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Autore: giulina    10/01/2011    4 recensioni
C'è Alessandro e c'è Giorgia.
Compagni di banco, amici, nemici e forse anche qualcosa di più.
Dal capitolo 1:
-Toh chi c’è! Castelli credevo tu fossi morto travolto da una valanga di neve laggiù in Trentino! Noto con dispiacere che sei ancora vivo- Scherzò la ragazza sorridendo al moro che le si era avvicinato.
-E no mia cara! Le mie vacanze natalizie sono state bellissime e purtroppo per te non ho subito nessuna amputazione e non mi sono rotto nemmeno un ossicino sciando fra le montagne innevate…-
- ….con le caprette che ti facevano ciao! Senti Heidi hai mica un accendino da prestarmi o laggiù, nella baita del nonno, usate ancora i fiammiferi?!-
Dal capitolo 11:
Sotto a quel portone, con la sola luce dei campanelli accanto a loro a illuminare i loro volti, Alessandro e Giorgia si erano continuati a baciare, incuranti dell’ora e di essere visti da qualche passante.
Baci appena accennati, alcuni più profondi, morsi, risate dai respiri spezzati anche in quel momento così intimo, così loro.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angela Brugalassi era nata per fare la mamma.

Era la prima di quattro figli e si era dovuta occupare lei dei suoi fratelli, quando sua madre doveva andare a lavorare nella piccola fabbrica dietro casa insieme al marito.

Era stata più una madre che una sorella per loro. Aveva visto i primi passi di suo fratello Michele, aveva assistito alla prima parola di Giovanna ed era stata lei a imparare a Luigi a scrivere.

Il pomeriggio non lo passava con le amiche a giocare fuori in giardino oppure al cinema, no, Angela doveva fare il bucato alle tre, andare a fare la spesa, aiutare suo fratello a fare i compiti, spazzare, fare i letti e studiare.

Non aveva vissuto un’infanzia come i suoi coetanei ma lei non si era mai lamentata, non le importava non avere amici o del tempo libero per leggere o per giocare, le bastava stare con i suoi fratelli ed occuparsi di loro.

Per questo, all’età di quindici anni, Angela era fermamente convinta che non si sarebbe mai sposata e tanto meno avrebbe avuto dei figli.

Aveva passato una vita a cambiare pannolini e ad placare molti pianti e non aveva assolutamente voglia di ripetere quell’ esperienza.

Sette anni dopo aveva, però, incontrato Gerolamo e si era lasciata incastrare sposandolo e facendo anche due figli con lui.

Uno dei quali, in quel momento, se ne stava seduta al tavolo con uno sguardo triste e pensieroso, a giocherellare distrattamente con una forchetta.

Dopo l’ennesimo sbuffo da parte della figlia, Angela esasperata, le chiese cosa avesse mentre continuava a mescolare del cioccolato fondente con il burro dentro ad una ciotola al tavolo della piccola cucina.

-Ma che madre sei è! Io sono qui, in piena fase depressiva e tu nemmeno mi ascolti!- Si lamentò Giorgia incrociando le braccia la petto mentre sua madre si sedeva davanti a lei asciugandosi la fronte sudata.

-Amore lo sai che mentre preparo il mio dolce non posso perdere la concentrazione senno poi viene uno schifo e chi è che si lamenta? Te cara- Le disse la madre rompendo due uova dentro un piccolo tegame.

-Lo so ma io volevo una chiacchierata mamma e figlia come le Gilmore Girl’s!-

-E va bene mia Rory, cosa c’è che ti turba?- Le chiese Angela guardando la figlia pensierosa.

-Stasera Nene mi ha chiesto di andare a ballare- Le disse con una voce cadaverica.

Irene Mantelloni, o meglio Nene come si faceva chiamare da tutti, era la migliore amica di Giorgia con cui nell’ultimo periodo si era vista poco a causa del ragazzo ipergeloso dell’amica, con cui si era fidanzata da poco.

 

-Gerolamo ti ha lasciato tenere il cane?- Le chiese Nene al telefono con una voce stupita.

-Certo! Bè all’inizio aveva intenzione di buttarmi fuori di casa ma poi è intervenuta mamma che l’ha zittito-

-Oh la mia Angela e il mio Gerolamo, mi mancano tanto! Non vedo l’ora di vedere Gigia. Appena il mio padrone mi lascia libera di respirare ti vengo subito a trovare!-

-Padrone? È così terribile Giovanni?- Le chiese Giorgia sdraiandosi sul divano con la piccola cagnolina sdraiata sulla pancia che dormiva bellamente.

-Non te lo puoi immaginare. Se fosse per lui, staremmo fissi rinchiusi in camera sua a scop..-

-Nene! Da quando sei diventata così…volgare!-

-Ma stai zitta va! Lo sai che sono dimagrita cinque chili?- La voce divertita di Nene fece scoppiare a ridere Giorgia che si immaginò l’amica bella in carne, come uno steccolo ambulante solo per la tanta attività fisica.

-Ti lascio, honey. Tra poco mi viene a prendere Giovanni ed oggi ho l’ora d’aria, si va a fare una passeggiata sul mare! Ti ho detto che sono anche bianca slavata? Cercherò di assorbire tutta la vitamina D possibile.-

-Non preoccuparti. Ci sentiamo presto-

-Senti Gio. Stasera c’è il compleanno di una mia amica in una discoteca vicino casa tua. Cosa ne dici se vieni anche te? Dai, ci divertiamo come ai vecchi tempi! Ti prego, mia little butterfly!- La voce con quel tono di preghiera di Nene fece accettare la proposta a Giorgia. Già sapeva che sarebbe stata a sedere su un divanetto ad annoiarsi, come tutte le volte che andava in discoteca, ma per lo meno avrebbe rivisto la sua amica.

 

-Oh tesoro, per una volta puoi fare uno sforzo e andarci. Se non altro potrai stare con la tua amica, non è necessario che tu ti metta a sculettare sul cubo!-

La frase della madre fece ridere Giorgia che si immaginava su un cubo, mezza svestita, che con il suo equilibrio inesistente cadeva davanti a tutti.

-Lo so ma io odio ballare! Preferirei restare a casa a guardare un film o a giocare con Gigia. Oddio! Sto diventando come la zia Raimonda. Sono apatica come lei! Sarà mica che resto zitella, da sola con cinque gatti?- Chiese spaventata ricordando l’unica volta che aveva visto la sua prozia da cui era rimasta terrorizzata.

-Bè invece dei gatti te hai Gigietta! Ma non ti preoccupare, di sicuro hai uno stuolo di bei maschioni che aspettano un tuo cenno per prostrarsi ai tuoi piedi!- Le rispose sua madre schioccando le dita e sorridendole a 32 denti. Forse aveva letto troppi romanzi rosa, la donna. E poi…bei maschioni? Non è che anche sua madre leggeva anche playboy?

-Ma quali maschioni e maschioni! All’orizzonte non si vede nessuno, nada de nada, nothing-

Le rispose Giorgia enfatizzando la frase con dei gesti, lasciando interdetta la madre che le si avvicinò con un sorrisetto malizioso.

-Allora chi era quel bel ragazzo che ho visto dalla telecamera del citofono?- Le chiese Angela vedendo la figlia arrossire furiosamente.

-Aah! Ti ho beccata bella mia!- Urlò la madre svegliando Gigia che dormiva ai piedi di Giorgia.

-Mamma ma cosa urli!? Cosa dici? Cosa insinui?!?-

Ormai la frittata è fatta, pensò la ragazza. Ora diventa peggio del detective Conan.

-Oh su dillo alla tua mamma chi era! È in classe tua? Quanti anni ha? È un bravo ragazzo? Ti tratta bene? Usate delle precauzioni?-

Dopo l’ultima domanda della madre, Giorgia si alzò esasperata di scatto dalla sedia e ritornò in salotto.

-Giorgia scherzavo dai! Ma dimmi solo due cose- Le chiese la donna sedendosi con la figlia sul divano.

-Spara, donna-

-Prima domanda: come si chiama?-

-Alessandro- Rispose Giorgia guardando gli occhi verdi della madre assottigliarsi.

-Seconda domanda: Come bacia?-

-Mamma!- Giorgia scandalizzata si alzò dal divano sentendo le guance andare a fuoco, lasciando la madre morire dalla curiosità.

-Oh per favore Giorgia. Sono stata giovane anche io, ieri sera sei rientrata avevi le guance arrossate, i capelli scompigliati e le labbra gonfie che sembravi Valeria Marini. Le cose sono due, o hai gonfiato un canotto per due ore, oppure ti ci sei baciata! Ma non c’è niente di male, tesoro!- La voce di sua madre le arrivò attutita visto che aveva chiuso la porta della sua camera a chiave ed aveva ficcato la testa sotto al cuscino.

Bene, ora anche sua madre sapeva che aveva baciato Alessandro Castelli. Altro che Gilmore Girl’s sua madre era peggio di C.S.I.

Verso le dieci uscì di casa e si mise ad aspettare l’amica, che sarebbe sicuramente arrivata in ritardo come al solito, fuori dal portone.

Grazie a Dio aveva impiegato poco a scegliere come vestirsi. Aveva trovato un normalissimo vestitino nero, corto fino a metà coscia, non troppo scollato, in fondo all’armadio da abbinare con delle calze scure e si era messa un paio di stivali di sua madre senza tacco. Voleva evitare figurette di cui non aveva bisogno.

I capelli sciolti volavano mossi dal vento gelido che la fece rabbrividire nonostante il cappottino blu che aveva deciso di indossare.

Stava per chiamarla quando una panda bianca comparve davanti a lei insieme ad un insistente strombazzare di un clacson. Sembra sia arrivato il circo, pensò Giorgia prima di salire sull’auto.

-Bella la mia baldracca!-Le urlò Nene facendo girare qualche passante che attraversava la strada.

-E te sei davvero dimagrita!- Le rispose Giorgia mentre si sedeva sul sedile anteriore, notando che la bionda aveva veramente perso qualche chilo.

Nene era davvero una bella ragazza ma soprattutto eccentrica e lo si poteva benissimo intuire dalle ciocche blu elettrico che spiccavano tra i suoi capelli biondo miele oppure dal suo abbigliamento stravagante. Calze multicolore e gli stivali neri di pelle, lunghi fino a metà coscia che aveva deciso di indossare quella sera.

Chiacchierarono per tutto il breve tragitto in auto e non smisero un attimo di ridere, finché non arrivarono al “Zoom Night”, una delle più grandi discoteche della città, frequentata da gran parte degli studenti del Marconi.

Nene parcheggiò vicino all’entrata trovando subito posto e scesero dall’auto andando incontro ad un gruppo di ragazzi.

Ecco che inizia la tortura, pensò Giorgia guardando quella ventina di persone di cui non conosceva l’esistenza.

Dopo essersi presentata a qualche ragazza, entrò dentro al locale affollato rimanendo stordita dal volume alto della musica.

Le due amiche, dopo aver posato il cappotto e le borse, si sedettero al bancone del bar ed ordinarono due Cubani ridendo e scherzando come ai vecchi tempi.

Giorgia, grazie all’alcool e grazie all’amica che le infondeva rassicurazione, incominciò a sentirsi a suo agio, parlando anche con gli invitati e scherzando con alcuni di loro.

-Giorgietta, vieni a ballare? Dai ti prego!-

-Lo sai che odio ballare!- Anche se l’alcool la rendeva più sciolta, di ballare non se ne parlava proprio. Come minimo si sarebbe rotta una gamba, o peggio, l’avrebbe rotta a qualcuno vicino a lei. Era un pezzo di legno e lei e il ritmo non avevano un bel rapporto.

-Dai Gio! Un solo ballo. Balliamo insieme tanto!- La faceva facile lei! Nene aveva studiato per anni danza ed inoltre quando ballava esprimeva una sensualità che nemmeno Pamela Anderson nuda, riusciva a trasmettere.

Dopo essersi scolata un altro Cubano, scese in pista con l’amica, cercando di non pensare alle duecento persone che ballavano intorno a lei.

Dopo qualche minuto riuscì a sciogliersi e ridendo con Nene, Giorgia ballò per la prima volta in vita sua.

Sembrava lo stesso un pezzo di legno scoordinato, ma si stava divertendo da pazzi.

Un ragazzo mentre ballava "Time is running out" dei Muse, le aveva anche palpato per bene il sedere, tanto che Giorgia si era girata stizzita e dopo avergli staccato la mano da piovra, si era allontanata con una Nene brilla che rideva come una matta.

Aveva conosciuto anche Giovanni, il fidanzato di Nene. Era un bel ragazzo, dal carattere riservato e pacato, l’opposto della sua amica.

Avevano parlato per qualche minuto e subito dopo era stato rapito da Nene per portarlo al centro della pista.

Giorgia, rimasta sola sul divanetto, continuò a bere il suo drink guardandosi intorno alla ricerca di qualche faccia conosciuta.

Mentre salutava una sua compagna di classe, i suoi occhi incrociarono la figura di Alessandro Castelli che insieme a Davide Palocchi, suo amico, parlavano con una ragazza dai capelli rossi.

A Giorgia andò di traverso un cubetto di ghiaccio rischiando di farla affogare, tanto da far girare alcune persone vicino a lei.

Rossa d’imbarazzo alzò gli occhi dal suo bicchiere ed ecco che incontrò lo sguardo sorpreso di Alessandro che le fece un debole cenno con la mano, riportando la sua attenzione alla rossa davanti a lui.

Bè sicuramente era meglio continuare a guardare le tette ballonzolanti della ragazza davanti a lui che andare a salutarla.

Giorgia consapevole del suo pensiero geloso per quel fessacchiotto, come avrebbe detto sua nonna, posò il bicchiere vuoto sul divano e si avvicinò a Giovanni che se ne stava da solo al bancone del bar aspettando che la sua ragazza tornasse dal bagno in cui l‘aveva vista sparire poco prima.

Le gambe della Ceccarini.

Questo era l’unico pensiero di Alessandro Castelli in piena tempesta ormonale.

Le gambe della Ceccarini.

Aveva anche smesso di guardare il davanzale in bella vista della ragazza davanti a lui perso nella contemplazione….

....delle gambe della Ceccarini.

-Io ho solo vent’anni. Sono libera e non mi annego nulla- Gli disse la ragazza guardandolo lascivamente e posandogli una mano sul braccio coperto dalla camicia grigia.

Non mi annego nulla?! Ma con chi ha studiato questa qui? Con Geronimo Stilton? Pensò il ragazzo lanciando un’occhiata disperata all’amico accanto a sé, che però era perso a guardare il petto fiorente della ragazza.

-Io invece mi vado ad annegare nell’alcool. Ci vediamo eh!- Alessandro si scrollò la mano dell’analfabeta di dosso e si avvicinò al bancone del bar dove c’era la sua adorata compagna di banco che parlava con un ragazzo.

Un ragazzo?!

Alessandro le si avvicinò alle spalle e le cinse la vita con le braccia, appoggiando il viso sulla sua spalla.

-Ma buonasera belle gambe!- La salutò il ragazzo sorridendole dolcemente.

Giovanni, credendo che fosse uno dei soliti maniaci che importunano le ragazze in discoteca, si alzò dalla sedia e si parò davanti ad Alessandro con uno sguardo minaccioso.

-Scusami…potresti levare le tue manacce da dosso alla ragazza, per favore?-

Le chiese Giovanni vedendo gli occhi del ragazzo allargarsi dallo stupore.

-Hey damerino da strapazzo! Le mie manacce le metto dove voglio su di lei!- Le rispose lui appoggiando le sue mani sul sedere di Giorgia.

La frase sputata con rabbia da Alessandro ed il suo gesto mandarono in tilt il controllo del pacato e gentile Giovanni, difensore di donzelle indifese,e colpì con un bel destro l’occhio del moro mandandolo K.O.

 

 

-Smettila-

Giorgia continuò a ridere come una pazza guardando Alessandro che si teneva del ghiaccio sull’occhio violaceo che deturpava il suo bel visino d’angelo.

-Mi sono appena beccato un pugno!- Protestò il ragazzo sedendosi sul muretto fuori dalla discoteca da dove erano stati cacciati dai buttafuori insieme a Nene e Giovanni che, dopo le scuse di quest’ultlimo, se ne erano andati a casa.

-Ben ti sta! “Io le mie manacce le metto dove voglio” eh?! Maniaco, mi hai palpato il sedere!-

Alessandro si mise a ridere ripensando alla scena di qualche ora prima e alla figuraccia che aveva fatto.

Giorgia prese la busta di ghiaccio dalle mani del ragazzo e la posò delicatamente sull’ematoma che ci avrebbe impiegato un paio di giorni ad andarsene. Giovanni picchiava forte.

-Mi sento male- Si lamentò Alessandro mettendo il broncio.

-Ti sei beccato solo un pugno- Le rispose Giorgia sorridendo alla vista del compagno di classe malmenato.

-Un pugno fortissimo. Credo di aver un trauma cranico. Mi fa male la testa, lo stomaco, non mi sento le gambe e l’occhio gonfia-

-Sei da buttare, Castelli. Hai la bua?- Le chiese la ragazza con voce dolce avvicinandosi al finto malato.

-Si, tanta bua. Magari….-

-Magari?-

-Se mi dai un bacino piccolo piccolo mi potrei sentire meglio- Le disse Alessandro guardandola da sotto le ciglia nere.

Giorgia gli si avvicinò e le lasciò un delicato bacio sullo zigomo arrossato, rabbrividendo per il contatto con la pelle fredda del ragazzo.

-No mia cara, non te la caverai così…-

Alessandro scese dal muretto di pietra ed abbracciò Giorgia posando le labbra sulle sue.

Ancora una volta.

Ormai si erano abituati ai loro sapori, alle emozioni che quel contatto scatenava dentro di loro.

Le mani della ragazza finirono nei capelli di lui, scompigliandoli come il vento aveva fatto poco prima al posto suo, muovendo la testa per approfondire il contatto tra di loro.

Un contatto che forse avveniva troppo spesso. Un contatto che avrebbe ferito uno dei due. E Giorgia era sicura che sarebbe stata lei, quella con il cuore spezzato tra qualche mese.

Si staccò riluttante dalle labbra di Alessandro e con il respiro spezzato incominciò a parlare.

-Noi…n-noi siamo amici…a-al massimo compagni-nemici di c-classe e…e i nemici non si baciano, per Dio!- Sbottò alzando gli occhi al cielo e gesticolando con le mani nervosa.

-E chi l’ha..detto questo? C’è una specie di legge che vieta che due..nemici o cosa diavolo siamo non si possano baciare?- Chiese Alessandro serio guardando negli occhi Giorgia.

-No ma non si può. Non si può e basta. Dobbiamo smetterla di bac..-

-Perché? Giorgia a te sta bene, a me sta bene, perché non dovremmo farlo?- Le chiese avvicinandosi al corpo che voleva continuare a stringere tra le sue braccia.

-Perché prima o poi ci faremo del male!- Urlò la ragazza sentendo gli occhi pizzicarli.

-Sono solo…dei baci- Disse Alessandro fissandola in quegli occhi color del cioccolato che conosceva alla perfezione.

-Per te. Per te, Alessandro- Le rispose Giorgia indietreggiando e raggiungendo la discoteca da dove proveniva ancora della musica.

Per te Alessandro.

Giorgia tornò a casa che erano le quattro passate.

Entrò in casa in punta di piedi, dopo essersi tolta gli stivali, trovandola buia visto che i suoi genitori erano già a letto da molte ore e suo fratello era a casa di un suo amico.

Posò la borsa ed il cappotto sul divano in salotto ed andò in cucina a sedersi a una sedia del tavolo, sfatta, senza riuscire a muovere un muscolo.

Sua madre la ritrovò così, al buio e con lo sguardo spento, qualche minuto dopo.

In pigiama e preoccupata che le fosse accaduto qualcosa, accese la luce e si sedette insieme alla ragazza al tavolo guardando gli occhi arrossati della figlia alzarsi su di lei.

Cosa era successo alla sua bambina?

Senza parlare aprì il frigorifero e tirò fuori la torta al cioccolato che aveva fatto il pomeriggio e ne tagliò una fetta a Giorgia.

-Allora….sei salita a sculettare sul cubo?- Le chiese sorridendo amorevole, ricevendo uno sguardo di gratitudine da parte della figlia che le sorrise addentando il dolce.

Altro che Lorelai Gilmore, Angela Brugalassi era la migliore mamma e amica che si potesse desiderare.

 

 

 

 

Buonasera a tutte carissime!

Come è stato il vostro rientro a scuola o a lavoro?? Io il mio abbastanza traumatico anche perchè mi sono dovuta alzare alle 6, ma tutto sommato non è andato così male il primo giorno!

Eccomi con un altro capitolo che è stato un po difficile da scriver.. Fa schifo? Bè poi mi direte voi se vi è piaciuto o no.

In questo capitolo troviamo Angela, la dolce mamma di Giorgia che ho descritto prendendo come esempio mia mamma. Il loro discorso iniziale è abbastanza comico ma reale. Quegli sono gli interrogatori che mi fa la mia cara Giovanna! :D

Ma passiamo a quello che è successo tra i nostri due eroi: vi dico subito che Giorgia non è innamorata, assolutamente no. è confusa, quello si, e attratta da una persona che non avrebbe mai considerato. Incomincia a provare dei nuovi sentimenti a cui non riesce a dare un nome, ma prima che si innamori ce ne vorrà signori!

Voglio assolutamente che questa sia una storia reale, con situazioni e sentimenti reali. Non sarebbe possibile che dopo due o tre baci Giorgia sia già follemente innamorata e che si butti tra le braccia di Alessandro, no?

Nel prossimo capitolo vedremo cosa pensa e soprattutto cosa prova il nostro Alessandro Castelli!

Grazie a tutte le persone che seguono e che soprattutto commentano la storia!

Grazie, grazie e grazie!!!

Una pioggia di bacioni

Giulia :)

   
 
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