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Autore: sammyjoe Storm    15/12/2010    5 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ti fidi di me? - Capitolo 16 (soundtrack Goo Goo Dols - Let love in)

Venerdì pomeriggio, durante l'ultimo allenamento, prima delle vacanze di Natale, riuscii a farmi male; uno strappo forse, una fitta dietro la spalla, qualcosa che mi impedì di muovere il braccio e continuare gli allenamenti.

Faceva veramente freddo e il cielo prometteva neve. Presi il borsone con la sinistra, salutai tutti e andai in camera, avevo bisogno di una doccia bollente, di un antidolorifico e forse anche di una pomata.

Certo che non me ne andava bene una, tra la consapevolezza di essermi innamorata, l'essere a conoscenza di essere soltanto un giochino preferito, il fatto di non passare con i miei genitori il Natale e il sapere, che non avrei rivisto Kyle, ci mancava solo un dannato strappo ai muscoli per concludere il tutto, in una cornice di sfiga pre-natalizia. Cos'altro poteva ancora andare storto?

Dopo tre quarti d'ora di doccia bollente, mi rivestii con un semplice paio di pantaloni della tuta e una canotta; non misi il reggiseno perché, solo infilandomi la canotta, avevo sentito una fitta terribile, presi l'antidolorifico e mi buttai sul letto ad ascoltare un po' di musica. Quella sera non sarei uscita, dovevo stare al caldo se volevo rimettermi per l'arrivo di Nikki e soprattutto se volevo andare a pattinare a Central Park.

Bussarono alla porta.

Rotolai giù dal letto e andai ad aprire. Spalancai gli occhi.

“Come mai tutti qui?” Davanti a me c'erano Alex, Mark, Steve e Simon.

“Ci fai entrare o ci tieni sulla porta?” chi altri poteva uscire con una frase del genere se non Alex? “Avanti, entrate pure”. Mi spostai, li feci entrare e chiusi la porta.

Steve, Mark e Simon si sedettero sul letto, Alex sulla sedia e io sulla scrivania.

“Che succede? Come mai qui? Cosa mi sono persa?” li guardai sospettosa

“Sappiamo che ti sei fatta male agli allenamenti” disse Mark, lo guardai, come per chiedergli come facessero a saperlo “abbiamo incontrato Amber” aggiunse.

“Niente di grave, credo di essermi semplicemente strappata i muscoli della spalla o della schiena”

“Si lo sappiamo”

“E... “ dissi, aspettandomi che qualcuno mi chiarisse il motivo, per il quale si fossero presentati tutti insieme.

“E” si alzò Steve dal letto “fammi vedere che hai combinato”, fece qualche passo e me lo ritrovai di fronte, “da che parte?”

“Destra” mi prese il gomito e iniziò a muovermi il braccio, finchè tirai un urlo.

“Cazzo Steve, se vuoi bloccarmi completamente l'uso del braccio, ci stai riuscendo” esclamai.

“Mi spiace, ma volevo vedere com'era messo. Antidolorifico due volte al giorno e pomata, dovrebbe andare a posto in due o tre giorni, credo” disse serio.

“Grazie dottore, non sapevo avessi preso una laurea in medicina” ghignai e ridemmo tutti insieme.

Parlammo del più e del meno, di cosa avremmo fatto durante i prossimi giorni di festa, dei regali che avremmo dovuto comprare e dell'arrivo della mia amica, dato che Steve aveva raccontato ai ragazzi, qualche aneddoto su Nikki.

Ogni tanto vedevo Alex che mi fissava come per dirmi qualcosa ma poi desisteva. Ad un certo punto Simon sbottò con “Sammy, ma sai che hai due tette da urlo?” Boccheggiai un attimo, questa proprio non me la sarei mai aspettata, come non mi sarei mai aspettata, un attimo dopo, che tutti si misero a fissarmi le tette. “Scusa Simon, ma te ne accorgi solamente adesso?” disse Steve, “No, però sembrano più ..più..grandi..” proferì Mark. Mancava solo Alex, il quale mi lanciò un occhiataccia. “Mark ti ci metti anche tu adesso?” risposi imbarazzata e proseguii “posso capire Simon, che è il solito allupato, Steve, bhè non che sia molto da dire, ma TU e lo indicai con un dito, mi sembravi un tipo a posto..” mi interruppe Steve, “E Alex? Anche lui si è girato. Cos'è questa discriminazione..” e arricciò le labbra in un ghigno. Stronzo.

Grazie al cielo parlò Alex. “A differenza vostra, io, so essere discreto” Poi prese la felpa che era appoggiata sullo schienale della sedia “Mettitela, gli strappi devono stare al caldo” disse con ovvietà e mentre me la passò, vidi ancora qualcosa di strano nei suoi occhi, ma era sempre troppo veloce, per capire cosa fosse. “Grazie”

“Alex sei un guastafeste, mi stavo rifacendo gli occhi” disse Simon, “Te li rifarai più tardi in discoteca” rispose secco Alex.

“Andate a ballare?” dissi subito dopo, evitando altre discussioni “Si, vuoi venire? E' venerdì e domani non ci sono le prove” disse Mark sorridendo.

“Non mi pare proprio il caso Mark, grazie lo stesso. Sarà per la prossima”.

“Allora Sammy Sammy, dopodomani arriva Nikki, pronta per fare i vostri soliti casini? Io non vedo l'ora di ridermela come un matto. E comunque hai già trovato qualcuno da presentarle o andrete a caccia come vostro solito?”

“Ho una mezza idea, ma non so che faremo, decideremo man mano. Mi raccomando, domenica si va tutti a pranzo insieme, vedete di non mancare” replicai allegramente.

“Dove andiamo a pranzo? La caffetteria è chiusa” rispose Mark.

“Che ne dici di andare tutti al Demon's Pub?” propose Alex. “Bravo, ottima idea.”

“come ci organizziamo per domenica?” chiese Steve “ Arriva con il taxi qui, quindi ci troviamo qui sotto verso mezzogiorno, che dite?”

“Ma non dovevi andare a prenderla al JFK?” disse Steve pensieroso. “All'inizio si, ma poi Nikki ha cambiato idea e ha deciso di farsi portare direttamente qui. Siamo tutti d'accordo?” chiesi e mossero le teste in cenno d'assenso. “Non vedo l'ora di conoscerla” disse Simon con l'espressione tra il sognante e l'arrapato “Non avevo dubbi Simon”. E ci mettemmo a ridere.

“Si è fatto tardi, noi andiamo a cena Sammy Sammy” disse Steve mentre gli altri si alzarono dal letto e Alex dalla sedia “Ah dimenticavo, tieni, mettitela più volte al giorno” e così dicendo Steve mi passò la pomata. Sarà un' impresa impossibile riuscire a mettersela da sola, non riuscivo nemmeno a grattarmi con il sinistro, figuriamoci a spalmare una pomata in un punto dove nemmeno ci arrivavo.
“Grazie Steve. Divertitevi anche per me stasera” sorrisi e aprii la porta “Sammy vuoi che ti spalmi la pomata prima di andare, non credo tu riesca a mettertela da sola” disse a bassa voce Steve, mentre si apprestava per uscire, sentii un flebile ringhio alle mie spalle. Era Alex.
Non feci in tempo a dire mezza sillaba perchè rispose Alex “Credo che ce la faccia benissimo da sola. Andiamo Steve è tradi”. “Sicura?” mi domandò Steve fissando Alex negli occhi. “Ehm.. si grazie, non preoccuparti, ho sviluppato ottime doti da contorsionista nell'ultimo periodo” dissi con un accenno ironico nella voce e assottigliando gli occhi mentre fissavo Alex.

“Ok, ma se hai bisogno qualcosa chiamami, dolcezza. Mi raccomando” Gli sorrisi “Sarà fatto Steve. Ancora grazie.” gli strizzai l'occhio ed uscì seguito da Alex.

Accesi l'i-Mac su un film, mi tolsi la felpa e i pantaloni, mi infilai sotto il piumotto e mi misi a guardare il film; una volta terminato accesi un po' di musica e cercai di addormentarmi, nonostante fosse relativamente presto.

Bussarono alla porta.
Sorrisi, poteva essere solo una persona. Andai ad aprire.

“Ciao Alex, come mai qui? Non dovresti essere a ballare con gli altri?” gli dissi facendolo entrare. “Mi stavo annoiando e sono andato via, come va la spalla?” rispose gentilmente.

“Se non la muovo.. come prima” e mi sedetti sul letto.

“Posso usare il bagno?” “prego” e indicai il bagno con un dito. Da quando 'posso' rientrava nei vocaboli usati da Alex?

“Forza sdraiati a pancia in giù”

“Eh?”

“Mettiti con la pancia sul materasso.. ti metto la pomata sulla spalla” disse semplicemente.

Quindi era questo il motivo per cui era tornato.

“Va bene, ma fai piano per favore e soprattutto sii delicato”

“Hey, guarda che stai parlando con un massaggiatore.”

“Un massaggiatore?”

“Certo, se non erro Johnny fa il massaggiatore oltre che il ballerino”

“Anche questo è vero, però ti sfugge un piccolo particolare..Alex.. Johnny non esiste, invece il mio strappo è reale, e ti assicuro che lo è anche il dolore”

“Dai piccoletta, non vorrai portarmi via la 'p' di pignolo..” disse sghignazzando.

“Assolutamente no, non potrei mai”

“Bene, perchè sono affezionato alle mie P.”

Me lo ritrovai a cavalcioni seduto sul mio fondo-schiena. Sentii le sue mani sui fianchi afferrare i lembi della canotta e farla scivolare verso l'alto.

“Piega il braccio sinistro”. Lo piegai e con delicatezza, lo liberò dalla canotta, poi continuò e la tolse dalla testa per poi finire, di sfilarla, facendola scivolare completamente dal braccio destro, senza farmi muovere la spalla. Decisamente delicato.

“Perchè mi hai sfilato la canotta?” dissi con ovvia curiosità.

“Perchè con la canotta avrei fatto una fatica bestiale a spalmarti la pomata, non credi?”

Effettivamente non aveva tutti i torti. Ma se prima non mi ero mai sentita in imbarazzo, nonostante avesse già visto, e più di una volta, il mio seno, adesso che mi ero resa conto di essere innamorata, mi sentivo in leggero imbarazzo.

“Hem.. si, credo di si”

“Dove trovo un elastico?”

“Eh?”

“Per i capelli, Sam”

“Qui sul mio braccio” Si mosse appena, allungandosi per prenderlo, poi mi fece una fattispecie di coda, a mezza testa, raccogliendo i capelli. Mi stupii, ma rispose prima che potessi formulare una domanda “così non si sporcano e non mi infastidiscono”

“Ah ok” risposi semplicemente.

“Rilassati Sam. Lascia il braccio destro disteso lungo il fianco, il sinistro mettilo come vuoi.” Spostai il sinistro sotto la guancia e aspettai che iniziasse. Mise la pomata sulla pelle della schiena, rabbrividii al contatto, era fredda.

Sentii la sua mano calda muoversi con dei movimenti circolari, poi aprì il palmo, e facendo una lieve pressione con il pollice, seguì i fasci muscolari; lo sentii risalire sulla spalla e massaggiare con delicatezza la clavicola per poi ridiscendere e concentrarsi sulla scapola.

“Qui sei dura”

“Lì, mi fa male”

“Ti faccio male?” chiese preoccupato

“No, se non premi no, hai un tocco delicato” lo sentii muoversi

“E non hai ancora sentito niente..” disse a bassa voce all'altezza del mio orecchio. Quel gesto e quelle parole mi fecero sussultare impercettibilmente. Riprese a massaggiare.

“Sam, la prossima volta che apri la porta, vedi di metterti qualcosa di decente addosso, soprattutto quando sai, che non sono io” aggrottai la fronte.

“A parte il fatto che tu piombi in camera mia, a tutti gli orari del giorno e della notte, ero vestita e poi non aspettavo visite.”

“Eri senza reggiseno, e l'hanno notato tutti”

“per questo mi hai passato la felpa?”

“Direi di si, non mi piace quando le persone fissano qualcosa di mio.” Possesso, ancora; quella parola, mi procurava più brividi della sua mano che mi massaggiava.

Mi mandava in confusione, come se non fossi già abbastanza confusa dopo l'altra sera.

Sentii entrambe le sue mani sulla mia schiena, si muovevano lente e delicate.

Oddio, mi stava facendo un massaggio alla schiena, con entrambe le mani! Il panico non era niente in confronto a quello che stavo provando in quel momento.

La schiena era uno tra i miei maggiori punti di debolezza, il punto nevralgico più esposto del mio piacere; speravo solo che Alex non si accorgesse di questo piccolo particolare, ma soprattutto, speravo immensamente, che non fosse così bravo come aveva detto di essere; altrimenti quel massaggio si sarebbe trasformato in una lenta e piacevole tortura.

Le sue mani scivolavano e percorrevano ogni centimetro,ogni millimetro della mia pelle; ad ogni suo tocco, le cellule sotto le sue mani si risvegliavano e prendevano vita. Iniziava a fare caldo. Sentii le sue dita percorrermi la colonna vertebrale e seguirne i profili lentamente, facendo una piccola pressione ad ogni anello della colonna; era come se disegnasse delle piccole parentesi ad ogni vertebra. Scese fino al bacino

“Sam, mi piace il tuo tatuaggio, è decisamente sexy” disse mentre faceva scivolare le dita sui contorni, sulle linee, le curve e i ghirigori del tatuaggio tribale.

“Grazie” risposi compiaciuta.

Sentivo le sue mani sfiorare, accarezzare, toccare e lambire la mia pelle, sembrava che mi stesse modellando, ero creta nelle sue mani. Ogni secondo che passavo sotto quelle mani perfette, il mio corpo reagiva, le cellule si aprivano a fiore, i vasi sanguini si dilatavano, la pelle si scaldava, ed io iniziavo ad impazzire.

Sospirai.

Alex arretrò e in un attimo dopo, sentii le sue labbra morbide sfiorarmi la base del collo per poi scendere e percorrere tutta la colonna vertebrale. Scosse elettriche si irradiarono da ogni singola vertebra e brividi di piacere mi invasero completamente. Chiusi gli occhi.

Iniziò a lasciarmi dei piccoli baci sulla spalla, per poi proseguire fino al fianco, spostarsi al centro e risalire all'altra spalla. Si umettò le labbra, perché appena riappoggiò la sua bocca alla base del collo, le sentii umide; le sue mani continuavano imperterrite ad accarezzarmi e le sue dita creavano cerchi e disegni immaginari.

Salutai la mia razionalità, il cervello, i miei no, i ma, i forse, i boh, i neuroni, e tutte le mie convinzioni, che partirono insieme per Lussurolandia, e mi abbandonai in quella valle di piacere, dove solo Alex riusciva a portarmi.

Il respiro si fece più veloce, il cuore iniziò a pompare più svelto mentre la sua lingua scivolava sulla pelle, il suo respiro mi accarezzava deliziosamente ed io, senza rendermene conto mi lasciai scappare un gemito; al quale ne seguirono altri. Ormai mi ero fottuta da sola.

Si abbassò al mio orecchio e sentii una parte del suo torace caldo a contatto con la mia schiena. Ero così presa, che non mi ero nemmeno resa conto che si fosse sfilato la camicia e il maglione. “Sam, te l'ho detto che ero bravo..” Mossi solamente la testa facendo un cenno di assenso, non volevo aprire gli occhi, non in quel momento.

Sentii le sue labbra giocare con il lobo del mio orecchio, sentii la sua lingua percorrere il collo fino all'incavo con la clavicola, dove lasciò dei piccoli morsi, per poi ritornare sulla schiena. Ansimai. Ormai ad ogni suo minimo tocco o sfioramento, corrispondeva un mio ansito. Ero completamente partita, io e il mio corpo, avevamo raggiunto tutti gli altri a Lussurolandia. Ero in completa balia del mio uragano preferito, della mia tempesta perfetta, del mio ciclone adorato, insomma del mio Alex. Non era mio, ma in quel momento lo pensai. Lo desideravo ardentemente.

“Dio Sam, ti adoro”. Voce roca, terribilmente sexy e tono molto basso, quasi soffuso. Mi mossi, non riuscivo più a stare ferma, le sensazioni che stavo provando in quel momento non me lo permettevano, mi inarcai e sfiorai con il mio fondo-schiena il bacino di Alex. Lo sentii sussultare, poi mi strinse i fianchi con impeto e si sdraiò sopra di me, tenendo il peso sulle braccia e le ginocchia. Mi parlò in un sussurro all'orecchio

“Sam.. girati ..per favore..” altri brividi.

“A..le..x, se mi giro..adesso..finisce che.. facciamo.. sesso. E..non.. voglio..” risposi sinceramente tra un respiro e l'altro.

“Non accadrà, sei infortunata e io non sono un approfittatore” disse grave e basso, “guardami, Sam”. Mi piacevano le sue frasi quasi comandate. Mi piaceva quando mi diceva di fare qualcosa e finiva la frase con Sam, proprio come quando mi disse:- Baciami, Sam – era una sensazione strana, quasi di appartenenza ed io mi sentivo sua.

Con uno sforzo tremendo, aprii gli occhi e lo guardai.

I suoi occhi blu, furono l'unica cosa che vidi, era praticamente a pochi centimetri da me. Mi persi ancora, ancora e ancora in quei magnifici occhi indefinibili, e ogni volta che lo facevo mi mancava l'aria; ma l'avrei rifatto ancora, ancora e ancora per l'infinito, tutte le volte che mi avesse chiesto di farlo.
Erano profondi, brillavano di luce propria e il colore, oddio, aveva assunto una sfumatura ancora più bella, che non avevo mai visto, ma che fotografai mentalmente per ricordarmela, fino alla fine dei miei giorni. Era il colore più bello che avessi mai visto in vita mia. Pittori, poeti, scrittori, così come Mr. Pantone, Mr. Carandache e Mr. Stabilo, non avrebbero mai potuto creare un colore indefinibile, unico e meraviglioso come quello.

Non so cosa ci vide lui nei miei, ma lo sentii solamente dire “Dio Sam, sei una favola..

Ti fidi di me?” Questa era una bella domanda, mi fidavo di lui? Dopotutto quello che era successo, i litigi, le sparate, i pensieri, le contraddizioni, le rappresaglie, il gioco perverso, i botta e risposta ma anche le risate, le gentilezze, le confessioni, le carezze, i baci, il suo abbraccio in doccia, la sua gelosia..

“Io.. credo..di.. si” risposi in un sussurro. Le sue labbra si piegarono in un sorriso sincero e nei suoi occhi riuscii a leggerci felicità.

Si tolse da sopra di me e si mise su un fianco, il gomito piegato e la sua mano gli reggeva il viso. “Girati..Sam..” fu appena un sussurro flebile, i suoi occhi sempre nei miei. Mi girai lenta non lasciando mai i suoi occhi, mi davano sicurezza, mi fidavo.

Si avvicinò con un movimento impercettibile, mi accarezzò la guancia con il dorso della sua mano e poi con il palmo, dopodiché tracciò con il dito i contorni del viso, percorse la fronte e scese sul naso, poi sulle labbra e lo fece scorrere, definendone i confini; accorciò la brave distanza tra i nostri due volti e ripetè lo stesso percorso del dito, con le labbra. Era dolce, incredibilmente dolce. Chiusi gli occhi ancora.

Si fermò sulle mie labbra, esitò qualche istante, poi iniziò a baciarmi con gentilezza, con delicatezza, dolcemente; schiusi le labbra e lo lasciai fare, mi abbandonai a quel meraviglioso bacio. Non c'era urgenza, prepotenza, passione; solo morbidezza, gentilezza e infinita dolcezza.

Era lento nei movimenti e delicato come un soffio.

Mi stavo sciogliendo come neve al sole, come un cubetto di ghiaccio in una bibita, come il burro in un pentolino.. Era una sensazione che non avevo mai provato, il mio cuore, smise di battere e iniziò a volteggiare in infinite capriole, il mio stomaco si riempì di farfalle colorate e il mio corpo fremette. Innamorata? No, ero innamorata persa, ormai senza ritorno; mi aveva investito un treno in pieno? No, mi aveva colpito un aereo in fase di salita. Avevo superato il punto di non ritorno, l'amore mi aveva abbracciato e avvolto nella sua coperta di sentimenti e di emozioni.

“Sam..” grave, roco.

“Mmmm” mugolai appena. Mi baciò con passione, con impeto, con trasporto, ricambiai mentre vagavo nelle emozioni che mi trasmetteva, nell'eccitazione che mi stava facendo provare. Sentii la sua mano percorrermi un fianco e risalire fino a sfiorarmi un seno, accarezzami l'altro e scendere sulla pancia, tracciando disegni inesistenti. Si allontanò dalle mie labbra, ne volevo ancora, scendendo a baciarmi, lambirmi, mordicchiarmi il collo; gemetti, scese ancora fino ad arrivare a baciarmi il seno.

Mi strinse a se. Sentii la sua intimità, decisamente gonfia, premere conto la mia coscia.

“Sam...” disse mentre baciava e mordicchiava la pancia, la sua mano aveva lasciato la stretta sul seno per permettere alle sue dita di ghiocherellarci.

La sua mano lasciò il seno e scese, facendo una lieve formichina sul fianco, all'esterno del bacino e scivolando andò sulla coscia, la accarezzò delicatamente fino al ginocchio, poi tornò indietro, solleticandomi e facendomi scappare un gemito, quando accarezzò la parte interna; arrivò all'inguine e percepii le sue dita muoversi silenziosamente sopra la stoffa della coulotte.

Mi irrigidii. Sentii Alex alzare il viso e riportarlo sul mio, l'i-pod suonava 3am in versione acustica e io non osai aprire gli occhi. Poteva essere un sogno? Se li avrei aperti sarebbe scomparso tutto? Non li aprii. Era troppo bello.

“Sam.. guardami”. Lo disse con quella voce sexy, roca, bassa, quella voce che alle mie orecchie suonava come una melodia, una musica unica. Mi sforzai, nonostante le palpebre fossero pesanti, li aprii lentamente, svogliatamente.

Di nuovo mi persi nei suoi, verde nel blu.

Fidati di me ” e mi baciò, ancora e ancora. Il suo respiro era affannoso. Poi tra un bacio e l'altro lo sentii parlare sibilando “Sam..non...faremo...sesso...te lo prometto...ma....lasciati ..andare....fidati di me..” poi scese ancora sul collo, sentivo le mie labbra pulsare, baciava da Dio. Le sue carezze si fecero molto più audaci, così come i suoi baci, mi stava letteralmente mandando su un altro pianeta.

Scese con la sua mano sulla mia intimità, lo sentii parlare sulla mia pelle “fidati di me”.

Mi fidavo di lui, avevo deciso di fidarmi. Fu questione di attimi, solamente attimi.

Sprofondai nella valle del piacere. Alternavo gemiti e ansiti senza nemmeno rendermene conto, sentivo le sue labbra spostarsi da un seno all'altro, portai la mia mano sinistra tra i suoi capelli e la strinsi a pugno, lo sentii gemere e stringersi al mio corpo.

Alzai lievemente la testa cercando la sua bocca, la trovai, la premetti contro la mia; ci baciammo con passione, desidero e consapevolezza, le nostre lingue si rincorsero ancora e ancora; un turbine di emozioni e sensazioni incredibili mi invasero insieme al calore e alle scariche elettriche che Alex mi stava provocando. Respiravo affannosamente, mugolavo, ansimavo e avevo iniziato a inarcare la schiena; le sue dita si muovevano sensuali, sapevano cosa e dove toccare, era abile, preciso e mi stava letteralmente facendo impazzire. Lo sentii mugolare, quando, con la coscia, gli sfiorai la sua intimità, rinchiusa nei jeans, che ormai erano diventati decisamente troppo stretti. Il calore mi invase, sentivo le scariche di adrenalina scorrermi sotto la pelle, le cellule aprirsi sotto i suoi tocchi, come se fossero fiori al sole.

“A..le..x” gemetti.

“Guardami..Sam..” non riuscii ad aprire gli occhi. Ero in preda alle emozioni, ero schiacciata dalle sensazioni, non riuscivo a muovermi e sentivo le palpebre sigillate.

“Voglio guardarti Sam, apri gli occhi..per favore..” disse roco e ansante sulle mie labbra.

Provai ad aprirli, niente e erano troppo pesanti, troppo persi nel piacere. Riprovai, ci riuscii appena, li sentivo gonfi, come dopo un pianto, aperti di poco, forse appena più di due fessure. Avrò avuto la pupilla completamente dilatata perché lo vedevo leggermente sfocato e soprattutto, con quella cascata impetuosa di emozioni, saranno stati lucidi, languidi, sciolti. Lo vidi sorridere, con un vero sorriso, non il solito ghigno, un sorriso di quelli veri, sinceri, belli, dolci e questo fu l'apice. Mi persi sotto il suo tocco, annegai, fui travolta da un uragano, pronunciai il suo nome, Alex, e ansimai.

“Sam, sei..sei.. stupenda”. Sentii quelle parole in lontananza, i miei sensi erano nella più completa estasi insieme a me, al mio corpo e a tutto quello che faceva parte di me, ero a metà strada tra Lussurolandia e il paradiso.

Non so quanto tempo passò, quanto tempo ci misi a regolarizzare il mio respiro e a ritornare sulla terra, in quella camera, in quel letto, vicino a lui. So che quando mi ripresi, era li vicino a me, sotto le coperte e mi stringeva a se, non mi ero nemmeno accorta di essermi accoccolata a lui, con la testa sulla sua spalla. Lo abbracciavo e lui abbracciava me, mi diede un bacio sulla fronte, mi rannicchiai il più possibile a lui, come fa una bambina con il suo peluche.

Avevo bisogno di lui, della sua vicinanza, lo volevo. E lui, alla fine era tutto quello che più volevo, che desideravo, che amavo.

Non sapevo cosa dire, ero decisamente imbarazzata, c'era silenzio, si sentiva solo l'i-pod che trasmetteva le ultime canzoni della mia playlist.

“Alex” lo chiamai con voce debole

“dimmi piccoletta” rispose a bassa voce, dolcemente

“Resta a dormire qui, è tardi”

“sicura?”

“si, per favore”

“speravo me lo chiedessi”.

Rimanemmo in silenzio e in quella posizione per qualche minuto. Poi si mosse.

“Sam, fammi togliere questi maledetti jeans, mi stanno uccidendo”. Sorrisi tra me e me della sua affermazione e mi spostai leggermente. Scivolò fuori da sotto il piumone, si alzò e si slacciò i jeans. Potevo vedere i muscoli della sua schiena guizzare ad ogni movimento, i muscoli delineati sulle braccia piegate, distendersi mentre si abbassava per sfilarsi i jeans; la luce della abat-jour lo illuminava flebilmente, vidi i suoi capelli decisamente scompigliati e vidi il suo fondo-schiena perfetto fare capolino nei suoi boxer neri aderenti, ma fu solo per un attimo, perché si avviò verso il bagno.

Sospirai. Mi girai sul fianco sinistro e mi raggomitolai. Ci mise un po' ad arrivare, poi si infilò sotto il piumone, si avvicinò a me e mi strinse a lui. Sentivo il suo petto contro la mia schiena “ Sam, tu mi farai impazzire veramente” sentivo le sue parole sussurrate tra i miei capelli “Alex ..io..” “Shh..dormi piccola mia.” Lo sentii inspirare e poi mi lasciò un bacio sulla testa, mi strinse a se maggiormente e poi espirò.

“Buonanotte Sam”

“'Notte Alex”

Mi sentivo bene tra le sue braccia, mi sentivo protetta e felice, non provavo imbarazzo per quanto accaduto poco prima, mi sentivo me stessa, semplicemente me stessa, serena e innamorata. E tra quelle braccia piene di calore e di tenerezza mi abbandonai a Morfeo.

Quando aprii gli occhi, quella mattina, mi girai verso la parte del letto, dove aveva dormito Alex. Era vuota.

Lui non c'era, ma a differenza dell'altra volta, non c'era alcun biglietto. Sospirai.

Mi guardai in giro, non c'erano nemmeno i suoi vestiti, mi girai a guardare la sveglia, erano le 9.30. Sospirai ancora.

Non avevo nulla da fare quella mattina, Freeman, la Meyer e Jackson erano al consiglio d'istituto, quindi niente prove. Mi girai su un lato e, nonostante la delusione pesasse copra di me, come un macigno, tentai di riaddormentarmi.

Sentii la porta chiudersi. Com'era possibile, c'ero solo io nella mia stanza. Mi alzai a sedere di scatto.

“Buongiorno piccoletta, colazione a domicilio” disse sorridendo.

Lo guardai sbalordita, il cuore fece un paio di giravolte.

“Tu non c'eri poco fa” dissi con ovvietà.

“Forse perchè sono andato a prendere la colazione” disse ironico “ah, ho preso le tue chiavi”. Ecco come aveva fatto. “Forza lumaca, sbrigati” Lumaca? Lumaca a me? Oddio, e adesso perché mi chiamava lumaca? Non sarà per.. scossi la testa e gli risposi “Lumaca? Io non sono una lumaca”

“Ma se ci metti le ore a svegliarti e di prima mattina sei lenta come una lumaca” Sorrisi.

“Non è vero, comunque grazie per la colazione. Sei stato carino”

“Io non sono carino” rispose “Io sono bello, attraente, fico, sexy..”

“e come al solito, egocentrico, narcisista, arrogante e chi più ne ha più ne metta ,ma non importa, ho una fame boia stamane, quindi grazie” e così dicendo sgattaiolai fuori dalle coperte. Alex ammiccò e mi venne vicino, mi mise le braccia intorno alla vita e disse “Credo che la colazione possa aspettare” e ammiccò. E adesso cosa gli prendeva?

“Alex, ho fame, tu no? ”

“Oh si, decisamente, ma un altro tipo di fame” disse maliziosamente.

“Io no, quindi, scansati”

“Tu mi continui a tentare”

“ma se mi sono appena alzata dal letto” esclamai.

“Appunto”. Posai una mano sulla sua fronte, magari aveva la febbre

“Che fai?”

“Sento se scotti, stai delirando” sorrisi. Lui ridacchiò.

“Sam, sei incredibile..non ho la febbre, ma vado in delirio alla vista delle tue tette” sorrise.

Mi guardai, mi svincolai dall'abbraccio in un nanosecondo, corsi all'armadio prendendo qualcosa a caso e mi infilai in bagno. “Alex sei sempre il solito porco” urlai dal bagno.

Lo sentii ridere “Sei arrossita..e hai fatto una faccia buffissima”.

Cazzo, ero persa nei meandri dei miei pensieri, che non ho fatto nemmeno caso, dopo averlo visto entrare, a come ero andata a dormire. Alex mi aveva fatto partire completamente il cervello, la sua sola vista mi rendeva una rincretinita di primo appello.

Mi diedi una sciacquata veloce, mi vestii e lo raggiunsi in camera. Era seduto sulla sedia del tavolino, stava sorseggiando il suo cappuccino. Mi sedetti sull'altra sedia e iniziai a fare colazione, fissandolo,ogni tanto, con la coda dell'occhio. Sembrava tranquillo, felice e rilassato; non era in posizione rigida, aveva gli angoli delle labbra piegate in un lieve sorriso e i movimenti erano leggeri.

“Che ne dici se questa mattina ripassiamo un po' di dialoghi?”

“Perchè no? ma.. aspetta.. in che senso dialoghi? Non vorrai mica riprendere la scena del..”

“Bacio?” rise “E poi dici a me, io ho detto dialoghi, e tu hai pensato ai baci.. e poi non dirmi che il porco malizioso sarei io..” disse con il ghigno stampato sulle labbra.

“Non dare la colpa me se per una volta in vita tua, non parli con doppisensi, sono andata sull'ovvietà in base ai tuoi comportamenti”

“strano, pensavo ti basassi sui fatti, perché se non te lo ricordi stanotte...” e sogghignò

Agitai la mano destra “Ok, ci siamo capiti, non c'è bisogno che dica altro” avvampai, ripensando alla notte appena passata.

“Se hai finito, sparecchio e proviamo subito; così eviti di dire che oltre a una lumaca, sono una scansafatiche”. Si alzò dalla sedia, buttai dentro il cestino i tovaglioli, i sacchetti e i bicchieri vuoti. Quando mi girai lo vidi che si stava slacciando li primi bottoni della camicia.

Avrei voluto essere, in quel momento uno di quei bottoni, li sfiorava, poi con delicatezza ne prendeva uno e lo sfilava dall'occhiello. Emanava gentilezza, dolcezza, attenzione e allo stesso tempo, con i suoi semplici movimenti, esprimeva sensualità. Ma che c'era dentro il mio cappuccino? Caspita mi ero svegliata da poco e già mi perdevo nei gesti di Alex, anche quelli più insulsi, come slacciare i primi bottoni della camicia oppure sorseggiare il cappuccio. Si, avrei voluto essere anche quel bicchiere di carta, che sfiorava e si appoggiava alle sue labbra. Rincretinita? Di più, rincitrullita? Anche.

Mi avvicinai a lui con un passo “perchè togli la camicia?” Si fermò con le braccia a mezz'aria e mi guardò, poi con il suo bel ghigno rispose “Primo, qui fa un caldo bestiale, secondo la camicia è pulita, e non mi va di sporcarla mettendoti la pomata e terzo se dobbiamo provare, voglio farlo liberamente”

“Lascia faccio io” e così facendo iniziai a slacciargli gli altri bottoni, mi fissò

“Cosa c'è?”

“Niente, ti osservo” dopo qualche istante finii di slacciare tutti i bottoni. “Fatto” dissi.

“Se vuoi puoi slacciarmi anche i jeans.. sei brava” sogghignò, io sospirai.

“Alex, non tirare troppo la corda. Adesso fai quello che devi, io prendo il copione”. Sorrise.

Presi il copione, lo appoggiai sulla scrivania, “Sam” mi girai “vieni qui” e picchiettò la mano sul letto. Aveva in mano la pomata.

“Alex, se vengo li, mi prometti che mi metti solamente la pomata, senza massaggi vari, senza grattini e formichina?” Rise cristallino.

“Prometto, anche se non capisco questa tua richiesta, stanotte, se non erro, ti sono decisamente piaciuti i miei massaggi” ammiccò “ per non parlare della formichina e...” arrossii violentemente “Alex smettila” sbottai. “.. i grattini” scoppiò a ridere.

Provammo le battute e iniziammo a ridere come due idioti, trovava doppi sensi in tutto e commentava la scena, a modo suo, facendomi ridere come una cretina.

Gli tirai un buffetto sul braccio “smettila di fare il cretino, vai avanti” gli dissi.

“Baciami”

“Scordatelo, andiamo avanti”

“Sam, è scritto nel copione, guarda qui” e così dicendo mi indicò il copione.

Potevo tirarmi indietro? Certamente no, avrei fatto la figura della stupida, dopo tutto quello che era successo, ma baciarlo avrebbe significato cedere alla tentazione morbosa di stringerlo, passargli le mani nei capelli e approfondire per tempo indefinito quel contatto. Non avrei mai fatto la figura dell'assatanata, così optai per un contatto leggero e veloce. Via il dente via il dolore.

“Ok” mi misi in ginocchio e mi protesi verso di lui, gli diedi un bacio a stampo e mi risedetti sul tappeto. Mi guardò incredulo poi parlò “Cos'era quello?”

“Un bacio a stampo” ghignai innocentemente.

“Sam, smettila di fare la bambina” esordì puntandomi l'indice e muovendolo a rimprovero. Scoppiai a ridergli in faccia, era buffissimo con quell'espressione tra il seccato e il dispiaciuto. Si avvicinò con uno scatto e iniziò a tempestarmi di solletico. Mi contorcevo, ridevo a più non posso. Bussarono alla porta. Si fermò di scatto e ci guardammo interrogativi, poi si scostò da me “sarà un amichetto, il cetriolo o il tuo ex? Apriamo le scommesse?” “Idiota” mi alzai e aprii la porta appena.

“Che succede qui dentro? Non ti stai divertendo troppo?”

“Amber, non rompere. Cosa vuoi?”

“Avvisarti che a pranzo domani veniamo anche io e Jesse. A proposito hai visto Alex?”

“Alex?”

“Si, Smith? Hai presente quel gran figo moro con gli occhi blu, con un corpo da urlo e che è in classe con noi?”

“Certo Amber, non sono così imbecille”

“Qualcuno mi cerca?” disse comparendo dietro di me sulla porta e aprendola maggiormente. “C..Che.. ci fa Alex qui? E per di più mezzo nudo?” domandò Amber.

Mi girai a guardarlo. Quello stupido idiota si era tolto la maglietta a maniche corte ed era rimasto a petto nudo, non appena aveva sentito la voce della Miller. Lo incenerii con lo sguardo.

“Amber, se hai bisogno di me, parla, perché come puoi vedere eravamo intenti a fare altro e se non ti dispiace vorremmo finire quello che abbiamo iniziato” Oh cazzo.

La Miller mi incenerì con lo sguardo, non uno di quelli che ti lascia piccoli pezzi di cenere, ma uno di quelli che ti disintegrano in piccolissime particelle di polvere.

“Ci vediamo domani” e così dicendo si girò e se ne andò. Chiusi la porta e mi voltai di scatto verso Alex. “Sei uno stupido idiota.” Le mie parole non gli fecero né caldo né freddo, continuava a sogghignare imperterrito, andai verso il letto e mi ci buttai di schiena con le braccia spalancate. Sbuffai. La Miller puntava ad Alex e quella sua occhiata poteva presagire solamente guai in vista.

Alex salì sul letto e si mise a cavalcioni sopra di me

“Alex che fai?”

“Sam, riprendo da dove la Miller ci ha interrotto”

“No, ti prego il solletico, no” implorai.

“Oh, ma io non mi riferivo al solletico..” e così dicendo si avvicinò pericolosamente alle mie labbra “riprendo da quella schifezza di bacio che mi hai dato” e ammiccò.

Potevo sottrarmi ad un bacio di Alex? Potevo pensare, anche per un solo istante, di defilarmi da quella posizione? No. Non l'avrei fatto. Appoggiò le sue labbra sulle mie, delicatamente, dolcemente; dischiusi le mie e con movimenti lenti e delicati, iniziammo ad approfondire il bacio. Quei tocchi lievi, morbidi e gentili, ben presto si trasformarono in qualcosa di più forte, più passionale e più elettrico. Gli misi le braccia intorno al collo e iniziai a far scorrere le dita tra i suoi capelli corvini. Le nostre lingue si scontravano per poi abbracciarsi, le nostre labbra si fondevano le une alle altre e i nostri respiri iniziarono a farsi più veloci. I suoi baci, erano qualcosa di trascendentale, qualcosa che ti portava lentamente in un universo parallelo, erano come la nutella, irresistibili.

I suoi baci erano così coinvolgenti, che mi facevano perdere la cognizione del tempo, mi travolgevano come una bufera, mi perdevo, mi scioglievo sulle sue labbra.

Sentivo le labbra pulsare, sentivo i battiti del mio cuore accelerato rimbombare dentro le mie labbra, come un tamburo, come la grancassa di una batteria.

Bussarono alla porta. Alex si alzò e mi guardò negli occhi; i suoi occhi dal blu indefinibile, erano languidi e profondi; assunse un aria scocciata “ E adesso chi è che rompe?”

“Hem...” deglutii e ripresi “ non saprei, ma se ti alzi, vado ad aprire” dissi con voce bassa e roca. Adesso chi diavolo era? Chi aveva osato interrompere quel bacio stupendo? Non aspettavo nessuno, ma chiunque fosse, non l'avrebbe passata liscia. Alex si scansò e si alzò in piedi, io feci uno scatto e quasi caddi dal letto; lo sentii ghignare, lo fulminai ed andai verso la porta; la aprii appena, giusto per sbirciare.

Oh Cazzo. Non potevo credere ai miei occhi. Mi voltai fissando Alex con il panico negli occhi, ma credo che tutta la mia faccia esprimesse panico, perchè il suo volto si irrigidì.

Mi rigirai, dando le spalle ad Alex, verso la porta.

“Ma..Ma..”

Cazzo, stavo balbettando.

Note dell'autrice:

Non credo ci sia molto da aggiungere questa volta ;) e non intendo fare i disegnini della nottata che Sam ha passato con Alex.. muhahahahah.. Ogni tanto la mia bastardaggine ritorna :P

IMPORTANTE: Lo scorso capitolo, è stato il capitolo più recensito di questa storia. Io, Alex e Sam, Vi ringraziamo tantissimo e Vi abbracciamo con affetto sincero.

Per chi di voi non avesse facebook e non mi avesse richiesto l'amicizia, vi linko qualche immagine, di quello che a breve diventerà, l'album fotografico di questa storia;

Stephen:

Jesse:

Alex:

L'auto di Alex:

L'immagine di Alex, è stata appositamente scelta, dopo intere nottate su google, in modo che non si vedesse alla perfezione il viso. Non ho trovato nessuno che corrispondesse a quanto avevo in mente(per il momento, ma so che lo troverò..), ma ho trovato delle immagini di un ragazzo, che potrebbe “approssimativamente” raffigurarlo quasi dignitosamente.. Che dite le posto o preferite immaginarvelo voi? Manca Sam, lo so..la sto cercando :)

E ora, via con lo spoiler del prossimo capitolo:

-----------------------------------Spoiler-----------------------------

Mi mise la sua sciarpa sugli occhi e la fissò dietro la testa “Alex, che cavolo fai?”
Te l'ho detto è una sorpresa. Adesso seguimi” e così dicendo, mi mise un braccio intorno alle spalle; camminai al suo fianco, mentre mi emozionavo per il suo abbraccio. Camminammo per un po', ogni tanto cambiava direzione, sentivo le persone parlare, i bambini ridere e delle musiche natalizie suonare.
Ecco siamo arrivati, apri gli occhi solo quando te lo dico io, e NON sbirciare” disse portandosi alle mie spalle, sciolse il nodo della sciarpa, si spostò alla mia sinistra e disse gaio “Adesso puoi aprirli”

------Fine Spoiler----

Risposte alle recensioni.

Elienne: Spero tu abbia risolto tutti i problemi tecnologici e informatici, perchè mi stai mancando un po' troppo..bellerrima mia ;) Come al solito, la tua recensione è fenomenale! Muhahahah, la “Valchiria è la Valvhiria” mai sottovalutarla, e nemmeno la mente che l'ha partorita..se non vi “gabbo” non c'è gusto..sarebbe troppo semplice e noioso ;)Uno dei prossimi capitoli, ti farà ridere tantissimo, e le P aumenteranno XD Sei un mito di girl-power (a parte la tecnologia, ovviamente.. ;)..) Sei resuscitata dalle guerre austro-ungariche, oppure i diecimila omini di Carlo d'Asburgo, si sono uniti ai mille di Garibaldi, e si sono messi a ballare la macarena, in piazza cinque giornate?? XD A parte le cavolate, mi raccomando, fammi sapere appena sei raggiungibile. Bacione.

Il phard di biancaneve: Ciao cara, si si, hai pienamente ragione, Sam è decisamente gelosa delle oche, che continuano a starnazzare intorno ad Alex;e lui, di certo non è da meno, vedi i nomignoli che spara, agli amichetti di Sam. Sono veramente incredibili e a volte stupidi, ma adoro il loro modo di porsi, l'uno nei confronti dell'altro ;) A presto :)

Princesa 18: Ciao bella, come minimo te lo dovevo il fatto, di lasciare il rating arancione. Se non erro sei un appassionata, come me, di Marmelade Boy (piccoli problemi di cuore), se ti va, puoi leggere la ff che sto scrivendo su PpdC, s'intitola “Another Story Marmelade”, la trovi sul mio profilo. Adesso che ho finito con la pubblicità XD, torniamo a noi..Dunque.. anche tu sei rimasta fregata, pensavi fosse Kyle..e invece no, è Nikki. Ma non disperare, prima o poi, comparirà anche lui.. Ma non dirò MAI, nemmeno sotto tortura, tra quando arriverà..ma ti assicuro, che appena farà il suo ingresso..ne succederanno di cotte e di crude. W i colpi di scena!! Kiss

fedoliin: Benvenutaaaaaaaaa!! Che bello, che bello!! Non farci caso, con il freddo che fa, il mio cervello si sta atrofizzando un pochetto.. Innanzitutto, piacere di fare la tua conoscenza e grazie per aver recensito. Sam è consapevole di tutto quello che le accade intorno, è una pazza, un po' masochista, ma molto, molto realista e sincera. Mi fa enormemente piacere, che sia riuscita a far capire bene, la sua consapevolezza,e soprattutto che ti sia arrivato chiaro il messaggio. Mi gongolo! ;) un beso.

Day_Dreamer: Muhahahahaha, quando ho letto l'inizio della tua recensione, sono scoppiata a ridere e mi sono quasi ribaltata dalla sedia. Suvvia, non è colpa tua (aglio per cipolla, mi è piaciuto un sacco) è anche colpa mia, che sono un po' bastardella e ammetto, qui lo dico e qui lo nego, che gli spoiler hanno dei doppi sensi. Ma va tutto in base a quello che ci immaginiamo e alle aspettative che ci facciamo sulla storia ;) L'importante è che il capitolo ti sia piaciuto e che ti sia passata l'arrabbiatura iniziale.. Wow! Mi ha fatto molto piacere quello che hai scritto. Come promesso, eccoti, un altro capitolo.. credo di aver battuto il mio record di pubblicazione, con questi ultimi capitoli.. gongola, gongola.. io aspetto il tuo :) A presto. Baci

rodney: Ciao Simo! Adoro gli suardi beoti..muhahahah.. mi sa che ti sto portando lentamente ad odiare Alex..o è una mia impressione? No, no, anch'io digrigno, anzi a volte, mi mordo il labbro! Il prostituto?? Ti piace proprio questa idea..muhahahah, tra pochi capitoli (credo due, ti svelerò l'arcano). Mi chiedi a quale gioco, gioca (scusa il delirio di parole) Alex? Non gioca a niente, è semplicemente se stesso. Ti ricordi cos'ha detto nel capitolo 9, quando parla di se stesso? Adesso, aggiungi i suoi comportamenti e ottieni, più o meno la risposta.. se te la dico, non c'è più gusto ;) ma dato che tu mi freghi sempre, ne sai una più del diavolo (è un complimento) arriverai di sicuro alla risposta corretta, nel caso.. lo capirai a breve. Promesso. Alex come amante? Tenerlo sempre in uno sgabuzzino ed utilizzarlo al bisogno.. un'idea allettante.. Niente monetine, il distributore automatico è gratis...WOW! Baci & abbracci ;)

Qui sotto,i ringraziamenti in ordine alfabetico per chi segue la mia storia, non importa se nelle preferite, nelle seguite o in quelle da ricordare, l'importante è che se aumentate ogni volta, significa che vi piace il mio racconto, e questo per me è molto importante. Vi sprono a lasciare ogni tanto qualche commento, mi farebbe davvero piacere e come dicevo prima, a me servono come stimoli creativi; ..poi vedete voi.. :) Grazie a tutti

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Dulcis in fundo, se qualcuno arriverà mai, a leggere fino a qui.. piccolo spazio pubblicità "ff "
Vi informo, che ho iniziato una nuova storia, sempre originale di genere romantico, se vi va di leggerla, qui il link:

Il bacio della morte

   
 
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