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Autore: leocaccino    25/12/2010    6 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                                         - Capitolo 8: Sbagliare -












 
Thomas quella notte non aveva dormito con Alex. Per quasi metà della notte era rimasto davanti al suo computer, a sfogare un po’ la tristezza e la frustrazione, come faceva spesso ultimamente. La seconda metà della nottata invece, la passò a pensare un piano o un semplice stratagemma per farsi perdonare da Alex. Pensò a lungo, eppure le idee a lui non erano mai mancate. Forse però era giusto che lui si allontanasse dal ragazzo. In fondo erano due uomini e lui non doveva innamorarsene. Forse però era troppo tardi. Si mise le mani tra i capelli. Quel ragazzo lo faceva impazzire. Thomas si stese sul divano e continuò a pensare.
“ E’ già strano che dormiamo insieme” si strofinò gli occhi “ Forse dovrei parlarne con lui” le palpebre stavano diventando pesanti “ Già dovrei” Morfeo fece, in fine, il suo compito e Thomas cadde tra le sue braccia.
Quando si svegliò, erano appena le sei del mattino, non aveva dormito nemmeno tre ore. Si alzò lentamente dal divano, gli girava la testa. Prima di andare in sala da pranzo passò nel bagno per rinfrescarsi. Si guardò allo specchio: il rossetto, orami sbavato dalla sua mano, era ancora lì, sulla sua guancia sinistra. Possibile che non lo avesse sentito sulla sua pelle? Possibile che non avesse visto al momento giusto che Debby portava il rossetto? No, dopotutto quando si metteva a scrivere poteva anche scoppiargli una bomba in casa, lui rimaneva concentrato su quello che doveva scrivere. Infatti, dopo quel bacio, si era subito messo a cercare le parole più romantiche che conoscesse, per esprimere i sentimenti, che lui stesso provava per Alex. In quel momento tutto era diventato insignificante, anche la macchia di rossetto. Poi dopo aver finito di scrivere la lettera, Thomas si era anche dimenticato di pulirsi la guancia: ecco com’erano andate la cosa. Forse per farsi perdonare da Alex, era meglio dirgli la verità. No, essere sinceri significava dirgli di Debby e della lettera che lui stesso gli aveva scritto. Non poteva. Non poteva dirgli che lo faceva impazzire, che lo trovava molto carino e tenero, che ogni volta che dormivano insieme lui doveva frenarsi per non stringerlo tra le sue braccia. Doveva tenere ancora per un po’ la bocca chiusa. Ancora poco. Continuò a guardarsi allo specchio mentre si aggiustava la cravatta e si riabbottonava la camicia: si era addormentato con lo smoking.
“ Ieri inoltre ha detto di essere innamorato di qualcuno” la gelosia lo catturò nuovamente “ Voglio scoprire chi è” si maledisse un milione dio volte per quello che pensava nelle ultime settimane, sembrava proprio un’adolescente. Poi, piano, entrò nella camera da letto. Alex era rannicchiato in posizione fetale, scoperto. Thomas sorrise involontariamente. Si sedette a lato del letto, vicino a lui. Le guancie del ragazzo erano piene di righe nere: probabilmente aveva pianto molto prima di addormentarsi. Lo scrittore si alzò dal letto e uscì dalla camera, non voleva disturbare il sonno di Alex.
 
Quando il ragazzino si alzò dal letto, sentiva freddo. Si alzò a sedere e notò che la coperta era ai piedi del letto, probabilmente si era scoperto durante la notte. Come succedeva spesso ultimamente, Thomas non aveva dormito con lui. Forse era tempo di rivedere le sue decisioni: infatti, quando Thomas aveva chiamato il miglior falegname della città, il ragazzo aveva espressamente chiesto che, per almeno i primi mesi, avrebbe preferito dormire con lui. Magari lo scrittore non era più tanto disposto a dividere il suo letto con un quasi estraneo, anche se i due si erano avvicinati molto in quei mesi. Con questi pensieri che gli ronzavano in testa, uscì dalla camera e andò nel bagno per darsi una rinfrescata prima di fare colazione e, probabilmente, di ascoltare la predica di Thomas per come si era comportato la sera prima, d'altronde chi poteva biasimare lo scrittore, era liberissimo di fare quello che voleva. L’unico problema era che Alex gli moriva dietro e non sopportava quando trascorreva del tempo con quell’arpia di Caterina.
Quando entrò in cucina tutto si aspettava, tranne il silenzio dello scrittore. I due si guardarono a lungo. Alex aveva stampato sul volto uno sguardo di sfida, misto a rancore e tristezza. Thomas invece emanava solo dispiacere dai suoi occhi: non ci teneva proprio a far soffrire quel ragazzino. Quando Alex si sedette, Thomas prese subito la parola.
- Scusa – la sua voce era roca. “Scusa se sto cercando di non innamorarmi di te e se provo anche un minimo di gelosia per te, scusami davvero” erano queste le parole giuste che ronzavano nella testa di Thomas.
- Non ti devi scusare – Alex non lo guardava nemmeno – Tu e Caterina siete liberi di fare tutto quello che volete, questa è casa tua – Thomas era sbalordito, non si aspettava un tale astio da parte del ragazzo.
- Io… - ancora una volta non sapeva cosa rispondere, cosa dire – Non volevo rompere la regola, ti prego non avercela con me – la voce di Thomas assomigliava sempre di più a un sussurro. Alex addentò un pezzo di pane con il burro.
- Senti Alex – fu lo scrittore a rompere il silenzio che era calato – Mi chiedevo se tu volessi uno spazio tutto tuo – si schiarì la voce, parlare della camera per Alex gli metteva un po’ tristezza, come se andasse via per sempre – Tipo una camera solo per te – deglutì sperando in una risposta negativa.
- Ci stavo pensando anch’io – la voce del ragazzo era sempre fredda – Non voglio dormire più nel letto dove tu e Caterina scopate – si alzò dalla sedia – Con permesso – fece una sorta d’inchino storpiato e uscì dalla stanza.
Thomas si passò una mano sul viso “ Adesso basta” le parole marchiate a fuoco nella sua mente, lo tartassavano. Si alzò dalla sedia di colpo e gli corse dietro. Quando lo intercetto nella biblioteca, parlò tutto di un fiato.
- Non pensavo di doverti tante spiegazioni per fare la pace – era esasperato. Alex però non lo ascoltava, anzi faceva finta di non sentire – Ho lasciato Caterina! – sbottò – Non ieri, ma due mesi fa – Alex alzò lo sguardo sorpreso – Non ti ho detto nulla perché non lo ritenevo così importante – Thomas si stava torturando le mani mentre parlava e cercava mentalmente le parole giuste per non lasciarsi troppo andare – Nel frattempo però ho visto altre donne per dimenticarmi di lei – che grossa bugia. Alex abbassò di nuovo lo sguardo.
- Se mi hai rincorso per cantarmi le lodi di Caterina, stai perdendo solo tempo – si mise in spalla la tracolla e scansò lo scrittore mentre usciva dalla stanza. Thomas non demorse e gli afferrò un braccio, facendolo girare. I loro visi erano vicinissimi, Alex arrossì violentemente, come non faceva da giorni. Il ragazzo improvvisamente, però, volto lo sguardo altrove. Thomas gli lasciò il baraccio e continuò.
- Ti ho mentito e me ne pento – gli prese il mento con le dita e portò il suo sguardo sul suo viso – Ti prego – lui non aveva mai chiesto il perdono di nessuno e ora questo ragazzino lo sconvolgeva a tal punto – Potrei anche mettermi in ginocchio, vuoi questo? – Alex non rispose, anche se mentalmente sorrideva: sarebbe stato divertente vederlo in ginocchio.
- No – un buon minuto, Alex rispose flebilmente, poi si voltò e uscì di casa, lasciando per l’ennesima volta lo scrittore interdetto. Thomas si sedette su una delle sedie della biblioteca e si prese la testa tra le mani. Come poteva fare con quel ragazzo? Aveva accettato l’idea di cambiare stanza da letto. Forse però era meglio così. Inoltre in tutto quel discorso, Thomas, non era riuscito a scoprire chi fosse la persona che Alex amava. Forse però si era già fatto un’idea.
 
Dopo la scuola Alex mangiò fuori senza nemmeno avvisare Thomas. Non sarebbe tornato a casa fino all’indomani, anche perché quella mattina, prima di uscire, era riuscito a prendere tutto quello che poteva servirgli per passare la notte da Lucas. Dopo aver pranzato con il suo migliore amico, i due si diressero al “ritrovo”, così lo aveva chiamato il moro. Durante il tragitto gli provò anche a spiegare che cos’era.
- In poche parole è un luogo, dove vanno molti nostri compagni di scuola, in cui ci si può svagare – sorrise Lucas.
- Tipo? – Alex era curioso e ne voleva sapere assolutamente di più.
- Si balla, si gioca a basket e – fece una pausa in cui Alex aspetto impaziente – si rimorchia – Lucas diede una gomitata amichevole all’amico – Magari trovi qualche bella ragazza – il ricciolo non rispose e Lucas non disse più nulla, ma rimase con il sorriso sulle labbra. Quando la strada finì, la musica arrivò ai timpani del biondino. Sembrava una canzone latino-americana mischiata all’hip-hop. Veramente bella. Ritmata al massimo da tamburi in sottofondo. Un pezzo perfetto per chi voleva ballare. Quando Alex voltò l’angolo della strada, si ritrovò in un cortile di pietra. Ogni angolo era scritto con le bombolette spray, creando un gioco di colori stupendo. In un angolo del cortile c’era una specie di campo da basket, nel quale giocavano una decina di ragazzi. Il resto era dedicato a un gruppo di ragazzi che ballavano sule note di quella canzone che martellava i timpani di tutti. La maggior parte del corpo di ballo erano ragazze, tutte molto belle, tre more e tre bionde: questo era il “ritrovo”.
- Wow – furono le uniche parole che Alex riuscì a pronunciare.
- Ti piace? – Lucas gli cinse i fianchi con le mani – Ci speravo – quando Alex lo guardò stupito, lui sciolse quel contatto – Ultimamente sei così… assente – il biondo gli sorrise.
- Mi piace molto questo posto – gli tirò un pugno delicato sulla spalla – Oggi sarà una giornata divertente – lo sguardo triste di Lucas, però lo fece pensare tutto il pomeriggio.
Al ritrovo conobbe altri ragazzi, non solo della sua scuola, molto simpatici. Fece amicizia quasi subito con tutti. C’erano alcuni che lo guardavano male, magari solo perché portava la matita sotto gli occhi. Il resto del pomeriggio lo passò seduto su una panchina a guardare la coreografia delle ballerine, che provavano sempre con la stessa canzone. Lucas invece aveva giocato almeno a una quindicina di partite a basket. Alex continuò a fissare le ballerine e in poco tempo imparò la coreografia che stavano ballando. Quando decise di sgranchirsi un po’ le gambe, una delle ragazze del corpo di ballo, che durante le prove non gli aveva levato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, lo fermò e gli porse un foglio stampato giallo.
- Che cosa sarebbe? – chiese lui.
- Un volantino – sorrise lei – Fra cinque giorni c’è una competizione con un’altra band e questo è il volantino che la promuove –
- Vi date molto da fare vedo – ad Alex era sempre piaciuta la competizione – Vi consiglio di correggere alcuni passi, altrimenti non vincerete mai – aggiunse con un pizzico di superbia.
- La coreografia è perfetta – la ragazza sembrava essersi innervosita – Chi ti credi di essere per dire una cosa del genere? –urlò poi. Sì, si era innervosita.             
- Uno che ha studiato hip-hop e che prima della morte di sua madre ha partecipato a molte gare, tutte vinte grazie alla sua bravura – il suo tono era rimasto calmo, stranamente. Forse la superbia lo calmava, ma lo rendeva antipatico.
- Mi dispiace io non… non lo sapevo – disse in un sussurro la ragazza.
- Fa niente – sorrise lui – Volete una mano? – quando la ragazza lo guardò interrogativa, aggiunse – Con la coreografia –
- Chiedo agli altri – poi lo prese per un braccio e lo portò nel gruppo di ballerini, dove venne accolto con affetto, come se lo conoscessero tutti da molto tempo – Lui è… -
- Alex – precisò lui. Lei gli sorrise.
- Ha studiato hip-hop e ha vinto delle gare – annuirono in molti, soprattutto le ragazze – E’ disposto a darci una mano per migliorare la coreografia – quest’affermazione fu accolta da un grido di gioia. La ragazza incrociò le braccia. Probabilmente era stata lei a ideare i passi.
- La coreografia è già molto buona – la ragazza si riscosse e gli sorrise – Ci vogliono solo alcuni momenti in più dedicati ai ragazzi, nella tua coreografia – si rivolse alla ragazza – I ragazzi intervengono solo una volta durante tutto il balletto – un ragazzo di colore esultò alla nuova scelta. Alex spiegò nuove cose e passi che gli altri ragazzi non avevano mai visto. In meno di un’ora ideò mentalmente una nuova coreografia, tenendo fede a molti passi della vecchia. Lucas da dietro la rete del campetto di basket lo osservava divertito: un po’ di svago gli serviva proprio.
 
Quel pomeriggio Thomas si strusse di gelosia steso sul divano. Non ce la faceva più. Pensava solo ad Alex e la cosa lo faceva impazzire. Si sentiva preso in giro da quel ragazzino. Quel giorno non avevano nemmeno pranzato insieme: e poi era lui quello che infrangeva la regola. Si alzò e prese il telefono per chiamarlo, voleva che tornasse subito a casa e se gli avesse disubbidito, lo sarebbe andato a prendere con la forza, ovunque si trovasse. Una volta a casa gli avrebbe detto la verità: i sentimenti che provava per lui e la lettera. Proprio mentre cercava il suo numero, però, il campanello della porta suonò. Chi poteva essere a quest’ora del pomeriggio? Olga si affettò alla porta mentre lui faceva squillare il cellulare di Alex, che non rispondeva. Quando terminò la chiamata, si ritrovò davanti Debby.
- Sono venuta per il signor Rey – Olga si voltò verso di lui e la fece passare. Thomas le gettò un’occhiata gelida addosso. Era colpa di quella ragazzina se Alex non gli parlava più. Era deciso a cacciarla di casa, quando un’idea peggiore gli sfiorò la mente. La fece accomodare sul divano e chiese alla governante di tenerle compagnia. Corse in biblioteca e cercò nel cestino, sperando che Olga non lo avesse già svuotato. Quando trovò ciò che cercava ritornò nel salotto e congedò la domestica. Poi gettò le due parti della lettera sul tavolino di fronte al divano.
- Che cos’è? – chiese lei un po’ curiosa.
- La tua lettera – finse dispiacere – Anzi la mia – precisò.
- Perché è ridotta così ? – alla ragazzina cominciarono a luccicare gli occhi, come se volesse piangere da un momento all’altro. Thomas si sentì leggermente in colpa, ma doveva togliersela dai piedi se voleva capire una buona volta che cosa provava per Alex.
- Alex dopo averla letta svogliatamente l’ha strappata e l’ha buttata nel cestino dell’immondizia – lo scrittore si massaggiò il setto nasale, dopotutto non stava nemmeno mentendo – Ha detto che è innamorato di un’altra – neanche adesso stava mentendo. Una lacrima solitaria rigò la guancia destra di Debby. Thomas la strinse a se – Prova a dimenticarlo – erano le parole che si ripeteva da due mesi e ora le stava dicendo a una ragazzina. Si stava veramente comportando da adolescente. La ragazza dopo uno sfogo si staccò dallo scrittore e silenziosamente uscì dalla casa, senza nemmeno un saluto. Thomas aveva vinto e perso allo stesso tempo. Si sentiva felice perché ora senza rivali poteva capire benissimo i sentimenti che provava per Alex. Si sentiva, però, anche un po’ in colpa: aveva appena fatto soffrire una ragazza innocente, dopotutto. In fin dei conti ormai nemmeno lui ci capiva più qualcosa. Si stese nuovamente sul divano felice e si dimenticò di chiamare il biondino.
 
L’appartamento in cui viveva Lucas con i suoi genitori, era sempre lo stesso: piccolo, accogliente e pulito, molto pulito. Solo la camera del moro era sempre in disordine, nulla era mai al suo posto. I genitore di Lucas quella sera non c’erano.
- I tuoi ? – chiese dopo essersi messo comodo il biondino.
- Sono alle terme – sorrise il moretto – Staranno via tutto il fine settimana, perché? – si guardò le unghie con fare innocente.
- Solo per sapere – Lucas si alzò in piedi e si tolse la maglietta, rimanendo a torso nudo – Che stai facendo? – Alex cercò di non guardarlo troppo, la nudità di qualcuno lo aveva sempre imbarazzato.
- Mi vado a fare una doccia – poi passandogli accanto aggiunse – Te la consiglio anche a te, ballerino – l’ultima parola la calcò con tono sarcastico. Voleva prenderlo un po’ in giro. Lui scattò in piedi e lo raggiunse subito in bagno, trovandolo solo con i boxer indosso. Il ricciolo avvampò di colpo.
- Ti conviene spogliarti – gli consigliò il moretto.
- Non la fai prima te la doccia? – Alex incominciava a preoccuparsi.
- E’ da quando ci conosciamo che la facciamo insieme, su spogliati – Alex chiuse la porta del bagno alle sue spalle e cominciò a togliersi lentamente la maglietta – Prima di notte – lo incitò l’altro.
- Voltati, mi vergogno – Lucas lo accontentò.
- Hai finito piagnone? – scherzò dopo un po’.
- Sì – quando Lucas si volò, lo trovò già nudo nella doccia, voltato di spalle – Entra e chiudi i vetri – gli ordinò da dentro il biondino. Lucas eseguì, era rimasto sconcertato dalla visione di Alex nudo, tanto che si era dimenticato di levarsi i boxer. Quando Alex sentì i vetri chiudersi e il respiro caldo del moro sul collo, aprì l’acqua calda. Il fumo coprì l’intimità di entrambi. Alex non riusciva a guardare nulla di Lucas, era troppo imbarazzato. L’altro invece lo stava lentamente mangiando con gli occhi un boccone alla volta. Quando però i loro sguardi s’incontrarono, entrambi capirono quanto erano diversi anche essendo tutt’e due ragazzi. Alex era più basso di Lucas almeno di una decina di centimetri. Il moro era più muscoloso, nonostante il fisico atletico e snello di Alex. I suoi occhi nocciola e i capelli corti e tirati su con il gel, ponevano fine alle distinzioni tra i due. Dopo l’imbarazzo della doccia, i due mangiarono in religioso silenzio una pizza, dato che nessuno dei due sapeva cucinare qualcosa di commestibile.  
- Come vanno i tuoi rapporti con Thomas? – fu il moro a spezzare il silenzio.
- Abbiamo litigato – tagliò corto l’altro che non aveva per niente voglia di parlare dello scrittore in quel momento.
- Ecco perché oggi eri così giù di corda – costatò l’altro –Ho fatto bene a farti svagare un po’ oggi – sorrise divertito. Alex fu contagiato da quella risata. Poi la cena continuò in pace. Dopo aver gettato i cartoni delle pizze in un angolo del tavolo, guardarono un po’ di televisione: sport, un programma sul ballo, attività che piaceva a entrambi anche se per stili diversi. Quando arrivò l’ora di andare a dormire sorsero i primi problemi. Alex si voltò in modo da dare le spalle al moro, aveva leggermente paura a dormire in compagnia, l’aveva sempre avuta. Quando poi Lucas lo abbracciò e la sua erezione andò a scontrare la sua gamba, Alex sobbalzò, voltandosi verso il moro, che dormiva.
- Lucas – sussurrò per svegliarlo – Sveglia! – un leggero urlo fece scattare a sedere il moro, spaventato.
- Che c’è? – chiese scocciato poco dopo.
- Mi stavi abbracciando ed eri parecchio eccitato – alzò un sopracciglio – Che stavi sognando? – chiese sospettoso.
- Nulla – si alzò in piedi. L’erezione era molto evidente nei pantaloni di tuta che usava per dormire – Vado in bagno – sogghignò poi.
“ Chissà a fare cosa?” pensò divertito il biondo. Poi si rimise a dormire, a pancia all’aria. Chiuse gli occhi. Non riusciva a prendere sonno, pensava solo a Thomas. Si era comportato male nei suoi confronti, doveva scusarsi. Forse però non era l’ora giusta. Quando sentì, però, la pressione sulla sua pancia, aprì gli occhi di colpo e si ritrovò il viso di Lucas a pochi centimetri dal suo. Cercò di guardare in basso. L’erezione era scomparsa.
“ Come pensavo, non è andato in bagno di certo per giocare a carte con il bidet” sospirò silenziosamente.
- Sai che sei troppo carino mentre dormi? – i complimenti di Lucas gli facevano sempre un po’ paura ma ora più delle altre volte.
- Grazie – sussurrò lui di risposta.  
- Quanto ci metterai a capirlo? – gli prese il mento con le dita. La sua mano odorava di sperma, non che se ne intendeva, precisiamo, ma l’odore era riconoscibile.
- Che cosa? – chiese Alex facendo lo gnorri.
- Che mi piaci – Alex lo aveva capito da un po’, ma quell’affermazione sicura e perfetta gli fece sgranare gli occhi – E che ti voglio – continuò poco dopo con meno convinzione.
- Lucas, io… - prese coraggio. Il suo migliore amico si era confidato con lui, anche il biondino ora doveva farlo – Io sono innamorato già di un’altra persona – come poteva essere così insensibile? Doveva farlo però, per il suo bene e per non far soffrire l’amico – Io amo Thomas – lo aveva detto e ora si sentiva più leggero. Un’espressione di tristezza si dipinse sul volto del moro. Anche se subito dopo fu sostituita da un sorriso tirato. Lucas doveva essere felice per il suo amico.
- Posso almeno strapparti un bacio – Alex ci pensò un attimo, poi annuì con convinzione. Lucas unì le sue labbra a quelle del ragazzo sotto di lui. La sua lingua si face schiudere le labbra del biondino che rispose con foga. Quel contatto piacque a entrambi. Solo quando Lucas non aveva più aria, si staccò dalle labbra dell’altro – Grazie – sussurrò mentre si stendeva nuovamente al fianco di Alex - Buona notte, biondino –
- Notte Lucky – era da tanto che non usava quel soprannome per chiamare il suo migliore amico. Mentre ci pensava, Morfeo lo cullò tra le sue braccia.
 
Thomas era solo nel suo letto. Stretto contro il petto aveva il cuscino, dove Alex poggiava la testa. Nella mente un’unica frase era marchiata a fuoco: “ Voglio Alex”
- Mi manchi – sussurrò lo scrittore prima di addormentarsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bene mie care lettrici, BUON NATALE… sono riuscito a scriverlo in tempo… XD XD Me FELICE !!!! Buon natale a tutti voi… e speriamo di riuscire a scrivere il prossimo prima di capodanno XD XD A presto!
 
 
 
Angolo risposte: =)
 
YUKO CHAN in primis auguroni… spero che come sempre il capitolo ti sia piaciuto…
Si la strega non è sparita per sempre…  tornerà più forte di prima XD
Ci sono altri sviluppi… hai letto? XD Certo che avrai letto… Lucas che si dichiara è la scena più bella del capitolo però XD
Buon Natale Yuko… al prossimo capitolo… ^^
 
   DeathKid Carissima Auguri… è Natale… Non per i nostri protagonisti però XD
Molto bene vedo che la vigilia ti fa parlare di uccelli XD XD A proposito spero di aver risposto a tutti i tuoi dubbi… XD Ora capisco il discorso che facevi XD ^^ Grazie allora del complimento !!
 Problemino… mi riferisco alla tua recensione… NoN capisco a chi ti riferisci nella prima parentesi  “( penso di aver capito chi sono, da un punto di vista metaforico… ecc) “ Ti riferisci a Thomas e Alex?
Bacioni e tantissimi auguroni XD XD ^^
 
      Haciko91 Haci spero ti piaccia anche questo capitolo… come sempre… vado mootlo di fretta.. inizia il cenone.. a presto mia cara…^^ 

  
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