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Autore: L_Fy    05/12/2005    11 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 22 : Marianna di Roccaglia

 

Sasha si svegliò nel cuore della notte dopo un sonno agitato: la cucina di casa Valenskij era sempre stata pesante, senza contare quella specie di sotterranea agitazione che l’aveva preso alla bocca dello stomaco da quando era tornato a casa. Colpa di quel pezzo di ghiaccio di sua madre…o colpa di miss Spocchia? Pur di non rispondersi, con un sospiro, buttò indietro le coperte e si alzò da letto. Nel silenzio teso della notte, sentì un frusciare sospetto fuori dalla porta e, senza nemmeno pensarci troppo, afferrò la sua bacchetta, si avvicinò alla porta e la spalancò all’improvviso. Qualche metro più in là, completamente colta in flagrante con un panino in bocca e vari generi alimentari tra le braccia, Costanza Malatesta fece un salto all’indietro, soffocando un gemito terrorizzato nel pane che le riempiva la bocca. Dopo qualche secondo passato a scambiarsi uno sguardo attonito e sorpreso, Sasha colse il lato comico della situazione e scoppiò in una risata il più possibile silenziosa mentre abbassava la bacchetta, ammansito.

"Ma dico, sei pazzo?!?" squittì sottovoce Costanza, furibonda, dopo essere riuscita a deglutire il boccone di pane che le si era quasi incastrato in gola "Hai rischiato di farmi affogare e contemporaneamente di beccarti una maledizione senza perdono!"

"Figurati" la prese in giro Sasha, appoggiandosi indolente allo stipite della porta "Che ci fai in giro a quest’ora, miss Spocchia? Tenti di decimare la famiglia facendo prendere un accidente ai miei cugini con una visione erotica notturna?"

Costanza strinse al petto i biscotti e le mele che aveva rubato in cucina, tentando di mimetizzare la lunga camicia da notte di pizzo trasparente, altra gentile concessione della baronessa Iliovich.

"Avevo fame" ringhiò per risposta, arrossendo "Per la tensione non ho mangiato niente, a cena"

"Non sembravi tesa" ammise Sasha guardandosi le unghie, pensoso "Hai fatto un’ottima impressione alla famiglia: zio Leone, poi, era letteralmente entusiasta di te. Ti sarai accorta che cugino Anton ti faceva una corte spietata, no?"

"No, non me ne sono accorta" brontolò Costanza arrossendo senza volerlo "Ero troppo impegnata a controllare che non mi uscissero compromettenti pezzi di pelle dalla scollatura per seguire seriamente la conversazione"

Sasha sorrise e, con una mossa irriverente, guardò allusivamente l’orologio.

"Allora, pensi di stare a lungo qui in corridoio? I fantasmi dei miei antenati saranno felici di avere una così discinta compagnia, una volta tanto"

"Nomina un’altra volta i vestiti di Nadja e te li faccio mangiare domattina a colazione" berciò Costanza, che non aveva nessuna voglia di andare in camera sua e perdersi quella visione affascinante di Sasha coi capelli spettinati, la giacca del pigiama semiaperta e il sorriso più seducente che avesse mai visto.

"Avrei anche io un certo languorino" disse lui, mentendo sfacciatamente "Perché non vieni dentro a fare uno spuntino davanti al camino?"

Costanza si ammutolì con un’espressione indecifrabile sul viso: la tentazione di dire sì era davvero forte, tuttavia le era saltata addosso una paura folle. Non di Sasha, ma di se stessa: ormai dubitava seriamente del proprio autocontrollo quando Valenskij ed il suo maledetto profumo stordente erano nei paraggi.

"Prometto che non attenterò in nessuna maniera alla tua virtù" precisò Sasha in un tono annoiato, tergiversando il suo mutismo "E poi, c’è sempre Balthus a farti da chaperon. A meno che non sia tu a decidere il contrario…"

Costanza buttò alle ortiche le sue remore e marciò decisa dentro la stanza di Valenskij.

"Credo di averti già detto che sei un essere abominevole e villano. Vengo dentro solo perché detesto mangiare da sola" berciò col naso per aria e Sasha chiuse la porta con una risatina di scherno. Costanza sentì immediatamente salire la pressione sanguigna quando Sasha si sdraiò con scioltezza sul divanetto strategicamente posizionato davanti al caminetto scoppiettante, le braccia incrociate dietro al testa e il sorriso strafottente.

"Allora, miss Spocchia? Che menù offre la casa?" chiese salottiero e Costanza lo odiò per la sua tranquillità mentre lei si sentiva sull’orlo del collasso cardiaco.

"Biscotti, mele e pane masticato" borbottò appoggiando i viveri sul tavolino basso a lato del divanetto e sedendosi sul tappeto a gambe incrociate, il più lontano possibile da Sasha.

"Roba da gran gourmet" sogghignò Sasha allungandosi ad afferrare una mela e addentandola con gusto "Allora, che ne pensi della famigerata famiglia Valenskij?"

"E’ esattamente come mi aspettavo che fosse" mugugnò Costanza sbocconcellando di malavoglia una mela: le era passato completamente l’appetito, per l’agitazione "A parte tua nonna: mi sembra una persona formidabile. Decisa e fin troppo franca, anche se opportunamente diplomatica"

Fece una pausa, indecisa.

"Non mi sembra che vada molto d’accordo con tua madre" azzardò poi alla fine, titubante. Sasha non si mostrò toccato dalla sua affermazione.

"Mia madre non va d’accordo con nessuno" rettificò, noncurante "Per lei esiste solo la sua opinione ed il suo personalissimo microcosmo. E’ la quintessenza dell’egoismo e nonna Valenskij non perde occasione per ricordarglielo"

"Però è davvero bellissima" mormorò Costanza, rinunciando a masticare visto che aveva la gola completamente chiusa dall’emozione "Adesso che sono adulta capisco perché mio padre abbia perso la testa per lei. Mia madre…non era tutta questa gran bellezza. Mi somigliava, sai"

Sasha le lanciò uno sguardo irridente e canzonatorio.

"Vuoi dire che anche tua madre era petulante, logorroica e terribilmente sexy con la camicia da notte della sua migliore amica?" domandò noncurante "Mi sarebbe piaciuto conoscerla, allora"

Le orecchie di Costanza presero fuoco alla velocità della luce e contemporaneamente ammutolì, sconcertata: non capiva mai come interpretare i complimenti misti ad insulti di Sasha.

"Non ti sarebbe piaciuta" si decise a rispondere, glissando su quel terribilmente sexy che le rimbombava nelle orecchie "Era una persona molto dura e disciplinata. Ha…sofferto moltissimo per i suoi problemi di sanguemisto"

"Come è morta?" si azzardò a chiedere Sasha, con voce più morbida.

"Era incinta" rispose Costanza in tono incolore "Per un sanguemisto vampiro partorire è un’esperienza mortale. Già con me aveva rischiato la vita…la seconda volta non ce l’ha fatta. E nemmeno il bambino"

"Oh. Mi dispiace" mormorò Sasha, seriamente. Il suo sguardo era talmente caldo e sincero che Costanza si agitò sul pavimento, turbata.

"Succede. Anche mia nonna è morta dando alla luce mia madre…a quanto pare, pure nella mia famiglia le donne non hanno vita lunga"

"Marianna di Roccaglia, giusto?" meditò Sasha riflessivo "Nonna Franziska mi ha parlato di lei, stasera"

"Davvero?" si sorprese Costanza, rizzando le orecchie.

"E anche madame Madescu l’ha menzionata, alla Baita dell’Orso…Curioso il fatto di sentirla nominare due volte in così breve tempo" continuò Sasha meditabondo.

"Trovo anche io" mormorò Costanza pensosa "Mi piacerebbe sapere qualcosa di più su di lei. Magari, ha qualche segreto nascosto che può tornarci utile"

Ssha balzò in piedi così alla svelta che a Costanza scappò un gridolino spaventato.

"Che ti salta in mente?" strepitò alzandosi in piedi.

"Vieni con me" le ordinò Sasha prendendola per mano e trascinandola fuori dalla camera da letto "Devi conoscere una persona"

"Costanza si guardò bene dal protestare: la mano calda e sicura di Sasha era così piacevole che l’avrebbe seguito scalza anche in mezzo alla neve. I due scesero silenziosamente lo scalone principale e passarono per due o tre corridoi bui arrivando infine in un ampio salone tappezzato di imponenti ritratti di famiglia circondate da preziose cornici. Al loro arrivo, qualche indisponente antenato brontolò cupamente sulla completa mancanza di rispetto da parte delle giovani generazioni, ma Sasha ignorò bellamente quelle voci.

"Lumos! Sono tutti parenti tuoi questi? " domandò Costanza incuriosita alzando la bacchetta con la punta illuminata per vedere meglio le facce arcigne dipinte sui quadri. Uno di loro le abbaiò contro in maniera così convincente che Costanza si affrettò a spegnere la bacchetta, attirando un sogghigno da parte di Sasha.

"Quello è il bisnonno Cornelius" la informò salottiero.

"Faccia simpatica" rabbrividì Costanza "Sembra che abbia appena ucciso sua madre"

"Potrebbe anche essere" rispose Sasha, sorridendo "Eccoci! Costanza, ti voglio presentare una persona molto, molto speciale: mio nonno, Balthus Valenskij"

Costanza alzò gli occhi su di un imponente ritratto che rappresentava un distinto signore a cavallo di un ippogrifo; la somiglianza con Sasha era notevolissima, soprattutto nella piega ironica della bocca e nei folti capelli ondulati che faticavano a rimanere in ordine. Due formidabili baffoni arricciati vibrarono come antenne quando Balthus inquadrò i due giovani davanti a lui.

"Per mille sirene!" tuonò con una gradevolissima voce baritonale "Questo è o non è il mio nipote degenere Sasha?"

"Ciao nonno" disse Sasha con un tono affettuoso che Costanza non gli aveva mai sentito adottare.

"Ti sembra questa l’ora di venire a disturbare i vecchi ruderi come me?" chiocciò Balthus tra il burbero e il divertito: i suoi occhi si posarono su Costanza che rabbrividì senza volere sotto a quei caldi fari ironici, così simili a quelli del nipote.

"Invece di ringraziarmi perché mi sono ricordato di te, mi rimproveri peggio della nonna" protestò Sasha, irriverente.

Balthus agitò oltraggiato la bacchetta sopra la testa, gli occhi che sprizzavano scintille.

"Nipote degenere! Sei in compagnia di una signora e ancora non mi hai presentato? Ma chi ti ha tramandato tutta questa villania? Lo perdoni, signorina: la sua maleducazione è sicuramente dovuta alla confusione indotta dall’avere accanto a sé una così deliziosa fanciulla"

"Oh, certo" rise Costanza, sentendosi perfettamente a suo agio davanti al vecchio signore, come se lo conoscesse già da tempo "Ma la prego, non ci scambi anche lei per fidanzati: ne abbiamo abbastanza di sgolarci per smentire una così falsa e raccapricciante visione…"

Sasha le fece una smorfia buffa, ricambiata, mentre Balthus guardava incuriosito i due giovani.

"Nonno, ti presento Costanza Malatesta, figlia di Alfonso e quindi mia diletta sorellastra"

"Ah! Costanza!" si illuminò Balthus pieno di meraviglia "Quella di cui hai parlato per tutti questi anni? Quella che dicevi essere una virago che sputa veleno, snob, indisponente, sapientona e crudele? Quella che chiamavi sempre miss Spocchia? Ma non le hai assolutamente reso giustizia, figliolo: sarà anche una strega terribile, ma è così graziosa!"

"Graziosa?" berciò Sasha, oscurandosi "Ma se è appena passabile! Ti stai facendo traviare dalla sottoveste, nonno, che tra l’altro non è nemmeno sua"

"Dunque, mister Letamaio, hai parlato di me a tuo nonno?" sorrise ironica Costanza quando vide che Sasha era leggermente a disagio "Sono davvero lusingata"

"Io non ho affatto parlato così tanto di te" brontolò Sasha, di colpo di malumore.

"Certo che ha parlato così tanto di lei" lo sbugiardò Balthus, salottiero "Ma ditemi, a cosa devo questa vostra così inopportuna visita notturna?"

"Volevamo parlarti senza qualche parente ficcanaso tra i piedi" si affrettò a spiegare Sasha, sollevato dal cambio di argomento "Volevamo sapere se ricordavi qualcosa della nonna di Costanza, Marianna di Roccaglia"

"Ah, Marianna di Roccaglia!" sospirò Balthus "Mi ricordo di lei…davvero una splendida, leggiadra creatura"

"Ancora con questa leggiadra creatura?" sbuffò Sasha "Deve essere un vizio congenito dei ritratti"

"Non saprebbe dirci qualcosa di particolare su di lei?" lo ignorò Costanza, interessata "Qualcosa che riguardi Durmstrang…e una certa madame Madescu?"

"Madescu?" si stupì Batlhus "Mai sentita nominare. D’altra parte, potrebbe portare il cognome del marito…comunque, non saprei dire cosa potesse avere di particolare Marianna. Era una persona molto riservata e schiva, poco incline alle goliardiche espressioni studentesche. Tutta un’altra pasta da quel pazzo furioso di Zabini che poi ha sposato. Era un’ottima studentessa, adorata dal preside e dai professori. L’unica di tutta Durmstrang ad avere mai avuto libero accesso agli uffici del quinto piano di Torre Centrale"

"Ma…la Torre ha solo quattro piani" obbiettò Costanza.

"Esattamente" annuì grave il vecchio del ritratto.

"E cosa ci sarebbe al quinto piano di Torre Centrale?" domandò Sasha, insospettito.

"Uffici" rispose Balthus, sbuffando per l’ovvietà della risposta "Il preside era molto abbottonato su quello che succedeva lì. E anche Marianna, ovviamente. L’ultimo anno lo ha praticamente passato là dentro! Lei e la sua amica, com’è che si chiamava…? Non ricordo. Una specie di Veggente, brutta come il peccato e simpatica come un vespaio infilato nei pantaloni"

"Chissà perché, ma la definizione di questa amica mi ricorda tanto madame Madescu" borbottò Sasha, pensieroso "Nonno, sai come si accede a questo fantomatico quinto piano?"

"Ovviamente no" rispose Balthus senza perdere la sua ironica flemma "C’è un accesso segreto, dietro ad un ritratto, ma è vietatissimo a tutte le persone non autorizzate"

"Un altro ritratto?" sospirò Costanza, depressa "Deve essere una maledizione che ci perseguita"

"Ho come l’impressione che tramate di cacciarvi nei guai" brontolò Balthus con un formidabile e buffo cipiglio "Siete certi di non aver nient’altro di interessante da fare a scuola?"

Sasha e Costanza si scambiarono uno sguardo perplesso.

"E’ una cosa importante" confidò infine Costanza con scioltezza: aveva l’assoluta sensazione di potersi fidare ciecamente di quel vecchio arzillo e distinto "Se ha un po’ di tempo, potremmo raccontarle tutta la storia…"

"Il tempo è l’unica cosa che non mi manca, mia cara" ribatté quietamente Balthus. Sasha e Costanza, seduti a gambe incrociate davanti al ritratto, iniziarono a raccontare: nelle ore successive spiegarono a nonno Valenskij la loro avventura partendo dal ritratto del preside Hessler fino ad arrivare a madame Madescu. Ovviamente, nel frattempo, non persero occasione per insultarsi, intromettersi l’uno nei discorsi dell’altra e scoppiare anche a ridere, al ricordo di certe imbarazzanti situazioni. Balthus ascoltava interessato e rapito, spostando lo sguardo dal nipote a Costanza con un sorriso indecifrabile sul viso. Quando terminarono il racconto, sospirò dubbioso.

"Questa faccenda sembra nascondere qualcosa di pericoloso" li avvertì gravemente "Ma capisco che sia perfettamente inutile dirvi di desistere dal vostro proposito di continuare con questa indagine…"

"Io non posso fare finta che sia finita qui" spiegò Costanza con limpida sincerità "Ma non pretendo assolutamente che Sasha si metta nei guai a causa mia"

"Come se non mi ci fossi già messo" sbuffò Sasha, sovrappensiero "E poi, madame Madescu non ha predetto il futuro solo a te: mi ha riservato un gioiellino d’incarico, mentre tu eri impegnata a scappare via come una lepre"

"Davvero? E che ti ha detto?" domandò Costanza, sorpresa.

"Mi ha praticamente obbligato a diventare il tuo cavaliere servente" sbuffò Sasha, e per qualche assurdo motivo il buonumore di Costanza si spense di colpo insieme al suo vago sorriso.

"Oh" disse, atona "Allora è per quella profezia che continui ad aiutarmi?"

Chissà perché, la cosa le dispiaceva moltissimo.

"Più o meno" glissò Sasha senza guardarla negli occhi e Balthus trattenne a stento un sorriso indulgente.

"Ah, voi giovani!" tuonò estasiato "Proprio non capite niente finché non ci sbattete il naso…comunque, Sasha, non ti azzardare a lasciare sola la signorina Malatesta: profezia o no, se cercherà di intrufolarsi al quinto piano di Torre Centrale avrà sicuramente bisogno di aiuto"

"Non la lascerò sola" dichiarò Sasha con tranquilla sicurezza "E poi, cosa farebbe senza di me?"

"Ma sentilo" sbuffò Costanza, arrossendo senza volerlo "E poi dice che sono io miss Spocchia!"

In quel momento, un leggero tramestio proveniente da chissà dove li fece ammutolire tutti quanti.

"Che succede?" domandò Costanza, spaventata.

"Sono gli elfi domestici" spiegò Balthus, tranquillamente "Si sono alzati per preparare la colazione agli ospiti…diamine, è già mattino! Sbrigatevi ad andare a letto, voialtri debosciati. Se vi trovano in giro a quest’ora, in pigiama, da soli…"

"Abbiamo capito" rise Sasha prendendo Costanza per mano e aiutandola ad alzarsi con una naturalezza che fece balzare di colpo il cuore in gola alla ragazza "Mi raccomando, nonno: non parlare con nessuno di quello che ti abbiamo detto"

"Certo che no, per chi mi hai preso?" si offese Balthus, drizzandosi a sedere sulla scomoda sella "Sarà davvero piacevole sapere qualcosa che quella strega di mia moglie ignora… custodirò gelosamente il segreto"

Costanza, in un insolito slancio di calore, tese le dita verso il ritratto e sfiorò con affetto i lineamenti di pittura del vecchio Balthus.

"Lei e sua moglie siete persone davvero formidabili" disse sinceramente "Sono molto onorata di avervi conosciuto"

Balthus fece un goffo inchino, sempre garbatamente appeso alla sua sella.

"E per me è stato un piacere conoscere lei, signorina Malatesta. Devo dire che dissento assolutamente sull’opinione che ha di lei mio nipote: io l’ho trovata davvero una fanciulla intelligente, dignitosa ma per niente arrogante. E anche molto graziosa, checché ne dica Sasha della sua camicia da notte"

"Sasha non perde occasione per denigrarmi" ribatté Costanza, con un sorriso complice "Sono ormai tanti anni che lo fa che la cosa non mi tocca assolutamente"

"Il suo è tutto fumo negli occhi" le confidò Balthus sottovoce "In realtà, è tipico di noi Valenskij sminuire quello che desideriamo. Una maledetta questione di orgoglio"

Le parole di Balthus ebbero il potere di fare ammutolire entrambi i giovani come un improvviso incantesimo Silencio: Costanza, arrossendo come un papavero, si azzardò a lanciare una breve occhiata a Sasha che sembrava di malumore e anche leggermente imbarazzato.

"Dopo questa inutile millanteria, possiamo anche andare a dormire" disse questi dopo un po’, piuttosto seccamente "Buonanotte, nonno"

Si incamminò senza attendere risposta e Costanza lo seguì docilmente. Attraversarono silenziosamente l’atrio mentre un’alba livida dipingeva di grigio le pareti.

"Pensi che ci stiamo davvero cacciando nei guai?" domandò sottovoce Costanza mentre salivano lentamente lo scalone.

"Certamente" rispose Sasha con tranquilla sicurezza "Ma non credo che questa consapevolezza ti fermerà. Giusto?"

"Giusto" rispose Costanza con un sospiro rassegnato.

Erano arrivati davanti alla porta di Costanza e Sasha si appoggiò con la schiena allo stipite della porta, il suo solito snervante e blando sorrisetto stampato in faccia.

"Bè…" disse in un sussurro allusivo "E’ stata una nottata interessante"

"Già" rispose Costanza ancorandosi ben bene allo stipite opposto per paura di volargli accidentalmente addosso. Non le faceva piacere ammetterlo, ma dentro di se, sotto sotto, sapeva che quella era stata una delle notti più belle della sua vita…per colpa di Sasha. Quell’essere era odiosamente perfido, ma il tempo con lui volava, tra le sue battute irriverenti e la sua caustica intelligenza. Maledetto, affascinante narcisista, pensò Costanza, rabbuiandosi. Forse per l’ora tarda, forse per la luce obliqua dell’alba, o forse solo perché voleva vederlo così, lo sguardo di Sasha le sembrava particolarmente dolce e allusivo.

"Allora…buonanotte" disse nervosamente Costanza, a corto di argomenti.

Con suo sommo orrore, Sasha alzò una mano indolente verso di lei: con la punta delle dita, prese una ciocca di capelli e, lentamente, tese un lungo ricciolo scuro fino a farlo arrivare vicino al suo viso: socchiudendo appena gli occhi, aspirò il profumo dei suoi capelli, come un intenditore di vini che aspiri l’aroma di una bottiglia appena stappata.

"Mmmm…" mugugnò, soddisfatto "E’ esattamente come lo immaginavo"

Costanza era così pietrificata dall’emozione che non osò nemmeno respirare. Quasi a malincuore, Sasha lasciò ricadere la ciocca e con un sospiro incerto si staccò dallo stipite.

"Buonanotte, miss Spocchia" disse con voce stranamente formale prima di girarle le spalle. Costanza sbatté le ciglia, come svegliandosi da un lungo sonno: aveva detto buonanotte? Allora non aveva intenzione di …?

Certo che no!, pensò quasi con rabbia subito dopo. Glielo aveva detto chiaramente più volte. Cos’era stata allora quella stupida sceneggiata dei capelli da annusare? Voleva verificare che puzzassero come la crema di Balthus?

"Buonanotte un corno, mister Letamaio" rispose piuttosto seccamente entrando di corsa nella sua stanza e lasciando un Sasha piuttosto perplesso a domandarsi cosa fosse successo.

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

 

"Tu scendi dalle stelleeeee…o Fierobe-e-e-cco!".

Ormai si sente aria di Natale: ieri ho fatto l’albero e il presepe, e chi si azzarda a dirmi che sono cresciutella per queste cose gli ficco un omogeneizzato Plasmon in gola. Saluti e baci particolari a:

 

Rosielle: Sto scrivendo proprio di Balthus che da mero uovo si sta trasformando in un protagonista di tutto rispetto…mi sto divertendo come una pazza! Grazie per gli stimoli che le vostre recensioni bellissime mi danno sempre, spero di non deludervi mai!

Virgi: Mmmm.Un bacio per la vigilia di Natale di sicuro no, per capodanno…sarebbe davvero così scontato? Guarda, me ne sbatto: tanto, ormai ho scritto tanti di quei clichè che la mia fic sembra quasi un manuale di tutto quello che NON si dovrebbe scrivere! Vada per il bacio di Capodanno, udite udite!!!! Grazie per lo spunto, un bacione!

Charlotte Doyle: Amore!! Sugli aggiornamenti posso dirti che io scrivo in modo molto discontinuo: adesso vado come un treno, tra un po’ magari mi pianto e per un mese non scrivo niente…chissà! Quasi quasi prendo spunto dal tuo suggerimento e faccio nascere il draghetto proprio a Natale…Ma sì! Effettivamente, Alfonso e Sonja non mi piacciono, ma non importa perché sono solo figure di contorno. E il nonno, ti è piaciuto? Grazie ancora per i complimenti, sempre immeritati e sempre graditi!

Shaka: I complimenti fanno sempre piacere, non c’è dubbio! Soprattutto quel commento "se tuta la gente fosse così…". Sai, certe volte basta "essere" delle persone così per contagiare le altre. Un esempio che vale per tutti: il mio salumiere. Brutto da fermare un orologio, sguardo feroce da azzannamento immediato se chiedevi qualcosa di diverso da un etto di prosciutto… un giorno gli ho sparato un battutone assurdo, con un sorriso da scema sulla faccia, e lui…ha risposto a tono, senza fare una piega, sempre con quella faccia da funerale!! Adesso, il nostro scambio di battute al banco salume della Coop è quasi proverbiale e alcuni di quei dialoghi sono finiti qui in questa storia. Sì, perché lui mi ritiene una "bèla spousa", cioè appetibile a livello sessuale (subito dopo di me c’è il gorilla femmina dello zoo…no, non mi sono esaltata). Grazie per gli auguri, grazie per le belle parole, grazie di tutto! Un bacione

Romina: Oh, mia Adorata, come vedi niente massaggio, niente incursioni in camera a scopo sessuale (per ora…ci sto ancora pensando), niente balli avvinghiati come piovre…sembra che codesta maldestra scrittrice abbia la mente pura e casta, ma credimi, non è così! E’ che devo decidere quale dei miei film sconci su Sasha e Costanza posso farvi "vedere": un po’ per il rating, un po’ per dovere di coerenza, sono molto indecisa. Comunque, mi sembra palese che tra Sasha e Costanza c’è qualcosa, perché ormai lo vedono tutti quelli che non hanno due copertoni da rally sugli occhi. Ormai la situazione è satura, e prima o poi scoppierà…spero davvero di non deluderti. E se quando lo scrivo te lo faccio leggere in anteprima così mi dici cosa ne pensi? Eh, che dici? Fammi sapere. Bacioni, Elfie

Maharet: Anche tu hai una capa? La mia è odiosa: io e i miei colleghi abbiamo pensato per regalo di Natale di darle tre ore di libera uscita con un senegalese superdotato. Dici che funzionerà? Il papà di Costanza doveva essere un a figura in ombra, dove rimarrà per sempre (a meno che il mio cervello bacato non partorisca qualche altra sciocchezza, da cui mi dissocio fin d’ora). Un bacione, a presto!

Minako Chan: Tendenzialmente adoro descrivere le "mise" dei miei personaggi, ma qui ho glissato per mancanza di tempo: se dovessi cacciare dentro tutte le descrizioni che mi vengono in mente, starei scrivendo Guerra e Pace! Comunque, se ti interessa, l’idea era: sottoveste nera aderente (molto stile D&G) con sopra abitino trasparente color vinaccia con gonna a campana e scollatura abissale. Contenta? Baci, Elfie

Helen Lance: Cosa vuol dire "tutti così i maschi"? Così come Sasha? Vuoi dire che lì da te sono tutti come lui? Ma dove abiti tu? Vengo subito lì a prenderne un paio da riproduzione e li porto a casa mia!!!!!

Green Apple: Anche tu leggi e/o scrivi dal lavoro? Disgraziata! Poi ci chiediamo come mai l’Italia va a rotoli…io sono mesi che lavoro e scrivo contemporaneamente, ho quasi messo su due arti supplementari come Shiva (o era Kalì?). Sono rimasta davvero lusingata dalle tue parole: quella dello "stile cinematografico" poi è stata bellissima, anche perché succede proprio così: io ho l’immagine nella testa e scrivendo faccio il reportage del film che si svolge nel mio cervelletto. Immaginati nel settore "libido" che film proietto…roba da màt!! Ti prego, ho un favore grosso da chiederti: ho bisogno di delucidazioni e consulti per fare in modo che quello che ho in mente di scrivere non stoni troppo con il sesto libro: mi puoi mandare la tua mail? La mia è "asiab96 – chiocciola – tiscali.it (la chiocciola deformava la pagina, l’ho dovuta togliere…sorry). Grazie!

Nisi Corvonero: Anche la mia nonnina si chamava Paola, anzi, come un segno del destino, il suo vero nome era Paolina (infatti, era alta 1 metro e trenta, più o meno…). Comunque, bando alle cianche e veniamo a noi: il foglio protocollo nn l’ho trovato, ma il dialetto milanese non si discosta moltissimo da quello modenese, quindi non ho faticato a tradurre. Mi merito almeno un "Oltre Ogni Previsione", prof!! Piuttosto, mi sono un po’ inceppata su quel tuo "sono una donna ecumenica" finale. Ma non avevi detto di essere atea? Tu mi perplimi di nuovo, Nisi bella! Bauscia da noi si traduce in tanti modi, il più "trattabile" è sandrone (o sandrona, se femmina o dichiaratamente gay). Anche saltafossi andrebbe bene, però quest’ultimo in genere viene utilizzato in contesti più a sfondo sessuale (e aridalli…torniamo sempre lì, cibo e sesso! Siamo più tematicamente ristrette degli uomini, almeno loro hanno anche i motori…). Ora, veniamo al pranzo di Natale. Io ho una famiglia che tra cugini, sorelle, mariti, bisnonni e panettieri siamo in una trentina. Considerando che i miei hanno un ristorante, non ti dico come si svolge il pranzo di Natale a casa dei miei genitori perché è anche troppo ovvio: mangiamo! Mangiamo così tanto che il nostro pranzo di Natale basterebbe da solo a sfamare l’Uganda per una settimana…e ci divertiamo come dei pazzi. Incredibile ma vero, io adoro la mia famiglia: alla fine facciamo la gara di barzellette e ridiamo tanto che alla fine quasi ci viene da vomitare…poi, conoscessi mia madre!! Una vera Resdora dalla battuta sempre pronta, una macchietta! Se la vena comica fosse ereditaria, saprei subito da chi l’ho presa. Non vedo l’ora che arrivi Natale, io!! E il tuo pranzo com’è…? Un bacione, sempre tua (in senso lato…) Elfie

  
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