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Autore: Elia Sheldon    30/12/2003    21 recensioni
Spinti dai loro amici, Harry ed Hermione riflettono su un attimo da ricordare. Quel ricordo riporterà alla mente pensieri ed emozioni passate ... H/Hr, D/G.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sciarpa

traduzione dall'inglese a cura di Lisa per il sito EFP

Titolo: La sciarpa (originale: The scarf)
Nome dell'autrice: Elia Sheldon
Email dell'autrice: eliasheldon@yahoo.com
Genere: Romantico
Parole chiave: Harry Hermione H/Hr D/G Ron/Luna
Rating: PG-13
Spoilers: Tutti e cinque i libri
Commento: Spinti dai loro amici, Harry ed Hermione riflettono su un attimo da ricordare. Quel ricordo riporterà alla mente pensieri ed emozioni passate ...
DISCLAIMER: Questa storia è basata su personaggi e situazioni che sono creazione e proprietà di JK Rowling, e di altre varie case editrici, incluse la Bloomsbury Books, la Scholastic Books e la Raincoast Books, la Salani, nonchè della Warner Bros., Inc. Nessun profitto viene ricavato da questa storia e non si è inteso con la sua scrittura violare alcun copyright.

La notte era fredda e tempestosa ed Hermione rabbrividì mentre cercava a tastoni le chiavi nella propria tasca. Prima che potesse trovarle, però, la porta si spalancò.

“Grazie Ginny,” disse Hermione, affrettandosi nell’appartamento.

Ginny si chiuse la porta alle spalle. “Non ci pensare. Si gela là fuori, non è così?”

“Avrei dovuto indossare il cappotto di lana.” disse Hermione, entrando nella propria stanza e lanciando il mantello sul letto. “O perlomeno un cappello.”

“Ma sei riuscita a ricordarti una sciarpa.” disse Ginny con un sorrisino malizioso mentre guardava Hermione togliersela.

“Non è mia. È di Harry.” ribatté Hermione, che non si era accorta dell’espressione di Ginny, “Me l’ ha prestata questa sera, quando siamo usciti per cenare insieme. Quando abbiamo lasciato il ristorante faceva così freddo che potevamo vedere i nostri respiri.”

Ginny alzò un sopracciglio e seguì Hermione in cucina. “Quella è la sua sciarpa preferita.”

“Ha insistito che la prendessi. Gliela ridarò domani. Lui e Ron verranno per parlare del matrimonio. Te lo ricordi, vero? Ron voleva che mi assicurassi della tua presenza.”

“Oh, ci sarò.” disse Ginny “Però potrei essere in ritardo; Fred e George vogliono che faccia un passo in negozio per aiutarli a testare una nuova linea di abiti che cambiano colore in base all’umore di chi li indossa.”

“Che strana idea” commentò Hermione, prendendo della cioccolata dalla credenza, “Vuoi della cioccolata calda?”

“Si, sarebbe perfetto” disse Ginny, accomodandosi su uno degli sgabelli di fronte al piccolo bancone su cui solitamente facevano colazione. Prese a giocherellare con l’orlo sfilacciato della tovaglietta di fronte a lei. “Allora,” disse.

“Come è andata la tua giornata?” chiese Hermione, affaccendandosi per la cucina. Agitò la bacchetta in direzione di un piccolo armadietto dal quale balzarono fuori due tazze piuttosto grandi che andarono ad atterrare sul bancone.

“E’ andata bene” rispose Ginny bruscamente “Ma ritornando a quella sciarpa, Hermione …”

Hermione interruppe ciò che stava facendo e si rivolse a Ginny. Il tono dell’amica era decisamente serio.

“Sì?” chiese Hermione, versando la cioccolata fumante nelle due tazze. Ne spinse una a Ginny.

“Non riesco a pensare al modo giusto per dirtelo, perciò te lo dirò nel modo più semplice possibile,” disse Ginny, interrompendosi per prendere un sorso di cioccolata, “ma voglio che tu mi prometta che non ti arrabbierai.”

Hermione aprì leggermente la bocca e i suoi occhi si velarono d’ansia. “Promesso. Di che cosa si tratta? Riguarda Harry?”

Ginny si portò una ciocca di capelli rossi dietro ad un orecchio e continuò. “Ecco, sì, riguarda Harry … in gran parte.”

“Va tutto bene?” chiese Hermione, ingoiando un lungo sorso di cioccolata e non riuscendo a trattenere una smorfia perché era troppo calda, “L ho appena visto e non mi ha accennato nulla.”

“Non preoccuparti, Hermione. Non è in pericolo” disse Ginny, sorridendo in maniera rassicurante “Tu ti preoccupi troppo.”

“Per la barba di Merlino.” disse Hermione, rilasciando finalmente il respiro che non si era neppure accorta di stare trattenendo. “Sembravi così seria che ho pensato al peggio.”

Cancellando ogni traccia di rossetto dalla propria tazza, Ginny si morsicò una guancia prima di parlare. “No, niente del genere. È solo che da quando Ron ha annunciato il proprio fidanzamento con Luna, Harry si comporta in modo diverso quando è con te. E non dirmi che non l’ hai notato.”

Hermione grugnì come per dimettere la cosa. “Tutto qui? Pensavo che tu, Ginny, fra tutti i nostri amici, capissi il mio rapporto con Harry.”

“Forse recenti osservazioni mi hanno portato ad elaborare questa mia recente teoria.” disse Ginny con voce melliflua. Gli occhi di Hermione si ridussero ad una fessura. Da quando Ginny aveva iniziato ad uscire con Draco, qualche volta parlava in maniera molto più formale.

“E ti dispiacerebbe dividere con me queste osservazioni?” domandò Hermione, prendendo un altro sorso di cioccolata. Questa volta della giusta temperatura.

“Hmmm, fammi pensare, “ disse Ginny, in una perfetta imitazione del fratello Ron, in una perfetta imitazione di Tiger. “Credo che incomincerò con la sciarpa.”

Hermione alzò gli occhi al cielo, ma continuò ad ascoltare.

“La sciarpa dice tutto, a mio parere, “ continuò Ginny “Lui non era obbligato a darti una sciarpa per aiutarti a scaldarti. Avrebbe potuto trasfigurarne una nuova per te, o avrebbe potuto semplicemente usare un incantesimo riscaldante che sarebbe stato sufficiente per il ritorno a casa. Ma no, ha insistito che tu prendessi la sua sciarpa, e tu l’ hai accettata.”

“E’ solo una sciarpa, Ginny, non una proposta di matrimonio.” disse Hermione, sorridendo affettatamente.

“Penso che tu gli piaccia.” disse Ginny, le guance rosse. “Può anche non rendersene conto, ma è la verità.”

“Non gli piaccio. Ci siamo solamente avvicinati un po’ da quando Ron ha annunciato il proprio fidanzamento, ma penso che sia a causa della nostra mancanza di relazioni al momento. E poi non abbiamo visto molto Ron in questo periodo. Ma la nostra è solo una cara amicizia e nulla più. Non potrebbe funzionare.”

“Perché no?” domandò Ginny.

Hermione sospirò e appoggiò la propria tazza sul bancone. “Iniziare una relazione sentimentale rischierebbe la nostra amicizia. Siamo amici da quando avevamo 11 anni e non posso immaginare la mia vita senza di lui. E poi, sarebbe strano per Ron.”

Ginny ridacchiò. “Odio essere messaggera di brutte notizie, Hermione, ma Ron non è più cotto di te da un pezzo. E se il suo imminente matrimonio con Luna non fosse abbastanza per convincerti, non so che cosa sarebbe in grado di farlo.”

“Non è quello” disse Hermione “E’ difficile da spiegare, credo.”

“Sei sempre così brava a spiegare come si sentono altre persone, ma la stessa cosa non vale per te,” disse Ginny “mi hai sempre dato dozzine di preziosi consigli, ma ne hai mai seguito uno nella tua vita?”

“Bè, se avessi saputo che avevi messo gli occhi su Draco, il mio consiglio sarebbe stato -“ Hermione iniziò.

“Lo stesso” Ginny finì per lei, con una strizzatina d’occhi.

“Essere più cauta” la corresse Hermione.

“Se la memoria non mi inganna, tu mi dicesti che avrei dovuto correre il rischio e seguire il mio cuore; e che non avrei dovuto preoccuparmi dell’opinione della gente e che se la mia famiglia e i miei amici mi amavano, lo avrebbero continuato a fare nonostante tutto.” disse Ginny.

Hermione sembrò considerare quelle parole per un momento, e poi mise la propria tazza nel lavandino. “Intendevo ciò che ti ho detto. Ogni parola. La tua situazione richiedeva che tu agissi secondo il tuo cuore. Sono davvero contenta che tutto sia andato bene a voi due. Come sta la sua famiglia?”

“Stranamente … ma non provare a cambiare argomento,” disse Ginny. “Come tua amica - non la sorella di Ron, non l’amica di Harry, ma come tua amica - ti dico che dovresti considerare di correre un piccolo rischio con Harry.”

Ginny ingoiò il resto della propria cioccolata e fece un largo sorriso. “ Ed inoltre, bacia benissimo”

Si, lo so, si disse Hermione.

 

*

 

Successe solo più tardi quella notte, mentre Hermione si stava preparando per andare a letto. Indossò la propria camicia da notte e ripose il mantello nell’armadio. Proprio mentre stava per spegnere la lampada, notò la sciarpa di Harry abbandonata sopra alle coperte. Le strisce grigie, rosse, blu e marroni erano molto mascoline contro lo sfondo verde, rosa e giallo.

Esitò per un momento, quindi si sedette sul letto accanto alla sciarpa. Si guardò indietro per controllare che la porta fosse chiusa e la prese in mano.

Un sorriso le illuminò il viso mentre i suoi pensieri ritornavano ad Harry. Era davvero stato molto carino a prestarle quella sciarpa poche ore prima. Passò le mani sopra di essa per sentirne il tessuto. Era morbida, ma non troppo ed era incantata perché si adattasse ad ogni tipo di temperatura e poi i colori gli donavano molto. Ricordò quando gliel’aveva regalata 5 anni prima. Si trattava di un regalo di Natale; il Natale del loro settimo anno ad Hogwarts.

“Ho pensato che non vorrai sempre indossare i colori di Grifondoro una volta finita la scuola, così ti ho fatto questa” disse Hermione, porgendogli la sciarpa. Erano seduti nella sala comune con Ron e Ginny e stavano scartando i regali.

“Wow, Hermione, è davvero bella. Grazie” disse Harry, sporgendosi in avanti per darle un bacio su una guancia. Ma lei non si era accorta della sua mossa e girò la testa proprio al momento giusto (o sbagliato). Invece di appoggiarle un bacio su una guancia, le labbra di Harry incontrarono le sue per un brevissimo momento, per poi ritrarsi altrettanto velocemente. Il viso di lui assunse un’intensa colorazione rossastra; gli occhi spalancati.

“Scusa” sussurrò, mentre lei arrossì e gli rivolse uno sguardo sorpreso.

Si voltarono velocemente per vedere se Ron e Ginny si erano accorti di quel gesto, ma i due sembravano assorti in un’animata discussione riguardante le felpe della sig.ra Weasley. Ginny era convinta che la sig.ra Weasley non si sarebbe offesa se avesse trasformato la propria felpa in un vestito.

Hermione ed Harry si scambiarono un sorriso, grati che l’imbarazzante momento fosse passato inosservato. La tensione che si era creata tra loro due dopo il bacio era apparentemente sparita.

Ma fece capolino nuovamente più tardi, quella sera, proprio mentre stavano ritornando da una battaglia a palle di neve. Si stava facendo buio ed era quasi ora di cena. Ron, Ginny, Luna, Dean e Seamus stavano guidando la fila sino all’entrata principale.

“Allora, venite, voi due?” gridò Ron “Sono affamato.”

“Voi andate, noi siamo proprio dietro di voi” rispose Harry.

Ron fece spallucce e entrò con gli altri nel castello.

Harry e Hermione continuarono a camminare, i loro passi scricchiolavano sulla neve fresca. Harry le diede una veloce occhiata apprensiva che la innervosì. Non lo avrebbe mai ammesso, ma aveva trascorso l’intera giornata provando a capire perché quel bacio accidentale la stesse turbando così tanto. Quella era la prima volta che erano insieme, da soli, da quando era accaduto e lei non sapeva se avrebbe dovuto dire qualcosa o dimenticarsi di tutto.

“Per quanto riguarda questa mattina,” disse Harry, occhieggiandola di nuovo.

“Non ti preoccupare.” disse lei, “Lo so che non intendevi farlo. Ho semplicemente voltato la testa nel momento sbagliato. Se l’avessi mossa nell’altra direzione ti saresti ritrovato con la bocca piena di capelli.”

Harry rise e camminarono in silenzio per un po’, scambiandosi sorrisi. Ma Hermione non poteva sopportare i propri pensieri sull’accaduto. Per quanto breve era stato, quel leggero incontro di labbra aveva aperto una vaso di pandora di emozioni che aveva paura ad esaminare.

Proprio mentre erano in procinto di entrare nel castello, Harry si fermò di brutto e si voltò verso di lei. Sembrava nervoso, come se stesse cercando le parole giuste. Deglutì a fatica e i suoi occhi incontrarono quelli di Hermione, incerti. “Devo saperlo, Hermione. Hai sentito qualcosa quando ci siamo baciati?”

“E’ stato a malapena un bacio, Harry” disse lei, tentando di non sembrare isterica come in realtà si sentiva “Come avrebbe potuto farmi sentire qualcosa?”

“Non lo so” disse lui “E’ solo che mi sento strano …”

“Non ce n’è bisogno,” lo rassicurò Hermione “come ho già detto, lo so che non intendevi farlo. Lo avremo dimenticato entro domani.”

“Giusto” disse lui, voltandosi per aprire la porta.

“Giusto” gli fece eco lei.

Ma invece di aprire la porta, Harry si voltò per fronteggiarla ancora una volta. Il suo sguardo si posò sulle sue labbra per un decimo di secondo ed Hermione senza pensare se le inumidì. Sentiva un intenso desiderio di baciarlo, ma era troppo spaventata di che cosa avrebbe significato se l’avesse fatto. Come se potesse leggerle nella mente, Harry si fece più vicino. Così vicino che lei poteva vedere le tante pagliuzze verdi nei suoi occhi.

E questa volta, quando lui toccò le sue labbra, nessuno avrebbe potuto dire che non fu un bacio vero. Le labbra di lui erano così soffici e calde e quel contatto bastò per farla fremere dappertutto. Con un suono a metà tra un sussulto e un sospiro, Hermione rispose al bacio mentre Harry le fece scorrere le braccia lungo i fianchi e la attirò a sé. Lui approfondì il bacio; la su bocca diventò più sicura, più insistente. Hermione sentì ondate di calore invaderle il corpo mentre lo imitava. Le loro lingue scivolarono l’una sopra l’altra; la temperatura si stava considerevolmente alzando. Continuarono a baciarsi, nonostante entrambi avessero il fiato corto; la condensa dei loro respiri li circondava come una densa nebbiolina.

Il cervello di Hermione sembrava aver smesso di funzionare. Certo, aveva occasionalmente immaginato come sarebbe stato baciare Harry ma la sua immaginazione - almeno in quel caso - era stata di gran lunga superata da quella realtà che stava vivendo. Le ci volle tutte la forza di cui disponeva per tirarsi indietro.

“Non possiamo” sussultò Hermione.

“Mi dispiace” disse lui, cercando di riprendere il respiro.

“Non c’è bisogno di scuse” replicò lei, in cerca delle parole per esprimere ciò che stava provando. “E’ stato così … ecco … quello che voglio dire è … volevo baciarti anch’io.”

Lui le rivolse un’occhiata che significava che era in procinto di proporle qualcosa di rischioso. “Hermione, io …”

“Non possiamo farlo.” lo interruppe lei, mentre le lacrime incominciavano a solleticarle gli occhi, “Lo sai che non possiamo. Pensa solo a come Ron potrebbe reagire. Potrebbe sentirsi escluso. E che osa succederebbe se non funzionasse tra noi? Non potrei sopportare di perdere la tua amicizia.”

Harry trasse un profondo respiro e fece un passo indietro, lasciandola andare, “Hai ragione.”

“Non dovremmo dirlo a nessuno.” disse lei “Sarà il nostro segreto.”

“D’accordo. Ed io non tirerò mai in ballo l’argomento a meno che non lo faccia tu.”

Lei annuì e si sforzò di sorridere. “Buon Natale, Harry.”

“Buon Natale.”

E mentre lei lo abbracciava, non poté impedire ad una lacrima di scivolarle lungo la guancia, come non poté impedirsi di nascondere il viso nel suo collo e respirare il suo profumo, di cui la sciarpa era impregnata.

Erano stati entrambi fedeli alla propria parola e non avevano mai fatto parola con nessuno di quel bacio , tanto meno l’un con l’altra. un primo momento, le cose erano state strane tra loro, ma dopo poco tempo l’imbarazzo era stato dimenticato e la loro amicizia ne era uscita rafforzata, approfondita.

“E questo è qualcosa che non voglio mai perdere.” disse lei a voce alta, più che altro a se stessa.

Ripiegò la sciarpa ed era in procinto di adagiarla sulla sedia quando si interruppe. Se la portò al viso e se la passò sulla guancia, beandosi di quella sensazione, di quel suo profumo che la riportò ad invocare ancora una volta quel dolce ricordo.

 

*

 

Hermione si affrettò a rispondere alla porta. Mancava un quarto alle sei ed Harry e Ron non avrebbero dovuto presentarsi per almeno un'altra mezz’ora. Quando aprì la porta, però, Harry stava lì, da solo.

“Ciao” disse, sentendo il calore avvolgerle il viso al pensiero di ciò che era successo la notte precedente.

“Ciao” disse lui, dandole un veloce bacio su una guancia e passandole accanto.

“Dov’è Ron?” chiese lei “Credevo foste andati insieme a prendere un drink.”

“Infatti,” disse Harry; un’espressione divertita sul viso “ ma poi Luna gli ha spedito un gufo e lui ha dovuto fermarsi un attimo a casa.”

“Oh” disse Hermione.

Si spostarono in salotto. Harry si tolse il cappotto e lo posò sul bracciolo del divano lì vicino, come faceva sempre. Forse Hermione lo stava immaginando, ma le sembrava che fosse a disagio.

“Dov’è Ginny?” le chiese infine, guardandosi intorno alla ricerca di quest’ultima.

“Ha dovuto fermarsi da Fred e George, sarà qui tra un’ora più o meno. Posso offrirti qualcosa da bere? Ho appena aperto una bottiglia di Merlot.”

“Sì, grazie. Mi sarebbe proprio utile un altro drink dopo aver sentito Ron parlare ininterrottamente per quasi un’ora. Qualche volta penso che stare con Luna gli abbia dato al cervello .“ disse Harry.

Hermione versò il vino in due bicchieri. Gliene porse uno e Harry prese posto sul divano mentre lei si accoccolava nella sua poltrona preferita.

“Allora, con che cosa ce l’aveva Ron?” volle sapere Hermione.

Harry prese un sorso di vino e si lasciò ricadere sul divano, scuotendo piano la testa. Hermione notò che i suoi occhi sembravano evitare i propri. “ Pensavo l’avesse superato, ma evidentemente non è così. Ha trascorso tutto il tempo, al pub, a cercare di convincermi che noi due dovremmo stare insieme.”

“Che strano” disse Hermione “Ginny continuava a ripetermi la stessa cosa ieri sera. Ha fatto questo gran trambusto riguardo al fatto che tu mi abbia prestato la tua sciarpa. A proposito, ce l’ ho ancora. Aspetta che la vado a prendere”

Hermione fece per alzarsi.

“Non ci pensare. La prenderò quando andrò via” disse Harry, “ Ma che cosa sta succedendo? Che cosa ha detto Ginny?”

Hermione riprese il proprio posto sulla poltrona e attese qualche minuto prima di rispondere alla sua domanda. Quella conversazione la stava rendendo nervosa. Si stavano pericolosamente avvicinando all’argomento tabù. Prese un gran sorso di vino.

“Ha detto qualcosa riguardo il correre rischi, seguire il proprio cuore, e non pensare all’opinione della gente.” disse Hermione.

“Bè, certo che l’ ha detto,” disse Harry “ basti pensare a chi sta frequentando.”

“Sono davvero felici insieme, Harry. E devo ricordarti che hai dato loro la tua benedizione giusto la scorsa settimana?”

“L’ ho fatto solo perché non volevo assistere ad una crisi di pianto.” replicò lui.

“Già, e perché lei è come una sorella per te e la vuoi vedere felice.” aggiunse Hermione.

Harry prese un altro sorso di vino. “Sì, anche per quello.”

Sederono in silenzio per qualche tempo, godendosi il vino. Hermione non riusciva a non pensare a ciò che Ginny - e apparentemente Ron - pensavano del suo rapporto con Harry. E, se il comportamento di Harry ne era un qualche indizio, anche lui stava pensando alla stessa cosa.

“Che cosa ha detto esattamente Ron?” chiese infine.

“Ha continuato a parlarmi di quanto tempo stiamo trascorrendo insieme e quanti sguardi ci scambiamo, tra le altre cose.” disse Harry, alzando gli occhi al cielo e sorridendo, “Come ho detto, penso che Luna abbia una brutta influenza su di lui.”

Rimasero ancora una volta in silenzio, ma questa volta gli occhi di Harry erano fissi su di lei. Hermione prese un altro sorso di vino, alla frenetica ricerca di qualcosa da dire per rompere la tensione mentre il cuore le batteva all’impazzata.

“L’ hai mai detto a nessuno?” le chiese lui, la sua voce più bassa del solito.

“No” rispose lei “Tu?”

“A nessuno.”

Harry si lasciò sfuggire una risata che gli fece guadagnare un’occhiata torva da parte di Hermione.

“Che cosa c’è di così divertente?” chiese lei.

“Lo sapevi che il bacio che ci siamo scambiati è stato il primo in cui io abbia mai preso l’iniziativa?” disse lui, gli occhi scintillanti di nostalgia.

“Ma hai baciato altre ragazze.”

Lui rise. “Si, ma loro mi hanno sempre baciato per prime … e alle volte non me lo aspettavo nemmeno.”

“A quanto ho sentito,” disse Hermione “sembri aver superato la tua timidezza.”

“Chi l’ ha detto?” rispose bruscamente Harry.

“Ginny.”

Harry era scioccato. “Non l’ ho mai baciata, Hermione. Giuro.”

Hermione rise. “Non ha detto questo. Ha solo detto che ha sentito da altri che tu baciavi bene.”

Harry lanciò un’occhiata seccata di fronte a sé e prese a roteare il proprio bicchiere di vino. Hermione desiderò aver ci pensato due volte prima di menzionare il commento di Ginny. Ad Harry non piaceva che le persone parlassero di lui, a prescindere dall’argomento di conversazione.

“Per favore, non essere arrabbiato.” gli disse, sedendosi accanto a lui sul divano, “Dovresti essere lusingato. Le streghe di solito non sono inclini all’esagerazione quando si tratta di … abilità maschili.”

“Mi sto solo domandando quante di loro sono corse a raccontare ai loro amici che hanno baciato il famoso Harry Potter. Mi fa arrabbiare, Hermione. Sono una persona molto riservata, lo sai.”

“Lo so.” disse lei “Mi dispiace. È stato stupido da parte mia tirar fuori questo argomento.”

“ E scommetto che lo dicono solo perché è quello che tutti si aspettano di sentire. Sono solo un ragazzo normale.”

“Tu sei ben lontano dalla normalità,” disse Hermione. “ Ed io, per una volta, posso assicurarti che non stanno mentendo.”

“E’ davvero molto carino da parte tua.” disse lui, scaldandosi” Sei davvero una cara amica.”

“Non lo sto dicendo perché per essere una cara amica” disse Hermione, alzando un poco la voce nella speranza di convincerlo “quel bacio che ci siamo scambiati è stato il migliore che io abbia mai ricevuto.”

L’ultima frase indugiò nell’aria come una nebbia densa in un giorno senza vento. Hermione non aveva alcuna intenzione di dirlo, ma il disperato desiderio di rassicurarlo aveva avuto la meglio su di lei. Era la verità, ma adesso che l’aveva esternata si sentiva esposta, stupida, ingenua. Se fosse stata diciassettenne, si sarebbe portata entrambi le mani alla bocca per l’imbarazzo.

“Anche tu?” disse lui, voltandosi in modo da incontrare il suo viso.

La stava guardando con uno sguardo ricco di domande e meraviglia, come se avesse appena capito qualcosa che da tempo aveva sfuggito la sua comprensione. E mentre Hermione rispondeva al suo sguardo, sentì il proprio viso ammorbidirsi, ed Harry incontrò i suoi occhi, incerto.

Il desiderio che stava crescendo dentro di lei dalla notte scorsa finalmente raggiunse il punto di non ritorno. Era spaventata da quanto lo voleva mentre sedevano l’uno accanto all’altra sul quel divano, soli, nel suo appartamento.

E non fu certo d’aiuto che lui fosse particolarmente carino quella sera. Indossava il suo maglione grigio chiaro preferito che lasciava appena intravedere una Oxford bianca. I pantaloni neri, una recente aggiunta al suo guardaroba, mettevano in risalto la sua muscolatura. E poi c’erano i suoi occhi … ma questi ultimi erano sempre di un verde vivido come in quel momento, non importa cosa lui stesse indossando.

“Pensi” sussurrò Hermione,“che la nostra amicizia sarebbe rovinata se ci baciassimo di nuovo?”

Lui scosse lentamente la testa e deglutì. “No.”

Tremando per l’impazienza, lei si sporse in avanti per baciarlo. Le loro labbra erano sul punto di toccarsi quando un il rumore di colpi alla porta li riportò alla realtà. Il vino di Hermione rovinò sul tappeto.

“Maledizione.” disse lei, alzandosi in piedi.

“Faccio io.” disse Hermione “Vai ad aprire la porta. Deve essere Ron.”

Hermione fece del suo meglio per calmare i propri nervi mentre si affrettava per aprire la porta.

“Fa così freddo qui fuori che gelerebbe persino il sole.” disse Ron. Sorrise e diede ad Hermione un bacio sulla guancia mentre entrava nell’appartamento.

“Aspetta. Non chiudere la porta.” la voce di Ginny proveniva dagli scalini.

Nel giro di 10 minuti, furono tutti raggruppati intorno al tavolo della cucina a mangiare minestra. Ginny animava la serata raccontando le ultime novità riguardanti Fred e George e le loro ultime invenzioni, mentre Ron li informò di tutti i piani per il proprio matrimonio e chiese la loro opinione riguardo il luogo dove lui e Luna avrebbero dovuto trascorrere la luna di miele. Hermione continuava a lanciare veloci occhiate in direzione di Harry e lui sembrava intento a fare la stessa cosa perché occasionalmente i loro sguardi venivano a contatto.

“Vuole andare in Africa per trovare qualche creatura che è apparsa su Il cavillo il mese scorso. Io preferirei stare nella suite luna di miele di un bell’ hotel di una piccola isola tropicale. Siamo ad un vicolo cieco.” disse Ron, servendosi una fetta di torta.

“Dovreste andare in qualche posto romantico.” disse Ginny. “E’ la vostra luna di miele, dopo tutto.”

“Continuo a dirglielo, ma lei insiste che un safari sarebbe romantico.” replicò Ron. Guardò prima Harry e poi Hermione. “Che cosa ne pensate, voi due?”

“Io penso che ogni posto possa essere romantico” disse Hermione, “finché si è innamorati.”

Ron sbuffò e si rivolse a Harry. “E tu, Harry? Hai a malapena detto una parola tutta la sera. Stai bene, amico?”

“Sto bene” disse Harry, non suonando molto convincente.

Ginny alzò un sopracciglio e posò la propria forchetta. Guardò prima Harry e poi Hermione come in attesa che dicessero qualcosa.

“Bè, odio mangiare e poi correre via, ma ho promesso a Luna che sarei stato di ritorno per aiutarla con un esperimento che riguarda tappi di burrobirra e anguria” disse Ron, stiracchiandosi e sbadigliando.

“Sono stanca,” disse Ginny, sbadigliando anche lei. “Vi aiuto a pulire e poi vado a letto.”

“Ma sei andata a letto presto ogni notte questa settimana.” disse Hermione.

Ginny le scoccò uno sguardo ammonitore. “Ultimamente ho problemi ad addormentarmi.”

Dopo poco tempo, Ron era come sparito, e i piatti erano tutti lavati e messi a posto.

“Bè, buonanotte” disse Ginny, chiudendo la porta della propria stanza da letto con un movimento brusco.

E fu così che si ritrovarono da soli. Di nuovo. Harry fece un passo avanti e appoggiò una mano sulla spalla di Hermione.

“Dovrei andare.”

“Sì, si sta facendo tardi.” replicò lei, osservando le punte delle proprie scarpe. “Ci vediamo domani?”

“Sì” disse Harry.

Prese il proprio cappotto e lo indossò. Proprio mentre stava salutando, però, lei ricordò qualcosa. “Aspetta!”

“Che cosa c’è?”

“Ho ancora la tua sciarpa.”

Hermione sparì nella propria camera e la trovò sulla sedia dove l’aveva lasciata la notte precedente. Quando si voltò per uscire, però, Harry era sulla porta.

“Ecco” disse “Lascia che te la metta. Fa freddo fuori, e nonostante Materializzarsi sia una cosa veloce, potresti gelare lo stesso.”

Hermione gli si avvicinò con la sciarpa ed Harry abbassò la testa perché lei potesse avvolgergliela attorno al collo. E quando la alzò nuovamente, i loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.

“Buonanotte” mormorò lei.

Lui si abbassò per baciarle una guancia.

Ma, all’ultimo momento, lei voltò la testa e le loro labbra si incontrarono.

In pochi secondi, si stavano baciando così appassionatamente che ad Hermione mancò il respiro. Alternavano lunghi e consumanti sfioramenti di labbra a brevi morsi che facevano sussultare entrambi. Hermione stava provando così tante emozioni da non riuscire a capire se voleva piangere, ridere, o urlare. Mentre continuavano a baciarsi, le loro mani percorrevano ed esplorarono. Il cappotto e la sua sciarpa di Harry furono presto dimenticati sul pavimento. Le sue mani si mossero per accarezzarle il viso, e una sfiorò il suo seno mentre scivolava in basso per attirarla più vicino a sé ed Hermione capì che il suo desiderio era pari al proprio.

“Aspetta.” sussurrò Harry, staccandosi da lei per andare a chiudere la porta della stanza da letto.

Nel frattempo, Hermione si sedette sul letto, tremante a causa di tutte le emozioni e sensazioni che provava. Harry le si sedette accanto e prese entrambe le sue mani tra le proprie.

“Abbiamo bisogno di parlare.” disse Hermione.

Harry annuì. “Non voglio rovinare la nostra amicizia.”

“E’ lo stesso per me.” sussurrò lei, appoggiando la testa sulla spalla di lui.

“Non posso immaginare la mia vita senza di te.” mormorò Harry.

Lei annuì e chiuse gli occhi, ascoltando il suono del suo respiro. Sederono senza parlare per qualche momento, durante i quali Hermione si sforzò di calmarsi ed Harry le accarezzò i capelli.

Quando Hermione ebbe ripreso il controllo di sé e si sedette, fu a dir poco sorpresa di vedere lacrime luccicare negli occhi di Harry. Nonostante tutto quello che aveva passato, l’aveva visto piangere solo due volte.

“Harry” disse, ma prima che potesse dire nulla di più, lui saltò in piedi e si posizionò di fronte alla finestra della camera da letto, dandole la schiena.

“Il fatto è, Hermione,” iniziò “ che io ti amo. Da sempre, ma ultimamente sta incominciando ad essere qualcosa di diverso. E quel bacio … bé, quel bacio ne è stato la conferma.”

“Diverso in senso positivo, vero?” chiese lei, cercando di vedere il suo viso riflesso nel vetro della finestra.

Lui le sorrise e si voltò. “Sì, diverso in senso positivo.”

“L’amore cambia.” mormorò lei.

“E tu, Hermione?” le chiese Harry, incontrando il suo sguardo. Sembrava spaventato, quasi sull’orlo di una crisi di nervi.

“Oh, Harry” disse lei, sentendosi ormai vicina alle lacrime, “Credo di stare innamorandomi di te, ma suona così strano perché è come se fosse sempre stato così e avessimo dovuto affrontare tutto questo solo per farcene una ragione. Ha senso?”

“Ha un senso perfetto.”

“Così questo significa che Ron e Ginny avevano ragione? Che dovremmo correre il rischio e stare insieme?” domandò Hermione.

“Penso stessimo insieme da un po’, solo non ci baciavamo.” Harry fece un largo sorriso.

“Allora includiamo la parte dei baci.”

“Sì.” disse lui, abbassando il viso su quello di Hermione, “Sono disposto a rischiare, se anche tu lo sei.”

Per tutta risposta, lei annuì, ed incominciarono a rifarsi del tempo perduto.

 

*

 

La temperatura, quella mattina, era particolarmente bassa ma il letto di Ginny era piacevolmente tiepido. Ginny si stiracchiò; movimento che fece voltare Draco, che a sua volta fece scivolare un braccio e una gamba sopra di lei.

“Buongiorno.” disse la ragazza. “Spero di non averti svegliato.”

Draco aprì gli occhi lentamente. “Che ore sono?”

Ginny guardò la sveglia. “Le nove e mezza. Mi sorprendo che Hermione non sia già in piena attività.”

Sulla bocca di Draco si dipinse in un sorrisino malizioso. “Non ho avuto la possibilità di dirtelo la notte scorsa. Mi hai attaccato non appena sono entrato nella stanza.”

“Mi sei mancato.” disse lei, non sembrando rimpiangere affatto il proprio comportamento.

Lui le diede un bacio veloce e la accarezzò sotto le coperte, facendola rabbrividire di piacere.

“Ummmm” riuscì a mormorare lei. “Che cosa mi stavi dicendo?”

Draco la baciò ancora, questa volta sul collo. Quindi coprì il corpo di Ginny di baci fino ad arrivare all’angolo della sua bocca, “A quanto ho visto la notte scorsa, sembra che il mio piano abbia funzionato.”

Ginny scattò improvvisamente a sedere, accompagnata dal mormorio di parolacce a cui Draco aveva dato vita non appena le loro teste avevano sbattuto l’una contro l’altra.

“Intendi dire che Harry e Hermione si sono finalmente decisi?”

Draco rise soddisfatto. “Si stavano baciando come due adolescenti in preda agli ormoni quando sono arrivato. Proprio mentre stavo entrando nella tua camera, hanno chiuso la porta. Credo senz’alcun dubbio che ci abbiano dato dentro la notte scorsa.”

“Draco!” esclamò Ginny “Non parlare così dei miei amici!”

Lui strinse gli occhi. “Non mi credi?”

“Vado a controllare Hermione” disse Ginny.

E così dicendo, scattò in piedi, si lanciò addosso la vestaglia, aprì la porta e ciabattò fino alla camera di Hermione. Quando arrivò, si accorse che la porta era chiusa a chiave ma un particolare confermava ciò che le aveva detto Draco. Sorridendo felice e facendo una silenziosa danza della vittoria, si affrettò a ritornare nella propria camera e si gettò nuovamente a letto.

“Penso che tu abbia ragione.” disse quindi, accoccolandosi contro il corpo di Draco per riscaldarsi. “La porta era chiusa, ma ho visto la sciarpa di Harry che spuntava da sotto. Lei non lascerebbe mai quella sciarpa sul pavimento in quel modo, perciò può esserci finita solo nel caso fossero entrambi tutti presi a spogliarsi vicenda.”

Lui le lanciò un’occhiata come per dire: “te l’avevo detto io.” e si portò entrambe le braccia dietro la testa, sorridendo trionfante in direzione del soffitto. “Quello che è importante notare è che devono tutto questo a me. Era un piano brillante, a parer mio.”

Ginny gli lanciò un’occhiataccia. “Io e Ron abbiamo parlato con loro. Siamo noi che abbiamo fatto la maggior parte del lavoro.”

“Sì, amore.” le concesse lui, voltando la testa per incontrare il suo sguardo, “Ma se non avessi architettato un piano, non sarebbe successo niente di tutto questo.”

“Sei così presuntuoso.”

“Sì” disse Draco, scivolando sopra di lei. “Una delle cose che ami di me.”

“Vero.” sussurrò lei, piuttosto distratta.

“Vedi, cara,” continuò Draco in un sussurro, “quando due persone vanno in giro con i propri cuori in bella mostra in quel modo, è facile influenzarli se sai quello che stai facendo.”

Lei annuì lentamente; quasi incosciente di tutto tranne delle splendide sensazioni che lui le stava facendo provare: “Suppongo di essermi rivolta alla persona giusta per un aiuto, quindi.”

Draco le diede un lento, ardente bacio che la fece sciogliere nella sue braccia. “Vedi, Ginny, gli innamorati sono deboli e, pertanto, facilmente manipolabili.”

Ginny lo spinse via e si sedette. “Hai torto, Draco. Non penso che l’amore renda debole una persona. E’ stato un rischio per loro decidere di mettersi insieme. E senza l’amore, non avrebbero mai corso questo rischio.”

Anche Draco si sedette e contemplò l’espressione arrabbiata di Ginny per un momento. “Ascolta” disse lentamente, come se stesse attentamente scegliendo le parole, “Ammetto che l’amore possa rendere una persona coraggiosa, ma quando si parla di influenzare le azioni delle persone, capire i loro sentimenti è un’arma letale. Amare è ammettere debolezza. E quando qualcuno mette la propria debolezza in bella mostra, è facile trarne vantaggio.”

“Non capisco.” ribatté Ginny “Perché il fatto di amare qualcuno mi rende debole?”

Draco lasciò cadere la testa da un lato; un’espressione lontana sul viso. E proprio quando Ginny pensava che non avrebbe risposto, lui la guardò dritta negli occhi e lo fece. “Amare qualcuno è offrire a quella persona l’opportunità di conoscerti profondamente, forse meglio di quanto conosci te stesso. Amare qualcuno è dargli la possibilità di rifiutarti quando capirà chi sei veramente, di lasciarlo avvicinare a quello che tu sei veramente e distruggerlo. Amare qualcuno è essere disposto a fare qualunque cosa per quella persona, anche se significa lasciare la propria vita o sacrificare quello in cui credi. Amare qualcuno è rischiare di perdere quella persona e quindi rischiare parte di te per sempre.”

Ginny aggrottò la fronte, concentrandosi sulle sue parole “Ma nonostante tutto,” disse infine, “L’amore vale tutto questo.”

“Non ho mai detto il contrario, no?”

“Così quando mi hai detto che mi amavi, intendevi …?” incominciò Ginny.

“Sì.” disse lui, prendendole una mano e portandosela alle labbra. I suoi occhi grigi esprimevano la sua sincerità. ”Intendevo ogni parola.”

“Anch’io” mormorò lei.

E così finirono per sdraiarsi ancora una volta; le loro teste appoggiate sullo stesso cuscino. Draco afferrò la propria bacchetta sul comodino e rinnovò l’incantesimo imperturbabile sulla porta e i muri della stanza prima di mostrarle quanto profondamente e appassionatamente intendesse quelle parole.

FINE
  
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