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Autore: Strega_Mogana    14/12/2005    4 recensioni
Quattro anni dopo la sconfitta di Caos e durante un apparete periodo di pace, una nuova minaccia arriva dal passato. Kirby e Strega_Mogana (alias Luana e Elena) sono liete di presentarvi la loro FF!
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano ancora tutti in casa, sconvolti da quanto appreso qualche attimo prima

Erano ancora tutti in casa, sconvolti da quanto appreso qualche attimo prima. Nessuno osava parlare, quasi che il silenzio che si era venuto a creare poco dopo l’uscita di Haruna fosse stato imposto, magari con qualche incantesimo ai più sconosciuto.

- Zoldan sta per attaccare…- sussurrò Albharon con occhi vacui, spezzando così quel silenzio.

- Cosa?!- chiesero in coro i coniugi Chiba osservandolo stralunati.

- Zoldan sta per attaccare…- ripetè l’ex-cacciatore di anime dannate – anche da umano certe cose non cambiano mai. – sospirò poi tristemente.

- Adesso?!- gridò Usagi incredula.

- Temo proprio di sì…- si scusò il ragazzo che le stava di fronte.

- Dobbiamo avvisare le ragazze ed Haruna!- disse deciso Mamoru, uscendo precipitosamente dall’appartamento.

- Hanno entrambi un bel caratterino…- si lasciò sfuggire Albharon osservando Usagi, l’unica restata all’interno dell’appartamento.

- Eh già…- convenne Usagi, mentre un dolce sorriso le illuminava il viso delicato.

- Glielo dirai?- chiese gentilmente Albharon osservandola apertamente.

- E tu come lo sai?- domandò lei alquanto stupita.

- E’ evidente…- si lasciò scappare il ragazzo, arrossendo leggermente - forse è per questo che Haruna non vuole che tu usi il Cristallo d’Argento… teme per la vita di entrambi.- ragionò distogliendo lo sguardo, quegl’occhi erano così puri e buoni… impossibile non restarne abbagliati.

- Nessuno lo sa… oltre a te e, ora, inizio anche a pensare che perfino Haruna lo sappia… E comunque… questa bambina nascerà… I calcoli sono chiari…- rispose decisa Usagi osservando l’ex-cacciatore.

- Come fai ad esserne sicura?- domandò lui con curiosità.

- Il mio destino è già scritto… partorirò una bambina che nascerà il giorno del mio compleanno. - affermò sicura – La stessa bambina che prima ti stringeva con affetto. – finì poi con un tenero sorriso.

- Ma a voi umani è precluso sapere il vostro futuro! - s’inalberò Albharon, seccato da quanto detto dalla ragazza che gli stava accanto.

- Io non sono totalmente umana… ma te lo spiegherò al termine di questa battaglia… Sappi solo che conosco il mio futuro dacché ho quindici anni… E ho fatto di tutto affinché divenisse realtà… - sussurrò convinta, afferrando il Sailorofono e chiamando le Sailor.

Albharon la osservò più attentamente: era una donna veramente molto bella. Occhi azzurri come il cielo più terso. Capelli color oro, lunghi e lucidi, tanto da sembrare il prezioso metallo che molti cercavano fino a dannarsi l’anima. Lineamenti delicati e pelle di porcellana. Mamoru doveva essere molto orgoglioso di lei: era bellissima… Ma in lei c’era qualcosa… Quel qualcosa in più che solo un osservatore attento avrebbe notato… Ma lui non aveva fretta… Non più.

Avrebbe atteso con ansia la fine di quella battaglia, per sapere la storia di quella fanciulla bellissima. Aveva la certezza che i buoni avrebbero trionfato… perché i buoni trionfano sempre, anche a costo di grandi sacrifici…

 

Nello stesso momento, Mamoru suonò alla porta dell’appartamento accanto al loro, la porta si aprì subito quasi come se Haruna fosse proprio lì dietro ad aspettarlo.

- Se sei venuto per farmi cambiare idea ti sbagli di grosso!- lo accolse la sorella con sguardo truce ed incrociando le braccia sul petto.

- Alzo bandiera bianca…- iniziò Mamoru entrando in casa - Zoldan sta per attaccare… almeno così ha detto Albharon….- s'affrettò a precisare.

- La resa dei conti è finalmente giunta…- sussurrò Haruna appoggiandosi alla parete e chiudendo stancamente gli occhi.

- Ti senti bene?- le chiese lui dolcemente, accarezzandole una guancia. Era palesemente preoccupato per la ragazza, che appariva fragile ed indifesa. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse scatenare l’intero potere del Cristallo d’Oro.

- Sì, sono solo stanca di combattere. Restate in casa… e non uscite per nessuna ragione al mondo… Chiaro?- domandò Haruna decisa, osservando il fratello. Non avrebbe accettato risposte negative e non avrebbe permesso al fratello ed alla cognata di sacrificarsi al suo posto.

Era ritornata la principessa ribelle e decisa di Illusion, colei che non si faceva intimidire da niente e da nessuno. Colei che aveva cambiato il proprio destino. Colei che era andata contro tutti ed aveva pagato il fio della sua colpa con l’esilio e con la cancellazione dai libri di storia.

- Tu non...- iniziò a dire cercando di farla ragionare ma davanti a quello sguardo di fuoco non poté far altro che desistere da ogni sforzo e sospirare tristemente - D’accordo…- acconsentì il giovane a malincuore, ignorando non senza fatica la stretta al cuore che l’aveva colto dacché aveva risposto.

- Ricordati la promessa che mi hai fatto… Proteggi Luce… E se non dovessi tornare… Crescila come fosse tua figlia… - strinse i pugni cercando di non pensare a quell’eventualità - Ti voglio bene Endimion... anzi Mamoru... non riuscirò mai a ricordarlo. - disse abbracciandolo con trasporto, mentre una lacrima solitaria scendeva a rigarle il viso di porcellana.

Non permetterò a Zoldan di portarti via da me… non adesso che ti ho ritrovata… pensò Mamoru abbracciando la sorella.

- Devo andare ora…- sussurrò mentre, senza guardarlo, usciva silenziosamente dalla porta.

- Forse Mamoru ed Usagi rimarranno a casa… Ma non Sailor Moon e Tuxedo Kamen!- affermò risoluto, uscendo a sua volta dall’appartamento e tornando a casa propria.

 

- Qui dovrebbe andare bene… sì…- disse lo spettro comparendo in un vicolo buio e malfamato di Tokyo e guardandosi attorno con aria furtiva: non era ancora giunto il momento che i terrestri lo vedessero.

Sogghignò e conficcò con forza una lama nera per terra: questa entrò nella terra quasi fosse di fuoco e la strada del semplice burro.

Il cielo iniziò pian piano ad incupirsi, mentre il sorriso del fantasma si allargava sempre di più:

- Il mio signore sarà fiero di me…- sibilò con orgoglio crescente.

Il sole sparì sotto la coltre di nubi minacciose che si andavano addensandosi sempre di più, qualche lampo e tuono qua e là, fecero presagire solo un acquazzone, insolito per quel periodo, ma pur sempre un semplice e banalissimo temporale.

- Cos’hai fatto?!- tuonò una voce alle spalle del fantasma.

- Ah… siete voi… mi ero spaventato…- ammise lo spettro, inchinandosi in segno di rispetto.

- Ti ho fatto una domanda!- ribatté aspro il nuovo venuto.

- Ho attuato il piano…?- rispose incerto, osservandolo impaurito.

- Ed hai sbagliato…- disse la voce disintegrando il subordinato che gli stava di fronte.

- Non posso fare altro… purtroppo non sono riuscito ad evitare il peggio… Devo rientrare! Ma prima voglio fare un’ultima cosa... - sibilò prima di svanire nel nulla, com’era venuto.

 

La stanza era buia e silenziosa, Luce si mosse nel sonno facendo cadere a terra le coperte che la scaldavano e restando solo con il pigiamino azzurro con gli orsetti.

Lentamente un’ombra uscì dall’angolo in cui si era rifugiata, in religioso silenzio coprì la piccola e le rimboccò le coperte. Il suo tempo stava per scadere... lo sentiva... ma non riusciva ad andarsene, non poteva abbandonarla di nuovo.

Con una mano tremante le scostò una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso paffuto e sorrise nel vedere quando fosse somigliante alla madre.

Sentendo quel tocco leggero sul viso, la piccola Luce aprì pigramente gli occhi trovandosi davanti un viso a lei noto. Restò ferma qualche istante intenta ad esaminarlo, quando capì chi aveva di fronte scattò a sedere sul letto abbracciandolo forte.

- Papà! – gioì felice.

- La mia bambina. – mormorò Marcus stringendola forte.

- Dove sei stato papino? – chiese la piccola con il broncio e le lacrime agli occhi – Perché c’era quell’uomo cattivo che ti somigliava tanto?

Marcus le accarezzò il viso e le baciò la fronte.

- Ti prometto che io e la mamma lo cacceremo via quell’uomo cattivo. Ma tu devi promettermi che farai la brava e che sarai sempre forte.

Luce annuì vigorosamente.

- Ora devo andare ma ti do la mia parola che tornerò presto. Ti voglio bene Luce, ti voglio tanto bene.

- Anch’io ti voglio bene papà. – fece prima che l’uomo sparisse davanti ai suoi occhi.

La porta della sua camera si aprì poco dopo e Luce vide entrare un uomo che non aveva mai visto.

- Tu chi sei? – chiese curiosa stringendo a se un orsacchiotto di pezza.

- Il mio nome é Albharon principessina.

- E cosa vuoi da me?

L’ex cacciatore sorrise e allungò una mano verso la bambina.

- Vieni con me... andiamo dal tuo papà.

 

Una ragazza correva verso il punto di ritrovo, dove si era data appuntamento qualche minuto prima con le sue amiche.

Rei fissò il cielo plumbeo…

- Non promette niente di buono… devo sbrigarmi!- disse aumentando il ritmo della corsa.

- Rei aspettaci!- la chiamò Makoto raggiungendola.

- Mako-chan! Non ti ho visto!- disse la miko fermandosi - Minako non è con te?- chiese stupita la giovane guardandosi attorno.

- Sì… sarà rimasta indietro…- ammise sconsolata la ragazza con la coda, riprendendo fiato.

- C’era d’aspettarselo…- convenne Rei scuotendo la testa avvilita. Come al solito per l’interpellata la puntualità era un mero optional.

- Non… è anf… gentile… anf… parlare… alle anf… spalle… anf… Ci… sono… anf… anch’io!- annaspò Minako comparendo in quel mentre alle spalle delle due.

- Possiamo andare adesso?!- chiese la miko con finto rimprovero.

- Aspettatemi!- chiamò una voce.

Tutte e tre guardarono nella direzione in cui proveniva la voce.

- Ami?!- chiesero sorprese osservando la nuova venuta.

- E’ colpa di Usagi… mi ha chiamato per ultima!- si difese la guerriera di Mercurio.

- Meglio andare… quei nuvoloni non promettono nulla di buono…- disse Rei scrutando il cielo.

- Cielo carico di nuvoloni… violenti acquazzoni…- citò Minako.

- Veramente il proverbio è: cielo a pecorelle pioggia a catinelle…- la corresse Ami con aria avvilita.

- Ed io cos’ho detto?!- si offese la guerriera di Venere.

- Meglio andare…- tagliò corto Makoto riprendendo la corsa.

- Ma io sono appena arrivata!- protestò la ragazza mettendo il broncio.

- Non ce tempo…- disse Ami sorpassandola.

- Ehi! Aspettatemi!- protestò lanciandosi all’inseguimento.

 

Intanto, alla base sotterranea di Zoldan.

- Cos’è successo?! Perché non ricordo nulla?!- protestò osservandosi allo specchio incollerito.

- Stai invecchiando?- lo derise la ormai nota voce.

- Piantala… tanto tra un po’ andrai a far compagnia a tua moglie…- sibilò velenoso.

- Non è detto… Ho fiducia in Haruna…- rincarò la voce.

- Non esserne tanto sicuro… Distruggerò la Terra e mi vendicherò! Non avrò pietà per nessuno!- minacciò Zoldan.

- Le ho portato il vino… mio Signore…- disse uno spettro comparendo in quel mentre e guardandosi attorno.

Vide la stanza vuota ed osservò il suo padrone: chissà con chi stava parlando, in quella stanza non c’era nessuno.

- Appoggialo lì…- rispose seccato Zoldan, evitando lo specchio - Sparisci!- esplose, vedendo lo spettro ancora lì.

- Hai perso il tuo autocontrollo?- si burlò nuovamente la voce, mentre Zoldan afferrava il calice di vino rosso.

- Smettila!- urlò, scagliando il calice contro lo specchio. Il calice si frantumò, mentre lo specchio s’incrinò soltanto.

- E’ il momento della resa dei conti…- sibilò Zoldan, prima di sparire, raggiungendo i suoi seguaci.

 

- Zoldan sta preparando un attacco in grande stile…- affermò Ami digitando alcuni dati sul suo mini computer.

- La presenza di energie negative è palpabile…- ammise la miko premendosi le mani sulle tempie.

- Haruna non ci vuole in questa battaglia. - precisò Usagi con tristezza.

- Errore… Haruna non vuole Mamoru ed Usagi… Non ha detto di non volere Tuxedo Kamen e Sailor Moon…- disse il giovane.

- Allora siamo a posto. - rispose convinta la donna abbracciando il marito.

- Usagi non è gentile da parte tua…- le fece notare Minako osservandola con una punta d’invidia.

- Scusate!- disse liberando il marito dalla sua presa.

- Meglio trasformarci!- propose Ami chiudendo il computer ed osservando le sue compagne.

- Ok!- dissero tutti, trasformandosi in quel mentre.

Uscirono poco dopo, diretti verso la battaglia.

 

Haruna era già arrivata ed indossava il vestito da principessa. Lo scettro brillava ad intermittenza. Entrambi erano guardinghi, in attesa che il nemico facesse la sua prima mossa.

Vari spettri volavano sulle strade di Tokyo ora deserte, facendo scappare i pochi temerari che non erano ancora arrivati al sicuro nelle loro case. Haruna osservava tutto, ma rimaneva immobile, non poteva perdere la concentrazione ora, ogni errore le sarebbe stato fatale.

- Sei arrivata. – constatò una voce ad Haruna.

- Zoldan…- sibilò lei con disgusto, cercando la figura ben nota.

- Esatto… ora il tuo maritino è sotto controllo… non intralcerà più i miei piani… Accetta di darmi il tuo potere… Divieni la mia regina… Hai solo da guadagnare…- propose Zoldan invitante.

- Mai…- rispose pronta la donna - Marcus… lo so che puoi sentirmi… ribellati… ti prego… Cristallo d’Oro… Azione!- invocò la giovane, indirizzando il colpo verso Zoldan.

- Cristallo fantasma… Scudo oscuro, azione!- le fece eco Zolda.

Il colpo di Haruna si fermò sulla barriera generata dal demone, ben lontano da quest’ultimo.

- Cosa pensavi di fare, eh?- la derise lui con cattiveria - sei sola… l’ultima volta con te c’era la Regina Selene… ma ora è morta…- sghignazzò lui perfido.

- Ci sono io!- disse una voce alle sue spalle.

- Serenity?- chiese lui sbalordito. Sapeva che era morta per mano di Beryl. Non era plausibile vederla ora in carne ed ossa lì davanti a lui

- E non è sola!- dissero in coro le Sailor dietro alla loro leader.

- Arrenditi Zoldan. - disse Tuxedo Kamen, avvicinandosi a Serenity.

- Come vedi Zoldan… Haruna non è più sola… e non c’è solo il Cristallo d’Oro, ma anche quello d’Argento…- disse Serenity calma.

- Ora posso rispondere alla tua domanda: voglio sconfiggerti! E riprendermi mio marito!- urlò Haruna con gli occhi lucidi.

- Marcus è morto… ma potresti sempre raggiungerlo…- fece lui invitante, ignorando i nuovi venuti.

- Il mio papà non è morto!- disse una vocetta alle spalle di Haruna.

Questa si voltò sconvolta:

- Luce cosa ci fai qui?!- chiese preoccupata la ragazza, osservando il visino in lacrime della figlia.

   
 
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