Forever was so many different things ~ MinaKushi Collection
7. Wound
“Siediti,
io intanto cerco una garza e del disinfettante” le dice Minato,
indicandole un lettino dalle lenzuola immacolate. Kushina
si guarda attorno, stupita di come tutto l’ambulatorio sembri diverso
di notte, di come la luce bluastra che trapela dalle tende renda tutto
stranamente irreale.
“Sei sicuro
che possiamo stare qui?” chiede infine, dopo l’iniziale momento di
silenzio. “Forse avremmo dovuto avvisare Tsunade-hime”.
Minato alza un
sopracciglio e le sorride in modo sarcastico.
“La tua
caduta deve aver fatto più danni del previsto” aggiunge in tono
scherzoso. “Da quando in qua Kushina Uzumaki si fa dei problemi a trasgredire le regole? Mi
stupisci, pensavo che la ribellione fosse il tuo pane quotidiano”.
Anche lei si
scopre a sorridere. In effetti, non è solo l’ambulatorio ad avere
un aspetto chimerico quella notte, besì l’intera situazione, dal
comportamento sfrontato di Minato alla sua reticenza, sembra quasi che i ruoli
si siano invertiti, solo per poche ore, solo in quel luogo.
Lo osserva
attentamente mentre si muove a tentoni fino all’armadio dei medicinali e
apre diversi sportelli, con l’unico risultato di farne cadere a
terra l’intero contenuto. Kushina non
può fare a meno di ridere sommessamente.
“Forse
è meglio che torni alla foresteria… i
miei compagni si staranno chiedendo che fine ho fatto” dice, cercando di
alzarsi, ma Minato la blocca con uno sguardo penetrante. Non ne comprende il
motivo, ma i suoi occhi sembrano soltanto dire “resta, per favore”. Kushina
sospira.
“Va bene,
va bene. D’altronde non posso andare in giro con il ginocchio sbucciato
come una bambina di cinque anni,
sono pur sempre una chunin!”.
“Una chunin molto goffa” la corregge lui.
“Ehi!”
protesta Kushina. “Non sono goffa, solo… non molto coordinata. E poi c’era un
sasso, un enorme sasso proprio in
mezzo alla strada. Chiunque sarebbe rotolato a terra”.
Minato annuisce
senza convinzione.
“Posso dire
che sei rotolata con molta grazia, se ti fa piacere” la rassicura.
“Non ho mai visto nessuno cadere con più stile”.
Bastano pochi
attimi e sulle labbra di Kushina appare il suo
classico broncio, quello che Minato ha imparato a conoscere come “broncio
Uzumaki”.
“Avanti,
scherzavo” dice ridendo. “Ora stai ferma, ti disinfetto il
taglio” continua, avvicinandosi al ginocchio della kunoichi
con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata.
“No,
fermo!” esclama la ragazza, allungando una gamba per tenerlo a debita
distanza. “Prima devo… prepararmi
psicologicamente”.
Minato le
riserva uno sguardo sorpreso.
“Prepararti
per cosa? E’ solo un po’ di disinfettante”.
“Ma
brucerà, lo so” risponde Kushina.
“È questo che i disinfettanti fanno, bruciano!”.
“Non fare
la bambina” si limita ad ammonirla.
“Ma…”.
“Se fai la
brava, dopo ti darò una caramella” la canzona, cercando di
distrarla per igienizzare la ferita.
“Non voglio
nessuna caramella” continua a protestare, in modo infantile. Non può
farci nulla: tutto ciò che ha a che fare con la medicina la terrorizza
più dell’idea di affrontare da sola un intero esercito nemico.
“Kushina” comincia Minato “quando avevi undici
anni ti ho vista mettere al tappeto dieci genin
più grandi di te per il semplice fatto che avevano preso in giro i tuoi
capelli. E anche se erano palesemente più forti e preparati, tu non hai
mollato finché l’ultimo non è crollato a terra ed ha
implorato pietà. Ora, come puoi aver paura di qualche goccia di acqua
ossigenata?”.
“Abbiamo
tutti le nostre debolezze” spiega Kushina con
un’alzata di spalle.
“Mettiamola
così: tu mi lasci medicare la tua ferita, ed io dopo ti darò un
bacio”.
La ragazza scoppia a ridere, gettando la testa all’indietro
e scuotendo la folta chioma di capelli rossi.
“Cosa ti fa
pensare che io voglia un bacio da te?” chiede a Minato, ancora con le
lacrime agli occhi.
Minato continua a
sorridere, nel suo solito modo sereno ed irritante al tempo stesso. Muove
qualche passo verso di lei, poi allunga una mano fino a sfiorarle il viso. Kushina rimane immobile, pietrificata.
Lui si avvicina
ulteriormente, affondando le dita nei suoi capelli e avvicinando il viso della
ragazza al suo. Le loro labbra quasi si sfiorano, Kushina
–istintivamente- le socchiude, continuando a respirare il profumo di
Minato; non che sia forte o penetrante, semplicemente ritiene che l’odore
della sua pelle sia unico, perfettamente riconoscibile. Abbassa le palpebre Kushina, e aspetta.
“Ecco, ho
finito” annuncia Minato dopo qualche attimo.
La ragazza
spalanca gli occhi, rivolgendogli uno sguardo stralunato. Lui le indica il
ginocchio.
“Visto?”
le dice, “Disinfettato e perfettamente fasciato. E non ti sei accorta di
niente!”.
Kushina stringe i pugni.
“Sai Namikaze…” comincia, imponendosi calma. “…tu non hai il minimo istinto di
sopravvivenza”.
Minato la guarda,
un’espressione interrogativa dipinta sul volto.
“Mi hai
promesso un bacio” si affretta a spiegare Kushina,
assottigliando gli occhi. “Ed ora, volente o nolente, lo voglio
riscuotere”.
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Mi fanno notare
che è passato ormai un anno e qualche mese dal mio ultimo aggiornamento
e, vista la situazione, dovrei correre in un angolino, inginocchiarmi sui ceci
e fare i cerchietti per terra. Ma prima devo scrivere il commento di fine
capitolo u_u ogni cosa a suo tempo.
Che dire? Ci sono
ricaduta –grazie un po’ a Meissa <3- e
spero di continuare a ricaderci, visto che questa raccolta è nata con lo
scopo di raggiungere i 50 capitoli XD
Cosa che non
accadrà MAI, vista la mia rapidità nello scrivere, ma va beh.
Ringrazio
rapidamente chi ha amorevolmente commentato e, spero, continuerà a
commentare nonostante il mio ritardo scandaloso, ovvero: Laly,
roro (si, sei la solita lecchina
<3), bacinaru (niente Minato nudo… per ora), Rinalamisteriosa,
KumaCla, Aya88, Neliel,
Dark_angel_7
e Lady Moonlight.
L’aver
colorato ogni nome con una tonalità differente è a testimonianza
del fatto che non ho nulla da fare, sì.
ClàMela