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Autore: leocaccino    30/12/2010    7 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                                     - Capitolo 9: Confessione -
 







La domenica mattina, Thomas si era svegliato con il mal di testa. Il cuscino ancora stretto tra le braccia. Si alzò lentamente per evitare di aggravare i giramenti di testa. Poi uscì dalla camera e come tutte le mattine, si diresse in bagno. Si guardò subito allo specchio. Aveva delle occhiaie profonde e scure. Gli occhi erano spenti. Inoltre doveva assolutamente radersi, lui odiava i peli sul viso. I suoi capelli erano scompigliati e sporchi. Prese subito una decisione: prima si faceva la doccia e poi si sbarbava. Si spogliò lentamente dai vestiti e gettò tutto nella cesta di vimini sotto il lavandino di marmo bianco. Si guardò un’ultima volta allo specchio prima d’infilarsi sotto l’acqua bollente.
Come aveva deciso dopo la doccia rinvigorente e rinfrescante, Thomas si tolse quel poco di barba che gli era cresciuto la notte. Mentre si radeva, guardandosi allo specchio, notò che i suoi occhi cominciavano a esprimere un po’ più di vitalità. Mentre passava la lametta sulla schiuma bianca sulle sue guance, si concentrò su un’unica cosa: Alex. Doveva assolutamente fare pace con lui. Prima però doveva parlare con qualcuno. Qualcuno di cui si potesse tranquillamente fidare. Pensò e ripensò, ma l’unica persona di cui riusciva ad avere un’immagine fissa e limpida nella sua mente, era Alex. Non riusciva proprio a pensare ad altro. Si pulì il viso sbarbato con il morbido asciugamano al suo fianco, si vestì e poi si diresse in sala da pranzo, dove lo aspettava un’abbondante colazione. Prima di entrare in sala da pranzo raccattò dalla tasca dei suoi jeans il cellulare. Mentre si sedeva a tavola, cercò nella rubrica il numero di Will, l’unica persona di cui si poteva veramente fidare, un suo caro e vecchio amico. Lo chiamò senza preoccuparsi dell’ora.
- Pronto? – una voce assonnata rispose alla chiamata.
- Will, sono Thomas – cercò di non farlo alterare, non perché ne avesse paura, solo perché non voleva che gli staccasse il telefono in faccia.
- So che sei Thomas, ma che vuoi a quest’ora? – sembrava nervoso. Dopotutto chiunque lo sarebbe stato.
- Dovrei parlarti, possiamo vederci durante la mattinata? – la voce di Thomas rimase fredda.
- Fra un’ora da te – Will ormai era sveglio e pronto ad aiutarlo con i suoi problemi di cuore – A dopo – non aspettò nemmeno la risposta di Thomas e chiuse la chiamata. Lo scrittore guardò l’ora: erano le sei e mezzo del mattino. Doveva aspettare ancora un’ora e poi si sarebbe sfogato a suo piacimento, accettando eventuali consigli. Nell’attesa provò a chiamare più volte Alex, che non rispondeva. Era sinceramente preoccupato. La sera prima, anche se andava a dormire da Lucas, il suo migliore amico, non aveva avvisato nemmeno che era arrivato, che era tutto a posto e che non era successo nulla. Thomas era preoccupato. Mentre aspettava e chiamava Alex allo stesso tempo, addentò un pezzo di pane con il burro spalmato sopra, la colazione preferita del ragazzo, in modo da allentare i suoi nervi.
 
Furono lo squillare del cellulare e il russare di Luca che svegliarono Alex. Era domenica e il biondino aveva già il mal di testa di prima mattina. Si tolse le coperte da dosso e corse verso la sedia dove aveva poggiato i suoi jeans. Appena trovato il cellulare e gli occhi pieni di sonno lessero sullo schermo illuminato “ Thomas”, il ragazzo lo lasciò squillare, incurante dei lamenti provenienti da un Lucas sull’orlo di una crisi nervosa per il suono acuto prodotto dall’aggeggio elettronico. Prima che Alex potesse imboscare il cellulare sotto il cumulo dei suoi vestiti, Lucas sbottò.
- Chi cazzo è che ti chiama alle sei del mattino?!? – si era alzato a sedere, infastidito e nervoso.
- Sono le sei e mezzo, pigrone – specificò il biondo con superbia, facendo sorridere il moro – Comunque è Thomas – Alex abbassò lo sguardo sullo schermo, fissando il nome dello scrittore. L’espressione dell’altro s’intristì: Thomas, che cosa aveva più di lui? I soldi? Il successo? No, Thomas era diventato indispensabile per Alex, ecco perché il biondo se n’era innamorato. Lucas invece era sempre stato una figura fraterna per il ricciolo. La sera prima, però era riuscito a strappargli un bacio, chissà se poteva tirare un po’ di più la corda? Il moro si alzò dal letto e appoggiò la testa sulla spalla di Alex.
- Perché non rispondi? – gli schioccò poi un bacio tenero sulla guancia – Magari è preoccupato – gli cinse i fianchi con le braccia e il riccio s’irrigidì.
- Sono ancora arrabbiato con lui – in realtà non lo era per niente, ma adorava farlo sentire in colpa e quando provava a farsi perdonare. Poi tanto lo avrebbe rivisto quel pomeriggio.
- Vuoi tornare a letto? – chiese Lucas sciogliendo l’abbraccio e incrociando le braccia.
- Non ho più sonno – il cellulare smise di squillare e Alex dopo averlo posato nella tasca dei jeans, s’incamminò verso la cucina – Ho fame – si voltò e sorrise – Facciamo colazione? – come poteva Lucas dire di no a quel sorriso.
- Certo – gli sorrise anche lui di rimando, avrebbe approfittato di quel momento per parlare. Lo seguì piano fino al tavolo della cucina, intorno a cui si sedettero appena imbandita la tavola per la colazione imminente, uno di fronte all’altro.
- Hai intenzione di tornare subito a casa? – chiese subito Lucas.
- No, se non ti dispiace, credo comunque di no, voglio passare la mattinata con te – lo guardò seriamente – voglio parlare un po’ con te. A Lucas s’illuminarono gli occhi, forse Alex aveva cambiato idea? Forse quel bacio gli aveva fatto capire che amava lui e non Thomas? Una valanga di domande occupò la mente ristretta del moro.
- Quindi starai qui tutta la mattina e poi tornerai a casa? – chiese ancora incredulo.     
- Sì – sorrise Alex un po’ divertito dall’espressione da pesce bollito che aveva assunto il suo amico a quella risposta, doveva prima far chiarezza con lui se poi voleva affrontare sul serio Thomas. Doveva farlo per il bene di tutti.
- Beh incominciamo a parlare, no? – Lucas era esaltato, ignaro di quello che doveva dirgli veramente Alex – Stiamo perdendo tempo –
- Forse è meglio parlarne dopo la colazione – sorrise falso Alex. La protesta del moro però fu interrotta da un nuovo squillo del cellulare del biondino.
- Vado a rispondere – avrebbe anche fatto un patto con il diavolo per uscire da quella cucina in quel preciso istante, la tensione era troppa per sostenerla. Corse quindi in camera di Lucas e rispose al cellulare, era Thomas, lo immaginava.
- Che vuoi? – cercò di assumere un tono freddo e sgarbato. L’emozione nel sentire la voce tranquilla ma triste di Thomas che rispondeva, però lo fece vacillare.
- Disturbo? –
- No – la risposta fu calma. “ Tu non potresti mai disturbarmi” pensò mentre Thomas avanzava un’altra domanda.
- Non ti ho svegliato vero? –
- No – Alex rispondeva a monosillabi, non gli piaceva parlare a telefono.
- Dovrei parlarti – quelle parole, però sorpresero il ricciolo. La voce di Thomas aveva assunto un tono serio e triste. Forse Alex doveva preoccuparsi? – Quando torni? –
- Dopo pranzo – lo informò. Poi accantonò l’orgoglio e il suo sadismo nel voler far sentire in colpa l’altro e lasciò spazio alla preoccupazione – Va tutto bene? –
- Sì, non preoccuparti – sembrava che sorridesse. Che lo avesse giocato per farlo sentire in colpa a sua volta? Stava per rispondergli male, quando lo scrittore aggiunse – Volevo solo sapere se stavi bene e se avevi passato una buona nottata – Alex involontariamente avvampò. Gli piaceva quando Thomas lo ricopriva di attenzioni. Com’era potuto arrabbiarsi con una persona così dolce. Avrebbe voluto dirgli tutte le parole che in due mesi gli aveva nascosto, ma si trattenne ripetendosi in mente una sola frase: “ Aspetta ancora qualche ora”.
- Tornerò il prima possibile – lo rassicurò il biondo. Non aspettò nemmeno la risposta dell’altro – Ora vado, ciao – aggiunse in un sussurro prima di chiudere la chiamata. Dopo aver posato il cellulare sul comodino vicino al letto, si voltò e si trovò davanti Lucas, che lo guardava intensamente.
- Come mai quegli occhi tristi? – gli prese il mento e lo costrinse a guardarlo fisso.
- Non credo che Thomas stia molto bene – sospirò, sottraendosi a quel contatto – Devo dirti una cosa – Lucas sorrise. Poi gli prese una mano e lo fece sedere sul letto vicino a lui.
- Parla pure, ti ascolto – lo guardò quasi divertito. Ad Alex dava sui nervi quell’espressione.
- Per prima cosa prendimi sul serio – lo guardò stizzito. Lucas abbassò subito lo sguardo, diventato ormai triste.
- Scusa – sussurrò poi a sguardo basso.
- Niente – anche la voce di Alex era ridotta a un sussurro. Si schiarì poi la gola e continuò – Senti Lucas, io non voglio ferirti – incominciò. Gli sembrava anche un buon inizio – Come ti ho già detto ieri, io sono innamorato di Thomas. Tu per me sei come un fratello e per quanto ti voglia bene, non potrò mai amarti – ci pensò un attimo poi si corresse subito – Anzi io posso amarti – Lucas alzò lo sguardo che si era riacceso, a quell’affermazione – Però un amore fraterno – Alex si alzò in piedi – Ti prego quindi di trattenerti quando stai vicino a me – si morse la lingua in anticipo per quello che stava per dire – Mettiamo in chiaro le cose, con te non intendo andare oltre quello che è successo ieri sera. Ti prego quindi di controllare i tuoi istinti animali – al moro scappò una risatina – E poi tu non sei già fidanzato? –
- Ero fidanzato – abbassò nuovamente lo sguardo – L’ho lasciata qualche giorno fa. Ero deciso a conquistare te – lo guardò con intensità, costringendolo a scostare lo sguardo da lui.
- Capisco – la sua voce era di nuovo un sussurro – Comunque ora che ci siamo chiariti, io devo andare – la sua affermazione fu lapidaria. Lucas non provò nemmeno a ribattere anche perché non aveva mai visto un Alex così deciso. Sorpreso, lo lasciò andare senza ulteriori discussioni. Prima di uscire di casa Alex si voltò, gli fece l’occhiolino e lo guardò sillabare un “grazie”. Poi si chiuse la porta alle spalle.
 
Will era arrivato puntuale, un’ora esatta dopo la telefonata. Quest’ultimo aveva la stessa età dello scrittore, anche perché i due erano stati compagni al liceo. Si conoscevano da tanto e Thomas si fidava di lui. Will era diventato il miglior confidente dello scrittore, forse anche grazie alla sua carriera di psicologo. Thomas lo fece accomodare in biblioteca e li cominciarono a discutere. Iniziarono parlando di lavoro. Lo psicologo si complimentò per il nuovo libro, disse che lo aveva trovato di suo gradimento e che, come avevano detto tutti i critici, era il capolavoro dell’anno, il miglior libro che potesse essere pubblicato, per il momento. Presero un caffè, servito da Olga e continuarono a ridere e scherzare per un po’ di tempo. Quando però Will si ricordò il perché fosse andato così presto da Thomas, prese nuovamente parola.
- Di che volevi parlarmi? – l’uomo si fece serio.
- Di Alex – ammise lui dopo un po’ di riflessione mentale. Doveva parlargli dei suoi problemi amorosi, è vero, ma forse era meglio partire da Alex.
- Chi sarebbe? – Will sembrò un po’ sorpreso.
- E’ un ragazzino, di cui mi prendo cura – sorrise timidamente. L’altro non lo aveva mai visto fare una cosa del genere – Sono il suo tutore e sono molto affezionato a lui – era meglio andare per gradi.
- Affezionato in che modo Thomas? – come sempre Will aveva capito tutto. Quell’uomo non si lasciava sfuggire nulla.
- All’inizio gli volevo solo un bene fraterno. Ora però incomincio a dubitare dei miei gusti sessuali, anzi sono certo che questo ragazzo mi piace, molto – lo aveva detto tutto d’un fiato e si sentiva più leggero.
- Vuoi dire che te ne stai innamorando? –
- Innamorando è un termine grosso che non si addice a me – ironizzò lo scrittore.
- Non fare lo stupido – lo ammonì subito l’altro – Che cosa provi per lui? –
- Ultimamente se mi sta vicino, la pancia si riempie di farfalle e mi scalda il cuore con i suoi sorrisi – chiuse gli occhi per immaginare le sensazioni – Mi tremano le gambe quando lo vedo e m’ispira tanta tenerezza quando dorme. Inoltre appena sveglio, ha un’aria da volpino sperduto che è irresistibile – provò a immaginarselo un’ultima volta – Ultimamente sono anche geloso si ogni essere che gli si avvicina – Will scoppiò a ridere – Perché quelle risate ?- chiese Thomas pensando che lo stesse prendendo in giro. Va bene che si comportava come un’adolescente, ma arrivare a ridere di lui.
- Caro mio, ne sei proprio innamorato cotto –lo apostrofò lo psicologo. Thomas perse un battito. Sì, lo aveva capito da un po’ di tempo, però sentirselo dire era un’altra cosa.
- Secondo te sono un caso perso? –
- In che senso scusa? – Will aggrottò la fronte.
- Inteso come: posso riuscire ancora a non innamorarmene troppo, oppure lo sono già tanto? –
- Non capisco questa tua preoccupazione – l’altro scosse la testa – Cioè se ti piace così tanto, perché non dirglielo –
- Ho paura della sua reazione – sospirò – Non voglio che mi prenda male, se i suoi gusti non corrispondono ai miei –
- Da quando ti fai tutti questi problemi, Thomas? – lo schernì scherzosamente l’altro – Con nessuna donna hai mai avuto problemi nel parlare, perché proprio con questo ragazzino ti devi prendere tante brighe –
- Con lui è diverso – alzò l’indice – Primo, non ho mai condiviso la casa con nessuna delle mie precedenti donne – fu poi la volta del medio – Secondo, Alex non è una donna. E’ un ragazzo, parecchio sensibile, che non mi va di fare soffrire –
- Intendi per quel tuo piccolo problemino? – precisò Will.
- Sì, sai bene che con le donne io non riesco a lasciarmi andare più di tanto. E’ vero che ne ho avute tante, ma solo con la zia di Alex sono riuscito a essere veramente me stesso. Con questo ragazzo sento le stesse cose, se non di più –
- Proprio per questo motivo, buttati – Will si alzò dalla sedia. I rintocchi della campana erano dodici, precisi – E’ già ora di pranzo, mia moglie mi stara cercando – ironizzò – Se non corro a casa, mi uccide – già Will si era sposato due anni prima, e sua moglie era anche gravida.
- Ve bene, allora grazie della chiacchierata e dei consigli, cercherò di seguirli alla lettera – i due si strinsero saldamente la mano.
- Ci si vede Thomas – aprì la porta – Coraggio, buttati e vedrai che sarai più felice – sorrise e si chiuse la porta blindata alle spalle. Thomas si stese sul divano. La sua felicità sarebbe arrivata dopo pranzo, forse. Prima però avrebbe dovuto dire ad Alex che gli aveva mentito.
 
Alex si avviò lentamente verso casa. Camminava lentamente per le strade, aveva rinunciato a prendere l’autobus. Preferiva camminare, almeno avrebbe preso più tempo per pensare e per organizzarsi un discorso di senso compiuto. Almeno non avrebbe fatto la figura dell’idiota che provava a chiedere scusa senza nemmeno sapere il perché lo stava facendo. Mangiò un panino al volo comprato in una rosticceria. Sinceramente però non aveva molta fame, ma se non avesse mangiato sicuramente Thomas, si sarebbe preoccupato, non che la cosa gli desse più di tanto fastidio anzi, però non voleva che lo facesse.
“ Devo assolutamente dirgli che mi sono innamorato di lui” sospirò mentre tirava un calcio a una lattina di birra vuota, per la strada “Non riuscirò mai a sostenere il suo sguardo” tirò un secondo sospiro, questa volta più lungo del primo “E se non gli piacessero i maschi?” alzò le sopracciglia “Cioè non è detto che il mio amore sia corrisposto, devo pensare anche a questo” il terzo sospiro fece spegnere anche i suoi pensieri. Continuò quindi a camminare, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Lì trovò, oltre al cellulare, un bigliettino di carta. Si fermò e dopo averlo estratto dalla tasca, cominciò a leggerlo: - Buona fortuna con Thomas -
 Era stato Lucas a scriverlo. Forse glie lo aveva messo nella tasca prima che se ne andasse, mentre parlava a telefono. Dopotutto aveva dato le spalle alla porta per tutta la durata della chiamata e la sedia con i vestiti era proprio lì vicino. Alex sorrise, gli faceva piacere avere un augurio da qualcuno. Con quella sicurezza in più cominciò a camminare a passo svelto: prima arrivava a casa, prima riusciva a esprimere quello che provava per Thomas al diretto interessato e prima si sentiva meglio, indipendentemente dalla risposta.
Quando entrò in casa, Alex trovò Thomas nella biblioteca. Stava leggendo e non lo aveva ne visto, ne sentito entrare. Era troppo concentrato nella lettura. Lui corse in camera, cercando di non farsi scoprire. Posò la tracolla e prese qualche vestito pulito, poi si chiuse nel bagno. Lì si cambiò e si diede una rinfrescata. Si tolse la matita nera da sotto gli occhi: Thomas una volta gli aveva detto che stava infinitamente meglio senza. Poi uscito dal bagno, si diresse a passo lento in biblioteca. Gli si avvicinò silenziosamente e lesse mentalmente il titolo del libro “Amleto”. Avrebbe voluto strozzarlo, era la milionesima volta lo leggeva.
- Ogni tanto potresti anche cambiare lettura – Thomas sobbalzò. Poi guardò il ragazzo con gli occhi che luccicavano. Poggiò il libro sul tavolo, si alzò e lo abbraccio.
- Dio santo, mi sono preoccupato tantissimo – sciolse l’abbraccio subito dopo queste parole beccandosi un mugolio di dissenso da parte di Alex – Stai bene? Hai mangiato? – si preoccupò subito dopo.
- Sì Thomas – il ragazzo mise il broncio – Ti devo parlare –
- Anch’io – esclamò Thomas.
- Scusami, ti ho mentito – dissero all’unisono dopo un respiro.
- Mi hai mentito? – chiese stranito Alex.
- Sì, sulla storia della lettera – Alex lo guardò un po’ torvo - Siediti, ti racconto tutto -
Thomas gli raccontò tutto. Della lettera obbrobriosa scritta da Debby, della sua telefonata e dell’aiuto che aveva dato alla ragazza. Gli aveva detto che la lettera che aveva strappato, l’aveva scritta lui e non Debby. Inoltre quando la ragazza era tornata per sapere come l’aveva presa il ragazzo, lui l’aveva cacciata.
- Thomas sei… - Alex strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche – Perché lo hai fatto? Perché non sei stato al tuo posto? -
- Io… - la sua mente mandava suggerimenti “ Digli che lo hai fatto per gelosia. Che non puoi vivere senza di lui. Che lo ami”
- Tu ultimamente non hai mai una risposta – si alzò in piedi, cercando di trattenersi dall’urlare – Buona notte – Thomas gettò uno sguardo al Rolex sul suo polso.
- Alex sono solo le sei – lo rincorse e lo fermò per un braccio – Dove vai? –
- A dormire – fu la lapidaria risposta. Thomas allentò la presa, continuando però a trattenerlo – Lasciami! – gridò il biondo.
- No, mi devi parlare anche tu, non è così? – lo costrinse a voltarsi. Si ritrovarono faccia a faccia. Thomas avrebbe potuto benissimo allungare un po’ il collo e baciarlo. Si trattenne e si limitò a guardarlo intensamente.
- Mi è passata la voglia di discutere con te – cercava in tutti i modi di non arrossire e di sembrare freddo. Non ci riuscì nemmeno un po’. Avvampò quando Thomas si avvicinò ancora di più e le gambe cominciarono a tremargli.
- Perdonami, ti prego – gli soffiò sulle labbra l’altro. Alex puntò lo sguardo nei suoi occhi verdi, tristi. Gli venne quasi voglia di svenire tra le sue braccia. L’attimo di debolezza però passò prima del previsto.
- No – e con uno strattone si libero della presa, ormai debole di Thomas. Poi si chiuse in camera da letto, lasciando, come succedeva spesso, lo scrittore senza parole, immobile in un punto della stanza. Quest’ultimo si rifugiò nella biblioteca e continuò a leggere, scaricando la frustrazione. Quando fu l’ora adatta, cenò solo, in religioso silenzio. Fu Olga, tra una portata e l’altra, a rompere il silenzio.
- Ha litigato con Alex? – Thomas alzò lo sguardo sulla donna.
- Sì – la sua voce era roca, quasi volesse piangere.
- Che cosa è successo? – poi ci pensò su – Se posso permettermi –
- Sì, Olga – sospirò – Siediti – la donna, un po’ sorpresa da quella gentilezza improvvisa, eseguì.
- Vedi, è successo tutto per colpa mia – si massaggiò il setto nasale – Non dovevo impicciarmi negli affari suoi –
- Lei prova dei sentimenti forti per quel ragazzo? – la domanda sorprese Thomas. Possibile che si vedesse tanto che era attratto, anzi innamorato, di Alex?
- Sì – un’altra flebile risposta – Se mi sono impicciato, è perché gli voglio bene e perché sono geloso – Olga sorrise. Secondo Thomas riusciva a leggergli nella mente.
- Forse se lei gli dicesse queste cose, magari Alex la perdonerebbe subito – Thomas ebbe l’illuminazione. Scattò in piedi e schioccò un bacio sulla guancia morbida della donna.
- Grazie Olga – la donna sorrise sorpresa come unica risposta. Lo scrittore, invece, si fiondò fuori dalla sala da pranzo e percorse a passo svelto tutto il salone, arrivando così di fronte alla porta di camera sua, dove stava, probabilmente, dormendo Alex. Aprì piano la porta e lo trovò a pancia all’aria, che dormiva profondamente. Lo guardò, era bellissimo, almeno per lui. Si sedette a lato del letto. Di certo non voleva svegliarlo. Si accinse a dargli il solito bacio sulla fronte, quando si fermò. I loro visi erano così vicini, proprio com’era successo poche ore prima. Il volto di Thomas si avvicinò sempre di più a quello di Alex. Lo scrittore lentamente unì le sue labbra a quelle del biondino.
“ Sono calde” costatò Thomas. Quello fu un bacio soffice, a stampo, di certo non poteva andare oltre. Si accontentò di quello. Stette a contatto con le labbra di Alex per un po’ e quando si staccò gli sfiorò la guancia con il pollice.
- Buona notte piccolino – sussurrò prima di alzarsi e uscire dalla stanza.          
 
 
 
 

"Perdono!
Se quel che è fatto è fatto
Io però chiedo… scusa
Regalami un sorriso
Io ti porgo una… rosa”
 
 
 
 

 

 
 
 
 




 
 
Capitolo concluso, gente… Spero vi sia piaciuto molto… Finalmente succede qualcosa!!!!!!!!!
Per le strofe scritte alla fine, per chi non la conoscesse, appartengono alla canzone “Perdono” ( che fantasia) di Tiziano Ferro… ( credo però che la conosciate tutti)Scusate ma non resistevo a inserirle...^^
Spero di riuscire a aggiornare presto… mi devo dedicare ai compiti XD ( Se come no.. l’unico mio compito è uscire con il mio ragazzo XD XD scherzo)       
A presto!!! XD BYE
P.S. Buon anno a tutti!       
    
 
 
Angolo risposte =) :
 
DeathKid Sai che mi hai fatto dannare… credevo non volessi più commentare =( Invece eccoti qui XD Carissima… Auguri di buon anno per prima cosa…
Secondo… ti ripeto tranquillamente che le tue recensioni, con eventuali critiche e correzioni, sono sempre ben accette…
Thomas secondo me avrà una crisi di nervi….!!!! XD Scherzo logicamente…. Quell’uomo trova sempre soluzioni a tutto…. XP
Povero Alex, capiscilo, è anche lui geloso… di Caterina e delle altre donne che girano intorno a Thomas…
Lucas per il momento si accontenta… Speriamo XD
A presto mia cara… =) Al prossimo capitolo Baci !!
Risposta al Ps 2 :  Sì, ma ( quando mi deciderò ad aggiornare) scoprirai chi ( sempre che tu non lo sappia già…)
 
 yuki_chan Bene sono veramente felice che tu mi faccia tutti questi complimenti ( che non mi merito) Non sono poi così bravo… Grazie per aver messo la storia tra le preferite…
Ecco, siccome hai detto che ho caratterizzato bene i personaggi  XD Dimmi, qual è il tuo preferito? ( mi piace interagire con i lettori XD)
Ti lascio con questa domanda e ti auguro buon anno!!! Bye
 
 YUKO CHAN Si la gelosia ti fa diventare pazzo… ( mi viene in mente il moulinrouge)  ^^ Ora Thomas però ha capito che è innamorato di Alex… Entrambi provano la stessa cosa… XD  Solo che sono deficienti e non sanno esprimersi!!! Comunque scusa lo sfogo XD Torniamo a noi … Il bacio tra Lucky e Alex è triste… sì molto… ma era quello il mio intento.. mettere un po’ di amarezza… ecco più che triste, il bacio, è amaro… molto amaro.. Per la lora amicizia non ti assicuro nulla… XD Non sono sicuro continuerà come prima….  
Buon anno… al prossimo capitolo …
BACi =)
 
 Achi13 Wow… non c’è che dire… Anzi forse si ho da dire qualcosa… Non sono così bravo… Scrivere mi viene naturale… meglio di mangiare e bere… XD Sinceramente vorrei farne la mia professione… Sarebbe un bel traguardo…
Comunque Ti auguro buon Anno e non ti preoccupare continuerò… e sperò che tu continuerai a commentare… ( ogni tanto XD )
BYE …. A presto!!
 
Lorelei95 Grazie dei complimenti… a me sinceramente le storie yaoi che toccano troppo l’inverosimile non piacciono… Sarò strano io però mi piace la realtà delle cose… Sarà perché io alcune cose che scrivo le vivo, però non so… Mi piace rimanere realisti…
Thomas troverà un modo per farsi perdonare, però è ancora presto ( mi devo divertire un altro po’)
Buon anno e al prossimo capitolo…. Bye … ^^
 
 Haciko91 Siccome il precedente ti è piaciuto molto… spero ch anche questo ti sia piaciuto tanto…
Ho mantenuto la promessa hai visto? Prima di Capodanno XD
I due in questione non hanno fatto pace… non del tutto almeno… XD A presto…
Baci baci XD
 
 
   

 

  
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