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Autore: leocaccino    20/12/2010    5 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                                       - Capitolo 6: Verità -









 
Alex aveva appena chiamato Thomas. Gli aveva detto che era pronto per partire. Per andarsene dalla città. Per andare dai suoi nonni. Si era fatto la doccia per l’ultima volta in quella casa. Poi si era cambiato. Prima di uscire, aveva indossato il ciondolo che sua zia teneva per le occasioni importanti, una collana tutta in argento. Il ciondolo era una chiave di sol. Infine aveva chiuso per l’ultima volta la porta di casa alle sue spalle e aveva sceso le scale, un gradino alla volta, lentamente. Aspettò poco l’arrivo del suo insegnante privato. Una fiammante Spider rosso fuoco gli si fermò davanti. Da li uscì Thomas. Era vestito come un pinguino, come al solito. Alex trattenne un sorriso divertito. Lo scrittore gli si avvicinò e gli arruffò i capelli.
- Hai solo due valige? – chiese, indicando il borsone e la valigia.  
- Non ho molta roba mia – spiegò lui velocemente. Thomas gli sorrise come faceva spesso ultimamente.
- Forza allora – gli prese la valigia di mano – Ti aiuto a caricarle nel cofano – Alex non rispose. I suoi occhi lo guardarono dolcemente, come ringraziamento. Il ragazzo si chiese perché lo scrittore fosse così allegro. A quanto pare voleva a tutti i costi che il ragazzo uscisse dalla sua vita. Alex era forse stato un peso per lui? Mentre salivano in macchina, i pensieri investirono il ragazzino come un fiume in piena.
“ Prima di arrivare a casa dei nonni devo chiedergli spiegazioni” un dubbio lo assalì. Perché i suoi nonni avevano detto che Thomas era stato uno dei problemi per cui sua zia si era allontanata da casa? Cosa c’entrava il suo, ormai ex, insegnante privato?
- Partiamo? – la voce di Thomas lo riscosse da quei brutti pensieri. Alex annuì poco convinto e lo scrittore gli fece un sorriso, mettendo in moto l’auto. Alex non faceva altro che guardare fuori dal finestrino, preoccupato per la sua sorte. Si scervellava pensando alle parole di suo nonno.
Quando poi Thomas non girò verso la superstrada, i dubbi nella sua testa s’infittirono. Dove lo stava portando?
- Dove stiamo andando? – chiese tra il preoccupato e il curioso.
- Sarà una sorpresa – sorrise lui di rimando.
- Hai appena mancato la via che porta alla superstrada – costatò scetticamente – Non mi porti dai nonni? –
- Se te lo dico, non è più una sorpresa – gli ricordò sventolando un dito a vuoto.
- Non è giusto – incrociò le braccia e mise il broncio.
- Guarda che se fai così non m’impietosisci mica – scoppiò in una risata – Anzi ti trovo molto carino – a Thomas era solo sembrato di aver pensato quella frase. Il rossore sulle guance di Alex però lo face arrivare alla realtà dei fatti: aveva pronunciato quelle parole. Lui, un uomo, aveva appena detto “sei carino” a un altro uomo. 
- Sul serio mi trovi carino? – il ragazzo voleva capire.
- Si – ammise lui – Però io intendevo come lo direbbe un fratello maggiore al suo fratellino più piccolo – mentì e sorrise per sembrare il più credibile possibile - Era solo una costatazione –
Alex non la bevve, ma rimase in silenzio. Sapeva che quello era un sorriso finto: Thomas non sapeva proprio mentire. Sorrise tra se e se. Quando però lo scrittore accostò, incominciò a preoccuparsi. L’uomo spense la macchina e si voltò verso Alex. Estrasse un foulard nero dalla tasca della giacca.
-Mettilo sugli occhi – il ragazzino arrossì – Guarda che non ti voglio fare nulla – sorrise poi. Uno dei suoi sorrisi più belli e caldi. Ad Alex venne spontaneo fidarsi di lui dopo quel sorriso. Prese il fazzoletto e se lo legò dietro la nuca, coprendosi gli occhi.
- Quante sono? – chiese Thomas dopo avergli messo due dita davanti agli occhi.
- Non vedo nulla – ammise l’altro.
- Bene – Alex intuì che stava sorridendo – Si riparte – la macchina cominciò a muoversi nuovamente. Alex non aveva paura, era solo curioso.
- Perché questa benda all’improvviso? – chiese di getto spezzando il silenzio calato tra di loro.
- Non voglio che tu capisca dove ti sto portando – il ragazzino s’imbronciò nuovamente. Da una parte, per la frustrazione di non sapere la destinazione di quel tragitto. Dall’altra, per la speranza che Thomas ripetesse che lo trovava carino. La cosa però non successe. Lo scrittore non commentò e il viaggio continuò immerso nel puro silenzio. Quando la macchina si fermò, Alex fece per togliersi la benda ma le mani calde di Thomas lo fermarono.
- Fermo – fu l’unica, lapidaria, parola – Non sbirciare – mollò le sue mani e poi scese dalla macchina. Un venticello fresco fece rabbrividire Alex mentre la sua portiera si apriva magicamente.
- Prendi la mia mano – Alex si slacciò la cintura e strinse la mano che l’altro gli porgeva – Non toglierti la benda – Alex, una volta in piedi, fuori dalla macchina, gli strinse la mano, intrecciando le sue dita a quelle di Thomas. Arrossì subito dopo quel gesto. Quel giorno si sentiva intraprendente. Strinse più forte la presa.
- Hai paura di cadere? – chiese a quelle reazioni lo scrittore – Ci sono io qui, non ti lascio per nessun motivo – sospirò – Anzi – gli mollò la mano e lo prese in braccio, come aveva fatto due sere prima – Per farti sentire più sicuro, ti porterò in braccio –
- No, dai, è imbarazzante – provò a protestare il biondino – Fammi scendere – le sue urla si propagarono per la strada, facendo girare nella loro direzione molte persone.
- Sta zitto! – esclamò divertito l’altro. Poi cominciò ad avanzare.
- E le valige? – chiese per curiosità il ricciolo.
- Le prendo dopo – sospirò Thomas. Poi lo strinse più a se e lo trasportò fin dentro un portone. Salì lentamente le scale, su cui rischio di cadere un paio di volte. Alex non stava un secondo fermo. Era stato più semplice trasportarlo da addormentato, almeno non dava problemi. Quando arrivarono davanti alla porta di casa, lo fece scendere. - Posso togliermela adesso ? – chiese alludendo al foulard nero.
- Aspetta ancora un attimo – rispose l’altro. Alex notò che non aveva il fiatone. Magari nascondeva la stanchezza. Il rumore di una porta che si apriva sotto lo scatto della serratura, lo fece tornare alla realtà. Thomas lo spinse in avanti con le sue mani. Il suo tocco delicato e forte allo stesso tempo, lo fece rabbrividire. Era proprio un caso perso. Poi un soffio caldo gli sfiorò il collo.
- Ora puoi toglierla – la voce suadente e sensuale dello scrittore gli punzecchiò l’orecchio. Alex, con le mani, in realtà tutto il corpo, che gli tremavano, sciolse il nodo dietro la nuca e la benda nera scivolò per terra. La porta alle loro spalle si chiuse. Il ragazzo si guardò in giro: era la casa di Thomas.
- Questa… è… casa tua – Alex balbettava. Era emozionato e felice.
- Ora è anche la tua – il biondino si girò verso di lui e gli saltò al collo. Thomas ricambiò l’abbraccio sorridendo felice. Quando il ragazzo sciolse quel contatto, i loro cuori battevano a mille e Alex decise di fare una pazzia. Si avvicinò al suo viso e gli schioccò un bacio sulla guancia.
- Grazie – sussurrò poi imbarazzato dal gesto appena compiuto. Thomas lo guardò stupito ma felice. Voleva che quel ragazzo stesse bene e vivesse la vita migliore. Lui poteva dargli tutto questo e non si sarebbe tirato indietro nel farlo.
- Gira pure per casa, vai dove vuoi – sorrise, cercando di nascondere il turbamento per quel bacio inaspettato – Non so se hai fatto un giro completo della casa –
- Sì – la sua risposta pronta e sicura sorprese nuovamente lo scrittore – Me l’ha fatto fare Caterina – la sua espressione s’incupì. Quella donna gli metteva a dosso il malumore – Solo che non mi ha permesso di entrare in camera tua e in quella a fianco –
- Camera mia l’hai già vista – costatò Thomas – Vai pure a vedere l’altra, è una stanza dove tengo degli oggetti a me cari – sospirò perdendosi nei ricordi – Giocattoli, peluche, ricordi dei miei genitori – gli occhi gli luccicarono.
- Ok, vado – prima di voltarsi aggiunse – Tu, però, dove vai ?- aveva un po’ di paura di essere lasciato solo.
- Scendo a prendere le valige – gli arruffò i capelli – Faccio in un attimo – quando il ragazzo si allontanò, lui si posò una mano sulla guancia baciata da quest’ultimo. Gli sembrava di sentire ancora le labbra bollenti di Alex poggiate sulla sua pelle. Sperò solo che il biondo non avesse sentito il suo cuore fermarsi mentre gli scoccava quel baciò.               
 
Quando Thomas tornò in casa con le due valige, sentì Alex leggere un brano tratto da “Romeo e Giulietta”. Si avviò verso la biblioteca dopo aver poggiato le due valige per terra, vicino al divano. Si appoggiò alla porta a guardarlo ondeggiare, mentre le frasi che pronunciavano echeggiavano nella stanza. A Thomas sfuggì un sorriso divertito.
- Oh Romeo, Romeo – si fermò – Perché sei tu Romeo? – stava recitando benissimo. Sembrava proprio una ragazzina innamorata. L’applauso dello scrittore lo fece sobbalzare. Poi gli si avvicinò e gli chiuse il libro. Gli prese una mano, che tremava e lo tirò verso il salotto. Quando furono lì, gli indicò le valige.
- Puoi metterle nella mia stanza – sorrise – Ti lascio metà armadio libero –
- Va bene – la vicinanza e l’espressione dannatamente sexy di Thomas lo facevano avvampare – Ho fatto un giretto per la casa e ho costatato che non ci sono altre camere da letto, oltre alla tua – Thomas alzò un sopracciglio – La mia domanda è : dove dormo io? – mentre lo diceva, sperava che la risposta non fosse quella che stava pensando.
- Domani ordinerò un armadio e un letto per te – si passò una mano sul viso per la stanchezza – Chiederò al miglior falegname, voglio che sia perfetto – ad Alex brillarono gli occhi – Nel frattempo dormirai con me – il biondo avvampò.
- Con te? – chiese quasi balbettando.
- Che problema c’è? Siamo due uomini dopotutto, no? – Alex annuì rassegnato – A proposito, domani torni a scuola – lo avvisò Thomas.
- Come vuoi – sorrise di rimando Alex.
Nel pomeriggio arrivò anche Caterina, che face la falsa, come suo solito. Cerco di fingersi felice della presenza del ragazzino. Cosa che però non gli riusciva molto bene. Per il resto della serata e durante tutta la cena continuò a gettargli addosso sguardi glaciali. Alex sembrava divertito dalle sue reazioni. Sapeva che fingeva e si domandava come facesse Thomas a non accorgersene. Lei era interessata solo al denaro e al potere. Non era la compagna ideale per lo scrittore. Almeno Alex la pensava così.
“A Thomas ci vorrebbe una tipa con il mio carattere!” pensò ogni volta che guardava lo scrittore “ Anzi se fossi proprio io, sarebbe ancora meglio” sorrise tra se e se prima di accorgersi che il suo monologo interiore era degenerato “ Ma cosa vado a pensare!!! Sono un uomo dopotutto”.
Fortunatamente dopo una cena abbondante, Caterina tornò a casa sua. Prima di andarsene però, baciò Thomas proprio davanti al biondino, che abbassò lo sguardo, rassegnato. Dopo un ghigno compiaciuto li lasciò soli, seduti sul divano di pelle.
- Thomas, posso chiederti una cosa? – Alex stringeva il cuscino tra le braccia e guardava un punto fisso davanti a lui.
- Dimmi piccolino – si voltò verso di lui.
- Vorrei sapere qualcosa di te – ammise il ragazzo, incrociando il suo sguardo.
- Riguarda quello che ha detto tuo nonno quando mi ha visto al funerale? – che intuito che aveva quel tipo.
- Sì – fu la flebile risposta.
- Bene, sapevo che alla fine avrei dovuto dirtelo – sospirò e si massaggiò il setto nasale – Devi sapere che quando eravamo ragazzi, avevamo quasi la tua età, io e tua zia Nina, eravamo fidanzati – Alex sgranò gli occhi, sorpreso – Ci amavamo e ai tuoi nonni andava bene il nostro fidanzamento – il suo sguardo si corrucciò – C’era solo un problema: io ero un ragazzo di città e lei una ragazza di campagna. Avevamo abitudini diverse e uno dei due doveva adattarsi all’altro – chiuse gli occhi come se stesse ricordando qualcosa di doloroso – Fu tua zia ad adattarsi al mio stile di vita e venne a vivere con me, in questa casa. Era il periodo in cui io avevo pubblicato il mio primo romanzo e quindi ero molto occupato -  quando riaprì gli occhi erano lucidi – I tuoi nonni non mi hanno mai perdonato per averla allontanata di casa e a quanto pare, non hanno perdonato nemmeno lei –
- Poi? Come mai vi siete lasciati? – Alex era incredulo.
- Il mio lavoro era troppo ed io non volevo intoppi, anche perché ero all’inizio della mia carriera. Fu lei a lasciarmi e io abbandonai la città - sorrise amaramente – Ora tocca a te – gli prese il ciuscino dalle braccia – Come mai porti la matita intorno agli occhi? – Alex s’incupì.
- Se non ne vuoi parlare, fa lo stesso – si preoccupò l’altro.
- No, è giusto che tu sappia – la sua voce tremava – E’ la matita che utilizzava mia madre –
- Spiegati meglio – Thomas alzò un sopracciglio.
- Mia madre usava questa matita per il contorno occhi – si soffermò su ogni parola – E’ l’unico ricordo che ho di lei – allo sguardo interrogativo dello scrittore Alex aggiunse – La zia non ti ha raccontato nulla?- Thomas scosse la testa.
- Bene – sospirò il biondo – Mia madre rimase in cinta a diciotto anni e il suo fidanzato, nonché mio padre, la lasciò e scappò dalla casa che dividevano – lo scrittore annuì. Quel ragazzo aveva sofferto tanto nella vita – Dopo aver partorito me, mi crebbe da sola, senza l’aiuto di nessuno, in questa città – una lacrima gli rigò la guancia – Dopo i miei tredici anni di vita, si ammalò di leucemia e nel giro di un anno morì – le lacrime scendevano costantemente dai suoi occhi – Da allora ho vissuto con mia zia. Il resto lo sai – Thomas annuì – Quindi ogni volta che metto la matita sotto gli occhi, sento che lei è con me e che mi protegge. E poi è anche l’unica cosa che mi ha lasciato – Thomas gli si avvicinò e con il pollice destro gli asciugò le lacrime. Poi lo strinse contro il suo petto.
- Su, ora a dormire – gli prese il mento con una mano e gli baciò la fronte – Ricordati che io non vado da nessuna parte –
- Grazie per quello che stai facendo per me – sussurrò prima di correre in camera e chiudersi la porta alle spalle in preda all’imbarazzo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo concluso… Spero che come al solito vi piaccia… Scusate il ritardo per l’aggiornamento…
A presto miei cari lettori … BYE =)
 
 
 
Angolo risposte:
 
makimakismile : Grazie per aver commentato e grazie per i complimenti…
Eccoti servito il “prossimo” capitolo…
A presto …
 
YUKO CHAN Legame che cresce sempre più… e presto entrambi si accorgeranno di una cosa… ( sorpresa del prossimo capitolo XD )
Caterina non demorderà per niente… è una strega a tutti gli effetti …
Al prossimo capitolo… baci, Marco.. =)
 
Minou90 Postato il più presto che ho potuto… (dannati regali di Natale !!!)
Comunque… Caterina c’è stata poco questa volta nel capitolo… Mentre la convivenza inizia al meglio… E la eterosessualità di Thomas va a farsi benedire…  XD XD
A presto… =)
 
Haciko91 Caterina… Beh è una strega… ma mi diverto troppo a scrivere la sua parte… E’ bello calarsi nei panni del nemico di turno… Non ti preoccupare presto scomparirà XD XD 
Per quanto riguarda Thomas : E’ MIO! E non si tocca… Per crearlo mi sono ispirato ad Alex Pettyfer (http://ones2watch4.com/content/wp-content/gallery/alex-pettyfer/alex-3.jpg ---> foto) il mio attore ( e uomo dei sogni) preferito… =) =)
Ti lascio con piacere Alex… che incomincio a non sopportare più…
 
 
 DeathKid: Aspettavo la tua recensione per inserire il capitolo… Mi hai fatto aspettare XD XD ( scherzo..) Comunque… Thomas mi sa tanto che rinuncerà presto alla sua eterosessualità… XD Misteri svelati !!!! XD
 Sai a me i cambi scena piacciono spezzati, perché lasciano quel che di misterioso… Sennò è tutto troppo scontato… Scusa per l’errore di battitura sulla sfumatura del rosso ( sono andato a correggerlo)
Baci  Baci.. By Marco XD
 
federica santantonio : Grazie… ^^ Sono felice che ti sia piaciuto il chappy XD XD …. Alla prossima =) 
  

  
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