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Autore: Neko    10/12/2010    4 recensioni
Quando Ero-sennin morì, Shikamaru, nel tentativo di consolarmi, mi aveva accennato che un giorno saremo stati noi, i maestri di qualcun altro e che avremo avuto la responsabilità di preservare la vita ai nostri allievi come avevano sempre fatto i nostri sensei, ma allora mi sembrava una cosa così surreale, lontana e invece…domani conoscerò quei tre ragazzini a cui dovrò insegnare tutto quello che so.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Cap: rapimenti

 

Pov Sasuke

 

Stavo tornando a casa, dopo aver comprato qualcosa per la cena insieme a Itachi, il mio primogenito, quando esso strattonandomi la tutta da jounin, mi fece notare la presenza di Shikamaru davanti a casa di Naruto.

Non andavamo d’accordo noi due e in altre occasioni non mi sarebbe importato molto della sua presenza in giro, ma il suo atteggiamento furtivo,  mi spinse ad andargli incontro.

Shikamaru, cosa diavolo ci fai davanti a casa di Naruto?” gli chiesi serio.

“Come tu dovresti sapere, Naruto è stato mandato di urgenza in missione e mi ha chiesto di controllare che Sakura stesse bene!” mi disse scocciato, ma qualcosa in lui era diverso “Qualche problema?”

Lo osservai come se potessi incendiarlo con lo sguardo per il tono che aveva usato contro di me.

Itachi gli si avvicinò e tirandogli i pantaloni disse “Ehi Shikamaru, lo sai che papà mi sta insegnando a usare la palla di fuoco suprema?” chiese.

“E un bambino può già essere in grado di usare una simile tecnica?” disse sorpreso, cosa che mi insospettì di più.

“Ha sette anni, un anno in più di quando l’ho imparata ad usare io!” lo informai, anche se tecnicamente doveva esserne già al corrente.

Lo vidi alzare le spalle e osservarmi a lungo.

Era nervoso, lo potevo leggere dal suo linguaggio del corpo.

“Papà andiamo?” mi chiese Itachi tirandomi e cominciai ad allontanarmi, senza però perder di vista il Nara, fin quando mi fosse possibile. Se mio figlio non fosse stato con me, lo avrei tenuto d’occhio senza farmi vedere, ma decisi di tornare a dare una controllata dopo averlo condotto a casa.

Ci misi solo pochi minuti a giungere a destinazione e fui sorpreso di trovare Kakashi che giocava con Fugaku.

Il bambino mi corse incontro, ma non lo presi in braccio come mi chiese di fare. Osservai Kakashi in attesa che mi informasse del perché si trovasse nel mio appartamento.

“Salve Sasuke, vedo che non fai fare le faccende domestiche solo a tua moglie!” mi disse sorridendomi.

Sospirai e gli chiesi di andare al sodo.

“Come ben sai, Naruto in questi giorni si rifiuta di accettare qualsiasi sorta di incarico che lo allontana da Sakura. Avrei un compito da affidargli, ma in sua assenza, tu sei l’unico a cui possa chiederlo!”

Sussultai “quindi in questo momento a Naruto non è stata affidata nessun tipo di missione?” gli chiesi preoccupato.

Kakashi mi guardò confuso e scosse la testa.

Non diedi spiegazioni e dandomi dello stupido per non aver seguito il mio intuito, corsi il prima possibile a casa del mio compagno.

 

Pov Sakura

 

Naruto non era ancora rincasato quella sera. Era strano, dato che non faceva altro che starmi appresso. Soprattutto negli ultimi giorni della mia gravidanza.

Ma proprio quando sentivo la necessità di averlo vicino, lui non era lì.

Mi sentivo strana, spaventata e l’improvviso salto della luce, mi intimorì ancora di più.

Avevo una brutta sensazione, la stessa che provavo la notte nei miei incubi. 

Cercai di scacciare via i brutti pensieri e mi recai in cucina, per cercare una candela che mi illuminasse il cammino verso il contatore della luce.

Era giù nello scantinato, un luogo che non mi era mai piaciuto. Quando ero una bambina, in quella stanza mio padre ci teneva le armi ninja e per impedire che ci andassi e mi facessi del male, mi raccontava dell’esistenza di alcuni mostri che si erano stabiliti in quella stanza, i quali  divoravano i bambini che si avvicinavano alla loro dimora.

Una volta cresciuta e compreso che quello che mi raccontava mio padre era una favola, non persi il vizio di non addentrarmi in quel luogo.

Naruto mi prendeva in giro per questa mia sciocca paura e in quel momento avrei tanto voluto sentire i suoi scherni, piuttosto che scenderci io.

Se dentro casa era buio, lì sotto lo era ancora di più.

Feci lentamente le scale che mi avrebbero condotto a destinazione, stando ben attenta ai movimenti che facevo. Il pancione mi impediva di muovermi bene e l’ultima cosa che volevo era rotolare giù per le scale.

Finalmente giunsi a destinazione. Non sapevo esattamente dove fosse il contatore e nella mia ricerca pestai qualcosa di appiccicoso.

Era una sostanza di colore nero rossastro…era sangue.

Feci solo un passo in più e la figura di mio marito imbavagliato e legato, con una brutta ferita sulla testa mi apparve davanti.

Spalancai gli occhi in preda al terrore, prima di urlare il suo nome e cercare di soccorrerlo.

Qualcosa però me lo impedì.

Mi sentii afferrare e prendere di peso.

Gridai il nome di Naruto, ma esso non sembrava intenzionato a svegliarsi. Temetti che fosse morto e quella brutta sensazione che mi tormentava da sempre, diventò ancora più forte.

Cercai di  liberarmi e di bruciare il mio assalitore con la candela, ma una volta risaliti al piano di sopra, chiunque mi tenesse prigioniera, stanco della mia ribellione, mi addormentò col cloroformio.

Prima di addormentarmi ricordo la presa alla candela allentarsi, una fiamma propagarsi e il volto del mio assalitore mentre mi prendeva in braccio.

Aveva lo stesso aspetto di Shikamaru.

 

Pov Sasuke

 

Uscii velocemente da casa mia e mi misi a correre per le strade di Konoha verso casa di Naruto e aumentai il passo quando vidi uno strano fumo levarsi in cielo, provenire proprio da quella direzione.

Kakashi era alle mie spalle. La mia reazione aveva messo all’erta anche lui.  Nonostante fossi stato via per anni, il mio maestro riusciva a capire quando qualcosa mi turbava e si fidava del mio intuito.

Giungemmo a destinazione, per vedere casa Haruno/Uzumaki in fiamme. Diverse persone erano già intervenuti a spegnere l’incendio, ma nessuno si era preso la briga di entrare e controllare se ci fosse qualcuno.

Kakashi ricorse alla tecnica del richiamo e chiese a Pukkun di cercare Sakura e Naruto.

Sia io che l’hokage entrammo nell’abitazione, cercando di respirare meno fumo possibile e di trovare i padroni di casa.

Kakashi si addentrò al piano di sopra, io guardai nelle stanze di sotto.

Non trovammo nessuno e ci sentimmo sollevati, fin quando Pukkun non ci mise al corrente che qualcuno era ancora in casa.

Le fiamme si stavano propagando molto velocemente e dell’intonaco cominciava a cadere.

Giungemmo davanti a una porta sbarrata da delle travi cadute a causa dell’incendio e per di più circondate da fiamme.

Pukkun ci confermò la presenza di Sakura e Naruto al suo interno.

Kakashi utilizzò lo sharingan ipnotico, per spedire le fiamme e le travi in un’altra dimensione, in modo tale da liberare l’accesso alla stanza.

Il fumo entrato nel locale era denso e sperai vivamente che i miei amici fossero ancora in vita.

Trovammo solo Naruto ferito e privo di conoscenza, mentre di Sakura trovammo solo il suo copri fronte, dal quale non si separava mai e che teneva sempre legato alla gola. Il cane probabilmente aveva fiutato l’odore della donna dal copri fronte, ultimo oggetto indossato dalla donna.

 

L’incendio venne spendo definitivamente mezz’ora dopo, e anche se la casa era rimasta in piedi, si erano salvate solo le stanze di sopra, dove il fuoco non aveva ancora avuto il tempo espandersi in modo eccessivo.

Cosa avrei detto a Naruto della casa e soprattutto della sparizione di Sakura?

Lei non era rimasta ferita nell’incendio, di questo ne eravamo certi, perché Pukkun garantì di aver percepito l’odore di Sakura e di uno sconosciuto fino in cucina, per poi sentire l’odore della donna sparire di colpo dal pavimento, a differenza di quello dello sconosciuto che procedeva verso l’esterno della casa e del villaggio.

 

Ero accanto a Naruto, ancora privo di sensi steso in un letto di ospedale con la testa bendata e la maschera d’ossigeno, per aiutarlo nella respirazione, dopo che aveva respirato per troppo tempo fumo passivo dell’incendio.

Lo osservavo con nervosismo. Volevo rimanere al suo fianco e controllarlo, perché quello che era accaduto, senza ombra di dubbio a causa di Kabuto, ma allo stesso tempo volevo agire, cercare Sakura e trovarla sana e salva. Non mi sarei mai perdonato se le fosse accaduto qualcosa, perché quanto era successo si poteva evitare, se solo avessi dato retta ai miei sospetti quel pomeriggio.

Kakashi bussò la porta e guardandomi scosse la testa “Le tracce arrivano molto lontano e lungo il cammino abbiamo trovato dei capelli di Sakura. Chiunque fosse il nemico è stato molto abile ad arrivare a lei e a Naruto, senza che nessuno se ne accorgesse.

Strinsi i pugni “Mi ero accorto che qualcosa non andava, ma…

S-Sa-ku-ra!”

Mi girai a guardare il mio compagno, lentamente stava riaprendo gli occhi e passato lo smarrimento iniziale, chiese cosa fosse successo.

Io e Kakashi ci guardammo indecisi sul da fare. Era suo diritto sapere cosa fosse successo, ma nelle sue condizioni non era necessario metterlo in agitazione e conoscendolo avrebbe perso la testa, venuto a conoscenza della verità.

Lo vidi spalancare gli occhi e, togliendosi la mascherina dell’ossigeno, si mise a sedere di colpo.

Si portò una mano alla testa per il dolore risvegliato, ma non ci fece molto caso.

“Sakura? Dov’è Sakura?” ci chiese spaventato “Ero con Shikamaru quando …improvvisamente mi sono sentito colpire alla testa. Prima di perdere i sensi mi ha detto che non l’avrei mai più rivista!” disse mettendoci al corrente di quanto accaduto.

Cercò di alzarsi dal letto, ma lo fermai “Devi riposare, Naruto!” gli dissi serio, ma non riuscendo a  nascondere la colpa che sentivo.

Lui avverti questo mio sentimento e afferrandomi per il colletto della tuta da jounin, mi impose di parlare.

Rimasi zitto, ma Kakashi parlò al posto mio “Quello che ti ha colpito  non era Shikamaru. Da quanto ne sappiamo e da quanto ci ha detto Temari, Shikamaru è scomparso da mesi!”

Naruto non era sorpreso a quella rivelazione “Non sarò molto intelligente, ma credo di poter giungere da solo alla conclusione, che non sia stato Shikamaru a procurarmi questa ferita! Ora prima che mi incavoli sul serio, ditemi dov’è Sakura!”

“Non lo sappiamo!” dissi infine e senza nessun tatto. Non sarebbe cambiato nulla e girarci intorno avrebbe potuto costare caro alla mia compagna.

Dovevamo intervenire subito, nelle sue condizioni poteva essere ancora più in pericolo, di come lo sarebbe stato in una situazione normale.

Naruto sgranò gli occhi e senza pensarci un attimo, si alzò dal letto, si cambiò in fretta e furia e si mise a urlare contro Kakashi, quando provò a dirgli di restare calmo e di non affaticarsi.

Lo vidi uscire velocemente dall’ospedale e lo seguii per dargli una mano.

Giungemmo fuori da Konoha e cercammo qualche traccia per giungere al nemico.

Lo osservai. I segni sulle guance si erano ispessiti, i denti canini allungati e gli occhi erano diventati rossi.

Annusava l’aria, come se fosse una volpe in cerca della preda e spedito, seguiva la traccia odorosa che Sakura aveva lasciato nell’aria.

Sapevo che con l’aiuto di Kyuubi i suoi sensi aumentavano, ma non credevo fossero così forti da percepire odori che nemmeno i nostri cani ninja erano riusciti a sentire.

“Se fossi intervenuto quando ho avuto i primi sospetti, questo non sarebbe accaduto!”  dissi mettendo fine a quel silenzio teso che c’era.

“Non sei il solo a esserti accorto che qualcosa in Shikamaru non andava. A parte gli ultimi giorni, quel tipo ha fatto davvero pochi errori, per permetterci di capire che non fosse il nostro compagno! Devo ammetterlo, Kabuto sa scegliere bene i suoi collaboratori!”

“Già. Mi domando perché abbia fatto rapire Sakura. Essendo riuscito a colpirti, perché non ha portato direttamente via te?” chiesi.

“Semplice, Kabuto vuole morire in un modo atroce!” disse guardandomi, con uno sguardo carico di rabbia. Poche volte lo avevo visto così e la prima volta fu quando fui io a rapire i suoi amici per condurlo in trappola.

Di sicuro Kabuto doveva aver capito che quello era l’unico modo per arrivare a lui senza combattere troppo.

 

Pov Sakura

 

Mi sentivo la testa pesante e feci fatica a riaprire gli occhi, ma una voce familiare mi destò del tutto.

Mi sollevai piano piano, mettendo a fuoco quello che c’era intorno a me.

Ero sdraiata a terra su del fango secco e mi trovavo all’interno di una prigione. Fuori dalla gabbia potevo vedere una camera molto grande, ma spoglia, con varie lanterne accese a illuminare quel luogo così tetro.

Guardai in direzione della voce che mi chiamava. Essa era debole e rauca e proveniva da una figura che si trovava dal lato opposto da dove mi trovavo io, dove solo poca luce arrivava.

Mi avvicinai lentamente e rimasi shoccata da quello che vidi,

S-Shikamaru?” lo guardai come se davanti a me ci fosse una creatura spaventosa, ma esso si avvicinava molto.

Era molto dimagrito, i capelli sciolti lasciati cadere lungo il viso e sugli occhi, la barba incolta e gli zigomi ben evidenti a causa della magrezza.

Ere ferito in vari punti e qualche ferita aveva anche preso a infettarsi. Aveva pochissima possibilità di movimento a causa delle catene che lo tenevano imprigionato.

Cercai di aiutarlo a  liberarsi e, grazie alla tecnica medica del bisturi, riuscì a liberarlo.

Subito dopo cercai di curargli qualche ferita, ma mi impedì di farlo. Non voleva che sprecassi energia per curarlo.

“Io sto bene…o almeno sono vivo!” disse poi abbassò la testa “Scusami se non sono riuscito a impedire tutto questo. Naruto aveva fiducia in me, ma non sono riuscito a proteggerti, come avrei dovuto”

Gli presi il volto tra le mani per costringermi a guardarmi “Nessuno te ne fa una colpa Shikamaru, nemmeno Naruto. inoltre credo che noi dovremmo scusarci con te per non aver capito chi fosse in realtà quel tipo. Ci sono arrivata solo…bhe quando il tuo sosia mi ha portato via!”

Shikamaru sorrise stancamente “a quanto pare non sono difficile da interpretare!” disse prima che una figura incappucciata di un uomo si mostrasse.

Shikamaru si mise davanti a me e allargò le braccia, per impedire che qualcuno mi sfiorasse, ma il nemico non sembrò fare molto caso  a lui.

“Salve Sakura, spero che la mia accoglienza ti sia gradita!”

Guardai quell’essere con disprezzo “Kabuto, che intenzioni hai?”

Esso si scoprì il capo, mostrando la sua orribile faccia squamosa e divertito disse “     Cerco di attirare Naruto nella mia trappola, il che non sarebbe necessario, se quel cretino che ti ha rapito, avesse direttamente  portato lui qui, dato che sorprendentemente è riuscito a cogliere di sorpresa Kyuubi. Ma non preoccuparti in un modo o nell’altro riuscirò ad avere il suo potere, il che vuol dire che fra poco potrai rivedere il tuo caro amore, per l’ultima volta!”

 

 

********************

Eccomi di nuovo qua.

Sinceramente credevo di aggiornare prima, ma poi non mi sono mai messa a scrivere.

Fino a ieri avevo in mente il finale della storia, ma questa notte un sogno mi ha ispirato e mi ha fatto venire in mente un secondo finale e sinceramente non saprei quale scegliere.

Il primo mi permette di concludere la storia definitivamente, mentre il secondo mi darebbe l’occasione di poter successivamente scrivere un’altra fanfic che andrebbe a costituire un seguito di questa.

Sono molto indecisa sul da farsi, perché in entrambi i finali succede qualcosa a cui tengo.

uf uf, non mi resta che vedere cosa viene fuori dai prossimi capitoli dato che in base a cosa scrivo dovrò scegliere il finale adatto. Quindi, nonostante ultimamente abbia voglia di scrivere, questo dilemma potrebbe rallentarmi un po’, ma forse neanche tanto.

Volevo solo mettervi al corrente.

Nel frattempo vi ringrazio di cuore per avermi seguito fino a qui.

Fatemi sapere la vostra opinione per quanto riguarda questo capitolo.

Ciao Neko =^_^=

  
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