Ciao a tutti cari lettori!
Siamo ormai arrivati in periodo di feste! ^__^
Dal canto mio sto cercando
di riempirmi di spirito natalizio, e spero sia lo stesso per voi! Chissà che
non mi ispiri per un’altra piccola fic natalizia come la mia “Merry Naruto
Christmas” (chi non l’ha letta corra nella mia gallery che per questo periodo è
l’ideale), anche se questa fic mi tiene già abbastanza impegnato.
Ho notato che nonostante
le premesse questa storia stenta un po’ a decollare… O è solo una mia
impressione? °__° Forse è che non sono molto pratico di avventure vere e proprie,
ma mi auguro vogliate continuare a seguirmi anche se l’azione tarda a venire
(ma ci sarà, oh se ci sarà U__U).
Ed ora è il momento di un
po’ di spiegazioni, ma anche di organizzazione e piccoli incidenti! Buona
lettura e buone feste da NaruXHina!
PS: GAZILLE X LEVI ORA E
SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Famosi attori o celebri
cantanti vantano, si fa per dire, schiere accanite di fans sempre pronte a
dimostrare la loro venerazione fino a comportamenti prossimi alla follia;
ragazze che esprimono il loro sostegno e compiacimento per ogni parola o gesto
del loro beniamino, che lo seguono ovunque, come tante piccole lune intorno al
sole della sua popolarità.
Più pragmaticamente,
ragazze con dei seri problemi psichici… almeno in certi casi.
E il caso attuale, una
rissa furibonda di sole donne nel cortile esterno della gilda Fairy Tail,
rientrava appunto negli estremi per un intervento del locale centro di igiene
mentale… Maghe e non maghe, in pieno giorno, sotto gli occhi attoniti dei
passanti, schiaffeggiavano, graffiavano, sibilavano, lottavano furiosamente
rivolgendosi astiose minacce ed invettive poco educate… E ancora tirate di
capelli, morsi alle caviglie, strappi ai vestiti, urti di seni, gonne
ribaltate, involontarie pose oscene…
A pensarci bene gli occhi
dei passanti, più che attoniti, potevano dirsi parecchio interessati!
“È la rissa più
accattivante che io mi ricordi!” esclamò uno spettatore tappandosi una narice
sanguinante con un fazzoletto arrotolato!
Tutto ciò per un motivo
stupido quanto di vitale importanza per le contendenti.
Una giacca indossata dal
loro idolo (o così si era detto…) che necessitava di una lavata; e nessuna di
loro voleva perdere quell’occasione di mostrarsi gentile e solerte servitrice
del più bello e irresistibile mago della città!
Per quel prezioso simulacro, i cartelli inneggianti al loro divo sarebbero stati
spaccati su delle teste, gli striscioni recanti “Sposami!” e varie sarebbero
stati usati per strangolare le rivali, le scarpette col tacco nuove indossate
per far colpo sarebbero diventate delle perfette munizioni da lancio, anche se
buona parte di esse si infilzò in faccia agli spettatori delle prime file!
“GLIELA LAVO IO!”
“L’HO DETTO PRIMA IO!”
“NON SGUALCIRLA!”
Le fan erano numerose e
tutte agguerrite, ma ben presto fatica e botte iniziarono a ridurne il numero,
e già si distinguevano coloro che avevano possibilità di vincerla, grazie
all’avvantaggio dello spirito indomito della gilda a cui appartenevano... e a
un po’ di devastante magia, che non guastava!
“Molla la giacca, cocca!”
“Dovrai passare sul mio
corpo!”
Bisca acconsentì stordendo la fangirl con una raffica di fucile, innocua, ma
molto convincente!
“Ma questa non è la giacca di Gazille! È una gonna!”
“EEEEEEEK! Chi mi ha strappato i vestiti di dosso?”
Un grido d’approvazione si
levò alto dalla strada dinanzi la gilda!
Purtroppo la distrazione
fu fatale a Bisca che sentì una mano stringerle dietro la clavicola e poi più
nulla…
“Meno male che mi ricordo
ancora questo vecchio trucchetto!” esclamò la perfida Mira contemplando
l’ex-amica svenuta: un avversario in meno!
Tuttavia anche lei cadde nello
stesso errore di Bisca: Cana si era sgolata il resto della sua boccia di saké…
e poi gliel’aveva rotta dietro la testa!
“I bernoccoli ti donano…”
Barcollando e carte alla
mano, Cana Alberona si girò, un occhio più chiuso dell’altro per l’alcol, pronta
ad un nuovo round: “Allora, sono sbronza e determinata! Sotto a chi tocca!”
Ma a risponderle fu un
fortissimo rumore, uno schianto, seguito da un polverone e una somma di grida
femminili. Erza si era messa a fare sul serio e aveva buttato all’aria le restanti
non-maghe. Ormai, di quel mucchio selvaggio, quasi tutte giacevano a terra.
“Arrenditi Cana, sono più
forte e lo sai.”
“Mai! L’amore che mi muove
per Gazille mi consentirà di sconfiggerti!”
“Guarda che io pure sono mossa dall’amore per lui.”
“… Beh, io di più!”
Mostrò tre carte: Gli
Amanti, Il Fulmine e La Torre al rovescio, le strinse nel palmo della mano e si
circondò di un’aura di fulmini.
“Fatti sotto allora.”
incitò Erza facendo crepitare il metallo dell’Armatura Ala Nera.
“NE RESTERÀ UNA SOLA!”
“E QUELLA SE LO CUCCHERÀ!”
“URRYAAAAA!”
“KYAAAAAAH!”
E mentre si piazzavano già
le puntate sulla vincitrice, dentro, dietro il portone oltre cui erano state
sbattute affinché anziché rompere le scatole si rompessero tra loro, si stava
discutendo dell’Incanto Cupidus già da un bel po’…
“Li fuori se le danno di
brutto.” commentò Natsu alle grida feroci che si udivano nonostante la porta e
le finestre sprangate.
“Aye!”
“… VOGLIO ANDARE ANCHE
IO!”
Lucy lo agguantò per il
collo e adoperò su di lui una nuova micidiale tecnica: la lucidata! Si trattava
semplicemente di passargli furiosamente la mano tra i capelli!
“AAAAARGH! BASTA! PIETÀ!”
Lucy lo lasciò: “Non
impari mai! Prego, master, parli pure.”
Molti membri della gilda
erano riuniti vicino al bancone, in piedi o sui tavoli vicini, dal quale Makarov,
seduto a gambe incrociate e bastone alla mano, come il giorno prima, li avrebbe
istruiti sulle ultime novità.
“Sigh… lo stand dei
souvenir è ancora là fuori!” sospirò triste Max, che vi lavorava.
“Era, vorrai dire.” lo
corresse solidale.
“Quelle scalmanate là
fuori che ci distruggono tavoli e souvenir e disturbano la quiete non sono il
nostro unico problema. Ora dobbiamo far fronte anche a queste accuse di furto.”
Natsu, e non solo,
restarono confusi a quella frase: “Furto?” Ma scusi, che avremmo rubato?”
Happy intanto, drizzate le
orecchie, era volato in alto fino ad una delle finestre che davano sul lato
dell’edificio ed era sobbalzato alla vista di un’altra piccola folla. Aveva
pensato dapprima ad un nuovo gruppo di fangirl alla carica, invece vide che
erano tutti uomini, ed anche loro organizzati con striscioni e cartelli
(qualcun altro con più mascolini randelli…).
“EHI, VOI DI FAIRY TAIL!
IL VOSTRO SCHERZO è DURATO ABBASTANZA!”
“RIDATECI LE NOSTRE
RAGAZZE!”
Makarov scosse il capo: “Furto
di fidanzate, no? Molte di quelle ragazze lì fuori uscivano già insieme con
qualcuno, e questi qualcuno non l’hanno presa molto bene.”
“IO E EVELYN STIAMO
INSIEME DA UN ANNO E IERI MI HA FATTO UN OCCHIO NERO!”
“CONSEGNATECI QUESTO GAZILLE!”
“VENGA A FARE I CONTI CON
NOI!” urlò quello col bastone.
“O SI ASSUMA LE SUE
RESPONSABILITÀ!” urlò il padre di un’altra delle ragazze, neanche a dirlo un
uomo “all’antica”…
“Io approvo:
consegniamolo!” disse una vocina ignota…
?!?!?
I membri della gilda si
guardarono tra loro. Poi si aprirono in due ali, e Arzack era capitato giusto
al centro.
“Ehm… Eh eh eh!”
Malgrado tutto Makarov ci
passò su, poiché comprendeva bene le ragioni del ragazzo, oltre che dei
manifestanti lì fuori: “Dunque, dovete sapere che…”
Lo stupore derivatogli da
un’improvvisa pioggia di segatura e truccioli però gli fece richiudere la
bocca. Guardò in alto: una sega stava disegnando un piccolo cerchio sul
soffitto.
Finito il disegno e
staccato via il cerchio, lentamente, i maghi di Fairy Tail videro calare verso
di loro un filo con un bicchiere legato all’estremità.
Questo bicchiere calò ad
appena qualche centimetro poco più in alto dalla spalla del master che portava
avanti un ribollente silenzio…
La voce di Gazille uscì allora
dall’improvvisato interfono: << Bene, parlate pure. >>
E il Master parlò, o
meglio, gridò: “MA CHE TI SALTA IN MENTE DI BUCARMI IL SOFFITTO?!?!? NON TI HO
FORSE RIBADITO CHE SARESTI STATO MESSO AL CORRENTE DI TUTTO?!”
Nell’ilarità di Natsu,
Lucy e qualcun altro, anche il bicchiere prese a gridare: “PREFERISCO LA PRESA
DIRETTA SE NON LE SPIACE! IL PROBLEMA è SOPRATTUTTO MIO!”
Pantherlily si affrettò a
tirare le briglie ai nervi del master: “Si calmi, questa storia lo sta seccando
non poco.”
“Finestre… tetto… anch’io
sono al limite della sopportazione!” disse il master, per la cui gilda,
ricostruita secondo i suoi progetti, aveva sviluppato una sorta di empatia!
“Basta perdere tempo ora!
Dunque, grazie all’aiuto delle nostre ragazze, Lucy, Levi, Wendy e Olietta…”
Le quattro furono molto
contente di essere nominate e riconosciute: “Abbiamo solo dato una mano!”
“… ieri siamo riusciti ad
acquisire un bel po’ di informazioni interessanti sulla storia del mago Oliver
e del suo Incanto Cupidus.”
Natsu imitò alla
perfezione uno sbuffare equino: “Che barba, già mi sto annoiando.”
“Come ho detto anche
l’altro ieri, Oliver D’Alambicco era un mago particolarmente interessato alle
magie riguardanti le varie emozioni umane, ed ora sappiamo anche che, pur non essendo
originario nostro paese, viveva nel sud del regno di Fiore, a Heartburg, un
paesino a qualche miglio dalla città di Hosenka dove lui si era costruito una
grande e lussuosa villa.”
“Hosenka la ricordo! Le
terme lì sono stupende!” intervenne Lucy ripensando ad una avventura passata.
“La ricordo anch’io: è lì
che ti ho salvato!” si sbracciò Loki avvicinatosi improvvisamente. Da lì aveva
avuto inizio una serie di eventi senza la quale forse Lucy non sarebbe riuscita
a intervenire per salvarlo dalla morte per esilio dal mondo delle stelle.
“È lì che tra di noi tutto
è iniziato.” disse guardandola in modo seducente a due centimetri dal suo viso.
“Ti ci ho anche dato uno
schiaffo poi, rammenti?”
Loki tornò a spiattellarsi
sul bancone…
“Scusa, ma tu te le
cerchi!”
“Oliver era un ricercatore
appassionato e aveva una mente brillante. Studiò molte magie e oggetti magici riguardanti
direttamente o indirettamente gli stati d’animo delle persone e trovò il modo
di “imbottigliarli”. Era animato da buone intenzioni: inventò subito una
pozione in grado di trasmettere gioia e buon umore e la mise in commercio,
distribuendola però gratuitamente a coloro troppo poveri per permettersela
quando ritenesse ne avessero bisogno: lutti, incidenti gravi, malattie e così
via.”
“Che bravo ragazzo.”
<< Eh, già, però se
si fosse fatto i fatti suoi io non sarei qui a parlare in un bicchiere!
>>
“Oliver continuò gli
esperimenti e puntò sempre più in alto: pozioni di attenzione per i distratti, pozioni
di ottimismo per chi non ha speranza e pozioni di pessimismo per chi sogna
troppo, pozioni di calma e pazienza per gli spiriti bollenti e pozioni di
energia e voglia di fare per gli spiriti insipidi.”
“Quella farebbe comodo a
te, Nab! Ah ah ah!”
“E così via. La sua fama e
le sue ricchezze crebbero sempre più nella regione: ampliò la sua villa e il
laboratorio in essa in cui conduceva, tutto solo, i suoi studi. Purtroppo il
crescente successo come inventore gli tolse ogni freno, fu così che arrivò a
pensare a un progetto utopico.”
“Pop-corn?” fece Bixlow
tornando dalla cucina con un vassoio da mezzo quintale di bianchi e salati
stuzzichini!
“Grande!”
“A me!”
Così ci si poteva godere
la storia ancora meglio.
“Voleva racchiudere in
pozione l’amore. Un’emozione, così pensava, tanto positiva da non poter mai
arrecare alcun danno, capace solo di creare felicità.”
“Certo, come no…” disse il
divorziato Macao, il cui amore non si era rivelato purtroppo gioioso troppo a
lungo.
“Arrivò addirittura a
pensare a un modo per diffonderlo in massa: se l’amore fosse dilagato, pensava,
non ci sarebbero state più guerre e contrasti, tutti avrebbero pensato
unicamente ad essere felici con le loro anime gemelle e a condurre con esse una
vita serena.”
“Un visionario in buona
fede, ma per sempre un visionario.” annuì Pantherlily.
Il sottofondo costituito
dalla lotta che si svolgeva fuori nel cortile stava aumentando d’intensità.
<< Accidenti, se le stanno dando proprio
pesante lì fuori. >>
“Senza contrasti dov’è il
divertimento?” –incrociò le braccia Natsu- “Senza una bella rissa ogni tanto
che vita sarebbe qui a Fairy Tail?”
Inaspettatamente, furono
in molti a trovarsi in accordo con Natsu, e Makarov sorrise intuendolo dalle
loro facce: “Sorpresi? Non dovreste. In fin dei conti rivalità, disaccordi,
dissapori, screzi, lotte sono insiti nella natura dell’uomo, e sono anch’essi
una valvola di sfogo possiamo dire. Il contrasto è insito anche nell’amore che
“non è bello se non è litigarello”, vero
Macao?”
“Già…” il divorziato
nascose il rossore chinando il capo…
“Fatto sta che finché ci
sarà amore, ci sarà anche guerra, inevitabilmente. Continuando il discorso,
Oliver studiò come non mai, sperimentò notte e giorno, e alla fine ci riuscì.
Creò l’Incanto Cupidus, il primo filtro d’amore che funzionasse sul serio (non
la solita baggianata da vendere alle fessacchiotte). Come per gli altri suoi
incantesimi, lo distribuì dapprima nelle zone vicine, per testarne gli effetti,
prima di rivelarne la formula e iniziare a diffonderlo il più lontano possibile
per coronare il suo sogno. All’inizio tutto andò bene, ma alla lunga tutti i
punti dolenti di una magia in grado di forzare l’amore messa a disposizione di
tutti senza freno vennero a galla. I matrimoni aumentarono, ma aumentarono
anche la rabbia di coloro che si vedevano tagliati fuori solo perché non
avevano speso fior di soldi per un intruglio, senza contare i parenti delle
“vittime”, che non erano certo contenti di vedere i loro cari sacrificare i
propri sentimenti autentici per altri artefatti. Certo, si usava la pozione col
contagocce come prescritto, il nostro è un caso particolare, ma di certo gli
effetti disastrosi che abbiamo visto si saranno verificati in parte anche
allora.
La situazione a Heartburg
e negli altri paesi della valle si fece intollerabile. Fu così che una sera,
dinanzi la sua villa-laboratorio, si radunò una folla inferocita, composta da
vari parenti ed ex degli uomini e delle donne caduti sotto il gioco
dell’Incanto Cupidus. Ovviamente gli intimarono di “guarirli” e di distruggere
quella dannata formula.”
Il chiasso là fuori
sembrava ormai esaurito frattanto…
“Oliver, solo contro
molti, accecato dalla sua utopia, difese con forza le sue posizioni, fermamente
convinto che la colpa era da attribuire a chi del suo Incanto aveva fatto un
uso sbagliato. Anche davanti l’odio della gente che voleva aiutare, restava
convinto di poter migliorare le vite di moltissime persone.”
Makarov fece un pausa,
subito interrotta da un “Allora?”, che gli testimoniò quanto avesse fatto presa
sul suo pubblico!
“A quanto riportato nel libro
che abbiamo consultato, la folla si apprestava a linciarlo e lui a reagire con
la sua magia. Fu allora che un giovane corse verso di lui prostrandosi ai suoi
piedi. Costui era stato, fino a pochi giorni prima, in procinto di sposarsi con
una ragazza che aveva conosciuto sin da bambino, con la quale aveva trascorso
negli anni numerosi momenti, belli e brutti, e che adesso lei, caduta
nell’Incanto Cupidus scagliatole con l’inganno da un ammiratore geloso, aveva
rinnegato.
Questi pregò Oliver fino
alle lacrime di restituirgli la sua amata, perché non riusciva a sopportare che
quanto avevano vissuto insieme, e che li aveva condotti a un passo dall’altare
si fosse azzerato. Non poteva tollerare che quanto loro due avessero
faticosamente conquistato venisse spazzato via.”
“Hai un fazzolettino?”
domandò Lucy a Levi, in lacrime come lei.
“Che triste!”
Natsu lanciò un fischio:
“Figo! Questa storia ha davvero tutto! Magia, un pazzo, una folla inferocita…”
“Una scena commovente!
Sniff!” concluse… Elfman!
“?!?!?!”
“Che c’è? Che avete da
guardare? Mi è entrata una bruschetta nell’occhio! Sigh!”
“Si dice “bruscolino”…”
“Com’è finita master?”
domandò Lucy ansiosa di conoscere un finale, e domandandosi se mai avesse
potuto rielaborare quella storia per uno dei suoi futuri libri: ne sarebbe
venuto fuori un successo!
“A quel punto Oliver,
impietositosi, si arrese. La sua capitolazione fu totale: non solo spezzò tutti
gli Incanto Cupidus lanciati, provocando una piccola ondata di divorzi e
schiaffi in faccia, ma abbandonò Heartburg per sempre.”
“Abbandonò?”
“Esatto. Due giorni dopo
partì a bordo di un carro lasciandosi dietro la sua casa con gran parte dei
suoi averi, oltre che il suo laboratorio, e non vi tornò mai più. Questa
storia, così come l’avete ascoltata, è stata riportata su un libro della
Biblioteca degli Arcani Passati dal figlio di Oliver, nato alcuni anni dopo
questi eventi, il quale ha riportato la storia del padre così come da lui gli è
stata raccontata.”
<< Bel mucchio di
chiacchiere, ma a noi che importa? >> brontolò il bicchiere.
“Gazille ha ragione, noi cosa ne ricaviamo? Non viene detto come Oliver ha
spezzato l’Incanto Cupidus.” domandò Lisanna.
“No, questo è vero, però
adesso sappiamo che è possibile! E sappiamo anche un’altra cosa, ci stavo
giusto arrivando: la villa di Oliver, con il suo laboratorio è ancora lì!
Oliver, prima di partire meditò di distruggere tutte le sue ricerche e le sue
formule che avevano causato tanti guai. Per fortuna non lo fece: non se la
sentiva, in fin dei conti erano sempre sue creazioni. Non avendo cuore di
distruggerle, le abbandonò lì, lanciando tuttavia un incantesimo di tipo
Script: tutte le sue carte, su cui erano recati i suoi diari di ricerca, nonché
le formule e i dettagli di tutte le sue pozioni vennero criptate, cosicché
nessuno, trovandole per caso, avrebbe potuto leggerle, poiché le avrebbe
trovate scritte con simboli incomprensibili. Abbiamo poi fatto delle ricerche
sulla città di Heartburg, scoprendo che la villa di Oliver D’Alambicco giace da
decenni in stato di abbandono. La gente del luogo non ama quel posto per via
del brutto ricordo legato all’Incanto Cupidus.”
“Ho capito!” sorrise Gray.
Il master gli sorrise di
rimando: “Dobbiamo recarci subito ad Heartburg, trovare la villa di Oliver e il
laboratorio al suo interno: se c’è un posto dove possiamo trovare la cura che
usò per l’Incanto Cupidus è certamente lì, tra le sue innumerevoli invenzioni!”
La battaglia per la giacca
si era conclusa. Alla fine, ne era rimasta una sola, per la gioia di chi aveva
scommesso su di lei.
Cana Alberona
Ansimante, con un livido
qui e uno là, ma con lo scuro tessuto, un po’ strappato, un po’ sporco di
rossetto e molto sgualcito, saldamente nella mano.
“CE L’HO FATTA! È MIA!”
Persino Erza era al
tappeto, cosciente ma rispettosa di colei che l’aveva sconfitta con scaltrezza
e forza insieme.
“Non puoi continuare Cana, arrenditi e forse ti permetterò di
fare le felicitazioni a Gazille quando ci sposeremo!”
Ma lei, ferita ma determinata, seppe ribaltare la situazione!
“GUARDA! UN CHEESECAKE ALLA FRAGOLA!”
“DOVE?!?!?!?”
CRASH!
Meno male che portava sempre una bottiglia di riserva, e meno
male che raramente le armature di Erza erano fornite di un elmo ben coprente!
“La giacca è mia: lui me
l’ha data e guai a chi me la tocca! Gliela laverò io e io gliela riporterò
conquistandomi la sua gratitudine; e quando l’avrà indossata… gliela toglierò
di nuovo! Uh uh uh!”
Così gioiva, saltava e
rideva Cana, ad onta delle sconfitte nella polvere. Ma una di loro, per quanto
battuta, sembrava da poco interessata a quello scontro; fin dall’inizio in
effetti.
“Ah…” –sospirò lei
guardando da tutt’altra parte con gli occhi a cuoricino- “Puoi pure tenertela
quella giacca, tanto ho fatto colpo su Gazille prima io! Mi ha detto anche
<< Grazie >>! Ah, sono la
donna più fortunata del mondo!”
“Come scusa? E quand’è che
l’avresti visto tu?”
“Quando si è affacciato
alla finestra, quella lassù, proprio quella: due cuori e un ferro da stiro!
L’amore è sbocciato me lo sento! Ah!” continuava a sospirare lei, mentre la
sospettosa Cana alzava gli occhi verso la finestra che le aveva indicato.
“Mhmm…” e d’un tratto quella giacca le interessava molto meno…
Mentre il master Makarov
si rinfrescava la gola dopo la lunga chiacchierata approfittando di trovarsi
con le bevande a portata di mano (o piuttosto di avere una mano dalla portata
estensibile), gli altri maghi davano ora fiato alla bocca in un acceso
parlottio.
“Si tratta quindi solo di
arrivare fin laggiù e trovare quelle carte.”
“Diciamo di si: sono
criptate come ho spiegato, ma un modo per decifrarle lo si potrà trovare anche
dopo, l’importante è portarle qui.”
“Non mi sembra molto
difficile!”
Poteva essere un occasione
per mettere un po’ in mostra il proprio valore senza correre troppi rischi,
oltre che di aiutare amici in difficoltà.
“Se è così potremmo anche…”
Ma la loro spavalderia
venne messa a tacere da Natsu, il quale, saltato in un lampo sul bancone
accanto al master (il quale venne sollevato a mezz’aria per un secondo ma
continuò a bere senza scomporsi), gridò: “CI PENSO IO!”
“……”
“Sarò io ad arrivare fino
a Harborg e a trovare quella cura: Erza è mia amica ed è anche un membro del
mio team, quindi è giusto che vada io!”
Un tono che non ammetteva
repliche, se non quella di un certo Fullbuster.
“Umpf! Se ci vai da solo
possiamo considerare Erza già spacciata: non sai nemmeno pronunciare il nome
della città correttamente!”
Saltò anch’egli sul
bancone: “Lo accompagno io: Erza è anche una mia compagna di team!”
“Ed anche una mia!” -fece Lucy alzando in aria il palmo tatuato col simbolo
della gilda- “E non mi dimentico nemmeno di Mira, Cana, Bisca e Gazille!”
Si avvicinò anche lei agli altri due, ma senza salire sul bancone, con tutto il
tempo che ci aveva speso a lucidarlo prima!- “Voglio andare anch’io!”
Happy svolazzò dritto
filato dall’amico dalla sciarpa bianca: “Ehi! E io?”
“Tu eri sottointeso,
Happy!” gli sorrise questi.
“YAHOOO!”
Ma l’ardimentoso team
Natsu stava facendo i conti senza l’oste!
<< EH, NO! FERMI TUTTI! >>
Si voltarono verso il
bicchiere parlante, che tremava come scosso da un sisma!
<< Qui l’unico che va sono IO! Io sono l’incantato, io mi disincanto!
>>
Lily ridacchiò, come se
non avesse aspettato altro che quel momento: ormai lo conosceva bene.
“Nemmeno per idea, Gazille!” -fece autoritario Makarov alzandosi in piedi e
puntando il bastone contro il suo raffazzonato interfono- “Tu devi cercare di
farti vedere il meno possibile, un viaggio è l’ultima cosa di cui hai bisogno:
potresti tornare qui con altre decine, forse centinaia di fangirl in più,
sempre che tu riesca a tornare e non ti sposi durante il tragitto.”
“Ah ah ah! Tranquillo
Gazille, noi bastiamo!” rise tronfio il drago rosa.
<< Oh, certo, e voi
pretenderete che io mi metta nelle mani di un idiota, un nudista e una bamboccia?
>>
“EHI!” urlarono furiosi i
tre soprannominati!
“Io non sono un nudista!”
sbottò Gray.
“Infatti, tu eri
l’”idiota”! Ih ih ih!”
“Tsk! Idiota era senza dubbio riferito a te! Re degli idioti!”
“Ah, si?”
“Si!”
E i due cominciarono a
ringhiare con le facce attaccate l’una a quella dell’altro.
“Ragazzi, calma, non c’è
tempo per i bisticci, ricordatevi di Erza…” cercava di calmarli la biondina
senza successo.
Il tentativo di Natsu, e
poi di tutto il suo team, di avere l’esclusiva in quel salvataggio non piacque
a tutti; Macao, Elfman, Freed, Pantherlily ed altri si proposero per dare un
mano, ma il vecchio mago li redarguì severamente.
“No! Troppe persone in una
missione generano solo confusione e problemi. Capisco che siate preoccupati per
le vostre amiche, ma chi parte va per tutti e quattro, non solo per i suoi
compagni di team.”
D’altro canto, era il caso
di ragionare bene su chi inviare. Makarov si grattò il mento: << Se vanno solo questi tre ed Happy, senza che
ci sia Erza a controllarli, di sicuro combineranno un mucchio di guai… Lei è
l’unica che li tiene un po’ a freno: così Gray e Natsu litigheranno per tutto
il viaggio e Lucy si stuferà e li pianterà per andare a spasso… Questo team
così non va bene, deve essere aggiunto qualche nuovo elemento. >>
“Ahem!”
Guardò in basso e vide un
musetto all’insù incorniciato da una morbida pelliccia bianca: “Io e Wendy
vorremmo partecipare alla spedizione.”
Happy diede subito segno
di approvare!
Wendy, entrata nella gilda
da poco, si mostrava volenterosa nel dimostrare l’attaccamento ai suoi nuovi
compagni: “Vogliamo dare una mano.”
Charle volò vicino
l’orecchio del master: “Inoltre in questo modo sarà al sicuro, lontana da
Gazille.”
“Dovevo aspettarmelo.” ridacchiò Makarov sotto i baffi.
Le magie di supporto della
dragon slayer potevano rivelarsi utili in svariate occasioni, ed era vero che
in quel modo la piccola non rischiava di guardare Gazille: ne sarebbe uscita
una coppia fin troppo esecrabile! Tuttavia, non era certo a lei che poteva
riferirsi per portare un po’ di senno a quella squadra sgangherata, era solo
una bambina. Serviva qualcuno di più maturo e coscienzioso.
Gazille stava facendosi
sempre più insofferente: << Oh, stupendo, non bastava la bamboccia, ora
pure la marmocchia! >>
“Se sei così contrario
perché non suggerisci tu qualcuno per la missione?” fece Makarov.
<< Certo che lo
suggerisco: IO! >>
Non lo ascoltò neanche;
scrutò invece i suoi maghi, i quali ricambiarono il suo sguardo pronti a
scattare se chiamati in causa.
“Che ne pensi di Levi?”
I capelli le si
drizzarono, scombinandole la fascia: “COME?!”
<< E perché lei?
>>
“È una persona affidabile
e seria, potrebbe compensare l’esuberanza gli altri.”
Gli “altri” si sentirono
parecchio offesi poiché significava che per lui non erano né affidabili né
seri!
“Inoltre usa la magia di
tipo Script: sarà in grado di destreggiarsi facilmente tra i quintali di
scartoffie da decifrare che troverete. Che ne dici?”
La ragazza, ancora un po’
stordita per l’inaspettata chiamata, era combattuta: una parte di sé, più
insicura, la spingeva a ribattere, un’altra, convinta di essere la persona
giusta al caso, ad ascoltare l’opinione del dragon slayer.
<< Bah… non è che
sia molto convinto… >>
Jet e Droy scattarono
subito: “Ma come ti permetti, buzzurro! Che vorresti dire?”
“Tu l’aiuto di Levi
nemmeno te lo meriti!”
Levi invece si dimostrò
accomodante: “Ecco, io spero di essere utile… Però se Gazille non vuole…”
Lily interruppe tutti: “Io
dico che dovrebbe partecipare anche lui. Basterebbe comporre una comitiva di
soli uomini.”
<< Ah, bravo Lily!
Finalmente un alleato fidato! >>
“Il rischio è troppo alto!
Se esci fuori avrai alle calcagna tutte le donne che incontrerai, se resti lì
invece né tu né nessun altro correte alcun…”
<< AH, ECCOTI!
>>
<< AAAAAAAAARGH! >>
“… rischio?”
“Cos’era?” -domandò Lucy-
“Sembrava la voce di Cana…”
Makarov si spiattellò un
ceffone sulla fronte: “Oh, no!” –afferrò il bicchiere e ci strillò dentro-
“Gazille! Mi ricevi? Che succede lassù?”
Gazille era stato beccato
da Cana seduto nel corridoio del piano di sopra a litigare con un bicchiere
vicino un buco del pavimento: il bar infatti, dove Makarov stava parlando, non
si trovava precisamente nella sua stanza, ma un po’ più in là.
“C-c-come sei arrivata
qui? Come hai fatto a trovarmi?”
Più indietreggiava, più
lei si avvicinava ancheggiando: “Oh, sapessi, ho scalato tutta la facciata
della gilda fino alla finestra della tua stanza pur di trovarti e restituirti
la tua giacca. Su, dillo, sei meravigliato che ho fatto tutto questo solo per
te?”
“La mia cosa?”
“A proposito, mi sono
presa un piccolo ricordino.” Disse mostrando un’altra giacca, una realmente
sua… che portò al viso per annusare intensamente!
“Aaaah! Non so perché ma quest’altra sa molto più di te!” sospirò lei
stringendosela al petto.
“TU SEI COMPLETAMENTE
FUORI!!!” -urlò il drago con le mani tra i capelli- “Che razza di modi sono
annusare i vestiti altrui?”
“I modi di chi è pazza di
te.” disse avanzando inesorabile, mentre Gazille teneva le mani avanti come per
intimarle l’alt!
“Ma ti rendi conto o no di
quello che fai? È da maniaci! E se io ti chiedessi di mostrarmi le tette lo
faresti?”
“… Mhmm… non so, non mi è
mai capitato… Vuoi che ti mostri le tette?”
“NO!” si sgolò Gazille
diventando rosso rame!
Cana iniziò a chiamarlo a
sé con il seducente dito indice: “Vieni qui Gazille, lascia che ti spieghi il
significato della parola << amore
>> con il mio corpo!”
“N-non è necessario!” ma
mentre lo diceva dovette saltare di lato per schivarla!
E frattanto, grazie ai
suoi bicchieri comunicanti, al piano di sotto stavano sentendo tutto!
<< Non scappare, mio adorato, ti affatichi:
vieni qui, riposa sul mio comodo e caldo petto! >>
L’intero piano inferiore
era popolato di facce rosse e occhi strabuzzati!
<< Suvvia, perché scappi? Uno come te non avrà mica
problemi di “autostima”? Uh uh uh! >>
“Ma non si possono dire
certe cose! Qualcuno pensi ai bambini!” protestò scandalizzando Elfman portando
le mani sulle orecchie di Lisanna!
Wendy era stata infatti
subito messa al riparo dalla sua exsheed, che saltata dietro le sue spalle le
aveva tappeto le orecchie con le zampette: “Charle! Non sento più nulla!”
“Molto meglio così,
credimi!”
“Questa sta diventando una gilda a luci rosse!” esclamò Lucy nascondendosi il
volto tra le mani.
“RAGAZZI LASSÙ, CONTEGNO
PREGO!” urlò il master nel suo bicchiere.
“Ragazzi, fazzoletti
prego!” domandò invece qualcun altro alla vista di piccoli torrenti rossi che
spuntavano tutto intorno dalle narici altrui!
Dal bicchiere continuavano
a giungere urla e rumori di passi e oggetti rotti o caduti a terra, come in una
fuga forsennata.
“Scappa, Gazille, scappa!”
tifava Natsu.
Makarov, allarmato da un
sospetto, deglutì: “Un momento, non è che…”
“FERMATE QUESTA
MATTAAAAAAAAAAAA!”
Sospetto fondato! Gazille
stava scappando al piano di sotto e stava ora volando sulle scale quattro
gradini alla volta con Cana alle calcagna!
“NON QUIIIIIIIIIIIIIII!”
Per fortuna che gli altri
ebbero i riflessi pronti: Jet e Droy saltarono subito addosso a Levi, Elfman
fece scudo a Lisanna col proprio enorme corpo, Olietta venne fatta voltare in
un istante, infine Lucy venne salvata dal prode Loki che le si gettò anche lui
addosso; il suo gesto venne però male interpretato e si beccò una sberla in
faccia che gli fece schizzare via gli occhiali.
Anche Gray si mostrò preoccupato
per qualcuno: “Juvia, copriti gli occhi, presto!”
“Sigh… non preoccuparti
sono troppo appiccicosa, non riesco nemmeno a staccarmi da questo tavolo!
Sniff…”
<< Accidenti quanto l’ha presa male!
>> pensò lui con un gocciolone dietro la testa.
“Charle! Ora non vedo
nemmeno più niente!” fece la povera Wendy, non più solo sorda ma anche cieca
per via della codina bianca che la furibonda Charle le aveva messo davanti gli
occhi!
“MALEDETTO GAZILLE! NON TI
DARò MAI WENDY!”
“EHI! NON è COLPA MIA SE
UNA SQUILIBRATA MI INSE…”
Fare i gradini delle scale
a quattro a quattro ovviamente quadruplica la possibilità di inciampo. Il
dragon slayer capitombolò dopo un volo di svariati metri su di un tavolo che si
sfracellò sotto il suo peso. Nemmeno il tempo di riprendersi dalla botta che si
vide oscurato da un’ombra: era l’ombra di Cana, che stava saltandogli addosso!
“MIO!”
“NOOOOOOO!”
Si rialzò più velocemente
che mai, ma non poté fare un passo che Cana lo placcò alle gambe e i due si
ritrovarono sul pavimento, lui sotto e lei sopra.
“Vieni Gazille, andiamo di
sopra, lontani da occhi mortali, a manifestarci il nostro divino amore… Ho
provato il tuo letto mentre ero nella tua stanza e trovo sia l’ideale per
concepirci un figlio!”
“Aiutatemi…” supplicò
Gazille, troppo a disagio in quella posizione per architettare alcunché. I tipi
duri come lui non erano fatti per le smancerie, figuriamoci per avance tanto
esplicite!
Qualcuno tentò di
avvicinarsi, ma Cana, utilizzando la carta del Sottosopra, li rovesciò e gli
fece dare una sonora zuccata al pavimento.
“Tornando a noi, a casa
mia ho un bel po’ di beveroni, magari qualcuno di quelli riuscirà ad accendere
la tua passione!”
Makarov strinse il
bastone: “Basta! Non tollererò oltre queste sconcezze! Gazille va riportato di
sopra e a Cana va lavata la bocca col sapone!”
“Aspettate!” –fece Lucy,
con gli occhi tenuti coperti da una mano- “Forse ho un’idea!”
Corse con la mano al
fianco, in cerca di una delle sue chiavi: “Apriti Porta dei Due Fratelli!
GEMINI! Ascoltate, dovete trasformarvi in Gazille, e subito!”
“Non ho ben capito…”
–rispose un uomo di colore armato di forbici- “Vuoi che ti acconci i capelli
come quelli di Gazille?”
“CANCER? No, non tu! Ho
sbagliato!” difficile distinguere le chiavi alla cieca!
“Personalmente non ritengo
ti stiano bene, ma se è ciò che desideri…”
Lucy ci mise un secondo ad
immaginarsi la sua chioma bionda divenire lunga, aculeata e funestata da selvagge
doppie punte!
“NOOOOOOO! VIA!”
“Ci penso io!”
Sparito Cancer, Loki prese
la chiave di Gemini dal cinturone consegnandola alla mano della sua padrona, e
il vero spirito stellare dei Gemelli, i due fratellini Gemi e Mini, fecero il
loro ingresso in campo.
“Ascoltate: trasformatevi
in Gazille e poi andate vicino a Cana, svelti!”
I due spiritelli si misero
sull’attenti da bravi soldatini e obbedirono, facendo comparire un secondo
Gazille. Dopodiché Lucy chiamò Cana, facendola girare verso di loro.
“COSA?!”
A quella volta mollò il
Gazille originale e indietreggiò di qualche passo per avere più chiara la
situazione: “Due? Due Gazille? Com’è possibile? Com’è successo? E adesso?”
“Bella mossa Lucy!” –si
complimentò lo spirito stellare del Leone- “Adesso non sa più che draghi
pigliare!”
<< Meno male che la biondina ha avuto una buona
idea. >> disse il Gemini-Gazille; quando infatti Gemini prendeva
l’aspetto di una persona né acquisiva anche ricordi e pensieri.
Lucy fu ancora una volta
contenta di sentirsi lodata: “Oh, grazie!”
<< Una volta tanto… >>
“EHI!”
Nel frattempo Cana era in
piena crisi esistenziale: “Come faccio? Da chi dei due devo andare? Oh, destino
crudele, scegliere tra l’uomo che amo e l’uomo che amo! È come scegliere tra
saké e saké, impossibile!”
Si voltò e si sedette a
terra, mormorando pensosamente. Nel frattempo, mentre lei ci ragionava su, gli
altri ebbero tutto il tempo di trascinare Gazille nuovamente sopra le scale e
di far tornare Gemi e Mini nel loro mondo.
Gazille saliva velocemente
quanto era sceso, ma non per la paura stavolta, bensì per la rabbia: ad ogni
falcata stringeva la ringhiera in legno quasi a lasciarvi i segni degli
artigli.
<< Ne ho abbastanza! Qui o
mi si tratta come un appestato o mi si soffoca! È ora che mi muova! >>
<< Povero Gazille… Forse se qualcuno lo
incoraggiasse un po’… >> -pensò Levi, che come altri lo seguiva con
gli occhi sparire di nuovo nella reclusione del piano superiore- << Però a pensarci bene, lui sembra proprio uno di quelli che non
sopportano la “pietà” altrui. Andare in missione con Natsu e gli altri sembra
l’unico modo in cui io possa aiutarlo, ma non so quanto potrò mai essere utile.
>>
Cana nel frattempo aveva
realizzato che più che un dilemma quella era una fortuna: “Beh, del resto due
sono meglio uno! Con due Gazille sarei invidiata il doppio! Uno per braccio ma
certo!”
Balzò in piedi e
voltandosi disse: “D’accordo, se ce ne sono due allora li sposo entrambi!”
Peccato lo disse al nulla!
“……… NOOOOOOOO! ORA NON CE
N’è Più NEMMENO UNO!!! SIGH!”
E in meno di un lampo
anche lei si ritrovò al bar a deprimersi.
“Sigh… e non c’è nemmeno
un barista a cui chiedere di lasciare la bottiglia! Sigh!”
“Se vuoi ti cedo la mia…” disse Juvia, ancora “appiccicata”.
“Uffa… Voglio un
uomoooooooo! Sigh!”
Gazille era di nuovo di
sopra; le terribili quattro “incupidite” giacevano tutte abbattute, chi
fisicamente, chi spiritualmente; i cortei fuori la gilda erano momentaneamente
cessati; le spiegazioni del caso erano state fornite, e il gruppo che sarebbe
partito alla riscossa era stato organizzato.
Makarov poteva finalmente
rilassarsi un po’ con una fumata, in compagnia del solo Freed.
“Sono desolato di non
essere riuscito a scoprire nulla di rilevante, master. Inoltre… ci siamo
dimenticati di chiedere della pozione per Reedus.”
Reedus, passando di lì,
fece spallucce: gli sarebbe andata meglio la volta successiva.
“Oh, non fartene una
colpa.” –lo rassicurò il vecchio sorridendogli benevolo- “Alla fine siete
riusciti a farvi dire da Rufus tutto quello che potevate sapere da lui, e visto
il tipo è già qualcosa: avete scoperto anche voi che la boccetta di Incanto
Cupidus proveniva dal nostro regno, come Oliver appunto.”
“Non è che lo dice solo
perché le abbiamo portato il pupazzetto di Laxus, vero?”
“Rilassati figliolo, non
era detto potesse aiutarci granché, lui è più un mercante che un mago, però
valeva la pena provare.”
Freed si sentì
risollevato. Makarov prese a mordicchiare il boccaglio della pipa.
“Inoltre, c’è un dettaglio
del vostro rapporto che potrebbe essere rilevante.”
“Signore?”
“C’era un altro tizio
interessato a quella pozione, non è così che hai riferito?”
“Certo.”
Il vecchio mago aggrottò
le ciglia: “Potrebbe non voler dire nulla, ma potrebbe anche voler dire che c’è
qualcuno in giro particolarmente interessato proprio a quell’incantesimo.”
Freed abbassò anch’egli il
capo, pensoso.
“Natsu è il solito
irruento, ma in un certo senso mi ha anticipato: questa missione potrebbe
essere un semplice recupero, ma sgradite sorprese possono sempre capitare.
Natsu, Gray, e anche Lucy sono forti: nel peggiore dei casi saranno in grado di
reagire adeguatamente. Wendy è stata un po’ inaspettata, ma le sue magie di
supporto possono sempre far comodo.”
Inoltre, se diceva di no a
Charle, quest’ultima lo avrebbe tormentato fino a fargli cambiare idea, e a lui
non andava proprio di sentirla!
“E riguardo Levi?” domandò
il mago spadaccino.
“Se si tratta di cercare
carte chi meglio di lei? Alla biblioteca mi è stata parecchio utile.”
Soffiò via un po’ di fumo,
che salito verso l’alto si racchiuse in una pallina che esplose silenziosamente
come un fuoco d’artificio: “E poi… Beh, lei è stata una delle prime persone qui
alla gilda ad accettare Gazille, nonostante dei pessimi precedenti: sono sicuro
si impegnerà.” concluse il vecchio sorridendo.
“Capisco.”
Makarov si stiracchiò, e
restò un po’ di tempo a respirare lentamente, guardando Natsu e Gray che
litigavano qualche tavolo più in là.
“Visto che non c’è Erza il
capo in questa missione devo essere io!”
“Tu? Tsk! Una testa di
fiammifero come te non è tagliata per fare il capo.”
“Non è vero, sono il più forte
tra noi!”
“Nemmeno questo è vero, e
poi per fare il capo ci vuole cervello e quello ti manca del tutto!”
“Aye, non è una cima in
effetti.”
“Happy! Ma da che parte
stai?”
“Umpf, e perché non
potrebbe essere Wendy il capo? Di certo è meno mocciosa di voi due!”
“Charle, per favore, non è importante chi è il capo, l’importante è curare
Gazille.”
Levi intervenne
timidamente: “A dire il vero il master ha detto che dovrei badare io a voi…
anche se non ne sono tanto sicura…”
“Rilassati Levi.” –fece l’amica bionda mettendole una mano sulla spalla- “Ti
darò una mano io!”
“Il capo è Levi.” confermò
calmo Makarov.
Figurarsi se Natsu non
aveva da ridire: “Ma come?! Per una volta che il capo potevo essere io!”
Ma il master stava già
dando un altro tiro di pipa: aveva strillato fin troppo fino a quel punto, ora
non voleva saperne che di rilassarsi un po’. Peccato che nella mente di un capo
sorge sempre un pensiero o un problema su cui confermarsi.
Mordicchiò ancora la pipa:
“Freed, vieni con me di sopra, dovrai mettere una barriera contro le ragazze
visto che ora sanno che Gazille ha una camera al piano di sopra.”
“Sissignore.”
Sbuffò: “Anzi, temo che la
barriera non sarà solo per loro.”
Finalmente questa storia
sta partendo! Ma forse voi vi aspettavate un po’ di azione già in questo
capitolo… Non so, spero di non starvi annoiando ^__^” A me piace fare le cose
con calma U_U Anche perché così ho più spunti per le gag! XD
Il team di salvataggio
anti-cupido è stato deciso, e la sua partenza è imminente! Cosa li attende? Una
semplice gitarella fuori porta, o i timori del master sono fondati? Restate con
me e lo saprete!
Gazille in questo capitolo
si è mostrato più intraprendente, anche se ancora costretto a subire, ma
tranquilli, prestò sarà alla ribalta anche lui! Intanto onore a Cana, la cui
determinazione le ha consentito di battere persino la famosa Titania. Viva i
personaggi secondari, che nelle fanfic possono avere i loro bei momenti di gloria!
^__^
Alla prossima cari
lettori, e mi raccomando, fate buone feste!
PS: NARUTO X HINATA ORA E
SEMPRE!
PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!