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Autore: Jerry93    14/12/2010    13 recensioni
Lunga è la via per la redenzione. Sofferenza, dubbi, odio. Gioia, certezze, amore. Hermione e Draco. You and Me.
"Lo Slytherin alzò un sopracciglio. Lei arrossì.
-Posso baciarti?-
Il sorriso che si aprì sulla sua bocca fu il più bello che Hermione avesse mai visto.
Gioioso, gentile, grato.
-Accomodati- le rispose, come ad invitarla ad entrare in una casa in cui, da tempo, aveva lasciato le sue valige.
Soddisfatto, solare, semplice.
Lei si alzò sulle punta dei piedi, così da poter essere alla sua altezza.
Dolce, desideroso, destabilizzato.
Cercò, improvvisamente spaesata, il contatto con le sue mani. Lui gliele fece trovare subito.
Le loro dita si intrecciarono in un nodo indissolubile.
Afrodisiaco, ansioso, attratto.
Hermione si sporse, instabile sul suo appoggio improvvisato.
Posò la sua bocca su quella di lui.
Indeciso, impressionato, innamorato."

[Chapter 12, Abstinence and Satisfy]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Becoming Us'
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Chapter eleven, Smoking with Blaise


Si era alzata presto, nonostante fosse domenica. Aveva dormito poco, ma a questo, oramai, aveva fatto l’abitudine. Negli ultimi mesi il tempo aveva preso a correre velocemente, scandito solo da qualche nuova ed improvvisa disgrazia. Si era riempita di impegni e aveva saturato le sue giornate e la sua mente con lo studio, sperando di riuscire, in questo modo, a non dover pensare. Ma come aveva ben presto capito, il suo cervello non aveva intenzione di spegnersi e aveva deciso di colpirla a tradimento quando non poteva difendersi.

Così, anche quella mattina si era risvegliata ansante nel suo letto. Sulla pelle un velo di sudore e nell’anima le scene più tetre di quegli incubi che la tormentavano.

Come al solito, si era scostata le coperte di dosso e, puntellandosi sulle sue gambe tremanti, aveva raggiunto il bagno.

Aveva ringraziato infinite volte il Preside per averla nominata Prefetto e per le prerogative che questa carica portava con sè. Nella solitudine della sua nuova stanza singola, che aveva insonorizzato con un paio di incantesimi, poteva permettersi di urlare, senza vergognarsi delle lacrime che le rigavano il viso ogni volta.

Poco importava se spesso il suo collega Ron Weasley, accompagnato dalla sorella e dal fidanzato di quest’ultima, entrasse nella sua stanza. Certo, non aveva la libertà che aveva potuto provare con la camera privata che Silente le aveva concesso per un paio di giorni dopo la morte dei suoi genitori, ma almeno non era una camera condivisa con qualcun altro.

Si era infilata nella doccia, le spalle appoggiate contro le fredde piastrelle. Aveva aspettato che il getto caldo dell’acqua le togliesse di dosso il sudore e che le calmasse i battiti irregolari del cuore.

Improvvisamente si ritrovò seduta, i capelli bagnati incollati sul viso. Si abbracciò le gambe e chiuse gli occhi.

L’acqua le scorreva addosso gentilmente, trasportando negli scarichi le sue lacrime.

Voleva reagire. Per la sua famiglia, per Harry, per Draco, per sé stessa.

 

Si era asciugata i capelli, cercando di domare i suoi capelli ribelli e arrendendosi dopo poco. Li raccolse in uno chignon disordinato sulla nuca, fermandoli con una matita. Indossò abiti comodi e, chiusa a chiave la porta della sua stanza, si diresse verso la Sala Grande per fare colazione.

Amava quell’innaturale atmosfera la domenica mattina. Lungo i corridoi non vi era anima viva e solo raramente uno dei fantasmi di Hogwarts sbucava da una parete, per poi entrare subito in un’altra. La medesima situazione si presentava nella Sala Grande, dove solo alcuni rari mattinieri come lei cercavano di svegliarsi completamente bevendosi una tazza di caffè bollente.

Dopo essersi seduta scostando piano una delle sedie della sua tavolata, aveva preso a chiacchierare amabilmente con Neville Paciock, mentre leggeva la Gazzetta del Profeta che un gufo le aveva portato. Il ragazzo, come lui stesso le disse, si era dovuto alzare presto in quanto la professoressa Sprite gli aveva chiesto di aiutarla a prendersi cura di una pianta molto delicata.

-Tu, invece, come mai sei già sveglia?- le chiese Neville. Hermione fu certa di aver percepito una nota preoccupata nella sua voce. Evidentemente il trucco leggero sul suo viso non era sufficiente per coprire le profonde occhiaie, oramai radicate nella pelle del suo contorno occhi.

-Sono un po’ indietro con lo studio- gli rispose. Lui, spalancò gli occhi e se li stropicciò temendo che il sonno gli avesse tirato un brutto scherzo e che quella che aveva di fronte non fosse realmente Hermione Granger.

-Tu sei indietro con lo studio?- insistette lui, sconvolto.

A dire il vero lei aveva già fatto quasi tutti i compiti che le avevano assegnato per la settimana a venire, ma, dovendo smaltire ancora tre dei quattro volumi che Drew le aveva caldamente “consigliato” di leggere, doveva assolutamente finirli tutti. Impresa non da poco, visto il testo di quattrocento righe che Piton aveva assegnato sui metodi per impedire ad un vampiro di intrufolarsi in un’abitazione.

-Purtroppo, si- disse lei, sconsolata, mentre la sua attenzione veniva attirata da un articolo accompagnato da una foto animata.

“Morti altri quattro Babbani, il numero di vittime sale a ventisette”, recitava il titolo del giornale. Tutte quelle persone erano state uccise dalla magia e lei sapeva bene che in quel conteggio rientravano anche i coniugi Granger.

Le sue mani si strinsero attorno al foglio di carta stropicciandolo. Le nocche sbiancarono rapidamente, seguendo l’esempio del suo viso.

Neville, distratto dall’arrivo della Sprite, si alzò, salutandola.

Lei, evidentemente agitata, chiuse il quotidiano, mentre rispondeva al ragazzo alzando la mano e facendogli un cenno.

Bevve l’ultimo sorso di caffè, svuotando la tazza e appoggiandola sul tavolo.

Stava per alzarsi, quando due mani gentili le si posarono sulle spalle e presero a massaggiargliele. L’ansia, che le animava il corpo e le aveva fatto tendere i muscoli delle spalle, si sciolse rapidamente. Poco dopo, avvertì sulla pelle delle guancia un respiro caldo.

Percepì un profumo dolciastro di agrumi. Lo riconobbe immediatamente.

Marcus Belby.

La conferma gli venne dalla voce che ben presto gli raggiunse le orecchie.

-Sei troppo tesa, Hermione – cominciò il ragazzo – Dovresti rilassarti un po’-

La ragazza si voltò immediatamente. Incrociò il suo sguardo incuriosito e stette in silenzio.

Gli occhi di quel ragazzo erano oscuri pozzi senza fondo in cui perdersi e lei, come ogni ragazza nella scuola, cominciava a sentire una strana sensazione nello stomaco. Attrazione.

- Ciao Marcus - riuscì a dire, ingoiando quella che pensava fosse saliva e ritrovandosi a constatare che la sua bocca era completamente riarsa.

Le labbra di lui si schiusero in un sorriso.

-Quale buon vento ti porta a questa tavolata?- gli chiese subito dopo Hermione, cercando di mascherare la sua agitazione intavolando una discussione che potesse essere definita tale.

Il ragazzo sembrò riflettere.

-Volevo chiederti scusa per ieri sera- rispose lui.

La ragazza, scostandosi di lato, lo invitò a sedersi al suo fianco. Il Ravenclaw con cui si era scontrata la nottata prima prese l’occasione al volo.

-Ti sei già scusato circa dieci volte ieri sera, Marcus – lo canzonò lei.

-E va bene, Hermione – sospirò lui, appoggiando la testa sul pugno chiuso della mano sinistra – Volevo vederti. Contenta?-

Lei annuì vaga.

Il ragazzo aveva lineamenti quasi principeschi e corti capelli color miele, constatò, osservandolo con attenzione per la prima volta alla luce del sole. Indossava un maglione blu chiaro, che evidenziava il suo fisico atletico, e un comodo paio di pantaloni di una tonalità leggermente più scura.

-Ti piaccio?- le chiese lui, dopo aver notato che lo stava guardando con particolare attenzione.

Lei arrossì e distolse lo sguardo per fissarlo sulla sua tazza vuota.

Le dita garbate del Ravenclaw le scostarono un boccolo ribelle dagli occhi.

-Evidentemente non sono il ragazzo più brutto che conosci- disse lui, abbandonandosi ad una risata cristallina.

Hermione, con le gote ancora tinte dello stesso colore dei capelli della sua amica Ginny, fece finta di non sentire.

-Comunque, se mai te lo stessi chiedendo,- le sussurrò lui piano all’orecchio, avvicinandosi silenziosamente – tu sei bellissima-

Hermione seppe che in quel momento il suo viso stava andando in fiamme.

Marcus le aveva dato alcuni istanti di silenzio per permetterle di riprendersi.

-Cosa hai intenzione di fare, questa mattina?- le chiese, quando ritenne di averle dato tempo a sufficienza.

Lei, felicemente destabilizzata da quel cambio d’argomento, indicò la pila di libri che troneggiava a pochi centimetri da una torta alle mele.

-Ho intenzione di andare in biblioteca, devo studiare- gli disse, poco dopo.

Il ragazzo si alzò, prese i suoi libri e se li mise sottobraccio. Infine, le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.

-Se non ti dispiace, Hermione, vengo con te-

La Gryffindor, volente o nolente, dovette cedere al suo sguardo oscuro e al magico potere che questo sembrava essere in grado di esercitare.

I due, pochi minuti dopo, uscirono dalla Sala Grande camminando vicini, dopo che Marcus, con i libri di lei stretti contro il fianco sinistro, le ebbe ceduto il passo galante.

Dal tavolo degli Slytherin, un paio d’occhi verde scuro, brucianti di rabbia, li seguì fino a quando i due non sparirono dietro il legno massiccio della porta.

 

***

 

-Cosa ci faccio nel suo ufficio, professor Silente? Che ore sono?- domandò Harry non appena l’anziano mago sciolse il sonno magico che gli aveva imposto.

-Abbiamo scoperto, purtroppo, che il condotto mentale tra te e Lord Voldemort, può essere usato da quest’ultimo, grazie alla sua grande abilità nella Occlumanzia e nella Legilimanzia, per prendere possesso del tuo corpo- gli spiegò con la solita pacatezza il Preside – Ciò che più mi duole è che io lo avevo già intuito e, infatti, avevo cercato di porre un sigillo per bloccare tale evenienza, il quale però, come avrai capito, non ha avuti gli effetti da me sperati-

-E a pagare il dazio è stato Draco Malfoy, che si trova in infermeria con una bella cicatrice sul petto- completò Drew, che, con quest’intrusione, si fece notare dal Ragazzo Sopravissuto.

La reazione del Gryffindor non si fece attendere.

- Malfoy è in infermeria? Per quale motivo Lord Voldemort avrebbe dovuto attaccarlo?-

L’anziano si sistemò gli occhiali a mezzaluna sul naso adunco.

-Si da il caso che il signor Malfoy, da più di un mese, abbia voltato le spalle al Signore Oscuro, schierandosi dalla nostra parte- gli spiegò Silente.

La bocca spalancata di Harry in un muto silenzio sembrò voler esprimere centinaia di parole, le quali, sebbene si componessero nella sua mente, non riuscivano ad essere trasformate in suoni.

-Perché nessuno me l’ha detto?- domandò sconvolto.

Drew tossicchiò, prendendo parola.

-In realtà non lo abbiamo fatto su richiesta di Draco stesso. Egli, infatti, ha espresso il desiderio che sua madre venisse messa al sicuro in modo da evitare possibili ripercussioni sulla sua persona e l’Ordine ha deciso di tenere questa informazione segreta affinché non giungesse alle orecchie di Voldemort. Precauzioni vane, alla fine-

Nella testa di Harry crebbe lo sconforto. Non riusciva ancora a concepire che Hermione, la sua migliore amica, andasse tanto d’amore e d’accordo con Malfoy e, in tutto questo tempo, aveva continuato a sperare che questa fosse sotto maledizione Imperius. O, come sostenevano Fleur e Bill, troppo scossa per la morte dei suoi genitori. Come poteva una ferrea paladina della giustizia porgere la mano ad un Mangiamorte?

Semplice, visto che l’eroina ha da sempre sofferto della sindrome da crocerossina e che il cattivo della favola in realtà è buono.

Questo significava che Hermione era potenzialmente caduta nelle grinfie di Malfoy.

Oltre a questo problema, indubbiamente gravoso, il ragazzo dovette affrontarne un altro. Voldemort poteva entrare nella sua testa e lui non aveva assolutamente intenzione di condividere i suoi pensieri con quel folle malato.

-C’è un modo per chiudere definitivamente questo condotto?- domandò Harry, visibilmente preoccupato per ciò che stava accadendo.

Silente guardò Drew. Nei suoi occhi azzurri il giovane professore vide una tacita richiesta che decise intenzionalmente di non ascoltare.

-Un metodo c’è, ma potrebbe essere troppo per te- gli rispose il Kennan.

-Di cosa si tratta?- chiese subito il ragazzo.

Drew trattenne a stento un ghigno vittorioso.

-Proteggere la tua mente con un Incanto Fidelius – rispose tranquillo lui.

Harry sgranò gli occhi.

-È possibile?-

-Con una versione particolare di questo incantesimo, si. In poche parole, individueremo la zona del tuo cervello che ti mette in contatto con il Signore Oscuro e la escluderemo da questa magia, in modo che Voldemort, se dovesse decidere di farti visita ancora una volta, troverà una barriera a fermarlo- gli spiegò Drew, ottenendo subito la completa attenzione di Harry.

Quest’ultimo era già pronto ad accettare, quando il vecchio Preside si intromise.

-C’è un aspetto negativo, professor Kennan, che ha tralasciato-

-A dire il vero, Preside, stavo giusto per affrontarlo- gli rispose il ragazzo, rivolgendo poi immediatamente la sua attenzione a colui che avrebbe dovuto subire la magia – Il Custode Segreto, purtroppo, saprà tutto di te: i tuoi segreti, le tue paure, i tuoi pensieri, persino i tuoi sentimenti-

Harry capì subito che questo implicava la perdita immediata della propria intimità, del proprio essere unico e speciale.

-Inoltre, saprà anche i tuoi desideri, le tue ambizioni, le tue voglie. Tutto ciò che ti passa per la testa diventerà subito di dominio anche del tuo Custode- continuò Silente.

Il ragazzino capì subito il messaggio nascosto tra le parole dell’anziano.

Le sue amicizie, il suo amore verso Ginny, il suo odio sempre più crescente verso Piton e Voldemort. Tutto ciò non sarebbe stato più suo.

-È indubbio che questo sia un metodo barbaro, ma ad oggi è l’unico che ti potrebbe permettere di avere una protezione totale. Non solo per te, ma per tutte le persone a cui tieni- insistette Drew – Ieri sera è stato Malfoy, domani potrebbe essere la signorina Weasley –

Lo sguardo di Potter cominciò a vagare per la stanza.

-Chi sarà il Custode Segreto?- chiese dopo alcuni attimi di riflessione.

-La decisione spetta a te, ragazzo- lo rassicurò Silente.

-Chi pronuncerà l’incantesimo?-

A rispondere, questa volta, fu Drew.

-Sarò io, visto che sono stato io ad ideare questa versione dell’Incanto Fidelius –

-C’è un modo per avere la certezza che il Custode non riveli mai il mio segreto?- insistette Harry, alzando lo sguardo sul Preside.

-Potremmo imporre un Fidelius anche sul Custode. In questo modo dovresti ricevere un doppio tradimento, prima che Voldemort possa avere di nuovo il permesso di entrare nella tua testa- suggerì Silente, ormai sconfitto, chiedendo a Drew se ciò fosse possibile. Kennan annuì.

-Il secondo Custode sarà a conoscenza dei miei pensieri?-

Un “no” ben scandito fu la risposta che ricevette.

-Facciamolo-

 

***

 

Nella tarda mattinata, Hermione si alzò e, dicendo che voleva andare in infermeria per far visita a Draco Malfoy, aveva cercato di congedarsi da Marcus Belby. “Cercato” in quanto il ragazzo si era offerto di accompagnarla. Di nuovo, soggiogata dal suo sguardo, lo aveva ringraziato e aveva accettato.

Avevano chiacchierato molto, durante quelle ore passate in biblioteca. Il fatto che Madama Pince, l’avvoltoio che custodiva quel luogo, avesse dovuto lasciare il suo regno per una galante colazione ad Hogsmeade con Mastro Gazza, poi, sembrò ad entrambi un chiaro segno del destino. Evidentemente, qualche dio lassù voleva che loro chiacchierassero.

Hermione conosceva già quel ragazzo, glielo aveva presentato Lumacorno ad una delle sue noiose festicciole del Lumaclub. Va detto che del ragazzo, prima di quella mattinata, vista la profondità delle chiacchierate con il professore di Pozioni, sapeva solamente che era il nipote del celebre Damocles Belby, inventore della pozione Antilupo. Con piacere aveva scoperto che, nascosto sotto i capelli ordinati color miele, vi era il cervello del ragazzo più promettente del settimo anno di Hogwarts. Marcus si era anche offerto di darle una mano con i compiti, ma, dopo che lei aveva rifiutato gentilmente dicendo che non ne aveva bisogno, lui aveva preso il primo libro che gli era capitato sotto mano dallo scaffale più vicino e aveva preso a leggerlo.

La loro conversazione, poi, si era spostata sui loro passatempi. Sempre che tradurre testi di Antiche Rune possa essere definito un passatempo.

Hermione, con non poca fatica, era riuscita a sapere che questa era la materia in cui Marcus andava meglio, anche se, come lui stesso volle sottolineare, la sua media era così alta solo perché era il cocco dell’insegnate, Bathsheda Babbling.

Una cosa era certa, Marcus Belby non amava mettersi in mostra.

L’esatto contrario di Draco, pensò amara Hermione, mentre camminavano diretti all’infermeria.

- Marcus, posso portarmi i libri da sola … - cominciò lei, riaprendo una discussione che il ragazzo pensava fosse ormai archiviata.

-La mia educazione mi impone una certa cavalleria, quindi, se vuoi i tuoi libri, dovrai strapparli dal mio cadavere- le rispose lui sospirando, fermandosi subito dopo per guardarla con il sopracciglio destro alzato in fare dubbioso – Non vuoi uccidermi, vero?- le chiese, dopo aver potuto  ammirare la famosa espressione risoluta di Hermione Granger in tutta la sua magnificenza.

Lei alzò le mani.

-Mi dichiaro sconfitta- affermò, scuotendo piano la testa – Comunque, grazie Marcus –

Un sorriso a trentadue denti si aprì sulle labbra sottili del ragazzo.

-È un piacere, Hermione –

 

L’infermeria, stranamente, era quasi vuota. Con un’occhiata rapida vide che Harry era già stato dimesso. Molto probabilmente Silente stava lavorando per chiudere quel maledetto condotto mentale.

Poi, si concentrò sul letto di Draco, l’unico ad essere occupato.

Il primo a notare il suo ingresso fu Blaise Zabini, seduto ai piedi del letto, dando le spalle al degente.

Non appena la vide tirò le labbra in un sorriso falsamente educato, che ben presto mutò in smorfia quando vide il suo accompagnatore.

Zabini, si disse Hermione, aveva uno stile tutto suo.

Un ciuffo eccessivamente lungo di spettinati capelli castano scuro gli copriva quasi completamente gli occhi marroni assonati. A dare un tocco di classe alla sua aria trasandata, la camicia della divisa scolastica stropicciata e con alcuni bottoni aperti e la cravatta verde e argento della sua Casa con il nodo allentato. Sembrava appena uscito dal letto, in cui si doveva essere addormentato completamente vestito, e, vista l’ora tarda in cui lui e la Greengrass avevano interrotto la loro veglia attorno al letto del Malfoy, ciò era molto probabile. Quest’ultima, seduta affianco al malato sulla sponda del letto, con le gambe elegantemente accavallate, le rivolse una occhiata truce. Hermione ebbe la percezione che la ragazza le stesse lanciando qualche Maledizione.

Infine, i suoi occhi si posarono su Draco.

Qualcuno doveva averlo aiutato ad alzarsi, facendolo appoggiare al cuscino addossato alla testiera del letto. Una maglietta nera copriva quasi completamente la fasciatura della sua ferita.

La finestra alla sue spalle, permetteva ai raggi del Sole di penetrare nella sua stanza, creando armoniosi riflessi sui suoi capelli setosi. Hermione represse il desiderio di corrergli incontro e spettinarlo, facendo leva sul suo orgoglio di Gryffindor.

-Ciao Draco – disse, evitando volutamente di salutare i suoi ostili compagni di Casa.

-Ciao Hermione – le rispose lui tranquillo.

-Come va?- chiese allora la ragazza.

-Madama Chips mi ha detto che dovrò restare in questo letto per almeno una settimana, anche se la ferita si è perfettamente rimarginata- le spiegò Malfoy. Il suo tono era freddo e scostante. Forse non doveva andare a trovarlo.

La ragazza annuì. Percepì un leggero spostamento d’aria alla sua sinistra. Marcus si era avvicinato.

-Non mi presenti il tuo amico?- le domandò allora Draco. Forse doveva semplicemente andare a trovarlo sola.

Hermione si scostò di lato e indicò il ragazzo che le stava affianco, il quale la sovrastava in altezza di almeno venti centimetri.

- Draco, questo è Marcus Belby – cominciò, guardando poi il Ravenclaw durante la seconda parte delle presentazioni – Marcus, quello è Draco Malfoy – disse indicandolo.

Il più anziano mormorò un “piacere”, l’altro, invece, rimase in silenzio a fissarlo.

Presto Daphne Greengrass si alzò e, dopo essersi sistemata le inesistenti pieghe del suo vestito grigio, chiese alla Gryffindor di parlare in privato.

Hermione la seguì in silenzio.

La Slytherin camminò in silenzio, percorrendo un intero corridoio. Poi, si voltò. I capelli biondi, sciolti sulle spalle e precedentemente spazzolati con grande minuzia, seguirono quel movimento fluttuando.

Non ebbe bisogno di indagare a lungo per trovare la furia nei suoi occhi verde scuro.

-Tu non sai cosa ha passato e a cosa ha rinunciato per te- le disse la Greengrass, fortemente convinta che non fosse necessario esplicitare il soggetto di quella proposizione -Fallo soffrire e, quando mi vedrai rompere il tuo bel visino, rimpiangerai che il Signore Oscuro non ti abbia mandato al Redentore prima-.

Detto ciò, la ragazza si riavviò verso l’infermeria, seguita, a un paio di passi di distanza, da un Hermione estremamente tranquilla.

Non appena superò la soglia di quella stanza, avvertì la tensione soffocante che dilagava in quel luogo.

La Granger si avvicinò a Marcus e, scusandosi, prese un blocco d’appunti dalla copertina blu dai suoi libri, che il ragazzo le reggeva ancora.

Fatto questo, si avviò verso il letto di Draco e, dopo aver afferrato una sedia, vi si sedette, porgendo il quaderno al ragazzo.

- È una sintesi delle ultime lezioni. Ho pensato che ti sarebbe stata utile per non restare indietro rispetto alla classe, visto che sei costretto a letto- gli spiegò sorridente, mentre, dopo essersi tolta la matita che le fermava i capelli, si ravvivò la chioma ribelle passandoci la mano destra.

Cercò di non pensare che avrebbe potuto avere gran parte della mattina libera, se non avesse deciso di fare un favore a quell’idiota di uno Slytherin geloso.

Il viso di Draco si illuminò mentre, sfogliando le quasi venti pagine di appunti ordinati, constatava l’eleganza della scrittura della ragazza.

Malfoy la ringraziò, gli occhi lucidi di un’emozione quasi infantile.

I compagni di Casa del ragazzo si alzarono in simultanea e, dopo aver salutato entrambi Draco, la ragazza diede un pacca sonora al sedere di Zabini, invitandolo, poco amabilmente, a camminare.

Quest’ultimo si portò una mano alla bocca per coprire un rumoroso sbadiglio e, trascinando i piedi, uscì dalla stanza.

La Granger aspettò un paio di minuti, prima di lasciare libera la sua sete di sapere.

-Sono fidanzati?- chiese a Malfoy, ancora ridacchiante per la sua faccia sconvolta di fronte a quella scena.

-Diciamo che possono essere visti come una coppia- le rispose lui vago – Indubbiamente molto aperta a chi vuole parteciparvi, ma comunque una coppia- continuò Draco, attirandosi lo sguardo basito di Hermione e l’espressione leggermente schifata di Marcus.

 

***

 

 -Scusa, non avrei dovuto accompagnarti- le disse Marcus, con gli occhi bassi, dopo un prolungato silenzio.

Hermione sospirò.

-Non ti preoccupare, gli Slytherin sono celebri per la loro presuntuosa stupidità- gli rispose.

Il ragazzo ridacchiò in modo sommesso.

-Sai che se qualcuno di quei pazzi ti sentisse dire qualcosa del genere ti ritroveresti con le spalle al muro e una bacchetta sulla carotide?- le domandò.

Lei alzò le spalle.

-Con tutte le minacce di morte che vertono sulla mia testa non posso temere un ragazzino dall’orgoglio ferito o la sua guardia del corpo assatanata-.

Il Ravenclaw comprese che non stavano più parlando degli Slytherin in generale.

Si erano diretti verso il dormitorio di lei e, di fronte al quadro della signora Grassa, la ragazza aveva cominciato a prendere congedo.

-Grazie per la bella mattinata, Marcus – gli disse sorridendo.

Lui si portò una mano ai capelli e si grattò la testa.

-Qui, chi deve ringraziare qualcuno, sono io- cominciò lui – Era da tanto che non avevo compagnia degna di questo nome, sai?-

Hermione tese le mani per prendere i suoi libri, ancora stretti contro il fianco del ragazzo.

La velocità con cui questo si mosse la lasciò sbalordita.

Non seppe come, ma si ritrovò i suoi volumi stretti al petto e uno strano calore sulla guancia.

Su quella gota, l’invisibile traccia di due labbra gentili.

 

***

 

Era andata nella sua camera e aveva gettato i suoi bagagli sul letto.

Si guardò la mano destra e immediatamente la nascose in una delle tasca dei suoi jeans. Scosse piano la testa, cercando di scacciare pensieri che ancora non avevano cominciato ad affollare la sua mente. Prevenire è meglio che curare.

Si ricordò della promessa fatta a Ginny, quando l’aveva incontrata nella Sala Comune.

La ragazza le aveva detto che Harry voleva fare visita a Malfoy e che lei aveva deciso di andare con lui. Le aveva chiesto di accompagnarli e di ricordare a Ron che anche lui aveva il dovere morale di farlo. Il Weasley, doveva supportare il suo migliore amico, volente o nolente, o, almeno, ciò sosteneva sua sorella.

Così, dopo essersi data una breve rinfrescata al viso, uscì e bussò alla porta della camera del rosso.

Senza aspettare d’essere invitata ad entrare, come era uso fare tra i due, spinse la porta.

La scena che vide la stordì leggermente.

Le labbra di Lavanda Brown erano avvinghiate a quelle del suo ex fidanzato, in un modo che ben poco faceva sembrare quel gesto un bacio.

-Scusate!- esclamò lei imbarazzata.

I due, al sentire la sua voce, si ridestarono. Quando la bolla d’aria che avvolgeva i loro corpi aggrovigliati, colma d’ansiti e gemiti, scoppiò, una tinta scarlatta ravvivò il viso roseo della Brown.

I due cercarono di minimizzare, sottolineando che la sua intrusione non era niente di ché e riuscendoci entrambi ben poco.

-Ero venuta a dirti che stasera Harry, Ginny ed io andiamo a trovare Draco in infermeria e che, se vuoi, puoi venire con noi- si spiegò la Granger, concentrando la sua attenzione sulle proprie dita intrecciate sul grembo – Ginevra dice che non puoi rifiutarti-.

Lo sguardo affranto di Ron, che cominciava a temere le sfuriate di Ginny, sempre più simili a quelle di sua madre, sembrò essere in grado di parlare. Tra una bestemmia e l’altra, il ragazzo esprimeva il suo parere avverso riguardo a questa visita.

-Va bene- disse, alla fine, sconfitto.

Hermione annuì e, sfruttando una breve disattenzione della nuova fidanzata di Weasley, gli lanciò un messaggio muto, afferrandosi una ciocca di capelli.

La porta si richiuse alle spalle della Gryffindor.

Ron diede un bacio rapido a Lavanda.

-I tuoi capelli hanno un buonissimo profumo- le disse.

L’euforia della ragazza, ben presto, portò entrambi ad un passo del soffocamento.

Il rimorso crebbe velocemente nel petto di Ron.

Non aveva mai detto una cosa del genere ad Hermione, quando erano stati fidanzati.

 

***

 

Verso l’ora di pranzo aveva abbandonato la sua stanza, in cui, dopo la poco piacevole visita a Ron, aveva deciso di rintanarsi, e si era diretta verso la Sala Grande. Qui aveva trovato Ginny ed Harry, già seduti e con i piatti pieni di pietanze. Quest’ultimo aveva un colorito poco piacevole.

Dopo una domanda specifica da parte di Hermione, lui guardò la Weasley in cerca di conferme. Questa gli posò la mano sull’avambraccio sinistro. Vedendo quel gesto così intimo, la Granger si sentì di troppo.

Potter le raccontò brevemente il suo incontro con Silente e Drew, descrivendole nei minimi particolari il metodo proposto dal secondo.

-Chi è il Custode?- chiese la ragazza, abbassando la voce.

Chinando il busto, Harry le si avvicinò e mosse rapidamente le labbra.

Silente.

Lei condivise la sua scelta e lo rassicurò sul fatto che il Preside fosse una persona troppo intelligente e troppo impegnata per badare ai suoi pensieri.

Hermione aggiunse anche che questo metodo portava due vantaggi non indifferenti.

Il primo era che, quasi sicuramente, la mente di Harry sarebbe stata protetta da possibili attacchi magici. Ciò lo rendeva un Occlumante sopraffino, sebbene fosse noto ai più che così non era.

Il secondo era che, nel caso in cui si fosse trovato in pericolo, gli sarebbe bastato pensare di chiedere aiuto e Silente si sarebbe catapultato da lui per dargli una mano.

Ginny, ritrovando il suo tipico sorriso a trentadue denti, annuì con passione a ciò che Hermione disse e l’umore di Potter migliorò decisamente.

Fu proprio il ragazzo a riferirle il messaggio di Drew.

Il professore, infatti, desiderava vederla nel suo ufficio subito dopo pranzo.

Hermione, ingoiato controvoglia l’ennesimo boccone, posò la forchetta e, salutati i fidanzati, si diresse verso la porta, dove incontrò Ron e Lavanda.

Lei, con un sorriso beato, sembrava camminare a dieci centimetri dal pavimento. Lui, quando si incrociarono sulla soglia della stanza, le mormorò piano un “grazie” particolarmente sentito.

 

Bussò alla porta dell’ufficio di Drew, che, alzando la voce, la invitò ad entrare e ad accomodarsi.

-Come stai?- le chiese lui premuroso.

Hermione lo guardò, chiedendosi quale fosse la risposta migliore a quella domanda.

Decise d’essere sincera. Almeno una volta, poteva permetterselo.

Alzò la mano destra e se la portò davanti al viso. Lievi e continui tremori la facevano danzare nell’aria, foglia senza linfa di quell’autunno inoltrato.

-Come al solito. Mi sveglio sperando e mi addormento sconfitta- cominciò Hermione affranta – Le mie mani non sono più sotto il mio controllo, smettono di tremare solo quando vogliono farlo-

Drew si alzò dalla sua sedia, superò la scrivania e la raggiunse. Le si avvicinò e si piegò sulle ginocchia per poterla guardare negli occhi.

-Quando?-

La sua richiesta, sebbene potesse sembrare molto vaga, non lo fu. Non per Hermione.

-Per esempio quando impugno la mia bacchetta-

Il professore scosse piano la testa, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi inquisitori.

Hermione posò la mano sulla spalla del ragazzo. Le convulsioni superarono la sottile stoffa della camicia nera di Drew, raggiungendo la sua pelle.

-Insegnami la magia Oscura-

Quelle quattro parole caddero dalle sua labbra come macigni.

-Mi dispiace, non posso farlo-

La ragazza ritrasse la mano, nascondendosela nel grembo.

-Me lo avevi promesso- disse lei. Uno strano dolore si manifestava nel suo tono accusatorio.

-L’ho fatto perché credevo che saresti stato in grado di superare il dolore per la morte dei tuoi genitori- cominciò lui, afferrandole i polsi – Guarda, Hermione, è ovvio che non ci sei riuscita-

-Starò meglio, devo solo avere la certezza di poter contrastare Voldemort – gli rispose testarda.

Lui la costrinse a guardarlo negli occhi.

-Hai bisogno di certezze è vero, ma la Magia Oscura non può essere una di queste-

-Tu non capisci … -.

-Proprio perché capisco mi sto comportando in questo modo, Hermione. Credimi, è la cosa migliore -.

La Gryffindor alzò lo sguardo.

-È la cosa migliore per te, non per me-.

Drew si alzò, ritornando al suo posto.

-Sta a me decidere se insegnarti la Magia Oscura o meno. Mi dispiace, non lo farò- le disse lui categorico – Non ancora-

Hermione sospirò.

-Ormai hai deciso, non sprecherò fiato inutilmente- disse, alzandosi e avviandosi verso la porta.

Drew la fermò.

-Scusa, Hermione, potresti dire a Ginny Weasley che, se vuole, può partecipare al mio corso?-

Lei annuì. Evidentemente, l’insensibile professor Kennan aveva ritenuto il comportamento della Rossa degno di nota, se aveva deciso di farla partecipare alle sue lezioni nonostante la giovane età.

-Non prendertela, Hermione. Sai bene anche tu che è la cosa più giusta- insistette il ragazzo, quando questa mosse un passo oltre la soglia.

-A volte, Drew, stare in silenzio è la cosa più giusta da fare- gli rispose Hermione fredda.

-Fa attenzione, Hermione – continuò lui, senza prestare attenzione alle parole della Gryffindor – Visto cos’è successo ieri sera, oggi hai un problema in più-

Lei alzò le spalle.

-Ti sbagli. Il numero dei miei problemi è sempre lo stesso, ciò che è cambiato è chi cercherà di colpirmi-

Il modo in cui lo guardò, prima di chiudere la porta, lo ferì.

Era chiaro che la ragazza lo riteneva un traditore e che non si sarebbe più fidata di lui.

Maledizione, imprecò, sbattendo un pugno contro il tavolo.

 

***

 

L’aria gelida le muoveva un riccio ribello davanti agli occhi.

Si strinse nel suo cardigan bianco e continuò a camminare. Aveva bisogno di un po’ di silenzio. Nessuno, più di quest’ultimo, le era stato amico nelle ultime settimane. Gli chiedeva titubante di scaldarla tra le sue braccia, lui l’accontentava. Gli chiedeva di raccontarle una fiaba prima che gli incubi ricominciassero, lui l’accontentava. Gli chiedeva di rinchiuderla in una bolla di sapone dove fosse libera di non pensare, lui l’accontentava. In fondo, quel silenzio era il miglior amante che, fino a quel momento, aveva avuto.

Infatti, Victor Krum, nonostante tutto il suo impegno, tutto poteva essere definito tranne che una cima di romanticismo e Ron, che invece non si era mai sforzato troppo, lo seguiva a ruota.

Sorrideva ancora ripensando alla frase più romantica che il Rosso le aveva detto durante il breve periodo in cui erano stati fidanzati.

-Vuoi un po’ d’arrosto?- le disse, sputacchiando rimasugli di cibo qua e là e prendendosi un sonoro ceffone dalla signora Weasley, oramai disperata per quel caso clinico di cattiva educazione.

Nella sua breve lista, aveva deciso di inserire anche Chris, sebbene quello tra i due non fosse stato altro che un giochetto da bambini. Ma del resto, non aveva altro modo per allungare quell’elenco.

Doveva ammetterlo con sé stessa. Forse era solo merito della loro innocenza, ma in quel periodo, lontano già troppi anni, era stata felice.

Ora, invece, non le restava che chinarsi e tentare di raccogliere i frammenti della sua anima cercando di non tagliarsi.

E poi, ovviamente, a chiudere la sua breve lista, c’era Draco Malfoy, secondo, momentaneamente, solo al silenzio. Sempre che il Principe delle Serpi potesse essere definito suo amante.

 

Era salita, senza nemmeno accorgersene, fino alla sommità della Torre di Astronomia.

Non lo riconobbe immediatamente. Dovette avvicinarsi di qualche altro passo, prima di riuscire ad identificare il ragazzo silenzioso nel modo in cui era seduto contro il parapetto.

Disordinato, anche nel modo di sedersi.

Lui alzò lo sguardo su di lei. Hermione credette che i suoi occhi non potesse vederla, nascosti com’erano da quel ciuffo spettinato.

- Granger –

La sua voce, pacata e gelida, smentì immediatamente il suo pensiero.

- Zabini – rispose lei educata.

Il ragazzo stava fumando. Un vizio molto diffuso tra le fila degli Slytherin, evidentemente.

Blaise prese a frugare nel taschino della camicia stropicciata, ingrigita dalla poca gentilezza con cui il ragazzo aveva deciso di trattarla.

Le lanciò qualcosa e lei, accanita sostenitrice dell’inutilità di qualsiasi sport, per poco non lo fece cadere.

Studiò l’oggetto che si ritrovò tra le mani. Un pacchetto di sigarette, sgualcito e pieno a metà. All’interno, un piccolo accendino nero usa e getta. Evidentemente, tra i fumatori, era una moda quella di possedere tale oggetto babbano.

-Prenditene una- le disse lui, parlando con la testa piegata verso il cielo plumbeo e con le palpebre serrate – Sono un ottimo calmante-.

D’impulso, Hermione cercò di nascondere le sue maledette mani tremanti. La sua dannazione.

Seguì l’istinto. I suoi genitori l’avrebbero sgridata, ricordandole tutti gli effetti collaterali del fumo. I suoi amici sarebbero rimasti con le bocche spalancate. L’intera comunità magica che abitava quella scuola avrebbe ripreso i mai interrotti chiacchiericci sulla sua persona.

Ne prese una e se la accese.

Si avvicinò al ragazzo e, piegandosi sulle ginocchia, gli porse il pacchetto.

Zabini lo afferrò e lo ripose nel taschino.

Un lento filamento biancastro si allontanava dalla mano sinistra della ragazza, disperdendosi al primo soffio di vento e riformandosi non appena questo cessava.

Ricordava la prima volta che aveva provato a fumare, con quella scapestrata di sua cugina Jessica, il suo personale serpente tentatore. Quella volta non si era tirata indietro. Un po’ per ribellione, un po’ per la semplice voglia di sperimentare, un po’ per sentire il brivido della trasgressione.

-Speravo sempre che Draco si svegliasse, un giorno, e capisse che tu non sei la ragazza adatta a lui- cominciò all’improvviso Zabini – Il tuo sangue è lurido, sei una Gryffindor e sei troppo intelligente. L’esatto contrario di una buona moglie Purosangue-

Quelle parole, così pregne dell’astio del ragazzo, non la ferirono. Rimase semplicemente in silenzio, prendendosi una boccata dalla sua sigaretta.

-Speravo sempre che Daphne avesse ragione, che dopo averti scopata lui avrebbe perso subito il suo interesse nei tuoi confronti- continuo lo Slytherin.

Hermione continuò imperterrita a non proferire parola, concentrando tutta la sua attenzione nella difficile operazione di soffiare il fumo fuori dai suoi polmoni.

Blaise, dopo quell’ultima uscita, si alzò e, gettato il mozzicone della sigaretta per terra, si avviò verso la scalinata che riportava ai piedi della torre.

-E poi, se proprio doveva scegliere una come te, poteva prendersene una un po’ più combattiva, no?- chiese, prima di sparire dalla vista della ragazza, rivolgendo la sua richiesta più a qualche dio della volte celeste che non a lei.

 

Più combattiva …

Si stava lasciando sconfiggere, stava per gettare la spugna. Stava per scappare dal suo destino, da sé stessa, dalla sua vita. Dal suo Draco.

Un vero Gryffindor non si comporta in questo modo pensò affranta.

Spense il suo mozzicone sul pavimento con la mano tremante e lo fece Evanescere, assieme a quello di Zabini.

Doveva trovare la forza per mettere un punto nella storia della sua vita ed andare a capo, spezzando finalmente un infinito periodo ricco di metaforica disperazione.

Sapeva che, se avesse deciso di farlo, una mano più ferma della sua l’avrebbe accompagnata in quel gesto.

Perché non accettare un aiuto esterno?

 

***

 

Quando l’aveva vista entrare da quella porta, che già cominciava ad odiare visto che entro quelle pareti vigeva il divieto di fumare, aveva cercato di tirarsi su, ottenendo come risultato solo un gemito di dolore e un’occhiata esasperata da parte di Hermione, cosa che, hai suoi occhi, la rese ancora più sexy di quello che già era.

Il sorriso beota che aveva stampato in viso si spense immediatamente quando entrò Potter, seguito a ruota dai due Weasley.

-Wow, amore, l’hai portato a finire l’opera?- chiese scorbutico il biondino.

La Gryffindor, che gli si era avvicinata per aiutarlo a sistemare il cuscino su cui appoggiava la schiena, lo pizzicò sull’avambraccio sinistro.

Ciò, ovviamente, non riuscì a far zittire Malfoy.

-Hai deciso di portare anche la scorta per essere sicuro di riuscire a farmi fuori?- insistette, infatti, poco dopo.

Lo sguardo truce della Weasley lo intimorì leggermente.

- Hermione, mi potresti ricordare per quale assurdo motivo non l’ho lasciato a morire dissanguato tra le braccia di Mirtilla Malcontenta?- chiese la Rossa rivolta all’amica, tutt’altro che felice di essere stata messa in mezzo a quella disputa.

-Per due motivi, Ginny. Il primo è che sai che, se Malfoy deve morire prematuramente, lo farà per mano mia – gli rispose il Prefetto Gryffindor, aggiungendo bisbigliando in modo che solo il degente potesse sentirlo – Soprattutto se non comincia a stare zitto. Il secondo, invece,- continuò riprendendo un tono udibile da tutti i presenti – è che volevi essere sicura che Harry non finisse ad Azkaban a causa di un furetto pieno di sé-

Draco non prese bene quell’affermazione, anche se dovette ammettere a sé stesso che il fatto che Hermione volesse essere la causa della sua morte era un notevole passo avanti nel loro rapporto.

-Soprattutto se il furetto pieno di sé è il ragazzo di cui ti sei perdutamente innamorata- rispose Draco, ghignando.

Hermione, come fu piacevolmente colpito, non cominciò a sbraitare come un’ossessa ma si limitò ad una caustica alzata di sopracciglio.

-Dunque, a cosa devo il piacere di avere qui riuniti i peggiori esponenti dell’intera Casa Gryffindor?- domandò lo Slytherin, voltandosi subito verso Hermione – Ovviamente, amore, tu sei esclusa- continuò, dando delle pacche gentili sul dorso della mano della ragazza.

Harry si fece avanti.

-Io volevo scusarmi per tutto ciò che è successo … -cominciò subito Harry, il cui nobile animo aveva portato a scegliere quella terribile umiliazione, venendo subito interrotto da Draco.

La faccia schifata dello Slytherin fu memorabile.

-Finiamo presto questa pagliacciata, Potter, sappiamo entrambi che quello non eri tu. Quindi, riprenditi il tuo saio e la tua croce, San Potter, io ti assolvo da tutti i tuoi peccati- tagliò corto lui.

Harry rimase a dir poco basito.

-Ovviamente, Rossa, grazie per avermi salvato. Ti prometto che smetterò di insultarti, Piattola- continuò Malfoy, rivolgendosi, infine, a Ron – Per quel che riguarda te, Lenticchia, grazie per essere stato in silenzio durante tutta la visita, mi hai risparmiato un’infinita sofferenza-

Draco Malfoy sospirò teatralmente, prendendo fiato.

-Una confezione di Cioccolatini ripieni di Whisky Incendiario sarà ben accetta. La visita è finita, andate in pace fuori da questa stanza, così che finalmente potrò restare solo con l’unica Gryffindor che mi interessa- concluse il ragazzo, aprendo leggermente le mani e muovendole in bislacchi segni di benedizione.

I tre rimasero sconvolti, ma se ne andarono rapidamente, felici che quell’agonia fosse già conclusa.

Hermione, neanche a dirlo, era furiosa. Se Draco avesse avuto un minimo di buon senso avrebbe capito che era meno pericoloso sfidare il Platano Picchiatore, ma era palese che questa caratteristica gli mancava completamente.

 

-Pace, finalmente- disse Malfoy rilassandosi sul cuscino.

-Vorrei fossi un po’ più gentile con i miei amici- gli disse Hermione seria.

-Vorrei che tu mi baciassi, ma, come vedi, non si può avere tutto dalla vita- rispose Draco.

-Se hai intenzione di fare l’idiota me ne vado-

Lo Slytherin sbuffò.

-Sono geloso, va bene? Vorrei essere io il centro dei tuoi pensieri-

-Egocentrico- sentenziò la ragazza, tornando subito alla carica - Promettimi che li tratterai meglio, Draco – insistette, infatti.

-Lo farò solo se anche stasera mi darai il bacio della buonanotte. Se possibile, poi, vorrei fosse qualcosa di un po’ più serio … - buttò lì il ragazzo.

-Da quando abbiamo aperto una compravendita sul mio affetto?- domandò sorridendo Hermione.

Questa volta, fu il turno di Draco di alzare un sopracciglio.

-Da quando tu ti sei presa tutto il mio di affetto, così da lasciarmi senza niente da barattare, suppongo-

Hermione, leggermente rossa in viso, decise di cambiare argomento.

-Vorrei anche che tu fossi un po’ meno scorbutico con Marcus –

Lo Slytherin divenne immediatamente più serio.

-Da quanto tempo lo conosci?- le chiese.

Lei, credendo che sicuramente quella domanda avesse dei doppi fini, ma dubitando che il ragazzo glieli sbattesse in faccia subito, rispose.

-Da un paio di settimane, l’ho conosciuto ad una cena del Lumaclub -

Il tono di Draco mutò immediatamente, diventando rancoroso.

-Io ho dovuto aspettare sei anni per avere il piacere di sentirti pronunciare il mio nome e, ancora oggi, spesso mi chiami per cognome o con gli stupidi sopranomi dei tuoi amici Gryffindor –

-Non essere infantile- gli rispose lei – Sai bene che è una cosa differente-

-Io non intenzione di gareggiare con quell’idiota di un Ravenclaw per averti, lo sai vero?-

Hermione sospirò. Egocentrico, vittimista e superbo pensò.

-So molte più cose di quanto tu creda, furetto- gli rispose, usando quell’epiteto sperando di farlo infuriare, cosa che ottenne immediatamente.

-Bene, io vado a dormire- disse, avvicinandosi al viso del ragazzo, desiderosa di fuggire dalla possibilità di ricevere una sfuriata da quel pazzo degenere di Malfoy – Buonanotte –.

 

Era stato molto rapido, ma quei pochi secondi gli erano bastati per percepire il calore delle sue labbra morbide sulle propria bocca.

-Non farti strane illusioni, Malfoy – aveva sussurrato non appena si era scostata da lui, prima che avesse il tempo per prendere possesso della situazione e rispondere al suo bacio.

-E ricordati cosa mi hai promesso!- esclamò la ragazza prima di chiudersi la porta dell’infermeria alle spalle.

 

Prima di accontentarlo, nonostante andasse contro i suoi principi di ragazza per bene, gli aveva afferrato il mento gentilmente per aver un maggiore accesso alle sue labbra.

Se qualcuno avesse potuto osservare quella scena avrebbe notato che la mano di Hermione non tremava.

Quel ragazzo la faceva stare bene.

 


Note dell’Autore

Ben ritrovate, gentili donzelle! Oggi non mi dilungo molto (sospirate pure di sollievo, non mi offendo) … Comincio dicendovi una cosa fondamentale: NON prendete Hermione per una donna “dai facili costumi”. Chiarito questo,  vi informo che spero di riuscire a fare almeno un altro aggiornamento prima di un capitolo “natalizio”, nel caso in cui non ci riesca (cosa alquanto probabile), riceverete il capitolo di natale molto più tardi. Comunque, almeno un paio di aggiornamenti durante le vacanze vorrei farli (Baileys permettendo, ovvio! Perché tutto ciò che il mio amico dice è Legge e io non ho intenzione di disquisire con lui).

Bene, passo alle risposte alle recensioni.

 

lady_free: chiedo perdono e pietà (mentre mi prostro ai tuoi piedi) per averti fatto attendere tanto per avere l’aggiornamento la scorsa volta (non che questa sia poi andata meglio)! E dopo aver incassato l’insulto “stupido ciarlatano” (ti scuso solo perché credo nell’assoluta verità dell’affermazione “Mai pestare i piedi ad un pazzo”), passo a rispondere seriamente alla tua recensione. Come hai potuto vedere Draco non è morto, ma dire che non sono abbastanza sadico per ucciderlo è un errore. Ti informo, ufficialmente, che il sadismo è la mia linfa vitale. Bene, passando ad altro … in fin dei conti sapevo di non essere molto credibile come persona romantica, quindi la tua scetticità (sai credo che questa parola non esista XD) non mi fa soffrire poi molto. Puoi cercare di illuderti che le cicatrici sui miei polsi non sono state causate dalla tua affermazione, se vuoi. Spero comunque che il rimorso non ti faccia dormire stanotte XD. Santa Ginny, hai proprio ragione!!! Io, personalmente, la adoro. Per quando riguarda Herm, siamo finalmente arrivati ad un punto di snodo. Da ora in poi, vedrai che le cose andranno bene (visto anche il suo successo con gli uomini). Le cose andranno meno bene per il caro Draco, che finalmente ha un rivale degno di questo nome, il caro Marcus. Cmq, credo che i segreti e i complotti siano la vera ragion d’essere di una storia e, non preoccuparti, tutti verranno svelati un po’ per volta. E ora ti starai chiedendo: “dov’è la risposta al resto della mia recensione?”. Ho deciso di inviarti un messaggio privato. Appena ti arriverà avrai le tue risposte e le mie motivazioni. A presto!!! (e vedi di recensire questo ciarlatano, se non vuoi che mi offenda per davvero!)

 

Hollina: salve! Temo di non aver risposto a tutte le tue domande. Diciamo che sono uno a cui piace allungare il brodo. Cooomunque …  grazie per i complimenti e spero di sapere nei minimi particolari la tua idea su questo capitolo! A presto!

 

Agathe: ben ritrovata! Da dove inizio?  Ah si, dal ringraziarti per avermi definito sadico. È una delle mie caratteristiche preferite. Una mia amica una volta mi ha detto che sarei un serial killer perfetto, credo che anche questo si ricolleghi al fatto che sono affascinato dal dolore in tutte le sue diverse sfaccettature (soprattutto quello mentale). E si, sono pazzo (mi piace essere definito pazzo perché con questo epiteto veniva chiamata anche Alda Merini, l’unica poetessa che mi appassionato). Fiuuu, respiro di sollievo sapendo che la mia storie sembri almeno verosimile. Credo che dire che una storia è un po’ campata in aria sia la peggiore critica che si possa muovere ad un autore, quindi, Agathe, GRAZIE infinite!!! Drew un motivo ce l’ha, questo è indubbio! Mi raccomando, recensisci anche questa volta e … A presto!

 

Books: Wow, la prima recensione in cui vengono ripresi alcuni frammenti del mio scritto! Mi sto esaltando come una scimmia dello zoo davanti ad un casco di banane!!! Comunque hai ragione. Piton doveva essere messo a posto (come ha fatto a tradire Lily, che è uno dei miei personaggi preferiti, dio solo sa) e, comunque, hai interpretato nel modo giusto l’affetto di Drew. È una persona troppo a modo per perdere la testa per una ragazza dell’età di Hermione! Povera Daphne, che ancora si illude!!! Ok, ora voglio sapere se Marcus è davvero un gradino sotto a Draco, quindi, ti prego di rendermi partecipe dei tuoi pensieri a riguardo! Bene, spero di ricevere ancora una volta una tua recensione (ne hai fatte dieci, vuoi non farne una per ogni prossimo capitolo che scriverò???) e non preoccuparti per il ritardo: l’importante è che la recensione arrivi XD!!! A presto!

 

barbarak: il tempietto, addobbato con le lucine di natale che ho rubato al presepe, sta attirando un mucchio di visitatori, sai? Temo, comunque, che poco possa contro la tua geniale intuizione. Hai ragione, se avessi ucciso Draco avrei davvero rischiato il linciaggio (mai ricevute tante minacce di morte in un colpo solo …). Che Drew fosse un Gryffindor, questo è indubbio. Nei prossimi capitoli (molto, molto, molto prossimi) si scoprirà quanto nelle sue vene scorra sangue ben poco Ravenclaw … Hermione: lei è davvero il mio tormento. Purtroppo, se fosse cambiata da un giorno all’altro avrei rovinato la storia, quindi ho dovuto intraprendere una strada tutta in salita. Come avrei potuto vedere in questo capitolo, la cara Herm è molto meno fredda e coraggiosa di quello che sembra. È molto fragile, anche se cerca di mascherare questo suo lato di sé e, solitamente, lo fa molto bene. In questo momento, ha raggiunto il limite di sopportazione. Ha deciso di combattere, ha deciso di ribellarsi alla sua paura e ha deciso di “farsi aiutare” da Draco. O meglio, ha deciso di dargli e darsi un’opportunità. Bene, mi dispiace, ma nel triangolo Herm c’è finita. Ma credi a me, detta lei legge (scervellati anche su questo, per favore!!! Mi piace un sacco vedere cosa partorisci ogni volta!!!). Una cosa non ho capito: non stavamo parlando del rapporto Draco/Drew? Cosa centra Harry? Comunque, a presto! Ci vediamo stasera al tempio (spiritualmente parlando, si intende)!

 

Sarahoara: Salve! Drew la talpa??? Ipotesi alquanto interessante. Sul fatto che lui si sia preso una cotta per la Herm, mi vedo costretto a smentirti. Sono felice che il personaggio di Drew ti piaccia, anche perché, essendo un personaggio made in me, i complimenti sul suo conto valgono doppio!!! Comunque hai ragione. Herm è davvero cocciuta a volte! Mi raccomando, recensiscimi anche questa volta. A presto!!!  

 

 

Ora, come al solito, non mi resta che ringraziare dal profondo del cuore le 20 persone che hanno messo la mia storia tra le preferite, le 71 che l’hanno ficcata nelle seguite e le 10 che invece l’hanno messa tra le ricordate.

Un ringraziamento ancora più sincero a Ashiling e Books, hanno messo la mia persona nell’elenco degli autori preferiti e alle 6 persone che mi hanno recensito!!!

Infine, un grazie anche a tutti i “Lettori Silenziosi” (come li ha definiti qualcuno più saggio di me), che fino ad oggi mi ero dimenticato di citare in queste note a piè di pagina.

 

A presto,

Jerry


   
 
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