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Autore: ginevrag_    27/12/2010    3 recensioni
Questa è una storia, ma quello che racconta è successo realmente.
L'ho scritta in un momento molto duro e brutto della mia vita.
Non fatevi ingannare dalla scrittura, capirete leggendo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luci. Urla. Mani. Camici.

Qualcosa di freddo, gelido.

Una sirena. Buio.

 

 

Tin. Tin. Tin.

L'unica cosa che riesco a sentire.

Beeeeep.

E questo? Apro gli occhi, sono in una stanza bianca, in un letto; sono in ospedale.

Il rumore proviene dalla macchina della flebo, devono cambiarlo; ormai ci ho fatto l'abitudine. La TV è accesa, danno il David Letterman Show, sono ancora in America.

Cerco di tirarmi un po' più su, sono quasi seduta; la mamma è nella poltrona accanto alla televisione.

“Mamma..” non ho un filo di voce. “Mamma.”

Sbatte le palpebre, si sveglia “Jennifer, ti sei ripresa!”

“S..si mamma, cosa è successo questa volta?”

“Emorragia, il tumore si sta propagando.” La sua voce non trema, è fredda, pietrificante.

“Quanto è grave?”

“E'..è arrivato quasi al cervello” Ah. “Questo spiega anche il mal di testa e il resto, non era un crollo”

Adesso non mi sta nascondendo nulla, non mi piace.

Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime, siamo quasi alla fine.

“Puoi uscire per favore? Voglio stare sola”

Annuisce ed esce dalla stanza; spengo la TV e guardo fuori dalla grande finestra.

Piove, non ha mai smesso; le gocce cadono sul vetro e scendono come se stessero gareggiando, ma alla fine di questo sembrano non voler essere risucchiate dal bordo.

Io sono come loro, cado, ma cerco di combattere, provando a non cadere nel vortice della morte, un vortice forte, senza biglietto di ritorno.

Le lacrime iniziano a cadere sulle mia pallidissime guance, sul mio viso privo di espressione.

Non riesco a capacitarmene, nel giro di pochissimo tempo tutto sarà finito.

Io me ne andrò, senza aver passato i sabato sera in discoteca con le mie amiche, senza aver avuto l'opportunità di salutarle tutte, senza aver amato veramente qualcuno, senza averti visto.

 

Qualcuno ha bussato alla porta, è l'infermiera.

Non capisco cosa dice, non ho voglia di sforzarmi.

Cambia la flebo e se ne va; al suo posto arriva il papà.

“Come stai Pagliacetta?”

“Secondo te?”

“Lo so, dai non restare qui a deprimerti, mi accompagni al bar a prendere un caffè?”

“Io.. non..” devo andarci, potrebbe essere uno degli ultimi momenti insieme.

“Si, certo” Gli sorrido e mi aiuta a scendere dal letto.

 

Siamo nell'ascensore, io ho un orrendo camice bianco e porto la parrucca, non riesco più a staccami da essa, anche perché mi ricorda troppo la persona che me l'ha regalata, Ele.

Oh, Ele! E se non riuscissi a salutarla? Se non riuscissi ad abbracciarla per l'ultima volta?

“Siamo arrivati, dai esci”

Basta, non voglio pensarci.

 

Ci avviamo verso il bancone e ci sediamo, papà ordina un caffè per lui e mi chiede se voglio qualcosa anche io.

“No, grazie” rispondo; sono distrutta.

“Ok..”

Beve il caffè fumante, io intanto mi guardo intorno, ci sono molte persone, molti bambini, troppi.

Com'è possibile privare un bimbo della sua vita?? Lui è innocente, non ha fatto niente di male, come è possibile punirlo così?

“Amore, io vado a comprare il giornale, mi aspetti qui? Ci metto un attimo e non voglio che ti stanchi”

“Si, si, vai” Gli faccio un grande sorriso e va.

 

Accanto a me c'è uno sgabello vuoto, da entrambe le parti.

C'è uno stecchino qui sopra, mi metto a giocare con quello.

Ma.. ah, un ragazzo si è seduto vicino a me, mi ha fatto prendere un colpo!

Continuo a giocare con lo stecchino, mi diverto con pochissimo ormai.

Un neonato sta piangendo, mi sta fracassando i timpani, ma lui cosa ci può fare?

Vorrei urlare anche io in questo momento, mettermi ad urlare come una pazza, piangere, sfogarmi, non ce la faccio più!!

Non ce la faccio più, basta, basta, basta, basta!!

 

Oh merda, ho sbattuto su un bicchiere e si è rovesciata l'acqua.

Il ragazzo che mi sta vicino fa uno scatto.

“Sorry” Non lo guardo nemmeno in faccia, e arrossisco.

“No problem” Ma, ma io questa voce l'ho già sentita...

Alzo lo sguardo.

E' Zac.

 

OH. MIO. DIO.

E' Zac! E' lui!!

Mille volte meglio dal vivo, è perfetto, il suo viso, così maledettamente bello!

Il cuore mi sta per uscire dal petto, sono senza parole.

Gli occhi! Gli occhi sono stupendi, azzurri, limpidi.

Faccio fatica a respirare, mi iniziano a tremare le mani.

“Are you ok?”

“Oh..oh... Yes, I'm ok” mi trema la voce, tantissimo.

“I'm Zac Efron” Che sorriso..

“Yeah, I know.”

“And you are..?”

“J.. Jennifer, I'm Italian.”

Oh, Italy! What an amazing place!”

“Yes.” Non riesco a dire altro.

“Why are you in this horrible hospital?”

“Tumor.”

“Tumor? I'm very sorry.”

“Oh, don't worry”

Be happy” conclude.

Papà è tornato qui e mi guarda, è quasi sul punto di piangere, sapeva tutto.

“Grazie!”

“A photo?” amo quest'uomo.

Mi alzo in piedi, e Zac fa lo stesso, ci avviciniamo, ci stiamo per toccare.

Mi ha sfiorato la spalla e ora mi abbraccia la vita; io lo imito e mi appoggio su di lui.

Papà scatta e automaticamente una lacrima calda inizia a scendere, fino a bagnare la maglia azzurra di lui.

“Thanks.”

Mi autografa il camice e un foglio che mio padre si era portato via dalla stanza.

 

To Jennifer.

Baby remember to smile.

Everything is going to happen, every time.

With a smile you can make someone happy.

I have to thank you for cross my path.

I'm going to remember this day forever

you've changed my life.

 

With Love.

 

Zac Efron.”

 

Questo è quello che ha scritto.



Lei realizza il suo sogno. La vera Jennifer avrebbe dovuto farlo.
Finalmente il mio capitolo preferito in assoluto, anche perché sono anche io una fan del bello di HSM; sarò ridicola ma sto piangendo, è passato troppo tempo da quando ho scritto questo capitolo.

 
Vorrei ringraziare i fan della ff, che sono arrivati fino a qui, in particolare
khika liz che commenta ogni volta, grazie cara <3
LightningStrike Ciao e grazie mille. Allora, Giorgia no, non sono io per sfortuna, ma la sua migliore amica, io vivo dalla parte opposta d'Italia e non ho potuto condividere direttamente con lei tutti i giorni della malattia, parlavamo su msn. Comunque lei non è andata in America era parte del suo sogno :)
Sono triste di annunciarvi che mancano 2 capitoli, uno un po' particolare, alla fine.
Continuate a commentare, mi fa tanto piacere <3
G.

 

  
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