Dunque.
In
ordine.
Sono
risorta dalla mia
cripta.
Ho
fatto pace con Bella.
Posto
un capitolo nuovo,
senza pretese, per riallacciare i rapporti con la mia cara fan fiction
(odo suono
di campane in lontananza).
Son
quasi commossa.
Tess
Capitolo
30
Draco’s
lessons
Lesson
number one: mai distogliere
l’attenzione dal nemico, potresti trovarti del fango sul naso
La
situazione non poteva purtroppo che essere descritta con tre semplici
aggettivi.
Imbarazzante.
Indecorosa.
Inaudita.
Le
tre ‘I’ che mal si addicevano ad accompagnare la
sua persona e che solo una
catastrofe poteva meritare, tutte in un colpo solo.
Il
primo istinto era stato quello di voltarsi e fuggire a gambe levate, ma
lei era
stata indubbiamente più veloce. Senza pensarci due volte lo
aveva accalappiato
in un abbraccio, tentando di soffocarlo, presumibilmente.
Cominciava
a credere che ci fosse un complotto dietro a tutta quella storia, sin
dal
principio. Un complotto per screditarlo di fronte al resto del mondo e
soprattutto
farlo ricoverare volontariamente al
St. Mungo o consegnarsi ai Dissennatori.
Con
il viso affondato in una massa di capelli che gli solleticavano le
narici e
nascondevano così la sua espressione inorridita, Draco
Malfoy desiderò con
tutte le sue forze di trovarsi a chilometri, chilometri e chilometri da
lì.
La
colpevole invece, dopo essersi presa tutto il tempo del mondo per, in
ordine,
stritolargli
il costato,
sgualcirgli
il maglione
farlo
sentire un perfetto imbecille,
parve
infine soddisfatta del suo crimine e, con un ultimo sospiro, lo
liberò dalla
morsa che erano le sue braccia.
Mentre
tentava di riguadagnare la sua dignità – ormai
persa in qualche oscuro momento
della sua vita – e si lanciava occhiate furtive attorno,
meditando di
affatturare tutti coloro che avevano assistito allo scempio della sua
persona, una
pacca sulla schiena lo colpì a tradimento e gli fece perdere
l’equilibrio.
Grande
Barba di Merlino.
Lesson
number two: le fantasticherie
non si addicono a Draco Malfoy, la
sua
sanità mentale potrebbe non reggere il colpo
In
che mondo misterioso viviamo: Bella svaniva nel nulla – o
meglio, se la faceva
scappare da sotto il nobile naso - ma, in compenso, sbucavano da
chissà dove
quei babbanofili dei suoi genitori.
Che
si divertivano ad attentare alla sua preziosa vita.
Una
coppia talmente bizzarra da far rabbrividire generazioni e generazioni
di
Malfoy.
L’improvvisa
immagine delle due famiglie nella stessa stanza lo fulminò
così, su due piedi,
o meglio, in ginocchio. Già era difficile convincersi che
appartenessero allo
stesso mondo...figuriamoci condividere lo spazio tra quattro mura!
Sull’onda
del bizzarro pensiero, con la fantasia ormai a briglie sciolte,
provò ad figurarsi
sua madre e la donna che aveva di fronte una di fianco
all’altra, sedute nello
stesso salottino per l’ora del te.
Un
dolcetto Narcissa?
…
Per
poco non si lasciò sfuggire una risata isterica.
Bè,
in tutta franchezza, forse sarebbe stato più realistico
pensare a Lucius –
imprigionato ad Azkaban con l’accusa
di
essere un Mangiamorte - e
Bothwell
Senior – Auror di non si sapeva bene che livello –
mentre discorrevano in tutta
tranquillità di politica e di quidditch, davanti a una
bottiglia di Whisky
Incendiario.
Un
brivido gli corse lungo la schiena e la risata isterica di un attimo
prima morì
sul nascere, mentre il Signor B., che
l’aveva mandato quasi disteso a terra, lo aiutava a rialzarsi.
Lesson
numer three: non fare una
domanda se non vuoi davvero sapere la risposta
-Tesoro,
visto chi abbiamo qui? Oh, caro, ti senti bene? Sei un po’
palliduccio? Edgar
caro, aiutalo, ecco, così.
Il
maglioncino nero dal collo alto che tanto aveva insistito ad indossare,
il
maglioncino così alla moda, così di classe,
cominciò a prudere in modo
fastidioso, mentre la signora gli riaggiustava il mantello come
una…come una,
bè, una mamma.
Di
male in peggio. Di male in peggio.
Aveva dimenticato – o
più semplicemente rimosso –
quanto potesse risultare stravagante la signora B.B. Quella sera si era
premurata di rendere la propria acconciatura, se possibile, ancor
più bizzarra
del solito. Per non parlare dell’abbigliamento: un misto di
varie epoche e
stili che sua madre Narcissa avrebbe giudicato estremamente
sconveniente in
ogni occasione. Il continuo tendere ad accostare e confrontare le due
donne rischiava
di diventare una pessima abitudine.
E
ora se ne stavano lì, due paia d’occhi molto
curiosi, a fissarlo, in attesa di
qualcosa…una qualche reazione, forse? Il suo intorpidimento
mentale cominciava
a destare preoccupazione?
-Drrraco, tesoro, che piacere incontrarti
qui! Vero, Edgar, caro?
-Eh…oh…ehm,
sì certo. Signor Bothwell, signora…buonasera
– disse, riacquistando la poca
lucidità mentale rimasta ed esibendosi in uno dei suoi
saluti da manuale.
-Oh,
ma caaarrroooo…chiamami pure Sophia! Caro ragazzo!
Così beneducato! Non è così,
Edgar?
-Oh!Oh!Oh!
–rise il signor B., rifilandogli un’altra gran
bella pacca sulla spalla.
Draco
represse l’istinto di scansarsi. Se avesse offeso i suoi
genitori, Bella non
gli avrebbe rivolto più la parola. Sempre che fosse riuscito
a raggiungerla prima
che il concerto finisse ed evitare così La Maledizione Senza
Perdono (con LMSP
maiuscole) prima dei suoi vent’anni.
Non
gli pareva il caso.
Per
non seguire l’esempio dell’unico Sfigato
sopravvissuto che c’era in
circolazione (non voleva nulla che li accomunasse), gli sarebbe toccato
andarsene
all’altro mondo.
Davvero,
non riusciva a decidersi su quale fine preferisse.
Sophia
si guardò nuovamente attorno, sempre più confusa.
-
Ma..dimmi,
caro, è forse successo qualcosa? Come mai non sei insieme a
Bella?
-
Non
sei venuto insieme a lei?
-
Non
si sarà persa in mezzo a questa folla? Non avrete mica
litigato?
"No
signora, niente di tutto ciò. Quello che si è
perso sono io, perché voglio
sempre fare di testa mia, infischiandomene di ciò che mi
dice quella svitata di
sua figlia".
Poteva
mai arrivare ad ammettere una cosa simile? Ma anche no.
-Ehm...no,
no, signora...Bella è insieme a tutti i nostri
amici – brivido lungo la schiena - ...solo che
io...ehm...sono stato
trattenuto...sa, conoscenze e...ecco, sì, la stavo
raggiungendo proprio ora.
Anzi, vogliate scusarmi
se…
-
Caro,
allora non ti tratteniamo oltre. Il concerto sta per iniziare. Vero
Edgar,
caro?
-
Già,
giovanotto. Conviene che ti affretti.
-
Non
vorrai perderti la sorpresa insieme a Bella? Concordi, Edgar, caro?
-
Già, giovanotto, Will ci tiene così
tanto…
-
Sììì, pensa, non ha voluto anticipare
niente neppure a noi! Vero, Edgar, caro?
-
Proprio così, giovanotto, proprio così.
Draco
avrebbe voluto smaterializzarsi al secondo
“giovanotto”.
Un
risolino ammiccante seguì la domanda della sibillina quanto
entusiasta Signora
Bothwell.
Sorpresa?
Quale sorpresa doveva aspettarsi dall’inguainato e tetro,
nonché famoso fratello
maggiore?
-
Ehm...di
quale sorpresa si sta parlando qui?
-
Ma
caaaaaaro, della canzone che vi ha
dedicato, ovviamente - disse la signora B.B. indicando un punto preciso
sopra
il palco.
-Vedi?
Draco
focalizzò la propria attenzione sulla signora e sulle
implicazioni delle sue
ultime parole.
-"Ci
ha dedicato"? CI ha dedicato?
Seguendo
le indicazioni della signora, con un terribile presentimento,
alzò gli occhi
alla scaletta che scorreva lenta, in lettere dorate sospese
nell’aria, sopra le
loro teste.
Bella.
And.
Her.
Dragon.
Non
poteva aver scritto una canzone del genere.
Non
poteva.
Un
tonfo.
La
sua mascella aveva toccato terra.
Non
riusciva a spiccicare parola.
-
Guarda
Edgar caro, guarda come si è emozionato.
-Oh!
Oh! Oh!
-Draco,
tesoro – aggiunse la signora B.B., dolce come il miele e
ignara della confusione
mentale del ragazzo – però non dovresti davvero
stare qui. Capisco che tu ti
senta in dovere di farci compagnia, ma Bella ti starà
aspettando. Guarda,
procedi verso il lato destro del palco. Quello è il suo
posto preferito per
seguire i concerti di Will, il più vicina possibile
all’uscita.
E
lo spinse in avanti, nella direzione che gli aveva indicato.
-S-s-s.
Un
passo.
Un
altro.
Rovinato.
Una
vita finita.
Uno
spintone.
Un
altro passo.
Sempre
più veloce.
Doveva
raggiungere Bella il prima possibile.
Insieme
potevano ancora risolvere la situazione.
Se
fino a un attimo prima era certo di essere in cima alla lista delle
persone più
odiate dalla fanciulla, ora quel trofeo spettava di sicuro a qualcun
altro.
Si
trovava nel bel mezzo di una folla di imbecilli, ma la determinazione
lo spingeva
ad andare avanti.
Cinque
minuti. 10 spintoni.
Nove
minuti. 15 spintoni.4 gomitate.
Tredici
minuti.
-Dove
diavolo si sono cacciati quei mentecatt-
Un
momento.
Un
momento solo.
Testa
rossa.
Capelli
inguardabili.
Occhiali
da ebete.
Pansy,
Blaise…e….
-Bella!
BELLA!!
Lei
si voltò e rimase a fissarlo, mentre lui superava un altro
gruppetto di
squinternate.
-Bella!
-Draco!!
Mano
su un fianco.
Dito
assassino puntato sul petto.
-
Tu-tu…
-
Bella.
-…brutto…
Lui
scuoteva la testa.
-Dobbiamo
fermarlo!
-…stupido...
-Ascoltami!
…
-Dobbiamo
fermare chi?
-Quell’imbecille
di tuo fratello! E chi altri!
Lei
realizzò, spalancò gli occhi e si
portò le mani alla bocca.
-Hai
visto la scaletta!
-Certo
che l’ho vista!
Cominciò
a scuotere anche lei la testa.
-Che
vergogna…-pigolò.
-Ci
rovinerà.
-La
nostra vita sociale è ufficialmente finita.
-Oh,
ma piantatela! Tutti e due!
-Tu
non capisci.
-Lascia
perdere la Weasley.
-Mio
fratello è diabolico!
-Ma
dai, sei sua sorella, non potrà essere-
Ma
ormai i due non la ascoltavano più.
-Un
Petrificus farebbe al caso nostro…
-Ma
Draco, non abbiamo neanche le bacchette!
La
dura realtà dei fatti.
Lui
si sistemò un ciuffo di capelli ribelle.
-Bè.
Vorrà dire che rimarremo qui a sopportare
l’umiliazione...
-Ma
Draco-
-…e
se questa dovesse essere troppo
grande…
-Ma
Dra-
-…da
stasera in poi farai a meno di un fratello.
-La
vita da figli unici ha i suoi vantaggi.
D’altronde,
lui ne sapeva qualcosa.
-Un
incubo che si realizza.
Improvvisamente
il buio.
Un
boato.
-E
che la tortura cominci.