Domenica.
Calma piatta.
Kail si mette una vecchia maglietta e i pantaloni della tuta,
mangiucchia biscotti,
si stende sul letto con i suoi peluches.
non scrive,
non esce.
Resta in casa e legge il libro. Divora pagina dopo pagina, fino a tardi. Riempie il quadernetto di annotazioni.
Dorme.
Sogna.
Appena sveglia afferra penna e diario. Salta le annotazioni dei giorni precedenti e a pagina nuova scrive giorno, ora, anno.
Sotto, il numero dei sogni che ha fatto e il loro contenuto. Cerca di essere il più stringata e veloce possibile, timorosa di dimenticarseli.
Quando ha finito li rilegge: uno sulla scuola, uno in cui si è trovata in centro con le amiche e un paio di personaggi dei fumetti.
Uno sull’Ombra che cammina sicura davanti a lei. È diventata più scura dall’ultima volta che l’ha vista: se prima sembrava acqua, ora è orzata allungata. Più consistente del fumo, più tangibile della nebbia- ancora infinitamente lontana.
Kail sospira. Ha un nodo allo stomaco, stretto e doloroso. Ci vorrà tempo: se tanto o poco, impossibile saperlo.
Questa è solo la prima tappa di una lunga strada.
L’obiettivo: avere un sogno lucido. Un sogno in cui abbia conoscenza di sé e di ciò che la circonda, un sogno influenzabile.
Un sogno in cui possa parlare con suo fratello.
…sarà dura.
“Guardiamo il lato positivo.” Si dice la ragazza, seduta sul letto. “ Non sto partecipando ad una gara, quindi niente scadenze, niente sudori freddi e niente ansia. Sì, come no. ”
Kail si tira su la maglietta sulla schiena. Osserva la cicatrice che le solca il fianco: tutto quello che rimane di una formazione cutanea rimossa tre settimane prima di ritrovarsi con il libretto pediatrico e la realtà tra le mani.
Guardando la linea rossa, ricorda com’è stato entrare in sala operatoria e realizzare di essere nelle mani di perfetti estranei pronti a tagliarla e cucirla come una bambola. Come si è stupita a sbattere contro la realtà delle cose all’ultimo minuto, quando ormai era troppo tardi per fare marcia indietro.
Decide che sarà così anche per il loro incontro.
Non vuole rinunciare a ciò che sta facendo per colpa di un attacco di panico, sarebbe estremamente stupido.
Perché- diciamocelo- un po’ d’ansia la prova.
Ma solo un pochino, eh. E poi, cazzo- soltanto un’idiota non avrebbe paura di infilarsi in un sogno e cercare di pilotarlo con tutta la roba che può succedere. Paralisi, illusioni ipnagogiche e tutto il resto.
…
Kail si alza e accende il computer. Ha bisogno di distrarsi.
15.00
Tsamsiyu_Kail_Eira scrive:
Ciao Miri. Cos’è che dicevi di quel contest, l’ultima volta che ci siamo sentite?
Ciao Miri. Cos’è che dicevi di quel contest, l’ultima volta che ci siamo sentite?
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