N.d.A.:
In primis ringrazio Tetide
e Ici Drive per
avere recensito anche il quarto capitolo di questa storia.
x Tetide: In
effetti Maya è parecchio "lenta" nel comprendere se stessa e
soprattutto le reali intenzioni di Masumi. Lui invece è
chiuso a riccio, al solito, per paura di essere respinto.
x Ici Drive: Ecco
il nuovo capitolo, spero ti piaccia.
Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Seulement à
Noël
By Aresian
Parte Quinta
Maya era rientrata in albergo con un senso di solitudine e disagio che non aveva provati per tutto il pomeriggio. Perchè quella fastidiosa sensazione di avere rovinato tutto? Rovinato cosa poi, visto che lei manco voleva prendere lezioni di sci da Hayami? Era assurdo, totalmente illogico, ma un paio di perlacee lacrime le solcarono, silenti, il volto. Perchè? Fu in quelle condizioni che se la ritrovò davanti Rei una decina di minuti dopo.
"Maya, ma cosa è successo?" chiese la giovane preoccupata. Tutto si sarebbe aspettata tranne quel visino così triste. Ma cosa poteva essere accaduto? Solo un paio d'ore prima, quando li aveva intravvisti sullo ski-lift, pareva tutto normale.
Per tutta risposta, la giovane le chiese diretta "Perchè hai appoggiato Hayami? Sai che lo detesto" ma nel suo tono non c'era accusa o rancore, solo... tristezza.
Rei rimase un po' spiazzata per quella domanda. Evidentemente quei due avevano finito con il litigare, come al solito.
"Vedi Maya" provò a spiegare "non ci ho visto niente di male. In fondo avevate già passato un'intero pomeriggio insieme, a teatro, tempo fa..." ma innanzi all'espressione infastidita comparsa sul volto dell'amica decise di cambiare atteggiamento e di dirle le cose esattamente come stavano.
"Senti Maya puoi anche non rivolgermi più la parola se vuoi ma per favore ascoltami. So che odi Hayami a causa di tua madre, di quello che le è successo, più che per la Dea Scarlatta" parole che colpirono Maya nel profondo perchè le sapeva vere. "Il punto" riprese Rei "è che ho l'impressione che, almeno, per tua madre lui si senta responsabile e in colpa".
"Cosa?" la interruppe bruscamente Maya, l'espressione che stava a testimoniare come la considerasse un'idea folle, Hayami avere rimorso per qualcosa. Impensabile. Rei però non si fece smontare dal suo scetticismo e proseguì imperterrita.
"Rifletti, Maya. Non avrebbe senso, altrimenti, il suo strano modo di spronarti a recitare, quando invece la logica lo vedrebbe ad approfittarne per distruggerti e tagliarti fuori definitivamente dai giochi. Ripensa a "Le Due Regine...".
Il viso di Maya divenne pallido, mentre la sua mente seguiva il corso delle congetture dell'amica. Non ci aveva pensato ma, in fondo, Hayami avrebbe avuto tutti i mezzi a disposizione per impedirle di avere il ruolo di Ardis, invece così non era stato e non solo, grazie alla scommessa vinta da Maya, questi l'aveva ricoperta di fiori di apprezzamento, segno pubblico e palese della sua considerazione per la recitazione della ragazza.
"... per questo ho pensato che un pomeriggio da soli, lontano da teatri, rappresentazioni ma semplicemente impegnati in un passatempo neutrale potesse aiutarvi a deporre, almeno su quello, l'ascia di guerra. Non per lui Maya ma per te. Questa storia ti sta logorando. Se ho sbagliato, mi dispiace" concluse infine Rei in tono spento e dispiaciuto. Le cose, purtroppo, non erano andate come aveva sperato, questo era evidente.
Maya rimuginava ancora su quelle parole che le aprivano nuove prospettive su cui riflettere mentre, con un gesto stanco, si toglieva la giacca a vento e si sedeva sulla sponda del letto. Non aveva alcun senso prendersela con Rei, a ben vedere.
"Rei non sono arrabbiata pensavi di aiutarmi adesso lo capisco. Comunque non è successo niente, stai tranquilla" soggiunse poi in tono più tranquillo.
L'amica non parve, tuttavia, convinta tant'è che chiese risoluta.
"Se non è successo niente perchè allora piangevi?"
Maya si stringe nelle spalle con un gesto sconsolato. A saperlo!!!
"Il fatto è che alla fine non mi è affatto spiaciuto sciare, prendere lo ski-lift e passare il pomeriggio in sua compagnia solo che, come sempre, ho rovintato tutto. L'ho accusato di avere mire sulla Dea Scarlatta e così è finita che abbiamo litigato. Solo che alla fine sono sempre e solo io la stupida che ci sta male. Tutto qui".
Rei la fissò a bocca aperta. Possibile che Maya non fosse consapevole di cosa in realtà le sue parole rivelavano? Eppure era palese, a ferirla non era stata la lite in sè, no era stato il fatto che aveva litigato con ... lui. Questa era decisamente una novità, anche se non sapeva proprio se considerarla positivamente o negativamente. Comunque fosse Maya era già confusa di suo senza che si prendesse la libertà di puntualizzare sulla cosa. Meglio lasciarla tranquilla per un po' e minimizzare l'accaduto.
"Coraggio, Maya. Non pensarci più. Levati questa tuta e fatti una bella doccia rilassante e vedrai che poi ti sentirai meglio".
Con un gesto stanco la giovane annuì.
Dieci minuti dopo il getto rigenerante dell'acqua le scioglieva i muscoli indolenziti per la giornata sulle piste e per la tensione che stentava ad abbandonarla.
*Oh, Rei.* penso la giovane insaponandosi i capelli. *Perchè io e Hayami non riusciamo mai a capirci? Fraintendo sempre tutto. Il punto è che penso sempre che ogni cosa lui faccia sia per ottenere la Dea Scarlatta, così finisco per non capire mai se e quando, invece, è sincero. Anche oggi, è stato bello trascorrere questo pomeriggio con lui, era così diverso dal solito*. Che Rei avesse ragione? Che l'insensibile presidente della Daito Art Production provasse davvero rimorso per quanto era accaduto a sua madre? Le pareva impossibile, eppure... era sembrato sinceramente ferito dalle sue parole, su quella pista. Cosa provava davvero Masumi Hayami? Improvvisamente si rese conto che le sarebbe tanto piaciuto saperlo.
Il quadrante della sveglia digitale segnava le 01.30.
Con un gesto infastidito l'uomo scostò le coperte e si mise
a
sedere sul bordo del letto.
"Maya".
Cosa diamine
aveva pensato di fare proponendo alla giovane una giornata di sci
sulle piste? Di farle dimenticare chi era? Idiota che era stato. Al
solito non ne combinava una giusta. Se solo ripensava con quanta
sconsideratezza era fuggita, quello era il termine appropriato, da
lui e si era infilata in quel dannato "muro"... avrebbe
potuto farsi seriamente del male, piccola sciocca. Per non parlare
poi di quella frase che ancora gli bruciava nell'anima.
“Per
l’amor del cielo, Maya. Pensa veramente che sarei capace di
farle del male fisico? Se è questo che pensa di me non ha
capito proprio niente”.
“Mia
madre…”
Quanto
avrebbe dovuto pagare ancora? Quanto? Ogni giorno ripensava alla sua
parte nella tragica scomparsa di Haru Kitajima senza riuscire a
placare quel sordo senso di colpa. Sapeva che Maya lo odiava per
questo e niente, niente che potesse fare avrebbe potuto cambiare
quella dannata situazione. Con un gesto rabbioso si levò in
piedi avvicinandosi all'ampia porta-finestra che dava sulla spianata
innevata antistante l'albergo, ora immersa nell'ombra della notte.
Solo le stelle testimoni della sua notte insonne, così come
il
suo volto maschio, teso e stanco, riflesso dal vetro appariva come un
pallido fantasma, una coscienza tardiva che restava ancora a
tormentarlo.
Doveva tenersi lontano da lei. Avrebbe dovuto evitare
di turbarla ancora e di fare ulteriormente male a se stesso. Era
stata un'idea folle quella di farla andare su quelle montagne, per
quel Natale, sperando che lontano dalla città e dal teatro
potesse instaurare un minimo di dialogo con lei, mostrarsi diverso.
Tutto inutile, avrebbe dovuto saperlo. Con un gesto stanco si
passò
una mano tra i biondi e serici capelli prima di voltarsi verso il
letto e accendere la abat-jour. Visto che non gli riusciva di
chiudere occhio meglio revisionare le carte per l'accordo
commerciale che dovevano siglare il 24, si disse risoluto, indossando
la comoda veste da camera e andando nel salottino attiguo. Almeno
avrebbe tenuto la mente occupata per un po'.
I giorni
successivi trascorsero in una relativa calma. Hayami praticamente non
lo avevano visto in circolazione e Maya aveva avuto modo, comunque,
di far fruttare le lezioni da lui impartitele sugli sci,
così
da riuscire a divertirsi in compagnia delle amiche. A dire il vero
Maya aveva provato una certa apprensione all'idea di potersi
imbattere, anche solo per sbaglio, in Hayami lungo i corridoi
dell'albergo o lungo le piste di sci ma, poichè tutto
ciò
non avvenne, iniziò a rilassarsi anche se stupidamente,
perchè
era veramente stupido a ben pensarci, una parte di lei ne era
rimasta... dispiaciuta.
Tra una sciata, una gita tra i negozi del
paese ed una lotta a palle di neve giunse all'ultimo giorno dell'anno.
L'Albergo Takaji, dove le quattro giovani soggiornavano,
aveva organizzato un grande Cenone di San Silvestro con tanto di
Veglione Danzante a seguito e ovvio Maya e le sue amiche si
ritrovarono parte di questo rumoroso ma allegro e coinvolgente modo
di festeggiare. L'idea aveva elettrizzato un po' tutte, del resto non
è che capitasse spesso di poter trascorrere così
lussuosamente un evento come il Capodanno. Si trovavano in camera
quando un fattorino dell'albergo bussò alla porta recando
tre
pacchi ed uno stupendo mazzo di rose scarlatte.
"E' lui,
Maya" esordì Rei, che si era presa l'incarico di
aprire.
Maya le corse incontro prendendo il mazzo di rose, mentre
l'amica posava i pacchi sul letto. Sul bigliettino c'erano poche
parole.
"Ho pensato che ne
avrebbe avuto bisogno per il
Veglione. Auguri di vero cuore. L'ammiratore che la pensa
sempre".
Con una certa impazienza Maya aprì i pacchi
scoprendo così che si trattava di uno splendido vestito da
sera di velluto color crema, con i polsi delle maniche e il collo in
morbido raso lucido crespato, un paio di scarpe di vernice crema con
il tacco e la punta testa di moro, e una paroure di orecchini e
girocollo punto luce a forma di rosa.
"Mio Dio, Maya. Con
tutti questi regali la prossima esibizione sul palcoscenico
dovrà
essere strepitosa per ringraziarlo di tanto disturbo" disse Rei
sorridendo divertita e vagamente impressionata. Per quel Natale il
misterioso amico di Maya aveva speso una piccola fortuna.
Maya
quasi non la sentì. L'unica cosa che riusciva a pensare era
quanto fosse felice che lui si ricordasse sempre di lei.
"Forza,
Maya. Infilati nella doccia che dobbiamo prepararci" disse
risoluta Rei per strapparla al mondo dei suoi sogni ad occhi
aperti.
"Ha provveduto per quella consegna speciale?"
chiese Masumi, non appena mise piede nella propria stanza, seguito
dalla segretaria. Misuki annuì brevemente. "Si signore. A
quest'ora sarà gia stato tutto recapitato".
"Perfetto"
sentenziò soddisfatto prima di voltarsi a studiare il volto
impassibile della donna.
"E' tutto Misuki. Ha fatto un
eccellente lavoro oggi. Da questo momento si ritenga libera, come
promesso iniziano le sue vacanze".
Il tono di Masumi era
leggermente ironico, giacchè sapeva perfettamente che pur
essendo in "libertà", almeno per quella sera, Misuki
avrebbe finito con il passare la serata ugualmente con lui al
Veglione organizzato dall'albergo.La donna, in ogni caso, si
limitò
ad annuire brevemente rammentandogli solo "Alle 21.00 nella Sala
Grande" per poi eclissarsi, lasciandolo solo.
A dirla tutta
sarebbe decisamente più saggio non prendere parte a quel
Veglione. Avrebbe finito con il passare la serata a fingere di non
cercare con lo sguardo Maya tra i presenti, e a tentare di
intrattenere una conversazione, per una volta non di lavoro, con la
propria segretaria. Peccato che fosse così dannatamente
masochista da non voler rinunciare all'idea di vedere la "sua"
ragazzina con indosso il vestito che aveva scelto personalmente di
regalarle, giusto per poi incrociare il suo sguardo infastidito non
appena lei si fosse accorta della sua presenza. Con un gesto stanco
si tolse la cravatta ed iniziò a slacciare i bottoni della
camicia, mentre si avviava verso il bagno. Aveva bisogno di una lunga
e rigenerante doccia. In fondo gli affari quel giorno erano andati
bene. Aveva concluso un accordo più che proficuo per la
Daito,
perchè allora si sentiva così... vuoto?
L'elegante
pendolo a muro della Hall stava suonando gli ultimi rintocchi delle
21.00 quando Maya e le sua amiche fecero capolino nella "Sala
Grande" dov'era allestito il Veglione. Subito rimasero
abbagliate dalla magnificenza dei lampadari e del marmo della
pavimentazione. Notarono immediatamente che i tavoli erano stati
disposti a "corona" lungo i lati della sala per lasciare
ampio spazio al centro per quando sarebbero iniziate le danze. In
fondo alla sala c'era un piccolo soppalco dove già si erano
schierati i musicisti. Alle pareti drappi rossi a tema e piccole
ghirlande di biancospino e vischio erano appese ai capitelli delle
colonne. Cristallerie e porcellane raffinate, insieme a candelabri e
mazzi di fiori, adornavano infine ogni tavolo. La sala era
già
gremita di gente, probabilmente alla serata prendevano parte anche
degli invitati che non facevano parte della clientela dell'albergo.
Notarono subito che i tavoli erano tutti da 6 o 8 coperti, pertanto
avrebbero dovuto dividerlo con qualcuno. Stavano giusto domandandosi
dove avrebbero dovuto sederesi quando un cameriere, in inappuntabile
completo rosso e nero, si avvicinò a loro offrendosi di
accompagnarle al loro tavolo.
"Prego, da questa parte"
disse in tono cortese, ma impersonale, scortandole verso il lato
sinistro della sala.
"Caspita, ho l'impressione di prendere
parte ad un ballo principesco" esordì Sayaka divertita e
al contempo lievemente spiazzata da tanto sfarzo.
"Non dirlo
a me, comincio a pentirmi di avere insistito per presentarmi con il
mio solito tailleur gonna pantalone" disse Rei sorridendo.
Maya
stava per ribattere che faceva sempre in tempo ad andare a cambiarsi
quando la vista dell'uomo e la donna che le attendevano al tavolo la
fece da prima impallidire per poi arrossire vistosamente.
^Non ci
posso credere^ pensò la giovane ^Hayami!^
Aveva trovato
Misuki seduta al bar della Hall in silente attesa, fasciata in un
elegante tubino di raso bianco e argento con un modesto spacco
laterale. Senza dire una parola le aveva teso la mano invitandola a
seguirlo e adesso sedevano, l'uno accanto all'altra, al proprio
tavolo registrando la presenza di altri quattro coperti a
testimonianza che avrebbero avuto compagnia durante la cena. La sala
era già quasi gremita al completo ma non c'era ancora
traccia
di Maya.
"Il personale e il Maitre hanno fatto un notevole
sforzo organizzativo" disse Misuki osservando con occhio critico
la sala e le decorazioni.
"Sì, direi che almeno a
livello scenografico la serata si presenta come soddisfacente"
commentò Masumi a sua volta, come se stesse valutando la
scena
di un teatro, lasciando spaziare lo sguardo azzurro attraverso tutta
la sala.
"Ed ecco il brutto anatroccolo che si trasforma in
cigno" soggiunse ad un tratto Misuki, con un tono divertito
nella voce, facendogli voltare repentinamente la testa in direzione
dell'ingresso.
^Non è possibile!^ considerò
mentalmente Masumi, sinceramente colpito e spiazzato. Maya il cui
corpo non più acerbo, ormai aveva vent'anni, era
morbidamente
carezzato dall'abito che lui stesso aveva scelto. La scollatura era
castigata ma le scopriva parte delle spalle e della schiena per poi
scivolare morbida sul davanti nella rigonfiatura del bordo di raso
crespato. Il velluto del busto e della gonna lunga, poco sotto il
ginocchio, scendeva morbido ad accarezzare i fianchi assecondando i
movimenti della giovane. I capelli acconciati in un morbido
chignonne, che lasciava sfuggire distrattamente un paio di ciocche, a
incorniciare il visino d'elfo. Quella non era la "sua"
ragazzina, quella era una splendida fanciulla. Per la prima volta si
rese conto che Maya era cresciuta davvero e la cosa lo turbò.
Misuki
si limitò ad osservare il suo capo in silenzio.
^Sig.
Masumi, un giorno mi disse che avrebbe aspettato che Maya crescesse ma
ora che lo ha fatto, avrà il coraggio di rivelarsi a lei o
resterà un ombra per sempre?^ pensò osservando lo
sguardo rapito dell'uomo, domandandosi come avrebbe reagito alla
situazione che stava per prospettarsi. Infatti il cameriere stava
accompagnando Maya e le sue amiche proprio nella loro direzione, o
meglio, al loro tavolo.
^Ma che diamine!^ pensò l'uomo
rendendosi conto che, fuori da ogni previsione, il caso gli stava
giocando un inaspettato scherzo. Maya e le sue amiche al loro tavolo,
impossibile. Con un'occhiata in tralice verso Misuki
considerò
se non dovesse essere piuttosto una strana manovra della sua fin
troppo intraprendente segretaria, ma non aveva tempo ora per quella
considerazione. Doveva riprendere il suo solito sangue freddo per
affrontare Maya Kitajima e il resto della serata evitando di
impantanarsi in metaforiche sabbie mobili. L'ironia a salvarlo, come
sempre.
"Salve, ragazzina. Devo ammettere che questa sera è
particolarmente elegante".
- continua -