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Autore: leocaccino    15/01/2011    7 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                                - Capitolo 11: Quello che ti dice il cuore -
 









 “Mi sta sognando” Alex avrebbe voluto urlare ma si trattenne per non svegliare Thomas. Si mise, però a guardare il suo volto con attenzione. Sembrava rilassato, anzi quasi felice. Il ragazzo sorrise involontariamente “ Ha detto il mio nome” continuò a fissarlo: le sue labbra socchiuse da cui aveva emesso quelle parole che avevano reso Alex così felice, erano così invitanti e belle.
“ Mi sta sognando” Alex si alzò dal letto, attento a non inciampare nel lenzuolo. Una volta in piedi, intento a non far rumore, si diresse in bagno. Lì si guardò allo specchio. Era euforico, sprizzava gioia da tutti i pori.
- Mi stava sognando! – esclamò guardandosi allo specchio – Insomma, sognava me. Ha detto il mio nome durante il sonno – il suo sorriso si allargò al massimo, era felice dopo tanto. Quando però si rese conto di parlare alla sua immagine riflessa allo specchio, si vergognò. Doveva parlare con qualcuno, ma chi? Chi era disposto a parlare di Thomas nel cuore della notte? Parlare allo stesso scrittore gli sembrava un’idea stupida. Olga era a casa sua e lui non aveva nemmeno il suo numero, ma dubitava che la donna avesse voglia di parlare ancora dopo una giornata di duro lavoro. Lucas invece sarebbe morto di gelosia, meglio lasciarlo dormire. Dopo minuti interi di pensieri, decise che ne avrebbe parlato l’indomani con la governante, dopotutto lei stessa aveva detto che per qualsiasi cosa ci sarebbe stata. Quindi, un po’ meno felice, tornò a letto. Mentre s’infilava sotto il lenzuolo, costatò che Thomas dormiva profondamente. Lo guardò per un’ultima volta e poi si addormentò tutto felice.
 
Thomas si svegliò tardi quella mattina. La sera prima era rimasto ad aiutare Olga fino a che la donna non era tornata a casa sua. Poi quella notte aveva fatto un sogno stupendo: lui e Alex che si baciavano, un bacio così denso di passione ma allo stesso tempo dolce come il miele. Le mani corsero alle labbra, involontariamente, sfiorandole quasi con timidezza. Si guardò poi a fianco, il letto era vuoto, o per lo meno c’era solo lui. Alex probabilmente era già sveglio. Thomas allora corse nel bagno per prepararsi. Doveva fare presto, voleva a tutti i costi parlare con il biondino. Quando fu pronto, vestito con il suo solito smoking, si diresse nella sala da pranzo, sperando di trovarci il ragazzo. Così fu, Alex era seduto al suo solito posto, con un pezzo di pane coperto di burro in mano. Thomas nel guardarlo perse un battito: possibile che gli facesse quest’effetto? Lasciò andare la porta di proposito, facendola sbattere. Alex sobbalzò dallo spavento e si voltò di scatto. Quando però incontrò lo sguardo dello scrittore, gli sfuggì un sorriso, che agli occhi di Thomas era stupendo. I due stettero fermi a guardarsi per un tempo lunghissimo, nessuno dei due seppe per quanto, se ore, minuti o secondi. Thomas era fermo in piedi che non riusciva nemmeno a muovere un muscolo. Gli passò in mente la scena del sogno. 
“Basta sogni e fantasie. Basta segreti. Devo dirgli tutto” Thomas era deciso più che mai, avrebbe parlato in quel momento. Gli avrebbe detto che lo amava e che voleva stare con lui. Gli avrebbe spiegato anche il come si era innamorato, se necessario.
- Alex – Il ragazzino lo guardò con interesse, sorridendo – Io … - fu Olga, come aveva fatto la sera prima, a interrompere tutto entrando in sala da pranzo con due caffelatte. Alex puntò subito lo sguardo altrove e la ringraziò. Thomas invece rimase lì, deluso. Non si aspettava un’interruzione così brusca. Si avviò al suo posto e quando passò di fianco ad Alex, gli arruffò i capelli sussurrando un “buon giorno” svogliato. Alex dopo avergli risposto, continuò a chiacchierare animatamente con la governante senza curarsi dello sguardo triste con cui lo guardava Thomas. Finalmente, dopo un tempo che a Thomas sembrò infinito, Olga li lasciò soli. Alex però bevve velocemente il caffelatte, ormai tiepido, e si alzò.
- Vado o farò tardi a scuola – disse con un sorriso raggiante. Poi gli si avvicinò e, dopo avergli schioccato un tenero bacio sulla guancia, corse via dalla stanza. Thomas sfiorò con le dita il punto baciato dal biondino, mentre quest’ultimo lasciava sbattere la porta blindata, per far capire che era uscito.
“ Mi ha baciato la guancia” allo scrittore sembrò di arrossire. Rimase lì, immobile senza nemmeno la forza e la voglia di pensare. Quando Olga lo vide in quello stato, quasi vegetativo a dire il vero, si sorprese e lo scrollò per una spalla, credendo che si sentisse male.

- Signor Rey sta bene? – chiese tra il divertito e il preoccupato.
- Certo, perché? – Thomas probabilmente non si era neanche accorto di avere un’espressione da pesce lesso.
- Era incantato – la governante alzò un sopracciglio – Posso parlarle un attimo? – chiese poi quasi preoccupata. Thomas le fece cenno di sedersi e la incitò, con un cenno della testa, a parlare.
- Non vorrei sembrare invadente – cominciò subito – La mia domanda, però lo sarà un pochino - Thomas sbuffò.  
- Qual è il punto? – lo scrittore incrociò le braccia.
- Che cosa prova lei per il signorino Alex? – biascicò tutto di un fiato. Thomas si accigliò, probabilmente per la preoccupazione ma anche un po’ per la vergogna, insomma nemmeno lui era un pezzo di ferro.
- Affetto – rispose dopo averci pensato un po’.
- Solo questo? – lo incitò la governante.
- Anche gelosia – ammise lui. Thomas non riuscì più a guardarla in faccia per la vergogna. Parlare di Alex gli faceva uno strano effetto. Il perché non lo aveva mai capito. Olga sorrise compiaciuta, stava ottenendo quello che voleva.
- Lei lo a… - le sue parole furono interrotte dal suono acuto del cellulare dello scrittore. Thomas lo sfilò velocemente dalla tasca della giacca e lesse sul display il nome di chi lo stava chiamando, sperando con tutto il cuore che fosse Alex.
“Caterina” Thomas pigiò il tasto rosso e chiuse la chiamata. Non voleva sentirla, anche se sospettava che alla fine sarebbe tornata. Si sentiva un po’ codardo. In fondo era vero, non aveva il coraggio di specificare e annunciare anche a lei che era tutto finito. Soprattutto non aveva il coraggio di dirle che si era innamorato di un’altra persona, che amava Alex.   
- Dicevamo?- finse un sorriso. In verità era preoccupato. Olga lo guardò con sospetto, poi sospirò.
- Lei lo ama? – chiese subito la governante, approfittando dell’attenzione dello scrittore. Thomas sgranò gli occhi.
- Chi? Chi dovrei amare? – fece finta di non capire.
- Alex, stavamo parlando di lui – la donna sembrava quasi scocciata. A Thomas si fermò il cuore. Sentì le orecchie bruciargli, probabilmente erano arrossite. Quando però trovò il coraggio di rispondergli la verità, il cellulare squillò nuovamente. Era salvo, almeno così credeva. Non guardò nemmeno il nome sul display e rispose.
- Thomas! – esclamò la voce familiare di una donna. Allo scrittore venne voglia di chiudere nuovamente la chiamata e spegnere il cellulare. Sapeva però che Caterina non si sarebbe fermata tanto facilmente. Tanto valeva farle capire che lui non provava più nulla.
- Caterina – rispose subito dopo, con un tono di falsa sorpresa.
- Ti ho chiamato prima ma hai rifiutato di rispondere – il suo tono acido lo innervosiva.
- No – cercò di trovare una scusa – Stavo parlando con la casa editrice del mio romanzo, era molto importante –
- Capisco – il tono amareggiato di Caterina gli fece intendere che non l’aveva bevuta.
- A cosa devo questa telefonata? – chiese con poca curiosità lo scrittore.
- Sai in questi mesi ho pensato molto al nostro rapporto e mi sono accorta che senza di te non ce la faccio – Caterina aveva abbandonato il suo tono acido e aveva preso a piagnucolare – Credevo che la distanza mi avrebbe fatto dimenticare di te, invece non ha fatto altro che aumentare il mio desiderio nei tuoi confronti – Thomas la lasciò parlare, rimanendo in silenzio – Dimmi che anche tu hai pensato al nostro rapporto. Dimmi che anche tu hai bisogno di riprovare a costruire qualcosa con me – lo scrittore era stupito. Anche lui aveva pensato al loro rapporto in quei due mesi, anche se il vero e unico pensiero che troneggiava nella sua mente era Alex. Quel ragazzino gli aveva sconvolto la vita. Lo aveva fatto impazzire. Gli aveva fatto lasciare Caterina.
“ Non è colpa sua, è solo colpa mia se Caterina ed io ci siamo lasciati, era una cosa che si trascinava da tempo. Un rapporto che non sarebbe durato oltre” quelle parole gli ronzarono in testa. Si odiò talmente tanto in un solo minuto per aver incolpato Alex.
- Che cosa vuoi che faccia? – chiese sospirando. Olga continuò a guardarlo sospettosa.
- Invitami a cena- Thomas sgranò gli occhi - Ti mostrerò che tra noi c’è ancora la passione che c’era due mesi fa -
“ Dritta al punto” sogghignò nella sua mente lo scrittore. Poi rispose.
- Ristorante? – chiese lui con poca voglia.
- Sì, preferirei stare soli. Non vorrei che quella pes… - Caterina si bloccò come se non volesse finire la frase. Sapeva quanto Thomas tenesse ad Alex e sicuramente un commento negativo su di lui, l’avrebbe messa subito in cattiva luce – Che quel dolce ragazzino si senta a disagio - Thomas alzò involontariamente un sopracciglio. Da quando Caterina faceva un apprezzamento sul suo biondino.
- Non ti preoccupare non si sentirà a disagio, non se ci sarò io – lo scrittore si preparò a essere insultato e finalmente lasciato in pace dalla donna – Mangeremo a casa mia, tutti e tre insiemi – annunciò. Capì che Caterina si tratteneva dal ringhiare furiosa.
- Come vuoi Thomas – un falso tono dolce sorprese un po’ lo scrittore – Quando? –
- Se ti va bene anche questa sera – la informò lui.
- Sicuro, prima ci riconciliamo, meglio è – il suo tono era tornato acido. A Thomas scappò un sorriso, quella sera si sarebbe liberato di lei, una volta e per sempre.
- Allora a questa sera – la informò lui – Devo andare ora – non aspettò nemmeno la risposta. Pigiò il tasto rosso e s’infilò il cellulare in tasca. Prima di uscire dalla stanza e rinchiudersi nel suo studio per lavorare, sorrise radioso a Olga. Una risposta più che adeguata alla sua domanda.
 
Alex non ascoltò nessuna delle lezioni. Si limitava a guardare smarrito Lucas e i professori. Quel giorno la professoressa di letteratura l’aveva ripreso almeno una decina di volte. Solo quando minacciò di sospenderlo, Alex provò a concentrarsi e a porre attenzione. Lucas lo guardò sospettoso. Ormai sapeva chi era in grado di ridurlo in quello stato: il solo e unico Thomas. A metà mattina, durante la ricreazione, lo tirò per un braccio fino al fondo dell’aula.
- Che cos’è successo con Thomas? – bisbigliò indispettito. Alex non rispose. Si limitò ad arrossire. Pensò alla notte trascorsa. Thomas lo aveva sognato. Aveva fatto un sogno su di lui e Alex logicamente non poteva che saltellare di gioia.
- Porca di quella troia, Alex! – Lucas lo richiamò dal mondo dei sogni con quell’esclamazione – Ti stai rincoglionendo – biascicò poi.
- E’ successa una cosa bella – sorrise tristemente lui.
- E? – lo incitò il moro.
- Non ho voglia di parlarne – Alex s’imbronciò – Non voglio continuare a ferirti – sembrava dispiaciuto. In verità ci aveva pensato tutta la notte. Nei giorni precedenti non si era mai accorto che parlando solo e sempre di Thomas aveva fatto male al suo migliore amico, che in fondo era attratto da lui.
- Senti – cominciò Lucas – Mi potrai anche piacere quanto vuoi – Alex lo lasciò continuare – Tu però non ricambi quello che provo ed io mi sono rassegnato, però rimango sempre il tuo migliore amico – al biondo s’illuminarono gli occhi – E con me puoi parlare di tutto – Alex gli saltò al collo. Lucas lo strinse, mentre tutta la classe gli puntava gli occhi addosso. I due se ne fregarono, anche se il riccio era molto imbarazzato.
- Grazie – gli sussurrò in un orecchio.
- Non c’è di che – gli sorrise il moro mentre scioglieva l’abbraccio – Dimmi pure tutto, ti ascolto - Alex gli raccontò dei loro contatti ravvicinati e di quel “ Alex … io…” pronunciato due volte da Thomas, sempre e puntualmente interrotto dalle entrate a sorpresa di Olga.  Di come la stessa governante avesse scoperto il suo amore per Thomas. Poi si concentrò sulla notte precedente. Gli spiegò che Thomas lo aveva sognato e che aveva detto il suo nome per ben due volte nel sonno profondo. Lucas aveva ascoltato tutto senza interromperlo e senza fiatare.
- Allora? – chiese speranzoso il biondo.
- C’è solo una cosa da fare piccolino – il moro gli fece l’occhiolino – Dirgli che lo ami –
 
Quel pomeriggio tornare a casa senza inciampare almeno un centinaio di volte fu un problema per Alex. Insomma aveva in testa solo i momenti più belli passati con Thomas e più cercava di scacciarli via, più loro tornavano con insistenza, facendolo puntualmente inciampare. Solo quando fu dentro il grande appartamento che condivideva con lo scrittore, quei pensieri, anche quelli poco casti e molto eccitanti, lo abbandonarono. Trovò Olga che spolverava a più non posso ogni angolo della casa. Alex fu sorpreso. La governante aveva sempre un modo impeccabile di pulire. Questa volta però rispendeva tutto, sembrava quasi che le pareti e i pavimenti brillassero. I due si guardarono e si scambiarono un sorriso, come saluto. Quando però Alex si avvicinò alla donna, lei spense l’aspirapolvere di scatto e fu pronta a rispondere a ogni eventuale domanda. Tra loro era sempre così, un’intesa perfetta che poteva fare invidia a molte persone. D'altronde Alex e Olga provenivano da una società meno ricca di quella in cui si trovavano entrambi ora.
- Come mai tutti questi affanni? – chiese Alex con curiosità.
- Il signor Rey mi ha chiesto di pulire meglio del solito e di preparare una cena per tre persone, un menù abbondante e soprattutto da ricchi – la donna poi ironizzò – Ci sarà anche il caviale – Alex sorrise alla battuta. In verità tutto quel lusso per una semplice cena lo preoccupava.
- Chi è l’invitato ? – la governante si rabbuiò. Quando però stava per rispondere, il ricciolo la bloccò.
- Non importa, chiederò a Thomas – Alex non la lasciò nemmeno ribattere e aggiunse – Dov’è? –
- E’ uscito – rispose Olga afflitta. Sapeva cosa sarebbe capitato quella sera ed era molto dispiaciuta per il ragazzino. Si chiedeva perché quei due non capissero da soli di amarsi. Ci voleva per forza l’aiuto di qualcuno? La governante riprese a pulire. Alex invece corse a cambiarsi. Dopo aver indossato degli abiti per rimanere in casa: una maglietta verde fluorescente e un paio di pantaloni di tuta neri, si rinchiuse in biblioteca, luogo che ormai era diventato il suo regno quando era in casa. Si dilettò a cercare un romanzo che non avesse già letto, cosa quasi impossibile. Girò per tutt’e tre le grandi librerie di legno massiccio e una cosa lo sorprese, come la prima volta che li aveva visti: i libri scritti da Thomas. Li aveva letti tutti in quei due mesi e gli erano anche piaciuti molto. Alex sorrise involontariamente per tutti i pensieri che aveva fatto su Thomas: cominciò con i commenti mentali scettici e brutti, di quanto fosse un farfallone, cascamorto. Poi passò a quando per la prima volta aveva pensato che lo scrittore era sexy. Infine i pensieri di quegli istanti lo aggredirono.
“ Alex questa volta ti sei innamorato sul serio ma tienilo per te, non è una cosa giusta, l’amore fra due uomini” la mente, i pensieri e la ragione gli sussurrarono questo.
“ Buttati”gridò il cuore. Alex pensò di stare impazzendo. Era in contraddizione con se stesso. Non gli capitava da troppo tempo ormai. Immerso nei suoi pensieri, non senti nemmeno la porta blindata chiudersi dietro un sorridente Thomas, che lo aveva intercettato subito. Lo scrittore gli si avvicinò lentamente, non voleva disturbarlo. Quando gli fu dietro, gli cinse i fianchi con le mani e gli sussurrò nell’orecchio –Bentornato – Alex sobbalzò dallo spavento.
- Sei impazzito! – gridò subito – Mi hai fatto spaventare – aggiunse in tono più tranquillo. Thomas rise di gusto per la sua reazione. Gli piaceva scherzare con Alex, insomma il biondino era ancora più carino quando si arrabbiava e metteva il broncio.
- Ti serve qualche libro in alto – continuò lui divertito. Era inutile, punzecchiarlo ogni tanto lo rendeva allegro. Inoltre sapeva che Alex non se la prendeva per così poco.
- Stai insinuando che sono basso? – il ricciolo incrociò le braccia.
- No, non potrei mai – continuò a ironizzare lo scrittore. Poi gli si avvicinò e gli sussurrò nell’orecchio – Ti ho preso una cosa. E’ sul tavolo davanti al divano – quando punto il suo solito sguardo serio e dolce allo stesso tempo, negli occhi del ragazzo, questo arrossì violentemente e corse nel salone. Proprio come aveva detto Thomas, un sacchettino era appoggiato sul tavolino di cristallo.
- Che cos’è? – chiese voltandosi verso lo scrittore seduto al suo fianco. Allo stesso tempo armeggiava con il nastro azzurrino e la carta da regalo, cercando di aprire quel pacchetto fatto con affetto dall’uomo che amava.
- Aprilo – Alex strappò tutta la carta rimasta e, dai resti di nastro e del pacchetto in generale, estrasse un dvd – Chocolat – il biondino sorrise radiosamente.
- E’ il tuo film preferito no? – Thomas era ancora più felice del ragazzino.  
- Sì! – esclamò lui – Come mai questo regalo? Festeggiamo qualcosa d’importante insieme? – l’ultima domanda l’aveva rivolta involontariamente. Quando si accorse di aver detto una cosa simile, avvampò tra i sorrisi dolci di Thomas.
- No, l’ho visto nella vetrina di un negozio e ho pensato a te – Alex sbiancò, poi arrossì nuovamente e inoltre perse un battito.
- G-Grazie, non dovevi – biascicò poi imbarazzato. Thomas si alzò dal divano e si avviò nel suo studio, lasciando un felicissimo Alex. Poi a metà strada si ricordò di una cosa – Questa sera verrà a mangiare qui Caterina – il suo sguardo si era fatto serio – Ti chiedo solo di essere gentile –
- Caterina? – Alex era interdetto. Perché? Perché proprio ora? Proprio il giorno in cui aveva deciso di dirgli “ti amo”.
- Vuole riconciliarsi con me – lo scrittore abbassò lo sguardo – Io però… - non finì nemmeno la frase che Alex corse in bagno, biascicando un triste “scusa”. Lì dentro si sfogò. Le lacrime sgorgavano lente e calde dai lati degli occhi chiusi. Quando uscì, dopo essersi sciacquato la faccia, si chiuse in camera e cominciò a prepararsi. Aveva deciso tra tante riflessioni: avrebbe lasciato che i due si rimettessero insieme, senza causare problemi. Era il minimo che poteva fare per la persona che amava.
 
La sera arrivò presto e insieme a lei, Caterina. Alex e Thomas erano seduti sul divano. Lo scrittore aveva cercato di attaccar conversazione ma nulla, il biondo era di pietra. Non voleva parlare, non con lui almeno. Olga lo guardava preoccupata. Quando però suonò il citofono, si alzarono entrambi, allo stesso tempo e quando la donna suonò al campanello di casa, fu proprio il ragazzino ad aprire la porta blindata, tra lo stupore generale. Alex sorrise subito a Caterina chiudendo la porta alle loro spalle.
- Come sei cresciuto! – esclamò falsa la donna. Si scambiarono due baci sulle guance. Thomas li guardava interdetto.
- Sei stupenda – Alex sorrise falso – Come sempre – aggiunse dopo aver guardato Thomas con tristezza. Quando i due finirono i saluti, Caterina avanzò verso Thomas, rivolgendo un cenno sgarbato alla governante. Thomas continuò a guardarla avanzare: era fasciata da un abito nero, con rifiniture d’argento. Le scarpe nere avevano dei tacchi vertiginosi, grazie ai quali, per poco non superava anche Thomas in altezza. I capelli corvini erano sciolti e alcune ciocche erano intrecciate con fili d’argento.
- Sei bellissima – ammise lo scrittore abbracciandola. Lei sciolse quasi subito l’abbraccio e gli sorrise.
- Anche tu sei bellissimo – si avvicinò lentamente. Quando però provò a baciarlo lo scrittore, si distanziò. Lei, disperata, aggiunse – Come sempre – Thomas l’accompagnò nella sala da pranzo e la fece sedere al suo fianco. Alex lì seguì e si sedette dall’altro lato, di fronte a Caterina. Durante tutta la cena donna non fece altro che flirtare con lo scrittore. Alex li guardava divorato lentamente dalla gelosia, senza accorgersi che Thomas lo guardava tristemente e cercava di respingere ogni avance della donna al suo fianco. Verso la fine della cena Alex corse in bagno, non ce la faceva più a vederli insieme. Thomas quindi ne approfittò per togliersela dai piedi, spiegarle come stavano realmente le cose. Limitandosi al vago logicamente. Non gli avrebbe mai detto “sono innamorato di Alex”. La fece alzare e la portò fuori dalla sala da pranzo, nel salone.
- Caterina, devo dirti una cosa – cominciò seriamente – Io… -
- Non vedo l’ora – lo interruppe lei. Quando se ne accorse, però aggiunse – Scusa, continua –
- Dicevo – sospirò – Io non… - Caterina lo interruppe nuovamente, questa volta con un bacio, non dolce, non passionale. Solo prepotente.
Alex uscì dal bagno lentamente, aveva sentito tutto il discorso che stava cercando di fare Thomas, forse si sbagliava, lui non voleva riconciliarsi con Caterina. Quello che vide però smentì tutto. Caterina e Thomas si stavano baciando. Senza nemmeno dir nulla corse in biblioteca, al buio. Non voleva sentire e vedere più nulla. Le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi, sciogliendogli il filo di matita. Lì rimase.
Thomas si staccò da Caterina, rabbioso - Sei pazza! – gridò subito.
- No, amore mio, avevo solo voglia di baciarti – si giustificò lei, stranita da quella reazione.
- Se avessi ascoltato tutto quello che ho da dirti, ti sarebbe passata la voglia di baciarmi – il suo respiro era rumoroso, e i muscoli tutti tesi per l’arrabbiatura – Io non ti amo! – sbottò alla fine, allontanandosi da lei. Caterina represse le lacrime.
- Tu mi hai invitato a cena qui a casa tua solo per dirmi questo ?– la scena si stava ripetendo. Questa volta però era definitiva.
- Sì – rispose calmandosi Thomas. Poi aggiunse – Sarebbe meglio dire che ti sei auto invitata – ora era il suo tono a essere acido.
- Io ti amo – sussurrò lei, cedendo infine alle lacrime e ai singhiozzi.
- Io no – fu la lapidaria risposta. Lei a quelle parole, prese la borsetta dal sopra il divano e si dileguò piangendo. Thomas sospirò e si massaggiò il setto nasale. Sentì improvvisamente dei singhiozzi sommessi provenire dalla biblioteca.
“Alex” pensò subito. Corse lì e accesa la luce, lo vide seduto contro una libreria, le ginocchia al petto. Si sedette al suo fianco e gli accarezzò i capelli. Il ragazzo però si scostò e fece per alzarsi.

- Che cosa ti ho fatto adesso? – chiese lo scrittore bloccandogli il polso. Alex si divincolò e aspettò che anche Thomas si alzasse per cominciare a parlare. Questa volta non sarebbe scappato, lo avrebbe affrontato.
- Sei un mostro! – gridò subito – Credevo fossi diverso. Invece sei proprio come avevo immaginato all’inizio. Ecco, ho capito finalmente che cosa sei! Una persona esuberante, egocentrica e che crede di essere migliore degli altri! - Thomas sgranò gli occhi sorpreso da quella reazione.
- Perché? – chiese subito per indurlo a continuare.
- Per quanto io potessi odiare Caterina, tu l’hai trattata male. Troppo male. Tanto che mi viene da pensare che un giorno, se ti stuferai anche di me, mi tratterai così. Essere innamorato di te non servirà a nulla. Tu non lo accetti l’amore, vero Thomas?- lo scrittore deglutì, Alex aveva appena detto di amarlo? – Tu non sai cosa significa la parola “amore”! – sbottò per finire. Thomas era serio ma sorpreso da quelle parole allo stesso tempo. Guardò Alex piangere. Non voleva essere la causa delle sue lacrime.
- So perfettamente cosa significa – il suo sguardo rimase magnetico, fisso sul biondino – “Amore” è quello che sento per te, Alex - il biondo smise di piangere improvvisamente.
 “ Buttati” gli sussurrò il cuore. Alex si slanciò in avanti e unì le sue labbra a quelle di Thomas. Un bacio dolce che aveva desiderato per troppo tempo.
 
 
 
 
 



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine del capitolo… E adesso inizia il bello… XD Mi divertirò…
Scusate se la strega è tornata… Mi serviva… Peccato che però non sia ancora sparita del tutto… Non demorderà mai…
Al prossimo capitolo cari lettori…
 
Ps  Scusate il ritardo… ho avuto la febbre… Scusate ancora… ^^                
 
 
 
 
 
 
Angolo risposte:
 
SNeptune84 Ecco ora è successo qualcosa… XD Grazie del commento .. sono felice che ti piaccia la storia…  =) Spero continuerai a commentare...  Bacioni… =P
 
DeathKid Carissima eccomi qui… Con il nuovo capitolo… ( perdonami ancora per il ritardo…) Grazie dei complimenti… Spero che non troverai questo capitolo troppo costruito… Insomma il ritorno di Caterina era necessario… e il finale… Wow! Quando l’ho pensato, mi sono emozionato da solo… Come vedi Lucas e Alex hanno trovato una stabilità…
Al prossimo capitolo… Baci ...  ;)
Ci sentiamo per mail XD
 
 kiki4ever Sono un maschio -.-“ Ok scrivo yaoi anche io…
Comunque grazie per i complimenti… spero continuerai a seguirmi!
 
__ArYa__ Anna ti sei sprecata!!! XD TVB XD ci vediamo a scuola XD
 
YUKO CHAN Cara mia… XD Perdona il mio ritardo… Però eccoti servito il prossimo capitolo… Come dico sopra: adesso viene il bello… Continua a seguirmi e capirai…
E’ tornata Caterina hai letto? XD Che tristezza… mi è dispiaciuto per lei alla fine XD
Bacioni e a presto!! XD
 
Achi13 Ora soffrirai ancora di più allora… Fino al prossimo ti dannerai… Almeno si sono baciati dai…
Scusa il ritardo… a presto =)
 
 Smanukil Eccomi… Ho recensito finalmente.. è stata dura ma ce l’ho fatta… =)
Bene bene… si sono baciati… Finalmente direi…
Non ce la facevo più … era straziante scrivere i loro litigi…
Mi viene quasi il dubbio che ti piaccia molto ( inteso come bellezza) Lucas… XD Sai ho preso spunto da un mio compagno di classe XD XD
L’amore è incasinato… sempre XD
Ciauuuu XD al prossimo chappy XD
 
 
Lorelei95 Alex mi sta simpatico… anche se mi suscita un po’ d’invidia .. insomma si bacia con quel Patato di Thomas *sbaw*  XD ok mi riprendo… Ho troncato di nuovo il capitolo.. spero che non mi odierai per questo…
XD A presto XD  =) 

  
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