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Autore: Fabi_    26/11/2010    4 recensioni
Pansy e Theo vanno in vacanza in un hotel magico, al loro arrivo, capiscono che la fortuna è stata dalla loro parte: infatti, la camera 237, che è stata loro assegnata, è molto bella, la più bella dell’hotel. Subito, però, cominciano a capitare ai due le cose più strane.
Questa storia si è classificata seconda al contest Horror Potter, indetto da vogue, e ha vinto il premio 'Miglior Horror'.
Genere: Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Pansy Parkinson, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Ecco l'ultimo capitolo.

Vi ringrazio per avere seguito la storia fino ad oggi e per aver commentato.

Ringrazio di nuovo vogue. Devo inserire i banner e lo farò al più presto.

Risponderò ai vostri commenti con la nuova utilissima funzione di efp^^.

Buona lettura, non uccidetemi -.-''

 


1. Epilogo

 

Lo stavo cercando da un paio d’ore, il tempo passava e lui sembrava proprio scomparso: nessuno l’aveva visto.

Pranzai da sola, dopo pranzo decisi di vedere cosa ci fosse al livello della camera 237. Osservai attentamente la piantina dell’hotel e vidi che al piano terra c’era un atrio, deserto. Appena arrivai all’altezza della camera, sentii il senso d’inquietudine farsi strada nuovamente in me.

Decisi di cambiare aria in fretta e mi diressi al primo piano, dove trovai uno sgabuzzino. Aprii la porta senza difficoltà, infatti non era chiusa. All’interno era tutto vuoto. Non un singolo oggetto.

Stavo chiudendo la porta, quando vidi di nuovo i due occhi scuri iniettati di sangue che avevo sognato più di una volta: “Non volete ancora andarvene?” disse un uomo nell'ombra, guardandomi.

“Chi sei?”

“Il custode,” rispose come se fosse ovvio: “Il tuo amichetto mi aspetta, meglio che vada prima che le bambine gli facciano del male.” Così com'era apparso, scomparve nel nulla.

“Aspetta, dov’è?” Non ricevetti risposta. Ero molto nervosa: dovevo trovare Theodore, ce ne saremmo andati immediatamente.

Scesi nella hall a passo spedito: “Devo parlare col direttore!”

“Un attimo signora,” rispose il ragazzo alla reception, preoccupato ma accomodante.

“Non attenderò un minuto di più. Io voglio andarmene da questo posto maledetto!”

“Signora, stia calma...” ma ci sarebbe voluto molto di più a farmi stare calma, infatti fissai dritto negli occhi il ragazzo e gli intimai: “Dammi immediatamente quel telefono!”

Lui me lo passò titubante: “E adesso chiama il direttore.”

Il telefono iniziò a squillare, io tenevo il telefono e battevo il piede sul pavimento; avrei fatto le valigie e me ne sarei andata alla velocità della luce, se solo Theodore fosse stato rintracciabile: “Buongiorno, io le voglio parlare, adesso, farebbe bene a presentarsi alla reception, subito.”

Agganciai e puntai gli occhi sul ragazzo tremante: “Che c’è?”

“S-Signora, il direttore è in paese e il camino non sarà attivo fino alle tre, quindi temo che dovrà aspettare qualche ora prima che arrivi.

“E non è capace di Materializzarsi?” ringhiai nervosa.

“Ehm, veramente no… Si è spaccato da giovane e…”

“Non m’interessa! Vado a prendere un po’ di aria. Mandate qualcuno a farmi le valigie.”

Uscii e cominciai a girare il giardino, a un tratto, vidi Theodore uscire di corsa dal labirinto, si guardò intorno - sono convinta che non mi avesse neanche vista - e si accasciò a terra.

“Theodore!” Corsi da lui più veloce che potevo.

“P… Pansy, andiamo a casa,” sussurrò. Sembrava sotto shock.

“Certo, non siamo stati così fortunati,” prima di andare, però, intendevo farmi rimborsare.

 

Al nostro arrivo all'accettazione, il direttore ci attendeva impettito: “Buongiorno signori Nott, devo dedurre dalle vostre lamentele che il soggiorno non soddisfa le vostre aspettative.”

“Questo è scontato! Stiamo vivendo un incubo!”

“Oh, oh! Ma è proprio questo lo scopo,” disse il proprietario tranquillamente: “Tutti quelli che comprano il pacchetto si aspettano di vivere un horror e noi ci sforziamo di dare il massimo da questo punto di vista. Non siete forse spaventati?” chiese il direttore un po’ confuso.

Noi ci guardammo per qualche secondo. “Ehm… in effetti sì, ma noi non…”

“Il signor Malfoy, che ci ha pagato tutte le spese aggiuntive, ha pregato tutti noi di non disturbarvi con le spiegazioni, ha detto che sognavate questa esperienza da molto tempo.”

“Il signor Malfoy?” dissi guardando Theo: “Allora… vi ringrazio, noi però preferiremmo finirla qui con il pacchetto, è possibile passare i prossimi giorni con una vacanza normale?”

“Certo, basta chiedere." Il direttore parlò con il ragazzo, e ci diede la chiave di un’altra camera: “Non sapete quanto sia lunga la lista d’attesa per il vostro pacchetto, sarò ben lieto di darvi un’altra camera”.

Ci allontanammo in silenzio, mi sentivo una vera stupida.

 

“Certo che sono stati bravi, vero?” Osservò Theodore ridendo.

“Aspetta che becchi Draco in giro, ho voglia di Cruciarlo! Spaventarci così…”

Theo mi abbracciò e mi strinse a sé: “Adesso posso affermare di essere soddisfatto della vacanza, perché quando ho avuto paura di morire ho pensato a te. Ringrazierò Draco per questo.”

“In fondo, ora che so che era tutto uno scherzo, posso ammettere che mi hanno terrorizzata a morte.”

Raggiungemmo la nostra nuova stanza e, stremati, cedemmo al sonno. Non vedevo l’ora di iniziare la mia vacanza noiosa.

 

 

   
 
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