Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: BlackPearl    15/01/2011    12 recensioni
Quando avevo letto il cognome del mio datore di lavoro, l'avevo scambiata per una coincidenza.
Quando avevo parlato con lui, non avevo cambiato opinione.
Poi però mi sono stabilita a casa sua, e ho dovuto accettare il fatto che Daniel è il fratello di Johnny Depp.
Ma sì, m'ero convinta che dovevo rimuovere quel microscopico particolare dalla mia testa. E ce l'avevo fatta -va bene, con grande sforzo-.
Ma che ne potevo sapere io che suo fratello avrebbe innescato una serie di sfortunati eventi che mi avrebbero portato a... sì, anche a desiderare di essere una pennetta?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fourth
Capitolo tredici
 The more I see you, the more I want you;






Vianne's POV

«Ti ho preparato la borsa. Andiamo.»
«Dove andiamo?»
«Abbi fede.»
Lo guardai scettica e un po' preoccupata. Non che non mi piacciano le sorprese, ma...
«Ti fidi di me?»
«Che domande, idiota di un Johnny Depp. Certo che mi fido di te» Replicai alzando gli occhi al cielo. Lui prese il mio viso tra le mani e mi baciò, sorridendo.
«E allora andiamo.»
Stavamo entrando nell'Audi decappottabile e io veleggiavo su una nuvola completamente estranea a ogni tipo di avvenimento. Johnny sorrideva, felice come una Pasqua.
Dopo aver posato le borse nel cofano prese posto accanto a me. Il vento leggero gli scompigliava i capelli, e quando inforcò gli occhiali i miei ormoni decisero di mettersi a ballare sulle note di waka waka.
Non avevamo ancora battezzato i sedili dell'auto, a pensarci bene...
«Ehi, come sarebbe a dire che mi hai preparato la borsa?» Sbottai tutto d'un tratto risvegliandomi dallo stato catatonico-molto-coglionico in cui ero profondamente caduta.
L'Audi partì con un rombo e Johnny mi guardò strano. «Ti ho preparato la borsa. Che c'è da capire? Pianeta terra chiama Vianne, pronto-pronto?» Scherzò parlando lentamente come a una ritardata. *No, parlando ALLA ritardata. Hai sbagliato.*
«Non si può preparare la borsa a una donna, a meno che tu non sia una donna» Replicai come se fosse ovvio.
Lui si ravviò i capelli e fece schioccare la lingua, proprio come una ragazza. «Ohh.. avrei voluto che scoprissi questo mio lato più tardi..» Disse con una voce femminile perfetta, facendomi scoppiare a ridere.
«No, seriamente. E se avessi bisogno di qualcosa di assolutamente indispensabile che tu non hai portato?»
«Sei sempre così paranoica?» Lasciò cadere una mano sulla mia gamba con molta nonchalance, facendomi morire.
«Ehm, sì.»
Mi lanciò un'occhiataccia e scosse la testa.
Sospirai.
«Okay, ora sto per dirti una cosa molto molto molto smielata e ti prego, contieni gli urti di vomito.» Lo avvertii sbattendo le ciglia.
Lui rise. «Spara.»
«No, niente, pensavo che sono una cogliona totale. Ho te, di cos'altro potrò mai aver bisogno?» Era vero. Lo pensavo davvero e la cosa mi sconvolgeva.
Pensare di averlo, tutto per me. Dio, che botta di culo stratosferica. Bonjour finesse!
Johnny mugolò qualcosa e si morse il labbro. «Ringrazia che siamo in auto altrimenti non so cosa ti farei. Seriamente.» Lo disse talmente convinto che mi fece rabbrividire.
«Oh, anch'io.»

Continuavo a non avere la più pallida idea di dove stessimo andando.
Non avevo mai viaggiato un granchè, o almeno non negli States, fatta ovvia eccezione per New York e dintorni. Sapevo solo che non eravamo più a Los Angeles.
O almeno, eravamo lontani da Los Angeles.
Non lo so, sono negata con le strade, la geografia e tutto il resto. Punto.
«Un indizio no?»
«Tra poco lo scoprirai da sola.»
«Mpf. Cattivo.»
Quando vidi il mare in lontananza mi balenò l'idea che forse mi stava portando sulla spiaggia. Ohhh, sarei morta! Non andavo su una spiaggia da millenni!
Tipregotipregotipregofachesialìììì!
«Joh?»
«Mh?»
«E' per caso.. mmm.. una spiaggia?» Chiusi gli occhi aspettando la sua risposta. Che non arrivò. Li riaprii e vidi che stava sorridendo.
«Ma io ti amoooooo!» Lo abbracciai di slancio e lui sterzò bruscamente a sinistra, beccandosi un paio di clacson a centocinquanta decibel. Mi guardò come per rimproverarmi, poi sorrise e mi passò una mano dietro la nuca, accarezzandomi il collo e il lobo dell'orecchio in un modo che mi faceva impazzire.
«Giuro, appena mettiamo piede a terra.. non sai che ti combino» Mugolai spostando la sua mano.
«Vuoi picchiarmi?» Domandò malizioso, sorridendo sghembo.
«L'idea mi ha sfiorato un paio di volte.. hai portato anche il frustino?» Risposi a tono, trattenendo un accesso improvviso di risa.
Lui sospirò forte e scosse la testa. «Le manette vanno bene lo stesso?»

Arrivammo a destinazione più in fretta di quanto pensassi. Stavamo camminando sulla spiaggia piuttosto affollata, alla ricerca di un posto libero. Faceva un caldo boia. 
«Ehm.. non era meglio cercare una spiaggia meno affollata?» Domandai, guardandomi attorno. Sperai che il cappello coprisse bene il viso di Johnny, o altrimenti l'avrebbero riconosciuto subito. Aveva la camicia mezza sbottonata e si intravedeva il tatuaggio col nome della figlia.
«Stiamo andando in una conca privata. Non ti preoccupare.»
Oh. Bene. Che bello! Una spiaggia tutta per noi!
Un tizio ci aiutò a caricare le borse su un gommone e partimmo per questa conca. In lontananza riuscii a distinguere tre persone che giocavano con una palla. Due sembravano.. bambini?
Un brivido mi percorse la schiena vertebra dopo vertebra.
Sbiancai.
«Ehi, tutto bene?» Johnny mi strinse il polso e io sgranai gli occhi.
«Ma.. c'è qualcu.. ehm.. loro..» Non sapevo cosa dire. Ero terrorizzata. Indicai la spiaggia con un dito.
Lui rise. «E' Nicole.» Fece una pausa. «E.. sì, ci sono i miei figli.»
Indietreggiai istintivamente finendo sul bordo del gommone che stava accelerando, e quasi caddi in mare. Johnny mi prese per le braccia e mi tirò giù a sedere.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa lo anticipai. «Non sono pronta.»
«Oh, sì che lo sei»
Scossi la testa come un'ossessa. «No che non lo sono. No, Johnny. No.. loro.. io.. Vanessa.. no!»
«Senti. Sanno già di Vanessa. Hanno visto anche loro i giornali e se è questo che ti preoccupa, non pensano assolutamente che tu sia una sfasciafamiglie o roba simile. Non potresti mai esserlo» Mi rassicurò, ma non ero convinta per niente.
«Lo so, ma.. davvero, è troppo presto. Non posso. Non gli piacerò, ne sono sicura!» No, no, no. No, Johnny, cavolo.
«Ma se gli piacevi anche prima! Ricordi, quando volevano conoscerti? Quando Lily disse che mi sentiva felice, da quando ti avevo conosciuto?»
«Sì, ricordo. Ma non vuol dire che...»
«Vianne
«Va bene.»
Gli bastava pronunciare il mio nome con quel tono da maestro spazientito per mettere a tacere tutti i se e tutti i ma.
Scendemmo dal gommone e i due pargoletti accolsero il padre stritolandolo in un abbraccio collettivo. Approfittai del momento per trovare rifugio tra le braccia di Nicole.
«Non posso farcela, Nic.»
«Certo che puoi, stupidina! Già ti adorano, credimi»
«Ma almeno poteva avvisarmi prima.. non ne sapevo niente!»
«Vianne?» Johnny mi chiamò e capii che era giunto il momento. Col cuore in gola e un sorriso sulle labbra mi avvicinai a lui. Aveva Jack in braccio e Lily che gli stringeva la vita.
Quando mi inginocchiai, per arrivare all'altezza di Lily, lei mi sorrise e mi abbracciò di slancio, facendomi quasi cadere. Scoppiai a ridere e un'ondata di autentica gioia mi pervase. Jack si unì all'abbraccio, e vidi l'espressione compiaciuta di Johnny oltre le sue spalle. Mi sentivo la persona più felice del mondo, e sentivo di non meritare tutto quello che avevo. Tutto quello che lui mi aveva dato.
«Finalmente conosco questi signorini! Mamma mia, quanto siete belli. Tu sei proprio un ometto, eh? Sembri Braccio di Ferro» Dissi e Jack rise, guardandosi il costumino a righe bianche e blu, proprio come un marinaretto. Poi mi rivolsi a Lily, e la somiglianza con la madre mi fece rabbrividire appena.
«E tu invece.. oh, che bei capelli che hai.. che dici, posso prenderli?» Domandai, prendendo tra le dita qualche ciocca bionda e morbida.
Lei sorrise e scosse la testa. «Ma no, tu ce li hai già!»
«Come nooo? Daiii, solo qualcunooo..» La presi per i fianchi e iniziai a farle il solletico. La sua risata contagiò tutti quanti. Se avessi visto la scena da lontano, avrei detto che eravamo il ritratto della felicità.

«Viaaanne, vieni a fare il bagnooo!» Dopo essersi ripresi dalla crisi di risate, i pargoli si tuffarono in acqua, accompagnati dalla zia.
«Infilo il costume e vengo!» Guardai Johnny, che mi porse la borsa. Frugai un po' e vi trovai il mio costume preferito, quello blu notte con le ruches.
«Hai scelto a caso?» Gli chiesi, e lui annuì. Avevamo proprio gli stessi gusti.
«Ehm..» Mi guardai intorno, ma ovviamente non trovai nessuna cabina dove cambiarmi. Sbiancai per un nanosecondo. Johnny mi guardò trattenendo una risata, folgorandomi con uno sguardo malizioso. Prese un asciugamano e lo aprì, mettendomelo davanti.
«Ecco il vostro separè, madame.» Dichiarò, sistemandosi davanti a me, in modo da coprire la visuale ai figli e a eventuali occhi indiscreti.
«Ohhh. Ma guarda te se è normale una cosa del genere... non mi cambio con l'asciugamano avvolto addosso dall'età di cinque anni. Renditi conto.» Gli lanciai un'occhiataccia, alla quale lui rispose con un sorriso divertito.
Oltretutto mi vergognavo da morire. Certo, mi aveva già vista nuda. Anche alla luce del giorno... ma facevamo altro. Non se ne stava lì a fissarmi con lo sguardo puntato sul mio sedere.
«Devo guardare altrove?» Domandò, fischiettando. Faceva anche il finto gentiluomo.. tzè!
Emisi un suono indistinto e sfilai canotta e reggiseno, cercando di non pensare ai suoi occhi che divoravano la mia pelle, centimetro dopo centimetro.
Feci lo stesso coi pantaloncini e finalmente terminai l'ignominiosa operazione. Mi voltai verso di lui, pronta a seppellirmi sotto la sabbia dalla vergogna, e incrociai i suoi occhi, che bruciavano nei miei. Lasciò cadere l'asciugamano e afferrò saldamente i miei fianchi, per poi catturare le mie labbra con un gesto quasi violento.
«John-» Cercai di allentare la sua presa ma lui mi zittì e mi morse il labbro inferiore, facendomi gemere.
«Ituo-ifig-li» Provai a dire, tra un bacio e l'altro. «Mmmh..» Si lamentò lui, senza allontanarsi di un millimetro.
Poi, dopo qualche istante si spostò, permettendomi di riprendere fiato.


POV Joh

Mi sentivo un maniaco ninfomane. L'avrei presa anche lì, subito, sulla spiaggia, davanti ai miei figli. Non credevo fosse possibile desiderare tanto una persona.
Insomma, non era tutta colpa mia. Vianne mi aveva attratto fisicamente dal primo momento in cui l'avevo vista. Ero un uomo normale, dopotutto.
Poi l'attrazione era passata anche al lato caratteriale, mettendomi in croce una volta per tutte.

L'avevo sempre desiderata, e ora che era finalmente mia avrei voluto passare la vita dentro di lei.
«Andiamo, perv
.» Mi canzonò, riportandomi al presente.

«
Perv! Da che pulpito viene la predica.. non credo di essere l'unico pervertito, qui.» Le dissi, alzando un sopracciglio.
Sì, insomma. Ci divertivamo parecchio. Avevo riscoperto quel lato un po' selvaggio che si era decisamente assopito negli ultimi anni.

Vianne mi fece una linguaccia e mi prese per mano, trascinandomi in acqua.
Nicole raggiunse Vianne in poche bracciate.
«
La mia cognatina preferita» Disse, sorridendo come lo Stregatto. Vianne arrossì fino a diventare viola e i miei figli ridacchiarono, poi corsero a prendere la palla e in pochi minuti demmo inizio a un torneo di pallavolo.
Vianne era bravissima con loro. Nonostante sostenesse di non avere molta pazienza, i fatti dimostravano il contrario.
«Ma sei un campione, Jack!
» Applaudì quando lui si buttò in acqua per salvare la palla. Riemerse tossendo un po' ma le rivolse un sorriso stupendo, fiero di sé.
Giocammo per diverso tempo, poi Nicole prese Vianne sottobraccio e se ne andarono a cincischiare al largo. Avrebbero commentato anche le mie performance a letto?
Beh, non che avessi da temere chissà che...

«Com'è bella» Sospirò Lily, che con lo sguardo seguiva Vianne. Quella frase mi fece quasi esplodere dalla gioia. Dovetti trattenermi dal chiamare Vianne per fargliela sentire con le sue orecchie.
«Sei felice, papà?» I miei due angeli mi si avvicinarono e li strinsi a me. Lily mi incoraggiò a rispondere con un sorriso.
Guardai Vianne e non potei fare a meno di sorridere anch'io. «Sì, piccola mia. Sono felice.»


Vianne's POV

«Dai, dai, dai» Piagnucolò Nicole, pregandomi a mani giunte.
«Ohhh!» Sospirai esasperata e pensai di affogarla.
«Ma cosa vuoi che ti dica? E'.. bravo.» La buttai lì, guardando altrove.
«
Sì, e io sono Michael Jackson»    
«
Apperò, ti facevo più magro» Lei rise e mi schizzò l'acqua, bagnandomi tutti i capelli.
«
Eddai, ma cerca di comprendermi! Sono la cognata di Johnny Depp da quasi trent'anni e non ho mai e dico mai avuto la possibilità di conoscere un solo dettaglio della sua vita sessuale. Vanessa-la-voragine l'avrò vista si e no due volte, e figuriamoci se mi mettevo a chiederle certe cose...»
«Appunto, certe cose non si chiedono» Nicole alzò gli occhi al cielo. Sapevo che non si sarebbe rassegnata mai.
«E va bene. Vuoi prendere i popcorn o stai comoda così?» La presi in giro. «
Perché, il fatto è lungo?» Sorrise sorniona, e cominciai a raccontare.

«Ma la volta più bella è stata sul... vostro letto»
«
NO!» Nicole spalancò la bocca, incredula.
«
Sì...» Arrossii, colpevole.
«
No!» Scoppiò a ridere istericamente.
«
Ma non è colpa mia se lui è... insaziabile» Dio, lo stavo dipingendo come un libertino arrapato. In realtà non immaginavo che fosse così aggressivo, alle volte. Certo, io non ero da meno; lo provocavo in tutti i modi possibili e immaginabili. Però fondamentalmente era un romanticone.. dolcissimo e premuroso.
«
Io stavo semplicemente pulendo la vostra camera. Ero piegata sul letto a sistemare le lenzuola, e...»
«Oh, ti capisco! Anche a me è capitato...» Divenne paonazza. «Quel letto è talmente grande che per lisciare le lenzuola al centro devi per forza piegarti a novanta gradi...»

Cavolo, sembravamo due ninfomani ubriache.
«
Io suggerirei un libro sul kamasutra. Ci sono alcune posizioni che...» Si interruppe, guardando la mia espressione.
«
Che c'è?!» Il colorito bordeaux ormai non mi avrebbe abbandonato più.
«
Non mi dire. Già ci avete pensato.»
«
Internet è un potente mezzo di informazione..»
Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
«
Oh, attenta!» Nicole non fece in tempo ad avvisarmi che avvertii una botta in testa. Dopo un momento di smarrimento mi voltai e vidi la palla con cui qualcuno mi aveva colpito. Johnny.
«
Avete finito di parlare di me?» Gridò spazientito, avvicinandosi.
Mi massaggiai il capo dolente, guardandolo in cagnesco.
«
Ma non potevi chiamarmi in modo più delicato?»
«
Scusa, non volevo colpirti davvero» Ridacchiò. Quando mi raggiunse sostituì la mia mano con le sue, deliziandomi con uno dei suoi massaggi irresistibili.
«Gliel'avevo detto di non tirarla» Si intromise Jack. «
Papà è un testone» Disse, con la sua "s" accentuata.
«Lo so, lo so» Sorrisi. «
E' un adorabile, magnifico, insostituibile testone.»
Johnny spostò una mano dalla testa al mio fianco, l'altra la fece scorrere sul mio viso, fino al mentò, che alzò leggermente per baciarmi.

«Lily, girati. Stanno facendo le cosacce» Sussurrò Jack alla sorella, mentre si allontanavano per lasciarci un po' di privacy.
Scoppiammo a ridere, e Nicole con noi, che li aveva sentiti.
Ci lasciarono qualche momento di intimità, in cui ci concedemmo qualche bacio più trasgressivo, qualche carezza più audace. Johnny mi stringeva a sé come a voler fondere i nostri corpi, come se nessun tipo di contatto fosse mai abbastanza.
«Io credo che tutto questo sia un sogno» Sospirai, dopo aver ripreso fiato. «
Ho paura di addormentarmi e di svegliarmi il giorno dopo con Nicole e Danny e la casa da pulire.» Johnny ridacchiò, prima di baciarmi ancora.
*Dio, menomale che le labbra non si consumano. Altrimenti eravate belli che fregati.*
Ermengarda, ma non ti eri presa una pausa?
*Chi, io? No*
Mi pare ovvio che la tua presenza qui sia inutile, nonché inopportuna.
*In effetti devo farmi l'insulina. Fate schifo.*

«E' tutto reale, fortunatamente» Mi rassicurò Johnny, accarezzandomi il viso con la sua guancia. Sorrisi e mi allontanai un po'. «Pungi, amore.»

«Lo so.» Per tutta risposta prese il mio viso con una mano e lo tenne fermo mentre sfregava forte la guancia sulla mia e mi graffiava tutta.
«Ahia, scemo!» Risi e lo spintonai. «Non mi provocare» Ghignò, meditando chissà quale vendetta. In acqua non mi fidavo tanto, per cui alzai le mani e mi arresi.
«No, no, no, non farmi niente» Dissi, e ottenni l'effetto desiderato.
Mi abbracciò e mi cullò appena seguendo il ritmo delle onde.
«Quanto ti amo, Vianne, non ne hai un idea

D'amore non si muore, diceva qualcuno. Io, invece, credevo proprio che di questo passo sarei morta sicuramente.

La giornata volò in un batter d'occhio, lasciando una serie infinita di ricordi bellissimi.
Johnny era radioso, i suoi figli erano un qualcosa di meraviglioso e speciale ed erano capaci di mettermi a mio agio, in quella situazione un po' strana.
Persi qualche battito quando, in spiaggia, cercando una nostra foto sul cellulare di Johnny, notai tre chiamate perse da parte di Vanessa.
Johnny si accorse subito della mia espressione, a metà tra il sorpreso e l'atterrito, e mi rassicurò dicendomi che l'aveva lasciata.

«Davvero?» Avevo chiesto, stupita. Era passata ormai una settimana dalla sera del "misfatto" e in effetti forse ero stata un po' stupida a non chiedergli nulla di Vanessa.
«Certo. L'ho lasciata mentre mi mangiavo le mani a morsi quando stavi col crucco scandinavo»
Sorrise.
«E lei che ha detto?
» Non potei fare a meno di domandarglielo.
Johnny alzò le spalle. «Non ricordo nemmeno, a dire il vero. Quello che dovevo dirle l'ho detto e la mia mente è tornata subito a te. Cosa poteva dire? Nemmeno se si fosse opposta con la migliore scusa del mondo l'avrei perdonata.
» E allora perché cavolo lo stava chiamando?
Decisi di non pensarci più. Godiamoci la giornata e via.

Qualche minuto dopo squillò ancora il cellulare. Il mio, però.
Era Ryan. Johnny assunse un'espressione curiosa ma non nel senso buono della parola. 
«Pronto?» Risposi, coi suoi occhi addosso. Quasi quasi si avvicinava con l'orecchio al ricevitore. «Ciao, carissimo!» Lo feci apposta. Johnny mi guardò stortissimo e mi diede un pizzico sulla coscia. «
Ahi-si, tutto bene! Voi?»
«Che vuole? Digli che hai altro da fare
» Mi faceva morire quando era così geloso. E se avesse visto David, allora? Una risata mi sorse spontanea.
«Uh, che bella idea! Sì, sì, certo che vengo!» Era a un passo dallo strapparmi il cellulare di mano, lo sentivo. «
Veniamo, voglio dire» Mi corressi e lui si tranquillizzò un po'.
«
Certo che stiamo sempre insieme» Dissi, e Johnny si passò una mano sulla fronte. «Eh? No, no. Dì a Ash che il resoconto l'ho già fatto a Nicole e per oggi basta e avanza»
Silenzio, ascoltai la risposta di Ryan.
«
Sì. Talmente che è lungo.» Arrossii e pensai subito al doppio senso di cui anche Johnny si accorse e sorrise compiaciuto.
«
Va bene tesoro, ci vediamo più tardi!» Schioccai un bacio nel ricevitore e attaccai.
Posai il cellulare nella borsa con molta calma, facendo finta di niente. Quando mi voltai Johnny alzò un sopracciglio.
«
Tesoro?»
*Sei una stronza assurda*
Lo so.
*No, ma dico. Peggio di me! E per superare me...*
Lo so.
*No, ma..*
Lo so!

«Che c'è? Ti dà fastidio?» Sorrisi a centocinque denti e lui mi prese il viso con una mano e lo strinse forte, mordendosi il labbro. «
Ti devo uccidere» Disse a denti stretti, con un sorriso appena accennato.
Mi liberai dalla morsa d'acciaio e provai a parlare seriamente. «Ci hanno invitato a cena, un'uscita a quattro.» Riferii entusiasta.
Mi guardò scettico. «A me quel crucco non sta simpatico per niente

«
Daaaai! Dici sul serio? Ma è stato solo un innocentissimo bacio a stampo. Cioè, più o meno. Niente di che» Sapevo che ci pensava sempre e che si riferiva a quello, quando diceva di detestarlo.
«Sì, sì, dicono tutti così

«
Vuoi paragonare quel bacio freddo e nordico con i tuoi baci? Con i nostri baci che definirli passionali è un eufemismo?» Mi avvicinai e gli morsi un labbro. Lui fece l'offeso per un po', lasciandomi fare. Mi misi a cavalcioni su di lui, ignorando l'allegra combriccola che prendeva il sole, e lo stuzzicai baciandolo nei punti più sensibili. Quando gli leccai lentamente la pelle del collo appena sotto l'orecchio lui rabbrividì e mi strinse forte le gambe. Fece risalire le mani fino alle natiche e le accarezzò coi pollici, mentre imprimeva le sue labbra sul mio collo. «Sei proprio una gattina dispettosa» Sorrise sulle mie labbra prima di baciarle.
«Stanotte ti faccio le fusa per farmi perdonare, allora.
»
*Ci sono i suoi figli a portata d'orecchio, cavolo! Potresti anche risparmiare queste metafore squallide!*
«
Mmm.. ti prendo in parola» Johnny non si scalfì per niente, anzi stette al gioco.
E insomma, la giornata passò così, tra alti e bassi. Soprattutto alti, direi.
Tornammo a casa dopo il tramonto.

Mancavano venti minuti all'appuntamento ed eravamo ancora in bagno.
«Uff, devo farmi la barba
» Si lamentò Johnny guardandosi allo specchio. Io ero appena uscita dalla doccia e mi stavo infilando la biancheria.
Non avevo idea di come facessi a restare così tranquilla tutta nuda davanti a lui.

Mi avvicinai al lavandino, in mutandine e reggiseno, e gli guardai il viso.
«
Te la faccio io?»
Lui sorrise e annuì. Prese l'occorrente dal mobiletto accanto allo specchio, mentre io mi sistemai sul ripiano di marmo accanto al lavandino. Lui si fece spazio tra le mie gambe e appoggiò le mani ai lati del mio sedere, coi pollici sui bordi della culotte.
Agitai la bomboletta di schiuma da barba e ne feci uscire la giusta quantità che gli stesi sul viso. Lui mi porse il rasoio e mi guardò divertito.

«E' tutto tuo, Sweeney.» Poi ci ripensò e si corresse. «
Anzi, a dire il vero somigli di più ad Adolfo Pirelli. Sì, sì, stessi baffetti.»
Scoppiammo a ridere e lo minacciai di sgozzarlo come una gallina. 
«
Non ho i baffetti!»
«Lo so.» Si avvicinò per baciarmi e mi sporcò di schiuma sul mento. «Sei peggio di un bambino!» Lo presi in giro e iniziai a passargli la lama sul viso.
Non l'avevo mai fatto prima, se non contavamo le poche volte in cui me l'ero passata sulle gambe, da ragazza.
Me la cavai piuttosto bene. Lui mi aveva agevolato inclinando la testa e suggerendomi di passarla con più decisione.
«
Non vorrei sfigurarti» Gli confessai. Non sia mai, avrei rovinato il Patrimonio Universale dell'Unesco.
Johnny alzò gli occhi al cielo. «Vai tranquilla, non puoi sfigurarmi. Sono talmente bello che nemmeno una crema all'acido muriatico può sfigurarmi
» Oh oh, era diventato pure vanitoso!
«
Hai ragione, Narciso» Constatai, con orgoglio. Era troppo bello. Troppo, troppo, troppo bello. Dovevano ancora inventare la parola per descrivere quanto era bello.
Stavo per concludere l'operazione sulla guancia sinistra quando ovviamente lui iniziò a farmi morire con quelle maledettissime mani.

«
Joh.. smettila» Mormorai. Dall'esterno erano passate all'interno delle cosce, muovendosi lente ma decise. Lo guardai stupita quando le infilò sotto le mutandine. Lui mi guardava fisso con gli occhi socchiusi appena, osservando ogni mia reazione al suo tocco.
«
John Christopher D-» Mi morsi un labbro per soffocare un gemito. Lui sorrise divertito, senza smettere di torturarmi. Fui costretta a poggiarmi a lui per non sciogliermi come neve al sole.
«
Fammi finire, almen-ohh, Gesù..» Appoggiai la fronte alla sua e poi inarcai la schiena involontariamente, reclinando indietro la testa. Lui mi baciò sul mento, godendo dei miei sospiri fino all'ultimo, più intenso, carico di piacere.
«
Sei.. sei proprio..» Provai a riprendere fiato e a trovare un aggettivo adatto, ma ero senza parole.
«Vieni qui» Mi prese in braccio e si diresse nuovamente verso la doccia. «Aspetta» Dissi. Gli passai la lametta sull'ultima striscia di barba e la buttai nel lavandino.
Pensai che avremmo fatto tardi e provai a dirglielo, titubante:
«Ma.. ma non abbiamo tempo, Joh..» Lui mi zittì con un bacio e sospirai forte sentendo la sua erezione vibrare contro le mie cosce. «
Va bene, in fin dei conti possiamo anche ritardare un pochino..» Ashley e Ryan avrebbero capito.

«
E così Johnny Depp è un ritardatario. E chi se lo sarebbe mai aspettato» Commentò divertita Ashley quando ci vide.
«
Avete avuto qualche problema?» Si informò Ryan, più educato. Johnny e io ci scambiammo un'occhiata complice e io arrossii inevitabilmente.
«
Oh, capisco. Va bene, siete giustificati» Pigolò Ash, esibendo una faccia da schiaffi.
Ordinammo da bere e iniziammo a parlare del più e del meno. Johnny e io ci comportavamo come due adolescenti cotti l'uno dell'altra. Ci facevamo i dispetti, ci lanciavamo le frecciatine, litigavamo per il menù, lui mi pizzicava la gamba e io gli tiravo i calci. Ashley e Ryan invece non perdevano occasione per tubare innamorati. Mano nella mano, occhi negli occhi, trottolino amoroso du-du-da-da-da.
Io e Johnny eravamo nella fase sesso sfrenato, loro evidentemente nella fase amore smielato.
La gente intorno ci osservava curiosa. Era un locale discreto, di una certa importanza. Di certo non c'erano ragazzine in calore o fan sfegatate. Notai qualche sguardo lascivo rivoltogli da delle signore attempate brutte come la morte, che solo a guardarle ti veniva la lebbra. Tutto sommato, comunque, non ebbi motivo di sentirmi minacciata o gelosa, almeno da loro.
Una musichetta interruppe la conversazione tra Johnny e Ashley. Stavano parlando della sua isola alle Bahamas e lei voleva a tutti costi strappargli un invito. La conoscevo troppo bene.

«Oh, scusate. E' il mio.» Johnny affondò le mani nelle tasche dei pantaloni e tirò fuori il cellulare. Intravidi il nome di Vanessa e una morsa mi attanagliò lo stomaco.
Guardai Ash eloquente e lei mi rivolse un sorriso di incoraggiamento.
Johnny mi guardò, col cellulare che non smetteva di vibrare. Cercai di cacciare giù il groppo alla gola e sorrisi: «Rispondi, dai

«
Con permesso.» Si congedò e uscì dal locale. Dal tavolo dove eravamo seduti potevo vederlo parlare, camminare avanti e indietro e gesticolare appena. Non riuscivo bene a vedere le espressioni del viso, però.
«
Dai, non pensare male. Magari chiama per... ehm... per...» Nemmeno Ashley riusciva a trovare una scusa plausibile. Mi torturai le mani, nell'attesa.
Quando vidi che riattaccava, uno sciame di gente gli si avvicinò, e qualche flash gli illuminò il viso.
«Merda» Feci per alzarmi ma Ash mi prese per mano.
«
No, Vianne. Non credo che sia una buona idea...»
Lo vidi fare qualche autografo e sorridere ai fotografi. Poi tornò dentro e si scusò col proprietario del locale, il quale gli diede una pacca sulla spalla, tranquillizzandolo.
Dopotutto, era pubblicità gratuita al suo locale. Mica poteva protestare. Johnny era sempre troppo gentile.
Tornò al tavolo col solito sorriso.
«
Eccomi di nuovo.» Mi sforzai di ricambiare il sorriso, ma dentro stavo morendo di paura. Volevo sapere quello che si erano detti, volevo sapere e basta. Quasi gli tolsi la mano dalla mia gamba, tanto ero nervosa e irritabile.
«
Vianne, mi accompagni in bagno? E' urgente.. non riesco a trattenerla» Ashley cercò di salvare le apparenze con un sorriso imbarazzato, e mi trascinò nella toilette di corsa.
«
Stavi per mangiartelo vivo» Mi rimproverò. «Dai, concedigli il beneficio del dubbio!»
«
Sono stati insieme per più di dieci anni, Ash! Quale beneficio devo concedergli?! E' Johnny Depp! Pensi che non passi ogni secondo del giorno con la paura che qualcuno me lo porti via?!» Urlai, con le lacrime agli occhi. Dovevo calmarmi. Dovevo calmarmi.
Ashley espirò lentamente, abbracciandomi.
«
Nessuno te lo porterà via, V. O dovranno passare sul mio cadavere, su quello di Ryan, e sui nostri corpi reincarnati, anche se non ci credo» Risi e mi calmai almeno un pochino.
Mentre stavamo tornando al tavolo Ashley scosse la testa e sospirò.
«
Ma lo vedi come ti guarda? No, dico, lo vedi? Quello ti ama più di quanto ha amato tutte le sue donne messe insieme.» Lo guardai e me ne accorsi.
Ashley aveva ragione. Johnny mi guardava come un uomo guarda la donna che sta per sposare, quando fa la sua comparsa lungo la navata.
Sorrisi emozionata e mi 
sedetti accanto a lui, che mi baciò la spalla. «Mi sei mancata.»



continua...





Amo questo capitolo *________*
Amo questi due testoni. Soprattutto lui. XD
Bon, bon, bon. Che dire? Nulla! Il capitolo è quello che è, loro sono quello che sono, i bimbi (*_*) sono adorabili.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo ç_ç E poi l'epilogo... Come vedrete dallo spoiler, può ancora succedere di tutto.
Chissà, chissà. (Beh, qualcuno che sa c'è. Ma non fiaterà ovviamente. Vero? XD)
Insomma, fatemi sapere se vi sono piaciuti i due piccioncini (L)
Grazie per le recensioni. Grazie, davvero. Non ho parole per dirvi quanto vi amo et adoro.
Vado a scrivere l'altra, ché altrimenti col cavolo che la pubblico, visto che qui siamo agli sgoccioli XD
Che poi ho un dilemma esistenziale che mi frulla in testa come un criceto sulla ruota... perché stavo pensando di pubblicare quella nuova storia come originale, lasciando il nome e il volto di Johnny (vi faccio vedere il blend, dai.).. non so, non so. Voi che dite? Mi seguirete lo stesso? ç_ç Al 70% pubblicherò qui, ma c'è quel 30% che mi lampeggia in testa xD
Anyway, poi vedremo. Voi esprimetevi. Se volete picchiarmi fate pure XD


Ecco il vostro spoilerone (non linciatemi!):

[...]  Due passi in avanti, e il cuore che si ferma.
Lui e lei. Seduti a tavola, l'uno di fronte all'altra. La mano di lei su quella di lui. 

Un brivido mi attraversò la schiena da cima a fondo, regalandomi uno spiacevole senso di nausea.
Vanessa mi sorrise, e compresi esattamente come ci si sente quando
ti cade il mondo addosso.  [...]

Lots of love
,
Sara.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: BlackPearl