattina” Ringhiai
senza voltarmi.
Entrò Freeman e come suo solito si mise a commentare le partite, non lo ascoltai finché non mi sentii chiamata in causa.
“Willis, ma lei non
doveva giocare sabato? E si tolga il cappellino, per cortesia”
Sbuffai.
“Già, avrei dovuto.” Tolsi il cappellino.
“Se n'era forse dimenticata?” E mi
guardò con ostilità.
“No, ho avuto un contrattempo Sig. Freeman” dissi e
fissai ancora lo sguardo fuori dalla finestra.
In quel momento, l'unica voce che non avrei assolutamente voluto
sentire, parlò.
“Vede, Signor Freeman, l'avevo detto io che la Willis non era
una
persona affidabile. E' per colpa sua che abbiamo perso questa
volta.”
Ringhiai sommessa.
“Insomma, alla fine, doveva essere il capitano
ma..”
Mi
alzai in piedi di scatto, facendo arretrare rumorosamente la sedia e
picchiai i palmi sul banco.
Mascella tesa e occhi iniettati di rabbia.
“Adesso BASTA Miller,
se non vuoi che venga lì e ti riempia di schiaffi quella
cazzo
di faccia che ti ritrovi” Le dissi piena di astio e ira.
Silenzio di tomba, si girarono
tutti verso di me, la Miller aveva gli occhi fuori dalle orbite e stava
boccheggiando.
In un attimo si ricompose e alzandosi in piedi “Ma come ti
permetti brutta STRONZA?”
“Stronza a chi? Stupida oca ripiena
di silicone, cos'hai nel cervello? Il botulino?” Le ringhiai
contro.
Le teste di tutti iniziarono a dondolare, prima verso di me poi verso
di lei e viceversa.
Freeman prese la parola al volo “SMETTETELA IMMEDIATAMENTE E
SEDETEVI ” Esclamò. “Che diavolo sta
succedendo
qui?”
Mamma oca, nonché
faccia da schiaffi Miller, gli rispose
“Semplice la Willis” E mi additò
“E' impazzita
del tutto, non che prima fosse sana..ma adesso le è
completamente andato in pappa il cervello.”
“Miller vuoi che ti prenda a calci nel..”
"WILLIS!” M'interruppe
il nanetto sosia di Danny DeVito.
“Scusi Sig. Freeman, ma io quell'oca” ed indicai Amber con un cenno del capo, “La gonfio di botte, e se non qui, adesso, lo faccio appena finisce la lezione, perché a tutto c'è un limite, e lei ha, notevolmente, sorpassato i miei livelli di guardia. Non permettermi, di proposito, di giocare la partita sabato, supera di gran lunga tutta la pazienza e la parsimonia che utilizzo, ogni volta, che apre bocca. Infine, come se non bastasse, insulta me e la mia intelligenza, con ingiurie villane e false accuse” dissi pungente e con rabbia.
“Willis,
tu NON alzerai nemmeno un dito su di me,chiaro? E sai
perché?
Perché non sei nemmeno in grado di rispondere dignitosamente
agli insulti, sfigata! ” Mi canzonò l'oca.
Feci schioccare le dita di una mano e, successivamente, la lingua.
“Fossi in te non ci giurerei, ma se vuoi, puoi sempre sperare
che
sia così, poi tra un paio d'ore scopriremo la
verità” Ghignai strafottente
“Willis, tu non farai un bel niente, perché sai benissimo, che se dovesse accadere una cosa del genere, verrebbero presi dei provvedimenti disciplinari in merito, e sai, meglio di me, che la cosa non ti conviene. Miller, vorrei sapere cos'hai fatto alla Willis per impedirle di presenziare alla partita di sabato e inoltre, ti consiglio di non sfidarla, dato che posso assicurarti che se dice una cosa la fa, e non saresti nemmeno la prima ad essere presa a sberle” disse Freeman sapientemente. Ghignai ancora, questa volta compiaciuta.
“Non
è colpa mia se la Miller è rimasta chiusa in
lavanderia e
se non è nemmeno capace di lasciare le porte
aperte..”
Ringhiai e mi ripresi la parola
“Scusa?
Non ho capito bene.. Sei TU ad avermi chiuso dentro! L'hai fatto di
proposito e mi hai lasciato lì finche un'altra ragazza, due
ore
dopo, non mi ha aperto, esclusivamente perché aveva bisogno
della lavanderia!”
“Io non ho
colpa” rispose falsa.
Alzai un sopracciglio, mi misi a braccia conserte, poi con calma e voce
indifferente le risposi
“Certo, la porta si è chiusa da sola, la chiave si
è girata magicamente e le marmotte confezionano la
cioccolata” La schernii e ghignai compiaciuta.
Alex, Simon, Matt, Freeman e
qualcun altro si misero a ridere, poi Freeman prese la parola.
“Bene, ci sono testimoni?”. Nessuno
fiatò.
“Dato che non ci sono testimoni dell'accaduto, la cosa si
chiude
qui”
La Miller mi sorrise strafottente.
“Signorina Willis, si calmi e ci metta una pietra sopra, la
prossima partita è tra due settimane e sarò
sicuro che
sarà presente in campo. Per quanto riguarda lei invece,
signorina Miller, le sconsiglio caldamente, come già detto
prima, di continuare a sfidare la pazienza della Willis e di smetterla
con i comportamenti infantili. Ora iniziamo la lezione. Ah, quasi
dimenticavo, tutti i componenti del cast di Dirty Dancing, sono pregati
di presentarsi alle 11.30 in auditorium” proferì
Freeman.
Io
e l'oca ci guardammo in cagnesco, ma dentro di me ero comunque
soddisfatta; così, tornai a guardare fuori dalla finestra,
godendomi la lenta caduta, di quelle foglie arancio-rossicce che
abbandonavano il proprio albero, per la prima e ultima volta.
“Sam” era Alex che mi chiamava a bassa voce, lo
ignorai; ci
provò altre due volte finché sentii punzecchiarmi
la
schiena, mi girai appena e vidi che mi stava passando il mio quaderno
degli appunti, allungai una mano per prenderlo.
“L'hai dimenticato sulla mia scrivania” fece
l'occhiolino, lo ringraziai e tornai a seguire.
“Sam, Alex andiamo, sono le 11.30” disse
Simon.
Ci alzammo e insieme agli altri ci dirigemmo verso l'auditorium, nel
frattempo Simon mi fece i complimenti per come avevo risposto ad Amber
quella mattina, Alex sghignazzò, Matt disse che avevo un bel
caratterino e che non se lo sarebbe mai aspettato mentre Evelin
ascoltò in silenzio.
Ci sedemmo e una volta che fummo tutti presenti la Signora Mayer disse:
“Buongiorno a tutti, adesso vi sarà consegnato il
copione
della rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing, sulla prime due
pagine troverete i cambiamenti principali relativi ai personaggi e alle
location. Spero vi siate già riguardati il film
originale,come
consigliatovi in precedenza, così da farvi un idea immediata
sulle differenze. Avete dieci minuti per leggere le prime due pagine,
poi ne discuteremo insieme”.
Due ragazzi iniziarono a distribuire i fascicoli. “Adesso che
l'avete tutti, i dieci minuti partono in questo momento”
finì la Mayer.
Iniziai
a leggere, sgranai gli occhi man mano che procedevo, finché
mi
usci un orrendo rumore di gola che doveva essere una fattispecie di
risata; a quanto pare, però, non fui l'unica
perché si
sentirono delle mezze risate soffocate provenire da tutte le
parti.
Pensai a come mai non avessi ancora sentito Alex, visto che era seduto
accanto a me, ma ritirai il mio pensiero seduta stante
perché se
ne usci con un risolino assurdo. Continuai a leggere e man mano
iniziarono a sentirsi commentini vari e altre risatine, come non
capirli, ero la prima ad aver abbozzato una risatina.
Finii la lettura e chiusi il fascicolo, mi appoggiai allo schienale
della poltroncina e aspettai. Ad un tratto sentii Alex spostarsi finche
non rabbrividii violentemente, sentivo il suo respiro nell'orecchio,
era caldo, lento, deglutii e strinsi la presa sul fascicolo.
- Non l'orecchio, non l'orecchio, non l'orecchio né l'area
circostante ti prego,ti prego, Alex smettila, per favore, implorai
nella mia mente -
“Sam” Come non
detto.
“Mmm..” Mugolai e socchiusi gli occhi in preda ai
brividi che s'insidiarono con violenza nel mio corpo.
“Una
mezza suorina da portare sulla via della perdizione” Disse
lentamente e con un tono così seducente, che dovetti far
presa
su tutto il mio autocontrollo per non gemere nemmeno un pochino.
“Sarà ancora più semplice del previsto
farti
cedere” e sfiorò con le labbra il lobo del mio
orecchio.
Brividi, scosse e respiro che si faceva via via più veloce.
ù
Cazzo, aveva ragione, per non parlare dello stato in cui mi aveva
mandata solo con quel banalissimo contatto.
“Bene, ragazzi avete
domande?” proferì la Mayer.
Nota mentale, erigere un monumento a quella donna per aver interrotto
mio delirio ormonale e per aver fatto involontariamente spostare
Alex.
Nel frattempo iniziarono le domande mentre regolarizzai il respiro e mi
avvicinai all'orecchio di Alex; cercai di essere il più
seducente e provocante possibile
“Alex” lo vidi
sussultare “
Un ballerino che nel tempo perso fa il massaggiatore”
respirai
lasciando che l'aria gli solleticasse l'orecchio e ripresi
lentamente
“Quanto pensi possa essere immune dalle provocazioni di una
suorina?” gli sfiorai con la punta del naso il bordo
dell'orecchio “Non lo trovi già eccitante di
suo?”.
Mi mossi lentamente sfiorandogli il collo con la punta del naso, lo
sentii deglutire e soddisfatta, mi girai giusto in tempo, prima che
Simon parlasse.
“Signora Mayer, a me era stato detto di seguire la parte
tecnica, non di comparire come attore”.
“Oh si”, rispose la Mayer “ alcune parti,
quelle
delle comparse ricorrenti, vi sono state assegnate mentre il copione
era in fase di stesura; trovate tutto scritto nell'elenco attori e
comparse, pagina tre; detto questo se non ci sono altre domande, ci
vediamo qui dalle 17 alle 20 il lunedì, mercoledì
e il
giovedì. Sabato dalle 10 alle 13. Smith, Willis come ve la
cavate con il ballo in generale?”
“Ottimamente
Signora Mayer” Rispose pavoneggiandosi quello sbruffone di
Alex.
“Me la cavo” Risposi semplicemente.
“Perfetto, ci vediamo oggi pomeriggio ragazzi. Potete andare,
arrivederci”. Salutammo e ci alzammo.
“Pavone”
dissi ad Alex .
“Imbranata” rispose lui e ridacchiò, lo
fulminai.
Ci avviammo verso la classe,
quando mi sentii chiamare, mi voltai, era Mark
“Samantha posso parlarti un attimo?” alzai le
spalle “Certo” Sorrisi.
Guardai gli altri straniti e dissi loro che li avrei raggiunti in aula;
Mark mi venne incontro e iniziammo a camminare verso le macchinette del
caffè.
Dieci minuti dopo ero seduta al mio banco ad aspettare che finissero le lezioni; poi sarei andata in camera a prepararmi per l'esame che avrei dovuto sostenere l'indomani.
Alle
17 mi presentai puntuale in auditorium, Jackson chiamò a se
Alex
e Mary Black ed iniziò a parlare; Freeman e ad un altro
ragazzo,
diedero istruzione a coloro che avrebbero seguito la parte tecnica,
mostrando loro le attrezzature, mentre la Mayer, con il proprio
assistente, un certo Dave, chiamò me, Mark e gli altri
attori
che avrebbero interpretato i miei genitori, il proprietario del resort
e disse a Simon di raggiungerci al più presto.
Ci fece disporre in riga, uno vicino all'altro e ci fece prendere le
misure da Dave e dai costumisti, mentre annotava tutto nella sua
cartelletta rigorosamente rossa.
Dopodiché ci fece mettere in cerchio e iniziammo a provare
le
battute della scena iniziale. Ogni tanto buttavo lo sguardo su Alex;
parlava con Brenda mentre Jackson faceva degli strani gesti, che mi
fecero sorridere, soprattutto vedendo la faccia imbarazzata di Brenda e
quella stupita di Alex.
Nei momenti in cui né io né Mark avevamo battute,
parlottavamo e ridavamo tra di noi per l'assurdo rifacimento
dell'opera; ogni tanto vedevo Alex fissarci, ma non gli badai molto,
presa dalle risate e dalle battute di Mark.
Con mia grande sorpresa e stupore, Mark si stava rivelando una persona molto simpatica, solare, gentile e allegra, inoltre il fatto che fosse molto bello, di certo non guastava, anzi era solo un piacere per i gli occhi.
Simon
si unì a noi per provare le sue battute, così
tutti ci
rendemmo conto del suo personaggio: Rob, il cugino di Johnny, con
l'opera di ammodernamento, era diventato gay. Ridemmo e scherzammo
tutti insieme alla Mayer, che continuava a riprenderlo, dicendogli di
impegnarsi a dovere, perchè doveva interpretare un gay e non
una
bisbetica petulante o checca suprema.
La mia risata si interruppe quando qualcuno fece un fischio, con quella
cadenza, che solitamente usano i ragazzi quando adocchiano una bella
ragazza.
Alex e Brenda stavano ballando in modo molto sensuale, così
vicini, che tra i loro corpi non poteva nemmeno essere infilato un
sottile righello.
Chi sgranò gli occhi, chi alzò entrambe le
sopracciglia e
chi come me, aveva la bocca spalancata; continuammo a fissarli, inutile
negarlo, Alex era veramente bravo, ogni suo movimento era perfetto,
preciso, impeccabile; trasmetteva
passione,sensualità,erotismo.
I muscoli delle braccia, spuntavano dalla maglietta a maniche corte che
indossava, e si muovevano in simbiosi con il suo corpo, stringendo i
fianchi di Brenda, attirandola a sé per poggiarla al suo
petto;
il suo bacino si muoveva facendo dei piccoli cerchi, poi si portava
avanti fino a strusciarsi sul corpo della ragazza, stringendola
maggiormente, per poi allontanarsi e riavvicinarsi.
Ogni suo movimento era così erotico che, solo a guardarlo ti
faceva provare eccitazione, era impossibile non volersi mettere nei
panni della fortunata Brenda.
Mi morsi il labbro inferiore.
Ad un tratto la fece girare, cingendole con un braccio il fianco, la
attirò a sé, e con il suo bacino, appoggiato sul
fondoschiena di lei, iniziò lentamente a fare dei cerchi a
cadenza lenta, ognuno di questi terminava con un lieve abbassamento
sulle gambe, per poi riprendere quei movimenti circolari e iniziandone
altri laterali.
Si girarono ancora frontalmente, lei gli mise le braccia dietro al
collo, attirandolo a se ,mettendosi con le gambe tra le sue, premette
contro la sua intimità e spinse con il bacino.
Deglutii con la poca saliva rimastami, il resto era colato insieme alla bava dai lati della bocca, provocando un piccolo lago sul pavimento.
Alex
fece un passo indietro, mentre le teneva le mani sui fianchi,
spostò la gamba destra all'esterno rispetto quella di lei e
la
attirò nuovamente a se; lei si staccò dal suo
collo, lui
si sporse in avanti e la fece scendere con la schiena parallela al
pavimento. In quel momento i muscoli delle braccia di Alex si tesero e
si gonfiarono per lo sforzo; io mi morsi ancora, con più
forza,
il labbro ed iniziai a peccare di lussuria con pensieri impuri e
peccaminosi; stavo arrivando al limite, i battiti del mio cuore avevano
iniziato a correre e il mio respiro incalzava sempre di più,
faceva sempre più caldo in quel maledetto auditorium.
Mentre teneva Brenda in quella posizione e la faceva ondeggiare a ritmo
di musica, si girò dalla nostra parte, mi fissò:
nei suoi occhi furbizia e sulle labbra un ghigno sensuale. Mi stava
parlando con tutto tranne che con le parole. Ingoiai aria.
Con
un gesto veloce la riportò dritta, lei gli lanciò
ancora
una volta le braccia al collo; sembrava una scimmia assatanata, tanto
si era aggrappata e poi iniziò a far scivolare una mano dal
collo ai suoi pettorali, toccandoli, accarezzandoli, scendendo fino
all'ombelico.
“Stop, bravi ragazzi, perfetti” disse
Jackson.
Per
fortuna qualcuno li interruppe, altrimenti o sarei svenuta
lì
seduta o mi sarei alzata e gli avrei staccato di dosso quella scimmia
appiccicosa.
Mark si girò verso di me, con la fronte aggrottata
“Wow! Quello è un gran bel modo di ballare,
assolutamente da
provare”
“Già” risposi semplicemente scuotendo
la testa con fare affermativo. Ci alzammo in piedi, rimasi a parlare
con Simon e Mark, finché Freeman non ci disse che potevamo
andare, uscii con loro e ci fermammo a parlare del copione.
“Sam” mi girai
e vidi Alex avvicinarsi “Andiamo a mangiare, offri
tu”
“Cos'è un ordine?”
“No, semplicemente ho fame, sono le otto passate, la
caffetteria
qui al Campus è chiusa e anche tu devi mangiare; direi una
constatazione”.
“Uhm, perché no?”
“Conosco un posto dove fanno i migliori panini di New York,
non
è molto distante e ci vado spesso”. Alzai le
spalle.
“Va bene, accetto”
“Andiamo, seguimi ” E si incamminò verso
il
parcheggio, ad un tratto si fermò, estrasse le chiavi dalla
tasca dei jeans e premette sulla chiave
“Q..Questa è la tua auto?”
“Certo, hai qualche problema con la mia Bugatti
Veyrom, con le Bugatti in generale o con le
auto?” Disse con un sorrisetto stupido e divertito.
“Non ho nessun problema con le auto, tanto meno con le
Bugatti,
idiota.. Solo che non ti facevo un tipo da un'auto così
bella,
accattivante e..”
“Più unica che rara”
sogghignò guardandomi
“Ho capito che ti piacciono i motori, ma avresti dovuto
capirlo,
dato che a me piacciono solo cose bellissime” Sorrise fiero.
“Avrei dovuto intuirlo che questa bellezza poteva appartenere
solo ad un egocentrico, narcisista e presuntuoso. Di chi altri poteva
essere?” Sorrisi ironica.
“Muoviti a salire, ho fame” e così
facendo
aprì lo sportello e si sedette nell'abitacolo, feci lo
stesso e
mise in moto l'auto.
C'era qualcosa che mi sfuggiva, qualcosa che avrei
dovuto fare ma che non mi veniva in mente, sorpassammo il cancello del
Campus, immettendoci in strada, facemmo in tempo a percorrere qualche
isolato quando
“Merda!”
esclamai.
“Che succede piccoletta?” Chiese.
Gli lanciai
un occhiataccia e risposi “Mi sono dimenticata che avevo un
impegno”
“Disdicilo” L.o fulminai. Alzò un
sopracciglio, mi guardò e aggiunse
“Di che tipo?”
“Cena direi,
vista l'ora”.
“Con il tuo amichetto?”
Sogghignai a questa sua domanda e con un ghigno risposi “No
con due”.
Si girò di scatto a guardarmi e spalancando gli occhi disse
“Non pensavo fossi così perversa..” e
con un sorriso
molto, ma molto malizioso aggiunse
“Sempre più
interessante ..Sam, cos'altro mi celi?”
“Stupido
idiota, smetti di gongolarti nei pensieri da porco che il tuo cervello
da depravato ti sta facendo immaginare” Sibilai.
“Uh Uh.. la verità fa male
porcellina...” E ridacchiando strizzò l'occhio
“Alex, se non stai zitto, ti infilo qualcosa in quella cazzo
di bocca che ti ritrovi”
Rise
di gusto
“Ok, Ok, non ti arrabbiare.. E per la cronaca, sarei io che
potrei infilarti qualcosa in bocca, non il contrario.”
Ammiccò spudoratamente, ghignando.
“Smettila! Idiota
“ Ma quanto era cretino da uno a dieci?
Riuscii
a prendere il cellulare imboscatosi, come al solito, nella borsa, ma
prima che potessi iniziare a digitare l'sms, l'auto si fermò.
“Siamo
arrivati”
Alzai gli occhi e iniziai a ridere, mi aveva portato
nello stesso posto dove i miei amici mi aspettavano per un panino, il
Demon's Pub.
“Che hai da ridere?” chiese inclinando il capo.
“Niente, andiamo? Ho una fame da lupi”.
“Mah.. Chi ti capisce
è bravo piccoletta”
“Ecco
appunto, ora possiamo andare dopo la tua massima?” Mi
lanciò un'occhiataccia.
Scendemmo ed entrammo.
Vidi Tommy e Moe
al tavolo d'angolo, nella saletta a sinistra, feci un cenno di saluto
con il capo a Demon e mi avviai, seguita da Alex, verso il loro
tavolo.
Stavo decisamente sorridendo. Tommy e Moe mi guardarono anch'essi
sorridendo.
“Ciao
Sammy” dissero in coro.
“Ciao ragazzi, tutto bene? Scusate
il ritardo, questo è Alexander” e così
dicendo mi
sedetti.
Alex li guardava incredulo, poi guardando me
“Conosci Tommy e Moe?”
“Direi, altrimenti non li
avrei salutati, non credi?”
“Ciao
Alex, sei tornato? Quando?” gli domandò
Tommy.
Alex si sedette e
rispose “ Da tre settimane circa, ma ho dovuto riportarmi in
pari
con le lezioni, per questo non ci siamo visti”.
Caspita, quei tre si conoscevano! il mio piano diabolico era sfumato.
“Sammy” disse
Tommy, riportandomi alla realtà “Non dirmi che
hai puntato il nostro Alex”.
Eh? Che cavolo stava dicendo Tommy?
“Tommy
non dire cazzate” risposi sbottando.
“E allora cosa ci fai
qui con lui?” sorrise saccente.
“E' molto semplice: il
tizio che sta seduto alla mia destra, non è altri che un mio
compagno di corso e il mio..insomma lui è.. Johnny..
cioè, vi ricordate della storia del film? Lui è
il protagonista maschile”.
Scoppiarono
a ridere.
Io e Alex ci guardammo e poi guardammo loro, Moe smise per
primo e disse “Se presi da soli siete come due bombe a mano,
insieme sarete sicuramente peggio peggio del C4,
altro che
fuochi d'artificio” e rise.
Praticamente Moe mi aveva appena
detto che io ed Alex eravamo molto simili, non sapevo se prenderlo come
un complimento o insulto.
Arrivò la cameriera e ordinammo a
memoria.
“Alex, ti do un
consiglio, da amico, non farla arrabbiare troppo, sul ring è
schifosamente brava”
“Che cosa? Tu vai in palestra da questi due? E sei in grado
di stare su un ring?” mi chiese Alex incredulo .
“Tommy
dice il vero, ma se non ci credi, puoi chiedere a Moe o provare a tuo
rischio e pericolo” Guardò Moe e quest'ultimo
asserì con la testa.
“Bene,
visto che Sam è sempre piena di sorprese, c'è
altro che
dovrei sapere, così giusto per..” e
lasciò in
sospeso la frase .
“Sam,
carino come la chiami..”
“Hey, sono qui, non
parlare come se non ci fossi, Tommy! Sai che non mi piace”
Gli
dissi imbronciata come una bambina.
“Me
ne ero dimenticato” e si mise a ridere.
“Dimmi Sammy, visto
che siete fuori dal Campus, immagino siate amici; ti conosce come ti
conosciamo noi oppure come ti conoscono al Campus?”
Perchè
Tommy è uscito con questa frase? Adesso che cosa avrei
potuto rispondere?
Alex mi
fissò con occhi assottigliati, come se dicesse Lo
sapevo che mi nascondevi qualcosa, l'avevo intuito! Sputa
il rospo, la pecora, il cinghiale o l'elefante!
“Com'è andata oggi? Qualche scontro interessante?
E Joy?” Optai di fare la finta tonta.
“Sam non
cambiare discorso, sono curioso, rispondi a Tommy” disse Alex
con un
ghigno da stronzo.
“Tommy, nessuno qui mi conosce bene, a parte te. Quindi Alex
mi conosce per come sono qui, un po' e un po'. Fine del
discorso”
Bevvi un sorso della mia birra rossa.
“Cosa vuol dire? Quello che hai detto non ha un senso logico,
Sam”
“Che stress che sei Alex! Quello che Tommy intendeva
è che a casa mia sono in un modo, qui in un altro; tutte le
persone quando sono a casa propria o comunque nel loro paese o
città che sia, si comportano in un determinato modo; ma, se
li
prendi singolarmente, li espianti dalla loro casa, dalla loro
città, e li porti in un posto nuovo, non possono di certo
essere
come prima, perché fondamentalmente manca qualcosa,
mettiamola
così”
Sperai solo che dopo questa contorta spiegazione
riflettesse sulle parole e le prendesse per buone.
“Cazzate
Sam o comunque lo sono in parte”
- Cazzo, il ragazzo aveva un
cervellino perspicace, e adesso? Tommy sei un cretino, così
mi
fai saltare la copertura che uso come barriera, stupido idiota
–
imprecai mentalmente.
Sbuffai
poi guardai Tommy e distesi a riga dritta le labbra.
“Scusa
Sammy” disse per scusarsi, ma oramai il danno era fatto
e..Un attimo! Potevo ancora sfruttare l'ultimo appiglio rimastomi.
“Vedi
Alex” iniziai “ quello che intende dire Tommy
è che
quando mi sono trasferita qui, ho deciso di vestire semplicemente i
panni della ragazzina sfigata solo per evitare di essere messa in mezzo
a situazioni che non mi interessano, e soprattutto evitare di finire in
mezzo ai casini; visto e appurato che ho un carattere molto impulsivo
del quale credo che tu te ne sia reso conto. Qui con loro, posso tirare
fuori il peggio di me, senza che accada nulla, un po' perché
mi
conoscono ed un po' perché è come se mi sentissi
a casa.
Va bene Alex?”
“Facciamo
che accetto questa contorta e abbastanza assurda spiegazione, ma so per
certo che mi nascondi ancora qualcosa Sam, il mio intuito non sbaglia mai”.
Osso duro il ragazzo, ero sicura
di aver detto delle grandi stronzate, ma un fondo di verità
c'era comunque.
Arrivarono
i panini e spostammo le nostre discussioni su tutt'altro; ridemmo,
scherzammo, bevemmo e passammo una piacevole serata.
Prima di alzarci,
Tommy mi chiese se Alex sapesse di Kyle, negai con la testa, lui mi
fece
l'occhiolino, poi aggiunse che secondo lui, prima o poi tra me e Alex
sarebbe accaduto qualcosa. Scossi la testa ridendo, gli diedi uno
smacco sulla guancia, un buffetto sul braccio a Moe, salimmo sull'auto
e rientrammo al Campus. Alex mi chiese qual'era la mia palazzina e,
una volta indicatogliela, parcheggiò.
Scendemmo entrambi
dall'auto e mi accompagnò in camera, per farmi trasferire il
file del film sul Pc.
Controllai bene che non vi fosse nessuno per i corridoi, soprattutto occhi e orecchie indiscrete, aprii la porta velocemente, lo spinsi dentro e richiusi la porta alle mie spalle.
“Perchè tanta
fretta?” domandò.
“Semplice,
perché non mi va che ti vedano in camera mia”.
Strinse la
mascella, si avvicinò a me, mentre avevo ancora la schiena
appoggiata alla porta, mi imprigionò con le spalle tra le
sue
braccia e avvicinandosi al mio orecchio disse sibilando
“Ti
faccio così schifo, Sam? Perché a volte direi
proprio il
contrario” Rabbrividii per il contatto ravvicinato e deglutii.
“No Alex, è che non mi va che girino voci strane
vedendoti entrare o uscire dalla mia camera, tutto qui”.
“Fammi
capire, ti darebbe fastidio se qualcuno vedendomi uscire da qui,
andasse in giro a dire che siamo andati a letto insieme?”
Domandò
guardandomi dritto negli occhi mentre le punte dei nostri nasi si
sfiorarono.
Non riuscivo a leggergli l'espressione, nè tantomeno
riuscivo a
guardare in quegli stupendi occhi, di quell'indefinibile blu che mi
aveva colpito tanto, la pochissima luce che penetrava dalla finestra
non me lo permetteva e non arrivavo con la mano all'interruttore.
“Più o meno è
così” risposi pacata.
“Ovvero?” Parlò sulle mie
labbra.
Avevo i brividi in tutto il corpo, era
vicino, molto vicino, e quella sua vicinanza mi stava mandando al
manicomio.
“Ovvero, dato che non mi considero come tutte le altre, a me
non piace essere ne' un numero ne' un kleenex.
Vuoi che ti faccia un disegnino o preferisci che te lo mimi?”
Risposi cercando di utilizzare tutto il sarcasmo di cui ero capace,
cosa alquanto grama dato che non si spostava di un millimetro, poi
aggiunsi, avvicinandomi stavolta al suo orecchio, decidendo quindi di
prendere la
situazione in mano.
“Inoltre non
vedo come noi due potremmo finire a letto”
Soffiai delicatamente e sensualmente, gli sfiorai prima il lobo e poi
il bordo dell'orecchio con le labbra
“Se ciò accadesse, la nostra piccola sfida finirebbe, vuoi già terminare...” Gli sfiorai con le labbra la pelle appena sotto l'orecchio
“...Il nostro...” scesi ancora sfiorandolo
“.. Piccolo..” continuai a scendere; lo sentii irrigidirsi, mi umettai le labbra e iniziai lentamente a risalire
“ ...Giochetto...” sentivo il suo respiro più profondo
“..Appena..” lasciai un lieve bacio
“..Iniziato..” un altro ancora, il suo respiro iniziò a farsi irregolare.
Le mie narici erano invase dal suo delizioso profumo, iniziai a volere di più. Alex era come una tavoletta di Toblerone, più lo assaggiavo più l'avrei voluto assaggiare, volevo sentirne il profumo, il sapore, la consistenza..
“..Pensavo”..lo accarezzai con le labbra umide
“..Ti piacesse”.. lo baciai ancora prendendo la sua pelle tra le labbra,delicatamente
“...Visto..” risalii sfiorandolo fino al lobo
“..Come..” presi il suo lobo tra le mie labbra, lo sentii emettere un piccolo ringhio soffocato
“..Ti sei dato da fare..” lo mordicchiai
“...Oggi alle prove..”
“Sam”
tirò indietro la testa, si mosse di poco e mi fece ritornare
ad
aderire perfettamente alla porta.
Si avvicinò al mio orecchio e
con voce roca, la più sexy che abbia mai sentito in vita
mia.
“..Mi piace..” soffiò piano nell'orecchio
“..Molto ..questo..” scese sul lobo accarezzandomi con le labbra
“..Nostro giochino..” scese sul collo e depositò un piccolo bacio
“..Ma..” scese sfiorandomi
“..Devi..” un altro bacio
“..Sapere..” si umettò le labbra e soffiò
“..Due cose..” scese ancora accarezzandomi con le labbra
“..Primo, il fuoco accanto alla paglia..” un lieve morso
“..dDvampa..”
passò la lingua sulla scia dei baci che aveva appena
lasciato.
Il mio cuore batteva velocissimo, il respiro, ad ogni tocco, era sempre
più accelerato
“..Sam..”
“Mmm” Mugolai bassa, sentii le sue labbra dipingersi in un sorriso, deglutii e lui risalì
“..Secondo..” e qui iniziai a non capire più nulla
“..Sei troppo
simile a me..”
aveva iniziato a baciarmi completamente tutto il collo, mi
mordicchiava, poi di nuovo mi sfiorava con le labbra, delicatamente poi
più aggressivamente, risalì a lambire il lobo
dell'orecchio per proseguire sul profilo della mascella, lasciando su
tutto il tragitto dei piccoli baci.
Avevo
caldo, il mio corpo era invaso da brividi e da scosse che aumentavano
di intensità, sentivo le gambe farsi molli, ero eccitata, il
respiro ormai era completamente irregolare, stavo respirando
pesantemente..
Risalì dal mento e continuò il suo percorso immaginario fino a che le sue labbra calde sfiorarono le mie; ne tracciò i perimetri, millimetro per millimetro, lentamente e dolcemente.
Chiusi gli occhi, satura di emozioni.
Posò
le mani ai lati del mio volto e con una lieve pressione lo
attirò a sè, sentivo il suo respiro veloce
solleticarmi.
Poi poggiò le sue labbra sulle mie.
Erano morbide e piene,
delicate e calde, vogliose e dolci. Prese il mio labbro inferiore tra
le sue e lo sfiorò, sembrava volesse assaporarlo, capirne la
consistenza, la morbidezza; passò a quello superiore e fece
la
stessa cosa, infine prese entrambe le labbra e le baciò,
insieme.
Il mio cervello aveva deciso da un
bel pezzo, di ritornare, insieme a quelle baracche e burattini dei miei
pensieri, in quel di Lussurolandia.
Con il cervello in vacanza e i pensieri fuori uso, quel poco barlume di
ragione rimastomi, gironzolò stuzzicando la mia mente, che
provò a chiedere aiuto al cuore, ma anch'esso aveva preso un
itinerario tutto suo, era partito da una semplice passeggiata, che si
trasformò poi in una camminata, per poi passare dalla corsa
campestre alla maratona di New York per concludersi nei cento metri.
Ero completamente in balia delle emozioni, paralizzata dal fenomeno Alex che mi stava creando una violenta tempesta ormonale e mentale.
Volevo staccarmi ma non ci riuscivo, quel contatto era così piacevolmente meraviglioso che mi accorsi, che anche la mia volontà era momentaneamente assente, salpata per una crociera che navigava libera nei mari di Beatitudinolandia, lasciandosi cullare dall'improvviso uragano Alex.
Il mio corpo invece, era totalmente presente e si faceva attrarre e muovere dalla calamita Alex. Per non parlare dei miei ormoni, che vagavano, facendo acrobazie su se stessi, per poi ripartire a tutta velocità vorticando impazziti, verso quello spazio-cielo chiamato Alexander.
Continuava imperterrito a sfiorarmi le labbra, nonostante il suo respiro fosse veloce, come il mio, malgrado il suo cuore batteva quasi all'unisono del mio, nonostante..
“Sam” parlò sulle mie labbra, voce bassa, roca e sensuale “..Buonanotte..”.
Lasciò la presa sul mio viso, indietreggiò di un passo, si avvicinò alla maniglia, la abbassò e tirandola piano verso di se, mi fece spostare in avanti.
Filtrò la luce fioca del corridoio.
Si mise una mano in tasca, si
girò verso di me e ancora con voce roca
“La chiavetta, me la dai domani”.
Deglutii giusto in tempo, affinchè tutti i miei turisti
vacanzieri ritornassero al loro posto, o quasi, e risposi flebilmente
“Ok”
Mi schiarii la voce e presi la piccola USB “ Grazie
per la chiavetta. Buonanotte Alex”.
Appoggiai la mano sulla porta.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante, poi mi voltò
le spalle e se ne andò
.
Angolino
Autrice: Adoro
sempre di più i dialoghi tra Sam e Alex, dite che si nota?
Mi faranno impazzire prima o poi quei due -.-"
La Miller è riuscita a far arrabbiare sul serio Samantha
questa
volta e le ha risposto per le rime, avrà forse esagerato?
Secondo me.. assolutamente no. La pentola a pressione si è
aperta, a tutto c'è un limite e Sam è sbottata.
Chi non
avrebbe fatto come lei? E' già buono che non l'abbia appesa
al
muro, e conoscendo il caratterino di Sam, poco ci mancava...
Pian piano Mark inizia ad avvicinarsi a Sam..che ci sarà
sotto?
Alex è sempre più dannatamente sexy; ed ha anche
un
cervello! Naturalmente che usa quando vuole, ma questi sono dettagli ;)
Ps. l'altra canzoncina, se vi va di ascoltarla, che fa da chiusura a
questo capitolo è "Start a Fire di Ryan Star"
il ritornello dice - Is this love Or Just sexual desire.
We're gonna start a fire! ---> Calza a pennello ai
nostri due protagonisti.
IMPORTANTE
Ho inserito una one-shot su Alexander e s'intitola "Una
Notte Qualsiasi ". Spiega
in parte quanto esplicato a parole nel capitolo "Rain (Alex Pov)" e
racconta, nei dettagli, una delle sue avventure notturne o notti brave,
il concetto è sempre quello XD
Attenzione:
il rating
è rosso e
la scena è erotica-lemon.
Risposta
alle recensioni:
Day_Dreamer:
Per
prima cosa, voglio ringraziarti per essere sempre la prima a recensire,
mi piace quello che scrivi! Sei una grande!
Kyle, Kyle.. Kyle, un altro gran pezzo di figo.. Kyle.. non
è
ancora giunto il momento di farlo entrare in scena di persona, i grandi
divi vanno attesi. Con Sam?.. Forse ;) ma non posso svelarti ancora
nulla..fidati di me.
sul fatto che d'ora in avanti sarà sempre peggio.. su questo
ti
do pienamente ragione :) e poi nella one-shot "Una notte Qualsiasi" hai
la dimostrazione di una delle tante notti brave di Alex..un tipo
così passionale e sexy, da delirio insomma, vuoi che non le
combini? :P Finito di scrivere i ringraziamenti e pubblicato il
capitolo, nel momento in cui leggerai queste parole, io sarò
già all'opera. ;)
rodney:
Ciao
Simo, beata te che riesci ad andare via per un week-end, sappi che ti
invidio -.-
Alex
un gigilò? Non mi svelo, aspettiamo che sia lui stesso a
rivelare che lavoro faccia a Sammy, che ne dici? :) ti lascio con il
dubbio (lo so sono un po' bastardella :) Concordo pienamente sul
"casino", adesso le sue giornate saranno veramente piene ed Alex
sarà terribile, ma anche lei non sarà da meno!
Cederanno?
Non cederanno? intanto continuano a provocarsi, facendosi sclerare a
vicenda. Questa volta niente spoiler, perché non ho ancora
scritto mezza riga, ma ti lascio con la one-shot su Alex.. poi mi dirai
che ne pensi :D A chi non piace Alex?? *.*
Ringrazio tantissimo chi segue questa storia, chi
l'ha messa
nelle seguite, chi nelle preferite e chi in quelle da ricordare (e se
avete tempo commentate, commentate e commentate, mi farebbe veramente
piacere, e non solo a me, Alex si esalterebbe e Sam sorriderebbe).
in ordine alfabetico:
alina81
Bananarama
chiara 84
cludina cullen
Day_Dreamer
flavia93
giunigiu95
just_love_me
niny90
PinkPrincess
revy chan11 -
rodney
sassybaby
The_WerewolfGirl_97
maddy_25 -
miss_sophi_