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Autore: YuXiaoLong    21/01/2011    1 recensioni
Capita di rado, ma le storie di due mondi possono intrecciarsi.
Yulannath dell'Accademia dei Due Draghi (salvo in casi formali, Yu) è un giovane bizzarro: sognatore, distante, distratto, irrilevante per i Terrestri, che lo conoscono con un altro nome. Ma egli è un Viaggiatore, capace di attraversare il Confine, la barriera che separa la Terra dall'Inframondo: il mondo gemello che alberga ogni sorta di creatura fantastica. Ma ben presto il suo destino lo porterà al di là di entrambi, fra rancori e ambizioni senza tempo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ars Arcana, Capitolo VII

Luminal

 

 

Arshilenne guidò Yu fra i corridoi del suo onirico palazzo, fino ad un’ampia veranda, da cui si poteva ammirare il variopinto paesaggio della Frontiera; sarebbe stato uno spettacolo oltremodo corroborante, non fosse stato per l’immane cortina di oscurità che tremolava in lontananza.

Inoltre, un altro elemento turbava il giovane mago: la dimora della Principessa era una delle cose più belle che avesse mai visto, ma era vuota. Nessun servitore, nessun dignitario, nessuna corte: solo Arshilenne, Yu e Azadrath, che comunque era rimasto nel cortile per riposarsi.

Tuttavia, quando la Luminal lo fece accomodare su una poltrona di vimini (checché dal colore sembrasse fatta di cristallo, come ogni altra cosa in quel mondo strano), sul tavolino di fronte a lui si trovavano due tazze e una teiera fumante.

Yu si sedette e attese che la donna si accomodasse di fronte a lui e gli facesse cenno di servirsi, prima di cominciare a parlare.

“Perdonate l’indiscrezione… ma non ho visto nessuno in questo palazzo. Voi e Azadrath siete i soli abitanti?” domandò, versandosi del tè.

Arshilenne gli rivolse un sorriso amaro e annuì. “Sì. Sono l’ultima abitante del mio regno. Sto perdendo la guerra”.

“Azadrath ha accennato ad un conflitto. Ma chi mai avrebbe potuto privarvi del vostro regno e dei vostri sudditi?”

La Principessa si portò la tazza vicino al viso, vi soffiò sopra e bevve un piccolo sorso del contenuto, indi, con calma, rispose: “Un tempo, Astrelia era un luogo meraviglioso, e il nostro era l’Impero uno dei più grandi e fiorenti che fossero mai esistiti in tutti i mondi. A quel tempo, eravamo conosciuti come Asterinal” fece una pausa e volse lo sguardo verso l’impenetrabile muro di oscurità, distante, ma incombente. “Nulla sembrava poter ostacolare la nostra crescita; Astrelia è uno spazio illimitato, e noi avevamo imparato a plasmarla secondo i nostri desideri. La nostra capacità di controllo sul nostro mondo era tale da permetterci di accogliere e respingere i Viaggiatori di altri mondi a nostro piacimento. Siamo sempre stati esperti nell’arte del passare il Confine, e all’epoca del nostro splendore, ci consideravamo dei custodi: a noi era stato dato il potere di controllare il potere del Viaggio, poiché ogni Viaggiatore che apre un varco, lo fa attingendo al potere di Astrelia. Credevamo che il nostro compito fosse quello di custodire la pace fra i mondi, impedire che qualcuno abusasse del suo dono”.

Yu bevve un altro sorso di tè e annuì. Era strano pensare che quella specie di favola che la Principessa gli stava narrando fosse, in un certo senso, anche la sua storia, ma in quel momento si sentiva la testa talmente leggera che liquidò la questione dicendosi che umano o Luminal era sempre la stessa persona. Naturalmente, una volta che fosse stato più lucido accettare tutto quanto sarebbe stato più impegnativo, ma un passo alla volta ne sarebbe venuto a capo.

Arshilenne continuò: “Questo facemmo per molto tempo. E i Viaggiatori accettarono la nostra autorità; Viaggiatori da tutti i mondi venivano alla nostra capitale a portarci i loro doni, in segno di amicizia, e ad imparare i sentieri per raggiungere mondi sempre più lontani dai loro. Ma alla fine, il nostro potere ci fece cadere in tentazione: cominciammo a pensare che era giusto che i Viaggiatori, a rappresentanza dei loro mondi, ci omaggiassero, ed arrivammo a considerarli nostri vassalli. La famiglia reale divenne ambiziosa, e la loro ambizione infiammò i cuori della nostra gente.

“Tuttavia, anche a palazzo vi era chi non riteneva giusto il cammino che gli Imperatori stavano imboccando, perciò radunarono tutti coloro che non si erano lasciati sedurre dalla nostra potenza, e si separarono dall’Impero Asterinal. Erano i miei antenati… e anche i tuoi, giovane Yu. I primi ad essere noti col nome di Luminal” fece una pausa e sospirò, scrutando il fondo della sua tazza come se potesse trovarvi risposte a qualche grande interrogativo.

Yu la lasciò fare, ma visto che il suo silenzio si prolungava (il che lo imbarazzava parecchio), chiese: “Dunque… vi fu una guerra fra Asterinal e Luminal?”

Arshilenne batté le palpebre e si riscosse. Indi sorrise con aria un po’ colpevole e riprese il racconto: “Non all’inizio. I Luminal erano pochi, e l’Impero molto grande. Non rappresentavano un problema, ed erano contrari alla violenza. La guerra, tuttavia, si scatenò in centinaia di mondi. La Frontiera fu chiusa, solo le forze imperiali e i loro alleati potevano attraversare il Confine: colpivano e si dileguavano, veloci e letali. Innumerevoli popoli furono assoggettati; coloro che non si arresero, vennero distrutti, nel nome dell’armonia fra i mondi, di cui l’Impero era custode. Ma era evidente che ormai quella retorica serviva solo a giustificare una guerra di conquista. La corruzione indurì i loro cuori, e tinse le loro ali di nero. Gli Asterinal divennero quelli che ora sono i miei nemici. Divennero Noxinal”.

Pronunciò quell’ultima parola a bassa voce, come se il suono per lei fosse doloroso o insopportabile.

Il mago appoggiò la tazza sul tavolo, e incrociò le braccia sul petto, osservando con attenzione la Principessa.

Finalmente, le cose cominciavano ad acquistare un senso: ecco chi erano i Demoni Evanescenti, i Viaggiatori tanto paventati da Rangrin.

Noxinal…

Guardò per un attimo l’oscurità, lontana, famelica; loro erano lì. Quel mondo oscuro era il dominio degli eredi dell’Impero Asterinal.

“Fu a quel punto che scoppiò la guerra civile” riprese lei. “I Luminal dichiararono decaduto l’Impero, e si ribellarono, e non essendo influenzati dal Divieto imposto dagli Imperatori, poterono radunare le forze di molti mondi contro i Noxinal. L’Impero era sul punto di crollare, quando i nemici ridotti alla disperazione, scatenarono l’Oscurità perché inghiottisse tutta Astrelia, intrappolando per sempre sia Noxinal che Luminal nella Zona Buia, e segnando la fine di ogni Viaggio. Sotto il peso dell’Oscurità, Astrelia collassò su se stessa, e i collegamenti fra i mondi si interruppero. Sarebbero svaniti del tutto, se all’ultimo momento, la Regina Luminal, Eylanne, non avesse sacrificato la sua vita per salvare almeno una piccola parte dell’antico Impero”.

“Quindi… questa regione...?” cominciò Yu, sbalordito.

Arshilenne annuì, triste. “E’ come pensi, giovane Yu. E’ tutto ciò che rimane della grande e potente Astrelia” disse. “E io, temo di essere l’unica cittadina rimasta nella nazione Luminal. Eylanne era mia madre, e da quando lei è scomparsa ho ereditato il compito di mantenere collegati quei pochi mondi che ancora non sono stati separati dall’Oscurità” proseguì, alzando un poco il mento con fare orgoglioso. “Ma devo confessare che ultimamente è diventato sempre più difficile. La Zona Buia si espande, e i Noxinal hanno trovato il modo di abbandonarla. Non possono entrare qui, il mio potere protegge ancora questo luogo, ma temo che siano di nuovo in grado di raggiungere i mondi più vicini” ammise, a malincuore.

A quelle parole, il mago sgranò gli occhi.

“La Terra… e l’Inframondo!” esclamò, con un filo di voce.

La Principessa annuì.

“Temo che vogliano far dilagare l’Oscurità nei due mondi gemelli… se ci riusciranno, mi troverò circondata da tutti i lati, e il peso della Zona Buia mi schiaccerà. Astrelia cesserà di esistere per sempre, così come i Viaggiatori. I Noxinal avranno vinto” sentenziò, cupa.

“Ma… gli altri Luminal?” domandò Yu, agitato. Non gli piaceva come la questione si presentava… la superiorità dei Noxinal non poteva essere così schiacciante! “Dove sono finiti? Non è possibile che ci siate solo voi… che siano tutti…” non finì la frase, e si limitò a guardare la Luminal con fare quasi implorante.

Arshilenne gli rivolse un sorriso rasserenante.

“No. Sicuramente alcuni saranno sopravvissuti. Ma quando mia madre morì, vaste regioni di Astrelia furono catapultate su mondi lontani. Tu sei il primo Luminal a far ritorno alla Frontiera. Forse, un giorno, altri ti seguiranno… ma dall’inizio della Grande Guerra, sei l’unico che io abbia visto” rispose.

Il giovane si morse il labbro. Era una notizia buona solo a metà: il popolo Luminal esisteva ancora… ma era sparso chissà dove nel caos dei mondi. E con l’Oscurità a separarli, non potevano tornare! Chissà quanti di loro erano Esuli, come lui, e non avevano idea di chi fossero, né da dove venissero.

Si passò una mano davanti al viso, esasperato dalla situazione e dalla quantità di informazioni con cui era stato bombardato, indi trasse un profondo respiro.

“L’Oscurità… non è inamovibile, vero? Se può avanzare, può anche regredire” ipotizzò poi, guardando la Principessa con fare interrogativo. Non gli piaceva affatto la strada sulla quale quel ragionamento l’avrebbe condotto; ma non aveva scelta, dopo tutto. Non poteva ignorare quello che stava accadendo, non dopo aver ascoltato la storia di quello che probabilmente era il suo popolo.

Arshilenne lo osservò un attimo, come se dentro di sé lo stesse valutando, indi annuì.

“Allora deve essere ricacciata indietro” sentenziò Yu. “Come si fa?”

La Luminal gli sorrise, e al mago parve che un raggio di luna fosse entrato nella stanza.

“Tu non vuoi essere un eroe. Non hai mai voluto” osservò, con semplicità.

L’altro si sentì arrossire.

“Beh, io… è vero. Non sono coraggioso” ammise, sentendo le guance e le orecchie diventare sempre più calde. “Non lo sono mai stato… e non mi caccerei in questa storia, se avessi scelta. Ma…” deglutì. “Siamo solo io e voi… e i due mondi gemelli… sono la mia casa, anche se tecnicamente, voi dite che questa è casa mia. Ma vedete, sono i luoghi in cui sono cresciuto; e non ci tengo a vederli diventare parte della Zona Buia. Non sono un eroe, ma alla fine, credo che sia normale che ognuno faccia ciò che può per proteggere casa sua, no?” farfugliò velocissimamente, abbassando lo sguardo sulle dita, che intrecciava e si torceva febbrilmente. “E poi” aggiunse, quasi in un sussurro “voi sembrate così sola e malinconica. Vorrei fare qualcosa per aiutarvi”.

Abbassò lo sguardo, sapendo che quanto aveva appena detto suonava maledettamente stupido. D’altra parte, stanco, spaventato e imbarazzato com’era non avrebbe certo saputo formulare il pensiero in un modo migliore. Non era nemmeno certo che esistesse  un modo meno stupido di dire una cosa simile.

 

Malgrado la sua tristezza, Arshilenne continuò a sorridere. Quell’Esule era la creatura più strana che avesse mai incontrato; forse era dovuto al semplice fatto di aver ritrovato un suo simile, dopo tanto tempo, ma quel giovane così indeciso e forse un po’ fifone le scaldava un poco il cuore.

Inoltre, di rado il suo Azadrath si sbagliava: il mago di certo valeva di più di quanto lui stesso non volesse ammettere, e di lì a poco l’avrebbe realizzato. Era normale che in quel momento fosse così insicuro: lei stessa si era sentita schiacciare dal peso della sua responsabilità, quando si era ritrovata sola nel palazzo.

Poverino, pensò: probabilmente, avrebbe di gran lunga preferito continuare a credere di essere un semplice Viaggiatore, e lasciare a qualcun altro la responsabilità di volgere le sorti della Guerra Astrale a favore dei Luminal. Ma ormai, volete o nolente, c’era dentro fino al collo.

Lentamente, si alzò dalla sua poltrona e, silenziosa e leggera, si portò di fianco al giovane e gli mise una mano sulla spalla. Quello, in risposta, diventò ancor più rosso e la guardò di sfuggita.

“Sei coraggioso a offrirti di aiutarmi. Vali molto più di quanto tu non creda, amico mio” gli disse, sorridendogli e stringendogli la spalla, nel tentativo di dargli almeno un po’ di sicurezza. “Purtroppo, non so con esattezza come la Zona Buia si espanda, né come farla regredire. Azadrath dice che la Luce di un altro mondo può perforare l’Oscurità, ma più che questo non sa. Ma una cosa è certa: bisogna proteggere i mondi gemelli dalla sua avanzata… e chissà, con un po’ di fortuna, riusciremo a trovarla, questa Luce. Forse è qualcosa di reale, o forse significa solo che dobbiamo allearci coi popoli di quei mondi, lo scopriremo solo tentando” spiegò.

 

Yu guardò le dita pallide della Principessa, e con lo sguardo ripercorse tutto il suo braccio sottile, fino a incrociare gli occhi luminosi di lei.

Stava per dirle una cosa che gli era improvvisamente venuta in mente, chissà da dove e chissà perché, ma un’improvvisa fitta al petto gli mozzò il fiato.

Sconcertato, si piegò in due per il dolore e si portò una mano al cuore, che gli sembrava di colpo essersi incendiato: era come se stesse bruciando da dentro… o come se qualcosa dentro di lui, qualcosa di incandescente stesse facendo di tutto per uscire, compreso consumare il suo corpo, se fosse stato necessario.

La voce della Principessa, che lo chiamava, allarmata, lo raggiungeva appena, coperta all’improvviso da un frastuono inspiegabile, un boato di origine sconosciuta e di infinita potenza, giunto come un’ondata improvvisa dai recessi della sua mente.

Gemette, e cadde sul pavimento, dove si raggomitolò, impotente, nel tentativo di proteggersi da quel dolore inspiegabile, che si stava rapidamente estendendo a ogni angolo del suo corpo. La sua vista si offuscò e avvertì, con un vago, disperato sollievo, che presto avrebbe perso i sensi, e la tortura sarebbe finita.

Tuttavia, anche nel caos di quel tormento, riuscì a capire ciò che stava succedendo: sentiva che il suo corpo perdeva peso, come se una forza invisibile lo stesse sollevando da terra. Sentiva un aria diversa, non avrebbe saputo dire in che modo, spirare da sopra di lui, l’aria di un altro mondo.

Contro la sua volontà, senza che potesse opporsi, stava varcando il Confine.

 

Completamente atterrita, Arshilenne si inginocchiò accanto al mago. Non aveva idea di cosa gli fosse preso: un istante prima sembrava relativamente in salute, e un attimo dopo, eccolo agonizzante sul pavimento!

Provo a parlargli, a scrollarlo per una spalla, persino a recitare degli incantesimi per lenire il dolore. Tutto inutile. Il giovane sembrava non trarre alcun giovamento dai suoi tentativi.

Prima che potesse escogitare un approccio meno diretto alla questione, avvertì il Confine assottigliarsi sempre più, e una forza misteriosa farsi sempre più grande nel corpo del mago.

Sopra di loro, l’aria si increspò, e, alzando lo sguardo, la Principessa vide il fantasma di un mondo materializzarsi sopra le loro teste.

Sbalordita, guardò alternativamente Yu e il portale con occhi sgranati. Come era possibile, per quanto esperto potesse essere quel ragazzo, che in condizioni simili riuscisse ad aprire un varco? E perché proprio su quella distesa deserta di neve e rocce?

Era talmente sorpresa che le ci vollero diversi secondi per accorgersi che una colonna di luce viola li aveva avvolti, e che il mago stava venendo risucchiato nell’altro mondo.

Le domande a più tardi, pensò, alzandosi in piedi e spiegando le ali candide. Concentrandosi, tese una mano verso il portale, con fare regale, e gli intimò mentalmente di chiudersi.

Ma il varco continuò ad attirare il giovane svenuto, come se niente fosse.

“Impossibile!” esclamò la Luminal, indietreggiando di qualche passo.

Non aveva mai fallito nel chiudere un varco… che fosse opera dei Noxinal? No, si disse, era impossibile: lì non avevano potere, e il luogo su cui il portale si affacciava di certo era al di fuori della Zona Buia. Ma allora, che stava succedendo?

“Yulannath! Yu!” chiamò a gran voce.

Ma il giovane aveva perso i sensi, e non aveva più controllo su quanto stava accadendo di quanto non ne avesse lei.

E sotto il suo sguardo incredulo, sparì nell’altro mondo

 


 

Angolo dell’autore: un capitolo un po’ più breve del solito, e probabilmente assai meno denso di azione. D’altra parte, ho sempre optato per un ritmo narrativo piuttosto lento. Spero che la brevità lo renda meno faticoso da leggere, visto che si sono dette diverse cose sui Luminal.

 

Di nuovo rinnovo il mio invito: se avete il tempo, ditemi le vostre impressioni, non mordo. Giuro! XD

Se avete il tempo, fatemi sapere cosa ne pensate, di questo parto della mia mente malata, ve ne sarò grato. A presto, e grazie per aver letto il mio racconto!

   
 
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