Ciao a tutti, cari
lettori! Innanzitutto un bel grazie a tutti voi, quelli che commentano e quelli
che non lo fanno, perché grazie a voi questa fic, coi suoi primi tre capitoli
ha già superato le 100 letture! Mi raccomando, consigliatela, o consigliate
Fairy Tail, così saranno ancora di più a potersi godere questo mio nuovo entusiasmante
lavoro!
Come preannunciato questo
capitolo tratterà principalmente dei Raijinshuu, Freed, Bixlow ed Evergreen (di
quest’ultima ho postato un mio OC, sua figlia, su deviantart, andate a vedere)!
Riusciranno a scovare
l’amico di Makarov che gli ha procurato l’origine della disgrazia del povero
Gazille, costretto in una stanza non insonorizzata dalle urla delle sue
ammiratrici? Vediamo un po’ cosa combinano!
Buona lettura, commentate!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Una città importante come
Magnolia non poteva non possedere una fornita e prestigiosa biblioteca. Questa
si trovava in una piccola piazza a metà strada tra la Gilda e la Cattedrale di
Caldia.
Makarov, portando con sé
Levi, Lucy, Wendy, Charle e Olietta vi giunse poco prima del calar del sole di
quello stesso giorno: malgrado la situazione fosse relativamente sotto
controllo, e nemmeno delle più gravi, il vecchio mago non aveva intenzione di
perdere tempo.
Era una bella struttura, i
cui colori e il cui stile architettonico non stonavano con quelli del resto
della città, ma anzi vi spiccavano per la bellezza dei dettagli. Il piccolo
gruppo di Fairy Tail trovava ad accoglierlo una scalinata di bassi gradini, al
termine della quale vi era un portone in legno ancora più maestoso di quello
della gilda, onorato ai due lati da alte colonne in marmo rosso. Le ragazze erano
strabiliate ed approfittavano della sosta del master per una lunga occhiata.
“Adoro venire qui!” rise
Levi, per la quale il posto era, più che familiare, praticamente una terza casa
(dopo la sua e Fairy Tail ovviamente!).
“Eppure, cara la mia Levi,
non siamo venuti qui per i soliti scaffali che consulti tu. Le informazioni che
cerchiamo si trovano, insieme ad altre sui maghi del passato ed incantesimi
ritenuti pericolosi o potenzialmente tali, in una sala al piano superiore, dove
solo a certi maghi è consentita la consultazione.”
“Wow! Quindi ci saranno
tanti scaffali zeppi che non ho ancora mai visto!” –fece strabiliata la
lettrice più appassionata e rapida di Fairy Tail alzando gli occhi ai
finestroni del secondo piano- “E non mi dica Master che lei è uno di quei maghi
a cui è permesso!”
“Umpf! Naturalmente!”
–disse rivolgendo un sorriso alle sue adepte- “Dopotutto sono uno dei Dieci
Maghi Saggi, per questo posseggo la tessera della biblioteca degli Arcani
Passati, dove solo maghi assolutamente fidati possono fare ricerche.”
“Ma sentite il master
quanto si vanta!” fece Olietta scherzosamente.
Il vecchietto allora
sdrammatizzò con una vocina scema e una faccia dello stesso tipo: “Oh, su, che
male c’è a darsi un po’ di ariette ogni tanto? Lo sapete che in fondo sono un
tipo modesto.”
Lucy, da dietro le sue
piccole spalle, gli lanciò un’occhiatina furba: “Sarà, ma non può negare la
gran bella figura che ci fa a farsi venire in giro circondato di ragazze belle
come noi!”
Un complimento alle amiche
e a sé stessa già che c’era.
Makarov diede due finti
colpi di tosse: “Ma perché dovete sempre pensare che io abbia secondi fini? Vi
ho portate con me perché ritengo possiate essere più al sicuro al mio fianco:
alla gilda c’è Gazille in quarantena, ma con lui non si può mai essere troppo
sicuri.”
“Dice benissimo!” fece la
gattina bianca annuendo vigorosamente.
La piccola Wendy alzò gli
occhi al cielo, ricordandosi di quando quella mattina la sua amica l’aveva
afferrata per un braccio e trascinata via per salvarla dall’Incanto Capidus. In
particolar modo ricordava una botta sulla testa che aveva preso mentre volavano
via: quell’insegna era nuova e il legno era ancora bello solido!
A volte ad essere troppo
premurosi si finisce con l’essere controproducenti!
“Inoltre così potrete
darmi una mano, specialmente tu Levi.”
Levi tirò fuori dalla
tasca un fodero bianco ed inforcò in un lampo i suoi occhiali da lettura, un
simpatico ed utile articolo magico che consentiva a chi li indossava di leggere
e assimilare ad altissima velocità. L’amore per la cultura della ragazza
avrebbe poi dato un’ulteriore spinta al loro lavoro, e forse, prima del calare
completo del sole, avrebbero trovato tutto ciò che c’era da sapere sull’Incanto
Cupidus.
“Sono pronta! Grazie di
avermi portata con sé Master, non vedo l’ora di visitare questa sala esclusiva
di cui parla!”
Makarov fece loro strada,
avviandosi con maestosità verso la porta di quel luogo dei mille saperi.
Due minuti dopo…
“COME SAREBBE A DIRE CHE
LA MIA TESSERA è SCADUTA?!?!?!?!?”
“Non urli in una
biblioteca, master!” pregò Wendy, intimorita da quell’escandescenza.
La bibliotecaria al
bancone, ultimo ostacolo tra loro e la sala con i tomi da consultare diede al
povero master il più brusco e il meno elegante degli stop!
“Mi spiace signore.”
–disse senza nemmeno guardarlo negli occhi, troppo occupata a trascrivere sul
suo registro- “A quanto ci risulta lei non richiede il rinnovo di questa
tessera al Consiglio della Magia da almeno sei anni. Di conseguenza lei può
essere un Mago Saggio, un santone, un sapiente senescente, un gran maestro
dall’attraente seguito o chi vuol lei, ma non posso farla entrare.”
L’altera bibliotecaria
dalla intellettuale crocchia mosse un dito e un cordone di pesante velluto magicamente
si sollevò e si agganciò al suo anello, sbarrando loro la via.
Come non bastasse la
superba figuraccia che già aveva fatto, per via della sua altezza era costretto
a restare aggrappato al bancone con i piedi che penzolavano a mezz’aria!
Il vecchio tappo
incavolato che digrignava i denti e la cui pelata pulsava di vene di rabbia, in
quelle condizioni poi, aveva del tutto cancellato il piccolo ma maestoso e
sicuro master di gilda agli occhi del suo femminile e ora sghignazzante
seguito!
“Ih ih ih! Sei anni? Lei
non è poi un tipo così acculturato come pensavo, eh Master?” scherzò Lucy
coprendosi un poco le labbra.
“NIENTE VERO! Io leggo
molto! Consulto poco questi libri: ho solo avuto altre cose per le mani e me ne
sono dimenticato!”
“Lasciatelo stare, alla
sua età qualcosa può sfuggire.”
Wendy lo aveva detto con
innocenza e in sua difesa, ma per lui non fu per niente gradevole sentirlo.
Levi smise si ridere: “Si,
però in questo modo io non posso leggere… cioè, non possiamo trovare le
informazioni che ci servono.”
“Faccia qualcosa, master!”
lo pungolò Olietta.
“CI STO PROVANDO!” gridò
istericamente il vecchio girandosi di botto, e rischiando anche di perdere la
presa e cascare col sedere per terra!
Purtroppo di fronte a sé
aveva una irreprensibile guardiana che recava scritto in fronte: << Niente eccezioni >>. Con l’aria
sprezzante con la quale continuava ad ignorare il celebre mago che aveva di
fronte trasudava intelletto e rispetto delle regole da tutti i pori!
“Grrr… Senta, signora…”
“Signorina.” corresse lei.
“Ci credo…”
“Come scusi?”
“Credo che quello che sto
cercando di dirle sia: come faccio a rinnovare la mia tessera cosicché io possa
consultare quei libri lì dentro?” bofonchiò Makarov nel tentativo di tenere
basso e calmo il tono di voce!
“Beh, tanto per cominciare
riempia questi.”
E come dal nulla fece
comparire alcuni moduli pronti per la combinazione. Makarov prese al volo una
penna lì a disposizione: “Bene, e poi?”
“E poi paghi la mora per i sei anni di ritardo nel rinnovo.”
Trattieniti, si disse,
trattieniti con tutte le tue forze: se spacchi la penna poi ci metterai ancora
più tempo!
“Beh, non ci resta che
aspettare.”
“Lucy, che stai facendo?”
La bionda inorridì vedendo
che le sue mani stavano “lucidando” un bicchiere invisibile!
Risolse tutto dandosi uno
schiaffetto sulle dita e rivolgendo all’amia un sorrisone: “N-niente!”
Charle sbuffò e unendosi
all’attesa si affacciò alla finestra. Il sole scendeva sempre più e l’atmosfera
fuori aveva già il calore del tramonto, mentre loro erano momentaneamente
bloccati. E dire che avrebbero dovuto sbrigarsi in fretta!
Rifletté un po’ tra sé e
sé: << Domani mattina quei tre che
chiamano Raijinshuu raggiungeranno Harujion. Chissà se per loro sarà più facile,
e speriamo che il loro non sia un viaggio a vuoto. >>
Mezza giornata di viaggio
per raggiungere Harujion, pernottamento in una pensione, sveglia presto, e
subito alla zona del porto, centro vitale della città, dove si svolgeva
l’evento che richiamava ogni volta centinaia e centinaia di maghi.
Malgrado la rapidità con
cui si erano mossi da Magnolia, i tre si ritrovarono di fronte una brutta
sorpresa.
“Oh, cielo…”
“Eppure ci siamo mossi di
primo mattino apposta!”
Certo è una buona pensata
quando si ha fretta o non si vuole restare immischiati nella ressa. Ma da quel
che vedevano quella pensata dovevano averla avuta tutti!
Qualche passo oltre i
colorati festoni dell’arco di benvenuto già partiva una distesa inaudita di
folla: chi si muoveva da uno stand all’altro, chi cercava di farsi largo per
accaparrarsi i pezzi migliori, chi semplicemente cercava di fuggire da quel
caos ritrovandosi però inesorabilmente circondato! A contribuire c’erano poi il
parlottio della folla e lo scalpiccio di migliaia di passi, le urla
promozionali dei venditori, gli schiamazzi delle contrattazioni, le urla
furiose di chi non vuole cedere a nessun costo un magnifico esemplare di
tappeto volante, anche se di seconda mano! E poi oggetti magici che si
attivavano volontariamente e non, palloncini sguinzagliati, piccole esplosioni
provenienti dalle mercanzie esposte…
Dal mare e le navi
attraccate alla loro sinistra fino alle case che delimitavano il porto alla
loro destra era quello che gli occhi e le orecchie offrivano alla loro
demoralizzante sconcerto.
E i tre osservavano, come
tuffatori da uno scoglio, quella tempesta in cui dovevano a malincuore
gettarsi.
“E… dove sarebbe di
preciso?” chiese Bixlow grattandosi il capo.
Free frugò nel taschino
della sua blusa: “Il master mi ha spiegato che la via principale del gran
mercato della magia di Harujion, quella cioè dove ci troviamo noi adesso che
siamo appena entrati, è tagliata da varie vie trasversali, lungo le quali sono
disposti gli stand dei vari mercanti. Queste vie sono denominate in base ai
colori, e il suo amico si trova nella via Rossa, che secondo questa piccola
mappa del mercato di quest’anno che mi ha dato dovrebbe essere…” –diede
un’occhiata al foglio, cercando poi riscontro nella realtà aguzzando la vista-
“A circa cento metri davanti a noi e poi a destra per un altro piccolo tratto.
Non è poi così lontano.”
“Cento metri, come no.” -ripeté
Evergreen- “Cento metri da percorrere su cinque centimetri calpestabili di
strada! Questa folla la copre praticamente tutta! C’è più gente qui che ai
saldi di fine stagione nel mio negozio d’abbigliamento preferito!”
Freed con noncuranza
arrotolò la mappa e la rimise in tasca: “Comunque sia dobbiamo farci largo e
trovare l’uomo che ha dato al master quella infausta pozione. Lui e la gilda
contano su di noi, e una volta che i Raijinshuu partono per una missione la
portano al termine alla perfezione, a qualunque costo.”
Bixlow chinò il capo:
“Già… A qualunque costo...”
Evergreen fece lo stesso:
“Era quello che diceva sempre lui…”
“……”
Dopo qualche attimo di
raccoglimento…
“CI MANCA TANTO LAXUS!
SIGH!” esplosero in coro!
Anche i “bambini” di
Bixlow si unirono in lacrime a loro: << Tanto-Tanto-Tanto! >>
Freed fu il primo a
tirarsi su: “Ragazzi, riprendiamoci!”
Bixlow si soffiò
sonoramente il naso e fece poi per restituire il fazzoletto alla compagna.
“Tienitelo!” rispose
prontamente lei allontanandosi disgustata!
“Muoviamoci!” disse Freed
volgendo una mano in avanti come un capitano alla sua truppa, pronta ad agire.
I tre Raijinshuu si
lasciarono inglobare da una risacca di maghi, maghe e sfortunati trascinati lì
a forza, avanzando incerti, cercando di aprirsi un varco con ripetuti “Permesso”, “Scusi” e simili, oltre che con qualche spintone.
Avanzando, Evergreen a
momenti venne colpita dalla gabbietta di un grosso lucertolone, scivolata ad un
piccolo avventore troppo carico per la sua stazza!
“Non faremmo prima se li
trasformassi tutti in statue? Proseguire sarebbe meno difficoltoso.”
“Evergreen, che cosa ti ho
detto riguardo il pietrificare?” la rimproverò lui, continuando a scostare
schiene e ad evitare di pestare piedi dinanzi a sé.
“Che devo farlo per un
buon motivo…” –sbuffò la donna- “A me questo sembra un buon motivo.”
“Le resse saranno
fastidiose, ma alla fine ce se ne esce sempre.” Ribatté il mago dai capelli
verdi.
“Non esserne troppo
sicuro.” –lo apostrofò un uomo dall’aria assonnata e dalla barba ispida- “Io
sono qui da ieri mattina e ancora non sono riuscito a tornare a casa! Sigh!”
Evergreen e Freed si
fermarono a guardarlo oltrepassarli stancamente…
“… Allora? Pietrifico
tutti?” domandò mettendo mano agli occhiali.
“Evitiamolo. Bixlow, tu che sei il più alto di noi dovresti riuscire a vedere
oltre la folla, dico bene?”
Immersi in una selva di
bordoni, alti cappelli a punta, cataste di pacchi, bandiere, tendoni e altro si
vedeva ben poco di ciò che c’era davanti.
“Bixlow?”
Anche Evergreen si accorse
finalmente della sua assenza: “Ma dov’è?”
Guardandosi intorno per
fortuna lo riconobbero subito intento a lustrarsi gli occhi davanti una
bancarella!
“UUUUH! Guardate bambini!
Quanti bei pupazzetti! Ci sono anche quelli con la testa molleggiante!”
<< Boing! Boing Boing! >>
“Ne vuole uno, signore?”
domandò la vecchia dietro il banco.
“Uno? Almeno tre! Così li
regalo anche ai miei compagni!”
“Bixlow!” gridò Evergreen facendolo voltare.
“Ma si può sapere che combini?” –lo guardò torvo Freed- “Non siamo qui per fare
compere!”
L’inquietante gigante si
sbrigò ad allungare le monete: “Scusatemi, è che non ho potuto non venire a
dare un’occhiata! Guardate! Ne ho presi anche per voi!”
Così i Raijinshuu
proseguirono in quella selva di gente arricchitisi di tre pupazzetti con la
testa a molla: un canarino per Evergreen, un camaleonte per Freed e un rospo
per Bixlow!
“Umpf, se non altro mi hai
scelto un animaletto esteticamente valido.” ridacchiò la ragazza dando un
colpetto alla testa del suo regalino.
“A te è piaciuto il tuo
Freed?”
“Bixlow, piantala! Questa
qui è una missione per conto della gilda: siamo qui solo per trovare quel tale Rufus,
non abbiamo tempo per le sciocchezze.”
Neanche un attimo dopo
aver finito di parlare: “Dov’è Evergreen?”
“?!?!?!?”
Lo spadaccino si squadrò
in tutte le direzioni: ora era sparita lei!
Per fortuna Bixlow, non
più distratto, ebbe modo di sfruttare la sua altezza considerevole: “Eccola!”
La raggiunsero che
trattava con un mercante l’acquisto di una scatolina.
“Questa polverina è quello
che fa per lei! Provare per credere!”
Evergreen ne lanciò un
pizzico in aria e si ritrovò attorniata da un persistente e incantevole
luccichio dai mille colori.
“Meraviglioso!”
“Altroché! Le sue entrate in scena faranno molto più effetto, risaltando fra
l’altro la sua bellezza! Una scatolina di Fairy Powder costa solo 1000 jewel!”
“Ne compro tre! È perfetta per una regina delle fate qual sono, ce l’ha anche
nel nome!”
“EVERGREEN!”
“Solo un secondo Freed, ho già fatto!”
Lo spadaccino si mollò uno
schiaffo in faccia e si disse di portare pazienza: se c’era caduto Bixlow
figurarsi se non succedeva anche a lei.
Lo slalom poté così
proseguire…
“Come ti sembro?”
Bixlow rispose con un
applauso: “Stupenda Evergreen: i luccichini ti donano parecchio!”
<< Brilla! Brilla! Brilla! >>
annuirono dietro di lui i bambini in coro.
Evergreen se la rise di
gusto e di vanto: “Umpf! Lo so! Riconoscerai anche tu che questo è un acquisto
azzeccato, giusto Freed?”
“… Dov’è?”
Il termine dell’effetto
luccichini intorno a Evergreen cessò in corrispondenza del suo stupore; prima
Freed faceva tanto il rigido ed ora era lui a sparire!
Fra l’altro lo ritrovarono
nell’ultimo posto che avrebbero mai potuto immaginare: fermo a pensare davanti
a un tavolino pieghevole su cui un tizio stava giostrando con delle carte: “Questa
vince, questa perde! Questa vince, questa perde! La mano è più svelta degli
occhi, fate il vostro gioco! Questa vince, questa perde…”
Il gioco consisteva
nell’indovinare la carta vincente tra le tre coperte che venivano poste davanti
e che il mazziere provvedeva a mischiare e confondere.
“Freed! Non lo avrei mai
creduto!” inorridì Evergreen, ma l’amico restò impassibile.
“Calmatevi voi due, non è come pensate. Sto solo ragionando un po’. Questo è un
classico trucco per spillare soldi alla gente; questo tizio ha persino un
complice che ogni tanto vince per dimostrare che è “facile”. Ma a me non la si
fa; basta capire che lui cerca di indirizzarti su una carta e puntare, per
esclusione a una delle altre due. State a vedere.” disse facendosi avanti
sicuro di sé, deponendo un piccolo sacchetto di monete sul tavolino.
“Bene signore! Questa vince, questa perde, questa vince, questa perde… A lei!”
“Umpf, è qui!”
“No, è qui!”
E nemmeno il tempo di
guardare la carta rivelata che il tipo aveva già preso i soldi, piegato il
tavolino, raccolto il complice e si era dileguato nella folla.
“……”
“Mpfff…”
“Non… ridete…”
Evergreen allora non rise,
ma non si risparmiò una frecciatina: “A te non la si fa, eh?”
“Quello imbroglia, è
ovvio! Volevo coglierlo sul fatto…”
“E lui ha colto i tuoi soldi!”
Punto una seconda volta,
riprese la marcia a grandi passi, spingendo via la gente con molta meno
cortesia: “Bah, non fa nulla! Erano spiccio letti! Basta perdere tempo e
muoviamoci!”
E gli altri due lo
seguirono, sorridendogli dietro!
“Lo stand di Rufus non è
più qui?!”
“Proprio così.” –rispose
un grasso mercante mentre risistemava i suoi articoli sui banchi- “Il vecchio
Rufus mi ha chiesto uno scambio di posti per tenersi più vicino alla sua nave,
è lì che tiene stoccata la sua roba.”
Sentire di aver fatto una
fatica inutile fino a quel momento li demoralizzò non poco.
“E dove si trova ora?”
“Alla fine della via
Gialla, proprio sul molo, non potete sbagliare.”
“Un’altra bella
scarpinata…” –brontolò Freed controllando il percorso sulla mappa-
“Muoviamoci.”
“Sigh! Sono stando di dovermi fare una sottiletta ogni volta che non ho lo
spazio per camminare!”
“Allora sbrighiamoci Bixlow, prima finiamo prima smetteremo di star qui a farci
spintonare e pestare i piedi. Ma mi raccomando, ora basta distrazioni, intesi?”
“D’accordo.” Risposero gli altri due.
Nel ripercorrere a ritroso
il corridoio Rosso, cercare il Giallo lungo la via principale ed attraversarlo
tutto ricevettero parecchie tentazioni circondati com’erano da venditori in
vena di affari d’oro, ma le superarono tutte con una flemma e una serietà da
veri Raijinshuu!
“Signorina, che ne dice di
questo stupendo scialle in velluto magico?”
“Vorrai dire velluto da
quattro soldi.” rispose sdegnosa dopo solo un’occhiata.
“Un pezzo da collezione!
La sfera di cristallo del mago veggente Orbonio a un prezzo eccezionale.”
Freed neanche rallentò il passo: “Spiacente, non ho dei pesci rossi da metterci
dentro.”
“Pop-corn! Pop-corn caldo!”
“Uh! Pop-corn!
“BIXLOW!”
“… Sigh…”
Anche i suoi bambini ci
erano rimasti male: niente pop-corn!
Freed scosse il capo: meno
male che c’era lui a tenere tutti in riga, salvo qualche piccolo incidente di
percorso. Mentre pensava così sentì una voce ripetere una certa formula, e le
sue ciocche a forma di saetta si drizzarono come antenne!
“Questa vince e questa
perde! Questa vince, questa perde!”
“?!?!?!?”
Evergreen e Bixlow si
fermarono con lui.
“Scusatemi un attimo…”
“Vuole riprovare?”
“Si!” disse il mago dai
capelli verdi con ancora più sicurezza della prima volta.
Posato il suo sacchetto di
monete, cominciò a tenere d’occhio le carte. Ovviamente non servì a nulla:
anche stavolta la carta non era quella giusta e lo svelto mazziere stava per
ripiegare il tavolo e svignarsela con complice. Tuttavia Freed si era premunito
piazzano una barriera magica intorno a loro con la seguente regola:
<< A chiunque imbrogli all’interno di
quest’aria spunterà un forte attacco di orticaria >>
I due imbroglioni,
ricoperti di bolle e piegati dal prurito, furono costretti a sventolare
bandiera bianca!
“Vergognatevi. Non solo ve
la svignate senza nemmeno dare il tempo di controbattere, ma usate persino
carte magiche che cambiano la figura a discrezione dell’utilizzatore, sicché
vincere è impossibile!”
Il Raijinshuu aveva fatto
inginocchiare i due bari in segno di scuse, sguainando la sciabola per
risultare più convincente.
“Sigh, ci perdoni
signore!” si inchinarono profondamente i due.
“Ma poi, usare carte
magiche in un mercato pieno zeppo di maghi; chi volete che ci caschi?”
“Se posso esprimermi…” –disse il complice alzando gli occhi- “In effetti
nessuno si è fermato a giocare… solo lei ci è cascato.”
“Ih ih ih!”
“Uh uh uh!”
<< Ah ah ah! >>
Freed arrossì quanto la
sua blusa: “Non ridete! L’ho fatto in segno di sfida e lo sapete! In quanto a
voi due, mi avete tediato anche abbastanza: restituitemi i miei soldi e non
chiamerò le autorità. Inoltre vi consiglio caldamente di eclissarvi
all’istante.”
“… Che?”
“Sparite prima che mi arrabbi sul serio!” si spiegò il mago in modo più chiaro,
sicché i due gli lanciarono il suo sacchetto di spicci e corsero più lontano
possibile!
Freed rimise la sottile ed
elegante spada nel fodero: “Bah! Brutti, imbroglioni e pure ignoranti.”
Come si faceva a sembrare
cool sfoggiando un forbito eloquio con certa gente?
“Beh, pure tu d’altronde, con certi paroloni… Tediato, eclissarsi…” scherzò
l’amica.
“Eclissarsi: forma
intransitiva di Eclissare, espressione in senso figurato che sta per persone
che svaniscono, si tolgono dalla circolazione, in questo caso usato in senso di
minaccia.”
“……”
Bixlow incrociò le
braccia: “Solo perché parlo con bambole e pupazzi non vuol dire che io sia
scemo o ignorante.”
<< No-no-no! >> confermarono gli
svolazzanti pargoli.
“Nessuno lo ha mai pensato
Bixlow. Dai, muoviamoci ora.” disse dandogli una pacca sul braccio.
Nel girarsi notò un uomo
provenire da dove stavano dirigendosi, ed anche se camminava normalmente
annaspava in maniera vistosa.
“Mi scusi, buon uomo, cosa
le è capitato?”
“Anf… anf… Non ho mai incontrato nessuno più sordo di quel tizio! Anf… anf… Per
comprare un paio di cose ho dovuto strillare in continuazione! Coff coff!
“Umpf, bene! Vuol dire che
siamo sulla strada giusta!” disse Freed per innalzare il morale del gruppo.
Bastava seguire quelli a
corto di fiato!
La via Gialla terminava su
uno dei moli del porto di Harujion. Lo stand che cercavano erano l’ultimo sulla
destra: era molto grande ed era coperto da un tendone verde, sotto il quale
c’era già una bella torma di avventori. E quelli che se ne andavano a mani
piene avevano tutti la lingua da fuori o una brutta tosse secca; non c’erano
dubbi.
“Guarda che fila. A quanto
pare questo Rufus vende della bella roba.”
“Si, Evergreen, ma se
dovessi rispettarla ci metteremo una vita, e ricordiamoci che la nostra è una
missione prioritaria. Dobbiamo parlare subito con questo amico del master.”
“Li pietrifico?”
“Evergreen…”
“Uffa! Allora che hai in mente?”
Sguainò la spada: la
mulinò rapidamente in aria, facendo attenzione a non colpire nessuno. Quando
ebbe finito, le persone davanti a loro sentirono come una forza invisibile
trascinarli indietro! Uno dopo l’altro vennero tutti sbalzati via verso gli
stand vicini!
“Umpf! Solo persone di nome Freed Justine, Evergreen,
Bixlow e Rufus possono entrare in quest’area; le altre verranno respinte.” recitò sprezzante.
Era la regola che aveva
usato in quel frangente per il suo incantesimo di barriera. In quel modo
inoltre potevano parlare liberamente e quanto volevano senza che nessuno
venisse a interromperli.
I tre Raijinshuu
penetrarono senza alcuna difficoltà attraverso l’area, mentre gli ultimi
clienti, sbalorditi, erano trascinati via lamentandosi dell’increscioso
trattamento!
“Tsk! Cosa non si fa al
giorno d’oggi per scavalcare in una fila!” mormorò sdegnata una grassa signora
mentre volava via come una piuma.
Il trio si diresse subito
verso il tendone, dove alcune casse poste in fila formavano come un bancone. Sugli
scaffali dietro di esso si poteva osservare ogni tipo di mercanzia, ma del
gestore neanche l’ombra.
I tre avanzarono con
circospezione tra gli articoli, guardandosi intorno, seguendo un rumore di
carabattole spostate, finché trovarono chi cercavano. L’amico di Makarov era un
vecchietto molto basso, ma all’apparenza anche energico per come si muoveva
senza sosta, apparentemente intento ad una specie di inventario di tutte le sue
cianfrusaglie. Aveva un paio di lunghi baffetti brizzolati e portava in testa
una grossa tuba verde molto consunta.
“Scusi, signore.”
Questi prese un piede di
porco da un sacco e cercò di adoperarlo per scoperchiare una cassa molto più
grossa di lui, ma la scarsa altezza e la poca forza gli rendevano le cose
difficili.
“Il signor Rufus, presumo.
Ci scusi se la disturbiamo ma dovremmo urgentemente parlare con lei.”
Il vecchio, dopo essersi
fatto rosso per lo sforzo, aveva aperto la cassa e ci si era infilato dentro
con in mano penna e cartella, controllando meticolosamente il contenuto e
tirando fuori le imbottiture in eccesso. Era così assorto nei suoi affari che
sembrava che per lui il mondo esterno non esistesse.
“Beh, sapevamo che era
duro d’orecchi.”
Evergreen, spavalda, lo
sospinse leggermente indietro: “Ci penso io ad attirare la sua attenzione:
sordo o non sordo è pur sempre un uomo, e io ho un certo fascino!”
Inoltre le dava occasione
di provare il suo acquisto: gettò in aria un pizzico della polverina, e così
avvolta da un pigolante luccichio, si mise in posa ed abbassò di un tono la
voce per renderla ancora più stuzzicante.
“Scusi, signore, non
avrebbe un minuto da dedicarmi?”
Il rumore delle
cianfrusaglie smosse dal vecchio fu l’unica risposta.
“……”
Bixlow e Freed si
guardarono preoccupati. Evergreen diventava pericolosa quando si sentiva
ignorata, e i suoi fatati luccichini stavano trasformandosi in fiamme!
“GRRRRR! NESSUNO HA MAI
OSATO TANTO!”
Aveva già sguainato il
ventaglio, ma Bixlow le acchiappò il braccio prima che facesse pazzie.
A Freed non restò che
andare a bussare direttamente sulla spalla del mercante.
“AAAAAAAH!”
Spaventato era caduto
dentro la sua stessa cassa!
“Mi scusino, signori
clienti, ma avreste potuto chiamarmi!”
“Ci abbiamo provato.”
“Trovato? Trovato cosa?
Ah, ho capito! Avete trovato me! Ma certo! Non siete gli unici che vengono di
lontano apposta per dare un’occhiata alle mie meraviglie! Le sto ancora finendo
da scaricare dalla mia nave, ma date pure un’occhiata.” disse, chiedendosi
contemporaneamente dove fossero finiti tutti gli altri clienti…
Freed capì che bisognava
prepararsi ad una lunga serie di fraintendimenti: “A dire il vero non siamo qui
per fare acquisti. Ci manda il suo amico Makarov” disse a voce alta, senza però
esagerare.
“Macaco? No, mi spiace,
per principio non vendo animali, mi fanno tanta pena nelle gabbie.”
“Ho detto Makarov!
Makarov!”
Vedendolo sbracciarsi
tanto, Rufus si mise in punte di piedi e gli porse un orecchio: “Che dice?”
“CI MANDA IL SUO AMICO
MAKAROV! E in quanto a voi due non pensate che dovrò essere io l’unico a
sgolarmi: faremo a turno!” disse, avendo già capito l’andazzo!
“Ah, ma certo! Makarov! È
venuto qui giusto l’altro ieri!”
“Si, lo sappiamo.”
“Lo amate? Beh, naturale,
è una gran brava persona!”
“Mi scusi.” –domandò
Bixlow gridando- “Ma perché non usa uno di quei cornetti acustici?”
“Mi hai preso per una
pasticceria ragazzo? Dubito che troverai dei cornetti qui al mercato, però ho
visto un venditore di pop-corn venendo qui…”
“CORNETTI ACUSTICI!”
<< Sordo! Sordo! Sordo! >> lo
aiutarono i bambini.
“Ah, quelli! No, figliolo,
quelli sono per i sordi.”
“……”
“Io sono solo un po’ duro d’orecchi!”
I tre Raijinshuu
capitombolarono con la schiena a terra!
Ci vollero cinque minuti
per convincerlo che non erano interessati proprio a nulla della sua roba, e
altri cinque per fargli capire che aveva commesso un errore nell’ordinazione
del loro master. Al termine di quei dieci minuti, i tre Raijinshuu erano già
stanchi nonostante gridassero a rotazione!
“Uh, capisco! Brutta roba…
Makarov è un buon cliente oltre che un buon amico, sono molto dispiaciuto,
credetemi. E che cosa gli avrei fornito per errore?” disse piazzando sulle
casse alcune pianticelle fiorite, una delle quali addentò la sua tuba
portandosene via un pezzo, mentre un’altra, buongustaia, stava dirigendosi verso
una pozione incustodita.
“Una boccetta di Incanto
Cupidus.” disse Freed, di cui era il turno.
“Incanto Pruritus? Uh uh
uh! Ora capisco! È da ieri che si gratta le chiappe, vero? Era molto in voga ai
nostri tempi per fare scherzi. Che strano però, non ricordo di averla avuta tra
le mani di recente.”
“No, Incanto Cupidus!”
“Stupido a me?! Ma come ti permetti!”
“CUPIDUS! CUPIDUS! HA PRESENTE L’ANGIOLETTO CHE VA IN GIRO A FARE INNAMORARE LA
GENTE?!?!?”
Bixlow, dietro di lui, lo
sostenne mimando un arciere e poi un tipo che si teneva il cuore sospirando.
“Ah, si, quella me la
ricordo! Così quell’articolo era un errore…”
Freed, contento che avesse capito, restava ugualmente oltraggiato dal fatto
che, per quanto sordo, Rufus non si fosse chiesto cosa se ne facesse il suo
amico di un intruglio tanto pericoloso: “Già, e così ora la nostra gilda è nel
caos. Ma lei, visto che conosce bene il master, perché gli ha fornito una
simile pozione?”
“Beh, effettivamente la
cosa mi ha stupito: Makarov non hai ricorso a mezzucci con le pollastrelle, eh
eh eh! Sinceramente, pensavo che un pezzo grosso della magia come lui, Maghi Saggi
e tutto, volesse quel raro esemplare per tenerlo sotto chiave per impedire
finisse in mani sbagliate o roba simile. So che è una magia pericolosa, ma con
le pozioni in fondo basta stare attenti che le boccette non finiscano dove non
dovrebbero.”
CHOMP!
Per l’appunto la piantina
che si era sbevazzata la boccetta incustodita di poco prima era cresciuta di un
metro in altezza ed aveva ingurgitato uno dei bambini di Bixlow!
“AAAAAARGH! SPUTALA
BEGONIA TROPPO CRESCIUTA! SPUTA IL MIO BAMBINO!”
<< Sputa! Sputa! Sputa! >>
Rufus, non desiderando che
la sua vegeta merce si rovinasse, provvide velocemente: con una semplice piuma
fece il solletico alla pianta facendola ridere finché il “bambino” non uscì
fuori, tornando tra le mani di un risollevatissimo Bixlow e tra le feste dei
suoi fratellini.
Come onesto venditore era
costernato: “Accidenti, ma come ho fatto a sbagliarmi così? Portategli le mie
scuse, e ditegli che vale la garanzia soddisfatti e rimborsati, è il minimo.”
Ora che si erano spiegati erano
riusciti a farlo stare fermo. Già ci sentiva poco, figuriamoci quanto capiva
facendo più cose contemporaneamente.
“Errare è umano.”
“UN NANO?!?!? Tsk! Come si sta lassù, “Perticone”? Si vedono bene i gabbiani?”
Bixlow alzò le mani in
segno di scuse: “Ma no, ha frainteso!”
Proprio come Makarov,
anche quel Rufus aveva un’insolita energia nonostante l’età.
“La prego, signor Rufus,
la situazione è seria: la pozione è finita tutta su un nostro compagno e alcune
nostre ragazze si sono innamorate di lui, e c’è il rischio serio che si facciano
a pezzi pur di ottenerlo. Deve dirci tutto ciò che può su quella pozione, da
come l’ha avuta a qualche effetto collaterale che conosce, o, se esiste, un
modo per cancellarne gli effetti.”
“…… eh?”
E qui le braccia di Freed
cascarono: “… Dimenticavo con chi è che sto parlando! Sigh! Ragazzi, datemi una
mano!”
Bixlow e Evergreen
tentarono allora ad accompagnarsi coi gesti e a scandire bene le parole.
“LEI…”
“DIRE…”
“NOI…”
“COSE SULLA POZIONE… GLU GLU! CAPITO?”
“CHE FA INNAMORARE…”
Sentendosi osservati i due
si girarono che ancora mimavano un angioletto arciere e una bevuta: il loro
tentativo di farsi comprendere aveva attirato un paio di curiosi che li stavano
guardando come si guardano dei clown fuori programma…
“……”
“……”
“… SPARITE! FAIRY MACHINE GUN:LEPRECHAUN!”
Le bombe scagliate dal
ventaglio della maga allontanarono gli spettatori, ma non il pesante senso di
figuraccia!
“Ehi, non spaventatemi i
possibili clienti! Piuttosto, non volete chiedermi cosa so su quella pozione?”
“CI STIAMO PROVANDO DA QUASI MEZZ’ORA!” gridarono i tre insieme con gli occhi
da fuori!
“Ehi, non gridate! Poi vi
viene la tosse, vi si alza la pressione e altre cose spiacevoli.”
“Infatti… Coff! Coff!
Coff!”
Rufus allora si mise
comodo sulle casse del bancone e cercò di accendersi una pipa, ma uno dei
bouquet viventi fu più rapido e si mangiò il sacchetto di tabacco mentre
parlava: “Beh, ho poco da dire su quella pozione, se non della fatica che ho
fatto per trovarla; per ragioni che potete immaginare, non ne esiste una gran
quantità. Tramite un contatto (ho parecchie conoscenze), ho saputo che c’era un
tizio che ne aveva una boccetta e voleva sbarazzarsene: ci siamo incontrati a
Oshibana una settimana fa, e alla faccia del volersene sbarazzare, quel
bellimbusto è riuscito a farmi scucire ben 30000 jewel! Tra l’altro c’era anche
un altro concorrente oltre a me che ha cercato di far partire un’asta; per
fortuna avendolo contattato io per primo, quel tipo si è quantomeno dimostrato
corretto vendendola a me (anche perché così aveva una scusa per alzare ancora
il prezzo!).”
“Ha idea da dove proveniva
l’uomo che gliel’ha venduta?” chiese Freed continuando a gesticolare.
“Di solito non mi
interesso molto delle vite di quelli con cui tratto, ma mi pare fosse
originario del sud del regno.”
La si poteva considerare
una mezza buona notizia: significava che la pozione non proveniva dall’estero,
ma dallo stesso regno di Fiore.
“Penso sia tutto qui.”
“Tutto qui?!” –la Raijinshuu
sobbalzò- “Questo è tutto quello che ci può dire? Praticamente è niente!”
“Eh, si, sono perle vere
quelle e se si rompe il filo si raccolgono da sole, le vuole? Posso farle uno
sconto!” disse avendo capito che quella tipa qualcosina la volesse acquistare.
Non una, ma ben due vene
pulsanti esplosero su Evergreen! I suoi compagni subito si attivarono per
provare a placarla.
“Calmati Evergreen, per
quanto poteva ci ha aiutati, se non sa nient’altro non possiamo certo…”
Evergreen si tolse in malo modo le loro mani dalle spalle: “Calmarmi?!?!? Siamo
venuti qui ad Harujion, ci siamo fatti una scarpinata in mezzo a una calca
immane in cui mi hanno pestato due volte le scarpette, facendo anche un giro a
vuoto, abbiamo trovato il tizio che dovevamo trovare, per farci capire da lui
ci siamo fatti venire il mal di gola e un travaso di bile, passando anche per
dei cretini, e tutto per niente?! Eh, no, non ci sto!”
“Si, penso di avere tutto
ciò che mi ha chiesto, aspetti che vado a prendere la roba! E comunque non si
preoccupi, io non discuto mai dei “gusti” dei clienti…”
Gli altri due maghi fecero
un passo indietro.
“Freed, penso dovremo portare via Evergreen prima che sia troppo tardi.”
“Temo sia già troppo
tardi, Bixlow…” ormai non gli restava che guardare!
“Non voglio acquistare
niente, accidenti a lei!”
“Denti? Ma certo, di che
le servono? Unicorno? Idra? Coccatrice? Sugli incisivi c’è lo sconto del 30%!”
“GRRR!”
I suoi amici non si aspettavano
altro che vederla strangolarlo, ma incredibilmente lei prese un respiro
profondo nel tentativo di calmarsi: più che per buone maniere lo faceva per i
suoi magnifici ondulati capelli. Si sa che quando ci si stressa cadono!
Si avvicinò ad un passò da
lui, facendogli segno di guardare le labbra e parlando più chiaro e scandito
possibile: “Dobbiamo capire se c’è un sistema per disincantare l’Incanto
Cupidus. Lei che sembra un tipo con le mani in pasta, per favore, cosa può
dirci al riguardo?”
Dopo qualche attimo di
incertezza Rufus si tolse la tuba, e si lisciò i capelli con una mano
insalivata: “Con molto piacere, signorina. E dove stasera?”
“……”
“……”
ZAP!
Non ce l’aveva fatta. Alla
fine si era tolta gli occhiali.
A pugni e denti stretti e
a passi marcati, quasi stesse sfogando la sua rabbia prendendo a calci il
terreno, cominciò ad avviarsi senza i suoi compagni.
“Ora è troppo! Ne ho
abbastanza di questo buco nell’acqua! Torniamocene alla gilda prima che mi
vengano le rughe!” biascicò istericamente tra i denti chiusissimi.
“Ma… Evergreen! Lo
lasciamo così?”
Sembrava un piccolo nano
da giardino: era anche carino con quel sorriso sornione e la tuba tenuta
signorilmente sul petto in fuori!
“Tra una mezz’ora tornerà
normale, e forse gli verrà anche la santa idea di usare un %!&!$!£!
cornetto acustico!”
“Evergreen! Ma cosa sono
queste parole! Non davanti ai bambini!”
<< Scostumata! Scostumata! Scostumata!
>>
Evergreen si girò, e
Bixlow saggiamente si ingoiò la sua lunga lingua tatuata.
E così i Raijinshuu si ritrovarono a farsi largo verso l’uscita, percorrendo il
cammino a ritroso, senza che il chiasso e la folla fossero diminuiti di un
nulla. Ma ormai il Gran Mercato della Magia di Harujion risultava loro così
indifferente: la loro missione aveva dato risultati scarsissimi, ed erano tutti
e tre demoralizzati.
“Chissà come faranno Mira
le altre a tornare normali, eh Freed?” disse il gigante sconfortato.
“Non ci resta che sperare che
il master abbia scoperto qualcosa di più utile.”
“Uh, già, il master! Non
vedo l’ora di vederlo e dirgli che cosa penso dei suoi amici!”
“Calmati, Evergreen, per
favore: ti ho anche concesso una pietrificazione.”
Evergreen incrociò le
braccia: “Umpf! Ma come fa a fare acquisti da quello lì? Rischia di venderti
una tarantola al posto di una lampada!”
“Bella battu… !!!”
Evergreen per poco non
urtò contro la sua schiena: “Ehi, Bixlow, perché ti fermi?! Non mi dire che
vuoi comprare altro perché voglio essere fuori di qui il prima possi… !!!”
“Ehi, che vi pre… !!!”
La folla cominciò a
scorrere intorno a loro come intorno a tre pesanti insensibili rocce nel greto
di un torrente.
Gli occhi fissi su una
bancarella, sulla quale, ai loro occhi, spiccava un oggetto che all’andata non
avevano notato!
Evergreen aprì bocca per
prima: “Quello… dobbiamo…”
“Comprarlo!” asserì deciso
Freed.
“Approvato!” disse Bixlow
richiudendosi la mandibola!
<< Compra! Compra! Compra! >>
E quando i bambini dicono
di comprare, si compra! XD
Purtroppo la gran fatica
dei nostri insoliti eroi, i temibili Raijinshuu, non ha prodotto grandi
risultati, almeno in apparenza. Il metodo per salvare Mira e le altre è ancora
sconosciuto. Non ci resta che attendere il prossimo capitolo e vedere cosa il
master è riuscito a cavare dalla mora per la tessera della biblioteca! XD
Un capitolo un po’ di
transizione, con la storia che avanza molto poco; in effetti, l’ho ideato
principalmente per dare risalto a dei personaggi che mi piacciono molto ma che
probabilmente compariranno poco nel seguito di questa storia.
Spero questo intermezzo vi
sia risultato spassoso, e che vi dia un bel po’ di appetito per il prossimo
tassello di questa storia, in cui torneranno Natsu, Gazille e gli altri! ^__^
Alla prossima!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!