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Autore: SummerRestlessness    08/12/2010    0 recensioni
Ti è mai successo qualche volta di stare "in the sky with diamonds" e di non voler scendere da lì, per nessun motivo?
Perchè poi, un motivo non c'è.
E' una SongFic molto breve, uno shottino di tequila ;)
Update: ho aggiunto un secondo "capitolo", quindi dopo la shot inizia una specie di ff vera e propria...!
Cosa succede quando due persone che hanno condiviso qualcosa si incontrano ancora dopo tanto tempo? Cosa avranno da dirsi?
Si possono portare indietro le lancette e ricominciare da capo?
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Now she in the club with a freaky dress on

Cats don't want her to keep that dress on

Trying to get enough drinks in her system

 
Easy for a good girl to go bad
And once we gone
Best belief we've gone forever…
(Good Girl Gone Bad, Rihanna)

 

- Come va?

Quella domanda e la sua voce le riscaldarono la pelle più di tutto l’alcool che aveva ingurgitato quella sera, più di quanto avrebbe fatto tutto l’alcool del mondo, anche se se lo fosse rovesciata addosso e avesse acceso un fiammifero. Abbassò gli occhi però, perché non poteva mentirgli guardandolo:

- Bene. Tu?

- Bene.

Si guardarono e per poco lei non scoppiò a ridere. Perché era chiaro che nessuno dei due stava bene, quasi quanto era chiaro che nessuno dei due avrebbe ammesso di stare male.

- Chi era quel tipo? – chiese poi lui senza pensarci troppo.

- È un po’ tardi per fare il geloso, no? – lei sorrise senza malizia, poi tornò seria: - Era solo... un tipo.

- Un tipo che aveva le sue mani ovunque su di te.

“Lei”, ormai, era diventata “te”. Era ritornata “te”. E quel pronome in quel momento aveva un gusto così dolce sulle labbra…

- Appunto. Era solo un tipo. – replicò lei risoluta.

- E ti fai mettere le mani addosso così da “un tipo”?

Era davvero gelosia quella che sentiva nel tono di lui? Lei pregò tanto che non fosse disgusto. Ti prego, fa che non sia disgusto.

- Sono solo mani.

- Vuoi rispondere in questo modo a tutto quello che dirò?

- Sei solo tu, in fondo. – replicò lei prendendolo in giro e ridacchiando. Ma lui non sorrise:

- Se non ti va di parlare puoi dirlo.

- Oh, sei il solito. – disse lei e fece un gesto con la mano per indicare il suo fastidio: - Sorridi un po’ delle cose, ogni tanto.

- Be’ scusami. – fece lui acido: - Ma non ci vedo proprio niente da sorridere.

- Oh, be’. Sorriderò io per entrambi.

Ci fu un attimo di silenzio testardo, poi lei sospirò:

- Allora, mi vuoi dire cosa c’è?

- In che senso?

- Che problema hai stasera, oltre ovviamente alle mani su di me.

- Quello non è un mio problema.

Lei sbuffò: - Mio Dio, sei diventato proprio palloso.

- E tu sei diventata proprio puttana, a quanto pare.

Lei rise e lo fulminò con un’occhiata torva:

- Come darti torto. Ma sul “diventare” ho i miei dubbi…

- In che senso?

- …forse lo sono sempre stata.

- Non quando stavi con me…

- Adesso tocca a me essere pallosa: noi non siamo mai stati insieme. E poi era mille anni fa.

- Cinque.

Non giorni, non settimane, non mesi, non vite. Cinque anni.

- Cinque, ok. – ammise lei contrariata: - E non fare sempre la parte di quello che si ricorda tutto di noi. Che mi dai fastidio.

- Mmmh. Ma io…

- Tu non ti ricordi niente, dai.

- Se lo dici tu.

- Lo dico io, che mi ricordo tutto. Vuoi davvero ricominciare a parlare di questo? – stava iniziando ad alzare la voce: - Sono cinque anni che non ci vediamo e tu vuoi litigare per cose morte e sepolte? Non ne abbiamo parlato allora, immagino che abbia un gran senso farlo adesso.

- Non voglio litigare.

- Bene.

- Bene.

- Allora, come va?

- Bene.

- Sì, e come va VERAMENTE?

- Una merda.

- Grazie.

- Prego! – esclamò lui sarcastico: - Mi fa piacere che ti faccia piacere!

- Non ho mica detto che mi fa piacere! Anche se un po’…- gli sorrise – Eddai, scherzo.

- Lo so. – disse lui sincero, abbassando gli occhi.

- E allora perché sei così serio?

Lui la squadrò per un momento, cercando di trovare qualcosa nei suoi occhi, poi commentò:

- Sei diversa, lo sai?

- Non mi hanno ibernata per tutti questi anni, quindi, sì lo so ed è ovvio. Neanche tu sei un bijoux, comunque.

- Ma no, intendevo… Sei… - sospirò - Stai bene. Ma sei diversa.

- Ok.

- Voglio dire che… Non sei uguale.

- Pensa. – ribatté lei ironica: - Guarda che ce l’ho a casa il dizionario dei sinonimi…

- Eddai.

- Possiamo rientrare? Fa freddo qui fuori. – gli chiese con dolcezza.

- Sì. – replicò lui con un sospiro e poi continuò a bassa voce: - Così puoi continuare a farti palpare.

Lei però lo sentì, si girò verso di lui mentre si stava avviando alla porta d’ingresso e sibilò:

- Invidioso?

E il modo in cui lo disse e la sua schiena nuda davanti a lui a pochi centimetri gli fecero pensare che forse lo era davvero.

 

   
 
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