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Autore: eleanor89    21/01/2011    7 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Sfoghi contro innocenti, pugni e reazioni inappropriate.




Il giorno di san Valentino era sabato e l'uscita a Hogsmeade era prevista per il giorno dopo, così la scuola era in subbuglio, tra cioccolatini, lettere da scambiare e ragazzi e ragazze che sfuggivano dagli ammiratori.
Megan non aveva problemi di quel genere, non era mai stata popolare tra i ragazzi, ma Sally-Anne si era dovuta barricare in dormitorio e Michael, nonostante lo sguardo che avrebbe spaventato anche i Mangiamorte in fuga e che aveva fatto dileguare le varie ammiratrici, aveva ricevuto una caterva di doni, posati vicino all'entrata della sala comune dalle ragazze delle altre case che ancora non erano state maltrattate da lui. Le ragazze Hufflepuff erano terrorizzate e non si erano azzardate, soprattutto considerando che passare da Cedric a lui, come avevano fatto in molte, sarebbe stato un andarsi a cercare brutte conseguenze e non avevano la possibilità di rintanarsi nella sala comune visto che la dividevano con lui.
«Megan, Walter mi ha detto di dirti che è vicino alla capanna di Hagrid.» la avvisò Georgia a colazione, «Qualcuno può passarmi il burro?»
«Tieni.» disse Michael, porgendoglielo senza guardarla.
«Ti ringrazio.»
«Figurati.»
Tutti si allontanarono istintivamente da quei due, percependo qualcosa di profondamente sbagliato dietro tutta quella improvvisa educazione che sfoggiavano da giorni. Erano entrambi molto cauti e tutti temevano che potessero esplodere per qualche motivo a loro ignoto.
«Ma perchè dovrebbe importarmi di dov'è Walter?» domandò Megan tanto per riprendersi e Jack rischiò di farsi andare di traverso il boccone, ridendo allegramente.
«Che dolce!» commentò Rent.
«No! Intendevo dire... Oh, lascia stare.» borbottò lei.
«Credo che Walter voglia che tu lo raggiunga.» spiegò Wayne, un altro che si comportava in modo strano. Lui e il fratello non si rivolgevano ormai quasi la parola da più tempo di quanto gli altri si sarebbero aspettati.
Il gelo a tavola si fece ancora più fastidioso.
«Allora vado da lui.» annunciò Megan, fermandosi quando un foglietto fluttuò davanti a lei e si posò sul tavolo.
«Hai ricevuto un biglietto di san Valentino?» domandò subito Susan, eccitata. Lei aveva ricevuto una rosa ma era da parte di Stephen, e tutti sapevano che Stephen regalava una rosa a tutte le sue amiche perchè nessuna restasse a mani vuote.
«Chissà da chi.» borbottò, leggendo la poesia. Wayne si strinse nelle spalle, scocciato. «Vabbé, io vado.» aggiunse, seccata a sua volta.
Walter era vicino alla capanna di Hagrid, di cui evidentemente sentiva la mancanza, e stava dando da mangiare ad animali su cui Megan preferì non investigare.
«Che vuoi?» esordì lei, scivolando verso di lui. Walter ne bloccò la caduta con un braccio solo e le sorrise.
«È bello vederti infastidita. Mi ricorda i vecchi tempi.»
«Non sei il primo che me lo dice. Neanche passassi il tempo a prendermela con la gente, prima.»
Walter evitò di farle notare che in effetti era così, cosa che sapevano entrambi, e le porse un cesto pieno di carne cruda.
«Mantieni. Hai parlato con Wayne per caso?»
«Non vorrai usarmi come spia nelle vostre diatribe.»
Walter si voltò a guardarla scioccato.
«Nelle nostre cosa
«È una parola che usa Georgia: diatribe. Vuol dire-»
«Lo so cosa vuol dire, non pensavo lo sapessi tu!» Walter si ricompose subito, «Comunque no, è solo che avevo bisogno di parlare con qualcuno e tu sei l'unica con cui mi è possibile farlo. Con Georgia non ho così tanta confidenza, Michael lo sai anche tu com'è, Jack e Rent sono... amici, però ho bisogno di un parere da parte di qualcuno che conosce bene anche Wayne.»
Entrambi pensarono con rimpianto a Cedric una volta di più.
«Cosa vuoi sapere?» domandò Megan cautamente.
«Vorrei sapere se si è sfogato almeno con te. A proposito dei nostri genitori. E vorrei sapere perchè cavolo ce l'ha con me, non è quel tipo di persona che pretende che tutti la pensino come lui, quindi è strano che il fatto che io vada d'accordo con nostro padre lo scocci tanto.»
«Non l'ho mai visto arrabbiato, neppure con me nonostante gli abbia dato il tormento per anni.» ammise Megan, ancora sconcertata al ricordo.
«Allora ti rendi conto di tormentarlo?»
«Se lo merita, ovviamente. Comunque no, con me non ha mai parlato di nulla, tutto quello che so dei vostri genitori lo so da te. Quindi mi spiace ma non capisco quale sia il problema.» spiegò lei, mettendo giù il cesto e scostandosi i capelli dal viso. Walter, nonostante i vari litigi, continuava a preoccuparsi di suo fratello con la stessa premura di sempre, ed era in qualche modo confortante.
«Ah. Vuoi sapere perchè sono divorziati?»
«Se vuoi.» rispose Megan, non proprio sicura.
«Papà ha tradito mamma. Ce l'ha rivelato lui stesso.»
«Oh
«Sì. E credo che Wayne non possa sopportare che abbia fatto soffrire la mamma. Naturalmente anche io, però c'è da dire che lui e papà non andavano d'accordo da tempo ormai. E io ho parlato con lui e ho ascoltato le sue ragioni, il fatto che amava ancora la mamma ed è stato un errore... Non che creda a tutto ciò che dice, ma è mio padre e non riesco a smettere di volergli bene a comando. Sono stato arrabbiato con lui ma credo sia una cosa tra lui e la mamma e non voglio mettermi in mezzo.»
Sembrava un ragionamento di Wayne: visti così non era impensabile che fossero fratelli, sebbene di solito sembrassero avere idee diverse su tutto. Stavolta invece era Walter a essere razionale e diplomatico mentre Wayne si era testardamente chiuso nelle sue idee.
«Capisco. Forse c'è qualcosa di più, forse Wayne è stato più vicino a tua madre e l'ha vista più soffrire?» ipotizzò lei, «Io non lo so, non sono brava in questo genere di cose. Dopotutto dovresti davvero parlarne con Georgia.»
«Però tu ci uscirai a san Valentino.» le ricordò Walter con un sorrisetto, «Tu ci parlerai da sola.»
«Non è che usciamo assieme come coppia.» precisò lei.
«Ci sono anche gli altri?» si stupì Walter.
«Beh, no... Non fare quella faccia, intendevo dire che non andremo di certo da Madama Piediburro.» replicò Megan, infastidita all'idea.
«Su quello non avevo dubbi, non sembra il posto per te. Ma pensavo fosse proprio un appuntamento...» Walter sollevò il viso verso il cielo, un po' imbarazzato, «Voi due sembrate molto uniti.»
«Hai problemi con questo?» chiese lei, diretta come sempre.
«No, credo di no. È solo un po' imbarazzante, forse.» borbottò il ragazzo, «Non ti vedo più in quel modo.»
«Bene. Forse non lo facevi neppure prima, è solo che come hai detto sono la ragazza più vicina a te. Magari era solo affetto tipo fratello e sorella.»
Walter stavolta la guardò in faccia e sorrise: «No, questo lo escludo. Prima di tutto ci sono le mie compagne del settimo. E secondariamente non ti ho mai vista come una sorella, non potrei mai vederti come una sorella. Amica va bene, ma sei troppo carina per essere mia sorella.»
Megan arrossì leggermente, inarcando le sopracciglia con aria scettica.
«Sei stato tu a mandarmi il biglietto di san Valentino?»
«Ne hai ricevuto uno? No, spiacente. Pensavo non avresti apprezzato. E poi te l'ho detto, non penso più a te in quel modo.»
«A qualcuno stai pensando però.» tentò lei.
Walter rise.
«Nah. Mi sto solo divertendo un po', com'è giusto che sia. Sono giovane per una storia seria.» scherzò.
Megan lo colpì a una spalla in segno di amicizia.

«Sei molto carina.» la salutò Wayne, galante come sempre.
«Anche tu.»
Wayne la guardò.
«Beh, non sapevo che rispondere.» si giustificò lei.
«Mi ferisci, io mi aspettavo che tu fossi sincera.» replicò Wayne, con la voce apatica che segnalava come non gliene importasse nulla. Anche quello era normale e Megan si rilassò: neanche Wayne prendeva quell'uscita come un appuntamento. Oppure gli appuntamenti con lui erano facili.
Andando al villaggio intavolarono una conversazione sul Quidditch in cui Megan riuscì a scaldarsi e anche ad accusarlo di non tenere per nulla alle sue radici scozzesi, cosa peraltro vera. Arrivati a Hogsmeade però Wayne si pentì di averla convinta a uscire: le foto degli evasi li fissavano da tutte le vetrine e lei era impallidita e aveva smesso di parlare. Il cielo prometteva pioggia e lui colse l'occasione per togliersi quella visione da davanti agli occhi.
«Andiamo ai Tre Manici.» le disse, prendendola per un braccio.
«Potter e la Chang.» sussurrò lei, vedendoli entrare da Madama Piediburro. Continuava a condividere il fastidio di Michael nel vederla già uscire con un altro ragazzo.
«Sandy Fawcett è al mio anno e ancora ci parlo.» annunciò improvvisamente Wayne, «Mi ha detto che Cho non fa che piangere e che è molto confusa.»
«Oh. Si metta in fila allora.» considerò acidamente, «Non ho rimpiazzato Cedric come sta facendo lei, intanto. Non cominciare neanche col discorso che so che stai per fare. Lo so che non ho il diritto di dirlo o pensarlo e che ognuno affronta il dolore come vuole, ma a me la Chang non è mai piaciuta.»
«Va bene, va bene.» acconsentì lui, lieto di averla un po' distratta dai Mangiamorte.
«Ho parlato con tuo fratello.»
Ecco, ora era meno lieto.
«Che ti ha detto? Suppongo abbiate parlato di me se me lo stai venendo a dire.»
«Mi ha detto dei tuoi genitori, del perchè si sono lasciati, e non capisce come mai tu sei così incazzato... Wayne?»
Il ragazzo si era fermato in mezzo alla strada, lasciandosi inconsapevolmente bagnare dalla pioggia che aveva cominciato a cadere. Era livido.
«Non aveva il diritto... Tu sei più amica mia che sua, poi...»
«Che stai dicendo?»
«Non ne ha parlato con me e ne viene a parlare con te? Come se tu fossi la sua confidente! L'ha fatto solo per farmi un dispetto, come un bambino! Ma non doveva mettermi in mezzo! E poi tu sei la mia confidente, non la sua!»
«Ma se non mi dici mai nulla!» provò a protestare lei, e lui la fulminò con un'occhiataccia.
«Non a parole.»
Megan provò a ripeterselo mentalmente ma non capì cosa volesse dire, mentre Wayne, tirandola per una mano, la trascinava indietro.
«Dove vai?»
«Al castello, devo scambiare due paroline con mio fratello. Fidati, non sarei una buona compagnia ora...»
«Ma Wayne! Capisco che tuo padre sia stato un porco, ma è una cosa comune! Un tradimento non è qualcosa di cui tu ti debba vergognare, è lui quello che si dovrebbe nascondere, Walter ne ha parlato con me perchè non capisce perchè tu ti sia tanto arrabbiato solo perché tuo padre l'ha tradita! Il “solo” si fa per dire!» precisò preoccupata quando lui si fermò di nuovo di botto.
«Un tradimento? Cosa ti ha detto, esattamente, Walter?»
«Te lo dirò ai Tre Manici, non ha senso infradiciarci così.» rispose lei, consapevole della salute cagionevole dell'altro, «Conoscendoti ti sei appena guadagnato una polmonite.»
«Comincia a dirmelo.» ordinò, ma lei lo ignorò finché non arrivarono davanti al locale.
«Mi ha detto che tuo padre ha tradito tua madre e che dopo qualche mese si è sentito in colpa ed è andato a riferirlo a tua madre prima e poi a voi. E che tua madre se n'è andata di casa e tu e Walter l'avete seguita, ma che non ne avete mai parlato perchè volevate lasciarvelo alle spalle e soprattutto non ferire vostra madre. Mi ha detto che tua madre piangeva sempre e quindi tu che le eri più vicino ci hai rimesso di più, perché Walter era a casa di Cedric quell'estate, ce lo aveva spedito lei stessa dicendogli che non voleva che cambiasse i piani per lei e che si sarebbe sentita in colpa, e che in teoria saresti dovuto andare anche tu ma che non ti eri presentato all'ultimo.» abbassò la voce, entrando ai Tre Manici, «Mi ha detto che dopo siete tornati a Hogwarts, che avete passato il Natale a scuola e che poi quell'estate vi siete divisi, tu con tua madre e Walter con tuo padre per cercare di mantenere un rapporto e capirlo. Tuo padre gli ha confermato che comunque ama tua madre e cose così anche se lui non ci crede, perchè non si tradisce se si ama, ma che lo ha perdonato perchè è suo padre. E basta!»
«Ha mentito.» commentò lui, lapidario.
«In cosa? Sembrava davvero sincero.»
Wayne improvvisamente spalancò gli occhi e barcollò come se lei lo avesse colpito. Stringeva ancora la mano di Megan e lei gli afferrò il braccio, spaventata da quella reazione.
«Lui non lo sa! Walter non lo sa!» esclamò stordito, senza premurarsi di abbassare la voce.
«Cosa non sa?»
«Cosa non so?»
Si voltarono entrambi: Walter e gli altri avevano preso i tavoli all'angolo, dove erano finiti loro, e li stavano guardando sconcertati, «Cosa non so, Wayne?»
«Tuo padre non ti ha detto la verità, fattelo dire da lui.» ringhiò Wayne, furioso. Non ce l'aveva più col fratello, bensì col padre, «Ti ha preso in giro, quel bastardo, ora capisco perchè eri tanto accomodante!»
«Accomodante? Come puoi dirlo? Tu non sai quanti litigi ci sono stati! Credi che io non pensi alla mamma? L'ho vista anche io, sai?»
«Tu non sai un cazzo, Walter. Non è il tradimento di una notte che l'ha distrutta.»
Megan si guardò attorno: gli amici seguivano il discorso con grande interesse, ma fortunatamente almeno agli altri tavoli le loro voci non erano ancora arrivate e lei non avrebbe dovuto colpire nessuno.
«E che cosa? Cosa avrebbe fatto? Tu ce l'hai con lui per partito preso, da quando avevi due anni e hai deciso che era il cattivo!» sbottò Walter, rovesciando un bicchiere di burrobirra senza accorgersene.
«Ha un'altra famiglia.»
Tutti gelarono.
«Chi? Cosa? Stai dicendo... Cosa?» boccheggiò Walter.
«Ha un'altra famiglia. Un'altra donna, un altro figlio. O figlia, per quel che ne so. L'ho scoperto io e l'ho obbligato io a dirlo alla mamma e a te, perchè se fosse stato per lui avrebbe continuato così.»
«NON È VERO! È MESCHINO QUELLO CHE STAI DICENDO!»
Tutti i presenti nel locale tacquero, voltandosi verso i fratelli. Walter era balzato in piedi, sbattendo contro al tavolo e facendo strillare Hannah che già aveva i nervi tesi per via dei compiti. Quill era quasi finito a terra e Stephen lo resse.
«È vero, vai a chiederglielo. Avrei dovuto assicurarmi che ti dicesse tutto invece che lasciare che ti imbottisse di stronzate, ma meglio tardi che mai.», il suo falso tono noncurante fece andare il sangue alla testa di Walter, che si sentiva un tremendo idiota, colpevole nei confronti di sua madre, furibondo perchè nessuno aveva mai chiarito con lui, imbarazzato e soprattutto tradito a sua volta dal padre; così si sfogò con un pugno che spedì Wayne a terra, e con lui quasi anche Megan, e poi se ne andò dal locale come una belva ferita davanti a cui tutti si scostavano terrorizzati.
«Lo seguo.» decise Rent.
«Tu sei pazzo.» commentò Jack, restando seduto, «Addio, fratello.»
«Non sei d'aiuto!» gli gridò l'altro, andandogli dietro.
Michael si alzò, pensando che andava bene tutto purché si allontanasse da Georgia, anche essere ucciso, «Vado anche io.»
«Attenti!» strillò Susan, preoccupata.
Stephen sorseggiò la propria acqua come se fosse un vino pregiato, dandole fin troppa attenzione, «Io passo.»
«Non ne avevo dubbi!» sbottò lui.
«Spiacente, ma penso che Stephen abbia ragione.» concordò Ernie, «Come stai, Wayne?» domandò, chinandosi verso di lui.
«Dolorante.» rispose il ragazzo, ancora seduto a terra.
«Madama Rosmerta, può portare del ghiaccio?» chiamò Justin, che era al tavolo con quelli del quarto ma non si era perso un secondo della scena.
«Tutto bene?» bisbigliò Megan, atterrita. Wayne rispose con un'alzata di spalle, esteriormente tornato il solito. C'era solo una luce tetra nel suo sguardo che comunicava che non era finita lì e che il ragazzo stava solo incamerando nervi un secondo dopo l'altro.
Purtroppo solo Megan la notò, e lei non aveva quel genere di sensibilità che l'avrebbe portata ad agire in proposito. Si limitò a premergli il ghiaccio sul viso.
«Wayne, forse potevi cambiare modo di parlare per quei cinque secondi in cui gli distruggevi il mondo e tutte le sue sicurezze.» fece presente Georgia, che giocherellava con una cannuccia e aveva lo sguardo perso.
«La prossima volta lo farò.»
«Ah, ce n'è una prossima?» domandò Jack, ridacchiando. La tensione si andava stemperando grazie all'aiuto di tutti che facevano finta di nulla per quanto possibile.
«Michael e Rent non si vedono più.» osservò Ernie, che era andato a controllare a una finestra. Susan notò che Georgia aveva sobbalzato al nome del migliore amico: «Non avrete litigato di nuovo!»
«Chi?» domandò lei, cadendo dalle nuvole.
«Tu e Michael?»
«No.» rispose Georgia, con un risolino nervoso, «No, no, no, no, no, no, no. Nulla di cui preoccuparsi. No, no, no.»
«Undici “no”.» sussurrò Quill all'orecchio di Stephen che annuì.
«Va bene.» acconsentì Ernie, per evitare che avesse un attacco isterico in stile Hannah.
Megan sospirò tetramente.
Qualche minuto dopo Rent tornò da loro da solo.
«Ma che diavolo... Ha ucciso Michael?» domandò subito Megan..
«No. Michael ha incontrato una ragazza. Sapete com'è.»
Georgia trasalì.
«Che cosa? No che non sappiamo com'è, Michael se n'è fregato delle ragazze da quando lui e Fawcett si sono lasciati!» fece presente Jack, improvvisamente più allegro.
«Questo è fantastico!» cinguettò Susan, «Significa che anche lui sta tornando normale!»
«Giusto!» convenne Justin, «È un segnale! Da quando Cedr...» si bloccò all'improvviso, perchè Megan aveva smesso di sorridere, Wayne aveva chiuso gli occhi in attesa dell'esplosione e Stephen aveva cominciato a scuotere lentamente la testa.
«Ci state controllando?» domandò piano la prima.
«Chi state controllando, per la precisione?» chiese anche Georgia, assottigliando lo sguardo, più nervosa degli altri per parecchi motivi.
«No, ecco... Helen!» Justin si salvò tornando da lei di corsa, ma Ernie, Susan, Hannah, Jack e Rent non ebbero vie di fuga e capitolarono.
«È solo che non si può dire che siate normali... Soprattutto tu, Megan, e poi Michael, ma lo sappiamo tutti, e un po' anche tu Georgia, e Wayne e Stephen. Ma non lo chiamerei “controllare”, direi “tenere d'occhio in caso le cose peggiorino”.» spiegò Ernie.
«Anche io?» chiese Stephen stordito.
«Tu solo all'inizio.» spiegò pazientemente Hannah, «Ma è normale che se voi state male noi lo notiamo e ci preoccupiamo. Stavamo solo aspettando di vedere qualche segno di miglioramento.»
«E ce ne sono stati?» domandò Megan, con più curiosità che altro, incoraggiandola così a continuare.
«Beh, da te solo recentissimi segni della vecchia Megan, anche Wayne sembra un pochino meno preoccupato di conseguenza, e per Michael non ce n'erano fino ad ora.»
«Uscire con una ragazza è un segno di miglioramento? Chi lo dice? Potrebbe semplicemente tentare di divertirsi senza riuscirci!» sbottò Georgia.
«Sì, ma almeno tenta! Ecco cosa c'è di diverso! Voi tentavate dall'inizio, lui no!» si intromise Rent.
«Uscire con una ragazza non è un segno di miglioramento, non c'entra nulla!» tuonò Georgia.
Rent si ritrasse come scottato e gli altri la guardarono increduli. Gli occhi di Hannah erano spalancati, perchè mai la ragazza aveva gelato così qualcuno, e lei se ne accorse e guardò altrove.
«D'accordo, stiamo calmi...» provò a dire Jack.
«Ah, se non sto calma risulto peggiorata nelle vostre tabelle di guaritori in erba?» sibilò lei.
«No, se non stai calma ti fai venire un infarto.» disse Megan.
Georgia la guardò con astio e ammutolì imbronciata.

«Georgia?» chiamò Megan prima di mettersi a letto, quella notte, «Secondo te avrei dovuto andare via da sola con Wayne e obbligarlo a parlare?»
«Oh, non lo so, ma sono sicura che il fatto che tu per la prima volta in vita tua te lo chieda è un segno di miglioramento!» rispose lei istericamente.
Sally-Anne si voltò con ancora la spazzola tra i capelli.
«Georgia?»
«Scusa.» ringhiò lei, «Comunque non ne ho idea, forse gli devi lasciare i suoi spazi e va bene così, o forse devi insistere. Non sono la persona più appropriata a cui chiedere, visto che con Michael non ho saputo far nulla.»
«Ma non è vero...» provò a dire Sally-Anne, che suo malgrado di tanto in tanto aveva parlato col ragazzo durante le vacanze e si era accorta di come la sola presenza di Georgia gli impedisse di fare delle vere stupidaggini a scuola.
«È successo qualcosa tra voi due?» chiese Megan, confusa.
Georgia guardò prima l'una e poi l'altra e fu sul punto di parlare, quando rientrarono Susan e Hannah.
«No, nulla.»
Megan e Sally-Anne si scambiarono un'occhiata silenziosa prima di tornare alle loro faccende.

Si infilò velocemente la camicia mentre Michael annodava già la cravatta.
«Mike?»
«Mh?»
«Adesso sarà tutto un casino, vero?»
Il ragazzo la guardò, poi diede l'impressione di stare per ridere.
«Dipende. Cosa vuoi fare di questo momento? Non dirmi che vuoi dimenticarlo, non funziona mai. Ma se preferisci possiamo accettarlo per quello che è, un momento in cui siamo stati vicini.»
«Significa che non smetteremo di essere amici per questo, vero?» domandò lei, rassicurata.
«Certo che no! Siamo amici che hanno... approfondito la conoscenza fisica.» rispose lui, infilando il mantello, «Va bene così?»
«Va benissimo. Siamo solo amici e va bene così. Non sai quanto mi tranquillizzi, temevo che saremmo stati mesi a far casino o a essere in imbarazzo...» borbottò lei, sistemando la propria cravatta.
«Ma no, lo sai che non funziona così...»
«Ehi, era la mia prima volta, concedimi un minimo di confusione! Non è che so-» si fermò, notando che l' “amico” la stava guardando folgorato.
«Era la tua prima volta?» ripeté, sconvolto, «Ma io non ho sentit... Voglio dire... Non c'era... Non ti sei lament... Sembravi rilassata!» terminò dopo diversi balbettamenti.
«Mike, calmati!» esclamò lei, incredula.
«Non mi hai detto di fare piano! E non ti sei lamentata! Ho pensato che non lo fossi e non ho fatto un minimo di attenzione! Ti ho fatto molto male?» blaterò lui, con espressione smarrita e terrorizzata; era da tanto che lei non lo si vedeva con una faccia simile ed era quasi confortante, oltre a farle venire voglia di ridergli in faccia.
«Non essere ridicolo, Michael. Se non ti ho fermato ci sarà un motivo. Non tutte le ragazze muoiono alla loro prima volta, lo sapevi?», in realtà anche se avesse sentito dolore probabilmente lo avrebbe accolto con gioia, ma era stata davvero fortunata, almeno ascoltando i racconti traumatizzanti delle ragazze più grandi.
«Oh. Va bene, però di solito si dà importanza alla prima volta, sai com'è... Ci sono passato... E noi siamo in un aula, e tu sei con me e neanche stiamo assieme... Oh, merda!» terminò di cuore lui, portandosi le mani ai capelli, «Che mostro!»
«Arcturus Michael Stebbins!»
Michael la guardò sconvolto.
«Tu ricordi quel nome?»
«Non è questo che conta ora. Ciò che conta è che stai dicendo un sacco di stupidaggini. Senti, non rovinare il momento, d'accordo? So benissimo con chi sono andata a letto e so da sola cosa voglio la prima volta. So anche che non è piacevole sentire riferimenti alle precedenti ragazze che sono state con te per la loro prima volta.»
Lui arrossì colpevole, «Non era mia intenzione. Ero solo preoccupato perchè non volevo rovinarti la prima volta.»
«Ti suonerà pazzesco ma mi sta benissimo così, grazie tante.» replicò lei, fingendosi infastidita, «È anche possibile che una ragazza voglia stare con te coscientemente per la sua prima volta, pur conoscendoti e sapendo che sei un imbecille.»
«Non imitare Megan, ti prego.»
«Non c'è bisogno di imitarla per darti dell'imbecille.»
Stettero in silenzio per un po', finché la ragazza non si mise a riordinare le sedie e i banchi.
«E hai sempre pensato che la tua prima volta sarebbe stata con me?»
«No!» inorridì lei, e Michael sembrò un cane bastonato, «Non in quel senso! È che è quasi incestuoso. Siamo come fratello e sorella!»
Bugiarda, si disse da sola.
«Fratello e sorella?» ripeté lui, a sua volta poco convinto. Glielo si leggeva in faccia.
«Beh, non più ormai. Ma di solito era così. Solo che... sono tempi strani, no? E io avevo davvero bisogno di te. E non mi pento di nulla.»
«Lo spero.» bofonchiò lui, ma Georgia lo sentì lo stesso, «Neanche io.» aggiunse con voce più chiara, «E da adesso? Continuiamo a essere amici come al solito?»
«Direi proprio di sì. Tutto regolare.»
«Ok.» concordò Michael, annuendo tra sé e sé. Poi ghignò, «Beh, se poi vuoi sentirti di nuovo così vicina, nessun problema, eh!»
«Oh, già finita la preoccupazione da stupro? Complimenti.» ghignò anche lei, ignorando il modo in cui lui si incupì di nuovo al sentirglielo dire.
«Scusami tanto se mi sono preoccupato al pensiero di te con me a fare sesso in un aula del settimo piano senza pensieri al mondo che non fossero “ehi, diamoci dentro!”»
«Pensavi questo?» domandò lei scioccata.
«Ma no! Stupida! Era per dire!»
Le scompigliò i capelli mentre le passava accanto, esasperato, «Georgie, mi farai impazzire del tutto un giorno!»
«Come no... E comunque ho fatto l'amore, io.» sussurrò lei.
«Che dici?»
«Che Arcturus è un nome adorabile.»
«Se lo dici a qualcuno me la paghi, te lo giuro.»

Walter era in sala comune quando Wayne scese, incapace di dormire come sempre, e i due fratelli si squadrarono con sospetto.
«Vuoi darmi un altro pugno?»
«No. Tu vuoi darmene uno?»
«Non ora.»
Wayne si accomodò accanto a lui, tamburellando con le dita sul proprio ginocchio e fissando il fuoco. Cercò di non badare all'aria distrutta del fratello per evitare di ferirlo ancora.
«Mi dispiace di avertelo detto a quel modo.»
«Mi dispiace di essere un coglione.»
«Meglio tardi che mai.»
«Tu sei un bastardo.»
«Questo non te lo so dire. Non è mamma quella che va con altri, che io sappia.»
«Wayne...» si lamentò Walter, portandosi una mano sugli occhi.
«Che farai ora?» chiese l'altro, diventando improvvisamente serio.
«Che farò? Non vedo l'ora di tornare a casa per chiarire col caro papà. Farò finta di nulla intanto, voglio che ce la sbrighiamo a quattr'occhi.»
«Se gli dai un pugno chiamami.» lo pregò il minore.
«Promesso. Tu come sfuggirai alla curiosità altrui, tanto per sapere?»
In quel momento rientrò Michael, in barba al coprifuoco.
«Dovrei toglierti punti.» lo avvisò Walter e Michael sobbalzò.
«Che ci fate qui insieme?»
«Siamo ancora fratelli.» rispose Wayne, scrutandolo con occhio critico. Michael non aveva per niente la solita aura da “io sono un vincente” che seguiva i suoi appuntamenti con le ragazze. Forse aveva perso anche quella oltre all'allegria.
«Dov'eri? Non sei rientrato con Rent, mi hanno detto. A proposito, scusa per il pugno.» disse Walter.
«Ne hai dato uno anche a lui?» si incuriosì il fratello.
«Ci ho provato.»
Michael stava già scuotendo la testa.
«Non c'è problema. Comunque ho visto una ragazza e mi sono fermato a parlare.»
«A parlare? Tu?» scherzò Walter.
«Oh, ma che vuol dire? Io non penso mica solo al sesso! E anche se fosse anche il sesso è importante! Io non ti vengo a chiedere se lo hai fatto perchè significa qualcosa di più o perchè ti diverti, quindi non fare tanto il moralista!» esclamò Michael, con voce vagamente stridula, prima di lanciarsi verso i dormitori come se ce lo avessero spinto.
Alla faccia basita di Walter, Wayne disse: «Vedi, non credo che parleranno di noi due molto a lungo. Non siamo i peggiori qui.»

12 Il vero scoppio, pianti e riappacificazioni col mondo.



http://www.hp-lexicon.org/about/sources/source_hpm.html alcuni dei nomi erano in questa lista, dai nomi si può spesso risalire alla zona da cui provengono i personaggi e quindi collegare un aspetto fisico e un carattere, dato che la Rowling non lascia nulla al caso.
Come ho detto a Atanvarno:
Per quanto riguarda i nomi: Wayne Hopkins è in una lista della Rowling, nella lista si vedeva anche Sally-Anne Perks, Megan Jones e Stephen Coornfoot. [...]Poi nelle carte si vedeva un Rivers di cui era descritto un po' il possibile carattere e nel libro sono nominati un Summerby cercatore e un Summers. I nomi Jack, Rent e Quill invece li ho inventati io. Tra l'altro forse Stephen era Ravenclaw mentre uno che ho messo a Ravenclaw, e non chiedermi chi, era potenzialmente a Hufflepuff. Ho praticamente scambiato i posti.

Oh, per quanto riguarda Wayne e Megan, se lo considerate un appuntamento va bene, altrimenti fa lo stesso.

Per quanto riguarda Mike e Georgie, invece, ho pensato che fosse molto più realistico visto il personaggio, e in qualche modo tenero, che lui perdesse la testa già solo all'idea della prima volta. So che di solito si scrive che i due toccano il cielo con un dito, peraltro contemporaneamente, ma ho sempre preferito evitare il luogo comune di lui che è il bello che non deve chiedere mai e che non si mette dubbi né problemi, considerato che ha diciassette anni, e di lei che subito dopo si fa prendere dai rimorsi oppure è in fase di estasi. Ho preferito una cosa più terra terra per una persona pratica come Georgia (tralasciando poi che lei neghi i suoi sentimenti) e per un ragazzo incasinato, protettivo, impulsivo e un po' ridicolo come Michael, che sia bellissimo o meno.

Georgia fatta da Recchan: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-ash1/hs736.ash1/162933_127033347361991_100001659807499_184711_6163693_n.jpg




Per quanto riguarda le famiglie, un riepilogo:
Megan – padre assente, nonni molto presenti.
Wayne e Walter – padre traditore, madre dolce
Jack – genitori normali
Rent – genitori normali
Georgia e Charlotte – orfane
Sally-Anne – genitori assenti per lavoro
Quill – genitori presenti ma non brave persone
Stephen – genitori normali
Michael – padre succube, madre fuori di testa
Susan – famiglia normale
Hannah – famiglia normale
Ernie – famiglia normale
Justin – famiglia normale.
Zacharias Smith, che è al quinto anno anche lui - famiglia normale
Dorian, a volte nominato come compagno di stanza di Wayne - famiglia normale
Quindi, come vedete, non sono davvero cattiva! La mia classe delle superiori era messa peggio XD


L'esame è andato bene, grazie per aver chiesto o avermi augurato buona fortuna! :*

   
 
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