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Autore: Angele87    28/12/2005    24 recensioni
Dove abbiamo lasciato i nostri eroi? Il momento che stavano vivendo sembrava tranquillo e felice... Era tutto un'illusione. La lotta tra male e bene non si è mai conclusa, la partita non è ancora finita. I nostri eroi sono qui per riprendere da dove avevano lasciato. Chissà cosa li aspetterà? Io tremo per loro, voi?
Genere: Avventura, Azione, Dark, Drammatico, Generale, Mistero, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DAAB II

DAAB II

.::La partita non è finita::.

Tutti i personaggi della mia ffc sono di proprietà di J.K. Rowling (a parte qualcuno), quindi, ringrazio questa grande donna per averci regalato con i suoi libri un mondo meraviglioso, quello di Harry Potter…

Io ho terminato, buona lettura

Angèle

* le parti in corsivo (come in tutte le ffc) sono ricordi….  


________________________________________________________________________________

Dedicato a Daffydebby. Grazie delle belle parole.

 

 

 

-Chapter 2:Buon Compleanno, Harry!-

 

 

Hermione quella mattina era stata svegliata da un picchiettio poco piacevole. Aveva aperto un occhio, sperando che fosse stata solo la sua immaginazione.

Fuori dalla finestra, però, una bella civetta bianca, che lei conosceva benissimo, aspettava paziente che qualcuno le aprisse. I suoi occhi ambrati e buoni indugiavano nella stanza alla ricerca del destinatario della sua lettera.

 

Hermione sorrise, alzandosi in piedi dopo aver calciato via il lenzuolo. –Edvige?- richiamò la civetta bianca mentre apriva la finestra.

Il bel volatile zampettò nella stanza, lasciandosi accarezzare dalla ragazza. –E’ successo qualcosa?- Edvige fece uno strano verso che fece sorridere Hermione. Allungò la zampa, dove la lettera era piegata ed aspettò.

 

La donna sciolse rapidamente lo spago recuperando la pergamena. La srotolò, leggendo il suo contenuto con curiosità.

 

 

 

                                                                                                                              Londra, 19 Agosto

 

Cara Hermione,

Come stai? Noi bene, a parte un po’ lo stress (non riesco ancora a crederci!) per il matrimonio.

Visto che non ci vediamo da tanto ed Eddie, che è diventato un ometto ormai, vorrebbe tanto conoscere sua zia Hermione, ho pensato di organizzare una festa a sorpresa per il compleanno di Harry. Lo so che è passato quasi un mese dalla data effettiva ma, appunto per questo, non sospetterà  nulla…

Cosa ne pensi? Ti prego, dimmi di sì!

Aspetto con ansia una tua risposta(AFFERMATIVA!),

Ti abbracciamo con tantissimo affetto,

tuoi

Ginny ed Eddie

p.s.

Harry non c’è solo perché è allo scuro di questa lettera.

p.s. 2

Non mandarmi in dietro Edvige perché ho detto che è dal veterinario…

 

Hermione sorrise al disegno che era allegato alla lettera.

Doveva averlo fatto Eddie: una serie di omini fatti da due cerchi ed un paio di stanghette che salutavano. Per un bambino di 3 anni era un capolavoro.

 

Sospirò quando si accorse che Ginny non aveva citato affatto Ron.  Era come se lei non avesse voluto immischiarsi nei loro affari. Aveva preferito tenersi fuori e guardare dall’esterno come una brava amica e sorella.

 

-Vuoi sposarmi, Hermione Jane Granger?-

 

La ragazza rabbrividì al ricordo della richiesta di Ron. Era stato così dolce, tenero… ed avventato. Lei non se l’era sentita di accettare ed era fuggita, lontano dalla sua città e dal suo mondo: i suoi amici e le sue abitudini.

 

Perché non se l’era sentita?

 

Quante volte la gente a cui aveva raccontato la sua storia, davvero poche persone, le aveva posto questa domanda.

Cosa mancava nel suo rapporto con Ron? Si amavano, erano coinvolti, appassionati persi l’uno per l’altra… eppure lei aveva detto di no e, la cosa peggiore, non ne sapeva il motivo esatto.

 

Magari non era davvero innamorata di lui?

 

Hermione si arrabbiava quando qualcuno insinuava una cosa del genere. Lei era e sarebbe stata per sempre innamorata di quella testa rossa. Adorava ogni suo particolare, ogni suo difetto ed ogni suo pregio. Stravedeva per quelle lentiggini chiare, per quegli occhi blue e per quel fisico statuario. Sognava di poter trascorrere di nuovo ore nell’abbraccio amorevole di Ron, di poterlo amare ed accarezzare ancora come se nulla fosse accaduto…

Non poteva, però.

 

Aveva infranto il cuore di quell’uomo, aveva spezzato quel filo che teneva legate le loro anime e sapeva di non poter riparare nulla. Anche se ci fosse riuscita, poi, cosa avrebbe fatto se Ron le avesse riproposto di sposarlo?

 

Si passò una mano tra i capelli ricci, sbuffando.

 

Sarebbe scappata o avrebbe finalmente avuto il coraggio di fermarsi e ammettere che in fondo anche lei voleva sposarsi? Quanta confusione aveva nella mente ogni qual volta pensava a lui, quel dannato batticuore, poi, le impediva di ragionare tranquillamente.

 

Edvige le beccò con dolcezza le dita della mano per consolarla, quando calde lacrime avevano iniziato a far capolino dai suoi occhi.

Aveva una voglia matta di riabbracciare tutti, di dormire nuovamente nel suo letto, di chiacchierare di nuovo con Ginny, di ridere con Harry, di fare shopping con Anne, di assaggiare la cucina di Draco ma, soprattutto, di arrossire ancora sotto lo sguardo innamorato di Ron…

 

Era arrivato il momento di tornare a casa ed affrontare i problemi che per troppo tempo aveva evitato.

Accarezzò la testa piumata di Edvige, prima di sedersi e scrivere la sua risposta.

 

***

 

Angelia dava la mano alla piccola Lily mentre con difficoltà si divincolava per le strade del mercato che si teneva a Diagon Alley. Qualche bancarella più indietro, Anne spingeva il carrozzino dove Edward, il figlio di Harry e Ginny, dormiva tranquillo.

La quasi signora Potter aveva chiesto alle due ragazze di badare, per quella mattinata, al bambino, visto che lei era affaccendata in altro: matrimonio incombente e festa a sorpresa per Harry.

 

Il caldo quella mattina era terribile. Il sole batteva insistente sulle loro teste e, nonostante indossassero lo stretto necessario per non essere denunciate, Angelia ed Anne avevano l’aria accaldata e sudaticcia.

Lily aveva un visetto stanco ed arrancava in silenzio dietro sua cugina, evitando, di tanto in tanto, i carrelli della spesa delle vecchie signore streghe.

 

-Io ho sete…-  Angelia si voltò verso la bambina. –ed anche fame… e sono pure stanca!-

 

Anne fece un veloce slalom tra un paio di signore anziane impegnate nella scelta dei meloni, raggiungendo le due che si erano momentaneamente fermate per aspettarla.

-Tieni…- Angelia porse la borraccia dell’acqua a Lily che bevve con avidità. –Vai piano che è fredda.-

 

Anne accarezzò la testa di sua sorella, assicurandosi che il cappello bianco, regalatole da Draco, fosse davvero contro il sole.  

 

-Cosa c’è ancora sulla lista?-

 

Angelia consultò velocemente il pezzo di carta che aveva nella tasca degli shorts di jeans.

Si sventolò una mano contro il viso, facendo un sorriso.

–Abbiamo finito. Devo solo prendere lo zafferano.- indicò il negozietto due vie più indietro. –Non ci vorrà molto.-

 

Lily sbuffò, annoiata. –Io ho fame.-

 

-Dai, tesoro un altro sforzo.-

 

-No, basta!- la bambina alzò la voce, facendo svegliare di soprassalto Eddie che aprì gli occhi verdi, limitandosi a riprendere a succhiare il suo ciuccio. –Voglio il gelato!-

 

-Lily, non fare la bambina viziata. Angelia ha quasi finito, poi, tutte insieme andremo…-

 

Angelia mise una mano sul braccio di Anne, fermandola. –No, la bambina ha ragione. L’abbiamo scarrozzata per tutto il giorno. Si merita un break, anzi…- si chinò sul carrozzino, pizzicando leggermente il naso di Edward -se lo meritano tutti e due un bel gelato con il cioccolato!-

 

Lily saltellò contenta. –Sì, sì!-

 

Edward, vedendo la sua euforia, sputò il ciuccio iniziando a battere le manine grassocce e a gridare. –Tabo-tabo, tabo-tabo!-

 

Anne scosse la testa, facendo un mezzo sorriso. –Io vado a rifocillare le truppe.- lanciò un’occhiata alla cugina. –Quando hai finito siamo lì.-

 

-Va bene.- Angelia  sorrise, salutando con la mano i bambini. Rimase ferma, guardandoli allontanarsi. Si contemplò un po’ intorno, prima di svanire per una via più nascosta che portava a Nokturn Alley. Ormai conosceva tutte le strade più impensabili per arrivare lì.

Superò una paio d’insegne annerite e scricchiolanti, fino a raggiungere un negozietto polveroso. La vetrina metteva in bella mostra dei libri che nemmeno Hermione avrebbe avuto il coraggio di leggere.

 

Aprendo la porta a vetri, un campanello l’accolse. Aveva un suono stridulo e non era come i sonagli squillanti e piacevoli delle altre attività di Diagon Alley.

L’ambiente era sporco e tetro; i mucchi di libri erano sudici di polvere, il pavimento di legno scricchiolava ad ogni passo di Angelia.

 

-Signorina…- il padrone del negozio, uscì dal retro bottega. Era un omino, piccolo ricurvo ed unto. –Pensavo non sarebbe più tornata.-

 

Angelia sorrise. –E’ arrivato?- si avvicinò al bancone, poggiando le sue mani sottili sul legno lucido.

 

L’uomo ci pensò un attimo su.

 

-Mr. Dombie, mi aveva assicurato che sarebbe arrivato per…-

 

-Sì, sì…- l’omino la guardò da dietro gli occhiali spessi. –Non si preoccupi è arrivato. Qui, alla Zombie’s, la consegna è sempre puntuale.-

 

Angelia sorrise, afferrando la porchette dalla borsa ricolma di pupazzetti e sacchetti vari.

–Quanto le devo?-

 

Mr. Dombie era sparito brevemente dietro l’alto bancone, ricomparendo poco dopo, con il libro tra le mani: era un volume molto grande e la copertina era nascosta dalla carta marrone del negozio.

 

-20 galeoni.-

 

Angelia non batté ciglio, riversando nelle mani ossute dell’anziano signore il pagamento.

Afferrò il libro e si avviò alla porta, con un certo tremito nelle mani.

 

-Signorina?-

 

Angelia si fermò a pochi passi dalla porta. –Sì?-

 

-Faccia molta attenzione…- indicò il pacco che ingombrava le braccia della donna. –Il libro dei morti è molto pericoloso.-

 

Angelia annuì. –Lo so. Non si preoccupi.- e senza aggiungere altro, lasciò il negozio diretta verso Diagon Alley.

 

Un’ombra uscì dal retro bottega, apparendo alle spalle dell’anziano signore. –Ottimo lavoro…-  e, prima che Dombie potesse replicare, lo pugnalò al cuore.

 

***

 

-Non capisco cosa stia combinando…- Harry era seduto, in palestra, sugli addominali di una giovane recluta. Parlava con Ron che si trovava dall’altra parte della sala, intento a tastare l’addome di una ragazza per verificare che stesse lavorando bene.

 

Il capitano rosso fece un breve sorriso alla signorina bionda che aveva controllato, facendola arrossire. –Continua così…- le disse velocemente, prima di tirarsi su e rivolgere lo sguardo ad Harry.

 

-Chi, scusa?-

 

Il bruno sbuffò, alzandosi dalla recluta che ringraziò mentalmente la sua buona stella.

-Come chi?- Harry aveva l’aria allucinata. –Tua sorella, la mia quasi moglie. Ha un comportamento strano. Ieri, l’ho trovata arrampicata sugli scaffali della cucina…-

 

Ron trattenne una risatina. –Magari, ha una di quelle strane crisi femminili…- cercò di consolarlo, grattandosi il mento.

 

Harry s’accigliò. –No, non credo…-

 

Ron scoppiò a ridere, trascinandosi dietro un paio di reclute impiccione. –Da quando sei diventato donna, Harry?- gli chiese, scrutandolo dall’alto verso il basso.

 

-Idiota…- sbottò il bruno, lanciando un’occhiata prima al suo quasi cognato e poi ai ragazzi che trattenevano male l’ilarità. –Sto dicendo sul serio. Sono preoccupato…-

 

Ron allargò gli occhi, appoggiandogli le mani sulle spalle. –Harry, amico mio, sei ufficialmente paranoico…- si guardò intorno, avvicinandosi di più all’orecchio dell’auror. –Al massimo sta progettando di ucciderti…-

 

Harry rimase un attimo in silenzio, annuendo. Poi, con uno scatto delle spalle, si tolse di dosso le mani grandi e callose di Ron che aveva preso a ridere senza sosta. –Basta con te non si può fare un discorso serio…-

 

Il rosso continuò a ridacchiare per un po’, fino a quando una voce seria e corposa non lo bloccò. –Cosa c’è tanto da ridere, Maggiore Weasley?-

Le 20 reclute sul pavimento, insieme a Ron ed Harry, scattarono immediatamente sull’attenti.

 

-Nulla, Generale McDury!- esclamò prontamente, portandosi la mano sulla fronte in segno di saluto.

 

L’omone lo guardò brevemente, facendo un mezzo sorriso orgoglioso. –Riposo, Maggiore Weasley. Sono qui in veste di presentatore. Tutti voi sapete che alcuni dei nostri uomini migliori sono partiti per la Bulgaria per approfondire le loro conoscenze…-

 

Ron ebbe un fremito all’altezza dello stomaco. Anche Hermione era tra quelli.

 

-Oggi, però, sono qui per presentarvi i 5 tenenti colonnelli bulgari che collaboreranno con noi per il prossimo anno…- McDury si voltò verso il Maresciallo* Andrew che sostava ancora davanti la porta della palestra. –Li faccia entrare…-

 

James annuì, spalancando la porta. –Prego, da questa parte…-

 

Si udirono dei passi nel corridoio, prima che un omone alto almeno 1,90 m facesse il suo ingresso nella palestra. Aveva degli occhi nocciola tremendamente svegli ma buoni, la mascella delicata e tondeggiante, un leggero accenno di barba e dei capelli biondi corti terminavano il suo viso molto attraente. 

Fu seguito da altri tre uomini tutti bruni e dall’aria tranquilla e, alla fine, una ragazza minuta entrò assieme agli altri nella palestra. Si posizionò accanto al primo ufficiale bulgaro ed il colpo d’occhio fu immediato: lui altissimo, lei bassina, lui biondo, lei castana, lui imponente, lei minuta…

 

Ron osservò la ragazza con un pacato interesse. Notò, immediatamente, i suoi occhi verdi, identici, nel colore, a quelli di Harry, l’aria sveglia e molto intelligente, il nasino piccolo leggermente all’insù e le mani piccine ma proporzionate a tutto il resto.

 

McDury riprese a parlare. –Il Tenente Colonnello  Rüf…- disse, presentando la donna. –E’ la responsabile principale dei suoi colleghi. Ha il compito di controllare i suoi tenenti ma anche voi…- il generale lanciò un’occhiata alle reclute ma anche a Ron ed Harry. –Dovete collaborare attivamente ed in maniera costruttiva con loro. Confido nella vostra maturità e professionalità.-

 

Il tenente colonnello Rüf aveva annuito ad ogni parola di McDury assumendo un’aria da saputella che a Ron ricordò tanto Hermione.

 

-Grazie, Generale…- esordì quando McDury le passò la parola. Non aveva nessuna inflessione strana, parlava un perfetto inglese. –Io sono il Tenente Colonnello Taissa Rüf, come ha chiaramente anticipato il Generale McDury, coordinerò i miei compagni ed il lavoro che svolgeremo in questa base. Questi sono i miei colleghi…- si voltò, indicando l’omone. –Lui è il Tenente Colonnello Dimitri Rüf, specializzato in scientifica e ricerche.-

 

Dimitri fece un veloce saluto militare a Ron ed Harry che risposero prontamente.

Le reclute guardavano senza fiatare la presentazione della donna: Tenente Colonnello Dimitri Rüf, Ivan Kurnikov, Bladimir Raspunt, Oktavio Buderbeg.

 

Il rosso osservò i tenenti lanciando una breve occhiata a McDury. –Benvenuti,- esordì, facendo un sorriso asciutto. Taissa lo fissò con i suoi occhini verdi, annuendo. –Spero che ci troveremo bene a lavorare insieme. Io sono il  Maggiore Ronald Weasley.-

 

-Maggiore Harry Potter, Signore.- si presentò a sua volta il bruno.

 

I colonnelli bulgari salutarono i due uomini con un breve gesto militare.          

 

-Bene, ora che le presentazioni sono finite, se mi seguite, continuiamo la visita…- McDury si avviò verso l’uscita.

 

Il Maresciallo Andrew teneva aperta la porta mentre i bulgari seguivano il Generale. Il colonnello Rüf lanciò un’intensa occhiata a Ron prima di uscire dalla palestra. Aveva sorriso brevemente, scomparendo dietro Dimitri.

 

-Carina, eh?- chiese Harry, dandogli una gomitata.

 

Ron rimase fermo ad osservare l’ultimo bulgaro uscire, prima di annuire incapace di fare altro.

 

***

 

 

L’aria era fresca ed umida nei sotterranei segreti di un castello in rovina. Il vento correva tra le valli che circondavano la zona, frusciando tra i fili d’erba. Le nuvole si erano colorate di rosso ed arancio mentre lentamente il sole moriva, dietro le basse colline.

 

Tamiara sfiorò lo specchio d’acqua che si agitava nel calderone, facendolo acquietare. Con un colpo di bacchetta, spense il fuoco che bruciava sotto di esso.

Il buio regnò brevemente nella stanza prima che la donna accendesse le torce con uno schiocco delle dita.

I lunghi capelli ricci e rossi scendevano con grazia intorno al suo viso tondo e leggermente tornito sulle guance. Gli occhi marroni con una leggera venatura  di verde guizzarono attenti nella stanza deserta.

 

-Cassio…-

 

L’uomo uscì dall’ombra, rivelandosi in tutta la sua imponenza: i capelli erano corti e bruni, gli occhi chiari e maliziosi come sempre, il viso, dalla carnagione leggermente più scura, era segnato da una cicatrice sulla guancia sinistra.

 

–Tamiara.- disse asciutto, chinando il capo in segno di rispetto.

 

-Che notizie mi porti?-

 

Cassio fece un sorriso obliquo che avrebbe fatto rabbrividire anche Voldemort. –Buone, mia Signora.- 

La donna  socchiuse gli occhi, avvicinandosi con lentezza verso il centro della stanza dove una strana luce azzurrina illuminava una grande bacheca.

Tamiara poggiò le mani minute sul vetro gelido.

Il bagliore spettrale colpiva i suoi lineamenti, facendola sembrare ancora più cattiva: le zone di ombra si alternavano a quelle colorate di un tenue blue.

Il suo vestito porpora frusciò contro il pavimento in pietra della stanza, quando mosse una mano per eliminare un po’ di condensa dal vetro.

 

-Hai consegnato il libro a quel vecchio?-

 

Cassio annuì. –Certo, mia signora.- si avvicinò a lei. –Lei lo ha comprato, come nei piani…- 

 

Tamiara sospirò, picchiettando con le dita contro il vetro. Quando l’uomo che era steso all’interno della bara di cristallo si mosse leggermente, lei sorrise. –Tornerai presto in vita, non scalpitare…-

 

-Mia Signora perché dobbiamo riportarlo in vita…- Cassio aveva fatto un piccolo gesto di stizza con la mano.

 

-Perché ci serve e poi…- allungò la mano verso l’uomo, invitandolo ad avvicinarsi ancora. –Così, sarà più divertente…- 

 

Cassio l’abbracciò, guardando il volto dell’uomo addormentato, compiacendosi.

 

***

 

Ginny indossava una simpatica salopette di jeans, i capelli sollevati sulla testa e macchie di colore un po’ dovunque. Era seduta sul pavimento della soffitta di casa sua mentre con una mano manteneva il cartoncino e con l’altra cercava di fare un perfetto ghirigoro.

 

Maggie, accovacciata accanto a lei, era impegnata nello stesso lavoro: gli occhi verdi ed intelligenti concentrati sul cartellone  azzurro che stava colorando. Si tolse una ciocca di capelli dal viso con il dorso della mano.

 

-Ma perché non hai comprato le decorazioni già fatte?- le chiese, stiracchiandosi un po’.

 

Ginny sorrise, voltandosi. –Perché mi diverto troppo a farle. Poi, così avrò più motivi per sentirmi stanca e fare insospettire Harry…- ridacchiò come una matta, attaccando un po’ di nastrini su un festone.

 

-Povero…- Maggie riprese a colorare, cambiando posizione delle gambe. –Non mi sentivo più le ginocchia…- spiegò, quando Ginny si voltò per osservarla.

 

-In effetti, è da un po’ che stiamo lavorando.- guardò l’orologio da polso e sobbalzò.

–Oddio sono quasi le 18:00!-

 

Maggie rise, alzandosi per aiutare Ginny a mettere in ordine e far sparire ogni traccia di porporina.

Sul divano, vicino alla finestra aperta, TJ ed Eddie sonnecchiavano, guardando alla TV un programma con dei pupazzetti strani e colorati.

Il bambino non sembrava molto interessato a quei 5 peluche che si muovevano sullo schermo quanto ai bottoni della camicia di TJ: li aveva sbottonati tutti, allacciandoli in modo sbagliato.

Il ragazzo pareva non essersene accorto visto che dormiva della grossa con Eddie in braccio.

 

-Harry si è insospettito?- chiese Maggie, spazzando il pavimento.

 

Ginny annuì con un sorriso orgoglioso. –Non è il miglior auror per nulla.- infilò i cartelloni ed i fogli in un cassetto segreto. –Ieri, mi ha trovato arrampicata sugli scaffali della cucina…-

 

Maggie trattenne a stento una risata. –E che ci facevi arrampicata?!-

 

-Nascondevo il suo regalo…- la rossa incrociò le braccia sul petto. –Quell’uomo ha il brutto vizio di essere ficcanaso. Unito al fatto che è intelligente mi rende l’organizzazione di questa festa impossibile!-

 

-Ma non è proprio per questo che ti sei innamorata di lui?-

 

Ginny rise. –Sì. Purtroppo io punto ai  migliori…-

 

-Modesta…-

 

Tutte e due scoppiarono in una risata contagiosa, iniziando a rimettere a posto i tappeti, il tavolo e le sedie, utilizzando la bacchetta.

 

Maggie, avvertendo un certo freddo, chiuse la finestra vicino al divano, dove i due uomini dormivano. O meglio, dove il suo fidanzato stava dormendo della grossa e dove Edward si stava divertendo a spogliarlo e risistemargli i vestiti a suo piacimento.

Scosse la testa, sospirando rassegnata.

 

Eddie, sentendo il suo sbuffo, si voltò verso di lei, ritirando le manine che fino a poco prima avevano abbottonato la camicia di TJ e facendo una faccia innocente ed irresistibile.

-Tolomeus?!- Il ragazzo sobbalzò, svegliandosi bruscamente. Si grattò la testa prima di mettere a fuoco il contesto in cui si trovava. –Ma che diavolo combini?-

 

Edward sorrise con i denti davanti, quando il ragazzo fu sgridato dalla biondina.

 

-Non è il bambino che deve badare a te ma il contrario!- Maggie scosse la testa. –Sei assurdo…-

 

TJ si mise in piedi, prendendo in braccio Eddie. -Sei sempre così dolce e gentile nei tuoi modi…- la guardò con i suoi occhi azzurri. –E’ bello anche per me rivederti, sai?-

 

Maggie non cadde nella provocazione di TJ. –Andiamo, non fare lo sciocco. Ti avevamo chiesto di badare ad Eddie e tu, invece, ti sei addormentato, come al solito!- incrociò le braccia sul petto, fissandolo a sua volta. –Un giorno il bambino ti farà qualche incantesimo e tu non te ne accorgerai, ritrovandoti in Lapponia tra le renne di Babbo Natale!-

 

 -Dai non esagerare…- si chinò verso di lei, rubandole un piccolo bacio a fior di labbra.

–Lui se la cava benissimo da solo. Vero, campione?-

 

Maggie scosse la testa doppiamente rassegnata. –Infatti, non mi preoccupo per lui…- sussurrò.

 

-Tabo-tabo bravo!- s’infilò in bocca il ciuccio che aveva appeso ai vestiti con una catenina, mentre TJ e Maggie si spostavano verso il tavolo dove Ginny era seduta a scrivere.

 

La biondina rimase in silenzio per un po’, osservando la donna spuntare alcuni nomi su una lista.

TJ aveva messo a terra il bambino che aveva iniziato a giocare con una strana palla rossa spuntata da chissà dove.

 

Regnava un silenzio rilassato e piacevole in casa, interrotto ogni tanto da un risolino di Eddie e da un’incitazione di TJ, che gli stava insegnando a giocare a basket.

 

-HAI INVITATO ANCHE LEI?!- Maggie aveva le guance rosse e l’aria scandalizzata; aveva preso tra le mani un foglio di Ginny.

 

La rossa sobbalzò, prima di accigliarsi. –Chi?-

 

-HERMIONE!-

 

TJ si voltò spaventato, mentre il bambino fissò i suoi occhi sulle due donne. Aveva la palla rossa tra le mani che rifletteva la luce rossa del tramonto sui capelli marroni che venivano sfumati in un rosso scuro.

 

-Beh, è una carissima amica di Harry ed anche mia!- spiegò un po’ accaldata Ginny, puntando un dito contro il suo petto.

 

-Come?! Tu la consideri ancora un’amica dopo quello che ha fatto a tuo fratello?!-  Maggie stentava a crederci. Per lei Hermione Granger era solo una ragazzina viziata che aveva avuto tutto, dopo tante sofferenze, ma aveva preferito calciarlo via… -Ron sta ancora malissimo e tu la inviti  alla festa?!-

 

Ginny s’infervorò, alzando la voce. –Io la considero ancora un’amica e lo farò per sempre! Io so che ama mio fratello più di se stessa e quello che ha fatto è stato solo un errore!-

 

Maggie scosse la testa. –Se lei lo avesse reputato un errore, sarebbe tornata da lui il giorno stesso. Invece, sono passati 3 anni!-

 

La rossa si passò freneticamente una mano sottile tra i capelli rossi. –Maggie, tu sei troppo giovane per capire certe cose. Hermione usciva da un periodo terribile ed era molto scossa…-

 

-Stai forse dicendo che è Ron ad aver sbagliato?!-

 

-Non sto dicendo questo. Dico solo che la colpa sta al centro: Hermione non è stata matura e Ron è stato precipitoso. Tutto qui!- Ginny la guardò negli occhi, facendole un sorriso.

–La loro situazione non migliorerà se resteranno separati ancora. Credo che sia giusto che si vedano e risolvino i loro problemi…-

 

Maggie si morse le labbra incapace di ribattere. Quello che Ginny diceva era giusto, ma lei non poteva ancora perdonare Hermione. Aveva fatto soffrire troppo Ron, era stato come se gli avesse preso il cuore e lo avesse buttato in mare… Non capiva perché le cose dovevano essere così complicate: perché non aveva accettato di sposarlo? perché era fuggita via? In fondo, era risentita nei confronti di Hermione perché l’aveva delusa, tanto.

 

-Sarà… Spero solo che tu abbia ragione e che lei non lo faccia soffrire ancora. In quel caso, giuro che ce la mando di nuovo io in Bulgaria a suon di calci…-

 

Ginny fece un sorrisino. –In quel caso, ti aiuto anch’io!-

 

La porta della soffitta ebbe una scossa, mentre qualcuno cercava di aprirla. Ginny sbiancò e Maggie rimase con la bocca aperta. TJ corse verso la soglia mentre le altre cercavano di fare sparire il più velocemente possibile le liste degli invitati.

 

-VIRGINIA!- gridò Harry dall’altra parte della porta. –VUOI APRIRE QUESTA PORTA?!-

 

-Un attimo, Harry. Arriva TJ…- rispose mentre infilava sotto una cassapanca le pergamene.  

Maggie correva da una parte all’altra della  stanza per nascondere la sua parte di fogli. Gli infilò sotto un cuscino e quando TJ spalancò la porta ci si sedette sopra con un sbuffo.

 

Harry entrò in soffitta accigliato e molto insospettito quando notò il sorriso a 32 denti con il quale tutti l’avevano accolto. Scrutò tutto per un po’ senza parlare e, solo quando Eddie gli tirò la gamba del pantalone per essere preso in braccio, salutò tutti. –Salve…-

 

Maggie e TJ alzarono una mano, mentre Ginny gli si fece vicino baciandogli rapidamente le labbra. –Amore mio…- disse con un sorriso dolcissimo. –Già a casa? Ma che bello!-

 

-Sì, Ron si è offerto per finire il lavoro d’ufficio al posto mio…- rispose, mentre si continuava a guardare intorno.

 

-Ma che bravo…- gli mise le mani sul petto, spingendolo a poco a poco verso l’uscita.

–Visto che sei già qui perché tu ed Edward non fate un bel bagno insieme, mentre io preparo la cena?-

 

Harry inarcò un sopraciglio. –Non hai ancora cucinato?-

 

Ginny sorrise ancora. –No, siamo stati impegnati tutti il pomeriggio per…- cercò d’inventare qualcosa.

 

-Per ritagliare coniglietti di carta…- terminò Maggie, alzandosi dal cuscino. –Eddie adora i coniglietti.-

 

-Già, verissimo…- aggiunse TJ, mentre cercava la sua giacca.

 

-Coniglietti… di carta?- domandò Harry scettico.

 

Tutti e tre annuirono troppo velocemente. –Sì, una montagna…- esagerò TJ, per essere più convincente.

 

-Una montagna, eh?- Harry si guardò intorno. –E dove sono?-

 

TJ, Maggie e Ginny si scambiarono delle occhiate per un momento. –Beh…- dissero in coro.

 

-Li abbiamo…- iniziò il primo, -…Incantati.- continuò la rossa. -… e sono saltati fuori dalla finestra…- precisò Maggie.

 

-…Tabo-tabo, BUM!- terminò Eddie gioioso, mentre batteva le manine.

 

Harry strinse gli occhi estremamente scettico, ma preferì non indagare oltre. –Sarà…- accarezzò la schiena del bambino, baciandogli la fronte. -Credo sia meglio che  vada a preparare il bagno.- lanciò un’occhiata ai tre. –Mi raccomando, non fate arrivare i miei colleghi Auror per traffici illeciti…-

 

-Ma no!- lo tranquillizzò la sua fidanzata, mentre scompariva dietro la porta della soffitta.

 

Maggie e TJ guardarono Ginny e poi insieme scoppiarono a ridere.

 

-Coniglietti di carta, questa è stata molto bella!-

 

***

 

Draco Malfoy, Harry Potter e Ron Weasley adoravano giocare a basket. Avevano persino indetto un piccolo torneo tra di loro. Partecipavano tutti i ragazzi della compagnia ed il capolista era  TJ che deteneva il record di 109 canestri a tiro libero.

 

Era un’afosa giornata di Agosto e, nonostante il caldo insopportabile del fine pomeriggio, i tre erano impegnati in un divertentissimo scontro che sembrava ben intenzionato a durare ancora molto.

 

Draco scartò Ron che gli si era avventato sul lato destro, finendo la sua azione con un canestro di 3 punti.

Lily seduta sotto l’ombrellone del suo giardino, intenta a leggere un libro, segnò sul cartellone magico un 3 in direzione del nome di Draco Malfoy.   

 

-Bel tiro…- grugnì Harry che si trovava molto in basso nella classifica.

 

Il biondino sorrise, mentre beveva un po’ d’acqua sotto l’ombrellone. Guardò con interesse il libro che la bambina stava leggendo.

Harry e Ron continuavano a palleggiare nel tentativo l’uno di salire di posto, l’altro di proteggere il suo n°2.

 

“…Con lentezza le passò una mano sui lunghi capelli biondi, attirandola a sé e facendo morire il respiro affannoso sulle labbra rosse della giovane amante…”

 

Draco per poco non si strangolò. Sputacchiò dell’acqua, tossendo molto forte.

Il libro di Lily parlava d’amore?!Ma che stava succedendo? Alla sua principessa certe cose non piacevano… Insomma, dov’era finita la bellissima bambina patatosa che guardava con lui i film babbani più avventurosi?! Che si emozionava a parlare di Quidditch e scope?!

 

-Che leggi, principessa?- le chiese con una voce un po’ rauca.

 

Lily che non si era scomposta minimamente durante la sua tosse, alzò la testa dal  libro.

In quel momento, assomigliava talmente tanto ad Anne che Draco rimase senza fiato. Era così cambiata, nonostante avesse ancora 8 anni sembrava già una signorinella. Da quando poi aveva iniziato a praticare attivamente pattinaggio artistico era sbocciata, assottigliandosi.

Draco la preferiva quando poteva prenderla in braccio e strapazzarla di coccole come un peluche, ma sapeva che il tempo non poteva fermarsi e ben presto la sua principessa l’avrebbe abbandonato.

 

-E’ un libro che mi ha prestato Maggie. Dice che è molto interessante.- sfogliò senza entusiasmo le pagine. -In effetti, aveva ragione.- una leggera spolveratina di rosso ricoprì le guance tornite della piccola.

 

-Ah…- rispose Draco, mentre Ron ed Harry si trascinavano senza fiato verso il tavolo. –Di che tratta?- chiese, facendo posto al rosso che tentava di afferrare la sua bottiglia.

 

-Mah, nulla di particolare…- chiuse il libro con un tonfo. –E’ una storia di un capitano di ventura, amante del mare. E’ un libro rilassante che leggo quando ho i miei incubi…-

 

Ron la sollevò di peso dalla sedia, appoggiandola sulle sue gambe, prima di sedersi. Harry si era accovacciato sull’erba accanto al tavolo mentre Draco dimenticava il problema del romanzo d’amore e si concentrava su quello degli incubi.

 

-Hai ancora i terrori notturni?- Harry la guardò preoccupato, sentendosi in colpa. Se la piccola aveva quei problemi era anche colpa sua; non era stato in grado di sconfiggerlo da solo quel bastardo. Chi ne pagava le conseguenze, in quel momento, era una bambina innocente…

 

Lily si voltò, guardandolo fisso negli occhi. Quando faceva così, sembrava che potesse leggerti l’anima. Aveva uno sguardo così intenso e penetrante, qualcosa che riusciva a paralizzarti, sia nel corpo che nella mente.

 

-Sì, ma non è importante…- sembrava così tranquilla, pacata ed era proprio questo che spaventava a morte Draco. Come faceva una bambina ad essere tale e ad avere tutta quella saggezza? Voleva dire che aveva dovuto crescere in fretta, dimenticando la sua età e quello che era giusto fare: avere paura, ribellarsi al proprio destino. –Riesco a controllarli, ora…-

 

Ron le accarezzò la schiena, fissandola per un momento. Come gli faceva tenerezza quella bambina, forse di più di Eddie.

 

-Sai che noi saremo sempre al tuo fianco per proteggerti?- le chiese il rosso con dolcezza.

 

Lily annuì, prima di saltare giù dalle gambe di Ron. –Lo so. Siete l’unica certezza della mia vita…- diede un bacio a tutti e tre e poi aggiunse. –Nonostante tutto sono fortunata…-

Si girò e corse verso la porta di casa, dietro la quale scomparve rapidamente.

 

I tre rimasero a fissare il vuoto, per un po’. Poi Draco guardò l’orologio sobbalzando. –E’ tardi dobbiamo sbrigarci!- esclamò, rivolgendosi al rosso.

 

-Tardi per cosa?- chiese Harry, accigliandosi.

 

-Nulla di particolare ci hanno invitato ad una cena. Prima di andare, però, dobbiamo passare a casa tua perché Ginny ci ha preparato la torta al limone…-

 

-Ginny?- domandò Harry accigliato.

 

-Sì, lei!- ribadì Ron, facendolo alzare. –Sbrigati a farti la doccia che puzzi come un cavallo…-

 

Harry gli lanciò un’occhiataccia. –Beh, tu non profumi come una primula…-

 

-Muoviti!- lo spronò di nuovo Ron, spingendolo nel piccolo spogliatoio che avevano costruito nel giardino della casa gialla, dove si era trasferita la famiglia Cooper.

Chiuse la porta e si voltò verso Draco. –La prossima volta che mia sorella ha queste brillanti idee, giuro che la butto giù dalla finestra!-

 

Draco ridacchiò ma non aggiunse altro. In fondo, Ron aveva ragione.

 

***

 

Hermione recuperò il suo bagaglio. Tornare a casa attraverso gli aerei babbani era stata un’idea malsana. Il suo volo aveva fatto un ritardo pazzesco; troppe persone decidevano di mettersi in viaggio alla fine di Agosto: code per il checkin, file per l’imballaggio dei suoi bagagli, c’era tanta gente persino per andare alla toilette…

 

Trascinò i suoi bagagli verso l’uscita dell’aeroporto, mostrò il suo passaporto babbano e, finalmente, uscì da quel tram-tram incredibile.

Il sole stava tramontando ad ovest e i suoi raggi morenti colpivano delicatamente le cime degli alberi che circondavano l’aeroporto. La sera stava per ricoprire la città ed un vento abbastanza fresco le colpì il collo scoperto.

 

Hermione rabbrividì, decidendo di abbassare le maniche dell’enorme maglia a righe arancione dei Cannoni di Chuddley che aveva rubato a Ron qualche anno prima.

Il jeans blue scuro contrastava in maniera decisa con quel colore allegro e vivacissimo.

 

Si guardò intorno, sperando di riconoscere qualcuno ma sapeva che nessuno di sua conoscenza sarebbe andato a prenderla. In fondo, era stata proprio lei a non voler avvisarli del suo ritorno. Non aveva mandato nessuna risposta alla povera Ginny ed aveva liberato Edvige solo quella mattina, dopo averla fatta riposare e rifocillare adeguatamente per il lungo viaggio che l’aspettava. Avrebbe voluto portarla con sé durante il viaggio ma non era molto sicura di poterlo fare secondo le leggi babbane.

 

Dopo quasi 15 minuti di fila, riuscì finalmente a salire su un taxi. Si sedette pesantemente sul sedile posteriore e, quando l’uomo le parlò in inglese, senza alcuna inflessione bulgara nella voce, sorrise.

 

-Dove la porto, Miss?-

 

Hermione si lasciò andare contro il sedile. –Mi riporti a Londra.-

 

Era finalmente a casa.

 

***

 

Quando Harry Potter aprì la porta di casa sua, un silenzio innaturale l’accolse. Regnava un buio totale nell’ingresso e si udiva soltanto il leggero ticchettio dell’orologio a pendolo, appeso alla parete alla sua destra.

 

Si voltò verso Ron e Draco, alle sue spalle, un po’ accigliato e, quando il biondino lo spinse letteralmente dentro casa, la luce si accese all’improvviso ed un boato di ovazioni lo stordì.

 

-BUON COMPLEANNO HARRY!-

 

Riaprì gli occhi che aveva chiuso per ripararsi dalla repentina, quanto accecante luce e si ritrovò completamente circondato dai suoi più cari amici: Anne, Maggie, TJ, Draco, James, Evelyn, Matt, Sarah, Lily, Ron, Angelia, Lucrezia, Joseph e poi loro due, i pezzi più importanti di se stesso, le persone per le quali avrebbe volentieri ucciso e che avrebbe protetto per sempre.

 

Ginny era in piedi accanto al divano, teneva in braccio Eddie ed era bellissima: un sorriso radioso le ornava le labbra piene e rosse; i capelli carminio erano stati arricciati e tirati su in un chignon molto elegante; indossava un abitino estivo bianco che le fasciava la vita sottilissima. Con la mano sinistra, stava tentando di aggiustare la frangia di Edward che non sembrava gradire molto le attenzioni di sua madre.

 

Harry si avvicinò a grandi passi a loro, prendendo in braccio il bambino e baciando appassionatamente sua moglie. Rimasero abbracciati per un po’, mentre tutti gli altri amici intorno fischiavano ed applaudivano. –E questo che stavi organizzando?-

 

Ginny gli fece una piccola linguaccia, annuendo. –Sì, signor Potter. Solo una festa per il tuo 25° compleanno… E’ una data importante ed un mese fa non l’abbiamo festeggiata come meritava.-

 

-Solo una festa per il mio compleanno, quindi. Nulla di pericoloso ed illegale?-

 

Ginny sorrise. –Le cose pericolose ed illegali le faccio solo con te in un altro ambiente…- si morse le labbra maliziosa, facendolo ridere.

 

-Ti amo da impazzire, amore mio.- le disse, dandole un altro bacio. -…E amo da impazzire anche te!- continuò, staccandosi dalla moglie e sollevando in alto Eddie che scoppiò a ridere.

-TABO-TABO AEREO!-

 

Tutti risero mentre si avvicinavano ad Harry per fargli gli auguri e dargli il regalo. Alla fine della processione, aveva tra le mani così tanti pacchetti che dovette mettere giù Edward che trotterellò subito verso il tavolo pieno di dolci.

 

Harry appoggiò i suoi regali sul tavolino, pregustando la felicità di aprirli più tardi.

 

-Ehi, bambino sopravvissuto?!-

 

Il bruno si voltò, ritrovando i suoi migliori amici, Draco e Ron, a braccia incrociate vicino all’ingresso. Avevano un sorriso ebete disegnato sulla faccia e l’aria di chi la sa più lunga.

Harry si avvicinò, guardandoli. –Che avete tanto da sorridere voi due?-

 

-Nulla, ci piace pensare a quanto suderai per una stupida chiave…- spiegò Draco, sghignazzando.

 

-Una stupida chiave?-

 

Ron annuì. –Una stupidissima chiave…-        

 

Harry non capì. –Ma state vaneggiando?-

 

-Guarda fuori dalla finestra.-

 

Il bruno accigliato si avvicinò alla finestra, scostò una tendina ricamata e per poco non svenne. Fuori, sull’erba appena falciata del suo giardino, c’era una spettacolare Harley Davidson, laccata in nero con una fiammeggiante fenice verniciata sul parafango.

 

-Mi avete comprato un Harle…- Harry non riuscì a finire la frase perché gli mancavano le parole. –Mi avete comprato una…-

 

-E dai respira!- lo schernì Ron. –Ha messo una bella parte Draco, un’altra piccola io ed un’altra ancora più piccola Anne.-

 

-Non ti aspettare più regali da me e lui per un bel po’ di tempo, capito bambino sopravvissuto?-

 

Harry annuì incapace di fare altro. –E’ mia?-

 

Ron non riuscì a trattenere una risata. –Beh, è tua se riesci a prendere le chiavi…-

 

-Come faccio?-

 

Draco lo sospinse verso il retro della casa, nel giardino, dove era stato approntato un piccolo campo da basket casalingo.

Tutti gli invitati erano stati fatti sedere con un piattino di dolcetti ed un bicchiere di ponch su una gradinata, pronti a godersi lo spettacolo.

 

TJ era in mezzo al campo, elegantissimo con la sua camicia bianca ed i suoi jeans scuri. Fece un sorriso ai tre uomini, quando li vide spuntare dalla porta.

 

-Ragazzi che mi state combinando?- chiese Harry preoccupato.

 

Ron ridacchiò. –Non è stata una nostra idea ma della tua quasi moglie.-

 

-Prenditela con lei!- esclamò Draco, facendo strada verso TJ.

 

Harry strinse la mano al ragazzo, capitano della squadra di basket dell’università di Londra. –Sei pronto a prenderti le chiavi?-

 

-Sono nato pronto, giovanotto!-

 

TJ rise. –Bene. Quello che devi fare è solo segnare 5 punti in una partita di basket uno contro uno…-

 

Harry si rilassò. –Beh, pensavo peggio.-

 

Draco e Ron gli diedero una pacca sulla spalla. –Aspetta di vedere il tuo avversario.-

 

TJ fece un fischio, chiamando un certo Junior.

Harry smise di sorridere, quando un omone di due metri che era più grosso di Ron, Draco e lui messi insieme, fece il suo ingresso.

 

-Lui è Junior, gioca a basket con me. E’ uno dei migliori giocatori che io conosca.- spiegò il ragazzo, facendo le presentazioni. –Le Regole sono semplici: Gioco pulito e senza uso di trucchetti!- Guardò Harry, ammiccando esplicitamente alla magia.

 

-Non ti preoccupare.-

 

TJ, Draco e Ron sorrisero. –Bene. Giocate!-

 

Harry guardò un po’ Junior e poi si girò verso gli altri. –Facciamo 3 punti?-

 

***

 

 

 Hermione scese dal taxi, pagò l’autista e con un’aria strana si avviò alla porta di casa Potter. Percorse il vialetto, facendo strisciare il suo trolley sui mattoni di cotto, ammirando una bellissima moto, parcheggiata sull’erba. Quando arrivò all’ingresso, si accorse che la porta era aperta. La sospinse entrando in casa, sentendosi un po’ ladra.

 

-Ehi?- chiamò, chiudendosi l’uscio alle spalle e lasciando i suoi bagagli all’entrata.

 

Rimase incantata dall’arredamento elegante ed accogliente della casa. Non aveva mai visto qualcosa di più intimo e famigliare, a parte la Tana. I mobili di ciliegio erano nuovi ed eleganti. Il camino spento era di marmo rosso, lucidissimo. Le tendine bianche ricamate, i cuscini morbidi e vellutati, il parquet coperto da un grande tappeto persiano rendeva la stanza ancora più calda.

 

Hermione si avvicinò al tavolo dei dolci, prendendo un piccola fetta di torta al limone. Annusò il suo profumo così buono e, quando l’assaggiò, si ricordò di tempi passati ed una sensazione piacevole l’avvolse. Si sentiva  a casa.

 

-VAI!- un gridò la condusse verso la cucina, dove la porta del retro era aperta.

 

Si sentiva un delizioso odore di biscotti ed ancora una volta Hermione si soffermò a guardare i mobili. Posò una mano sul tavolo in granito. Il legno bianco laccato era pulitissimo ed ogni soprammobile era ordinatamente al suo posto. 

Guardò il frigorifero dove erano appesi dei messaggi d’amore che Ginny ed Harry si erano scambiati e provò un momento d’invidia. Avevano costruito una famiglia bellissima e solo lei sapeva quanto se lo meritavano, tutti e due.

 

-Vai, Harry!-

 

Hermione sorrise, affrettandosi a raggiungere il cortile dal quale provenivano le grida. Rimase ad osservare in disparte, semi nascosta da un grande cespuglio.

 

Harry era impegnato in una partita di Basket. Era tutto sudato ma, nonostante questo, aveva un sorriso radioso stampato sulle labbra.

Ginny era in piedi su una gradinata a saltellare con in braccio un bambino bellissimo: Eddie.

 

Hermione si commosse, nel vedere quanto fosse cresciuto. Le foto del battesimo erano così vecchie.

Guardò tutti i visi dei suoi amici, concentrati sull’incontro e capì quanto profondamente le erano mancati. Aveva passato alcune notti insonni a guardare vecchi album di foto per non dimenticare i loro visi ed in quel momento averli di nuovo lì, davanti agli occhi, era emozionante.

 

Cercò con gli occhi Ron, ritrovandolo appena più indietro rispetto a Ginny. Le aveva preso Eddie dalle braccia e se l’era messo sulle spalle. Il bambino rideva con lui e lei si sentì così triste. Se con il suo ritorno avesse infranto qualche equilibrio che si era stabilito?

 

Finalmente, la palla che Harry sballottava riuscì a centrare il canestro. Un boato accolse la fine dell’incontro ed il bruno fu letteralmente sommerso dalle braccia degli amici. Che felicità serpeggiava in quel momento in quel piccolo anfratto di paradiso. Era una sensazione che colpiva anche lei, facendola sentire contenta.

 

-Ora la Harley è tuo, vecchio mio!- gli disse Ron, dandogli le chiavi.

Harry rise, afferrandole. Si fece largo tra la folla, pronto a rientrare in casa e provare la sua moto.

 

Fu allora che tutti la videro. Fu allora che la felicità fu risucchiata e tutti rimasero fermi a guardare: a guardare lei, a guardare lui.

 

A guardare Ron ed Hermione.

 

Passarono attimi che sembrarono infiniti, poi Eddie che era sceso dalle braccia della madre ancora imbambolata, trotterellò verso la donna, ferma sulla porta. Allungò una manina grassoccia e disse: -Tabo- Tabo zia ‘Mine!-

 

Hermione non trattenne le lacrime che veloci avevano preso a rigarle il viso. Si abbassò verso il bambino, prendendolo in braccio. Sembrò che Edward le facesse da ancora, perché con lui tra le braccia non si sentiva più una barca alla deriva.

Con una voce rotta dal pianto, fissò il festeggiato che la guardava senza battere ciglio.

–Buon, compleanno Harry.-

 

Continua…

 

 

 

 

 

 

Salve amici cari^^!

Come state? Io bene. Ho scritto questo capitolo di getto e con tanta passione. Spero vivamente vi sia piaciuto, perché io mi sono divertita un mondo a scriverlo. Ho tentato di renderlo più allegro e divertente possibile, ma la situazione non è certo delle migliori: Ron continua a soffrire ma reagisce, nuovi personaggi sono stati introdotti, vecchie conoscenze si sono fatte sentire, qualche spiegazione e soprattutto tanti Harry e Ginny moments! Che volete adoro Tabo-Tabo! ^____________________^

 

Va beh, vi do appuntamento al prossimo chiappino: “Perdonami, se puoi…” Quindi, chissà su chi sarà incentrato?!^_________________________^

 

Baciotti a tutti, vi lascio ai vostri saluti!

 

Selphie Grazie, tesoro! Bentornata anche a te^_^. No, non mi sono dimenticata della promessa. Hermione è una matta, lo penso anch’io. Grazie di aver recensito. Baci,

Angèle ^^

 

Karmensita Mamma mia che bella recensione luuuuunga ^___________^! Grazie tesoro io le adoro in una maniera incredibile. Lo so, lo so… Draco è matto ed Anne è una tesorona, mi è dispiaciuto un sacco farli stare male. Ma bisogna soffrire per gustare al meglio il premio, no? Prendi esempio da Harry ^_________________^. Angelia sta combinando qualcosa che non doveva fare… ma chissà se la scamperà e che cosa sta facendo?! Mah, io non lo so, ihihhihi. Ci sentiamo prestissimo. Grazie della recensione,

Angèle^^

 

FedeHermy Facciamo che è un po’ di tutto. Sono contenta che ti sia piaciuto ed eccoti a te servito un altro pezzo di questa storia. Baci,

Angèle^^

 

Clo87  Morosa, cara… perché mi ricordi che tra un po’ devo fare gli esami di stato?!?!

-______________________________- |||. Ti prego sono già tristissima per conto mio… Cmq, grazie di avermi mandato le mail e di avermi spronato a continuare. Spero che ti sia piaciuto questo chapppino e per tutte le tue domande dovrai solo aspettare e saprai. Un forte bacio, ^_______________^,

Angèle^^

 

Giugizzu Grazie. Ben venuto a bordo,

Angèle^^

 

Bambolina Lo spero anch’io

 baci,

Angèle^^

 

Karry Grazie cara. Lo so che nessuno se lo aspettava ma purtroppo la mia mente malata ha partorito questo. Spero ti piaccia,

baci,

Angèle^^

 

Robby Nemmeno io so con che coraggio ha rifiutato Ron, ma fatto sta che l’ha fatto. Spero tanto che non mi combinino più guai. Ti mando una valanga di ringraziamenti, a presto,

Angèle^^

 

Sirius4ever Grazie^__________^. Spero ti piaccia anche questo chiappino, baci,

Angèle^^

 

Hiromi91 Beh, sì sono orgogliosamente fan della mitica Sunny. Secondo me, lei è la migliore di tutti. Tra le mie storie e le sue non ci sono paragoni. E’ troppo brava *________*. Va beh, vado. Grazie della recensione, baci,

Angèle^^

 

Sarikketta Malfoy Eheheheh. Hai colto nel segno. Sono tutti un po’ depressi o hanno paura di diventarlo. Ma sai come si dice, quando tocchi il fondo non puoi fare altro che risalire. Loro lo faranno, moooolto lentamente ma ce la faranno. In fondo, sono i migliori, no? Baci,

Angèle^^

 

Sunny ‘Morosa! Che bello averti di nuovo tra le mie recensioni (Angèle fa un inchino al cospetto della mitica). Lo so che Hermione è stata tutta matta. Rifiutare Ronnino che ti chiede di sposarti nudo e bello come il sole, è abbastanza difficile ma sappiamo che lei è mooooolto difficile, quindi. Anne e Draco sono degli scemini ma purtroppo devono comportarsi così altrimenti non ci sarebbe storia, no? TJ ( *____________*) e Maggie se la spassano e sono il mio raggio di sole come il piccolo Eddie Tabo-tabo! Spero che questo chap sia stato di tuo gradimento. Il prossimo sarà tutto per Ronnino ed Hermioncina (SANGUE, SANGUE!) Ehehehe, ti abbraccio forte ^______________^,

Angèle^^

 

Daffydebby Tesoro! Ma grazie a te di essere tornata a recensirmi. TI ringrazio infinitamente dei complimenti e spero di non deluderti. Lascia fare a me. Baci,

Angèle^^

 

EDVIGE Spero ti sia piaciuto. Rilassati ancora con me,

baci,

Angèle^^

 

***ginny*** Grazie, baci anche a te,

Angèle^^

 

Angela Madò che tesoro che sei tu ^_________________________^! Grazie davvero tante per tutte le belle parole, senza non saprei che fare. Spero che tutto sia stato di tuo gradimento. Baci,

Angèle^^

 

Karien Voglio vedere anch’io come continua. Grazie della tua recensione,

baci mille,

Angèle^^

 

Lily Grazie mille. Sono contenta che tute le mie storie ti siano piaciute. Benvenuta a bordo. Baci,

Angèle^^

 

Rachele90 Certo tutte le spiegazioni a tempo debito. Non ti preoccupare. Non ti lascio in sospeso nulla. Grazie della recensione. Bacissimi,

Angèle^^

 

Vale Tesoro! Che bello sentirti di nuovo. E’ un piacere riaverti tra le mie recensioni, sai che adoro quando dici che la mia storia ti è piaciuta. ^___________^. Spero davvero che anche questo chiappino e tutta questa nuova avventura siano di tuo gradimento. Tvb, loooove,

Angèle^^

 

Avana Kedavra  ‘Morosaaaa! Ben tornata anche a te! Che bello ho ritrovato quasi tutte le mie meravigliose recensitici. Qualcuno si è perso altri non si sono accorti della nuova storiella ma l’importante che voi ci siate ancora. Vi voglio un mondo di bene e vi ringrazio per le belle parole, siete fantastiche! Baci,

Angèle^^

 

Daphne  Regalo di Santo Stefano! Beh,  ti ringrazio delle tue parole sempre così gentili. Sei troppo carina, addirittura tre recensioni.  Sì, il film l’ho visto e non vedo l’ora che esca in DVD^____________^. Così, me lo gusterò quante volte voglio. Eheheheh! Spero tanto che ti piacerà anche quest’avventura. Besos,

Angèle^^

 

JulyChan Tesoro, l’ultima salutata ma non di certo per importanza. Sei stato il mio ultimo regalino, quindi, occupi un bel posticino nel mio cuore. Grazie delle tue bellissime parole. Ti mando un bacio grandissimo, spero che apprezzerai anche questo chap. Baci,

Angèle^^

 

Bene! Abbiamo finito anche questa volta. E’ un’emozione infinita avervi salutato, di nuovo. Vi mando un grosso bacio, anche a chi non ha recensito. Baci, baci e BUONE FESTE!

 

Angèle J

 

p.s.

“Perdonami, se puoi…” al prossimo chapter!

 

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