Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: aresian    20/01/2011    3 recensioni
Dopo l’interpretazione di Ardis ne “Le Due Regine” Maya riceve l’invito a trascorrere le vacanze natalizie sulle nevi di Nagano niente meno che dal Donatore di Rose. La giovane è convinta che sarà un Natale speciale, avrà ragione?…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seulement a Noel - Prima parte

N.d.A.: In primis ringrazio Tetide e Ici Drive per avere recensito anche il quarto capitolo di questa storia. 
x Tetide: In effetti Maya è parecchio "lenta" nel comprendere se stessa e soprattutto le reali intenzioni di Masumi. Lui invece è chiuso a riccio, al solito, per paura di essere respinto.
x Ici Drive: Ecco il nuovo capitolo, spero ti piaccia.


Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Seulement à Noël
By Aresian

Parte Quinta


Maya era rientrata in albergo con un senso di solitudine e disagio che non aveva provati per tutto il pomeriggio. Perchè quella fastidiosa sensazione di avere rovinato tutto? Rovinato cosa poi, visto che lei manco voleva prendere lezioni di sci da Hayami? Era assurdo, totalmente illogico, ma un paio di perlacee lacrime le solcarono, silenti, il volto. Perchè? Fu in quelle condizioni che se la ritrovò davanti Rei una decina di minuti dopo.
"Maya, ma cosa è successo?" chiese la giovane preoccupata. Tutto si sarebbe aspettata tranne quel visino così triste. Ma cosa poteva essere accaduto? Solo un paio d'ore prima, quando li aveva intravvisti sullo ski-lift, pareva tutto normale.
Per tutta risposta, la giovane le chiese diretta "Perchè hai appoggiato Hayami? Sai che lo detesto" ma nel suo tono non c'era accusa o rancore, solo... tristezza.
Rei rimase un po' spiazzata per quella domanda. Evidentemente quei due avevano finito con il litigare, come al solito.
"Vedi Maya" provò a spiegare "non ci ho visto niente di male. In fondo avevate già passato un'intero pomeriggio insieme, a teatro, tempo fa..." ma innanzi all'espressione infastidita comparsa sul volto dell'amica decise di cambiare atteggiamento e di dirle le cose esattamente come stavano.
"Senti Maya puoi anche non rivolgermi più la parola se vuoi ma per favore ascoltami. So che odi Hayami a causa di tua madre, di quello che le è successo, più che per la Dea Scarlatta" parole che colpirono Maya nel profondo perchè le sapeva vere. "Il punto" riprese Rei "è che ho l'impressione che, almeno, per tua madre lui si senta responsabile e in colpa".
"Cosa?" la interruppe bruscamente Maya, l'espressione che stava a testimoniare come la considerasse un'idea folle, Hayami avere rimorso per qualcosa. Impensabile. Rei però non si fece smontare dal suo scetticismo e proseguì imperterrita.
"Rifletti, Maya. Non avrebbe senso, altrimenti, il suo strano modo di spronarti a recitare, quando invece la logica lo vedrebbe ad approfittarne per distruggerti e tagliarti fuori definitivamente dai giochi. Ripensa a "Le Due Regine...".
Il viso di Maya divenne pallido, mentre la sua mente seguiva il corso delle congetture dell'amica. Non ci aveva pensato ma, in fondo, Hayami avrebbe avuto tutti i mezzi a disposizione per impedirle di avere il ruolo di Ardis, invece così non era stato e non solo, grazie alla scommessa vinta da Maya, questi l'aveva ricoperta di fiori di apprezzamento, segno pubblico e palese della sua considerazione per la recitazione della ragazza.
"... per questo ho pensato che un pomeriggio da soli, lontano da teatri, rappresentazioni ma semplicemente impegnati in un passatempo neutrale potesse aiutarvi a deporre, almeno su quello, l'ascia di guerra. Non per lui Maya ma per te. Questa storia ti sta logorando. Se ho sbagliato, mi dispiace" concluse infine Rei in tono spento e dispiaciuto. Le cose, purtroppo, non erano andate come aveva sperato, questo era evidente.
Maya rimuginava ancora su quelle parole che le aprivano nuove prospettive su cui riflettere mentre, con un gesto stanco, si toglieva la giacca a vento e si sedeva sulla sponda del letto. Non aveva alcun senso prendersela con Rei, a ben vedere.
"Rei non sono arrabbiata pensavi di aiutarmi adesso lo capisco. Comunque non è successo niente, stai tranquilla" soggiunse poi in tono più tranquillo.
L'amica non parve, tuttavia, convinta tant'è che chiese risoluta.
"Se non è successo niente perchè allora piangevi?"
Maya si stringe nelle spalle con un gesto sconsolato. A saperlo!!!
"Il fatto è che alla fine non mi è affatto spiaciuto sciare, prendere lo ski-lift e passare il pomeriggio in sua compagnia solo che, come sempre, ho rovintato tutto. L'ho accusato di avere mire sulla Dea Scarlatta e così è finita che abbiamo litigato. Solo che alla fine sono sempre e solo io la stupida che ci sta male. Tutto qui".
Rei la fissò a bocca aperta. Possibile che Maya non fosse consapevole di cosa in realtà le sue parole rivelavano? Eppure era palese, a ferirla non era stata la lite in sè, no era stato il fatto che aveva litigato con ... lui. Questa era decisamente una novità, anche se non sapeva proprio se considerarla positivamente o negativamente. Comunque fosse Maya era già confusa di suo senza che si prendesse la libertà di puntualizzare sulla cosa. Meglio lasciarla tranquilla per un po' e minimizzare l'accaduto.
"Coraggio, Maya. Non pensarci più. Levati questa tuta e fatti una bella doccia rilassante e vedrai che poi ti sentirai meglio".
Con un gesto stanco la giovane annuì.
Dieci minuti dopo il getto rigenerante dell'acqua le scioglieva i muscoli indolenziti per la giornata sulle piste e per la tensione che stentava ad abbandonarla.
*Oh, Rei.* penso la giovane insaponandosi i capelli. *Perchè io e Hayami non riusciamo mai a capirci? Fraintendo sempre tutto. Il punto è che penso sempre che ogni cosa lui faccia sia per ottenere la Dea Scarlatta, così finisco per non capire mai se e quando, invece, è sincero. Anche oggi, è stato bello trascorrere questo pomeriggio con lui, era così diverso dal solito*. Che Rei avesse ragione? Che l'insensibile presidente della Daito Art  Production provasse davvero rimorso per quanto era accaduto a sua madre? Le pareva impossibile, eppure... era sembrato sinceramente ferito dalle sue parole, su quella pista. Cosa provava davvero Masumi Hayami? Improvvisamente si rese conto che le sarebbe tanto piaciuto saperlo.


Il quadrante della sveglia digitale segnava le 01.30. Con un gesto infastidito l'uomo scostò le coperte e si mise a sedere sul bordo del letto.
"Maya".
Cosa diamine aveva pensato di fare proponendo alla giovane una giornata di sci sulle piste? Di farle dimenticare chi era? Idiota che era stato. Al solito non ne combinava una giusta. Se solo ripensava con quanta sconsideratezza era fuggita, quello era il termine appropriato, da lui e si era infilata in quel dannato "muro"... avrebbe potuto farsi seriamente del male, piccola sciocca. Per non parlare poi di quella frase che ancora gli bruciava nell'anima.
“Per l’amor del cielo, Maya. Pensa veramente che sarei capace di farle del male fisico? Se è questo che pensa di me non ha capito proprio niente”.
“Mia madre…”
Quanto avrebbe dovuto pagare ancora? Quanto? Ogni giorno ripensava alla sua parte nella tragica scomparsa di Haru Kitajima senza riuscire a placare quel sordo senso di colpa. Sapeva che Maya lo odiava per questo e niente, niente che potesse fare avrebbe potuto cambiare quella dannata situazione. Con un gesto rabbioso si levò in piedi avvicinandosi all'ampia porta-finestra che dava sulla spianata innevata antistante l'albergo, ora immersa nell'ombra della notte. Solo le stelle testimoni della sua notte insonne, così come il suo volto maschio, teso e stanco, riflesso dal vetro appariva come un pallido fantasma, una coscienza tardiva che restava ancora a tormentarlo.
Doveva tenersi lontano da lei. Avrebbe dovuto evitare di turbarla ancora e di fare ulteriormente male a se stesso. Era stata un'idea folle quella di farla andare su quelle montagne, per quel Natale, sperando che lontano dalla città e dal teatro potesse instaurare un minimo di dialogo con lei, mostrarsi diverso. Tutto inutile, avrebbe dovuto saperlo. Con un gesto stanco si passò una mano tra i biondi e serici capelli prima di voltarsi verso il letto e accendere la abat-jour. Visto che non gli riusciva di chiudere occhio meglio revisionare le carte per l'accordo commerciale che dovevano siglare il 24, si disse risoluto, indossando la comoda veste da camera e andando nel salottino attiguo. Almeno avrebbe tenuto la mente occupata per un po'.

I giorni successivi trascorsero in una relativa calma. Hayami praticamente non lo avevano visto in circolazione e Maya aveva avuto modo, comunque, di far fruttare le lezioni da lui impartitele sugli sci, così da riuscire a divertirsi in compagnia delle amiche. A dire il vero Maya aveva provato una certa apprensione all'idea di potersi imbattere, anche solo per sbaglio, in Hayami lungo i corridoi dell'albergo o lungo le piste di sci ma, poichè tutto ciò non avvenne, iniziò a rilassarsi anche se stupidamente, perchè era veramente stupido a ben pensarci, una parte di lei ne era rimasta... dispiaciuta.
Tra una sciata, una gita tra i negozi del paese ed una lotta a palle di neve giunse all'ultimo giorno dell'anno. L'Albergo Takaji, dove le quattro giovani soggiornavano, aveva organizzato un grande Cenone di San Silvestro con tanto di Veglione Danzante a seguito e ovvio Maya e le sue amiche si ritrovarono parte di questo rumoroso ma allegro e coinvolgente modo di festeggiare. L'idea aveva elettrizzato un po' tutte, del resto non è che capitasse spesso di poter trascorrere così lussuosamente un evento come il Capodanno. Si trovavano in camera quando un fattorino dell'albergo bussò alla porta recando tre pacchi ed uno stupendo mazzo di rose scarlatte.
"E' lui, Maya" esordì Rei, che si era presa l'incarico di aprire.
Maya le corse incontro prendendo il mazzo di rose, mentre l'amica posava i pacchi sul letto. Sul bigliettino c'erano poche parole.
"Ho pensato che ne avrebbe avuto bisogno per il Veglione. Auguri di vero cuore. L'ammiratore che la pensa sempre".
Con una certa impazienza Maya aprì i pacchi scoprendo così che si trattava di uno splendido vestito da sera di velluto color crema, con i polsi delle maniche e il collo in morbido raso lucido crespato, un paio di scarpe di vernice crema con il tacco e la punta testa di moro, e una paroure di orecchini e girocollo punto luce a forma di rosa.
"Mio Dio, Maya. Con tutti questi regali la prossima esibizione sul palcoscenico dovrà essere strepitosa per ringraziarlo di tanto disturbo" disse Rei sorridendo divertita e vagamente impressionata. Per quel Natale il misterioso amico di Maya aveva speso una piccola fortuna.
Maya quasi non la sentì. L'unica cosa che riusciva a pensare era quanto fosse felice che lui si ricordasse sempre di lei.
"Forza, Maya. Infilati nella doccia che dobbiamo prepararci" disse risoluta Rei per strapparla al mondo dei suoi sogni ad occhi aperti.


"Ha provveduto per quella consegna speciale?" chiese Masumi, non appena mise piede nella propria stanza, seguito dalla segretaria. Misuki annuì brevemente. "Si signore. A quest'ora sarà gia stato tutto recapitato".
"Perfetto" sentenziò soddisfatto prima di voltarsi a studiare il volto impassibile della donna.
"E' tutto Misuki. Ha fatto un eccellente lavoro oggi. Da questo momento si ritenga libera, come promesso iniziano le sue vacanze".
Il tono di Masumi era leggermente ironico, giacchè sapeva perfettamente che pur essendo in "libertà", almeno per quella sera, Misuki avrebbe finito con il passare la serata ugualmente con lui al Veglione organizzato dall'albergo.La donna, in ogni caso, si limitò ad annuire brevemente rammentandogli solo "Alle 21.00 nella Sala Grande" per poi eclissarsi, lasciandolo solo.
A dirla tutta sarebbe decisamente più saggio non prendere parte a quel Veglione. Avrebbe finito con il passare la serata a fingere di non cercare con lo sguardo Maya tra i presenti, e a tentare di intrattenere una conversazione, per una volta non di lavoro, con la propria segretaria. Peccato che fosse così dannatamente masochista da non voler rinunciare all'idea di vedere la "sua" ragazzina con indosso il vestito che aveva scelto personalmente di regalarle, giusto per poi incrociare il suo sguardo infastidito non appena lei si fosse accorta della sua presenza. Con un gesto stanco si tolse la cravatta ed iniziò a slacciare i bottoni della camicia, mentre si avviava verso il bagno. Aveva bisogno di una lunga e rigenerante doccia. In fondo gli affari quel giorno erano andati bene. Aveva concluso un accordo più che proficuo per la Daito, perchè allora si sentiva così... vuoto?

L'elegante pendolo a muro della Hall stava suonando gli ultimi rintocchi delle 21.00 quando Maya e le sua amiche fecero capolino nella "Sala Grande" dov'era allestito il Veglione. Subito rimasero abbagliate dalla magnificenza dei lampadari e del marmo della pavimentazione. Notarono immediatamente che i tavoli erano stati disposti a "corona" lungo i lati della sala per lasciare ampio spazio al centro per quando sarebbero iniziate le danze. In fondo alla sala c'era un piccolo soppalco dove già si erano schierati i musicisti. Alle pareti drappi rossi a tema e piccole ghirlande di biancospino e vischio erano appese ai capitelli delle colonne. Cristallerie e porcellane raffinate, insieme a candelabri e mazzi di fiori, adornavano infine ogni tavolo. La sala era già gremita di gente, probabilmente alla serata prendevano parte anche degli invitati che non facevano parte della clientela dell'albergo. Notarono subito che i tavoli erano tutti da 6 o 8 coperti, pertanto avrebbero dovuto dividerlo con qualcuno. Stavano giusto domandandosi dove avrebbero dovuto sederesi quando un cameriere, in inappuntabile completo rosso e nero, si avvicinò a loro offrendosi di accompagnarle al loro tavolo.
"Prego, da questa parte" disse in tono cortese, ma impersonale, scortandole verso il lato sinistro della sala.
"Caspita, ho l'impressione di prendere parte ad un ballo principesco" esordì Sayaka divertita e al contempo lievemente spiazzata da tanto sfarzo.
"Non dirlo a me, comincio a pentirmi di avere insistito per presentarmi con il mio solito tailleur gonna pantalone" disse Rei sorridendo.
Maya stava per ribattere che faceva sempre in tempo ad andare a cambiarsi quando la vista dell'uomo e la donna che le attendevano al tavolo la fece da prima impallidire per poi arrossire vistosamente.
^Non ci posso credere^ pensò la giovane ^Hayami!^

Aveva trovato Misuki seduta al bar della Hall in silente attesa, fasciata in un elegante tubino di raso bianco e argento con un modesto spacco laterale. Senza dire una parola le aveva teso la mano invitandola a seguirlo e adesso sedevano, l'uno accanto all'altra, al proprio tavolo registrando la presenza di altri quattro coperti a testimonianza che avrebbero avuto compagnia durante la cena. La sala era già quasi gremita al completo ma non c'era ancora traccia di Maya.
"Il personale e il Maitre hanno fatto un notevole sforzo organizzativo" disse Misuki osservando con occhio critico la sala e le decorazioni.
"Sì, direi che almeno a livello scenografico la serata si presenta come soddisfacente" commentò Masumi a sua volta, come se stesse valutando la scena di un teatro, lasciando spaziare lo sguardo azzurro attraverso tutta la sala.
"Ed ecco il brutto anatroccolo che si trasforma in cigno" soggiunse ad un tratto Misuki, con un tono divertito nella voce, facendogli voltare repentinamente la testa in direzione dell'ingresso.
^Non è possibile!^ considerò mentalmente Masumi, sinceramente colpito e spiazzato. Maya il cui corpo non più acerbo, ormai aveva vent'anni, era morbidamente carezzato dall'abito che lui stesso aveva scelto. La scollatura era castigata ma le scopriva parte delle spalle e della schiena per poi scivolare morbida sul davanti nella rigonfiatura del bordo di raso crespato. Il velluto del busto e della gonna lunga, poco sotto il ginocchio, scendeva morbido ad accarezzare i fianchi assecondando i movimenti della giovane. I capelli acconciati in un morbido chignonne, che lasciava sfuggire distrattamente un paio di ciocche, a incorniciare il visino d'elfo. Quella non era la "sua" ragazzina, quella era una splendida fanciulla. Per la prima volta si rese conto che Maya era cresciuta davvero e la cosa lo turbò.
Misuki si limitò ad osservare il suo capo in silenzio.
^Sig. Masumi, un giorno mi disse che avrebbe aspettato che Maya crescesse ma ora che lo ha fatto, avrà il coraggio di rivelarsi a lei o resterà un ombra per sempre?^ pensò osservando lo sguardo rapito dell'uomo, domandandosi come avrebbe reagito alla situazione che stava per prospettarsi. Infatti il cameriere stava accompagnando Maya e le sue amiche proprio nella loro direzione, o meglio, al loro tavolo.
^Ma che diamine!^ pensò l'uomo rendendosi conto che, fuori da ogni previsione, il caso gli stava giocando un inaspettato scherzo. Maya e le sue amiche al loro tavolo, impossibile. Con un'occhiata in tralice verso Misuki considerò se non dovesse essere piuttosto una strana manovra della sua fin troppo intraprendente segretaria, ma non aveva tempo ora per quella considerazione. Doveva riprendere il suo solito sangue freddo per affrontare Maya Kitajima e il resto della serata evitando di impantanarsi in metaforiche sabbie mobili. L'ironia a salvarlo, come sempre.
"Salve, ragazzina. Devo ammettere che questa sera è particolarmente elegante".

- continua -


  
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