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Autore: leocaccino    06/01/2011    8 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                                    - Capitolo 10: Gara di ballo -
 









 Alex si alzò a sedere sul letto, infastidito dal suono del suo cellulare che suonava: la sveglia. Si alzò in piedi la testa gli girava. Quella notte aveva fatto un sogno strano. Più di un sogno gli sembrava la vivida realtà. Aveva sognato Thomas che lo baciava, un contatto di pochi secondi, caldo e umido. Dolce. Sulle labbra sentiva come uno strano formicolio. Le sentiva calde e bagnate, come se il bacio lo avesse ricevuto veramente. Il biondino si lascio cadere sul letto, era così stanco di nascondere i suoi sentimenti e di accontentarsi di sogni che lo ritraevano in un quadretto felice con Thomas. Soprattutto era stanco del suo carattere così strano, il giorno prima era arrabbiato e quello dopo felice come una pasqua. Sbuffò e si rialzò, dirigendosi in bagno. Lì si guardò allo specchio e si sciacquò la faccia e si passò la matita nera sotto gli occhi. La sera prima l’aveva tolta e forse era per questo motivo che non era riuscito a concludere nulla con lo scrittore. D'altronde quella matita lo aveva sempre fatto sentire protetto dalla madre, anche se lei non c’era più ormai. Dopo una rinfrescata lenta e goduta, in cui pensò come e quando perdonare Thomas, cosa che in verità aveva già fatto ma che non voleva ammettere, si diresse verso la sala da pranzo. Nella sala non c’era nessuno. Era solo.
“ Strano” pensò “ Thomas non ha dormito con me, non era sul divano e non è qui” addentò un pezzo di pane e marmellata “ Che sia nel suo studio?” si alzò e fece per uscire dalla sala da pranzo ma la voce acuta e un po’ rauca di Olga lo fermò.

- Dove credi di andare tu? – Alex si voltò sorridente, cercando di nascondere la tristezza. Olga di rimando mise le mani sui fianchi contrariata ma felice allo stesso tempo.
- Da Thomas – era la verità, se lo avesse trovato sveglio, magari sarebbe riuscito a perdonarlo apertamente e a confessargli i suoi sentimenti.
- Avete fatto pace alla fine? – Olga sorrise felice. Cosa ne sapeva lei del loro litigio? Che Thomas le avesse detto qualcosa
-In che senso scusa? – chiese un po’ sorpreso il ragazzino. Lei alzò un sopracciglio.
- Ieri sera io e il signor Rey abbiamo parlato un po’ e lui mi ha confessato che era seriamente dispiaciuto per averti fatto minimamente soffrire – Alex si sedette nuovamente per ascoltare e lasciò che anche la donna si accomodasse su una sedia – In fondo lui vuole solo proteggerti Alex e ieri sera era deciso a dirti tutto questo – il ricciolo non capiva.
- Io ieri sera stavo già dormendo – spiegò il ragazzo.
- Strano perché il signor Rey quando è uscito dalla vostra camera, aveva un’espressione più serena di quando vi è entrato – la donna sorrise – Ho pensato quindi che voi aveste fatto pace –
- Con me lui non ha parlato, perché, ripeto, io dormivo – prese un altro pezzo di pane e ci spalmò sopra il burro – E poi se deve solo chiedermi scusa, può anche risparmiarselo – il suo tono aveva assunto una nota di superbia.
- Perché lo tratti in questo modo? – costatò Olga – Insomma lui ti vuole veramente bene, solo che le sue idee, se non sono per i suoi libri, sono limitate – Alex rise di gusto, prendere in giro Thomas lo rendeva un po’ allegro.
- Il fatto è che io l’ho già perdonato, anzi non sono mai stato arrabbiato con lui -  spiegò poi.
- Allora perché non glie lo dici – lo incalzò la donna – Su forza. Ieri sera, dopo essere uscito dalla vostra camera, si è rifugiato nel suo studio con uno sguardo sereno e un sorriso stampato sul volto – Alex a stento tratteneva le risate mentre immaginava lo scrittore con un sorriso ebete stampato sul volto che si aggirava per la casa come un’anima in pena. Il ragazzo quindi si alzò dalla sedia e fece per uscire dalla sala da pranzo tutto felice e rinvigorito dalle parole della governante, quando la voce della donna lo richiamò all’attenzione un’ultima volta – Alex, tu lo ami, vero? – più che una domanda sembrava un’affermazione. Il ragazzo avvampò. Olga lo aveva scoperto. Il biondino non seppe che rispondere, stava cominciando a cedere però.
 – Sì – ammise flebilmente dopo un minuto buono di silenzio. Aveva paura che lo venisse a sapere Thomas, o peggio ancora: altre persone al di fuori di quella casa. Escludendo Lucas logicamente, che già sapeva tutto. La donna dopo uno sguardo accurato, sembrò leggergli nella mente.
- Non ti preoccupare questo sarà il nostro piccolo segreto – lo rassicurò subito dopo. Alex le sorrise, sforzandosi di fidarsi di lei. Poi uscì velocemente, prima che Olga potesse fare altre domande o affermazioni, a cui lui non avrebbe retto. Mentre si dirigeva verso lo studio di Thomas, gli venne in mente la gara di ballo, si era praticamente dimenticato che aveva tutti i pomeriggi le prove. Corse subito in camera da letto e prese un pezzo di carta su cui scrivere, doveva avvisare Thomas che quel giorno non avrebbero pranzato insieme e che sarebbe tornato solo la sera. Quando scrisse tutto il necessario per far sapere allo scrittore con chi era e dove andava nel pomeriggio, si avviò nuovamente verso lo studio. Aprì la porta lentamente e silenziosamente sgattaiolò dentro, in modo che se Thomas stesse dormendo, non lo avrebbe svegliato. Aveva proprio visto giusto, l’uomo ronfava con la testa poggiata sulla scrivania, le braccia a fargli da cuscino. La giacca dello smoking era appesa allo schienale della sedia. Alex gli carezzò i capelli. La sua espressione era serena, anche se manteneva sempre una ruga di tristezza. Ritrasse la mano e guardò il computer: era ancora acceso, solo il monitor si era spento. La curiosità era veramente forte ma Alex riuscì a tenerla a freno. Lasciò il bigliettino di carta sulla scrivania e prima di uscire coprì Thomas mettendogli la giacca dello smoking sulle spalle. I suoi muscoli erano tesi. Chissà che stava sognando? Con questo pensiero che gli martellava la testa, il ricciolo uscì da casa stranamente in anticipo, per una volta.
 
Thomas si svegliò con una sensazione di calore sulle spalle e con il rumore dell’aspirapolvere che gli martellava le orecchie. La testa gli faceva male a causa della lunga permanenza notturna davanti al computer. Si massaggiò le tempie e poi si alzò. Scoprì subito, con la caduta di quello che aveva sulle spalle in terra, che la sensazione di calore era prodotta dalla giacca dello smoking. Lui però non si era coperto prima di addormentarsi. Che fosse stato Alex? Ci sperava. Almeno quel gesto dimostrava che ci teneva a lui. La raccolse e la gettò svogliatamente sulla sedia. Poi si avviò al bagno, per farsi la solita doccia mattutina e perdersi quindi nei suoi pensieri. Lì si preparò una bella vasca di acqua calda e ci s’immerse. Reclinò la testa all’indietro e ascoltò il silenzio. L’assenza di rumore lo rilassava, lo faceva sentire libero. Respirò a pieni polmoni il vapore che saliva dall’acqua bollente che sapeva di menta. Chiuse gli occhi e la sua mente corse alla sera prima. Alle sue labbra che si poggiavano su quelle di Alex. A quel bacio rubato così, senza motivo, senza una spiegazione logica. Thomas si passò una mano bagnata sul viso.
“ Le sue labbra erano così calde e invitanti” cercò una scusa mentalmente “ No il problema vero è che lo amo e ormai non posso farci più nulla” si arrese prima di immergere la testa sott’acqua “ Devo assolutamente dirgli quello che provo per lui, magari quando torna da scuola” si alzò dalla vasca e si asciugò lentamente continuando a pensare ad Alex. Quel ragazzo ormai occupava la sua mente ventiquattrore su ventiquattro. Era il suo chiodo fisso. Dopo essersi vestito Thomas fece una veloce colazione per poi tornare a lavoro. Quando entrò nel suo studio, intercettò subito un bigliettino sulla sua scrivania. Lo lesse velocemente nella sua mente.
“ Thomas oggi non torno a pranzo scusa. Ho le prove per una gara di ballo. Non preoccuparti sono con Lucas. A stasera” lo appallottolò dopo averlo finito di leggere e lo gettò nel cestino al suo fianco. Certo secondo lui doveva rimanere tranquillo. Thomas rodeva di gelosia. Gli dava fastidio solo sentire il nome di quel ragazzo.
- Con Lucas … - sussurrò a denti stretti. Si gettò sulla sedia e si tenne la testa tra le mani, le dita scivolarono tra i capelli stringendoli per la rabbia – Ora capisco, è di lui che è innamorato – un altro mormorio. Come si era ridotto male. Anzi, com’era riuscito a ridurlo Alex. Lo faceva persino parlare da solo. Guardò l’ora sul suo Rolex, erano appena le dieci del mattino. Magari avrebbe prima scaricato la rabbia, la frustrazione e la gelosia scrivendo e poi avrebbe chiamato Alex, per sapere almeno se aveva mangiato e se era arrivato al luogo delle prove. A proposito, chissà dove si tenevano? E se fosse stata una zona poco sicura? Appena avrebbe chiamato il ragazzo, glie lo avrebbe chiesto. Con tutte quelle preoccupazioni che gli martellavano la testa e, soprattutto, il cuore, inforcò gli occhiali sul naso e cominciò a scrivere.
 
Finalmente si mangiava. Alex addentò il suo panino famelicamente, come se non mangiasse da secoli. Lucas, di fronte a lui, lo guardò con tenerezza: il biondino quando era affamato era ancora più carino. Poi cercò di mettere da parte i suoi pensieri, anche quelli poco casti, che stava facendo sul suo amico e cominciò a mangiare a sua volta.
- Allora, sei riuscito a confessare i tuoi sentimenti a Thomas? – il moro ruppe il silenzio.
- In verità abbiamo litigato di nuovo – Alex rispose a bocca piena, ma la sua espressione sembrava triste.
- Colpa tua o colpa sua? – lo incalzò l’altro.
- Sua! – rispose di getto il ricciolo. Poi ci pensò un attimo – Di entrambi – ammise dopo aver ingoiato.
- Che cos’è successo? – Lucas voleva sapere. Magari scoprendo più cose, avrebbe anche capito perché Alex preferiva Thomas a lui. Il riccio a quella domanda si lasciò andare, sfogandosi come non faceva da giorni. Gli raccontò della lettera ricevuta da Debby, che poi alla fine si era scoperto che era stata scritta da Thomas. Gli spiegò la gelosia che provava per ogni minima persona ronzasse intorno allo scrittore. Gli raccontò dell’amore forte che non riusciva a gestire. E infine gli raccontò il sogno che aveva fatto la notte prima. Quel bacio che sembrava così vero, così raggiungibile. Un contatto di pochi secondi che gli aveva procurato un formicolio sulle labbra, una fitta al cuore, ma non di dolore, di felicità e di stupore. Lucas lo ascoltò con un sorriso triste stampato sulle labbra, un sorriso di cui Alex non sembrava nemmeno accorgersi, anche perché continuava imperterrito a parlare del “suo” Thomas.
- Lui si è scusato con te? – chiese il moro interrompendolo.
- Sì, troppe volte – sospirò.
- E tu lo hai perdonato? –
- Non proprio – Lucas si preoccupò della risposta un po’ vaga.
- In che senso scusa? –
- Gli ho urlato contro e mi sono chiuso in camera da letto, senza cenare – confessò lui. Lucas lo guardò divertito, contagiando anche Alex con il suo sorriso.
- Posso chiederti una cosa? – cambiò poi discorso il moro.
- Certo! – esclamò felice l’altro.
- Quando tu ed io ci siamo baciati – Lucas prese un bel respiro. Alex sapeva cosa stava per dire, ma non lo interruppe – Beh ecco vedi, mi chiedevo se tu avessi provato lo stesso formicolio appena dopo il nostro contatto – Alex sospirò.
- Vedi Lucky – ormai quel soprannome serviva a rassicurarlo – Io non provo per te quello che sento per Thomas e quindi non proverò mai le stesse sensazioni che ho con lui, anche in un sogno – il moro abbassò lo sguardo. Alex lo guardò con tenerezza, gli dispiaceva un sacco farlo soffrire, ma in fondo era l’unico modo per fargli capire che non lo avrebbe mai amato, non come Thomas. Il pranzo continuò in assoluto silenzio. Lucas aveva paura di dire qualcosa di sbagliato, magari di fargli qualche domanda cui non andava di rispondere. Alex invece era immerso nei ricordi del sogno che aveva fatto la sera prima: sarebbe stato bello se Thomas lo avesse baciato veramente. Fu lo squillare del suo cellulare che interruppe il silenzio calato. Alex fissò lo schermo con poca voglia. “Thomas” lesse mentalmente. Chissà perché ogni volta che lo pensava, lui lo chiamava magicamente. Sembrava che tra i due ci fosse un contatto mentale. Alex rispose con un “ciao” euforico.
- Come mai tutta questa felicità? – la voce di Thomas sembrava triste.
- Nulla – Alex si preoccupò – E’ successo qualcosa? –
- Perché lo chiedi? – la voce dello scrittore assunse un tono speranzoso.
- Perché mi preoccupo di te, zuccone - “E perché ti amo”si limitò solo al pensiero. Poi però aggiunse – E perché avevi la voce triste –
- Ti preoccupi per me? – Thomas sembrava sorpreso.
- Certo – il biondino poi pensò alla scenata che aveva fatto a Thomas il pomeriggio prima – Guarda che ti voglio bene, anche se a volte litighiamo – quelle parole gli erano uscite da bocca senza volere. Thomas era rimasto muto, senza ribattere. Strano ma vero. Lo scrittore più famoso del momento, ammutolito da una dichiarazione d’affetto di un ragazzino – Come mai eri triste? – aggiunse infine il biondino per spezzare la tensione.
- Perché ho letto il tuo bigliettino – Alex perse un battito. Che si fosse offeso? – E perché mi manchi – il ragazzo finì con l’avvampare, facendo ridere di gusto il moro di fronte a lui. Alex lo guardò male facendolo zittire: non sopportava quando si rideva di lui.
- Scusa, adesso devo andare – cercò di chiudere lì la conversazione che sicuramente lo avrebbe fatto cedere in poco tempo – Ci vediamo stasera – tagliò corto e chiuse la chiamata senza aspettare la risposta. Riprese a mangiare il resto del panino ma fu interrotto dopo solo un morso da Lucas.
- Era Thomas? –
- Già – non voleva parlare con lui di quello che si erano detti, anche se dal suo rossore ancora presente sulle guance, si poteva intuire tranquillamente.
- Che cosa ha detto? – insistette il moro.
- Che non devo fare tardi – mentì l’altro – Piuttosto, perché vieni anche tu al ritrovo?- non ci aveva ancora pensavo.
- Per giocare un po’ a basket e per guardarti ballare – la sua espressione sorridente faceva paura al biondino – Sai sei sexy quando ti muovi a passo di danza – ecco il perché delle sue paure.
- Sai che questo panino è proprio buono – Alex cercò subito di sviare il discorso prima che Lucas potesse andare troppo oltre con i complimenti. Il pranzo tornò al suo religioso silenzio. Alex invece continuò a pensare a Thomas. Anzi, a quello che gli aveva detto. “Mi manchi” due parole che gli rimbombavano nella mente, dette sempre con il tono triste e rassegnato che aveva lo scrittore nel momento in cui gli erano scappate di bocca. Con questo pensiero che gli ronzava in testa, affrontò il duro pomeriggio: le prove per la gara e tutti gli esercizi per il riscaldamento. Quell’affermazione lo fece distrarre più volte, arrivando a sbagliare anche alcuni passi. Inoltre non riusciva più a sostenere nella sua testa la scena che aveva sognato la notte prima.
 
Thomas era steso sul divano. Le mani nelle tasche della felpa bianca che indossava stringevano il cellulare. Che stupido era stato, aveva chiamato Alex e non gli aveva nemmeno chiesto dove si svolgevano le prove della gara di ballo. Che razza d’idiota. Era bastata la voce del biondino per farlo andare in confusione. Inutile dire che sembrava quasi che i ruoli si fossero invertiti, Alex l’uomo e Thomas l’adolescente. Chissà se anche il ragazzino aveva dei dubbi e delle incertezze tipiche della sua età.
“Quando diamine torna a casa ?”erano minuti che Thomas si torturava con questa domanda. Erano solo le quattro del pomeriggio, chissà quanto avrebbe dovuto aspettare ancora? Si passò una mano sul viso. Di chiamarlo non se ne parlava proprio. Non voleva fare la parte di quello che assillava. Doveva solo aspettare ma soprattutto doveva rimanere tranquillo.
“Ha detto che mi vuole bene”ripensò alla loro chiacchierata telefonica. Alex sembrava più tranquillo quando stava lontano da lui, meno nervoso e più naturale. Forse solo perché stava con Lucas.
- Lucas… - mormorò flebilmente – Solo se sta con lui, riesce a essere allegro – stava di nuovo parlando da solo. Si alzò a sedere e si massaggiò il setto nasale. Poi si alzò e si diresse nel suo studio. Scrivere lo faceva insolitamente calmare. Inoltre accese la musica e si mise un paio di cuffie per non disturbare nessuno, volendo alzare il volume al massimo.
 
Alex era distrutto, sia mentalmente sia fisicamente. Non volendo inoltre scomodare nessuno in casa, aprì con il suo mazzo di chiavi: un doppione delle originali che Thomas aveva fatto duplicare solo per lui. Già, quante cose aveva fatto lo scrittore per lui e in cambio Alex gli urlava sempre contro, oppure se la prendeva per delle stupidaggini, tenendogli il muso per giorni interi.
“ Basta, è il momento di crescere e affrontare i miei sentimenti per Thomas” si ripeté mentalmente mentre posava la tracolla nella camera da letto e  prendeva dei vestiti per cambiarsi dopo la doccia che voleva fare. Di Thomas non aveva visto nemmeno l’ombra, che fosse uscito con qualche sua spasimante? Solo a pensarci gli saliva il sangue al cervello. Corse subito in bagno, aveva bisogno di lavarsi, anche perché puzzava come una capra. Dopo essersi fatto un bagno caldo e rilassante, fece un giro per la casa, voleva assolutamente trovare quello zuccone dello scrittore, aveva bisogno di parlargli e di stare un po’ vicino a lui. Dopo un giro accurato della casa e delle stanze, gli rimase solo lo studio da controllare. Entrò lentamente e attento a non far rumore. Non si era sbagliato, Thomas era davanti al computer, aveva le cuffiette con la musica accesa. Alex gli poggiò le mani sulle spalle. Come quella mattina i muscoli erano tesi come una corda di violino. Lo scrittore sobbalzò di spavento a quel contatto. Si voltò di scatto e quando incontrò gli occhi sorridenti e felici del biondino, gli sorrise.
- Quando sei tornato? – Thomas tornò a fissare il monitor, spegnendolo insieme al computer.               
- Poco fa – Alex cominciò a massaggiargli le spalle. Thomas mugolò di piacere, probabilmente ne aveva proprio bisogno. Poi a un tratto s’irrigidì.
- A proposito, dove si svolge la gara? – era una domanda un po’ insolito.
- Al ritrovo – e la risposta fu semplice.
- Questo lo avevo capito – Thomas si stava innervosendo – Dove si trova questo posto? – chiese rimanendo però calmo. Alex gli diede una rapida serie d’indicazioni per raggiungerlo.
- Come mai queste domande? – una lampadina poi gli illuminò i pensieri – Vuoi per caso venirmi a vedere ballare? – era leggermente esaltato alla sola idea. Gli avrebbe fatto sicuramente piacere.
- Che giorno? – chiese subito curioso.
- Giovedì pomeriggio –
- Non posso – mentì Thomas. Non voleva dargli la soddisfazione di dipendere da lui. Non ancora almeno. La risposta così lapidaria ferì Alex. Il ragazzo lasciò la presa sulle spalle dello scrittore e indietreggiò leggermente. Aspetto che l’altro si alzasse e che lo guardasse per parlare.
- Che cosa devi fare di così importante ? – chiese stizzito il biondino.
- Cose che non posso dirti – continuò a mentire il più grande. Thomas continuò a reggere lo sguardo divertito del ragazzino. Poi gli si avvicinò e gli arruffò i capelli prima di uscire dalla stanza. Alex lo seguì e, in salotto, lo bloccò per un polso.
- Non avevi detto oggi che ti mancavo? – chiese con strafottenza.
- Non ci credi? – Thomas sorresse il suo sguardo con tristezza.
- No! – rispose lapidario. Thomas strattonò il braccio e lo tirò a se. Con la mano libera gli prese il mento e avvicino il viso di Alex al suo. Gli venne la tentazione di baciarlo lì, su due piedi e dirli soprattutto che lo amava da morire.  
- Mi manchi tuttora – sussurrò nell’orecchio destro del ragazzo – Nel senso che non ti riconosco più – lo lasciò. Il biondino prese la dovuta distanza per non cedere alla passione che gli sussurrava nella testa di prendere l’iniziativa e dirgli “ti amo”. Un gesto però che Thomas interpretò come un rifiuto – D’altronde non riconosco nemmeno più me stesso – detto questo, si girò e si chiuse in bagno. Quando fu il momento di cenare, i due non scambiarono una parola. Alex era troppo impegnato a pensare alle parole che gli aveva detto poco prima lo scrittore.
“In che senso non mi riconosce più?” ebbe però paura di fargli questa domanda. Provava anche un po’ d’imbarazzo per il gesto di Thomas: insomma lo aveva tirato a se ed erano così vicini. Perché lo aveva fatto? Forse aveva capito che Alex gli moriva dietro? Questi pensieri martellavano la testa del biondino e gli procurarono una forte emicrania. Quando ebbe finito di mangiare, si ricordò che lui e Thomas non avrebbero potuto pranzare insieme almeno fino a venerdì.
- Thomas – cercò di portarlo alla sua attenzione. Lo scrittore alzò la testa verso di lui – Fino a venerdì posso mangiare fuori? – prima che Thomas però potesse dire qualcosa, aggiunse – Sai è per le prove. Le ho tutte i pomeriggi – dopotutto era la verità ma perché si sentiva così male.
- Come vuoi – l’altro gli sorrise con indifferenza. Alex si chiese perché adesso lo trattava così. Uscì dalla sala da pranzo salutandolo appena. Poi si chiuse in camera e prima di addormentarsi pensò che avrebbe dovuto trascorrere dei giorni veramente stancanti per via delle prove della coreografia.
 
I giorni passarono veloci. I due parlavano poco e se lo facevano era solo per salutarsi. La maggior parte delle volte era Alex che incominciava un discorso a cui Thomas partecipava tramite monosillabi. La cosa faceva andare in bestia il ragazzino, che ce la stava mettendo tutta per far tornare Thomas solare com’era prima della loro ultima lite. Che avesse anche lui dei problemi? Ogni volta che si faceva questa domanda, gli tornava in mente l’ultimo vero discorso che avevano fatto.
“ Forse oggi doveva fare qualcosa per risolvere i suoi ipotetici problemi” pensò mentre si cambiava e indossava, al posto dei soliti vestiti, gli abiti per ballare: una maglietta bianca larga, sicuramente due taglie in più della sua, un pantalone blu notte che doveva portare tirato fin sotto il ginocchio, in modo da tener scoperto il polpaccio, a una gamba e infine un cappellino blu e bianco da hip-hop.
 “Ecco perché non è venuto a vedermi” continuò il suo discorso monologo mentale mentre, insieme al suo gruppo, saliva sul piccolo palco scenico che era stato allestito al ritrovo. Tra il pubblico c’era molta gente, tra cui Lucas, che durante la presentazione del giudice, un noto critico e maestro di ballo, gli fece l’occhiolino e sillabò “buona fortuna”. Alex prima dell’inizio della musica, guardò le altre, anche perché i ragazzi entravano dopo, e costatò se erano pronte. Si chiese mille volte perché lui doveva ballare con le ragazze e soprattutto doveva essere vestito come loro.
La musica iniziò, come anche tutti i ballerini cominciarono a muoversi e a danzare. Alex ce la stava mettendo tutto. La coreografia era veramente difficile. Quasi a metà della canzone, entrarono anche tutti gli altri ragazzi e il balletto si concluse poco dopo con un’acrobazia di uno di loro. Come ultimo passo, Alex girò su se stesso e puntò gli occhi sul pubblico. Sgranò gli occhi quando video un sorridente Thomas appoggiato a uno dei muri dipinti da mille graffiti colorati, le braccia incrociate sul petto. Indossava una camicia a maniche corte abbastanza aderente nera e un paio di jeans probabilmente griffati. Sembrava più bello del solito. Alex ricambiò il sorriso. Alla fine era venuto, ma durante tutto il balletto e nemmeno prima di iniziare lo aveva visto. Magari a causa di tutta la folla. Quando Alex scese dal palco corse subito nel luogo in cui lo aveva visto, mentre il gruppo sfidante ballava. Arrivato lì, però non vide nessuno e fu presto inghiottito dalla folla euforica. Ritornò quindi a festeggiare, anzi per meglio dire, a essere festeggiato dalla propria squadra per il perfetto balletto che aveva ideato. Solo alla fine di tutta la gara, vinta da Alex e la sua squadra, Lucas gli si avvicinò.
- Sei stato fantastico – gli occhi gli brillavano. Alex sorrise timidamente.
- Dai non esagerare – una delle ballerine gli tirò una gomitata amichevole e intervenne.
- Accettalo un complimento una volta ogni tanto – e gli fece l’occhiolino. Alex la fulminò con lo sguardo. Chissà cosa aveva capito.
- A proposito – Alex cambiò discorso – Hai visto mica Thomas in giro? – chiese speranzoso.
- No, perché? – lo sguardo triste di Lucas lo fece subito sentire in colpa.
- Nulla, dai non importa – sorrise per sdrammatizzare.
– Andiamo? – era la ragazza che si era intromessa prima, poi tirò Alex a se - Carino il tuo ragazzo – gli sussurrò nell’orecchio. Alex la guardò male.
- E’ solo un amico – sussurrò di rimando. La ragazzina sorrise e gli fece l’occhiolino nuovamente prima di andarsene a braccetto con il suo, probabile, ragazzo. Alex si voltò verso Lucas.
- Io dovrei andare – trovò una giustificazione per correre a casa, voleva vedere Thomas, doveva parlargli e chiedergli un paio di cose.
- Va bene – e gli schioccò un bacetto sulla guancia – Ci vediamo domani a scuola – aggiunse Lucas.
- Ciao Lucky – gli sorrise Alex. Poi corse a casa.
 
Alex non si era ancora cambiato, aveva ancora indosso i vestiti che aveva usato durante la gara di ballo. Entrò in casa vestito così, usando le sue chiavi, per non scomodare nessuno.            
- Sono a casa! – esclamò appena chiusa la pesante porta blindata. Non arrivò nessuna risposta – Thomas, Olga ci siete? – continuò il ragazzo imperterrito. Ancora nessuna risposta. Si avviò lentamente verso la camera da letto e prese il cambio di vestiti. Poi corse in bagno, come ormai succedeva tutti i pomeriggi, per farsi un bel bagno rilassante. Aveva tutti i muscoli doloranti e tesi, una bella rinfrescata ci voleva proprio. Quando s’immerse nell’acqua bollente, cominciò a pensare nel silenzio assoluto.
“Chissà come mai non c’è nessuno” presto lasciò stare quest’argomento e pensò alla gara di ballo “Ho visto Thomas, non mi sono sbagliato” si rallegrò un poco e quando uscì dal bagno, vestito e profumato, continuò i pensieri “ Chissà, però dov’è ora?” si chiese mentre entrava in sala da pranzo.
- Sorpresa! – urlarono Olga e Thomas mentre il tappo in sughero di una bottiglia di spumante volava a terra. Olga batté le mani due o tre volte, poi gli si avvicinò e lo spupazzò un po’, tra abbracci e baci. Thomas rise di gusto, era da tanto che Alex non lo vedeva divertirsi così.     
- Vado a prendere da mangiare – sentenziò poi lei e sparì in cucina. Solo quando Olga se ne andò, Thomas si avvicinò ad Alex.
- Sei stato bravissimo – gli arruffò i capelli affettuosamente.
- Grazie – un sorriso splendido apparve sulle labbra del ragazzo, solo per lo scrittore – Ho cercato di raggiungerti appena sceso dal palco, però tu non c’eri già più. Ho creduto di aver avuto una visione – Thomas rise divertito.
- Sono dovuto scappare – si giustificò poi. Alex dopo averlo fissato un’ultima volta, guardò la tavola imbandita. I piatti erano tre, come anche i bicchieri, i tovaglioli e i tipi di posate.
- Come mai la tavola è apparecchiata per tre? – chiese riportando lo sguardo su un felice e sorridente Thomas.
- Mangia con noi anche Olga – Thomas si avvicinò e gli prese il mento con una mano. L’altra mano la poggiò sulla sua spalla – Alex, io… - Olga entrò tempestiva con un vassoio enorme. Thomas sciolse quel contatto subito e corse in suo soccorso – Ti do una mano che pesa – poggiarono il vassoio in mezzo al tavolo e poi si sedettero tutti. Durante la cena, Alex penso a quello che voleva dire Thomas prima che entrasse Olga. Non gli tolse gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Continuò a fissarlo anche mentre mangiavano o bevevano. Thomas dal canto suo ogni tanto si voltava verso il ragazzo e gli sorrideva allegramente per rassicurarlo che andava tutto bene. Solo dopo la cena, durata non poco, lo scrittore si riavvicinò al biondino.
- Adesso vai a dormire – Alex si stropicciò gli occhi e sbadigliò solo a sentire la parola “dormire”. Aveva sonno e non avrebbe retto nessun discorso serio – Io finisco di aiutare Olga a sparecchiare, poi ti raggiungo – Alex sgranò gli occhi prima di trascinarsi in camera. Da quando in qua Thomas aiutava la governante. Preso da questi pensieri, si addormentò subito.
 
Alex si svegliò nel cuore della notte. Si guardò intorno. Thomas dormiva al suo fianco, molto profondamente. Si avvicinò lentamente a lui, per non svegliarlo, quando un mugolio lo fece sobbalzare.
- Alex – sussurrò Thomas. Il ragazzo lo guardò sorpreso: possibile che fosse sveglio? – Alex – un secondo sussurro seguito da un mugolio scocciato, però gli fece capire tutto: Thomas stava dormendo. Alex avvicinò il viso a quello dello scrittore, fino a che i loro nasi non si sfiorarono.
“Mi sta sognando” Alex avrebbe voluto urlare.
 
 
 
 

Escuchame una cosita (ascolta una cosina)
Ahora te voy a explicar ( adesso ti spiego)
No mires para otro lado ( non guardare da un’altra parte)
Mirame fijo para empezar ( guardami fisso per iniziar )

A mi me gustan las cosas con sal ( a me piacciono le cose con il sale)  
Que no lastimen y sean de verdad ( che non facciano male e siano vere)
Que no me aburra y me agan soñar ( che non mi annoino e mi facciano sognar)  
Que tengan ritmo Hip Hop cha cha cha (che abbiano ritmo “ hip hop cha cha cha”)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
Ecco la fine del decimo capitolo… Non me ne volete se ho interrotto così bruscamente… (è una cosa fatta di proposito) XD Inoltre scusate il ritardo dell’aggiornamento… Però come vedete, il capitolo è più lungo degli altri… Inoltre ho dovuto riscrivere l’inizio almeno una decina di volte… E alcune battute le ho dovute riguardare…
Al prossimo capitolo gente (cercherò di aggiornare presto lo giuro…) Bye
P.S. Allora le due strofe che ho scritto alla fine appartengono alla canzone " Eso no se hace"... Sarebbe la canzone su cui Alex e il suo gruppo ballano alla gara.... Per chi volesse ascoltarla  metto il link tra prentesi (http://www.youtube.com/watch?v=EJ8HjTHegLI )
 
Angolo risposte:
 
 
DeathKid  Carissima, finalmente commenti…. Ho aspettato te ( come al solito)... XD Ok Alex comincia a stare antipatico anche a me… Lucas è scemo… anche perché dopo tutto quello che fa Alex  per fargli capire che con lui non può andare, continua a persistere… Da un lato lo stimo… dall’altro mi sta diventando antipatico anche lui…
Caterina non si è fatta più vedere… Ma (anticipazione) tornerà… Anche se non molto presto... =)
Comunque il bacio “rubato” è si triste ma secondo me ci stava… cioè alla fine qualcuno doveva cedere… Inoltre (seconda anticipazione) il prossimo capitolo credo sia quello giusto… Ormai sono abbastanza vicini e inoltre grazie all’interruzione rimane un po’ di suspense per il prossimo capitolo… E se Thomas si svegliasse? XD
Ora vado… che devo rispondere ad altri e in più devo lavorare all’undicesimo capitolo di “L’angelo e il diavolo” XD XD (lo posterò presto non ti preoccupare….)
Baci baci… =P
 
 Sakura Nakamura Evviva la sincerità…. Comunque … Ciao XD Secondo me, però Thomas è scemo… XD Cioè, come dici te, se ne sono accorti tutti che si amano… Alex lo sa ma ha paura e Thomas con quel: “- Alex, io... – “ voleva dire qualcosa… ma per la solita sfiga è stato interrotto…
Per quanto riguarda Lucky mi sembra di averti risposto praticamente con il capitolo… XP Per Caterina invece, beh si la rivedremo… non presto ma tornerà… Più forte e sicura di prima…
Bye… al prossimo capitolo… ^^
 
Achi13 Se il precedente capitolo ti ha fatto stare sulle spine, questo allora ti ha fatto morire di curiosità… XD E aspetta il prossimo allora… Quello si che sarà bello… XD
Molto bene i problemi tra Alex e Thomas sembrano finiti finalmente… ( torneranno anche loro) 
Ora vado… ciao… ^^
 
 
 federica santantonio  Grazie… dai non sono così bravo… E’ solo la mia passione la scrittura…  ^^
 
 YUKO CHAN Presto i consigli di Olga e di Will non serviranno più… Si è vero i due vivono ancora nel loro mondo… Il prossimo capitolo però sarà il momento di svegliarsi…
Con Lucas non credo che le cose torneranno come prima… non ancora almeno… Cioè prova a comprenderli un poco… Insomma è un rapporto un po’ strano il loro… Non sono sconosciuti e si conoscono molto bene… è comunque molto difficile per Alex accettare di piacere a un suo amico molto caro… è uno shock…
Yuko cara ora vado… Ciaooo … al prossimo capitolo… bacioni ^^
 
 Smanukil si, si, si … un maschi che legge yaoi!!! Finalmente!!!! Ok scusa la mia euforia… ma pensavo di essere l’unico ad apprezzare l’amore tra i maschi… e magari anche a viverlo (?)…. Ok era una domanda XD indiretta XD
Comunque come posso dire… Il bacio mi serviva per questo capitolo… e poi uno dei due doveva fare qualcosa…. Thomas è il più grande e mi sembrava anche il più adatto… Anche se più insicuro di Alex…
Lucas invece io non lo sopporto proprio… anche se lo vedrei bene insieme al biondino… Cioè il rapporto sarebbe più caliente e ci sarebbero delle belle scene di sesso… XD (ok io penso solo a quello)
La zia… beh lei doveva morire o sparire… in un modo o nell’altro non doveva far parte della storia… Serviva solo all’inizio… L’unica cosa che rimpiango è che di lei si sa veramente poco… è una cosa che mi lascia un po’ di amaro in bocca…
Ho lasciato spazio sia a Lucas sia a Olga… come avevi sperato… anche perché mi serviranno entrambi nel seguito della storia… ^^
Felice che tu abbia commentato e speranzoso che continuerai a seguirmi… Ti saluto…
Bye Alla prossima…
P.S. Non odiare il mio adorato Thomas… Insomma lui è troppo dolce XD
 
 Lorelei95 L’incontro tra Thomas e Lucas… Diciamo che stava per accadere… mi era venuta una vaga idea.. ma la terrò per il seguito….
Thomas ha avuto già abbastanza coraggio… Credo che si sia stancato del carattere ingestibile di Alex… (-àtestone e lunatico)
Alla prossima … Bye Bye… ^^   
 
      
    

 

  
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