Disclaimer: Tutto
appartiene a JKRowling. Io non ci guadagno nulla.
Alles Verloren
1 settembre
1998 – Grimmaud Place
“E’
ora
di andare” disse Harry alle dieci e venti di mattina dopo che
lui e Draco
ebbero finito di fare colazione.
Nelle
prime due settimane successive alla scoperta della verità
sull’Eroe del Mondo
Magico, le loro conversazioni spesso sfociavano in litigate, non si
parlavano
per giorni, poi riprendevano, chiacchieravano e quando il discorso
cadeva
accidentalmente sulla magia, sulla bacchetta di Draco o il ritorno ad
Hogwarts,
i loro rapporti peggioravano nuovamente.
Solo
negli ultimi quattordici giorni le cose erano migliorate. Certo,
talvolta Draco
non riusciva a trattenersi dal fare domande riguardo la sua bacchetta,
ma dopo
che Harry – esasperato dalle sue richieste – gli
assicurò per certo che il
primo settembre allo scadere delle dieci e mezza – secondo
quanto stabilito dal
Voto Infrangibile che aveva stretto con Kinsgley – avrebbe
potuto restituirgli
il mal tolto, il biondo smise di tormentalo.
“Prima…”
iniziò a dire Draco venendo però interrotto
dall’altro che gli fece segno di
seguirlo.
Il biondo
annuì e seguì il ragazzo sulle scale che
conducevano al piano superiore dove si
trovava la camera di Harry. Questo aprì la porta con una
semplice chiave di
metallo – niente Alohomora
– e si
diresse verso un vecchio scrittorio di legno massiccio. Con un'altra
chiave,
molto piccola e comunque dall’aria consunta, aprì
il terzo cassetto, rivelando
che in esso erano contenute solamente due scatole, esattamente
identiche.
Con mano
sicura Harry prese quella sulla destra e la consegnò a
Draco. Lui l’aprì
rivelando il suo biancospino adagiato su uno strato di velluto verde
scuro che
l’aveva protetta per tutti quei mesi.
Nel
momento in cui la prese in mano, Draco sentì il legno
scaldarsi e la magia
fluire dalle sue mani fino alla bacchetta che, dopo tanto tempo
desiderava
essere nuovamente utilizzata.
Harry al
tempo stesso prese la sua – l’unica differenza era
il velluto rosso all’interno
della scatola in cui essa era contenuta – e si mise a
tracolla una borsa di
tela in cui nascose la sua oramai inutile arma.
“E’
ora
di andare” disse Harry e Draco non poté fare altro
che seguirlo fino in
salotto. Davanti al camino attraverso il quale avrebbero raggiunto
King’s
Cross, c’era già il baule del Serpeverde che
Kreacher aveva trasportato di
sotto.
In meno
di due minuti arrivarono in stazione. Nonostante Harry odiasse
ammetterlo, non
potendo smaterializzarsi, la Metropolvere era il mezzo più
veloce per arrivare
dove voleva senza perdere un’intera mattinata ad aspettare i
- per quanto
efficienti - mezzi pubblici londinesi.
“Eccoci”
mormorò il moro uscendo dalla piccola saletta che era
predisposta per l’arrivo
con la Metropolvere. Erano tutti sporchi di fuliggine e solo dopo che
furono lontano
dagli occhi dei Babbani, Draco ripulì entrambi con un lieve
colpo di bacchetta.
“Non
ho
capito perché non hanno fatto una connessione diretta col
binario” constatò
Harry ringraziandolo con un cenno del capo.
“Perché
è
sempre stato così” si limitò a
rispondere il biondo osservando la massa di
Babbani che andava avanti e indietro correndo perché erano
in ritardo. Non
c’era da stupirsi che nessuno notasse la presenza di gente
strana che spariva
dentro una colonna tra due binari.
I due
percorsero il breve tratto di strada che li separava dai binari nove e
dieci
finché Harry non si fermò dietro ad un tabellone
che lo celava alla vista di
coloro che erano sulla banchina tra i due binari in attesa di
oltrepassare la
barriera magica.
“Credo
tu
debba andare” fece Harry controllando l’ora
dall’orologio appeso al muro.
“C’è
una
cosa che non mi hai permesso di chiederti” iniziò
a dire Draco, approfittando
di quell’ultimo momento in cui avrebbe potuto conversare con
Potter.
“Perché
allora lo fai adesso?”
“Perché
per un anno – e forse per molto di più, magari per
sempre – non ci vedremo,
quindi esigo una risposta come sorta di addio. O arrivederci.”
Il moro
annuì. Sapeva di aver precluso molte conversazioni con il
suo atteggiamento, ma
parlare del suo futuro senza magia era ancora troppo doloroso per lui.
“E
vorresti sapere…?” lo incoraggio, rendendosi conto
che la proposta di Draco era
anche sì fattibile.
“Cosa
farai?”
Harry
sospirò. In fondo un po’ se l’era
aspettato.
“Ho
preso
accordi con Kingsley” rispose lui “Siamo riusciti a
circoscrivere – non lo so
con esattezza perché non mi sono occupato io in prima
persona della cosa,
probabilmente l’hanno falsificato – il problema del
diploma Babbano.
Ufficialmente in questo mondo ho finito i miei studi e sono pronto per
andare
all’università.”
“Lo
farai?”
gli chiese Draco a bruciapelo, conscio di avere ancora solo pochi
minuti a
disposizione.
Harry
annuì.
“Sì.
Andrò a studiare storia alla University
College London. Non è lontano da qua, giusto un
paio di fermate di
metropolitana I soldi per pagarmi gli studi non mi mancano di certo e
sono
sicuro che – in caso di estremo bisogno –
avrò appoggi sufficienti nel Mondo
Magico. E poi chissà, potrei andare a fare
l’insegnante o magari il semplice
commesso in un negozio e durante le pause pranzo starò
lì a farmi aria con la
mia laurea…”*
“Vale
la
pena provarci?”
“A
far
cosa?”
“A
vivere
nel Mondo Babbano?”
“Non
ho
molte alternative” gli fece notare Harry.
“Potresti
vivere come un re senza alzare un dito per il resto della tua
vita” cercò di
farlo ragionare Malfoy ma l’altro scosse la testa.
“Non
posso farlo, non riuscirei a stare con le mani in mano. Sono
sopravvissuto a
tutto e devo provarlo a me stesso, anche se non ho più la
mia magia ho ancora
la mia vita e voglio viverla, provando a godere di quelle cose Babbane
che ad
Hogwarts mi sono sempre state precluse. Voglio farmi nuovi amici,
andare con
loro la sera al pub, ubriacarmi fino a non capire più nulla,
fumare un
pacchetto di sigarette in poche ore… fare la persona normale
senza dovermi
confrontare con gente intimidita solo dal mio nome. Non mi aspetto che
tu
capisca questo modo di fare, ma dopotutto non siamo di due casate
opposte mica
per nulla.”
Draco si
ritrovò inaspettatamente a ridere davanti a
quell’affermazione.
“E’
davvero ora che tu vada” disse Harry vedendo che
l’orologio oramai segnava le
undici meno sei minuti.
Draco
annuì.
“Divertiti,
non fare il fottuto Serpeverde e non prendere di mira gente che non
sono io.
Sei sempre stato il mio nemico preferito!” lo
schernì Harry con un sorriso e
porgendogli la mano.
Draco
accettò e rivolse all’altro un ghigno come unica
risposta.
“E’
stato
un piacere Malfoy.”
“Per
me
no…”
Harry lo
guardò male e l’altro sbuffò.
“Potter?”
lo chiamò Draco.
“Uhm?”
“Riuscirò
a riavere la mia casa?”
“A
Grimmauld
Place ci sarà sempre un posto per te”
rispose il moro aspettandosi di veder comparire sul volto
dell’altro la
ben nota smorfia di disgusto che era sempre solito riservargli.
“Buon
viaggio!” lo salutò Harry voltandogli le spalle
sentendogli sussurrare un
debolissimo ‘grazie’
provenire dal biondo.
“Buona
fortuna” fece poi il Grifondoro, celando un triste sorriso.
“Anche
a
te” rispose Draco prima di allontanarsi verso la barriera che
divideva il Mondo
Babbano da quello della Magia.
-Fine-
Note
dell’autrice:
* Questa battuta è di Meg, le è uscita un po’ di tempo fa in occasione del grande evento: il mio ritorno in università XD Il copyright è suo u.u
No, non è un finale triste! Si salutano e Harry ricorda a Draco che a Gimmauld Place (come nella sua vita XD) ci sarà sempre un posto per Draco. Vi prego, non ditemi che è angst altrimenti... non posso nemmeno darmi all'ippica, visto che do già abbonatemente tutti i giorni!
Per me questo è un finale felice, ecco =)
Un enorme grazie anche alla mia beta Meg, senza la quale questa storia non sarebbe stata così leggibile XD