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Autore: kannuki    25/01/2011    2 recensioni
Sembra che il destino si sia accanito contro Caroline Forbes. Dimentica dei fatti antecedenti la sua seconda morte, è costretta a scappare da Praga minacciata dalla stessa persona che si era presa cura di lei fino a quel momento. Si sveglia su un treno diretto in Transilvania, perde i residui della sua innocenza e diventa pura vendetta.
"Continui a credere di essere una pedina sulla scacchiera delle entità superiori... una volta passati da questa parte, noi sfuggiamo le leggi del mondo.”
"Ed io che pensavo che essere una vampira fosse una disgrazia, come un brufolo di sabato sera..."
“Sei una frignante rompicoglioni problematica e senza speranza con una scopa ficcata nel culo, tesoro mio.”
Nevrotica era un aggettivo gentile, in confronto.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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La nebbia fece il giro del mondo due volte. Lo strano fenomeno si poteva vedere soprattutto dal tramonto all'alba, sempre verso Nord. Si faceva denso e corposo e poi svaniva lentamente portato dal vento. Caroline aveva visto più di quanto avrebbe potuto immaginare. Non aveva coscienza di se, incamerava i dati, li rielaborava quando tornava in forma umano il giorno, durante il quale si nascondeva dal sole. Lentamente gli effetti del sangue di Luka cominciarono a svanire, consumati dall'enorme sforzo di tramutarsi in nebbia. Una settimana dopo, un corpo femminile dalla pelle lattea e priva di imperfezioni piombò nell'acqua del lago Clamore a poche miglia da Mystic Falls. Caroline affondò fra le alghe, la pelle si raffreddò, divenne violacea e i pesci che popolavano il lago si affollarono in cerca di nutrimento.

Il tramonto era il momento migliore per pescare. Come l'alba. Ma il vecchio pescatore che frequentava quel lago da anni, preferiva il tramonto. In parte perché amava dormire fino a tarda mattina. In parte, perché il tramonto rossastro gli incendiava i ricordi della sua vita passata. Il buon Sam gettò l'amo anche quella sera, ma i pesci non volevano saperne di abboccare e mentre tornava a riva, scoraggiato per la trota non catturata e tanto bramata, adocchiò un mucchietto di vestiti che sporgeva dall'acqua. Sam si infuriò. Vandali, pensò allungando la mano per ripescare il pattume dal lago. Il vecchio Sam rischiò quasi di cadere in acqua, quando il corpo di Caroline, pesante e infradiciato, lo trattenne. Imprecò, saltò in acqua e issò la ragazza sulla riva. Era bluastra, occhi chiusi, la pelle intaccata dai minuscoli morsi dei pesci. Sam le auscultò in torace, le tastò il polso e la vena del collo e non sentì quasi nulla. Forse c'era, forse no. L'importante era chiamare un'ambulanza, da bravo cittadino. Ma l'ospedale più vicino era a Mystic Falls. Ce ne avrebbe messo di tempo ad arrivare... e la ragazza sembrava proprio morta. Sam si inginocchiò al suo fianco e cercò il cuore, premendo i palmi della mani contro la cassa toracica. Uno, due, tre. Uno, due, tre. O doveva dire in un altro modo? Non erano tanto chiari nei film e la sua memoria non era più quella di una volta.

Caroline sussultò all'improvviso. L'uomo la voltò sul fianco dove continuò a sputare acqua e muco per qualche minuto. “Ecco...” borbottò frugando nelle tasche del giaccone milleusi che indossava. Arrivava proprio a puntino, il regalo del figlio. Sam digitò il numero dell'ospedale con le grosse dita bagnate e si portò il cellulare all'orecchio. Ma quando rispose il centralino non seppe cosa dire. Attaccò, guardò la ragazza che ansimava penosamente e riprovò. Prese un sospirone e formò una frase in mente, aggrovigliando le parole su se stesse.

Dove...”

Un ambulanza, per favore” farfugliò imbarazzato dalle domande della donna.

... freddo...”

Al lago Clamore” borbottò “che dici, ragazza?”

Caroline lo udì appena. Cercò di alzarsi ma i muscoli le urlavano di restare immobile, la debolezza le offuscava la testa. Aveva bisogno di nutrirsi.

Caroline mosse una mano o credette di farlo.

Come ti chiami?”

Caroline... Forbes...”

Il buon Sam spostò il telefono dall'orecchio e la guardò indeciso. “Sei la figlia dello sceriffo, quella scappata di casa?”

Non sono.... scappata... di casa...” farfugliò “aiutami...”

Buona buona, l'ambulanza arriverà presto” borbottò e si tolse il giaccone posandolo sul corpo fradicio della ragazza.

Sudore, odore di pesce, di caffè. Ambulanza. Si sarebbero accorti tutti che non era... mh... viva. Occavolo, era diventata uno zombie, priva di nutrimento per... mesi? Settimane? Anni? Sarebbe diventata un caso clinico.

***

Non ti ricordi nulla...”

No.” Caroline fissò il viso sconvolto della madre con un senso di colpa gigantesco. “Sto bene, mamma. L'hanno detto anche i dottori...”

Sei scomparsa per mesi, non mi interessa quel che dicono i medici!” eruttò sedendosi sul letto. Tremava. Caroline cercò di sorriderle ma non ci riuscì. Aveva pensato anche di soggiogarla ma non aveva le forze per farlo. L'unica cosa che le iniettavano in vena, era una soluzione salina per reidratarla.

Ci sono i tuoi amici qua fuori... c'è tutta Mystic Falls che fa la fila per vederti” disse stringendole le mani. Quando Liz l'abbracciò soffocò l'impulso di morderla. “Ti voglio bene, mamma” sussurrò a mezza bocca.

C'è anche tuo padre con la nuova moglie...”

Caroline battè le palpebre sorpresa. “Davvero?”

Sei pur sempre sua figlia” mormorò accarezzandole il viso e i capelli “mi sei mancata tanto.”

Anche se non andavano d'accordo, le voleva bene. “Com'è la nuova moglie?”

Incinta” disse lapidaria.

Caroline scrollò le spalle. “Dai... fai avanzare la fila. Avranno già staccato il numeretto.” sussurrò mettendosi a sedere. “Mamma...”

Liz la guardò con gli occhi grandi e lucidi di lacrime.

Caroline era commossa dall'affetto che sentiva provenire da lei. “Credo di aver battuto la testa e aver perso la memoria” inventò “non sono andata via per causa tua...”

Liz annuì ma la spiegazione non le andava giù.

Fa entrare solo Elena e Stefan, per favore. Nessun'altro.”

***

Quanto sono stata via?”

Una settimana...”

Mi stai conficcando le unghie nella pelle...”

Elena staccò la presa con una scusa sussurrata. Caroline le sorrise con un angolo della bocca. “Non sono più in pericolo, vero?”

Stefan scosse la testa restando ai piedi del letto. “Lo sforzo di muoverti in forma di nebbia ha esaurito gli effetti del sangue.”

Non mangio da allora” borbottò e guardò la flebo. “Non ci faccio nulla con questo minestrone.”

Elena guardò il ragazzo con aria complice. “Sorveglia la porta.”

Stefan uscì dalla stanza e restò appoggiato al muro mentre Elena le passava una sacca di sangue.

Una volta mettevi rossetti e libri, la dentro.”

Damon ha detto che...”

Caroline la guardò e aggrottò la fronte. “Non voglio vederlo. Ho fatto un'eccezione per Stefan.”

Katherine è scomparsa.”

Katherine ha fatto una brutta fine. Quel che meritava!”

Accidenti come era diventata amara. “Caroline... quell'uomo che hai...”

Ho vampirizzato un vampiro. Se lo dici ad alta voce fa ridere” scherzò sentendo un buco lacerante nel cuore.

Chi è?”

Nessuno” rispose depressa “un altro sbaglio...”

Louis mi ha chiesto di avvertirlo se fossi tornata a casa.”

Caroline la guardò ritirando il labbro inferiore fra i denti. “L'hai già fatto?”

La ragazza accennò un piccolo diniego. Stefan aprì la porta e infilò la testa dentro “dottori in arrivo.”

Elena fece sparire la sacca vuota in un baleno. Caroline era rosea e gli occhi rilucevano. “Devo pensarci” mormorò tornando a sdraiarsi nel letto. Doveva chiederglielo o le sarebbe rimasto il dubbio. “C'erano altre due persone con lui...”

Elena annuì mettendo lo zainetto in spalla “il vecchietto strano e l'esagitato col bluetooth incollato alla faccia.”

Non avrei saputo dirlo meglio!” scherzò alzando un po' la voce.

Ha dato un pugno in faccia a Damon” annunciò inarcando un sopracciglio.

Caroline scoppiò a ridere fino a lacrimare. Lo stomaco le faceva male perché si era nutrita troppo in fretta e le contrazioni delle risate le toglievano il respiro. Elena le passò un fazzoletto in silenzio e la guardò intristita. Caroline stava piangendo e non se n'era neppure accorta.

Una settimana dopo

Una A! Merito un premio!” esclamò Caroline sventolando il foglio del compito. Lo attaccò al frigorifero e Liz non ebbe nulla da ridire. “Non merito un premio?” domandò sedendosi al tavolino del pranzo. “Shopping?”

Liz le spostò davanti un tramezzino farcito, posò il coltello della maionese e la guardò. “Non mi hai più detto nulla di quel ragazzo...”

Caroline addentò il tramezzino e masticò piano “quale ragazzo?”

Me ne avevi parlato molto tempo fa... prima che... sparissi...”

Damon? “Oh” disse evasiva “non so che fine abbia fatto.”

Liz tornò a preparare la cena in silenzio.

Festa all'orizzonte” annunciò dopo aver letto un sms. “Elena ha convinto Stefan ad organizzare un party carnevalesco al maniero.”

Ne ho sentito parlare. Con chi andrai?”

Damon si è offerto di farmi da cavaliere.” Non poteva incolparlo per troppo tempo e per quanto la riguardava, non provava più nulla per lui.

Bene” disse allegra “mi piace quel ragazzo.”

Caroline posò il resto del tramezzino sul piatto e lo guardò. Non aveva digerito la ferita inferta da Luka. “Mamma...”

Cosa c'è tesoro?”

Nulla!” mentì “vado a fare i compiti”

Caroline si rifugiò in camera sua, trattenendo il labbro inferiore fra i denti. Voleva parlarle di Luka ma non poteva contraddire la versione 'non ricordo nulla di questi cinque mesi'. Inoltre, cosa avrebbe potuto dire di lui?

Pss, principessa...”

Ho una porta e un campanello, Damon. Usali ogni tanto...” borbottò tornando con i piedi per terra. Meglio, le impediva di sprofondare nel ricordo.

Non volevo farmi beccare da Liz” mormorò scavalcando agilmente la finestra “stava tessendo le mie lodi, eh?”

Ha detto solo che le piaci, nient'altro” rispose cominciando a riordinare la stanza. “Che cosa vuoi?”

Sapere cosa indosserai alla festa per non farti sfigurare” rispose togliendole di mano le magliette che aveva impilato.

Non ho ancora scelto il vestito.”

Damon l'afferrò alla vita tirandola contro di se. Caroline si voltò stizzita. “Toglimi le mani di dosso!”

Strega” sussurrò ammorbidendo la presa “sai di cosa hai bisogno?”

Che tu te ne vada fuori dalla mia vita” rispose con un lampo negli occhi.

Damon allargò le braccia con una smorfia ironica “così mi spezzi il cuore.”

Ti spezzo qualcos'altro se non te ne vai” sbottò tornando a ripiegare magliette. “Ho quasi dissanguato un Anziano, sai che posso farlo.”

Una volta eri più dolce...”

Una volta ero stupida!” esclamò sbattendo l'anta dell'armadio “fuori!”

Strega” ripeté scavalcando la finestra. “Fammi sapere il colore del vestito”

Caroline sbuffò chiudendogli la finestra sulle dita. I bei voti erano frutto di un 'soggiogamento di massa.' Usava le sue capacità per sfruttare gli altri e prendere tutto quello che poteva. Era vero, era cambiata. Non si faceva mettere più i piedi in testa da nessuno. Luka l'aveva soggiogata dandole più fiducia in se stessa. E non aveva mai avvertito Louis che era tornata a casa.

Lo dimentichi. E dimentichi anche Louis. Torni alla sua vita, dia un'altra possibilità al suo fidanzato. Gli uomini commettono errori e noi non siamo da meno.

Caroline grattò un angolino della bocca incrociando le braccia. Mh! Era un'esperta con i buchi della memoria. Ma non avrebbe dimenticato nessuno di loro. Forse doveva fare quella telefonata a Louis. Giusto per sapere come se la passava. Caroline prese il telefono e lo ripose nell'arco di un minuto. Fra qualche giorno, pensò procrastinando. Prima o poi...

Quindici giorni dopo

Caroline scese la scalinata guardandosi attorno. Upgrade a Classe Tre. Come diventare stronze e vivere felici. Da vampire. La festa era magnifica, la gente si divertiva e ovunque c'erano cibo, spumanti e tartine. Caroline toccò appena un bicchiere di champagne. Sollevò il vestito – così stranamente somigliante a quello che aveva indossato a casa di Louis, ma di un rosso tale che la sua pelle appariva ancora più bianca – e si avvicinò a Elena, superba nel suo abito blu come la notte. “Siamo state brave.”

Siamo sempre brave” rispose e le sorrise sotto la maschera. “Hai un aspetto magnifico.”

Anche tu.”

Caroline spostò lo sguardo sulla scalinata invasa da addobbi. I fratelli Salvatore erano lì, mascherati come tutti gli altri. Caroline sentì un guizzo al cuore quando incontrò lo sguardo di Damon. Ma sotto la maschera era difficile scorgere la sua espressione. Damon restò sul gradino, mani in tasca. Non avrebbe più insistito con lei. Stefan lo svegliò con un colpetto di gomito. “Ancora niente?”

Può il nulla peggiorare?”

Oh, sì.”

Caroline si spostò verso il giardino. I tacchi troppo sottili affondavano nel pratino sbilanciandola. Si raddrizzò strusciando le braccia fra loro. Faceva freddino, si spostò verso le fiaccole ma continuava ad avere freddo. Una giacca calò attorno alle sue spalle e Caroline si voltò sorpresa.

Fa freddo, torna dentro” Damon le porse il braccio con un certo divertimento.

Vuoi essere il mio cavaliere?”

Ti va di darmi un bacio?”

Caroline smise di sorridere. “Niente baci. La popolazione femminile di Mystic Falls non mi perdonerebbe per averti trasformato in un rospo” scherzò porgendogli la giacca. “Ho sentito di un problema con i fornitori. Ci pensi tu?”

Caroline lo sorpassò senza dire una parola. Salì sulla scalinata alzando gli occhi nel medesimo istante in cui l'Anziano Melkart appariva vestito in smoking con una bella signora al suo fianco. Restò paralizzata e si guardò attorno. C'erano anche loro?!

Cosa vedono i miei occhi! Meravigliosa, stupenda! E quelle scarpe sono un tocco di raffinatezza! Complimenti, miss Forbes, ha superato tutte le mie aspettative.”

Diosanto, è gay davvero!, pensò trattenendo l'impulso di battere una mano sulla fronte.

Tesoro...” lo redarguì la donna al suo fianco. “Lo perdoni, mio marito scherza sempre.”

Come ha fatto ad entrare senza invito?” esclamò scuotendo la testa un attimo dopo. “Non mi risponda, era una domanda stupida.”

La sua sarta dovrebbe essere bandita dal regno. Che diavolo le ha cucito addosso?” domandò scrutandola da capo a piedi.

Caroline svappò del tutto. “Questo modello fa furore fra le provincialotte come me” rispose acida.

Caro, non è il momento! Siamo in ritardo per il matrimonio.”

Il famoso matrimonio! Le era completamente passato di mente! “Dove si svolge?”

In un castello della Loira, in Francia.”

Fra trenta minuti” precisò la donna con un sorrisetto di circostanza.

Chi devo accompagnare?” Caroline capì che si trattava di Louis e fu felice di rivederlo in quell'occasione. Inoltre aveva un abito che non passava inosservato, i capelli le stavano una favola e si sentiva bellissima. Era al top!

Dobbiamo sbrigarci, detesto arrivare in ritardo alla cerimonie.”

E come ci arriviamo?”

Chiuda gli occhi” borbottò porgendole il braccio.

Non mi fido tanto” sussurrò un po' impaurita.

Si rovinerai il trucco” l'avvertì la donna drizzando le spalle. Il vestito svolazzò e Caroline fu avvolta da una moltitudine di pipistrelli. Si ritirò su se stessa e svanì portata via dallo stormo nero.

Tours – Villandry

Caroline si ritrovò di colpo all'interno del castello mentre il frinire dei pipistrelli svaniva. “I miei capelli” sussurrò nel panico. “E' crollata?” domandò riferendosi all'acconciatura.

Sono perfetti” la donna si aggiustò il vestito e scrollò le spalle. “Pronta?”

Caroline non rispose, era basita dalla magnificenza della stanza attorno a lei.

Guarderà dopo i dipinti!” ribattè Melkart infastidito per la perdita di tempo “c'è la cerimonia e il ricevimento.”

Caroline fu catapultata all'interno di una sala addobbata e restò senza parole. Ma quanti erano?! Un tratto li distingueva. Erano tutti bellissimi. E straeleganti! “Ma sono tutti vampiri?”

Certo! Che si aspettava?”

Li guarderà dopo” sussurrò la donna nel suo orecchio. “Prima fila.”

I tacchi fanno rumore” sibilò camminando piano. Un brivido le serpeggiò lungo la schiena mentre oltrepassava le file. Caroline scivolò accanto a Louis tenendo fisso lo sguardo avanti a se. Sorrise in attesa che si accorgesse di lei. Gli sarebbe preso un colpo!

Louis mosse un sopracciglio, distratto dal frusciare del vestito e dal profumo che arrivò alle narici. Voltò solo la testa e la guardò. Le sorrise, un sorriso così felice e genuino che Caroline sentì una vena del cuore scoppiare di gioia. “Sono molto felice di saperti viva” mormorò e le prese la mano portandola alle labbra. “Sei davvero bella.”

Non gli è piaciuto il vestito” sussurrò accostandosi al suo orecchio. Louis era una persona importante della sua vita. Ci aveva pensato molte volte, mentre si rigirava nel letto o era a scuola nelle pause fra una lezione e l'altra. Aveva provato molte volte a chiamarlo ma a parte 'ciao' cosa avrebbe potuto dirgli? Gli strinse la mano con forza. “Ti voglio bene.”

Louis le sorrise e le circondò la vita. La tenne così durante tutta la cerimonia. Era più una formalità per gli sposi che un vero e proprio matrimonio. Ma erano dannatamente felici e avevano tutta l'eternità davanti. Si stava commuovendo. E no! Non aveva nemmeno un fazzoletto! Si sarebbe rovinata il trucco!

Non c'è niente di male a mostrare le proprie debolezze.”

Leggimi ancora una volta nel pensiero e ti pesto, lo giuro su dio.”

Quando iniziò il ricevimento, scordò completamente la festa a Mystic Falls e tutto ciò che riguardava la sua precedente vita umana. Era una vampira, la situazione non sarebbe cambiata a meno che qualcuno non le avesse infilato un paletto nel cuore.

Vuoi ballare?”

Caroline annuì e passeggiò attraverso la sala con garbo. Era alta come Louis con quel tacchi fuori legge. “Ci guardano tutti o sono paranoica?”

Lascia che parlino” mormorò stringendole leggermente la vita. “Caroline...” Louis si fermò in mezzo alla sala e la guardò indeciso. “Sei felice?”

Caroline battè le palpebre e aggrottò la fronte. “Spiegati meglio.”

Il tuo ritorno a Mystic Falls è stato... adeguato?”

Più o meno” sussurrò scansando una coppia. Louis la condusse lontano dalla folla e la ragazza lo guardò incuriosita. Poi capì e si allontanò di un passo. “Sei davvero l'uomo perfetto, Louis. Non credo di aver mai provato così tanto affetto per una persona...” Caroline battè le palpebre in preda all'emozione. Mica era facile parlare così apertamente dei propri sentimenti. “La verità è che sono ancora innamorata di quel deficiente che non mi merita.”

Se vuoi ricomporti, c'è un giardino sul retro” mormorò indicandole la strada. “Non temere, nessuno ti disturberà.”

Caroline si allontanò dalla sala con lo sguardo basso. Si avvicinò alla finestra e la spalancò uscendo nel giardino sottostante. Il freddo la fece rabbrividire da capo a piedi. Si infilò nel patio che intravide poco distante e si accorse che l'aria, in quel punto, era ferma e che si stava bene. La fontana al centro zampillava in festa. Gli invitati passeggiavano molto lontano da lei. Sedette su una panchina miracolosamente pulita. Era riuscita a buttare fuori i suoi sentimenti per Luka. Sapeva gestire una cotta unilaterale. Non sarebbe stato diverso dal solito. Qualche mese e le sarebbe passata. Caroline raccolse un sassolino da terra e lo gettò nella fontana. La pietrina rimbalzò sul bordo di marmo e finì dall'altro lato mancando clamorosamente l'acqua. Caroline udì distintamente una parolaccia volare dopo un secondo. Occavolo, aveva preso qualcuno!

Ahia!”

Caroline non ebbe neppure il tempo di nascondersi. Luka si guardò attorno, gli occhi scintillanti nel buio, la inquadrò e restò a fissarla. Dopo un istante strappò il bluetooth dall'orecchio e lo infilò goffamente in tasca come un bambino colto con le mani nel vasetto della marmellata.

Incredibile, riesci a lavorare anche ad un matrimonio” mormorò con la gola secca.

Mi annoiavo e i russi stanno per capitolare” si difese a bassa voce.

Caroline lo guardò dal basso e battè le palpebre come se fosse in un sogno. Era imbarazzato. Bene, era giusto così. Un po' per uno!

Non viene mai nessuno qui... avevo delle telefonate da fare...” biascicò. “Chi stai... con chi...” Luka si interruppe e guardò altrove. Era talmente a disagio che non riusciva nemmeno a formulare una frase di senso compiuto.

Caroline provò un po' di tristezza. Si aspettava un 'sei viva!' oppure un 'mi sei mancata'. Un abbraccio. Qualcosa! “Ti lascio lavorare...” mormorò rimettendosi i piedi e lisciando il vestito sul corpetto e lungo le gambe.

Carol...”

Caroline si svegliò quando udì pronunciare il suo nome. Lo guardò pronta a scappare.

Finisco questa cosa, poi...”

Caroline lo fissò senza aprire bocca.

Possiamo parlare... dopo?” mormorò giocherellando nervosamente col cellulare. Le faceva quasi tenerezza. Lo odiava per averle mentito ma ebbe pietà di lui. “Certo, mi trovi al ricevimento” sussurrò e riuscì quasi a produrre un sorriso.

Carol...”

Caroline si voltò ignorandolo. Aveva dato fin troppo per quella sera. Doveva assolutamente tornare a casa! Non metterti a piangere, non metterti a piangere!, si ripetè tornando nella sala per cercare Melkart e la moglie col teletrasporto vampiresco.

Louis la vide apparire agitata e sul punto di scoppiare.

Mi hai mandato là fuori sapendo che l'avrei incontrato?” domandò con un filo di voce.

  
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