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Autore: Circe    28/12/2010    9 recensioni
Bellatrix, Andromeda, Narcissa, Sirius, Regulus. Per ognuno di loro una storia privata e segreta.
Un Natale in famiglia costellato di segreti e conflitti. Bugie e amori.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Regulus Black, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Andromeda e Ted

L’atmosfera di festa e di gioia per l’imminente ritorno a casa per le vacanze natalizie, mi ha sempre messo di buon umore.

Oggi, non so perché, mi rende invece inquieta, donandomi anche una vaga sensazione di nausea proveniente dallo stomaco.

Cerco di allontanare quelle sensazioni con un lungo sospiro, concentrandomi sulla preparazione di bauli e altri bagagli, chiacchierando con le mie compagne di dormitorio.

“Andromeda” insistono a dirmi poco più tardi “hai tantissimi e bellissimi vestiti, li indosserai tutti durante queste vacanze?”

Osservo con attenzione tutti gli oggetti che sto distrattamente ripiegando ed infilando nel baule con l’aiuto di vari incantesimi studiati al secondo anno.

Ricami argentati e dorati, pizzi arabescati, stemmi della mai casata e simboli antichi capeggiano praticamente su ogni mio indumento. Tutti di un’eleganza spropositata.

Anche se rispondo con un distaccato e quasi altezzoso “Probabilmente sì.” la mia mente vaga per conto suo, a riflettere.

Da così tante settimane non indosso più quel genere di vestiti, o quel genere di accessori, che quasi mi paiono estranei alla mia persona.

Da quand’è che hanno perso importanza per me?

Da quand’è che ho iniziato a vestire sempre con la semplice divisa, a dimenticarmi di adornare il tutto con gioielli, accorgimenti, personalizzazioni varie?

Questa situazione così strana mi stupisce, anche se sono io stessa l’artefice di ciò.

Di nuovo un’ondata di angoscia mi sale dallo stomaco … da quand’è, mi domando ancora, con un misto di ansia e allegro entusiasmo, che non appena sveglia, mi affretto a salire in sala comune a far colazione per poi precipitarmi nella mia classe di erbologia? E poi, insieme a tutti gli altri, verso quella di difesa contro le arti oscure?

Senza curarmi eccessivamente della forma, dei discorsi, di chi frequento assiduamente e chi no?

A quel punto, l’immagine di lui arriva prepotente a farsi strada nei miei pensieri.

Abbasso lo sguardo, timida come non sono stata mai in vita mia.

Da quest’anno noi Serpeverde siamo affiancati ai Tassorosso. Una casa che non ho mai sopportato del tutto.

Era orribile all’inizio, mi sentivo disgustata, umiliata.

Poi … poi è accaduto qualcosa che non mi so spiegare.

Giorno dopo giorno, con la pioggia fuori dalle vetrate, la nebbia, il cielo bigio, la condivisione dell’aula coi Tassorosso non mi destava più particolare sconforto, o fastidio.

Più passava il tempo, più, in quella situazione, mi sentivo protetta dal freddo, dal gelo che tutto attorno mi circondava a causa, sicuramente, del tempo atmosferico.

Ricordo quasi ogni piccolo istante.

Ted Tonks seduto sul mio banco ad aspettarmi, Ted Tonks con i compiti ancora da svolgere perché non aveva capito gli incantesimi, le mie spiegazioni, il suo sorriso, il suo modo orribilmente sgraziato di atteggiarsi, di farmi complimenti, di sfiorarmi i capelli.

Improvvisamente, non ho avuto la possibilità di rendermi conto del perché, è entrato silenziosamente nella mia vita.

Nonostante la sua insicurezza, la consapevolezza di essere anni luce indietro rispetto a me, così bella, elegante, perfetta.

Lentamente tutto è cambiato.

Non c’erano più i bei vestiti, non più i discorsi sulla magia e la stregoneria, non c’erano più le mie sorelle a parlarmene.

C’erano solo le attenzioni, semplici e apparentemente insignificanti di Ted nei miei confronti.

Sospiro lentamente, di nuovo.

Osservo di nuovo quegli stemmi. Gli stemmi della mia famiglia purosangue.

Purissimo sangue, come il mio.

Sedendomi sul letto, inizio a riflettere seriamente. Mi estranio dal chiacchiericcio delle mie compagne e, come chiudo il baule con un semplice incantesimo, cerco di chiudermi in me stessa allo stesso modo. E capire.

Ted Tonks è un nato babbano. Nemmeno un Mezzosangue, un nato babbano.

Ciò che di più sporco, estraneo e avvilente si possa immaginare. La mia famiglia non potrebbe mai accettare un ragazzo di quel genere.

Io stessa non posso accettarlo.

Eppure … qualcosa mi è successo, qualcosa, una parte di me, non ha nemmeno tenuto conto della nostra infinita diversità, non ne ha tenuto conto per nulla, e ora lo desidera ardentemente.

Mi accorgo che pensare di passare così tanto tempo lontana da scuola, e dunque da lui, mi toglie quasi le forze, mi fa sentire vuota di vita e di tenerezza, di vivacità.

Il tempo non passerà mai.

Che mi sia davvero innamorata?

***

Prima di andare a salutarlo, mi ero cambiata di tutto punto.

Ero di nuovo Andromeda Black, quella che sono sempre stata fino a prima dell’inizio di quest’anno.

Ero piena di arabeschi, merletti, ogni tipo di meraviglia ed eleganza. Forse, dentro di me, speravo che così fosse proprio Ted ad accorgersi della nostra incolmabile differenza e mi lasciasse in pace.

Questo perché io mi sentivo assolutamente incapace di allontanarlo.

Contrariamente alle mie aspettative, lui si è semplicemente incantato a guardarmi.

“Sei più bella di una regina … il tuo sguardo e il tuo sorriso fanno risplendere quell’abito e quei gioielli, non ti avevo mai vista così” mi ha detto in un sussurro stupito. Piacevolmente stupito.

Ciò che più mi ha colpito, che mi colpisce sempre di lui, è il suo dono speciale di mettermi sempre al centro di tutto, davanti ad ogni cosa.

Chiunque avrebbe notato i miei abiti, la mia eleganza ricercata e particolare, degna solo della mia casata.

Lui, al contrario, ha semplicemente detto che ero io, io col mio sguardo e col mio sorriso, a rendere speciale tutto il resto.

Sembrava di stare in un sogno.

Ero già in procinto di lasciare la scuola, di raggiungere le mie sorelle per partire, ma ugualmente mi sono allontanata con lui lungo la scalinata, verso l’aula di trasfigurazione.

Non potevo credere nemmeno di averlo preso per mano io stessa, di volergli parlare, anche se in fretta, soprattutto salutare in totale pace ed intimità.

Sotto al portico, all’entrata dell’aula, ci siamo fermati a lungo, in un silenzio imbarazzato.

Nessuno osava parlare, non volevo dire frasi scontate, spiacevoli, che avrebbero inesorabilmente rovinato tutto ciò che era nato fra noi.

Frasi doverose per una come me, ma che non mi andava nemmeno un po’ di pronunciare.

D’altra parte, nemmeno lui aveva intenzione di sentirsele dire. Le solite storie su purosangue e nati babbani, credo le conoscesse perfettamente, ma sapeva, sentiva, che io ero diversa, anzi, speciale.

Almeno questo mi trasmettevano i suoi occhi, le sue attenzioni.

D’improvviso, con un gesto gentile, ha passato le mani fra i miei capelli ondulati, morbidi. Incredibilmente è riuscito ad intricare quelle sue dita forti, in alcune delle mie forcine, un quasi totale disastro, che ha completamente rovinato quel momento pieno di tensione, di sentimento.

Ho cercato di fingere che non mi importasse.

Gli ho delicatamente preso la mano fra le mie, sbrogliandola dai miei capelli prima che combinasse altri pasticci.

Ma l’ho tenuta tra le mie, non volevo lasciarlo, non volevo più andare via.

Allora è stato lui a prendere coraggio, a lasciarmi sciogliere in un bacio tenero ed appassionato, voglioso, anche se leggermente insicuro.

Tenendo la sua mano fra le mie, ho continuato ad assaporare quel momento, il suo sapore, il suo odore tanto estraneo.

Sentivo il vento freddo di dicembre che ci avvolgeva, l’umida aria carica di pioggia che accarezzava le nostre guance e le nostre mani ormai legate.

Ero felice e non pensavo a nient’altro se non a lui.

A questo amore, questa novità infinita.

Non avevo nessun sospetto, non immaginavo minimamente che la mia sorellina più piccola fosse venuta a cercarmi proprio in quel momento.

Per invitarmi a tornare a casa.

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Mi scuso con alcune di voi a cui avevo detto che avrei pubblicato domani! Ho scoperto di avere da fare e ho deciso di anticipare ad ora. Spero sia una bella sorpresa …

Ecco qui il capitolo su Andromeda. Non ho mai scritto di lei e spero di non aver fatto un disastro colossale. Mi sono ispirata alla brevissima descrizione che ne dà la Rowling: una donna altera, molto somigliante a Bellatrix, ma dallo sguardo dolce.

Il resto è pura fantasia.

Come si può capire dal finale di questo capitolo, penso che il prossimo sarà su Cissy (data la sua giovane età, non aspettatevi però tresche amorose!)

Credo di aver detto tutto anche per oggi! Ho momentaneamente interrotto “Il maestro di Arti Oscure” che riprenderò subito dopo le vacanze!

A presto a tutte

Circe

   
 
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