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Autore: daliakate    06/01/2011    4 recensioni
Jareth sconfitto decide di dimenticare ciò che prova per Sarah con la perfida Mab,regina delle fate,ma quando lui torna sui suoi passi lei intrappola Sarah in una sorta di labirinto nero.Questa volta Sarah dovrà salvare sé stessa e Jareth ma il labirinto che dovrà affrontare sarà pieno d'insidie mortali...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Spero vivamente che vi piaccia :-)
 
 
 

Il manipolo di guerrieri aveva superato senza apparenti difficoltà la
prima parte dei sotterranei; a breve avrebbero incontrato la cella delle
tre verità.
Un senso d'inquietudine serpeggiava tra i guerrieri e soprattutto nel
cuore di Orace; lui era un prode e valoroso combattente, ma nella sua
mente erano ancora vivide le immagini delle tre streghe che
banchettavano con i suoi simili. Per scacciare quel pensiero il capitano fissò il viso del suo re.
Improvvisamente un urlo umano rimbombò nelle caverne, tutti si
allertarono e Jareth impallidì ancor di più.

"Muovetevi". Ordinò minaccioso e corse nella direzione da dove
proveniva l'urlo, Orace e gli altri guerrieri lo seguirono senza batter
ciglio.

Qualche minuto prima
La ragazza dai bellissimi capelli rossi stringeva la mano di Sarah in
maniera decisa, quasi una stretta ferrea. Non la stava conducendo, la
stava trascinando verso la cella illuminata.

"Dove mi porti ?"
"Siamo arrivate, ecco.."

La rossa lasciò la presa e Sarah notò i lividi che le aveva lasciato sul polso; poi alzò lo sguardo e rimase inorridita: nella cella c'erano due mostri, una figura calva con il cuore in bella vista, l'altra con le orbite vuote.
"Cosa c'è giovane Sarah ?". A parlarle fu quella con il cuore di fuori.
Sarah era imbambolata e iniziava a spaventarsi, consapevole di esser
caduta in una trappola, ma non doveva mostrarsi spaurita quindi
cambiò atteggiamento e si pose in maniera spavalda. Si avvicinò alla
strega, emanava un odore di marciume e i suoi occhi fiammeggiavano
come quelli di un demone.

"So che avete una proposta da farmi. Bene, ora sono qui ! Non ho tempo da perdere".
"Oh bene, bene, bene. Finalmente capisco perchè il re ti ama tanto."
Ora anche l'altra strega si era avvicinata accompagnata dalla giovane
rossa. Sarah si trovava circondata.

"Sei un'umana coraggiosa, ma hai nemici troppo potenti. Io sono Mayle, la verità degli occhi." Le prese il braccio.
"Hai il suo amore, io sono Arkaiah la verità del cuore”.
Sarah era quasi rapita dalle parole delle due verità: per quanto
pericolose, erano creature di una profonda saggezza.

"E infine parlo io, Sylla verità della mente e ti dico che noi abbiamo un prezz per tutto". Fissò Sarah dritta negli occhi ipnotizzandola, mentre le altre due l'incatenarono contro il muro.
La ragazza non opponeva resistenza soggiogata dalla bellissima
creatura dai capelli rossi, che le parlò ancora:
"Anche per la tua vita !".
A quella frase Sarah si ridestò incatenata ad un muro nero e freddo.

"Vi prego lasciatemi."
Si divincolò animosamente sotto lo sguardo compiaciuto delle tre.
"Sei un’ottima merce, mia cara." Intervenne Mayle mostrando le tenebre delle sue orbite. "Mab vuole darti in pasto a noi e Jareth farebbe qualsiasi cosa per salvarti. In attesa della migliore offerta faremo un piccolo spuntino”.
Sarah sentì i denti neri e affilati delle tre affondargli nella carne delle
braccia.
Un dolore acuto le fece cacciare un urlo, che si affievolì da
subito mentre le tre succhiavano avidamente il suo sangue. Le gambe
iniziarono a tremarle mentre la vista si annebbiò. L'ultima immagine
che vide fu una cascata di capelli color dell'oro.

"
State lontano da lei streghe ! O assaggerete la mia spada."
Jareth teneva la spada sotto la gola di Sylla, Mayle e Arkaiah che intanto avevano lasciato Sarah, accerchiate da Orace gli altri Sidhe
"
Come osi re dei Goblin ". Arkaiah aveva il sangue di Sarah sul mento e la bocca.
"Siete ospiti nel mio regno e attaccate la mia protetta, potrei tagliarvi la testa streghe"
Jareth era fuori di sé, stava sfidando le potenze primordiali. Ma la vista di Sarah esamine e pallida lo rendeva folle.

"Calma Sidhe abbiamo un'offerta per te" Sylla abbassò la punta della spada che il re le premeva sulla gola.
"Cosa volete in cambio".
"Altre vite umane."
"Altre vite umane ?!"
. Jareth sollevò un sopracciglio in maniera
interrogativa.

"Non fare il finto tonto, Jareth ".Ringhiò esasperata Mayle, mentre Orace la teneva sotto tiro di spada.
"
Sei l'unico di noi che può passare nel mondo di sopra. "
"Volete che rapisca esseri umani per potervi nutrire."
"Esatto, siamo stufe di carne di fata e di Sidhe inferiori. Il sangue umano è potente e ci soddisferà maggiormente. In pratica ti chiediamo 5 umani all'anno
." Arkaiah aveva esposto la richiesta incurante e determinata e Jareth sapeva di non aver scelta. Anche se quello che gli chiedevano era mostruoso e lo avrebbe condotto sulla via oscura, doveva salvare Sarah.
"Ebbene accetto streghe ma ho ancora una richiesta per voi."
"Dicci re ". Esclamò raggiante Sylla.
"Datemi il potere necessario per uccidere Mab ".
"Ce l'hai già ". Questa volta risposero in coro.
Jareth non aggiunse altro, prese Sarah tra le braccia e fece cenno ai
suoi uomini di seguirlo.
Nella testa del re si accavallavano i pensieri e più sentiva dolore e più
stringeva al petto Sarah.
“Solo per lei, tutto per lei”.
Orace era incredulo di esser sopravvissuto alle tre streghe, in silenzio
però ripensava al terribile patto che il re aveva dovuto accettare, e lo
ammirava sempre di più poichè anch'egli secoli addietro aveva
conosciuto l'amore di un'umana. Il ricordo di quella passione tanto
forte lo rendeva vivo ancora oggi, nonostante fosse morto mille volte
quando era stato costretto ad abbondare lei e il frutto del loro amore.

"Dietro questa porta c'è la dispensa, lì ci riposeremo qualche ora e poi
attaccheremo al calar del sole."

La voce del re era distante e metallica, quasi automa di se stesso.
Trovarono due stanze grandi, piene di cibo stipato su grossi blocchi di
ghiaccio e in impalcature di legno.

"Uomini riposatevi e mangiate ciò che volete. Orace prendi tu il comando ".
Jareth scomparve nell'altra stanza, era poco più piccola dell'altra, si
tolse il mantello e lo mise a terra poi vi adagiò Sarah.
Era pallida e le ferite sembravano infette; non indugiando
ulteriormente estrasse una fiala verde da un piccola sacca che portava alla cintola. Poi prese uno stiletto ricavato da un diamante di enormi proporzioni e si tagliò il palmo della mano, lasciò gocciolare il sangue denso e verde nella fiala e lo mescolò all'intruglio. 
S'inginocchiò al fianco di lei, le sollevò il capo e con l'altra mano le
l'aprì la bocca per farle bere l'intruglio.
In pochi secondi Sarah riacquistò colorito e rinvenne, sembrava ancora un pò confusa mentre lo guardava.
"
Ti avevo detto di rimanere al sicuro!"
Jareth non aveva nemmeno la forza di rimproverarla.
"
Quelle orribile streghe, le hai sconfitte."
Era di nuovo in forze tanto da mettersi a sedere. In lei ora scorreva
sangue reale Sidhe.
"
Non esser stupida le tre verità vanno rispettate, sono antiche e potenti."
"
E allora come mi hai salvato".
"Ho fatto un patto con loro?

"E in cosa consiste questo patto."
Anche senza saperne la natura Sarah era inorridita.

"Non te lo dirò mai !".

"Io devo saperlo...non capisce voglio sapere quale prezzo dovrai pagare per avermi salvato."

Lei si era aggrappata alle spalle di Jareth e affondava le dita nel tessuto.

"Non ci sarà più questo tra noi se saprai del patto. E io voglio starti il più possibile vicino in questo poco tempo che ci rimane."

Sarah era pronta a ribattere ma Jareth la precedette baciandola con passione, lei si ritrasse e lo guardò con dolcezza.

"Non potrei ritirare i miei sentimenti mai qualsiasi cos..."

"Shh ! Sarah non promettere ciò che non manterrai. Te lo dirò ma non ora."

"Non mentirmi Jareth,te ne prego."

"Mia preziosa io non mento mai."

"Ma fai dei raggiri"

"Sarò onesto con te ora che sei parte di me."

Sarah era in fibrillazione così elettrizzata da dimenticare timidezza e complessi.Quel momento magico che si era creato non andava buttato al vento e al patto ci avrebbe pensato poi...ora lei voleva sentirsi completamente amata. Inspirò profondamente poi sotto lo sguard sorpreso di Lui iniziò a slacciarsi la tunica , Jareth le bloccò la mano.

"Cosa fai Sarah."

Candidamente gli rispose :"Voglio che tu sia il primo e l'unico."

"No Sarah non così non in questa stanza squallida."

"Tu non capisci". La sua proverbiale determinazione, era palese mentre con le mani su entrambe le guance di lui, lo fissava negli occhi.

"Mi sento pronta e non c'è altro posto o momento migliore."

"Oh Sarah, quanto ti ho desiderato".

La strinse forte a sé, non gli sembrava vero.La bramava profondamente ma con il tempo aveva imparato a dominare gli istinti, perchè l'amore era anche questo.

Si spogliarono lentamente, sempre guardandosi negli occhi. I pensieri attraversavano le pupille e arrivavano all'altro, poi si sdraiarono mettendosi uno di fronte l'alto. Incrociarono le dita giocandoci per un pò. Jareth voleva che lei fosse sicura e per quanto stesse impazzendo dal desiderio voleva rispettare ogni singolo istante.

Quando lei gli sorrise dolcemente capì che era pronta e con tutta la delicatezza che potessa avere fu dentro di lei.

Sarah chiuse gli occhi imprimendo nella memoria quel piccolo dolore che l'avrebbe accompagnata nel mondo delle donne.

Fu intensa la sensazione che provava e profonda. Mille scosse la scuotevano man mano che il ritmo dell'amplesso cresceva e quando finalmente raggiunse l'apice si aggrappò forte alle spalle di Jareth,quasi a fargli male; Lui impiegò qualche minuto in più per raggiungere il piacere poi si abbandonò esausto su di un fianco attirando Sarah a sè,
si strinsero in un abbraccio tenero e caldo restando in silenzio fino a che una brusca bussata alla porta riportò i due alla terribile situazione.
Entrambi si rivestirono in fretta e uscirono dalla stanza mano nella
mano.
"Soldati inchinatevi davanti la vostra regina".
L'ordine di Jareth fu eseguito davanti ad una Sarah stupita.
"Jareth cosa vuol dire."
"Avanti mia preziosa, ciò che è successo tra di noi fa di te la mia o compagna e io ti riconosco come mia regina."
Il tono di lui era di nuovo sornione e ambiguo come non lo era da
tempo, si sentiva di nuovo carico e l'energia che emanava era
contagiosa.

   
 
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