Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RoseScorpius    17/12/2010    38 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

12.
Auror con deformazione professionale che cercano di farti il terzo grado…

 
 

Gli Auror soffrono di una grave forma di deformazione professionale: non sono in grado di fare delle semplici, banali, noiose domande senza puntarti una bacchetta alla gola, minacciarti di farti ingoiare del Veritaserum se non dici la verità o informarti che mentire alle autorità è un reato punibile per legge. A volte prendono addirittura appunti su quello che dici, come se si trovassero in un vero tribunale. Ma, ripensandoci, quello lo fa solo mamma. E mamma prenderebbe appunti su qualsiasi cosa: dev’essere la deformazione professionale del secchione. Ma io non stavo parlando di secchioni e, per dirla tutta, nemmeno di mia madre.
A meno che non pensiate che mia madre sia incredibilmente snob e se ne vada in giro con una brillante chioma da Barbie in testa. In tal caso sì, è esattamente di lei che sto parlando.
… perché quando il tuo patrigno comincia a farti domande sulla tua vita sentimentale non è mai un buon segno…

 


***

 

La mattina dopo, alle sei e tre quarti, stavo tartassando Albus di sms, fregandomene altamente del fatto che a quell’ora tutti i comuni mortali stavano ancora dormendo. Gli studenti in vacanza in particolare.
Rose– Miseriaccia, Sev, sei il suo migliore amico! DEVE averti detto qualcosa.
Sev– Se anche fosse non vedo perché dovrebbe interessarti. u.u

Ogni tanto sentivo di odiare profondamente mio cugino: si divertiva tanto a farsi gli affari miei e di Scorpius e a spettegolare in giro, ma quando avevo bisogno di scucirgli un'informazione importante mi toccava sempre strisciargli ai piedi per ottenerla.
Rose– Non posso rischiare di imparentarmi con quell’essere.
Soprattutto, non potevo rischiare che Dominique si imparentasse con lui. Non che Domi fosse un tipo da storie serie, ma è sempre meglio preoccuparsi troppo, piuttosto che troppo poco.
Sev – Rose, siete già imparentati. I vostri genitori stanno per sposarsi.
Rose– Stanno per, Sev, stanno per. Tu sottovaluti me e il mio adorabile fratellino… ma stavamo parlando di Domi e Malfoy junior. Avanti, sputa il rospo: so che sai qualcosa.

Albus sapeva sempre anche troppo, soprattutto quando si trattava degli affari altrui.
Sev– Oh, si, in effetti parla spesso di una certa Weasley... Secondo me si è preso una bella cotta…
Ecco, lo sapevo.” Soltanto che mi sentii così dannatamente male che non riuscii nemmeno ad essere soddisfatta per averci azzeccato. Sì, male era la parola giusta per descrivere come stavo: troppi sentimenti assieme per poterli definire con un’unica parola, troppi pensieri che mi vorticavano in testa, troppe emozioni che mi aggrovigliavano le budella. Decisamente, male come descrizione andava a meraviglia
Gli piace Dominique.” Lasciai cadere il cellulare sul divano, accanto alla mia gamba destra. “Certo che gli piace Dominique. Chi non sceglierebbe Dominique?” Era lei la cugina bionda, quella con gli occhi azzurri… quella bella. Io ero solo Rose, quella che al metro e sessanta ci arrivava solo in punta di piedi, quella che prendeva Troll nei compiti in classe, quella che in una seconda di reggiseno ci avrebbe tranquillamente potuto fare un regata. Era ovvio, dannatamente ovvio, che accanto a Domi non mi avrebbe mai nemmeno guardata…
Sono un’idiota…” Un’idiota completa. Anche solo per averci pensato.
Sentii il cellulare vibrare, ma non lessi il messaggio di Al: mi limitai a schiacciare il tasto rosso con rabbia, finché lo schermo non divenne completamente nero. Allora gettai a terra il telefono, e sprofondai nel divano, sperando di venir inghiottita dai cuscini.
A quel punto dovevo essermi addormentata, perché l’attimo dopo erano le sette e mezza, e mamma mi stava scrollando una spalla. «Rose, cosa ci fai qua? »
Scossi la testa, e sprofondai il viso tra le braccia. La mano di mamma risalì dalla spalla fino alla nuca, scorrendo delicatamente tra i miei capelli. «Ti va di parlarne? » chiese, gentilmente.
«Non c’è niente di cui parlare. »grugnii.
Non mi avrebbero creduto nemmeno i gemelli Scamandro. E i gemelli Scamandro credevano a tutto, a partire dall’esistenza dei Ricciocorni Schiattosi per arrivare alla reincarnazione di Lord Voldemort nella Piovra Gigante.
Mamma mi spinse un po’, per farsi spazio sul divano. Lasciai che mi carezzasse la schiena senza oppormi: non volevo litigare, non di nuovo, non dopo che avevamo finalmente fatto pace. E poi il calore della sua mano mi rassicurava, e allontanava un po’ il freddo di quella tristezza che mi invadeva.
E poi, di colpo, senza aver pensato di farlo, mi ritrovai a parlare, a vomitare tutto quello che mi ero tenuta dentro, nascosto in un angolino del mio piccolo, stupido cuore, per troppo tempo. «Mi manca papà… »sussurrai «Non l’ho visto neanche una volta, dall’inizio dell’estate. E lui non mi ha scritto niente, neanche una stupida riga su una stupidissima pergamena… è come se non mi volesse più bene, come se non gli importasse più niente di me… »mi morsi le labbra «Se non gli scrivo io, non ci pensa neanche, a me. Si è praticamente dimenticato che esisto… »
E mentre parlavo, mentre dicevo tutte quelle cose che con Scorpius non c’entravano niente, mi resi conto che stavo dicendo la verità: se il mio unico problema fosse stato quel biondino idiota la mia vita sarebbe stata una passeggiata. Certo, una passeggiata su un sentiero sconnesso e pieno di pozzanghere, ma pur sempre una passeggiata.
«Ma non è solo questo. »aggiunsi, con la voce soffocata dai cuscini in cui nascondevo la faccia «Non è solo papà che non mi vuole bene: nessuno mi vuole bene. Draco mi odia, mi detesta, non mi vuole neanche vedere. E puoi fare finta di niente quanto vuoi, ma è vero. E poi Domi… lo sai come è fatta Domi. Mi vuole bene solo quando le gira… e poi quando ho bisogno di un’amica è sempre troppo presa dai cazzi suoi perché gliene freghi qualcosa dei miei. »
E poi, quando mi piace qualcuno, è sempre troppo impegnata a farselo, per rendersi conto che non è l’unica a cui interessa…” aggiunsi mentalmente, con amarezza.
«E come se non bastasse ci si mettono pure tutti i miei amici »continuai, incapace di fermarmi «Jason, Mort, Marshall, Hiro… sono tutti in vacanza, a divertirsi, ed evidentemente si divertono così tanto che si sono tutti scordati di scrivermi. »
Jason era in Russia, con un gruppo di amici comunisti che aveva conosciuto due estati prima, probabilmente intento a progettare una rivoluzione. Mort era a trovare i suoi zii e le piantagioni di Marijuana in Brasile. Marshall era nella tenuta della sua famiglia, a rincorrere volpi in sella ad eleganti cavalli o a fare altre cose da aristocratico. Hiro era in Giappone a uno stage di Karate…
E io ero innegabilmente, ingloriosamente, disgustosamente sola. E dovevo ancora dire a James di Kathie, tra l’altro.
Mamma sospirò, e mi scompigliò i capelli con dolcezza. «A me è appena arrivata una lettera da Harry: siamo tutti invitati alla sua festa di compleanno, alla Tana. Anche Draco e Scorpius… »ridacchiò, senza allegria «Sarà un disastro. »
Sorrisi. «Sarà la peggior festa di compleanno che si sia mai vista. »Era così che ci consolavamo io e mamma. Niente pacche comprensive sulle spalle, nessun “vedrai che si sistemerà tutto”: ci limitavamo a condividere le nostre disgrazie, quasi fosse una gara a chi era nella situazione peggiore. Diciassette anni di convivenza con Ronald Weasley dovevano averle insegnato che, per consolare un Weasley, fargli capire di essere nella sua stessa barca valeva molto più di mille parole vuote.
«Suppongo che Harry si sarebbe volentieri fatto Cruciare piuttosto che invitare Draco alla sua festa di compleanno, »osservò mamma, con una sorta di amaro divertimento «ma non voleva offendermi. »
«Immagina quanto si offenderà papà, invece. »ridacchiai.
Mi tirai a sedere e raccolsi le gambe sotto il corpo, in modo da poter vedere in faccia la mia interlocutrice. Mamma era vestita con il solito tailleur pantalone con cui si presentava a lavoro, sobrio ma elegante, ed aveva i capelli raccolti in uno chignon alto, da cui sfuggivano alcuni ciuffi che si erano ribellati al pettine. Era uguale alla donna che, quando avevo sette anni, si chinava a baciarmi sulla fronte prima di andare a lavoro mano nella mano con papà, solo che sembrava un po’ più vecchia, e molto più stanca. E una catenina d’oro, da cui pendeva una piccola D, rimarcava il fatto che non sarebbe mai più andata al Ministero tenendo per mano Ronald Weasley.
«Mamma »sussurrai, abbassando lo sguardo sulle mie unghie mangiucchiate «è… è vero che tu e Draco vi sposate? »
Per quanto potesse suonare idiota – e infatti lo era – non ne avevo mai parlato con lei. Mamma aggrottò le sopracciglia. «Chi te l’ha detto? »
«Draco. Il secondo giorno che stavamo in questa casa. »risposi.
Mamma sorrise, e scosse la testa. «Non pensiamo assolutamente di sposarci, Rose. Almeno, non subito: è troppo presto… »
Per la prima volta nella storia dell’universo l’idea che un Malfoy mi avesse presa per il culo mi fece sentire felice. «Quindi Draco voleva solo darmi fastidio? »
Mamma annuì. «Probabilmente sì. »Non sembrava indignata, ed infondo era giusto che fosse così: non poteva prendersela continuamente con me e Draco perché eravamo come cane e gatto. A un certo punto era anche giusto che lasciasse che fossimo noi ad occuparci dei nostri litigi.
Alzai lo sguardo, cercando i suoi occhi. «Se deciderete di sposarvi… me lo dirai, vero? »
«Ma certo che te lo dirò. »sorrise.
«Possibilmente un po’ prima della mattina del matrimonio. »grugnii, ripensando allo scherzetto che lei e Draco ci avevano fatto a King’s Cross.
Le sue dita sottili scivolarono sulle mie, stringendole. «Sarai la prima a saperlo, te lo prometto. »sussurrò.
Annuii, sollevata. I miei propositi di separarla da Draco non si erano minimamente affievoliti, ma era bello sapere che non mi avrebbe più tenuto nascoste quelle cose. Era bello essere tornate come prima, quasi amiche…
«Hem-hem. »due colpetti di tosse alquanto irritati ci informarono della presenza di Draco «Ho interrotto qualcosa? » chiese, senza nemmeno curarsi di sembrare dispiaciuto.
Mamma sorrise, e scosse la testa. «No, stavamo solo parlando. Se ti senti tanto escluso possiamo coinvolgerti. »scherzò.
C’erano circa tre miliardi e mezzo di cose che avrei fatto più volentieri che coinvolgere Draco nell’unica conversazione civile che avevo con mia madre da settimane, ma lasciai che il suo tentativo di farci socializzare colasse a picco da solo, senza tentare di sabotarlo.
Draco storse il naso. «No, grazie. Non vorrei mai intromettermi nella vostra intimità. » calcò su quella parola con immenso fastidio, come se fosse geloso delle attenzioni che mamma mi dedicava, una volta tanto. O forse, più semplicemente, mi detestava così tanto che non sopportava di dover voler bene alle stesse persone a cui volevo bene io.
Mamma emise un sospiro rassegnato, e mi posò un veloce bacio sulla fronte, prima di andare a raggiungerlo in cucina, chiudendosi la porta alle spalle. La serratura scattò, ma la maniglia rimase abbassata quell’attimo di troppo che fece riaprire la porta di un paio di millimetri, troppo pochi perché mamma se ne accorgesse, ma abbastanza perché io potessi sentire quello che Draco le diceva.
«Vedo che tu e tua figlia adesso andate d’accordo. »osservò, freddamente.
«E, tanto per sapere »rispose mamma, altrettanto freddamente «quando hai intenzione di cominciare ad andarci d’accordo anche tu? »
Draco sbuffò, e sentii il rumore du un cucchiaino che sbatteva contro il bordo di una tazza. «Non è colpa mia se tua figlia mi odia. »
«Non si può dire che tu non le stia dando dei validi motivi per farlo, però. »replicò mamma.
Era la prima volta che mamma si metteva contro Draco per difendermi. Sentii un improvviso calore sciogliere il nodo in cui si erano ingarbugliate le mie viscere, e non potei impedirmi di sorridere sotto i baffi.
Il rumore di una tazza sbattuta con malagrazia sul tavolo manifestò tutto il disappunto di Draco.«Hai intenzione di dare la colpa a me, se non sei stata capace di educare decentemente quella selvaggia? »
«Sto solo dicendo che lei ha sedici anni, mentre tu ne hai quarantatrè. E non vedo nessuna differenza tra il tuo comportamento ed il suo. »
Il rumore di alcuni passi leggeri mi fece voltare, e mi trovai a fissare Scorpius, che aveva fatto il suo ingresso in soggiorno con addosso un paio di pantaloni beige ed una polo a maniche corte. Aveva i capelli umidi, e le lenti degli occhiali erano ricoperte di minuscoli schizzi d’acqua.
Miseriaccia, ma quello nella vita non sa fare altro che farsi la doccia?” pensai, infastidita, mentre i miei ormoni si risvegliavano, interessati ai possibili risvolti situazione.
Scorpius mi rivolse un timido sorriso. «Buongiorno. »
Lo fulminai con un’occhiataccia, mi alzai dal divano e lo superai senza degnarlo di uno sguardo, diretta alle scale. Prima di posare il piede sul primo gradino, però, mi sentii vergognosamente in colpa per il mio comportamento idiota, e mi voltai, decisa quantomeno a salutarlo civilmente. Ma quando mi trovai davanti ai suoi occhi feriti mi sentii montare dentro una tale rabbia che riuscii solo a sibilare un tutto meno che civile «Fottiti. »
E così il signorino sbavava dietro a Dominique, ma poi ci restava male se io non lo trattavo come un principino e non mi illuminavo di gioia quando si degnava di salutarmi? Ma che andasse a quel paese. Anzi, che andasse direttamente a farsi fottere. Da Dominique o da chiunque altro gli pareva.

 


***

 

Giovedì pomeriggio mamma annunciò che sarebbe andata al Ghirigoro a comprare un paio di libri, e Scorpius – neanche a dirlo – parve improvvisamente decidere che Hermione Granger era la matrigna migliore del mondo, e che doveva assolutamente accompagnarla.
Secchione.” Pensai, mentre, dalla mia postazione strategica sul divano, sbirciavo lui e mia madre che si preparavano per uscire, discorrendo amabilmente di Aritmanzia.
«Sono disgustosi, vero? »commentò Draco, sedendosi al mio fianco con una delle espressioni schifate più abusate del suo repertorio.
Gli lanciai un’occhiata sbieca. «E pensa che uno è tuo figlio, e l’altra è la tua donna. »
«E la terza sei tu. »soffiò Draco.
Stavo per rispondergli qualcosa di molto volgare, ma fui interrotta dalla voce allegra di mamma, che ci guardava con aria estremamente compiaciuta. Compiaciuta per cosa, poi? Non mi sembrava che il fatto che fossimo passati dal non rivolgerci la parola all’insultarci fosse un gran passo avanti. «Allora noi andiamo. »trillò mamma «Saremo a casa tra un’ora e mezza, massimo due. Se avete fame ci sono degli avanzi in frigo. »
«Avanzi… »grugnì Draco, storcendo il naso.
«Sono sicura che ve la passerete benissimo anche senza di noi. »concluse mamma, dando prova della sua disastrosa incapacità nella divinazione.
«Sicuro. »risposi, sarcastica. Mamma sorrise e, prima che si chiudesse la porta alle spalle, mi sembrò di vederla rivolgere uno sguardo molto significativo a Draco.
Scossi la testa e, dopo essermi appropriata del telecomando, cominciai a fare zapping svogliatamente, saltando da un cartone animato giapponese a un programma di cucina a un telegiornale dove uno scienziato stava annunciando l’imminente fine del mondo. Draco rimase seduto accanto a me per una decina di minuti, e un paio di volte mi sembrò che stesse per dirmi qualcosa, ma alla fine si limitò a grugnire tutto il suo disprezzo nei confronti di quella “scatola babbana” e se ne andò in cucina a studiare dei fascicoli di lavoro.
Tanto meglio. Sono così di buon umore, ora che suo figlio si è tolto dalle palle: non avevo assolutamente voglia di mandare tutto a quel paese per litigare con i suoi capelli ossigenati e con il suo immenso ego.” Tanto più che il modello, per una volta tanto, non stava rompendo.
Alle cinque e un quarto ero ancora nel bel mezzo del mio processo di amebizzazione davanti allo schermo della tv, e non avevo intenzione di smettere tanto presto. Non prima di essermi trasformata in un organismo unicellulare, perlomeno. Mamma e Scorpius, com’era prevedibile, non erano tornati, e non lo avrebbero fatto prima di aver saccheggiato tutti i piani del Ghirigoro: se i miei calcoli erano giusti, io e Draco avremmo dovuto arrangiarci da soli per cena. E la prospettiva non mi allettava particolarmente, considerato che Malfoy sapeva cucinare quasi peggio di me.
«Rose? »il sopraccitato consumatore di tinte per capelli color biondo platino reclamò la mia attenzione pronunciando il mio nome con voce disgustata.
«Che vuoi? »
Risposi, alzando il volume per sottolineare il fatto che, di quello che voleva, non avrebbe potuto fregarmene di meno. Ma lo sproporzionato ego di Draco, a quanto pareva, non era intenzionato a farsi maltrattare tanto facilmente: il telecomando mi schizzò via dalle dita per depositarsi tra le sue mani. «Potresti farmi il favore di spegnere quella scatola mentre ti parlo? »sbottò, irritato. Poi puntò la bacchetta verso lo schermo, e sibilò. «Silencio! »
Trovai il suo fallimentare tentativo di incantare la televisione estremamente divertente. «Scusami tanto se ritengo che i panda in via di estinzione siano più interessanti di te. »sghignazzai.
Draco mi fulminò con una delle sue occhiatacce grigio ferro meglio riuscite. «Spegni quella cosa. »ripetè «O te lo farò fare con l’Imperio. »
« È illegale. » gli ricordai «Sei un Auror: dovresti saperlo. »
Draco mi rivolse un ghigno con una percentuale di bastardaggine così alta che nemmeno la sua appartenenza alla casa di Salazar poteva giustificarlo. «Il bello del fatto che sono un Auror è che ogni tanto, se serve, posso dimenticarlo. » Strinsi le labbra per non dire nulla che potesse indurlo a dimenticare anche l’illegalità dell’Avadakedavra, e tesi la mano verso il telecomando.
«Dammelo. »sbuffai. Draco obbedì, gongolando per la sua piccola, irritante vittoria, mentre io spegnevo la televisione, ingoiando bestemmie troppo orribili perché le labbra di una ragazza potessero pronunciarle. «Allora »soggiunsi «che vuoi? »
Per colpa sua non avrei mai scoperto quanti chili pesa un panda gigante adulto: meglio per lui che avesse un buon motivo per aver interrotto il mio processo di amebizzazione. Draco mi si sedette accanto con aria perfettamente rilassata ed appellò due burrobirre dal frigo. Alzai un sopracciglio, ma lui rimase impassibile e me ne mise una in mano, stappando poi la sua con un colpo di bacchetta.
«Cin. »disse, facendo scontrare le due bottiglie.
Studiai l’etichetta della burrobirra con espressione torva, prima di decidere che se dovevo sprecare le mie occhiatacce per qualcuno, quel qualcuno era Malfoy. Forte di quella nuova convinzione lo trucidai con il migliore sguardo assassino del mio repertorio. «Cos’è, la tua nuova strategia consiste nel fare il gentile con me? »indagai.
«Se fosse così non ti avrei appena minacciata di lanciarti addosso una Maledizione Senza Perdono. »mi fece notare, prendendo alcuni sorsi misurati dalla sua bottiglia.
«E allora cosa vuoi, Malfoy? »
L’ex Mangiamorte si strinse nelle spalle. «Solo bere una burrobirra seduto sul divano di casa mia. »alzò un sopracciglio «È un reato? »
Sperai per le sue facoltà mentali che non si aspettasse davvero che gli avrei creduto. Insomma, Draco Malfoy che un bel giorno decide che ha voglia di bere una burrobirra in compagnia di una delle persone che più detesta sulla faccia della terra non è una cosa esattamente normale. Se poi vogliamo aggiungerci anche il sorrisetto misterioso, la cosa cominciava a diventare vagamente inquietante.
Rimasi ad osservarlo per un paio di secondi, mentre si dissetava. «Tu stai tramando qualcosa. »affermai alla fine, sicura.
«Brillante deduzione, Weasley. »ghignò.
«E mi stai prendendo per il culo. »aggiunsi, guardandolo con rabbia.
«Lo stesso acume della madre. »commentò, lanciandomi un’occhiatina sarcastica.
Ok, Draco Malfoy stava tramando qualcosa, e tutto ciò non mi piaceva per niente. Ancor meno mi piaceva il fatto che mi stesse deliberatamente, spudoratamente ed impunemente prendendo per il culo.
Tutta questa faccenda puzza…” mi dissi “Anche il dopobarba di Draco puzza… ma quanto cazzo se ne mette?
Stappai la mia burrobirra e bevvi un paio di sorsi, rimuginando. «O forse »ragionai «non stai tramando niente e vuoi solo prendermi per il culo facendomi credere che stai tramando qualcosa. »
O magari stava recitando tutta quella scenetta come diversivo per coprire il vero piano subdolo e malvagissimo che stava tramando. Stavamo parlando di un Malfoy, infondo: dovevo considerare tutte le possibilità.
Draco mi indirizzò un’occhiatina ironica. «L’idea che voglia solo farti delle innocue domande ti pare tanto inverosimile? »
«Sì. »tagliai corto.
Draco alzò gli occhi al cielo per un istante, prima di tornare a guardarmi con il solito sorrisetto insinuante. «E se avessi messo del Veritaserum nella tua burrobirra? »chiese.
«Ma non lo hai fatto. »Replicai. Circondai il collo della bottiglia con le labbra e bevvi un paio di sorsi a canna, con aria strafottente.
Malfoy strinse le labbra, e i suoi occhi gelidi mi misero al corrente di tutto il suo disappunto. «Non ho sprecato quella burrobirra per niente, Weasley. Quindi, che ti piaccia o no, parlerai. »
Sostenni fieramente il suo sguardo. «Non so niente dei giochini erotici che facevano mamma e papà, se è questo che vuoi sapere, ma sicuramente erano più che appaganti. »
Almeno, quelli che facevano prima che io e Hugo nascessimo dovevano esserlo stati. Poi, viste tutte le notti che papà aveva passato sul divano, dubitavo che avessero avuto occasione di ripetere molto spesso quei giochini, ma infondo ero certa che Draco non volesse scendere nei dettagli di quella faccenda.
Il biondastro in questione ovviamente non poté trattenersi dal rispondere per le rime: aveva la sua (dubbia) virilità da difendere, infondo. «Cosa ti fa credere che dovrei chiedere consigli sul sesso a una sedicenne? »sbuffò «E soprattutto cosa ti fa credere che i giochini erotici di tuo padre fossero appaganti? »
«Quando lo facevano mamma urlava così tanto che non riuscivo a dormire. »affermai. In un certo senso non stavo mentendo: quando non dormivano separati riuscivano a litigare anche mentre lo facevano. «Mentre ora l’unica cosa che mi svegli è tuo figlio con quel pianoforte del cazzo. »conclusi, rivolgendogli uno sguardo di sfida.
Draco ghignò. «Sei una pessima bugiarda, sai? »
«O forse tu sei un pessimo Legilimens. »lo provocai.
Malfoy scrollò le spalle. «Tutto è possibile. Comunque non sono qua per farti il discorso sulla cicogna, quindi proporrei di cambiare argomento di conversazione. »
Alzai un sopracciglio. « Imbarazzato, Malfoy? »
Draco arricciò il naso, guardandomi come se fossi stata una cacca di cane venuta sfortunatamente a trovarsi tra il marciapiede e la suola di una delle sue costosissime scarpe di coccodrillo. «Weasley, sei semplicemente disgustosa. »commentò «Ti consiglio di non tagliarti mai i capelli, o nessuno crederà che sei una femmina, quando dirai queste oscenità. »
«Sarebbe questo il nuovo argomento di conversazione? »chiesi. «Perché sai, allora avrei anch’io qualcosina da dire sulla tua virilità. »
I lineamenti di Malfoy si contrassero nella solita espressione di aristocratico schifo. «Volevo solo farti delle domande, Weasley. »
Mi strinsi nelle spalle. «Non hai nessuna garanzia che ti risponda, ma fa’ pure. »
Draco appoggiò la bottiglia al bracciolo del divano e controllò di avere i capelli a posto lanciando un’occhiata alla sua immagine riflessa sullo schermo nero della televisione. Poi tornò precipitosamente a voltarsi verso di me, ostentando noncuranza: probabilmente credeva che non mi fossi accorta delle sue manovre da cheerleader. «Dunque, » esordì, schiarendosi la voce «ti piace il Quidditch? »
Aggrottai le sopracciglia, perplessa: di tutte le domande che mi sarei aspettata (a partire da un imbarazzantissimo “sei attratta da mio figlio, vero?” per arrivare a un gustoso “hai visto il mio diario segreto? È molto personale, non vorrei mai che finisse nelle mani sbagliate…”) quella era precisamente l’ultima. «Ma che razza di domanda è? »esclamai «Se fossi mai entrato in camera mia sapresti che ho le pareti tappezzate dai poster dei Cannoni, e che tengo la foto della squadra di Grifondoro sul comodino! »
Draco alzò gli occhi al cielo ed emise un sospiro sconfortato. «I Cannoni di Chudley, come suo padre… »
«Sì, hai qualche problema? »ringhiai.
Lui si limitò a storcere il naso con aria schifata, e continuò con il suo interrogatorio. «Quindi giochi nella squadra di Grifondoro? »
«Si, sono il portiere. »
«Portiere, come suo padre… »
Repressi a stento l’istinto d’infilare la sua bella testolina bionda nella gabbia sporca del gufo che giaceva abbandonata accanto tavolo del soggiorno.
«Hai qualche altro interesse oltre al Quidditch? »s’informò Malfoy.
Ma si può sapere perché di colpo è così interessato alla mia vita?” mi chiesi, studiandolo con diffidenza “Forse mamma gli ha fatto il lavaggio del cervello…” Decisamente, doveva essere così. Non c’era un altro motivo plausibile per cui Draco Malfoy avrebbe potuto di colpo scoprirsi interessato a me e ai miei hobby.
A meno che non stesse tramando il suo subdolo e malvagissimo piano da Malfoy, naturalmente.
Bevvi un sorso della mia burrobirra, cominciando a chiedermi se fosse avvelenata. «Bhe, sono brava a scacchi… »risposi, soppesando ogni parola per paura di lasciarmi sfuggire qualche informazione importante che gli potesse tornare utile per il suo subdolo e malvagissimo piano.
Draco si portò le mani alle tempie, con un gesto alquanto depresso. «Come suo padre… »
Gli tirai una cuscinata in testa. «La smetti? »
Draco si affrettò a sistemarsi i capelli, che il cuscino aveva leggermente scarmigliato, e mi lanciò un’occhiataccia. «Merlino, ma ci sarà qualcosa che tu abbia preso da tua madre? »
Ci pensai su. Ero abbastanza sicura di essere una persona intelligente, ma il mio rendimento scolastico non era dalla mia parte. Però non facevo mai copiare i miei compiti a nessuno… bhe, si, perché io ero la prima a non farli. E una volta avevo rimproverato James per aver fatto uno scherzo ai Serpeverde. “Ora che ci penso mi ero arrabbiata perché non mi aveva coinvolta…
«Uhm… un cromosoma X? »azzardai alla fine. Draco sembrò parecchio sconfortato. «E poi sono alta come lei, ho gli occhi castani e quando piove i capelli mi diventano crespi! »conclusi, soddisfatta. Infondo sotto qualche aspetto le assomigliavo.
Draco parve afflosciarsi sui cuscini del divano e, con voce debole, riprese l’interrogatorio. «Cosa fai nel tempo libero? »
«Bhe, non saprei… »risposi, corrugando la fronte «Cazzeggio, suppongo. E poi, bhe, mi vedo con gli amici, faccio Karate, gioco a Quidditch, organizzo scherzi… »
Mi bloccai, mordendomi la lingua: dovevo entrare nell’ottica che, qualunque cosa dicessi in presenza di un Malfoy, avrebbe potuto ritorcermisi contro.
Draco mi lanciò uno sguardo indagatore. «Quali amici? » chiese.
Come se gliene importasse qualcosa.” Per un attimo fui tentata di dirgli che tra i miei migliori amici figuravano un comunista rivoltoso e uno spacciatore di qualsiasi cosa potesse essere spacciata, ma poi ricordai che non dovevo lasciarmi sfuggire informazioni compromettenti, e decisi di tenermi sul vago. «Dipende, conosco un sacco di gente... »
Gli occhi di Draco si assottigliarono in due fessure grigio cupo. «E che genere di scherzi organizzi? »
Questa volta decisi che lasciarmi sfuggire un’informazione compromettente era d’obbligo. Gli rivolsi un mezzo ghigno e risposi. «Bhe, una volta, al secondo anno, abbiamo fatto allagare i dormitori di Serpeverde… è stato uno spasso... »
Le narici di Malfoy si dilatarono come quelle di un Ungaro Spinato che sta per appenderti ad uno spiedo e arrostirti con una vampata di fuoco. «Siete stati puniti? »
Il mio ghigno si allargò a dismisura. «Non hanno mai scoperto i colpevoli. »
Draco fece una faccia che definire contrariata sarebbe stato come dire che i dolci animaletti di Hagrid forse erano giusto un pelo pericolosi. «Sei allergica a qualcosa? »
«I Malfoy. »dichiarai, senza esitazioni.
«Il tuo cibo preferito? »
«La Nutella. »
«Cibo che detesti? »
«I finocchi. »
«Sei omofoba? »
«No, sei solo tu che mi stai sulle palle. »
« Mossa di Karate preferita? »
«Come se tu ci capissi qualcosa. »
«Hai mai fatto a botte con qualcuno? »
«Sì, spesso. »
«Maschi o femmine? »
«Maschi, ovvio. Le femmine non fanno a botte. »
« Tu ti ritieni al di fuori del genere femminile?»
«Altre domande idiote? »
«Quando è stato il tuo primo bacio? »
«Non così idiote… »
« Allora, quando è stato? »
«Affari miei. »
«Ho capito, mai. »
«Al secondo anno. »
«Con chi? »
«Ma saranno cazzi miei?! »
«Ah, era un Tassorosso brufoloso. »
«Dominique. »
«… Sei…? »
«Era una scommessa, non sono lesbica! »
«Primo bacio con un maschio? »
«Terzo anno. Adam Corner. Avevo perso una scommessa. »
«Primo bacio non per scommessa? »
«Ma che cavolo è questo, un terzo grado? »sbottai, alzandomi dal divano «Non ho ucciso nessuno, o grande Auror! »

   
 
Leggi le 38 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RoseScorpius