Cicatrici
«Scopriremo
quanto è sporco il suo
sangue!»
[…]
Lo scoppio fu come un colpo di cannone
e le fiamme dorate che eruppero tra loro, al centro esatto del cerchio
che
avevano disegnato, segnarono il punto in cui gli incantesimi si
scontrarono.
[…]Tom Riddle crollò sul pavimento con banale
solennità.
[…]
La felicità sarebbe arrivata, pensò
Harry, ma al momento era attutita dallo sfinimento, e il dolore per la
perdita
di Fred, Lupin e Tonks lo trapassava a intervalli regolari come una
ferita
fisica. Provava soprattutto uno straordinario sollievo e una gran
voglia di
dormire.
Harry Potter e I
Doni della Morte – J.
K. Rowling
Una luce verde
accecante, poi il volto
bianco di un Piton morente che gli ordinava a rantoli “Gu
… ar … da … mi.”, un
sorriso, quello di Ginny, che si offuscò immediatamente,
mentre guardava quello
che accadeva dietro di lei: l’esplosione del fianco di
Hogwarts. La mano di
Hermione, e l’aspetto sconvolto di Ron - il viso spento di
Fred, freddo. Poi
tanta confusione, la risata malefica di Bellatrix Lestrange, gli occhi
chiusi
di Remus, e il corpo morto di Tonks, accanto a lui, che in un ultimo
disperato
tentativo sembrava ancora cercarlo, un gridolino acuto di bimbo: Ted.
Agli
occhi sorridenti del bambino se ne sovrapposero altri due, verdi. Ora
rivedeva
se stesso, protetto dall’abbraccio di sua madre, e
l’ultima maledizione, ancora,
un’altra luce verde.
Si
svegliò di scatto, rovesciando le
coperte in aria, sentiva come la necessità di fare qualcosa,
di correre da
qualche parte. Poi realizzò.
Era finito.
Tutto. Finalmente lui era morto,
nonostante rimanesse nei
suoi incubi. Allungò la mano a destra per cercare gli
occhiali sul comodino,
spariti. Alzò di poco la testa, li trovò dove
spesso erano stati nel corso dei
suoi lunghi sei anni a Hogwarts. A terra accanto al letto. In frantumi.
--
La testa
leggermente piegata di lato,
Hermione provava a concedersi uno dei suoi lunghi momenti di indulgenza
in
biblioteca. Aveva cercato il silenzio, e adesso il silenzio si
intrometteva tra
lei e la sua lettura. Poemi anglosassoni antichi: La
rovina, L’errante, Il Bestiario …
Era ancora
troppo presto perché fosse
semplice. Mai notte era stata così lunga e così
piena di eventi.
Aprì
di nuovo la prima pagina, si
fermò ancora, e ancora, a osservare la grafia minuta e
ordinata.
Hermione,
mi affido alla
strega quattordicenne più brillante che abbia mai conosciuto
affinché si prenda
cura di questo libro, fin troppo maltrattato. Non potrei consegnarlo in
più
sagge mani.
Mi auguro ti
conceda qualche attimo di svago dai tuoi due compagni combinaguai,
con affetto
il tuo vecchio
amico
Remus Lupin
Tracciò
con le dita ogni lettera, come
se indugiare sulla dedica servisse a commemorarli, tutti, non solo lui.
Remus e
Tonks, Fred e Colin Canon, e quegli altri cinquanta. Cinquanta senza
nome, che
aveva visto passeggiare per questi stessi corridoi, che
l’avevano salutata al
mattino, con cui aveva mangiato o scambiato qualche battuta. E gli
altri: quanti
altri? Torturati, uccisi, prima della fatidica notte della vittoria.
Torturati
perché opponenti, perché orgogliosi,
perché diversi. Diversi?
Si
ritrovò, senza accorgersene, ad
accarezzarsi il braccio. Lì, dove era stata marchiata. Mudblood. Sporca mezzosangue. Ancora una
volta, seguì il percorso
d’ogni carattere - una grafia
così
differente. Nessuna magia avrebbe mai cancellato quei segni,
era stata stigmatizzata.
Infangata, per un attimo, si sentì realmente
sporca.
Avevano vinto.
Voldemort era morto,
gran parte dei peggiori Mangiamorte aveva fatto la sua stessa fine, e
gli altri
di lì a poco sarebbero stati tutti condotti ad Azkaban. Ma
il segno sarebbe
rimasto. Ma Ted Lupin non avrebbe mai conosciuto i suoi genitori. Ma
quei
cinquanta erano morti.
“Fa
male?” udì una voce conosciuta
chiederle. Harry la stava osservando, aspettando una risposta,
più curioso che
preoccupato. Poggiava la testa su uno scaffale, come se gli pesasse,
teneva in
mano gli occhiali. Hermione dedusse dallo stato terribile dei suoi
capelli –
più spettinati del solito – che si era appena
svegliato.
“No,”
rispose secca. “O almeno non in
quel senso.” Harry si avvicinò, e prese posto
sulla sedia affianco a lei, guardando
il braccio scoperto della ragazza.
“Hai
provato a - ”
“No.”
Lo interruppe, “Non servirebbe.”
“Già,”
si limitò a rispondere
pensieroso. Per undici anni della sua vita una cicatrice era stata
tutto quello
che lo legava al suo passato, e per i restanti sette quella cicatrice
era stata
allo stesso tempo la sua condanna e la sua stessa identità.
Ma quella traccia
sul braccio di Hermione era di altra fattura, era un colpo volutamente
inflitto
per cancellarla, l’identità; per rubarle la
dignità.
Alzò
lo sguardo per cercare gli occhi
di Hermione, lei lo rassicurò, forse non del tutto convinta,
ma determinata.
“Starò
bene.” Il ragazzo sorrise
sollevato. Ci potevano provare, ma mai avrebbero rubato la
dignità, il
coraggio, la forza d’animo a Hermione Jean Granger. Mai. Herm
continuò
“Torneremo tutti a stare bene. Prima o poi.”
Prima o poi.
Certi tagli ci avrebbero
messo più tempo, ma si sarebbero rimarginati anche questi
alla fine. Harry
rivide il sogno di quella mattina riattraversargli la mente –
l’ultimo sguardo
di Piton, i corpi morti affiancati di Remus e Tonks, il sangue sul viso
di
Fred. Fred, sempre così pronto al sorriso: Si
starà facendo già delle grosse risate alle nostre
spalle, pensò. Di certo,
avrà apprezzato la furia di sua
madre nell’attaccare Bellatrix. Risate amare.
Hermione percepì il suo
disagio, ma rimase in silenzio, pronta ad ascoltare, se ce ne fosse
stato
bisogno.
Ron e Ginny
erano tornati alla Tana
quella mattina stessa, prima ancora che Harry si svegliasse. Ron gli
aveva
lasciato un biglietto stropicciato sul letto. Per un istante, aveva
provato
rabbia e delusione; ormai si sentiva parte della famiglia Weasley, si
era
sentito escluso. Subito dopo però, si era reso conto
dell’egocentrismo che
stava dietro tale ragionamento. Dovevano elaborare il lutto, e dovevano
farlo
da soli, in famiglia.
“Herm,
quanto può far male vedere il
proprio figlio morire?”
“Onestamente?
Non oso neppure
immaginarlo. Sarà come se ti strappassero un pezzo di te,
penso.” Avrebbe
potuto di dire ‘un pezzo d’anima’, ma non
era più sicura di quanto un’anima
frantumata fosse sinonimo di dolore immenso.
Quella domanda
che ronzava nelle loro
teste da circa sette anni ormai, tornò prepotente a porsi
negli occhi di
entrambi: perché? Perché? Perché a un
vecchio mago del Medioevo piaceva credere
che essere discendente di maghi da più generazioni valesse a
renderlo migliore
dei Babbani o dei maghi Nati Babbani? O perché un ragazzino
era stato privato
di ogni forma d’amore, e voleva vendicarsene col mondo? O
perché quel ragazzino,
poi cresciuto, aveva conosciuto cosa fosse il potere, e non riusciva
più a
staccarsene, non riusciva più a staccarsi dalla vita? O
forse era semplicemente
scritto così? Se non fosse stato Tom Orvoloson Riddle
sarebbe stato qualcun
altro …
“Non
mi hai detto che sei venuto a
fare in biblioteca, comunque.” Gli ricordò
Hermione, cercando di scacciare via
quei pensieri tristi, troppo vicini a elucubrazioni inutili.
“Ti
cercavo. E sapevo che ti avrei
trovato qui.” Hermione alzò gli occhi al cielo,
era davvero così prevedibile?
“Cosa
posso fare per ‘il salvatore del
mondo magico’?” Harry fece una smorfia disgustata a
quell’appellativo. “Ehi, ti
ci dovrai abituare. Sarà questo il tuo epiteto
adesso!”
Il ragazzo si
accontentò di scrollare
le spalle, e rispondere con un’infantile linguaccia al
sorriso sarcastico di
lei. Poi lasciò andare sul tavolo davanti a loro gli
occhiali che aveva tenuto
in mano fino a quel momento. Anch’essi sembravano aver
combattuto una guerra,
solo che Herm ricordava bene: all’alba, dopo la battaglia,
erano ancora
completamente interi.
“Sono
caduti mentre dormivo, devo aver
fatto un po’ troppi movimenti bruschi nel letto.”
Harry cercò di giustificarsi
allo sguardo interrogativo dell’ amica.
“Mi
hai cercato perché ti aggiustassi
gli occhiali?”
“Esatto.”
Hermione continuò a
guardarlo curiosa, ma lasciò correre. Bacchetta in mano,
pronunciò un breve
“Reparo!” e le lenti sgretolate ritornarono
intatte, come se nulla fosse
accaduto.
“Herm,
dobbiamo ricostruire quello che
si è rotto.” La ragazza capì allora che
non si riferiva solo ai suoi occhiali,
o alle mura crollate della loro scuola, che stavano osservando proprio
in
questo momento dalla finestra della biblioteca.
“Dobbiamo
far cicatrizzare le ferite,”
Harry prese la mano destra di lei, e i loro due indici, insieme,
rifecero il
percorso seguito poco prima dalla sola Hermione, “e
dimenticare le cicatrici.”
Poi portò le loro dita sulla sua fronte, sulla sua saetta.
Mentre l’abbassava,
mantenne stretta la sua presa sulla mano della ragazza. “Non
faranno più male.”
L’assicurò col tono di certezza e comando che
aveva imparato ad assumere negli
ultimi mesi.
Lo sguardo del
ragazzo fece venir
voglia a Hermione di abbracciarlo forte e stritolarlo tra le sue
braccia, come
ai vecchi tempi. Di certo non ebbe scrupoli a farlo. Harry sorrise del
suo
gesto improvviso, e nell’abbraccio, iniziò a
canticchiarle nell’orecchio un
vecchio ritornello che gli girava in testa.
“Hold on to me tight, hold on, I
promise
it will be all right…”
Stringimi forte,
stringi, ti prometto
che andrà tutto bene. Sì,
andrà tutto
bene. Hermione non aveva più alcun dubbio. Si
staccò leggermente per
guardarlo negli occhi.
“Potter,
sei stonato.” E risero.
Ridere non sembrava più così impossibile.
Than we could ever be alone
So hold on to me
Don’t you ever let me go*
NA:
*Perché
qui insieme siamo molto più forti/ Di quanto mai potremmo
essere da soli/Allora
stringimi/Non lasciarmi andare mai.
Confesso.
Avevo
in mente tutta un’altra musica, ma poi ne è venuta
fuori questa cosettina qui,
e boh, per ora mi piace un sacco. Mi sembra un’ottima
conclusione. Spero
piaccia anche a voi.
Come
avrete ormai
capito, è movieverse, perché nel libro la scena
della tortura di Hermione è
diversa, e Bellatrix minaccia solo (--__--) di ucciderla, ma quel
‘marchio’, mi
è rimasto in mente fin dalla sera in cui ho visto il film.
È molto forte, più
del Crucio stesso forse, mi ha fatto tornare in mente il parallelo con
la
seconda guerra mondiale … comunque, bando alle malinconiche
riflessioni sulla
storia moderna e contemporanea (perché un sito di ff non
è proprio la sede
adatta), per la prima volta ho intrecciato i due pdv, e gli occhiali
che cadono
dal comodino vi assicuro sono un’occorrenza molto
più ‘ricorrente’ di quello
che voi potreste pensare. Dato che questa storia ha
‘sconvolto’ tutto lo schema
che avevo in mente, non ho scopi particolari da sottolineare
– solo il richiamo
al loro primo incontro, ma che non credo affatto debba evidenziarlo ai
vostri
occhi (e dicendo questo l’ho fatto, vabbbé XD).
Ve
l’affido. Ve
la porgo in dono, come fosse uno dei miei tesori più
preziosi. Fatene quello
che più vi aggrada. (ihih, ci ho preso gusto a parlare
‘antico’!)
Ovviamente,
questa
sarà l’ultima shot della raccolta; immagino che ci
sia un’altra miriade di momenti
che potrebbero essere trattati, o rubati dal libro, e forse col tempo
tornerò a
infilarci nel mezzo momenti, così, ma credo si capisca anche
abbastanza bene da
quest’ultimo testo, che la mia scrittura è
già in un altro mood. Infatti, ho un
annuncio da farvi (altrimenti detto ‘pubblicità
occulta previdenziale’) … rullo
di tamburi … sto scrivendo una long-fic, basata
sul pairing Harry/Hermione, ma con
tanta altra carne al fuoco che ancora non so bene come gestire; una
long-fic
molto ardita, e difficile per me, abituata a scrivere flufferie
romantiche. Infatti,
non è né una cosa solo romantica, né
un tentativo di imitare la Rowling, nei
miei progetti dovrebbe assomigliare più a un romanzo
psicologico che a uno di
avventura. Spero che vorrete farmi l’onore di andare a
sbirciare, quando
pubblicherò il primo capitolo (il che non avverrà
presto comunque, perché
vorrei andare un po’ avanti con la trama, prima di iniziare a
pubblicare).
Tranquilli
però,
non vi libererete di me, facilmente; ormai ho la mania notturna di
scrivere Ff,
e credo che troverete in giro spuntare mie storie quando meno ve lo
aspettate. XD
Scritto
tutto
questo inutile sproloquio, vi ringrazio di cuore, per aver letto,
commentato,
apprezzato, preferito o seguito queste shots. Era tutto nato
più per sfida e
per gioco, e poi mi avete fatto affezionare a queste mie idee balzane.
Grazie mille,
grazie, grazie. Spero
vogliate lasciare la vostra opinione anche su quest’altro
momento rubato.
Credits
a J.K.
Rowling, per Harry Potter e tutto il resto, a Beatrice Masini per la
traduzione
italiana, a Micheal Bublé per Hold on, tratto
dall’album Crazy Love (che non è
affatto una vecchia canzone, ma ci stava bene!); i poemi anglosassoni
sono
veri, in genere composizioni anonime o di difficile attribuzione, non
so però
indicarvi le traduzioni italiane, purtroppo.
PS
Visto che la
soundtrack ci esce? Dato che sono fuori di testa, ho creato una
playlist su
youtube, potreste leggere col sottofondo musicale … http://www.youtube.com/view_play_list?p=25D2E234118C06F7
(ovviamente i video non sono miei e neppure
le canzoni … XD)
EDIT 26/04/2011:
Storia revisionata.