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Autore: sihu    28/01/2011    10 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 60
SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

L’improvvisa comparsa del padrino di Harry, passato velocemente da innocente ed amabile cane a mago in carne ed ossa, aveva causato parecchio scompiglio tra il gruppo di amici ma per strane ragioni, soprattutto grazie ad una abbondante dose di fortuna, era passata del tutto inosservata agli adulti ancora intenti a confabulare tra loro al tavolo insegnanti. Non appena Sirius Black era caduto a terra svenuto alla vista di un suo improbabile sosia, Harry aveva subito controllato la reazione del preside, del Signor Potter e del Professor Anderson per poi scoprire che se i primi due non si erano accorti di nulla, l’ultimo era addirittura sparito dalla Sala Grande.

“Allora, qualcuno si decide a spiegarmi che significa tutto questo?” esclamò Frank, spazientito da quell’improbabile situazione.

Nelle ultime ore, in particolare negli ultimi minuti la situazione era degenerata fino ad apparirgli a dir poco paradossale; non solo James era sparito del nulla per mano di chissà quale mago oscuro, improvvisamente veniva anche a sapere che intorno a lui c’erano un sacco di misteri assolutamente assurdi, compreso un sosia di Sirius Black con circa venti anni in più di quanti ne aveva l’ originale che fino a quel momento si era spacciato per il cane del suo presunto cugino che improvvisamente sembrava fosse diventato suo figlio. Insomma, c’erano davvero molte ragioni che potessero giustificare sia un tremendo mal di testa che uno scatto d’ira. Nonostante il ragazzo si fosse sentito incline ad entrambe le cose, istintivamente aveva tirato a se Alice, tremante e spaventata, frapponendosi tra lei e gli altri. Non sapeva cosa stava accadendo, ma di certo non avrebbe permesso che qualcuno le facesse del male.Più o meno lo stesso avevano fatto Lily, Zhoana, Remus e Regulus, riuniti attorno all’ancora svenuto Sirius Black. Scoprire che il cane non era quello che sembrava era stata un po’ una delusione ed allo stesso tempo un campanello d’allarme.

“Cosa vuoi che significhi, che Sirius è un idiota!” sbottò Ginny, furiosa, preparandosi a lanciare una fattura al mago che fissava la ragazza con un’aria colpevole e spaventata.

Prima che fosse troppo tardi, Ron riuscì a togliere la bacchetta alla sorella che fu prontamente bloccata da Harry. Ginny cercò di protestare ma finì con l’arrendersi al contatto con il corpo del proprio ragazzo.

“Che ho fatto?” chiese Sirius, confuso, aprendo appena un occhio e strappando un sorriso ad Harry. 

Il ragazzo era ancora a terra, circondato da Remus, Zhoana, Lily e Regulus. Appariva confuso, forse più per quella assurda divisione in gruppi che per la comparsa di qualcuno che gli assomigliava tanto. Malgrado la presenza di quel mago indicava chiaramente che Harry non era stato del tutto sincero, aveva piena fiducia in lui. Dopo tutto quello era il figlio di James e lui sapeva che non avrebbe mai potuto fare loro del male, nemmeno se lo avesse voluto. Il tizio che gli assomigliava tanto in fondo non sembrava pericoloso, solo un po’ folle, non certo un assassino pronto a fare loro del male.

“Non tu, l’altro..” sospirò Hermione, indicando il mago più vecchio a pochi passi da lui, intento a fissare la giovane versione di se stesso con un’aria corrucciata.

“Merlino che mal di testa..” mormorò Lily, lasciandosi cadere seduta.

Da quando Harry ed i suoi amici erano arrivati a scuola ed erano entrati nelle loro vite riuscire a stare dietro ai continui colpi di scena era diventata una vera e propria impresa. Ogni volta che si convincevano di sapere tutto e di non avere altri misteri da svelare ecco che arrivava qualcuno, compariva qualcun altro oppure avveniva un attacco misterioso.

”Chi diamine siete in realtà?” chiese Alice, guardandosi intorno freneticamente senza nascondere la sua agitazione.

La ragazza cominciava ad avere seriamente paura. Improvvisamente aveva iniziato a vedere i suoi amici di sempre sotto una luce nuova. Lily e Remus non sembravano spaventati quanto lei, quasi sapessero qualcosa che a lei non era dato sapere. Qualunque cosa stesse succedendo loro dovevano esserne a conoscenza, almeno in parte. Lei invece era all’oscuro di tutto, esattamente come Frank.

“Lui.. sono io?” balbettò Sirius, tra il confuso e lo spaventato.

Remus studiò con attenzione l’amico, ancora a terra, per poi passare ad analizzare lo sconosciuto che doveva venire dal futuro ed infine Harry. Il ragazzo era agitato, ma non sorpreso. Non quanto loro almeno. Sembrava conoscesse l’uomo più grande e sapesse di già perché fosse lì. Ci mise pochi istanti a indovinare chi doveva essere, eppure non si azzardò a dirlo ad alta voce. Lo sguardo, quella vena di pazzia e quel cipiglio inconfondibile facevano capire chiaramente che doveva essere un Black, forse proprio quel Sirius che Harry aveva creduto morto. Tuttavia la calma di Harry era inspiegabile. Il ragazzo aveva detto loro che il suo padrino era morto, possibile che rivederlo vivo non gli facesse nessun effetto? Per un po’ cadde un silenzio che nessuno si azzardava a rompere, fino a che Hermione non si rese conto che sarebbe toccato a lei dare qualche spiegazione per giustificare la presenza del Sirius adulto in quella dimensione. La ragazza sospirò.

“Ehm, vediamo.. avete presente la storia di Bellatrix? Diciamo che è una cosa simile..” cercò di spiegare Hermione, rivolgendosi a Sirius, Regulus, Lily e Remus.

La situazione era già abbastanza complicata senza che loro perdessero la pazienza per non essere stati informati di tutto quanto per tempo. Alice e Frank, dal canto loro, erano ancora più confusi e intimoriti che mai. Più il tempo passava e più i due ragazzi avevano la sensazione di trovarsi dentro un terribile incubo, il più realistico che avessero mai fatto. Neville fissava i genitori, mogio, soffermandosi in particolare sullo sguardo del padre che sprizzava rabbia e odio. Alla fine le sue peggiori paura si stavano realizzando; il ragazzo non sembrava averla presa troppo bene.

“Mi stai dicendo che ci sono due Bellatrix e due Sirius?” chiese Lily, incredula, fissando le due versioni di Sirius che si studiavano a vicenda quasi si trattasse di una sfida.

“Comincio a credere che ci sono troppi Black al castello.” Esclamò Remus, sbuffando.

Se avere due Bellatrix voleva dire avere due pazze furiose a piede libero, avere due Sirius voleva dire avere altrettanti incoscienti, cretini e impulsivi. Il licantropo non era sicuro che i suoi nervi, già provati dal rapimento di James, avrebbero retto. Se da una parte la conferma che lo sconosciuto lo aveva tranquillizzato, dando ragione ai suoi sospetti, dall’altra lo rendeva tremendamente nervoso. Gli eventi stavano prendendo una piega strana, quasi incontrollabile.

“Si, lo credo anche io.” Confermò Regulus, guadagnandosi un’occhiataccia da suo fratello ed una risata divertita del mago più adulto.

“Fermi tutti, come sarebbe a dire ci sono due Bellatrix?” chiese Frank, osservando allibito il ragazzo con i capelli color miele. 

Per quanto assurdo fosse, sembrava che Remus a sua differenza stesse riuscendo a trovare qualcosa di logico in quella situazione decisamente assurda e fuori da ogni regola.

“Ehi ragazzi, Frank ha ragione. Dobbiamo spiegargli tutto.” Disse Harry, intervenendo in aiuto degli amici. 

Il ragazzo gli lanciò un’occhiata piena di gratitudine, nonostante fosse palese che non riusciva a fidarsi completamente di lui.

“Posso suggerire la Stanza delle Necessità prima che Silente e il signor Potter mi vedano?” chiese Sirius con educazione, schiarendosi appena la voce roca. 

Anche lui, proprio come Harry, aveva notato che Anderson era sparito, ma non sembrava avere dato troppo peso alla cosa. Certo, era strano che un auror come lui non partecipasse alle ricerche in prima persona, mettendoci anima e corpo, ma era anche vero che si trattava di un mago anziano e stanco che ne aveva viste fin troppe nella sua vita. Certo, il vecchio professore non lo convinceva del tutto ma non poteva essere cambiato tanto da essersi alleato con il nemico.

“Potevi pensarci prima, questo casino è opera tua.” Sbuffò Ginny incrociando le braccia, ancora furiosa con il mago più adulto. 

Avrebbe voluto davvero schiantarlo, ma forse Harry non avrebbe apprezzato o qualcuno dei presenti si sarebbe accorto della sua presenza. Ad ogni modo, se causare uno svenimento ad Harry era stata una mossa avventata, farsi vedere dai malandrini nella Sala Grande a pochi passi da Silente era stata una mossa decisamente stupida. Solo il cielo sapeva perché nessuno li aveva ancora scoperti.

“Come al solito.” Sottolineò Hermione, critica, fissando di traverso il mago più adulto.

“Vi sembra il momento migliore per discutere?” chiese Lily, esasperata, passando lo sguardo dalle due ragazze alla versione adulta di Sirius che se la rideva, divertito, senza perdere di vista il padre di James e Silente.

“Si, perché come al solito Sirius è un cretino. Prima dice a tutti cosa fare e cosa non fare, poi lui fa il contrario e finisce con il rovinare tutto!” spiegò Ginny, incrociando le braccia sul petto, scocciata per l’irresponsabilità del mago.

“Concordo.” Affermò deciso Remus, sollevato di aver finalmente trovato un alleato nella lotta contro il pessimo carattere del suo amico Sirius. 

Nessuno aveva mai descritto il suo amico meglio di come aveva fatto la rossa in quel momento.

“Ehi, tu non mi conosci.. nel senso, conosci solo me da giovane..” protestò la versione più adulta Sirius Black, imbronciandosi. 

Essere sgridato da Ginny ed Hermione era normale, esattamente come lo era sentirsi rimproverane da Lily. Remus tuttavia era un malandrino, era uno di loro, non poteva dare ragione alle ragazze. C’era qualcosa di incredibilmente sbagliato in questo che lo offendeva profondamente.

“Credo sia abbastanza per affermare che sei lo stesso un cretino, fidati.” Ribatté Remus, pacato come suo solito, strappando una risata ai presenti che contribuì ad alleggerire l’atmosfera tesa che aveva regnato fino a pochi istanti prima.

Sirius avrebbe volentieri continuato la discussione ma l’improvviso arrivo di Silente e del Signor Potter lo obbligò a trasformarsi in Tartufo prima che fosse troppo tardi.

“Ehi ragazzi, che succede?” chiese il preside, osservando attentamente i visi dei ragazzi.

“Niente, Signore, stavamo lasciando la sala per tornare nella torre.” Disse Hermione, arrossendo per via della bugia che aveva appena raccontato al vecchio insegnante.

“Bene, credo sia la cosa migliore.” Rispose Silente, lisciandosi la barba prima di allontanarsi.

Harry guardò attentamente l’uomo, stupito. Il preside che aveva conosciuto lui non si sarebbe fatto fregare con così poco, sembrava davvero che la guerra in corso lo stesse lacerando quasi non fosse in grado di portare avanti ed organizzare la resistenza magica. Il ragazzo lanciò un’occhiata a Frank, rimasto impassibile nonostante la rabbia.

“Cosa era tutta quella confusione?” si intromise Robert Potter, fissando uno per uno tutti i ragazzi presenti. 

Era sospettoso, ma si vedeva che non aveva molta voglia di fare domande. Erano altre le persone che avrebbe voluto interrogare e torturare, quelle che avevano rapito il suo James proprio sotto il naso di Silente e di Anderson.

“Niente di grave, nonno. Piuttosto, notizie di James?” disse Harry, preoccupato, cercando di distrarre l’auror ed allo stesso tempo di ottenere qualche notizia.

Al nome del figlio l’uomo sospirò, lasciando trasparire tutta la sua stanchezza e la sua disperazione.

“Nessuna, è sparito nel nulla. Nemmeno Silente se lo spiega.” Rispose l’auror, sospirando.

Se di fronte a lui non ci fossero stati suo nipote e gli altri ragazzi forse sarebbe scoppiato in un pianto liberatorio, per sfogare tutta la tensione accumulata nella giornata.

“Nonno?” chiese Frank a Neville, furioso, stando attento a non farsi sentire dall’uomo.

“Poi ti spieghiamo anche questo, tranquillo.” Rispose Neville, evitando lo sguardo di suo padre. 

Mai prima d’ora aveva visto i suoi brillare in quel modo, accesi di rabbia ma allo stesso tempo anche di vita. Il ragazzo ne era affascinato, nonostante avesse paura di essere mandato al diavolo dal proprio genitore. Non vi era traccia dell’apatia che aveva imparato a conoscere e a non notare nelle lunghe giornate passate al suo capezzale al San Mungo.

“Avrete pure iniziato ad indagare da qualche parte.” Rifletté Ron, pensieroso. 

La presenza dei tre migliori auror doveva pure significare qualcosa, non era possibile che stessero ancora brancolando nel buio.

“Alastor sta perquisendo il castello, Thomas invece interroga i professori.” Spiegò Robert, poco convinto. 

Nonostante apprezzasse gli sforzi dei suoi colleghi era abbastanza sicuro che non servisse a niente ribaltare il castello e fare mille domande a chiunque respirasse un po’ più forte del normale. Chi aveva rapito James non lo aveva certo nascosto tra le mura del castello, oppure Silente non avrebbe avuto bisogno del loro intervento per ritrovarlo. Per quanto stanco, vecchio e provato dalla guerra fosse il preside manteneva ancora un controllo pressoché assoluto sulla sua scuola e sulla maggioranza dei suoi alunni.

“I professori?” chiese Frank, sorpreso, accantonando per qualche istante tutte le domande che si stavano rincorrendo nella sua mente. 

Il suo istinto da figlio di auror gli diceva che centravano o che comunque dovessero sapere qualcosa.

“L’unica spiegazione plausibile è che qualcuno nasconda il colpevole.” Continuò il signor Potter, facendosi sempre più apatico. 

Fin dal primo momento aveva creduto che la sparizione di James facesse parte di un piano più grande ed incredibilmente complicato e ogni momento che passava se ne convinceva sempre più.

“Credi si tratti dei Mangiamorte?” chiese Regulus, titubante. 

Per tutto il tempo che aveva passato tra le Serpi non aveva mai sentito di piani che prevedessero il rapimento di qualche studente sotto il naso di Silente, ma era bene non sottovalutare la pazzia di Bella, Severus e Lucius. Quei tre, proprio come ogni altro mangiamorte che avesse di propria iniziativa sottoscritto la causa del Signore Oscuro, erano pronti a tutto.

L’uomo non risposte subito, ma parve pensarci tanto a lungo che Regulus pensò davvero di avere colto nel segno.

“Non lo so proprio.. potrebbe, certo. Scusate ragazzi..” disse alla fine, allontanandosi.


I ragazzi non parlarono tra loro mentre si dirigevano nella Stanza delle Necessità. Frank aveva ritrovato tutta la sua rabbia mentre Alice era più spaventata che mai e non lasciava nemmeno per un istante la mano del suo ragazzo.

“Devo proprio essere impazzito per avervi seguito invece di andare da Silente a denunciare la vostra pazzia.” Sbuffò Frank, tenendo saldamente la bacchetta nel pugno pronto ad ogni evenienza. 

Per quello che ne sapeva lui potevano essere proprio loro i responsabili della sparizione di James, nonostante questi fosse un loro amico. Magari era tutta una messa in scena per distrarre gli auror ed attaccare il castello e perfino James era un complice.

“Tranquillo, non siamo pericolosi, e poi Silente sa già quasi tutto.” Spiegò Sirius, subito dopo avere nuovamente ripreso la sua forma umana.

“Perdona la mia poca fede, ma sto parlando con un uomo che potrebbe essere mio padre e che dice di essere Sirius Black.” Replicò Frank, ironico e scettico, mentre l’altro si stiracchiava.

“Lo sono, infatti.” Ribatté pacatamente Sirius, facendo impallidire ancora di più Alice.

“Potresti semplicemente farla finita e stare zitto? Davvero, fai meno danni.” Sbuffò Ginny, minacciandolo con la sua bacchetta. 

Sirius sbuffò, ma non rispose. Sapeva bene che provocare una donna arrabbiata poteva essere pericoloso, specie se questa aveva i capelli rossi.

“Anche a noi dovete qualche spiegazione, lo sapete vero. Da quanto ci avevate detto lui doveva essere morto.” Mormorò Remus, indicando l’uomo che si mise ostinatamente a fingere indifferenza. 

A quelle parole Sirius si accigliò e strinse forte la mano di Zhoana.

“Lo ero, o almeno loro pensavano.” Rispose Sirius, fissando attentamente Remus. 

Era sorprendente vederlo così giovane e spensierato. Gli sembrava un sogno, la realizzazione di tutte le sue preghiere. Se James non fosse sparito nel nulla per merito di qualche delinquente allora si che sarebbe stato veramente perfetto.

“Possiamo andare in ordine?” chiese Lily, quasi implorante. 

Harry sospirò e si voltò verso Frank e Alice. Toccava a lui raccontare tutta la storia dall’inizio. Ormai lo aveva fatto talmente tante volte che aveva preso a venirgli quasi naturale.

“Ci vorrebbe una vita a spiegare tutto.. in estrema sintesi, veniamo dal futuro.” Dichiarò il ragazzo, fermandosi ad osservare le reazioni della coppia.

“È uno scherzo, vero?” chiese Alice, incredula. 

Frank al suo fianco era pallido, ma era rimasto in silenzio. Prima di esprimere un giudizio voleva sentire la fine di quella storia.

“No, per nulla. Abbiamo aperto un portale per venire qua e poter frequentare l’ultimo anno. L’idea era studiare e poi tornare là, solo che i mangiamorte hanno sferrato un attacco a sorpresa nel quale sono morti tutti quelli che erano sopravvissuti alla guerra.” Spiegò Hermione, mestamente, riassumendo tutto quello che era successo negli ultimi mesi. 

Frank e Alice alzarono lo sguardo su Remus, che annuì per confermare le parole della ragazza e poi si voltò verso gli altri per invitarli a continuare il racconto.

“Credevamo di essere noi i soli superstiti, invece poi è spuntato anche Neville.” Continuò Ginny, indicando il ragazzo.

“Lo conoscevate di già?” chiese Sirius, sorpreso. 

Per quello che ne sapeva Neville arrivava dall’America, non dal futuro. Tuttavia quella spiegazione era verosimile.

“Certo, ma non potevamo dirvelo perché lui non voleva.” Spiegò Ron, con fare sbrigativo, anticipando le domande e gli sguardi perplessi dei ragazzi.

Sirius stava per chiedere ai ragazzi per quale ragione Neville aveva chiesto loro di mentire, ma le occhiate di Frank e Remus lo dissuasero. I due ragazzi volevano che li lasciasse continuare il loro racconto prima di interromperli con fiume di domande. Avrebbero avuto tutto il tempo nel mondo per fare domande, più tardi. Ora dovevano solo lasciarli parlare.

“Con lui c’era anche il cane, che in realtà è la vostra versione di Sirius Black..” disse Zhoana, studiando l’uomo che aveva di fronte. 

Assomigliava moltissimo al suo Sirius, ma aveva l’aria di avere affrontato troppi problemi e troppe delusioni. Il suo viso era stanco e deluso dalla vita, anche se si sforzava di sorridere, illuminato solo da una pallida luce di determinazione o forse di pazzia.

“Esatto, credevo fosse morto qualche anno fa ma invece era caduto oltre il velo..” spiegò Harry, sorridendo al suo padrino. 

Riaverlo al suo fianco, poterlo abbracciare e non doverlo più nascondere era liberatorio. Finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo e smettere di assumersi la colpa della sua morte. Sirius ricambiò il sorriso, tirando il ragazzo verso di sé.

“Non è la stessa cosa?” chiese Remus, sorpreso, passando lo sguardo tra i due maghi. 

Sembravano molto affiati, come un padre ed un figlio.

“No, Remus oppure non sarei qui.” Ribatté dolcemente la versione più adulta di Sirius, senza lasciare andare il suo figlioccio.

“Perché non ti sei rivelato prima?” chiese Regulus, puntando i suoi occhi grigi in quelli uguali ma più adulti del fratello. 

Sirius sussultò, quasi vedesse il fratello per la prima volta.

“Perché credevo che due Sirius Black fossero troppi, esattamente come due Bellatrix.” Rispose Sirius, ironico, distogliendo lo sguardo. 

Faceva troppo male guardare suo fratello, gli ricordava tutti gli errori che aveva commesso nella sua vita.

“Due Bellatrix?” chiese Frank, confuso. 

Nonostante stesse finalmente avendo le risposte che voleva, la storia continuava a farsi più intricata. Di quel passo non ne sarebbe più venuto a capo, non velocemente almeno.

“La donna misteriosa che ha attaccato il padre di James, Andromeda e Dora era Bellatrix.” Spiegò il più giovane dei due Sirius Black, raccontando in breve all’amico tutta la storia. 

Il ragazzo ascoltò incantato, rimettendo finalmente a posto tutte le tessere di quell’intricato mosaico che era stato l’attacco alla bambina da parte della sconosciuta.

“Quella venuta dal vostro tempo, giusto?” chiese Alice, in cerca di conferma. Harry annuì.

Tutta quella storia era terribilmente complicata ma almeno non la spaventava più. 

Quei ragazzi alla fine erano angeli buoni, tornati indietro per aiutarli in quella assurda guerra. La loro presenza, tutto sommato, dava sicurezza.

“Che confusione.” Sbuffò poi la ragazza, grattandosi la testa. 

Lily annuì, sorridendo all’amica. Anche per lei era strano vedere il vero padrino di Harry lì con loro, eppure era felice per suo figlio. Sapeva quanto quei due erano legati, esattamente come sapeva che nessuno del loro tempo avrebbe mai potuto prendere il posto di Sirius. Anche se era stato James a metterlo al mondo ed era morto per salvarlo, era lui l’unico padre che Harry aveva mai conosciuto ed amato.

“Questo portale che ha fatto arrivare qui tutta questa gente, è ancora aperto?” chiese Frank, pensieroso, dopo una lunga riflessione silenziosa.

“Bella domanda, Harry?” chiese Hermione, fissando l’amico con fare indagatore. 

Era stato Harry a sistemare le cose con il preside, nessuno di loro aveva mai parlato con Silente.

“Credo di si. Silente ha detto che si sarebbe chiuso a fine anno.” Rispose il ragazzo, mordendosi le labbra.

“Non che la vostra compagnia sia noiosa, ma non sarebbe il caso di chiuderlo e dire basta agli arrivi almeno per quanto riguarda i Mangiamorte?” chiese Frank con un filo di ironia nella voce. 

Sentire il padre ridere, meno furioso rispetto a poco prima, fece rilassare un poco Neville, finalmente pronto a raccontargli la verità.

“Trovarsi con due Voldemort non sarebbe una situazione piacevole, in effetti.” Convenne Alice, terrorizzata alla sola idea di vedere due maghi oscuri dividersi il controllo del loro mondo compiendo omicidi ed altre atrocità.

“Nel nostro mondo non esiste più, è stato sconfitto.” Disse Neville, prendendo per la prima volta la parola. 

La sua voce era poco più di un sussurro e le sue parole suonarono incredibilmente tristi ed in completo disaccordo con la notizia che portavano.

“Che ci fate qui, se nel vostro mondo lui non è più un problema?” chiese Frank, incredulo. 

Gli sembrava impossibile che qualcuno scegliesse di abbandonare un mondo finalmente in pace in favore di uno in piena guerra.

“Vedi Frank, il prezzo è stato piuttosto alto.” Rispose il Sirius più adulto, improvvisamente serio. 

Remus fissò l’amico, incredulo. Mai lo aveva visto tanto serio da quando lo conosceva, nemmeno dopo una litigata con James.

“Che vuoi dire?” chiese Alice, confusa, fissando intensamente l’uomo.

“Del vecchio gruppo sono sopravvissuto solo io.” Disse Sirius, secco, distogliendo lo sguardo e cercando di ricacciare indietro quella lacrime solitaria che minacciava di bagnargli il viso.

“Non è possibile!” esclamò deciso Frank. 

L’uomo sospirò, mettendosi a sedere. Non era certo di riuscire a ricordare tutta la storia, ma quanto meno ci doveva provare.

“James e Lily sono stati traditi da Peter, che li ha consegnati insieme al piccolo Harry a Voldemort. Sono morti per proteggerlo, poi quel verme ha incolpato me facendomi finire al fresco per dodici anni.” Iniziò raccontare Sirius. 

Dire quelle cose gli faceva male, ma lo doveva fare. Spettava a lui. Nonostante conoscessero già la storia, fu strano per Remus, Lily, Regulus e Sirius sentirla raccontare dal mago più grande. Nella sua voce si sentiva tutta la sua disperazione e la sua rabbia nei confronti di coloro che avevano fatto del male alla sua famiglia. Più che per il dolore che avevano inflitto a lui, Sirius soffriva per quelli che non era stato in grado di proteggere.

“Harry è il figlio di Lily e James?” chiese Alice, indicando il ragazzo che annuì sorridendo.

“Sei stato ad Azkaban? Chiese Frank, incredulo. 

Gli sembrava impossibile che gli auror potessero averci portato un innocente. In particolare, era davvero assurdo che avessero potuto incolpare lui di essere un Mangiamorte e per avere condannato a morte il suo migliore amico consegnandolo al più oscuro dei maghi in cambio della salvezza. Sirius non si sarebbe mai piegato di fronte ad un ricatto del genere, sarebbe morto piuttosto.

“Certo, ne sono anche evaso..” rispose Sirius, sorridendo, cercando di scacciare dalla mente il ricordo di quei lunghi anni passati tra le sbarre in compagnia della peggior feccia del mondo magico.

“Ora capisci perché lo chiamava nonno?” chiese Hermione, cercando di cambiare argomento e alleggerire la situazione.

“Io e Alice?” chiese Frank dopo qualche istante, quasi temendo la risposta. 

Sirius sospirò, per poi voltarsi a guardare Neville. Il ragazzo annuì, deciso. Quella era una storia che spettava a lui raccontare.

“Bellatrix vi ha torturati per avere informazioni, portandovi alla pazzia. Eravate i migliori auror del ministero, i più coraggiosi, ma avete siete finiti al San Mungo nel reparto dedicato alla degenza permanente.” Disse Neville, fissando un punto imprecisato del muro di fronte a sé. 

Se avesse guardato negli occhi i genitori non sarebbe mai riuscito a raccontare tutto, ne era certo.

“Come sai queste cose?” chiese Alice, fissando intensamente quel ragazzino che assomigliava così tanto al suo Frank.

“Sono vostro figlio, Neville Frank Paciock.” Rispose Neville, tutto d’un fiato. 

Entrambi impallidirono e per qualche istante smisero di respirare. Lily sorrideva, ricordando quando quella sorpresa era toccata a lei.

“Tu, mio figlio? Perché me lo dici sono ora?” chiese Frank, sorpreso, puntando i suoi occhi in quelli pieni di lacrime del figlio.

“Non volevo deluderti, avevo paura.. nonna mi ha sempre parlato di quanto fossi coraggioso, bravo a scuola e nello sport. Vederti mi ha messo in soggezione.” Mormorò Neville, imbarazzato. 

Molte volte aveva provato ad immaginarsi quel momento, ma non avrebbero mai creduto di vedere suo padre piangere e sua madre abbracciarlo.

“L’ho sempre detto che tua madre esagera quando parla di te!” esclamò il Sirius più giovane, cercando di fare dell’ironia.

“Perdona la mia rabbia, sono stato un cretino.” Disse Frank, sorridendo al figlio e sporgendosi per abbracciarlo.

“Che carini, è tutto a posto quindi?” esclamò Sirius, sollevato che tutti avessero avuto le risposte che volevano e che non ci fossero ulteriori misteri da scoprire.

“Credo di si, ora sapete tutto tranne che il piccolo Teddy è in realtà il figlio di Remus.” Aggiunse Ginny, indicando il piccolo che per tutto il tempo era rimasto addormentato sul divano, quasi tutti quei tristi racconti non lo toccassero.

Alice e Frank si voltarono verso l’amico, chino sul bambino. Questa notizia sembrava ancora più incredibile delle precedenti, ma quanto meno era positiva.

“Faccio fatica a crederlo anche io, sai?” mormorò sorridendo il licantropo, sfiorando appena il visetto di Teddy.

Dopo qualche ora di confusione finalmente tutto sembrava tornato alla normalità, o quasi. Frank era si era calmato, ma qualcun altro sembrava ancora parecchio scosso.

“Sirius, stai bene?” chiese Zhoana, fissando preoccupata l’espressione dipinta sul viso del proprio ragazzo. Sembrava a metà tra l’arrabbiato ed il divertito.

“Certo, ehi tu.. quindi tu sei me..” chiese il più giovane rivoltò alla sua versione adulta, a mo’ di sfida. L’altro mago sbuffò.

“Io preferisco dire che tu sei me.” Ribatté il padrino di Harry, pacifico.

“Bene, voi siete voi.. fatela finita.” Sbuffò Remus, cercando di mettere pace tra quei due. 

Era incredibile come Sirius riuscisse a litigare anche con se stesso. Ginny sbuffò, bofonchiò qualcosa a mezza voce e poi si allontanò verso Hermione.

“Stanne fuori Remus, questa è una cosa che devo chiarire da solo.” Esclamò il giovane Sirius, fuori di sé. Gli sembrava assurdo essere stato ingannato in quel modo.

“In tutti i sensi, amico.” Ridacchiò il mago adulto, sorridendo. 

Era strano vedersi più giovane. Il ragazzino che aveva di fronte era spensierato, aveva degli amici fedeli al suo fianco e una ragazza che amava. Aveva persino un fratello. Insomma, la sua vita non era ancora caduta in disgrazia e forse grazie ad Harry non sarebbe mai successo. Era felice per lui, anche se forse un po’ invidioso, e non capiva da dove venisse tutta quella rabbia.

“Io non sono tuo amico, mettiamo bene in chiaro le cose.” Replicò il più giovane, incrociando le braccia.

“Ti prego Sirius, stai facendo la figura dell’idiota.” Implorò Remus, massaggiandosi le tempie e implorando silenziosamente perché qualcuno si decidesse a mettere fine a quell’inutile discussione schiantandoli. 

Sirius gli lanciò un’occhiataccia, ma non rispose.

“Tu arrivi dal nulla, ti presenti qui, parli con Harry e non ti degni di dirmi nulla?” chiese Sirius, fuori di se, al mago adulto che ancora non sembrava prenderlo sul serio.

“Volevo solo evitarti un bello spavento.” Rispose l’altro, alzando le spalle.

“Non sono una femminuccia..” sbuffò Sirius, passando dall’arrabbiato all’offeso.

“Beh, però sei svenuto prima, no?” chiese il mago più grande, divertito, mentre i ragazzi assistevano a quello scambio di battute senza aprire bocca. 

Era una conversazione talmente assurda da non sembrare nemmeno reale.

“Senti, simpaticone, se io sono un rammollito lo sei anche tu.” Sibilò Sirius, tra i denti.

“Non proprio, io non ero certo come te alla tua età. Ti ricordo che il futuro sta cambiando.” Disse il padrino di Harry, deciso a non lasciare al piccoletto l’ultima parola.

“Meno male, speriamo che Sirius Jr. sia meno cretino di Sirius Senior e speriamo anche che prima o poi qualcuno di voi due si stanchi di litigare da solo!” sbuffò Hermione, severa.

Le parole della ragazza colpirono i due litiganti che, colpiti nel profondo dalla stupidità della loro discussione, smisero immediatamente ed arrossirono.

“Dai ragazzi, Hermione ha ragione. Siete entrambi sconvolti per quello che è successo a James.” Suggerì Zhoana, timidamente, fissando entrambi con un sorriso dolce. 

Anche per lei avere due copie del suo ragazzo cominciava a diventare piuttosto impegnativo. Il volti dei due Sirius si incupirono sentendo il nome del loro migliore amico. James era sparito da molte ore, forse troppe. Non sapevano dove si trovasse ma di certo era in pericolo.

“Non lo avevate previsto?” chiese Frank, fissando prima la versione più adulta di Sirius e poi gli altri ragazzi. Harry rimase in silenzio, poi si voltò verso il suo padrino.

“Nel passato James non è mai stato rapito.” Rispose l’uomo, abbassando la testa.

“Questo è un bel casino!” esclamò Regulus, preoccupato.

Alle parole del ragazzo, Sirius alzò la testa di scatto.

“Regulus, sei proprio tu!” esclamò l’uomo, dimenticandosi di tutto il resto.

“Ehm, si.. certo.” Rispose Regulus, prudente. 

Nonostante fosse più grande, più maturo e con più esperienza, la versione più vecchia di suo fratello era persino più imprevedibile di quella più giovane.

“Fratellino, vieni qui! Sono stato un cretino, un coglione, un egoista.. puoi perdonarmi?” disse Sirius, tirando il fratello minore a se e abbracciandolo forte fin quasi a stritolarlo.

“Ma che gli prende?”chiese il Sirius più giovane, rivoltò ad Harry. 

Il ragazzo non rispose, ma sorrise. Era bello vedere che il suo padrino aveva finalmente deciso di saldare i conti con il passato e con la sua famiglia.

“Credo di si, anche se è strano affrontare questo discorso con te dopo averlo affrontato con lui.” Mormorò Regulus indicando l’altro fratello, liberandosi dalla stretta di Sirius quel tanto che bastava per riprendere a respirare normalmente.

“Torniamo ad occuparci di James, per favore?” chiese Harry, dispiaciuto di mettere fine a quella scena fraterna. 

Tutti tornarono subito seri e pensierosi.

“Certo Harry, dobbiamo trovarlo. Non posso permettere che gli succeda qualcosa, non ora che l’ho ritrovato.” Esclamò Sirius, stringendo forte il pugno. 

Non lo avrebbe perso ancora, non senza combattere.

“Forse Piton sa qualcosa, è un mangiamorte in fin dei conti..” ipotizzò Alice, senza guardare Lily. 

Sapeva bene che la pensavano in modo diverso su di lui ma ad ogni modo il ragazzo poteva sapere qualcosa. Forse era stato proprio lui, spinto dalla gelosia e dalla rivalità con James ad organizzare la sua sparizione.

“Chiunque abbia preso James deve averlo portato fuori dal castello, dove la vostra mappa non lo può vedere. Uno studente non potrebbe mai farcela, deve essere stato qualcuno che ha più libertà di movimento.” Ipotizzò Frank, serio. 

Era a conoscenza della Mappa del Malandrino da quando i ragazzi l’avevano realizzata. Tuttavia, nonostante disapprovasse i continui scherzi e non prendesse parte alle loro numerose gite, non ne aveva mai fatto parola ne con i professori ne tanto meno con il preside. Erano altri i problemi del castello a partire dai Serpeverde che erano diventati Mangiamorte, non certo un’innocente cartina magica con qualche potere speciale.

“Come un professore?” chiese Harry, fissando il padre di Neville.

“Come Anderson.” Intervenne Remus, serio. 

Il licantropo era ormai più che convinto che dietro quella assurda storia ci potesse essere solamente lui. Era stato il suo comportamento nella Sala Grande, prima che sparisse senza ragione a suggerirglielo.

“È assurdo!”esclamò la versione più grande di Sirius.

“Una pazzia!” gli fece eco quella più piccola.

“È strano, certo, ma non fino a questo punto.” Convenne Lily.

“Remus, che ne pensi?” chiese Hermione, studiando a fondo l’espressione del ragazzo. 

Se uno come lui era arrivato a sospettare di un professore allora doveva avere qualche prova.

“Prima quando sono entrati gli auror Anderson rideva, quasi la situazione lo divertisse.” Raccontò Remus, descrivendo nei minimi dettagli il comportamento e l’espressione del vecchio professore che tanto lo aveva fatto arrabbiare poco prima.

“No, non ci posso credere. Devi esserti sbagliato.” Disse Lily, incredula.

“Anderson è sempre stato troppo curioso, sono sicuro che pur di avere più informazioni avrebbe potuto benissimo allearsi con i mangiamorte.” Disse il Sirius adulto, pensieroso.

Certo, credeva nell’innocenza di Anderson ma allo stesso tempo si fidava dell’intuito di Remus. Il ragazzo non si era mai sbagliato a giudicare qualcuno. L’ultima volta che non si era fidato di lui, preferendo credere a Peter, James ci aveva rimesso la pelle. Non avrebbe fatto lo stesso errore una seconda volta.

“Beh, in questo caso loro devono per forza saperne qualcosa..” sospirò Regulus. 

Il ragazzo era rimasto in silenzio tutto il tempo, senza sbilanciarsi.

“Che proponi? Chiese Ginny, fissando il fratello minore di Sirius con aria interessata.

“Piton.” Rispose il ragazzo, alzando le spalle.

“Non ci dirà mai nulla, lui odia James.” Gli ricordò Frank, sospirando. 

Era una buona idea parlare con uno dei Mangiamorte, ma non poteva funzionare. Non con Piton almeno.

“Ma è perdutamente innamorato di Lily, farebbe di tutto per lei.. no?” esclamò Ginny, intuendo dove volesse arrivare Regulus.

“Non so se si tratta di una buona idea..” mormorò Lily, pensierosa. 

Non voleva parlare con Piton, la sola idea di trovarselo di fronte le faceva troppo male. Non avrebbe saputo cosa dire e avrebbe finito per mandare all’aria tutto e complicare ancora di più le cose.

“Devi provarci, per James.” Disse Alice, guardandola dritta negli occhi. 

Nonostante non amasse particolarmente quel ragazzo e l’idea che la sua migliore amica ci parlasse, capiva perfettamente che era l’unica cosa che potevano fare per aiutare il loro amico. Se i Mangiamorte centravano in quella storia alla fine Piton avrebbe parlato, non avrebbe mentito a Lily.

“Va bene, ci vado subito.” Esclamò Lily, senza pensarci nemmeno un attimo. 

James per lei lo avrebbe fatto. Avrebbe ribaltato il mondo pur di ritrovarla e lei doveva fare lo stesso.

“Potrebbe essere pericoloso andarci da sola.” Suggerì Remus, pensieroso. 

Dopo tutto si trattava di mandare una ragazza da sola nel covo delle Serpi e non si sentiva tranquillo.

“Andrà Sirius con lei, sotto le sembianze di Tartufo.” Ordinò Hermione, decisa. 

Il licantropo annuì, sorpreso che quell’idea non fosse venuta a lui. Lily sarebbe andata da Piton in compagnia di un innocuo cane, che nel momento del bisogno di sarebbe potuto trasformare in un potente e pericoloso mago adulto. Un piano perfetto, insomma.

“Che nome stupido..” sbuffò Sirius, tenendo stretta Zhoana.

“Felpato era già occupato..” sibilò il padrino di Harry, passandogli di fianco.

L’uomo prese l’aspetto di un cane e lasciò che la ragazza aprisse la porta della Stanza delle Necessità. Era nervosa, ma cercava di non darlo a vedere. Sirius la guardò, poi appoggiò con dolcezza il suo muso su una delle sue mani. La ragazza, sorpresa da quel gesto, abbozzò un sorriso. Anche se un po’ matto Sirius rimaneva sempre lo stesso, cocciuto, testardo, impulsivo, assurdo, amabile e fedele. L’avrebbe difesa da chiunque avesse cercato di farle del male, ne era certa.
Lily e Tartufo attraversarono i corridoi del castello nel silenzio più totale. Era lui che faceva strada, indicando alla ragazza i passaggi segreti e le scorciatoie per arrivare dalle Serpi senza farsi vedere da professori, auror, fantasmi o altro. Una volta arrivati il prossimità della sala comune dei Serpeverde, i due si nascosero dietro una colonna in attesa di Piton. Il ragazzo non si fece aspettare troppo a lungo. Nell’oscurità del corridoio illuminato solo da qualche pallida torcia, il pallore del ragazzo risaltava in modo impressionante. Nonostante si sforzasse di apparire felice, si vedeva che era preoccupato. Sembrava quasi che il rapimento di James, o forse il dolore che aveva letto negli occhi di Lily poco prima nella Sala Grande, lo avesse sconvolto.

“Ciao..” salutò Lily, uscendo dal buio, evitando lo sguardo di quello che una volta era il suo migliore amico. 

Se la presenza di Lily lo sorprese, il ragazzo non lo diede a vedere.

“Che ci fai tu qui, dovresti sapere che è pericoloso.” Esclamò Piton, guardandosi intorno agitato e perdendo per qualche istante la sua solita calma. 

Quando il suo sguardo incontro quello del grosso cane nero al fianco della ragazza, Severus tirò un sospiro di sollievo. Sapere Lily da sola tra le Serpi lo preoccupava, soprattutto vista la pazzia di Bellatrix.

“Sai bene cosa voglio.” Ribatté la ragazza, alzando gli occhi ad incontrare quelli neri del Serpeverde. 

Piton sembrò in difficoltà, tanto che si volto verso un quadro per evitare quegli occhi così verdi che gli avevano rubato il cuore.

“Non è un mio problema di quell’idiota di Potter è sparito. Ha fatto la fine che meritava.” Mormorò il Serpeverde, arrabbiato.

“Severus, per favore..” implorò Lily, aggrappandosi al braccio del ragazzo. 

Piton sembrò tentennare, ma non cedette.

“No Lily, mi spiace.” Rispose lui, lentamente. 

Sembrava che dire quelle parole le costasse uno sforzo enorme. Mandarla via, dirle di andarsene e di non farsi più vedere era una cosa al di là delle sue capacità. In quel momento avrebbe voluto stringerla a sé e dirle tutto quello che voleva sapere, ma non poteva.

“Ascolta, lo so che abbiamo preso strade diverse e che ora vediamo le cose in maniera opposta, ma ricorda il passato. Prima che tutto questo iniziasse eravamo amici. Eri il mio migliore amico, sapevi tutto di me. È stata questa stupida guerra a dividerci, non James. Se questa guerra finisse, potremmo tornare ad essere felici come prima.” mormorò Lily, senza curarsi delle lacrime che avevano preso a bagnarsi il bel viso. 

Piangeva per James, per Severus, per tutti quelli che combattevano quella assurda guerra e per quelli che avevano fatto tutte le scelte sbagliate. Piton sospirò, scegliendo con cura le parole.

“Tu hai fatto delle scelte, io delle altre. Non si torna indietro, specie nel mio caso.” Ribatté tristemente il Serpeverde, fissando malinconico lo stendardo della sua casa. 

Regulus alla fine se n’era andato, aveva fatto bene ma lui non era certo di riuscire a fare lo stesso. Lui non aveva nessun fratello ad aspettarlo ne tanto meno la donna dei suoi sogni. Lei avrebbe continuato ad amare James, qualunque cosa sarebbe successa, e lui l’avrebbe ricambiata proprio come in una favola.

“Invece puoi, basta volerlo.” Replicò Lily, decisa. 

In quel momento non stava parlando per convincere l’amico a dargli informazioni su James, ma voleva davvero aiutarlo. Sentiva che non era ancora troppo tardi, malgrado tutto, che poteva ancora salvarlo e tirarlo fuori da quel covo di vipere proprio come Harry aveva fatto con Regulus. Solo lei poteva.

“Non lo so, devo pensarci su.” Disse alla fine Piton, voltando le spalle alla ragazza.

“Va bene, sai che se cambi idea potrai sempre contare su di me?” chiese Lily, implorante, tirando su con il naso.

“Lo so, ma non ti sarebbe di nessun aiuto per la sparizione di Potter. Noi non centriamo, anche il Signore Oscuro era furioso perché crede che qualcuno stia cercando di mettersi in mezzo e di diventare più potente di lui.” Sospirò Severus, dando sempre le spalle alla ragazza perché non si accorgesse che anche lui aveva iniziato a piangere.

“Grazie Severus.” Mormorò Lily, asciugandosi il viso con una manica della veste.

“Non so altro, davvero.” Disse ancora Severus.

“Va bene così, grazie.” Rispose Lily allontanandosi di qualche passo, seguita da Tartufo. 

Il cane non l’aveva abbandonata ne persa di vista un solo istante. Non aveva nemmeno sbranato Piton, nonostante gli fosse costato un notevole sforzo. Per la prima volta nella sua vita, Sirius aveva visto Severus come realmente era: fragile, orgoglioso e confuso. Proprio come lui e come Regulus era nel posto sbagliato, ma non sapeva come uscirne.

“Aspetta.. c’è un’altra cosa.” Esclamò Piton, voltandosi verso di lei che ora gli dava le spalle.

“Dimmi Severus.” Rispose lei, voltandosi. 

Severus restò ammaliato da quella visione. Anche se distrutta dal dolore Lily era sempre bellissima. Il suo adorato giglio. Avrebbe voluto tenerla con sé, ma sapeva che non gli era concesso. L’avrebbe distrutta. Lei amava James quanto lui amava Lily. Non vi era alcuna possibilità per loro, ma allo stesso tempo lui voleva che lei fosse felice. Almeno uno di loro due avrebbe potuto avere il suo grande amore, anche se non era lui. Doveva aiutarla anche se questo avrebbe voluto dire aiutare lui, salvarlo dall’inferno in cui era finito.

“Qualche settimana fa, prima delle vacanze.. qualcuno mi ha cancellato la memoria.” Disse Severus, abbassando la testa.

“Chi è stato?” chiese Lily, pensierosa e confusa. 

Nessuno studente al castello avrebbe fatto una cosa del genere, tranne un mangiamorte forse, ma restava il fatto che Severus era uno di loro. Si trattava di un gesto assurdo, insensato.

“Non lo ricordo, è tutto confuso. Ad ogni modo non è stato il Signore Oscuro, altrimenti non ricorderei nemmeno questo.“ continuò Piton, cercando di ricordare qualche dettaglio.

“Chi ti ha cancellato la memoria deve essere stato lo stesso che ha rapito James. Non ricordi nemmeno dove ti trovavi?” chiese ancora Lily, aggrappandosi a quella disperata possibilità per aiutare James.

“Ero qui al castello.. nell’ufficio di un professore..” mormorò Piton, fissando negli occhi la ragazza. 

A quelle parole anche Sirius, sotto le sembianze di Tartufo, strabuzzò gli occhi.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
non so se classificherete questo aggiornamento come veloce o meno, ad ogni modo rieccomi qui. in questo capitolo vi avevo promesso risposte e spiegazioni, e direi che non sono mancate! nei prossimi ci potrebbe essere un colpo di scena, chissà!

Brando: grazie mille!
Adoro Sirius perchè si presta alla perfezione alle scene comiche, pensa ora che ne ho addirittura due nella storia! :D per quanto riguarda la ricerca di James, per il momento i ragazzi si stanno informando. non possono coinvolgere gli auror fino a che non hanno delle prove, ad ogni modo si.. possiamo dire che collaboreranno. i ragazzi avrebbero potuto accorgersi che Anderson era Bellatrix, ma non hanno guardato la mappa. loro pensano che Anderson sia dalla parte dei Mangiamorte, non sospettano nemmeno lontanamente che possa non essere lui!

Shin_86: grazie mille!
ti adoro, solo questo!

Jamie_Lily: grazie mille!
per prima cosa, AUGURI! sono felice di avere pubblicato il capitolo proprio nel giorno del tuo compleanno! alla fine è tornato tutto nella norma: Sirius ha fatto lo show, Frank si è quasi arrabbiato, Ginny anche.. per James, non posso promettere nulla ma farò il possibile!

FunnyPink: grazie mille!
Silente povero sta perdendo i colpi, comincia a non capire più contro chi sta combattendo. Ad ogni modo, vedrai che si riscatterà!

BabyRiddle: grazie mille!

kury: grazie mille!

Germana: grazie mille, è bello vedere ancora i tuoi commenti!

Allice_rosalie_Black: grazie mille!

Dracucciole: grazie mille!
visto che Piton dice di non saperne nulla, è abbastanza scontato chi abbia rapito James; la domanda è: dove lo hanno portato? 

smemo92: grazie mille!
la verità su Piton è che io stessa non sapevo ancora bene cosa fare, se riportarlo tra i buoni o meno. diciamo che ho preso una decisione, ma per saperla dovrai aspettare un capitolo o due! Regulus lo adoro, anche se ora con due Sirius non è certo in una posizione facile. 

LadySaika: grazie mille!

  
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