CAPITOLO
60
SULL’ORLO
DI UNA CRISI DI NERVI
L’improvvisa
comparsa del padrino di Harry, passato velocemente da innocente
ed amabile cane a mago in carne ed ossa, aveva causato parecchio
scompiglio tra
il gruppo di amici ma per strane ragioni, soprattutto grazie ad una
abbondante
dose di fortuna, era passata del tutto inosservata agli adulti ancora
intenti a
confabulare tra loro al tavolo insegnanti. Non appena Sirius Black era
caduto a
terra svenuto alla vista di un suo improbabile sosia, Harry aveva
subito
controllato la reazione del preside, del Signor Potter e del Professor
Anderson
per poi scoprire che se i primi due non si erano accorti di nulla,
l’ultimo era
addirittura sparito dalla Sala Grande.
“Allora, qualcuno si decide a spiegarmi che significa tutto questo?” esclamò Frank, spazientito da quell’improbabile situazione.
Nelle
ultime ore, in particolare negli ultimi minuti la situazione
era degenerata fino ad apparirgli a dir poco paradossale; non solo
James era
sparito del nulla per mano di chissà quale mago oscuro,
improvvisamente veniva anche
a sapere che intorno a lui c’erano un sacco di misteri
assolutamente assurdi,
compreso un sosia di Sirius Black con circa venti anni in
più di quanti ne
aveva l’ originale che fino a quel momento si era spacciato
per il cane del suo
presunto cugino che improvvisamente sembrava fosse diventato suo
figlio.
Insomma, c’erano davvero molte ragioni che potessero
giustificare sia un
tremendo mal di testa che uno scatto d’ira. Nonostante il
ragazzo si fosse
sentito incline ad entrambe le cose, istintivamente aveva tirato a se
Alice,
tremante e spaventata, frapponendosi tra lei e gli altri. Non sapeva
cosa stava
accadendo, ma di certo non avrebbe permesso che qualcuno le facesse del
male.Più o meno lo stesso
avevano fatto Lily, Zhoana, Remus e Regulus,
riuniti attorno all’ancora svenuto Sirius Black. Scoprire che
il cane non era
quello che sembrava era stata un po’ una delusione ed allo
stesso tempo un
campanello d’allarme.
“Cosa vuoi che significhi, che Sirius è un idiota!” sbottò Ginny, furiosa, preparandosi a lanciare una fattura al mago che fissava la ragazza con un’aria colpevole e spaventata.
Prima
che fosse troppo tardi, Ron riuscì a togliere la bacchetta
alla sorella che fu
prontamente bloccata da Harry. Ginny cercò di protestare ma
finì con l’arrendersi
al contatto con il corpo del proprio ragazzo.
“Che ho fatto?” chiese Sirius, confuso, aprendo appena un occhio e strappando un sorriso ad Harry.
Il ragazzo
era ancora a terra, circondato da Remus, Zhoana,
Lily e Regulus. Appariva confuso, forse più per quella
assurda divisione in
gruppi che per la comparsa di qualcuno che gli assomigliava tanto.
Malgrado la
presenza di quel mago indicava chiaramente che Harry non era stato del
tutto
sincero, aveva piena fiducia in lui. Dopo tutto quello era il figlio di
James e
lui sapeva che non avrebbe mai potuto fare loro del male, nemmeno se lo
avesse
voluto. Il tizio che gli assomigliava tanto in fondo non sembrava
pericoloso,
solo un po’ folle, non certo un assassino pronto a fare loro
del male.
“Non
tu, l’altro..” sospirò Hermione,
indicando il mago più vecchio a pochi passi da
lui, intento a fissare la giovane versione di se stesso con
un’aria corrucciata.
“Merlino che mal di testa..” mormorò Lily, lasciandosi cadere seduta.
Da
quando Harry ed i suoi amici erano arrivati a scuola ed erano entrati
nelle
loro vite riuscire a stare dietro ai continui colpi di scena era
diventata una
vera e propria impresa. Ogni volta che si convincevano di sapere tutto
e di non
avere altri misteri da svelare ecco che arrivava qualcuno, compariva
qualcun altro
oppure avveniva un attacco misterioso.
”Chi diamine siete in realtà?” chiese Alice, guardandosi intorno freneticamente senza nascondere la sua agitazione.
La ragazza
cominciava ad avere seriamente paura.
Improvvisamente aveva iniziato a vedere i suoi amici di sempre sotto
una luce
nuova. Lily e Remus non sembravano spaventati quanto lei, quasi
sapessero
qualcosa che a lei non era dato sapere. Qualunque cosa stesse
succedendo loro
dovevano esserne a conoscenza, almeno in parte. Lei invece era
all’oscuro di
tutto, esattamente come Frank.
“Lui.. sono io?” balbettò Sirius, tra il confuso e lo spaventato.
Remus
studiò con attenzione l’amico, ancora a terra, per
poi passare ad analizzare lo
sconosciuto che doveva venire dal futuro ed infine Harry. Il ragazzo
era
agitato, ma non sorpreso. Non quanto loro almeno. Sembrava conoscesse
l’uomo
più grande e sapesse di già perché
fosse lì. Ci mise pochi istanti a indovinare
chi doveva essere, eppure non si azzardò a dirlo ad alta
voce. Lo sguardo,
quella vena di pazzia e quel cipiglio inconfondibile facevano capire
chiaramente che doveva essere un Black, forse proprio quel Sirius che
Harry
aveva creduto morto. Tuttavia la calma di Harry era inspiegabile. Il
ragazzo
aveva detto loro che il suo padrino era morto, possibile che rivederlo
vivo non
gli facesse nessun effetto? Per un po’ cadde un silenzio che
nessuno si
azzardava a rompere, fino a che Hermione non si rese conto che sarebbe
toccato
a lei dare qualche spiegazione per giustificare la presenza del Sirius
adulto
in quella dimensione. La ragazza sospirò.
“Ehm,
vediamo.. avete presente la storia di Bellatrix? Diciamo che
è una cosa
simile..” cercò di spiegare Hermione, rivolgendosi
a Sirius, Regulus, Lily e
Remus.
La
situazione era già abbastanza complicata senza che loro
perdessero la pazienza
per non essere stati informati di tutto quanto per tempo. Alice e
Frank, dal
canto loro, erano ancora più confusi e intimoriti che mai.
Più il tempo passava
e più i due ragazzi avevano la sensazione di trovarsi dentro
un terribile
incubo, il più realistico che avessero mai fatto. Neville
fissava i genitori, mogio, soffermandosi in particolare sullo sguardo
del padre
che sprizzava rabbia e odio. Alla fine le sue peggiori paura si stavano
realizzando; il ragazzo non sembrava averla presa troppo bene.
“Mi
stai dicendo che ci sono due Bellatrix e due Sirius?” chiese
Lily, incredula,
fissando le due versioni di Sirius che si studiavano a vicenda quasi si
trattasse di una sfida.
“Comincio
a credere che ci sono troppi Black al castello.”
Esclamò Remus, sbuffando.
Se
avere due Bellatrix voleva dire avere due pazze furiose a piede libero,
avere
due Sirius voleva dire avere altrettanti incoscienti, cretini e
impulsivi. Il
licantropo non era sicuro che i suoi nervi, già provati dal
rapimento di James,
avrebbero retto. Se da una parte la conferma che lo sconosciuto lo
aveva
tranquillizzato, dando ragione ai suoi sospetti, dall’altra
lo rendeva
tremendamente nervoso. Gli eventi stavano prendendo una piega strana,
quasi
incontrollabile.
“Si,
lo credo anche io.” Confermò Regulus,
guadagnandosi un’occhiataccia da suo
fratello ed una risata divertita del mago più adulto.
“Fermi tutti, come sarebbe a dire ci sono due Bellatrix?” chiese Frank, osservando allibito il ragazzo con i capelli color miele.
Per quanto
assurdo fosse,
sembrava che Remus a sua differenza stesse riuscendo a trovare qualcosa
di
logico in quella situazione decisamente assurda e fuori da ogni regola.
“Ehi ragazzi, Frank ha ragione. Dobbiamo spiegargli tutto.” Disse Harry, intervenendo in aiuto degli amici.
Il ragazzo
gli lanciò un’occhiata piena di
gratitudine, nonostante fosse palese che non riusciva a fidarsi
completamente
di lui.
“Posso
suggerire
Anche lui,
proprio come
Harry, aveva notato che Anderson era sparito, ma non sembrava avere
dato troppo
peso alla cosa. Certo, era strano che un auror come lui non
partecipasse alle
ricerche in prima persona, mettendoci anima e corpo, ma era anche vero
che si
trattava di un mago anziano e stanco che ne aveva viste fin troppe
nella sua
vita. Certo, il vecchio professore non lo convinceva del tutto ma non
poteva
essere cambiato tanto da essersi alleato con il nemico.
“Potevi pensarci prima, questo casino è opera tua.” Sbuffò Ginny incrociando le braccia, ancora furiosa con il mago più adulto.
Avrebbe
voluto davvero schiantarlo, ma
forse Harry non avrebbe apprezzato o qualcuno dei presenti si sarebbe
accorto
della sua presenza. Ad ogni modo, se causare uno svenimento ad Harry
era stata
una mossa avventata, farsi vedere dai malandrini nella Sala Grande a
pochi
passi da Silente era stata una mossa decisamente stupida. Solo il cielo
sapeva
perché nessuno li aveva ancora scoperti.
“Come
al solito.” Sottolineò Hermione, critica, fissando
di traverso il mago più
adulto.
“Vi
sembra il momento migliore per discutere?” chiese Lily,
esasperata, passando lo
sguardo dalle due ragazze alla versione adulta di Sirius che se la
rideva,
divertito, senza perdere di vista il padre di James e Silente.
“Si,
perché come al solito Sirius è un cretino. Prima
dice a tutti cosa fare e cosa
non fare, poi lui fa il contrario e finisce con il rovinare
tutto!” spiegò
Ginny, incrociando le braccia sul petto, scocciata per
l’irresponsabilità del
mago.
“Concordo.” Affermò deciso Remus, sollevato di aver finalmente trovato un alleato nella lotta contro il pessimo carattere del suo amico Sirius.
Nessuno
aveva mai
descritto il suo amico meglio di come aveva fatto la rossa in quel
momento.
“Ehi, tu non mi conosci.. nel senso, conosci solo me da giovane..” protestò la versione più adulta Sirius Black, imbronciandosi.
Essere
sgridato da Ginny ed Hermione
era normale, esattamente come lo era sentirsi rimproverane da Lily.
Remus
tuttavia era un malandrino, era uno di loro, non poteva dare ragione
alle
ragazze. C’era qualcosa di incredibilmente sbagliato in
questo che lo offendeva
profondamente.
“Credo
sia abbastanza per affermare che sei lo stesso un cretino,
fidati.” Ribatté
Remus, pacato come suo solito, strappando una risata ai presenti che
contribuì
ad alleggerire l’atmosfera tesa che aveva regnato fino a
pochi istanti prima.
Sirius
avrebbe volentieri continuato la discussione ma l’improvviso
arrivo di Silente
e del Signor Potter lo obbligò a trasformarsi in Tartufo
prima che fosse troppo
tardi.
“Ehi
ragazzi, che succede?” chiese il preside, osservando
attentamente i visi dei
ragazzi.
“Niente,
Signore, stavamo lasciando la sala per tornare nella torre.”
Disse Hermione,
arrossendo per via della bugia che aveva appena raccontato al vecchio
insegnante.
“Bene,
credo sia la cosa migliore.” Rispose Silente, lisciandosi la
barba prima di
allontanarsi.
Harry
guardò attentamente l’uomo, stupito. Il preside
che aveva conosciuto lui non si
sarebbe fatto fregare con così poco, sembrava davvero che la
guerra in corso lo
stesse lacerando quasi non fosse in grado di portare avanti ed
organizzare la
resistenza magica. Il ragazzo lanciò un’occhiata a
Frank, rimasto impassibile
nonostante la rabbia.
“Cosa era tutta quella confusione?” si intromise Robert Potter, fissando uno per uno tutti i ragazzi presenti.
Era
sospettoso, ma si vedeva che non aveva molta
voglia di fare domande. Erano altre le persone che avrebbe voluto
interrogare e
torturare, quelle che avevano rapito il suo James proprio sotto il naso
di
Silente e di Anderson.
“Niente di grave, nonno. Piuttosto, notizie di James?” disse Harry, preoccupato, cercando di distrarre l’auror ed allo stesso tempo di ottenere qualche notizia.
Al nome
del figlio l’uomo sospirò, lasciando trasparire
tutta la sua stanchezza
e la sua disperazione.
“Nessuna,
è sparito nel nulla. Nemmeno Silente se lo
spiega.” Rispose l’auror, sospirando.
Se di
fronte a lui non ci fossero stati suo nipote e gli altri ragazzi forse
sarebbe
scoppiato in un pianto liberatorio, per sfogare tutta la tensione
accumulata
nella giornata.
“Nonno?”
chiese Frank a Neville, furioso, stando attento a non farsi sentire
dall’uomo.
“Poi ti spieghiamo anche questo, tranquillo.” Rispose Neville, evitando lo sguardo di suo padre.
Mai prima
d’ora aveva visto i suoi brillare in quel modo, accesi
di rabbia ma allo stesso tempo anche di vita. Il ragazzo ne era
affascinato,
nonostante avesse paura di essere mandato al diavolo dal proprio
genitore. Non
vi era traccia dell’apatia che aveva imparato a conoscere e a
non notare nelle
lunghe giornate passate al suo capezzale al San Mungo.
“Avrete pure iniziato ad indagare da qualche parte.” Rifletté Ron, pensieroso.
La
presenza dei tre migliori auror doveva pure significare qualcosa, non
era
possibile che stessero ancora brancolando nel buio.
“Alastor sta perquisendo il castello, Thomas invece interroga i professori.” Spiegò Robert, poco convinto.
Nonostante
apprezzasse gli sforzi dei suoi colleghi era
abbastanza sicuro che non servisse a niente ribaltare il castello e
fare mille
domande a chiunque respirasse un po’ più forte del
normale. Chi aveva rapito
James non lo aveva certo nascosto tra le mura del castello, oppure
Silente non
avrebbe avuto bisogno del loro intervento per ritrovarlo. Per quanto
stanco,
vecchio e provato dalla guerra fosse il preside manteneva ancora un
controllo
pressoché assoluto sulla sua scuola e sulla maggioranza dei
suoi alunni.
“I professori?” chiese Frank, sorpreso, accantonando per qualche istante tutte le domande che si stavano rincorrendo nella sua mente.
Il suo
istinto da figlio di
auror gli diceva che centravano o che comunque dovessero sapere
qualcosa.
“L’unica spiegazione plausibile è che qualcuno nasconda il colpevole.” Continuò il signor Potter, facendosi sempre più apatico.
Fin dal
primo momento aveva
creduto che la sparizione di James facesse parte di un piano
più grande ed
incredibilmente complicato e ogni momento che passava se ne convinceva
sempre
più.
“Credi si tratti dei Mangiamorte?” chiese Regulus, titubante.
Per tutto
il tempo che
aveva passato tra le Serpi non aveva mai sentito di piani che
prevedessero il
rapimento di qualche studente sotto il naso di Silente, ma era bene non
sottovalutare la pazzia di Bella, Severus e Lucius. Quei tre, proprio
come ogni
altro mangiamorte che avesse di propria iniziativa sottoscritto la
causa del
Signore Oscuro, erano pronti a tutto.
L’uomo
non risposte subito, ma parve pensarci tanto a lungo che Regulus
pensò davvero
di avere colto nel segno.
“Non
lo so proprio.. potrebbe, certo. Scusate ragazzi..” disse
alla fine,
allontanandosi.
I
ragazzi non parlarono tra loro mentre si dirigevano nella Stanza delle
Necessità. Frank
aveva ritrovato tutta la sua rabbia mentre Alice era più
spaventata che mai e
non lasciava nemmeno per un istante la mano del suo ragazzo.
“Devo proprio essere impazzito per avervi seguito invece di andare da Silente a denunciare la vostra pazzia.” Sbuffò Frank, tenendo saldamente la bacchetta nel pugno pronto ad ogni evenienza.
Per quello
che ne sapeva lui potevano essere
proprio loro i responsabili della sparizione di James, nonostante
questi fosse
un loro amico. Magari era tutta una messa in scena per distrarre gli
auror ed
attaccare il castello e perfino James era un complice.
“Tranquillo,
non siamo pericolosi, e poi Silente sa già quasi
tutto.” Spiegò Sirius, subito
dopo avere nuovamente ripreso la sua forma umana.
“Perdona
la mia poca fede, ma sto parlando con un uomo che potrebbe essere mio
padre e
che dice di essere Sirius Black.” Replicò Frank,
ironico e scettico, mentre
l’altro si stiracchiava.
“Lo
sono, infatti.” Ribatté pacatamente Sirius,
facendo impallidire ancora di più
Alice.
“Potresti semplicemente farla finita e stare zitto? Davvero, fai meno danni.” Sbuffò Ginny, minacciandolo con la sua bacchetta.
Sirius
sbuffò, ma non rispose.
Sapeva bene che provocare una donna arrabbiata poteva essere
pericoloso, specie
se questa aveva i capelli rossi.
“Anche a noi dovete qualche spiegazione, lo sapete vero. Da quanto ci avevate detto lui doveva essere morto.” Mormorò Remus, indicando l’uomo che si mise ostinatamente a fingere indifferenza.
A quelle
parole Sirius si accigliò e
strinse forte la mano di Zhoana.
“Lo ero, o almeno loro pensavano.” Rispose Sirius, fissando attentamente Remus.
Era
sorprendente vederlo così giovane e spensierato. Gli
sembrava un sogno, la
realizzazione di tutte le sue preghiere. Se James non fosse sparito nel
nulla
per merito di qualche delinquente allora si che sarebbe stato veramente
perfetto.
“Possiamo andare in ordine?” chiese Lily, quasi implorante.
Harry
sospirò e si voltò
verso Frank e Alice. Toccava a lui raccontare tutta la storia
dall’inizio.
Ormai lo aveva fatto talmente tante volte che aveva preso a venirgli
quasi naturale.
“Ci
vorrebbe una vita a spiegare tutto.. in estrema sintesi, veniamo dal
futuro.”
Dichiarò il ragazzo, fermandosi ad osservare le reazioni
della coppia.
“È uno scherzo, vero?” chiese Alice, incredula.
Frank al
suo fianco era pallido, ma
era rimasto in silenzio. Prima di esprimere un giudizio voleva sentire
la fine
di quella storia.
“No, per nulla. Abbiamo aperto un portale per venire qua e poter frequentare l’ultimo anno. L’idea era studiare e poi tornare là, solo che i mangiamorte hanno sferrato un attacco a sorpresa nel quale sono morti tutti quelli che erano sopravvissuti alla guerra.” Spiegò Hermione, mestamente, riassumendo tutto quello che era successo negli ultimi mesi.
Frank e
Alice alzarono lo
sguardo su Remus, che annuì per confermare le parole della
ragazza e poi si
voltò verso gli altri per invitarli a continuare il racconto.
“Credevamo
di essere noi i soli superstiti, invece poi è spuntato anche
Neville.” Continuò
Ginny, indicando il ragazzo.
“Lo conoscevate di già?” chiese Sirius, sorpreso.
Per quello
che ne sapeva Neville
arrivava dall’America, non dal futuro. Tuttavia quella
spiegazione era
verosimile.
“Certo,
ma non potevamo dirvelo perché lui non voleva.”
Spiegò Ron, con fare sbrigativo,
anticipando le domande e gli sguardi perplessi dei ragazzi.
Sirius
stava per chiedere ai ragazzi per quale ragione Neville aveva chiesto
loro di
mentire, ma le occhiate di Frank e Remus lo dissuasero. I due ragazzi
volevano
che li lasciasse continuare il loro racconto prima di interromperli con
fiume
di domande. Avrebbero avuto tutto il tempo nel mondo per fare domande,
più
tardi. Ora dovevano solo lasciarli parlare.
“Con lui c’era anche il cane, che in realtà è la vostra versione di Sirius Black..” disse Zhoana, studiando l’uomo che aveva di fronte.
Assomigliava
moltissimo al
suo Sirius, ma aveva l’aria di avere affrontato troppi
problemi e troppe
delusioni. Il suo viso era stanco e deluso dalla vita, anche se si
sforzava di
sorridere, illuminato solo da una pallida luce di determinazione o
forse di pazzia.
“Esatto, credevo fosse morto qualche anno fa ma invece era caduto oltre il velo..” spiegò Harry, sorridendo al suo padrino.
Riaverlo
al suo fianco, poterlo
abbracciare e non doverlo più nascondere era liberatorio.
Finalmente poteva
tirare un sospiro di sollievo e smettere di assumersi la colpa della
sua morte.
Sirius ricambiò il sorriso, tirando il ragazzo verso di
sé.
“Non è la stessa cosa?” chiese Remus, sorpreso, passando lo sguardo tra i due maghi.
Sembravano
molto affiati, come un padre ed un figlio.
“No,
Remus oppure non sarei qui.” Ribatté dolcemente la
versione più adulta di
Sirius, senza lasciare andare il suo figlioccio.
“Perché non ti sei rivelato prima?” chiese Regulus, puntando i suoi occhi grigi in quelli uguali ma più adulti del fratello.
Sirius
sussultò, quasi vedesse il
fratello per la prima volta.
“Perché credevo che due Sirius Black fossero troppi, esattamente come due Bellatrix.” Rispose Sirius, ironico, distogliendo lo sguardo.
Faceva
troppo male guardare
suo fratello, gli ricordava tutti gli errori che aveva commesso nella
sua vita.
“Due Bellatrix?” chiese Frank, confuso.
Nonostante
stesse finalmente avendo le
risposte che voleva, la storia continuava a farsi più
intricata. Di quel passo
non ne sarebbe più venuto a capo, non velocemente almeno.
“La donna misteriosa che ha attaccato il padre di James, Andromeda e Dora era Bellatrix.” Spiegò il più giovane dei due Sirius Black, raccontando in breve all’amico tutta la storia.
Il ragazzo
ascoltò incantato, rimettendo finalmente a posto
tutte le tessere di quell’intricato mosaico che era stato
l’attacco alla
bambina da parte della sconosciuta.
“Quella
venuta dal vostro tempo, giusto?” chiese Alice, in cerca di
conferma. Harry
annuì.
Tutta quella storia era terribilmente complicata ma almeno non la spaventava più.
Quei
ragazzi alla fine erano angeli buoni, tornati indietro per aiutarli in
quella assurda guerra. La loro presenza, tutto sommato, dava sicurezza.
“Che confusione.” Sbuffò poi la ragazza, grattandosi la testa.
Lily
annuì,
sorridendo all’amica. Anche per lei era strano vedere il vero
padrino di Harry
lì con loro, eppure era felice per suo figlio. Sapeva quanto
quei due erano
legati, esattamente come sapeva che nessuno del loro tempo avrebbe mai
potuto
prendere il posto di Sirius. Anche se era stato James a metterlo al
mondo ed
era morto per salvarlo, era lui l’unico padre che Harry aveva
mai conosciuto ed
amato.
“Questo
portale che ha fatto arrivare qui tutta questa gente, è
ancora aperto?” chiese
Frank, pensieroso, dopo una lunga riflessione silenziosa.
“Bella domanda, Harry?” chiese Hermione, fissando l’amico con fare indagatore.
Era
stato Harry a sistemare le cose con il preside, nessuno di loro aveva
mai
parlato con Silente.
“Credo
di si. Silente ha detto che si sarebbe chiuso a fine anno.”
Rispose il ragazzo,
mordendosi le labbra.
“Non che la vostra compagnia sia noiosa, ma non sarebbe il caso di chiuderlo e dire basta agli arrivi almeno per quanto riguarda i Mangiamorte?” chiese Frank con un filo di ironia nella voce.
Sentire il
padre ridere, meno furioso rispetto a
poco prima, fece rilassare un poco Neville, finalmente pronto a
raccontargli la
verità.
“Trovarsi
con due Voldemort non sarebbe una situazione piacevole, in
effetti.” Convenne
Alice, terrorizzata alla sola idea di vedere due maghi oscuri dividersi
il
controllo del loro mondo compiendo omicidi ed altre atrocità.
“Nel nostro mondo non esiste più, è stato sconfitto.” Disse Neville, prendendo per la prima volta la parola.
La sua
voce era poco più di un sussurro e le sue
parole suonarono incredibilmente tristi ed in completo disaccordo con
la
notizia che portavano.
“Che ci fate qui, se nel vostro mondo lui non è più un problema?” chiese Frank, incredulo.
Gli
sembrava impossibile che qualcuno scegliesse di abbandonare un
mondo finalmente in pace in favore di uno in piena guerra.
“Vedi Frank, il prezzo è stato piuttosto alto.” Rispose il Sirius più adulto, improvvisamente serio.
Remus
fissò l’amico, incredulo. Mai lo aveva visto tanto
serio da quando lo conosceva, nemmeno dopo una litigata con James.
“Che
vuoi dire?” chiese Alice, confusa, fissando intensamente
l’uomo.
“Del
vecchio gruppo sono sopravvissuto solo io.” Disse Sirius,
secco, distogliendo
lo sguardo e cercando di ricacciare indietro quella lacrime solitaria
che
minacciava di bagnargli il viso.
“Non è possibile!” esclamò deciso Frank.
L’uomo
sospirò, mettendosi a sedere. Non era
certo di riuscire a ricordare tutta la storia, ma quanto meno ci doveva
provare.
“James e Lily sono stati traditi da Peter, che li ha consegnati insieme al piccolo Harry a Voldemort. Sono morti per proteggerlo, poi quel verme ha incolpato me facendomi finire al fresco per dodici anni.” Iniziò raccontare Sirius.
Dire
quelle cose gli faceva male, ma lo doveva fare. Spettava a lui.
Nonostante
conoscessero già la storia, fu strano per Remus, Lily,
Regulus e Sirius
sentirla raccontare dal mago più grande. Nella sua voce si
sentiva tutta la sua
disperazione e la sua rabbia nei confronti di coloro che avevano fatto
del male
alla sua famiglia. Più che per il dolore che avevano
inflitto a lui, Sirius
soffriva per quelli che non era stato in grado di proteggere.
“Harry
è il figlio di Lily e James?” chiese Alice,
indicando il ragazzo che annuì
sorridendo.
“Sei stato ad Azkaban? Chiese Frank, incredulo.
Gli
sembrava impossibile che gli
auror potessero averci portato un innocente. In particolare, era
davvero
assurdo che avessero potuto incolpare lui di essere un Mangiamorte e
per avere
condannato a morte il suo migliore amico consegnandolo al
più oscuro dei maghi
in cambio della salvezza. Sirius non si sarebbe mai piegato di fronte
ad un
ricatto del genere, sarebbe morto piuttosto.
“Certo,
ne sono anche evaso..” rispose Sirius, sorridendo, cercando
di scacciare dalla
mente il ricordo di quei lunghi anni passati tra le sbarre in compagnia
della
peggior feccia del mondo magico.
“Ora
capisci
perché lo chiamava nonno?” chiese Hermione,
cercando di cambiare argomento e
alleggerire la situazione.
“Io e Alice?” chiese Frank dopo qualche istante, quasi temendo la risposta.
Sirius
sospirò, per poi voltarsi a guardare Neville. Il ragazzo
annuì, deciso. Quella
era una storia che spettava a lui raccontare.
“Bellatrix vi ha torturati per avere informazioni, portandovi alla pazzia. Eravate i migliori auror del ministero, i più coraggiosi, ma avete siete finiti al San Mungo nel reparto dedicato alla degenza permanente.” Disse Neville, fissando un punto imprecisato del muro di fronte a sé.
Se avesse
guardato negli occhi i
genitori non sarebbe mai riuscito a raccontare tutto, ne era certo.
“Come
sai queste cose?” chiese Alice, fissando intensamente quel
ragazzino che
assomigliava così tanto al suo Frank.
“Sono vostro figlio, Neville Frank Paciock.” Rispose Neville, tutto d’un fiato.
Entrambi
impallidirono e per qualche istante smisero di respirare. Lily
sorrideva, ricordando quando quella sorpresa era toccata a lei.
“Tu,
mio figlio? Perché me lo dici sono ora?” chiese
Frank, sorpreso, puntando i
suoi occhi in quelli pieni di lacrime del figlio.
“Non volevo deluderti, avevo paura.. nonna mi ha sempre parlato di quanto fossi coraggioso, bravo a scuola e nello sport. Vederti mi ha messo in soggezione.” Mormorò Neville, imbarazzato.
Molte
volte aveva provato ad immaginarsi quel
momento, ma non avrebbero mai creduto di vedere suo padre piangere e
sua madre
abbracciarlo.
“L’ho
sempre detto che tua madre esagera quando parla di te!”
esclamò il Sirius più
giovane, cercando di fare dell’ironia.
“Perdona
la mia rabbia, sono stato un cretino.” Disse Frank,
sorridendo al figlio e
sporgendosi per abbracciarlo.
“Che
carini, è tutto a posto quindi?”
esclamò Sirius, sollevato che tutti avessero
avuto le risposte che volevano e che non ci fossero ulteriori misteri
da
scoprire.
“Credo
di si, ora sapete tutto tranne che il piccolo Teddy è in
realtà il figlio di
Remus.” Aggiunse Ginny, indicando il piccolo che per tutto il
tempo era rimasto
addormentato sul divano, quasi tutti quei tristi racconti non lo
toccassero.
Alice
e Frank si voltarono verso l’amico, chino sul bambino. Questa
notizia sembrava
ancora più incredibile delle precedenti, ma quanto meno era
positiva.
“Faccio
fatica a crederlo anche io, sai?” mormorò
sorridendo il licantropo, sfiorando
appena il visetto di Teddy.
Dopo
qualche ora di confusione finalmente tutto sembrava tornato alla
normalità, o
quasi. Frank era si era calmato, ma qualcun altro sembrava ancora
parecchio
scosso.
“Sirius,
stai bene?” chiese Zhoana, fissando preoccupata
l’espressione dipinta sul viso
del proprio ragazzo. Sembrava a metà tra
l’arrabbiato ed il divertito.
“Certo,
ehi tu.. quindi tu sei me..” chiese il più giovane
rivoltò alla sua versione
adulta, a mo’ di sfida. L’altro mago
sbuffò.
“Io
preferisco dire che tu sei me.” Ribatté il padrino
di Harry, pacifico.
“Bene, voi siete voi.. fatela finita.” Sbuffò Remus, cercando di mettere pace tra quei due.
Era
incredibile come Sirius riuscisse a litigare anche con se stesso. Ginny
sbuffò, bofonchiò qualcosa a mezza voce e poi si
allontanò verso Hermione.
“Stanne
fuori Remus, questa è una cosa che devo chiarire da
solo.” Esclamò il giovane
Sirius, fuori di sé. Gli sembrava assurdo essere stato
ingannato in quel modo.
“In tutti i sensi, amico.” Ridacchiò il mago adulto, sorridendo.
Era strano
vedersi
più giovane. Il ragazzino che aveva di fronte era
spensierato, aveva degli
amici fedeli al suo fianco e una ragazza che amava. Aveva persino un
fratello.
Insomma, la sua vita non era ancora caduta in disgrazia e forse grazie
ad Harry
non sarebbe mai successo. Era felice per lui, anche se forse un
po’ invidioso,
e non capiva da dove venisse tutta quella rabbia.
“Io
non sono tuo amico, mettiamo bene in chiaro le cose.”
Replicò il più giovane, incrociando
le braccia.
“Ti prego Sirius, stai facendo la figura dell’idiota.” Implorò Remus, massaggiandosi le tempie e implorando silenziosamente perché qualcuno si decidesse a mettere fine a quell’inutile discussione schiantandoli.
Sirius gli
lanciò un’occhiataccia, ma non rispose.
“Tu
arrivi dal nulla, ti presenti qui, parli con Harry e non ti degni di
dirmi
nulla?” chiese Sirius, fuori di se, al mago adulto che ancora
non sembrava
prenderlo sul serio.
“Volevo
solo evitarti un bello spavento.” Rispose l’altro,
alzando le spalle.
“Non
sono una femminuccia..” sbuffò Sirius, passando
dall’arrabbiato all’offeso.
“Beh, però sei svenuto prima, no?” chiese il mago più grande, divertito, mentre i ragazzi assistevano a quello scambio di battute senza aprire bocca.
Era una
conversazione talmente assurda da non sembrare nemmeno reale.
“Senti,
simpaticone, se io sono un rammollito lo sei anche tu.”
Sibilò Sirius, tra i
denti.
“Non
proprio, io non ero certo come te alla tua età. Ti ricordo
che il futuro sta
cambiando.” Disse il padrino di Harry, deciso a non lasciare
al piccoletto
l’ultima parola.
“Meno
male, speriamo che Sirius Jr. sia meno cretino di Sirius Senior e
speriamo
anche che prima o poi qualcuno di voi due si stanchi di litigare da
solo!”
sbuffò Hermione, severa.
Le
parole della ragazza colpirono i due litiganti che, colpiti nel
profondo dalla
stupidità della loro discussione, smisero immediatamente ed
arrossirono.
“Dai ragazzi, Hermione ha ragione. Siete entrambi sconvolti per quello che è successo a James.” Suggerì Zhoana, timidamente, fissando entrambi con un sorriso dolce.
Anche per
lei avere due copie del suo ragazzo cominciava a
diventare piuttosto impegnativo. Il volti dei due Sirius si incupirono
sentendo
il nome del loro migliore amico. James era sparito da molte ore, forse
troppe. Non
sapevano dove si trovasse ma di certo era in pericolo.
“Non
lo avevate previsto?” chiese Frank, fissando prima la
versione più adulta di
Sirius e poi gli altri ragazzi. Harry rimase in silenzio, poi si
voltò verso il
suo padrino.
“Nel
passato James non è mai stato rapito.” Rispose
l’uomo, abbassando la testa.
“Questo
è un bel casino!” esclamò Regulus,
preoccupato.
Alle
parole del ragazzo, Sirius alzò la testa di scatto.
“Regulus,
sei proprio tu!” esclamò l’uomo,
dimenticandosi di tutto il resto.
“Ehm, si.. certo.” Rispose Regulus, prudente.
Nonostante
fosse più grande, più maturo
e con più esperienza, la versione più vecchia di
suo fratello era persino più
imprevedibile di quella più giovane.
“Fratellino,
vieni qui! Sono stato un cretino, un coglione, un egoista.. puoi
perdonarmi?”
disse Sirius, tirando il fratello minore a se e abbracciandolo forte
fin quasi
a stritolarlo.
“Ma che gli prende?”chiese il Sirius più giovane, rivoltò ad Harry.
Il ragazzo
non
rispose, ma sorrise. Era bello vedere che il suo padrino aveva
finalmente
deciso di saldare i conti con il passato e con la sua famiglia.
“Credo
di si, anche se è strano affrontare questo discorso con te
dopo averlo
affrontato con lui.” Mormorò Regulus indicando
l’altro fratello, liberandosi
dalla stretta di Sirius quel tanto che bastava per riprendere a
respirare
normalmente.
“Torniamo ad occuparci di James, per favore?” chiese Harry, dispiaciuto di mettere fine a quella scena fraterna.
Tutti
tornarono subito seri e pensierosi.
“Certo Harry, dobbiamo trovarlo. Non posso permettere che gli succeda qualcosa, non ora che l’ho ritrovato.” Esclamò Sirius, stringendo forte il pugno.
Non lo
avrebbe perso ancora, non senza combattere.
“Forse Piton sa qualcosa, è un mangiamorte in fin dei conti..” ipotizzò Alice, senza guardare Lily.
Sapeva
bene che la pensavano in modo diverso su di lui ma ad
ogni modo il ragazzo poteva sapere qualcosa. Forse era stato proprio
lui,
spinto dalla gelosia e dalla rivalità con James ad
organizzare la sua sparizione.
“Chiunque abbia preso James deve averlo portato fuori dal castello, dove la vostra mappa non lo può vedere. Uno studente non potrebbe mai farcela, deve essere stato qualcuno che ha più libertà di movimento.” Ipotizzò Frank, serio.
Era a
conoscenza della Mappa del Malandrino da quando i ragazzi
l’avevano realizzata.
Tuttavia, nonostante disapprovasse i continui scherzi e non prendesse
parte
alle loro numerose gite, non ne aveva mai fatto parola ne con i
professori ne
tanto meno con il preside. Erano altri i problemi del castello a
partire dai
Serpeverde che erano diventati Mangiamorte, non certo
un’innocente cartina
magica con qualche potere speciale.
“Come
un professore?” chiese Harry, fissando il padre di Neville.
“Come Anderson.” Intervenne Remus, serio.
Il
licantropo era ormai più che convinto
che dietro quella assurda storia ci potesse essere solamente lui. Era
stato il
suo comportamento nella Sala Grande, prima che sparisse senza ragione a
suggerirglielo.
“È
assurdo!”esclamò la versione più grande
di Sirius.
“Una
pazzia!” gli fece eco quella più piccola.
“È
strano, certo, ma non fino a questo punto.” Convenne Lily.
“Remus, che ne pensi?” chiese Hermione, studiando a fondo l’espressione del ragazzo.
Se
uno come lui era arrivato a sospettare di un professore allora doveva
avere
qualche prova.
“Prima
quando sono entrati gli auror Anderson rideva, quasi la situazione lo
divertisse.” Raccontò Remus, descrivendo nei
minimi dettagli il comportamento e
l’espressione del vecchio professore che tanto lo aveva fatto
arrabbiare poco
prima.
“No,
non ci posso credere. Devi esserti sbagliato.” Disse Lily,
incredula.
“Anderson è sempre stato troppo curioso, sono sicuro che pur di avere più informazioni avrebbe potuto benissimo allearsi con i mangiamorte.” Disse il Sirius adulto, pensieroso.
Certo,
credeva nell’innocenza di Anderson ma allo stesso tempo si
fidava dell’intuito di Remus. Il ragazzo non si era mai
sbagliato a giudicare
qualcuno. L’ultima volta che non si era fidato di lui,
preferendo credere a
Peter, James ci aveva rimesso la pelle. Non avrebbe fatto lo stesso
errore una
seconda volta.
“Beh, in questo caso loro devono per forza saperne qualcosa..” sospirò Regulus.
Il
ragazzo era rimasto in silenzio tutto il tempo, senza sbilanciarsi.
“Che
proponi? Chiese Ginny, fissando il fratello minore di Sirius con aria
interessata.
“Piton.”
Rispose il ragazzo, alzando le spalle.
“Non ci dirà mai nulla, lui odia James.” Gli ricordò Frank, sospirando.
Era una
buona idea parlare con uno dei Mangiamorte, ma non poteva funzionare.
Non con
Piton almeno.
“Ma
è
perdutamente innamorato di Lily, farebbe di tutto per lei..
no?” esclamò Ginny,
intuendo dove volesse arrivare Regulus.
“Non so se si tratta di una buona idea..” mormorò Lily, pensierosa.
Non voleva
parlare con Piton, la sola idea di trovarselo di fronte le faceva
troppo male. Non
avrebbe saputo cosa dire e avrebbe finito per mandare
all’aria tutto e
complicare ancora di più le cose.
“Devi provarci, per James.” Disse Alice, guardandola dritta negli occhi.
Nonostante
non
amasse particolarmente quel ragazzo e l’idea che la sua
migliore amica ci
parlasse, capiva perfettamente che era l’unica cosa che
potevano fare per
aiutare il loro amico. Se i Mangiamorte centravano in quella storia
alla fine
Piton avrebbe parlato, non avrebbe mentito a Lily.
“Va bene, ci vado subito.” Esclamò Lily, senza pensarci nemmeno un attimo.
James
per lei lo avrebbe fatto. Avrebbe ribaltato il mondo pur di ritrovarla
e lei
doveva fare lo stesso.
“Potrebbe essere pericoloso andarci da sola.” Suggerì Remus, pensieroso.
Dopo tutto
si
trattava di mandare una ragazza da sola nel covo delle Serpi e non si
sentiva
tranquillo.
“Andrà Sirius con lei, sotto le sembianze di Tartufo.” Ordinò Hermione, decisa.
Il
licantropo
annuì, sorpreso che quell’idea non fosse venuta a
lui. Lily sarebbe andata da
Piton in compagnia di un innocuo cane, che nel momento del bisogno di
sarebbe
potuto trasformare in un potente e pericoloso mago adulto. Un piano
perfetto,
insomma.
“Che
nome stupido..” sbuffò Sirius, tenendo stretta
Zhoana.
“Felpato
era già occupato..” sibilò il padrino
di Harry, passandogli di fianco.
L’uomo
prese l’aspetto di un cane e lasciò che la ragazza
aprisse la porta della
Stanza delle Necessità. Era nervosa, ma cercava di non darlo
a vedere. Sirius
la guardò, poi appoggiò con dolcezza il suo muso
su una delle sue mani. La ragazza,
sorpresa da quel gesto, abbozzò un sorriso. Anche se un
po’ matto Sirius
rimaneva sempre lo stesso, cocciuto, testardo, impulsivo, assurdo,
amabile e
fedele. L’avrebbe difesa da chiunque avesse cercato di farle
del male, ne era
certa.
Lily e
Tartufo attraversarono i corridoi del castello nel silenzio
più totale. Era lui
che faceva strada, indicando alla ragazza i passaggi segreti e le
scorciatoie
per arrivare dalle Serpi senza farsi vedere da professori, auror,
fantasmi o
altro. Una volta arrivati il prossimità della sala comune
dei Serpeverde, i due
si nascosero dietro una colonna in attesa di Piton. Il ragazzo non si
fece
aspettare troppo a lungo. Nell’oscurità del
corridoio illuminato solo da
qualche pallida torcia, il pallore del ragazzo risaltava in modo
impressionante. Nonostante si sforzasse di apparire felice, si vedeva
che era
preoccupato. Sembrava quasi che il rapimento di James, o forse il
dolore che
aveva letto negli occhi di Lily poco prima nella Sala Grande, lo avesse
sconvolto.
“Ciao..” salutò Lily, uscendo dal buio, evitando lo sguardo di quello che una volta era il suo migliore amico.
Se la
presenza di Lily lo sorprese, il ragazzo non lo
diede a vedere.
“Che ci fai tu qui, dovresti sapere che è pericoloso.” Esclamò Piton, guardandosi intorno agitato e perdendo per qualche istante la sua solita calma.
Quando il
suo sguardo incontro quello del grosso cane nero al fianco della
ragazza,
Severus tirò un sospiro di sollievo. Sapere Lily da sola tra
le Serpi lo
preoccupava, soprattutto vista la pazzia di Bellatrix.
“Sai bene cosa voglio.” Ribatté la ragazza, alzando gli occhi ad incontrare quelli neri del Serpeverde.
Piton
sembrò in difficoltà, tanto che si volto verso un
quadro per evitare quegli occhi così verdi che gli avevano
rubato il cuore.
“Non
è
un mio problema di quell’idiota di Potter è
sparito. Ha fatto la fine che
meritava.” Mormorò il Serpeverde, arrabbiato.
“Severus, per favore..” implorò Lily, aggrappandosi al braccio del ragazzo.
Piton
sembrò
tentennare, ma non cedette.
“No Lily, mi spiace.” Rispose lui, lentamente.
Sembrava
che dire quelle parole le
costasse uno sforzo enorme. Mandarla via, dirle di andarsene e di non
farsi più
vedere era una cosa al di là delle sue capacità.
In quel momento avrebbe voluto
stringerla a sé e dirle tutto quello che voleva sapere, ma
non poteva.
“Ascolta, lo so che abbiamo preso strade diverse e che ora vediamo le cose in maniera opposta, ma ricorda il passato. Prima che tutto questo iniziasse eravamo amici. Eri il mio migliore amico, sapevi tutto di me. È stata questa stupida guerra a dividerci, non James. Se questa guerra finisse, potremmo tornare ad essere felici come prima.” mormorò Lily, senza curarsi delle lacrime che avevano preso a bagnarsi il bel viso.
Piangeva
per James, per Severus, per tutti quelli che
combattevano quella assurda guerra e per quelli che avevano fatto tutte
le
scelte sbagliate. Piton sospirò, scegliendo con cura le
parole.
“Tu hai fatto delle scelte, io delle altre. Non si torna indietro, specie nel mio caso.” Ribatté tristemente il Serpeverde, fissando malinconico lo stendardo della sua casa.
Regulus
alla fine se n’era andato, aveva fatto bene ma lui non
era certo di riuscire a fare lo stesso. Lui non aveva nessun fratello
ad
aspettarlo ne tanto meno la donna dei suoi sogni. Lei avrebbe
continuato ad
amare James, qualunque cosa sarebbe successa, e lui l’avrebbe
ricambiata
proprio come in una favola.
“Invece puoi, basta volerlo.” Replicò Lily, decisa.
In quel
momento non stava parlando
per convincere l’amico a dargli informazioni su James, ma
voleva davvero
aiutarlo. Sentiva che non era ancora troppo tardi, malgrado tutto, che
poteva
ancora salvarlo e tirarlo fuori da quel covo di vipere proprio come
Harry aveva
fatto con Regulus. Solo lei poteva.
“Non
lo so, devo pensarci su.” Disse alla fine Piton, voltando le
spalle alla
ragazza.
“Va
bene, sai che se cambi idea potrai sempre contare su di me?”
chiese Lily,
implorante, tirando su con il naso.
“Lo
so,
ma non ti sarebbe di nessun aiuto per la sparizione di Potter. Noi non
centriamo, anche il Signore Oscuro era furioso perché crede
che qualcuno stia
cercando di mettersi in mezzo e di diventare più potente di
lui.” Sospirò
Severus, dando sempre le spalle alla ragazza perché non si
accorgesse che anche
lui aveva iniziato a piangere.
“Grazie
Severus.” Mormorò Lily, asciugandosi il viso con
una manica della veste.
“Non
so altro, davvero.” Disse ancora Severus.
“Va bene così, grazie.” Rispose Lily allontanandosi di qualche passo, seguita da Tartufo.
Il cane
non l’aveva abbandonata ne persa di vista un solo istante.
Non
aveva nemmeno sbranato Piton, nonostante gli fosse costato un notevole
sforzo. Per
la prima volta nella sua vita, Sirius aveva visto Severus come
realmente era:
fragile, orgoglioso e confuso. Proprio come lui e come Regulus era nel
posto
sbagliato, ma non sapeva come uscirne.
“Aspetta..
c’è un’altra cosa.”
Esclamò Piton, voltandosi verso di lei che ora gli dava le
spalle.
“Dimmi Severus.” Rispose lei, voltandosi.
Severus
restò ammaliato da quella visione.
Anche se distrutta dal dolore Lily era sempre bellissima. Il suo
adorato
giglio. Avrebbe voluto tenerla con sé, ma sapeva che non gli
era concesso.
L’avrebbe distrutta. Lei amava James quanto lui amava Lily.
Non vi era alcuna
possibilità per loro, ma allo stesso tempo lui voleva che
lei fosse felice.
Almeno uno di loro due avrebbe potuto avere il suo grande amore, anche
se non
era lui. Doveva aiutarla anche se questo avrebbe voluto dire aiutare
lui,
salvarlo dall’inferno in cui era finito.
“Qualche
settimana fa, prima delle vacanze.. qualcuno mi ha cancellato la
memoria.”
Disse Severus, abbassando la testa.
“Chi è stato?” chiese Lily, pensierosa e confusa.
Nessuno
studente al castello avrebbe
fatto una cosa del genere, tranne un mangiamorte forse, ma restava il
fatto che
Severus era uno di loro. Si trattava di un gesto assurdo, insensato.
“Non
lo ricordo, è tutto confuso. Ad ogni modo non è
stato il Signore Oscuro,
altrimenti non ricorderei nemmeno questo.“
continuò Piton, cercando di
ricordare qualche dettaglio.
“Chi
ti ha cancellato la memoria deve essere stato lo stesso che ha rapito
James.
Non ricordi nemmeno dove ti trovavi?” chiese ancora Lily,
aggrappandosi a
quella disperata possibilità per aiutare James.
“Ero qui al castello.. nell’ufficio di un professore..” mormorò Piton, fissando negli occhi la ragazza.
A quelle parole anche Sirius, sotto le sembianze di Tartufo, strabuzzò gli occhi.
ANGOLO
DELL'AUTRICE:
non so se classificherete questo aggiornamento come veloce o meno, ad
ogni modo rieccomi qui. in questo capitolo vi avevo promesso risposte e
spiegazioni, e direi che non sono mancate! nei prossimi ci potrebbe
essere un colpo di scena, chissà!
Brando:
grazie mille!
Adoro Sirius perchè si presta alla perfezione alle scene
comiche, pensa ora che ne ho addirittura due nella storia! :D per
quanto riguarda la ricerca di James, per il momento i ragazzi si stanno
informando. non possono coinvolgere gli auror fino a che non hanno
delle prove, ad ogni modo si.. possiamo dire che collaboreranno. i
ragazzi avrebbero potuto accorgersi che Anderson era Bellatrix, ma non
hanno guardato la mappa. loro pensano che Anderson sia dalla parte dei
Mangiamorte, non sospettano nemmeno lontanamente che possa non essere
lui!
Shin_86:
grazie mille!
ti adoro, solo questo!
Jamie_Lily:
grazie mille!
per prima cosa, AUGURI! sono felice di avere pubblicato il capitolo
proprio nel giorno del tuo compleanno! alla fine è tornato
tutto nella norma: Sirius ha fatto lo show, Frank si è quasi
arrabbiato, Ginny anche.. per James, non posso promettere nulla ma
farò il possibile!
FunnyPink:
grazie mille!
Silente povero sta perdendo i colpi, comincia a non capire
più contro chi sta combattendo. Ad ogni modo, vedrai che si
riscatterà!
BabyRiddle: grazie mille!
kury: grazie mille!
Germana: grazie mille, è bello vedere ancora i tuoi commenti!
Allice_rosalie_Black: grazie mille!
Dracucciole:
grazie mille!
visto che Piton dice di non saperne nulla, è abbastanza
scontato chi abbia rapito James; la domanda è: dove
lo hanno portato?
smemo92:
grazie mille!
la verità su Piton è che io stessa non sapevo
ancora bene cosa fare, se riportarlo tra i buoni o meno. diciamo che ho
preso una decisione, ma per saperla dovrai aspettare un capitolo o due!
Regulus lo adoro, anche se ora con due Sirius non è certo in
una posizione facile.
LadySaika: grazie mille!