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Autore: The Edge Of Darkness    05/01/2011    5 recensioni
AU/What if. Anakin scopre il piano di Sidious e farà di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote. Questo però vuol dire sacrificare sè stesso per salvare la moglie e il figlio non ancora nato. Con l'aiuto di Obi-Wan, riuscirà a cambiare i piani del Signore dei Sith, a costo della sua libertà e rischiando di perdere la vita, nonchè la sanità mentale. Sette anni dopo la sua incarcerazione, inizierà il viaggio per ritrovare la sua famiglia. Un viaggio più lungo e più difficile di quanto potesse pensare. Un viaggio che lo segnerà profondamente, durante il quale crescerà e maturerà. La sua piccola Odissea personale. (Rating Arancione per sicurezza, alcune scene sono un po' forti)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola introduzione. Questa storia nasce nel lontano 2005, alla GMG di Colonia, come escamotage per togliermi dalla testa i disagi di dover passare una settimana in condizioni terrificanti. Nasce in inglese e viene pubblicata con stesso titolo su un altro sito. Ho scritto dieci capitoli fino al 2006 poi a causa di impegni contingenti ho dovuto lasciarla lì. Quest'estate ho deciso di riprenderla e la sto finendo sull'altro sito. Ieri ho postato il trentunesimo capitolo tanto per dire. Per curiosità ho voluto tradurla in italiano, darle una spolveratina (i capitoli più vecchi non sono il massimo) e pubblicarla anche qua. Spero che vi piaccia. Il titolo è tratto da una vecchia canzone di Gary Moore e il primo capitolo invece è intitolato secondo una canzone dei Nightwish. Ci sono innumerevoli riferimenti a canzoni e ai film originali, più avanti vedrete. Ho intenzione di lasciare i titoli originali in inglese e, se volete, potete cercarli su google e ascoltarvi la canzone da cui è estratto, potrebbe piacervi.


Capitolo 1 – End of All Hope

La guerra era finita, o almeno così pensavamo. Nelle ultime tre settimane non c'erano state battaglie, la Confederazione era crollata senza la guida di Dooku e finalmente potevamo ricominciare a costruire ciò che la guerra aveva distrutto.

Tutto era cambiato, in “meglio”, per la Galassia come per me, quando il Consiglio decise di conferirmi il grado di Maestro. Non ci credevo nemmeno io. È stato veramente un fulmine a ciel sereno, quella sera quando Obi-Wan mi chiamò a rapporto e il Maestro Yoda mi conferì quell'onore a cui ambivo da tanto tempo. Improvvisamente la mia fiducia nell'Ordine tornò più solida di prima e neanche le parole di Palpatine potevano più minarla. Era una sensazione bellissima. Finalmente si fidavano di me. E non potevo, né volevo, tradire la loro fiducia.

Quando tornai a “casa”, ovvero alla residenza ufficiale di Padmè e le annunciai la cosa, beh, non potete immaginare quanto eravamo felici entrambi. Avevamo tutti e due ciò che volevamo. Io il grado di Maestro, lei la fine della guerra e un figlio in arrivo.

Eh, le cose andavano bene. Troppo bene perchè fosse vero.

Ma giusto un giorno fa, le cose sono iniziate ad andare sempre peggio. I soldati, per ordine di Palpatine, o di Sidious sarebbe meglio dire, iniziarono una caccia al traditore, uccidendo chiunque non fosse gradito al Cancelliere. I livelli più bassi di Coruscant erano un enorme obitorio a cielo aperto, e non sembrava esserci fine. L'ordine era di lasciar fare ai cloni, e anche noi Jedi non sapevamo che fare. Non eravamo stati interpellati, e la legge ci imponeva di star zitti e muti finchè Palpatine non avesser richiesto il nostro aiuto.

È stato a quel punto che scoprii tutto. Tutto il piano per distruggere gli Jedi, l'identità di Palpatine, tutto quanto. Stavo assistendo ad una seduta del Senato quando mi tornò in mente quella sera all'Opera, quando Palpatine mi aveva raccontato la storia di Darth Plagueis. Era un civile, non poteva sapere quella storia. Probabilmente non la sapevano nemmeno gli Jedi, come diavolo...

Mi alzai di scatto dalla mia sedia, spaventando un po' Obi-Wan e senza dire nulla corsi nell'ufficio di Palpatine, approfittando della sua assenza. Un veloce trucchetto mentale alle due guardie fuori dall'ufficio e nessuno si accorse della mia presenza.

Sapevo della presenza di una lista di ordini segreti che solo i cloni e Palpatine conoscevano ed era ora di scoprire che cosa diceva quella lista.

C'era una lista di 150 comandi e relativi contro ordini o appendici, cose relativamente normali per i tempi di guerra ma fu l'ordine 66 e la sua appendice a troncarmi il fiato.

Ordine 66 – Operation Knightfall: Eliminare tutti gli Jedi.

Ordine 66.1 – Eliminare tutti gli Jedi eccetto il Maestro Anakin Skywalker.

Non ci potevo credere. Ad un tratto tutto aveva senso. I poteri speciali al Cancelliere, il suo andar contro ogni opinione del Consiglio, il suo ostruzionismo...Palpatine voleva il controllo della Galassia. E non solo, Palpatine voleva eliminare l'Ordine. E chi altri a parte i Sith poteva volere una cosa come questa?

Mi accasciai sulla poltrona del Cancelliere, disperato. Avevo scoperto la vera identità di Palpatine. Come stupidi avevamo passato quasi tredici anni alla ricerca di Darth Sidious, fin dalla morte del Maestro Qui-Gon Jinn, e non ci eravamo mai accorti di avercelo di fianco. Di servirlo per giunta!

Tutti noi Jedi siamo stati a dir poco ciechi, a tal punto da non riuscire a vedere al di là del velo che il Lato Oscuro aveva creato. Io stesso ero stato cieco, ben più degli altri, perchè per tredici anni ho considerato Palpatine un amico fedele e fidato. Che idiota.

Per tredici anni gli ho permesso di fare macchinazioni su macchinazioni, gli ho dato spazio abbastanza così che potesse instillare in me il dubbio nei confronti del Consiglio, e mentre lui continuava a dirmi che il mio potenziale era sprecato e che il Consiglio non si fidava di me, la guerra infuriava nella Galassia e i cadaveri si accumulavano.

Per non parlare del fatto che più di una volta sono stato tentato dal Lato Oscuro della Forza, tutto per colpa sua. Per poco non sono caduto nella sua trappola, una trappola che aveva iniziato a tessere quando ero un bambino e c'è mancato veramente poco perchè ci cadessi dentro con tutto me stesso.

Dovevo avvertire qualcuno. Ma soprattutto dovevo mettere in salvo Padmè, quella era la mia priorità. L'ordine 66.1 era una variante del precedente nel caso io non fossi caduto nella trappola di Sidious, considerando che era stato inserito dentro la lista lo stesso giorno in cui ero stato nominato Maestro. E non c'ero cascato. Questo voleva dire solo una cosa, che lei era in pericolo. Sapevo nel mio cuore che Sidious sapeva del nostro matrimonio anche se non l'avevo mai detto a Palpatine e mpm potevo permettere che qualcuno le facesse del male. Anche se da quando ero stato nominato Maestro non facevo più quell'incubo maledetto ogni notte, sapevo che se qualcosa fosse andato storto lei sarebbe stata la prima ad essere ricercata.

Mandai un messaggio ad Obi-Wan, scaricai i dati su un datapad e cancellai le mie tracce dal computer del Cancelliere, poi corsi verso la sala del Consiglio, dove avevo chiesto ad Obi-Wan di raggiugermi.

Rimasi lì per non so quanto tempo, da solo, seduto sulla mia poltrona, a pensare e rimuginare su quello che stava succedendo. Fuori, il sole stava calando sulla città, e nuvole cariche di pioggia si stavano ammassando dall'altro lato dell'orizzonte, quasi a rispecchiare il mio umore nero.

A mano a mano che il tempo passava, la luce calava sempre di più e prima che il mio Maestro arrivasse, la sala fu avvolta dalle tenebre. Non accesi l'illuminazione artificiale, stavo meglio così. Ero sconvolto, e le tenebre mi aiutavano a riflettere.

Dopo un tempo interminabile, sentii i passi di qualcuno fuori dalla porta e l'eco nella Forza di Obi-Wan che si avvicinava. Improvvisamente mi sentii un po' meglio, anche se il terrore di dovergli rivelare il mio segreto era tale che mi tremavano le gambe, sapevo che sospettava qualcosa, però rivelarglielo così, su due piedi, non era proprio la cosa più facile della Galassia. Mi alzai in piedi e diedi le spalle alla porta qualche secondo prima che entrasse.

“Qualcosa non va Anakin?” chiese, calmo come sempre, neanche un saluto o un convenevole.

Guardai giù, per le vie di Coruscant, e in mezzo a quel marasma di speeder e convogli militari trovai quasi uno schema contorto tanto quanto quello di Sidious.

“Sì Maestro. C'è qualcosa che non va.” gli lanciai il datapad senza neanche guardare. “Quando sono corso via dalla seduta del Senato sono andato nell'ufficio del Cancelliere, e nel suo computer ho trovato questo.”

“Cos'è?” chiese, nella sua voce una vena di spavento.

“Guarda l'Ordine 66 e il seguente.” dissi semplicemente. Non avevo il coraggio di dirglielo io stesso. Mi tremava la voce.

“Che diavolo...” ecco, aveva letto. “Che diavolo sta pensando di fare?”

“Maestro, Palpatine...è un Sith, e sono sicuro che è il Sith che stiamo cercando, Darth Sidious.”

“Ma perchè te? Perchè uccedere tutti tranne te?” non capivo se era più preoccupato per le sorti dell'Ordine o per me.

“Perchè per tredici anni non ha fatto altro che cercare di portarmi dalla sua parte. La sua amicizia era falsa, voleva usarmi come pedina, voleva portarmi al Lato Oscuro, e temo che non voglia mollare la presa, nonostante abbia un altro apprendista!” risposi. A ripensarci adesso, dopo tanti anni, mi meraviglio ancora della mia freddezza in quel frangente.

“Chi sarebbe?”

“Ti ricordi sei anni fa che nell'Orlo Esterno sparì il Padwan del Maestro Draghil?” gli chiesi.

“Sì...più o meno...non era tuo amico?”

“Beh, circa. Non è che fossimo così amici, Aster è sempre stato un tipo taciturno. In ogni modo, pare sia lui. Ho letto il suo nome in più di un file sul computer di Palpatine e dubito che il nome di un Padawan sparito nel nulla sia lì per caso.”

Lo sentii tirare un forte sospiro, preoccupato. La Forza era in subbuglio, qualcosa di grosso stava per succedere, ne eravamo certi entrambi.

“Bene, ora basta eliminare quel bastardo e rimettere le cose a posto!”

Sentirlo inveire contro qualcuno mi fece quasi ridere. Lo conoscevo da tredici anni e mai una volta che avesse tirato fuori una parola sgarbata nei confronti di qualcuo. Era proprio esasperato.

Calò uno strano silenzio nella sala, volevo dirgli tutto ma non avevo il coraggio. Dovette quasi tirarmi fuori le parole con le pinze per farmi aprire.

“C'è dell'altro vero?” domandò, di nuovo calmo.

Annuii, non fidandomi della mia voce. Ero stanco, non ne potevo più di quel tormento. A malapena stavo in piedi mentre mi passava per la mente il pensiero che Padmè potesse soffrire per colpa mia. Meglio, per le mire di una persona di cui entrambi ci eravamo fidati ad un certo punto della nostra vita. Sarebbe stato un colpo tremendo per lei scoprire la vera identità del suo ex Senatore di fiducia. Per poco le gambe non cedettero poi quando pensai al fatto che prima o poi quell'ordine maledetto sarebbe stato dato e che gli Jedi sparsi per la Galassia sarebbero stati ammazzati per un semplice gioco di potere.

Giochi di potere. Le nostre vite, mia e di Padmè, erano state perno di un piano atto a distruggerci. Non potevo permetterlo. Se uccidevano me, non me ne importava granchè, ma lei era tutto, non volevo altro che la sua felicità e quella del nostro bambino, nient'altro. Era ora di sputare il rospo.

“Che c'è Anakin?” mi incalzò.

“La Senatrice Amidala.” dissi, seccamente. Bene, l'avevo detto.

“C'è qualche problema con lei?” mi domandò, dal tono capii che stava facendo il finto tonto.

“Portala via, portala lontano da qua, nascondila in un modo o in un altro. Vai da mio fratello, su Tatooine, dubito che la cercheranno lì. Palpatine sicuramente scoprirà che sono stato nel suo ufficio e che so dell'Ordine 66, troverà un modo di screditarmi, e se lo fa tutto l'Ordine affonderà nel fango. Probilmente si inventerà che ho cercato di ucciderlo e mi arresterà, in modo da avermi sempre sotto controllo. Non voglio che Padmè sia coinvolta in qualche modo. Lei deve restarne fuori!” risposi. Stavo perdendo la calma. La consapevolezza di quel che stava per succedere mi dava il voltastomaco.

“Dimmi almeno perchè.”

La richiesta mi parve quasi troppo. Chiusi gli occhi, cercai di calmarmi, presi qualche profondo respiro prima di parlare di nuovo. “Perchè è mia moglie, Maestro. Perchè tre anni fa l'ho sposata, e perchè aspetta un bambino...e non voglio che le succeda niente. Ecco perchè!”

La loro vita dipendeva da me. Dovevo fare qualcosa. E se quel qualcosa era lasciarla nelle mani fidate di Obi-Wan mentre io assecondavo i piani di Palpatine, beh, l'avrei fatto. Non avevo paura di morire, se questo significava la salvezza di mia moglie e di mio figlio. “Portala via, ti prego.”

“No Anakin, non lo farò. È tua moglie, sei tu che devi prendertene cura.” quello che disse, e soprattutto la calma con cui lo disse, mi diede la conferma che sapeva benissimo della mia relazione con Padmè. Beh, un peso in meno da portarmi sulla coscienza. “Non posso permetterti di abbandonarla!”

“Non la sto abbandonando, le sto salvando la vita. Sta per succedere qualcosa di grosso, lo sento nella Forza, così come sento che Palpatine non mi ucciderà, almeno non subito. Però potrebbe usarla per tentarmi di nuovo, l'ha già fatto un'altra volta e per farlo le farebbe del male. Non posso permetterglielo. Tienila nascosta, fai in modo che stia bene. Se lo facessi io, saremmo perennemente inseguiti dalle truppe e dai cacciatori di taglie, voi due invece, soprattutto se riuscite ad inscenare la vostra morte in qualche modo, ce la potete fare. Prima o poi potrei veramente cedere al Lato Oscuro, e questo mi fa paura. Mi terrorizza perchè potrei farle del male quindi, per piacere. Vai, portala su Tatooine e da lì pensate a da farsi. Mio fratello vi aiuterà. Non preoccuparti per me, me la caverò in qualche modo e giuro che vi troverò. Non so quanto ci metterò, ma vi troverò.” mi voltai per guardarlo in faccia, almeno un ultima volta. “Per favore. Vai. VAI ORA!” gridai.

Se ne andò, senza dire una parola. Di corsa. Fu l'ultima volta che lo vidi per i seguenti otto anni.

Mi girai nuovamente verso la finestra e scaricai tutta la rabbia che avevo dentro scagliando un pugno alla finestra. Fortuna che usai la mano destra, o mo sarei fatto molto male. Arrivare a crepare il trasparacciaio richiede molta forza.

Finalmente più calmo, indossai nuovamente il mantello, tirai su il cappuccio e con calma mi feci strada verso l'ufficio di Palpatine.

L'avrei affrontato. In un modo o nell'altro.



Non assicuro che posterò i capitoli con regolarità, università, real life e pubblicazione della storia originale hanno la precedenza, ma cercherò di essere più veloce possibile. Divertitevi e che la Forza sia con voi.
 

   
 
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