DAAB II
.::La partita non è finita::.
Tutti i personaggi della mia ffc sono di
proprietà di J.K. Rowling (a parte qualcuno), quindi, ringrazio questa grande
donna per averci regalato con i suoi libri un mondo meraviglioso, quello di
Harry Potter…
Io ho terminato, buona lettura
Angèle
* le parti in corsivo (come in tutte le
ffc) sono ricordi….
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Dedicato a Daffydebby. Grazie delle belle parole.
-Chapter 2:Buon Compleanno, Harry!-
Hermione
quella mattina era stata svegliata da un picchiettio poco piacevole. Aveva
aperto un occhio, sperando che fosse stata solo la sua immaginazione.
Fuori
dalla finestra, però, una bella civetta bianca, che lei conosceva benissimo,
aspettava paziente che qualcuno le aprisse. I suoi occhi ambrati e buoni
indugiavano nella stanza alla ricerca del destinatario della sua lettera.
Hermione
sorrise, alzandosi in piedi dopo aver calciato via il lenzuolo. –Edvige?-
richiamò la civetta bianca mentre apriva la finestra.
Il
bel volatile zampettò nella stanza, lasciandosi accarezzare dalla ragazza. –E’
successo qualcosa?- Edvige fece uno strano verso che fece sorridere Hermione.
Allungò la zampa, dove la lettera era piegata ed aspettò.
La
donna sciolse rapidamente lo spago recuperando la pergamena. La srotolò,
leggendo il suo contenuto con curiosità.
Londra, 19 Agosto
Cara Hermione,
Come stai? Noi bene, a parte un po’ lo
stress (non riesco ancora a crederci!) per il matrimonio.
Visto che non ci vediamo da tanto ed Eddie,
che è diventato un ometto ormai, vorrebbe tanto conoscere sua zia Hermione, ho
pensato di organizzare una festa a sorpresa per il compleanno di Harry. Lo so
che è passato quasi un mese dalla data effettiva ma, appunto per questo, non
sospetterà nulla…
Cosa ne pensi? Ti prego, dimmi di sì!
Aspetto con ansia una tua risposta(AFFERMATIVA!),
Ti abbracciamo con tantissimo affetto,
tuoi
Ginny ed Eddie
p.s.
Harry non c’è solo perché è allo scuro
di questa lettera.
p.s. 2
Non mandarmi in dietro Edvige perché ho
detto che è dal veterinario…
Hermione
sorrise al disegno che era allegato alla lettera.
Doveva
averlo fatto Eddie: una serie di omini fatti da due cerchi ed un paio di
stanghette che salutavano. Per un bambino di 3 anni era un capolavoro.
Sospirò
quando si accorse che Ginny non aveva citato affatto Ron. Era come se lei non avesse voluto immischiarsi
nei loro affari. Aveva preferito tenersi fuori e guardare dall’esterno come una
brava amica e sorella.
-Vuoi sposarmi, Hermione
Jane Granger?-
La
ragazza rabbrividì al ricordo della richiesta di Ron. Era stato così dolce,
tenero… ed avventato. Lei non se l’era sentita di accettare ed era fuggita,
lontano dalla sua città e dal suo mondo: i suoi amici e le sue abitudini.
Perché
non se l’era sentita?
Quante
volte la gente a cui aveva raccontato la sua storia, davvero poche persone, le
aveva posto questa domanda.
Cosa
mancava nel suo rapporto con Ron? Si amavano, erano coinvolti, appassionati
persi l’uno per l’altra… eppure lei aveva detto di no e, la cosa peggiore, non
ne sapeva il motivo esatto.
Magari
non era davvero innamorata di lui?
Hermione
si arrabbiava quando qualcuno insinuava una cosa del genere. Lei era e sarebbe
stata per sempre innamorata di quella
testa rossa. Adorava ogni suo particolare, ogni suo difetto ed ogni suo pregio.
Stravedeva per quelle lentiggini chiare, per quegli occhi blue e per quel
fisico statuario. Sognava di poter trascorrere di nuovo ore nell’abbraccio
amorevole di Ron, di poterlo amare ed accarezzare ancora come se nulla fosse
accaduto…
Non
poteva, però.
Aveva
infranto il cuore di quell’uomo, aveva spezzato quel filo che teneva legate le
loro anime e sapeva di non poter riparare nulla. Anche se ci fosse riuscita,
poi, cosa avrebbe fatto se Ron le avesse riproposto di sposarlo?
Si
passò una mano tra i capelli ricci, sbuffando.
Sarebbe
scappata o avrebbe finalmente avuto il coraggio di fermarsi e ammettere che in
fondo anche lei voleva sposarsi? Quanta confusione aveva nella mente ogni qual
volta pensava a lui, quel dannato batticuore, poi, le impediva di ragionare
tranquillamente.
Edvige
le beccò con dolcezza le dita della mano per consolarla, quando calde lacrime
avevano iniziato a far capolino dai suoi occhi.
Aveva
una voglia matta di riabbracciare tutti, di dormire nuovamente nel suo letto,
di chiacchierare di nuovo con Ginny, di ridere con Harry, di fare shopping con
Anne, di assaggiare la cucina di Draco ma, soprattutto, di arrossire ancora
sotto lo sguardo innamorato di Ron…
Era
arrivato il momento di tornare a casa ed affrontare i problemi che per troppo
tempo aveva evitato.
Accarezzò
la testa piumata di Edvige, prima di sedersi e scrivere la sua risposta.
***
Angelia dava la mano alla piccola Lily
mentre con difficoltà si divincolava per le strade del mercato che si teneva a
Diagon Alley. Qualche bancarella più indietro, Anne spingeva il carrozzino dove
Edward, il figlio di Harry e Ginny, dormiva tranquillo.
La quasi
signora Potter aveva chiesto alle due ragazze di badare, per quella mattinata, al
bambino, visto che lei era affaccendata in altro: matrimonio incombente e festa
a sorpresa per Harry.
Il caldo
quella mattina era terribile. Il sole batteva insistente sulle loro teste e,
nonostante indossassero lo stretto necessario per non essere denunciate,
Angelia ed Anne avevano l’aria accaldata e sudaticcia.
Lily aveva un
visetto stanco ed arrancava in silenzio dietro sua cugina, evitando, di tanto
in tanto, i carrelli della spesa delle vecchie signore streghe.
-Io ho
sete…- Angelia si voltò verso la
bambina. –ed anche fame… e sono pure stanca!-
Anne fece un
veloce slalom tra un paio di signore anziane impegnate nella scelta dei meloni,
raggiungendo le due che si erano momentaneamente fermate per aspettarla.
-Tieni…-
Angelia porse la borraccia dell’acqua a Lily che bevve con avidità. –Vai piano
che è fredda.-
Anne accarezzò
la testa di sua sorella, assicurandosi che il cappello bianco, regalatole da
Draco, fosse davvero contro il sole.
-Cosa c’è
ancora sulla lista?-
Angelia
consultò velocemente il pezzo di carta che aveva nella tasca degli shorts di
jeans.
Si sventolò
una mano contro il viso, facendo un sorriso.
–Abbiamo
finito. Devo solo prendere lo zafferano.- indicò il negozietto due vie più
indietro. –Non ci vorrà molto.-
Lily sbuffò,
annoiata. –Io ho fame.-
-Dai, tesoro
un altro sforzo.-
-No, basta!-
la bambina alzò la voce, facendo svegliare di soprassalto Eddie che aprì gli
occhi verdi, limitandosi a riprendere a succhiare il suo ciuccio. –Voglio il
gelato!-
-Lily, non
fare la bambina viziata. Angelia ha quasi finito, poi, tutte insieme andremo…-
Angelia mise
una mano sul braccio di Anne, fermandola. –No, la bambina ha ragione. L’abbiamo
scarrozzata per tutto il giorno. Si merita un break, anzi…- si chinò sul
carrozzino, pizzicando leggermente il naso di Edward -se lo meritano tutti e
due un bel gelato con il cioccolato!-
Lily saltellò
contenta. –Sì, sì!-
Edward,
vedendo la sua euforia, sputò il ciuccio iniziando a battere le manine
grassocce e a gridare. –Tabo-tabo, tabo-tabo!-
Anne scosse la
testa, facendo un mezzo sorriso. –Io vado a rifocillare le truppe.- lanciò
un’occhiata alla cugina. –Quando hai finito siamo lì.-
-Va bene.-
Angelia sorrise, salutando con la mano i
bambini. Rimase ferma, guardandoli allontanarsi. Si contemplò un po’ intorno,
prima di svanire per una via più nascosta che portava a Nokturn Alley. Ormai
conosceva tutte le strade più impensabili per arrivare lì.
Superò una
paio d’insegne annerite e scricchiolanti, fino a raggiungere un negozietto
polveroso. La vetrina metteva in bella mostra dei libri che nemmeno Hermione
avrebbe avuto il coraggio di leggere.
Aprendo la
porta a vetri, un campanello l’accolse. Aveva un suono stridulo e non era come
i sonagli squillanti e piacevoli delle altre attività di Diagon Alley.
L’ambiente era
sporco e tetro; i mucchi di libri erano sudici di polvere, il pavimento di legno
scricchiolava ad ogni passo di Angelia.
-Signorina…-
il padrone del negozio, uscì dal retro bottega. Era un omino, piccolo ricurvo
ed unto. –Pensavo non sarebbe più tornata.-
Angelia
sorrise. –E’ arrivato?- si avvicinò al bancone, poggiando le sue mani sottili
sul legno lucido.
L’uomo ci
pensò un attimo su.
-Mr. Dombie,
mi aveva assicurato che sarebbe arrivato per…-
-Sì, sì…-
l’omino la guardò da dietro gli occhiali spessi. –Non si preoccupi è arrivato.
Qui, alla Zombie’s, la consegna è sempre puntuale.-
Angelia
sorrise, afferrando la porchette dalla borsa ricolma di pupazzetti e sacchetti
vari.
–Quanto le
devo?-
Mr. Dombie era
sparito brevemente dietro l’alto bancone, ricomparendo poco dopo, con il libro
tra le mani: era un volume molto grande e la copertina era nascosta dalla carta
marrone del negozio.
-20 galeoni.-
Angelia non
batté ciglio, riversando nelle mani ossute dell’anziano signore il pagamento.
Afferrò il
libro e si avviò alla porta, con un certo tremito nelle mani.
-Signorina?-
Angelia si
fermò a pochi passi dalla porta. –Sì?-
-Faccia molta
attenzione…- indicò il pacco che ingombrava le braccia della donna. –Il libro
dei morti è molto pericoloso.-
Angelia annuì.
–Lo so. Non si preoccupi.- e senza aggiungere altro, lasciò il negozio diretta
verso Diagon Alley.
Un’ombra uscì
dal retro bottega, apparendo alle spalle dell’anziano signore. –Ottimo
lavoro…- e, prima che Dombie potesse
replicare, lo pugnalò al cuore.
***
-Non
capisco cosa stia combinando…- Harry era seduto, in palestra, sugli addominali
di una giovane recluta. Parlava con Ron che si trovava dall’altra parte della
sala, intento a tastare l’addome di una ragazza per verificare che stesse
lavorando bene.
Il capitano
rosso fece un breve sorriso alla signorina bionda che aveva controllato,
facendola arrossire. –Continua così…- le disse velocemente, prima di tirarsi su
e rivolgere lo sguardo ad Harry.
-Chi, scusa?-
Il bruno
sbuffò, alzandosi dalla recluta che ringraziò mentalmente la sua buona stella.
-Come chi?-
Harry aveva l’aria allucinata. –Tua sorella, la mia quasi moglie. Ha un comportamento strano. Ieri, l’ho trovata
arrampicata sugli scaffali della cucina…-
Ron trattenne
una risatina. –Magari, ha una di quelle strane crisi femminili…- cercò di
consolarlo, grattandosi il mento.
Harry
s’accigliò. –No, non credo…-
Ron scoppiò a
ridere, trascinandosi dietro un paio di reclute impiccione. –Da quando sei
diventato donna, Harry?- gli chiese, scrutandolo dall’alto verso il basso.
-Idiota…-
sbottò il bruno, lanciando un’occhiata prima al suo quasi cognato e poi ai ragazzi che trattenevano male l’ilarità.
–Sto dicendo sul serio. Sono preoccupato…-
Ron allargò
gli occhi, appoggiandogli le mani sulle spalle. –Harry, amico mio, sei
ufficialmente paranoico…- si guardò intorno, avvicinandosi di più all’orecchio
dell’auror. –Al massimo sta progettando di ucciderti…-
Harry rimase
un attimo in silenzio, annuendo. Poi, con uno scatto delle spalle, si tolse di
dosso le mani grandi e callose di Ron che aveva preso a ridere senza sosta.
–Basta con te non si può fare un discorso serio…-
Il rosso
continuò a ridacchiare per un po’, fino a quando una voce seria e corposa non
lo bloccò. –Cosa c’è tanto da ridere, Maggiore Weasley?-
Le 20 reclute
sul pavimento, insieme a Ron ed Harry, scattarono immediatamente sull’attenti.
-Nulla,
Generale McDury!- esclamò prontamente, portandosi la mano sulla fronte in segno
di saluto.
L’omone lo
guardò brevemente, facendo un mezzo sorriso orgoglioso. –Riposo, Maggiore Weasley.
Sono qui in veste di presentatore. Tutti voi sapete che alcuni dei nostri
uomini migliori sono partiti per la Bulgaria per approfondire le loro
conoscenze…-
Ron ebbe un
fremito all’altezza dello stomaco. Anche Hermione era tra quelli.
-Oggi, però,
sono qui per presentarvi i 5 tenenti colonnelli bulgari che collaboreranno con
noi per il prossimo anno…- McDury si voltò verso il Maresciallo* Andrew che
sostava ancora davanti la porta della palestra. –Li faccia entrare…-
James annuì,
spalancando la porta. –Prego, da questa parte…-
Si udirono dei
passi nel corridoio, prima che un omone alto almeno 1,90 m facesse il suo
ingresso nella palestra. Aveva degli occhi nocciola tremendamente svegli ma
buoni, la mascella delicata e tondeggiante, un leggero accenno di barba e dei
capelli biondi corti terminavano il suo viso molto attraente.
Fu seguito da
altri tre uomini tutti bruni e dall’aria tranquilla e, alla fine, una ragazza
minuta entrò assieme agli altri nella palestra. Si posizionò accanto al primo
ufficiale bulgaro ed il colpo d’occhio fu immediato: lui altissimo, lei
bassina, lui biondo, lei castana, lui imponente, lei minuta…
Ron osservò la
ragazza con un pacato interesse. Notò, immediatamente, i suoi occhi verdi,
identici, nel colore, a quelli di Harry, l’aria sveglia e molto intelligente,
il nasino piccolo leggermente all’insù e le mani piccine ma proporzionate a
tutto il resto.
McDury riprese
a parlare. –Il Tenente Colonnello Rüf…-
disse, presentando la donna. –E’ la responsabile principale dei suoi colleghi.
Ha il compito di controllare i suoi tenenti ma anche voi…- il generale lanciò
un’occhiata alle reclute ma anche a Ron ed Harry. –Dovete collaborare
attivamente ed in maniera costruttiva con loro. Confido nella vostra maturità e
professionalità.-
Il tenente colonnello
Rüf aveva annuito ad ogni parola di McDury assumendo un’aria da saputella che a
Ron ricordò tanto Hermione.
-Grazie,
Generale…- esordì quando McDury le passò la parola. Non aveva nessuna
inflessione strana, parlava un perfetto inglese. –Io sono il Tenente Colonnello
Taissa Rüf, come ha chiaramente anticipato il Generale McDury, coordinerò i
miei compagni ed il lavoro che svolgeremo in questa base. Questi sono i miei
colleghi…- si voltò, indicando l’omone. –Lui è il Tenente Colonnello Dimitri
Rüf, specializzato in scientifica e ricerche.-
Dimitri fece
un veloce saluto militare a Ron ed Harry che risposero prontamente.
Le reclute
guardavano senza fiatare la presentazione della donna: Tenente Colonnello
Dimitri Rüf, Ivan Kurnikov, Bladimir Raspunt, Oktavio Buderbeg.
Il rosso
osservò i tenenti lanciando una breve occhiata a McDury. –Benvenuti,- esordì,
facendo un sorriso asciutto. Taissa lo fissò con i suoi occhini verdi,
annuendo. –Spero che ci troveremo bene a lavorare insieme. Io sono il Maggiore Ronald Weasley.-
-Maggiore
Harry Potter, Signore.- si presentò a sua volta il bruno.
I colonnelli
bulgari salutarono i due uomini con un breve gesto militare.
-Bene, ora che
le presentazioni sono finite, se mi seguite, continuiamo la visita…- McDury si
avviò verso l’uscita.
Il Maresciallo
Andrew teneva aperta la porta mentre i bulgari seguivano il Generale. Il
colonnello Rüf lanciò un’intensa occhiata a Ron prima di uscire dalla palestra.
Aveva sorriso brevemente, scomparendo dietro Dimitri.
-Carina, eh?-
chiese Harry, dandogli una gomitata.
Ron rimase
fermo ad osservare l’ultimo bulgaro uscire, prima di annuire incapace di fare
altro.
***
L’aria era fresca ed umida nei
sotterranei segreti di un castello in rovina. Il vento correva tra le valli che
circondavano la zona, frusciando tra i fili d’erba. Le nuvole si erano colorate
di rosso ed arancio mentre lentamente il sole moriva, dietro le basse colline.
Tamiara sfiorò
lo specchio d’acqua che si agitava nel calderone, facendolo acquietare. Con un
colpo di bacchetta, spense il fuoco che bruciava sotto di esso.
Il buio regnò
brevemente nella stanza prima che la donna accendesse le torce con uno schiocco
delle dita.
I lunghi
capelli ricci e rossi scendevano con grazia intorno al suo viso tondo e leggermente
tornito sulle guance. Gli occhi marroni con una leggera venatura di verde guizzarono attenti nella stanza
deserta.
-Cassio…-
L’uomo uscì
dall’ombra, rivelandosi in tutta la sua imponenza: i capelli erano corti e
bruni, gli occhi chiari e maliziosi come sempre, il viso, dalla carnagione
leggermente più scura, era segnato da una cicatrice sulla guancia sinistra.
–Tamiara.-
disse asciutto, chinando il capo in segno di rispetto.
-Che notizie
mi porti?-
Cassio fece un
sorriso obliquo che avrebbe fatto rabbrividire anche Voldemort. –Buone, mia
Signora.-
La donna socchiuse gli occhi, avvicinandosi con
lentezza verso il centro della stanza dove una strana luce azzurrina illuminava
una grande bacheca.
Tamiara poggiò
le mani minute sul vetro gelido.
Il bagliore
spettrale colpiva i suoi lineamenti, facendola sembrare ancora più cattiva: le
zone di ombra si alternavano a quelle colorate di un tenue blue.
Il suo vestito
porpora frusciò contro il pavimento in pietra della stanza, quando mosse una
mano per eliminare un po’ di condensa dal vetro.
-Hai
consegnato il libro a quel vecchio?-
Cassio annuì.
–Certo, mia signora.- si avvicinò a lei. –Lei
lo ha comprato, come nei piani…-
Tamiara
sospirò, picchiettando con le dita contro il vetro. Quando l’uomo che era steso
all’interno della bara di cristallo si mosse leggermente, lei sorrise.
–Tornerai presto in vita, non scalpitare…-
-Mia Signora
perché dobbiamo riportarlo in vita…- Cassio aveva fatto un piccolo gesto di
stizza con la mano.
-Perché ci
serve e poi…- allungò la mano verso l’uomo, invitandolo ad avvicinarsi ancora.
–Così, sarà più divertente…-
Cassio
l’abbracciò, guardando il volto dell’uomo addormentato, compiacendosi.
***
Ginny indossava una simpatica salopette
di jeans, i capelli sollevati sulla testa e macchie di colore un po’ dovunque.
Era seduta sul pavimento della soffitta di casa sua mentre con una mano
manteneva il cartoncino e con l’altra cercava di fare un perfetto ghirigoro.
Maggie, accovacciata
accanto a lei, era impegnata nello stesso lavoro: gli occhi verdi ed
intelligenti concentrati sul cartellone
azzurro che stava colorando. Si tolse una ciocca di capelli dal viso con
il dorso della mano.
-Ma perché non
hai comprato le decorazioni già fatte?- le chiese, stiracchiandosi un po’.
Ginny sorrise,
voltandosi. –Perché mi diverto troppo a farle. Poi, così avrò più motivi per
sentirmi stanca e fare insospettire Harry…- ridacchiò come una matta,
attaccando un po’ di nastrini su un festone.
-Povero…-
Maggie riprese a colorare, cambiando posizione delle gambe. –Non mi sentivo più
le ginocchia…- spiegò, quando Ginny si voltò per osservarla.
-In effetti, è
da un po’ che stiamo lavorando.- guardò l’orologio da polso e sobbalzò.
–Oddio sono
quasi le 18:00!-
Maggie rise,
alzandosi per aiutare Ginny a mettere in ordine e far sparire ogni traccia di
porporina.
Sul divano,
vicino alla finestra aperta, TJ ed Eddie sonnecchiavano, guardando alla TV un
programma con dei pupazzetti strani e colorati.
Il bambino non
sembrava molto interessato a quei 5 peluche che si muovevano sullo schermo
quanto ai bottoni della camicia di TJ: li aveva sbottonati tutti, allacciandoli
in modo sbagliato.
Il ragazzo
pareva non essersene accorto visto che dormiva della grossa con Eddie in
braccio.
-Harry si è
insospettito?- chiese Maggie, spazzando il pavimento.
Ginny annuì
con un sorriso orgoglioso. –Non è il miglior auror per nulla.- infilò i
cartelloni ed i fogli in un cassetto segreto. –Ieri, mi ha trovato arrampicata
sugli scaffali della cucina…-
Maggie
trattenne a stento una risata. –E che ci facevi arrampicata?!-
-Nascondevo il
suo regalo…- la rossa incrociò le braccia sul petto. –Quell’uomo ha il brutto
vizio di essere ficcanaso. Unito al fatto che è intelligente mi rende
l’organizzazione di questa festa impossibile!-
-Ma non è
proprio per questo che ti sei innamorata di lui?-
Ginny rise. –Sì.
Purtroppo io punto ai migliori…-
-Modesta…-
Tutte e due
scoppiarono in una risata contagiosa, iniziando a rimettere a posto i tappeti,
il tavolo e le sedie, utilizzando la bacchetta.
Maggie,
avvertendo un certo freddo, chiuse la finestra vicino al divano, dove i due uomini dormivano. O meglio, dove il suo
fidanzato stava dormendo della grossa e dove Edward si stava divertendo a
spogliarlo e risistemargli i vestiti a suo piacimento.
Scosse la
testa, sospirando rassegnata.
Eddie,
sentendo il suo sbuffo, si voltò verso di lei, ritirando le manine che fino a
poco prima avevano abbottonato la camicia di TJ e facendo una faccia innocente
ed irresistibile.
-Tolomeus?!-
Il ragazzo sobbalzò, svegliandosi bruscamente. Si grattò la testa prima di
mettere a fuoco il contesto in cui si trovava. –Ma che diavolo combini?-
Edward sorrise
con i denti davanti, quando il ragazzo fu sgridato dalla biondina.
-Non è il
bambino che deve badare a te ma il contrario!- Maggie scosse la testa. –Sei
assurdo…-
TJ si mise in
piedi, prendendo in braccio Eddie. -Sei sempre così dolce e gentile nei tuoi
modi…- la guardò con i suoi occhi azzurri. –E’ bello anche per me rivederti, sai?-
Maggie non
cadde nella provocazione di TJ. –Andiamo, non fare lo sciocco. Ti avevamo
chiesto di badare ad Eddie e tu, invece, ti sei addormentato, come al solito!- incrociò le braccia sul
petto, fissandolo a sua volta. –Un giorno il bambino ti farà qualche
incantesimo e tu non te ne accorgerai, ritrovandoti in Lapponia tra le renne di
Babbo Natale!-
-Dai non esagerare…- si chinò verso di lei,
rubandole un piccolo bacio a fior di labbra.
–Lui se la
cava benissimo da solo. Vero, campione?-
Maggie scosse
la testa doppiamente rassegnata. –Infatti, non mi preoccupo per lui…- sussurrò.
-Tabo-tabo
bravo!- s’infilò in bocca il ciuccio che aveva appeso ai vestiti con una
catenina, mentre TJ e Maggie si spostavano verso il tavolo dove Ginny era
seduta a scrivere.
La biondina rimase
in silenzio per un po’, osservando la donna spuntare alcuni nomi su una lista.
TJ aveva messo
a terra il bambino che aveva iniziato a giocare con una strana palla rossa
spuntata da chissà dove.
Regnava un
silenzio rilassato e piacevole in casa, interrotto ogni tanto da un risolino di
Eddie e da un’incitazione di TJ, che gli stava insegnando a giocare a basket.
-HAI INVITATO
ANCHE LEI?!- Maggie aveva le guance rosse e l’aria scandalizzata; aveva preso
tra le mani un foglio di Ginny.
La rossa
sobbalzò, prima di accigliarsi. –Chi?-
-HERMIONE!-
TJ si voltò
spaventato, mentre il bambino fissò i suoi occhi sulle due donne. Aveva la
palla rossa tra le mani che rifletteva la luce rossa del tramonto sui capelli
marroni che venivano sfumati in un rosso scuro.
-Beh, è una
carissima amica di Harry ed anche mia!- spiegò un po’ accaldata Ginny, puntando
un dito contro il suo petto.
-Come?! Tu la
consideri ancora un’amica dopo quello che ha fatto a tuo fratello?!- Maggie stentava a crederci. Per lei Hermione
Granger era solo una ragazzina viziata che aveva avuto tutto, dopo tante
sofferenze, ma aveva preferito calciarlo via… -Ron sta ancora malissimo e tu la
inviti alla festa?!-
Ginny
s’infervorò, alzando la voce. –Io la considero ancora un’amica e lo farò per
sempre! Io so che ama mio fratello più di se stessa e quello che ha fatto è
stato solo un errore!-
Maggie scosse
la testa. –Se lei lo avesse reputato un errore, sarebbe tornata da lui il
giorno stesso. Invece, sono passati 3 anni!-
La rossa si
passò freneticamente una mano sottile tra i capelli rossi. –Maggie, tu sei
troppo giovane per capire certe cose. Hermione usciva da un periodo terribile
ed era molto scossa…-
-Stai forse
dicendo che è Ron ad aver sbagliato?!-
-Non sto dicendo
questo. Dico solo che la colpa sta al centro: Hermione non è stata matura e Ron
è stato precipitoso. Tutto qui!- Ginny la guardò negli occhi, facendole un
sorriso.
–La loro
situazione non migliorerà se resteranno separati ancora. Credo che sia giusto
che si vedano e risolvino i loro problemi…-
Maggie si
morse le labbra incapace di ribattere. Quello che Ginny diceva era giusto, ma
lei non poteva ancora perdonare Hermione. Aveva fatto soffrire troppo Ron, era
stato come se gli avesse preso il cuore e lo avesse buttato in mare… Non capiva
perché le cose dovevano essere così complicate: perché non aveva accettato di
sposarlo? perché era fuggita via? In fondo, era risentita nei confronti di
Hermione perché l’aveva delusa, tanto.
-Sarà… Spero
solo che tu abbia ragione e che lei non lo faccia soffrire ancora. In quel caso,
giuro che ce la mando di nuovo io in Bulgaria a suon di calci…-
Ginny fece un
sorrisino. –In quel caso, ti aiuto anch’io!-
La porta della
soffitta ebbe una scossa, mentre qualcuno cercava di aprirla. Ginny sbiancò e
Maggie rimase con la bocca aperta. TJ corse verso la soglia mentre le altre
cercavano di fare sparire il più velocemente possibile le liste degli invitati.
-VIRGINIA!-
gridò Harry dall’altra parte della porta. –VUOI APRIRE QUESTA PORTA?!-
-Un attimo,
Harry. Arriva TJ…- rispose mentre infilava sotto una cassapanca le
pergamene.
Maggie correva
da una parte all’altra della stanza per
nascondere la sua parte di fogli. Gli infilò sotto un cuscino e quando TJ
spalancò la porta ci si sedette sopra con un sbuffo.
Harry entrò in
soffitta accigliato e molto insospettito quando notò il sorriso a 32 denti con
il quale tutti l’avevano accolto. Scrutò tutto per un po’ senza parlare e, solo
quando Eddie gli tirò la gamba del pantalone per essere preso in braccio,
salutò tutti. –Salve…-
Maggie e TJ
alzarono una mano, mentre Ginny gli si fece vicino baciandogli rapidamente le
labbra. –Amore mio…- disse con un sorriso dolcissimo. –Già a casa? Ma che
bello!-
-Sì, Ron si è
offerto per finire il lavoro d’ufficio al posto mio…- rispose, mentre si
continuava a guardare intorno.
-Ma che
bravo…- gli mise le mani sul petto, spingendolo a poco a poco verso l’uscita.
–Visto che sei
già qui perché tu ed Edward non fate un bel bagno insieme, mentre io preparo la
cena?-
Harry inarcò
un sopraciglio. –Non hai ancora cucinato?-
Ginny sorrise
ancora. –No, siamo stati impegnati tutti il pomeriggio per…- cercò d’inventare
qualcosa.
-Per
ritagliare coniglietti di carta…- terminò Maggie, alzandosi dal cuscino. –Eddie
adora i coniglietti.-
-Già,
verissimo…- aggiunse TJ, mentre cercava la sua giacca.
-Coniglietti… di carta?- domandò Harry scettico.
Tutti e tre
annuirono troppo velocemente. –Sì, una montagna…- esagerò TJ, per essere più
convincente.
-Una montagna,
eh?- Harry si guardò intorno. –E dove sono?-
TJ, Maggie e
Ginny si scambiarono delle occhiate per un momento. –Beh…- dissero in coro.
-Li abbiamo…-
iniziò il primo, -…Incantati.- continuò la rossa. -… e sono saltati fuori dalla
finestra…- precisò Maggie.
-…Tabo-tabo,
BUM!- terminò Eddie gioioso, mentre batteva le manine.
Harry strinse
gli occhi estremamente scettico, ma preferì non indagare oltre. –Sarà…-
accarezzò la schiena del bambino, baciandogli la fronte. -Credo sia meglio
che vada a preparare il bagno.- lanciò
un’occhiata ai tre. –Mi raccomando, non fate arrivare i miei colleghi Auror per
traffici illeciti…-
-Ma no!- lo
tranquillizzò la sua fidanzata, mentre scompariva dietro la porta della
soffitta.
Maggie e TJ
guardarono Ginny e poi insieme scoppiarono a ridere.
-Coniglietti
di carta, questa è stata molto bella!-
***
Draco Malfoy, Harry Potter e Ron Weasley
adoravano giocare a basket. Avevano persino indetto un piccolo torneo tra di
loro. Partecipavano tutti i ragazzi della compagnia ed il capolista era TJ che deteneva il record di 109 canestri a
tiro libero.
Era un’afosa
giornata di Agosto e, nonostante il caldo insopportabile del fine pomeriggio, i
tre erano impegnati in un divertentissimo scontro che sembrava ben intenzionato
a durare ancora molto.
Draco scartò
Ron che gli si era avventato sul lato destro, finendo la sua azione con un
canestro di 3 punti.
Lily seduta
sotto l’ombrellone del suo giardino, intenta a leggere un libro, segnò sul
cartellone magico un 3 in direzione del nome di Draco Malfoy.
-Bel tiro…-
grugnì Harry che si trovava molto in basso nella classifica.
Il biondino
sorrise, mentre beveva un po’ d’acqua sotto l’ombrellone. Guardò con interesse
il libro che la bambina stava leggendo.
Harry e Ron
continuavano a palleggiare nel tentativo l’uno di salire di posto, l’altro di
proteggere il suo n°2.
“…Con lentezza le passò una mano sui
lunghi capelli biondi, attirandola a sé e facendo morire il respiro affannoso
sulle labbra rosse della giovane amante…”
Draco per poco
non si strangolò. Sputacchiò dell’acqua, tossendo molto forte.
Il libro di
Lily parlava d’amore?!Ma che stava succedendo? Alla sua principessa certe cose
non piacevano… Insomma, dov’era finita la bellissima bambina patatosa che guardava
con lui i film babbani più avventurosi?! Che si emozionava a parlare di
Quidditch e scope?!
-Che leggi,
principessa?- le chiese con una voce un po’ rauca.
Lily che non
si era scomposta minimamente durante la sua tosse, alzò la testa dal libro.
In quel
momento, assomigliava talmente tanto ad Anne che Draco rimase senza fiato. Era
così cambiata, nonostante avesse ancora 8 anni sembrava già una signorinella.
Da quando poi aveva iniziato a praticare attivamente pattinaggio artistico era
sbocciata, assottigliandosi.
Draco la
preferiva quando poteva prenderla in braccio e strapazzarla di coccole come un
peluche, ma sapeva che il tempo non poteva fermarsi e ben presto la sua
principessa l’avrebbe abbandonato.
-E’ un libro
che mi ha prestato Maggie. Dice che è molto interessante.- sfogliò senza
entusiasmo le pagine. -In effetti, aveva ragione.- una leggera spolveratina di
rosso ricoprì le guance tornite della piccola.
-Ah…- rispose
Draco, mentre Ron ed Harry si trascinavano senza fiato verso il tavolo. –Di che
tratta?- chiese, facendo posto al rosso che tentava di afferrare la sua
bottiglia.
-Mah, nulla di
particolare…- chiuse il libro con un tonfo. –E’ una storia di un capitano di
ventura, amante del mare. E’ un libro rilassante che leggo quando ho i miei
incubi…-
Ron la sollevò
di peso dalla sedia, appoggiandola sulle sue gambe, prima di sedersi. Harry si
era accovacciato sull’erba accanto al tavolo mentre Draco dimenticava il
problema del romanzo d’amore e si concentrava su quello degli incubi.
-Hai ancora i
terrori notturni?- Harry la guardò preoccupato, sentendosi in colpa. Se la
piccola aveva quei problemi era anche colpa sua; non era stato in grado di
sconfiggerlo da solo quel bastardo. Chi ne pagava le conseguenze, in quel
momento, era una bambina innocente…
Lily si voltò,
guardandolo fisso negli occhi. Quando faceva così, sembrava che potesse
leggerti l’anima. Aveva uno sguardo così intenso e penetrante, qualcosa che
riusciva a paralizzarti, sia nel corpo che nella mente.
-Sì, ma non è
importante…- sembrava così tranquilla, pacata ed era proprio questo che
spaventava a morte Draco. Come faceva una bambina ad essere tale e ad avere
tutta quella saggezza? Voleva dire che aveva dovuto crescere in fretta,
dimenticando la sua età e quello che era giusto fare: avere paura, ribellarsi
al proprio destino. –Riesco a controllarli, ora…-
Ron le
accarezzò la schiena, fissandola per un momento. Come gli faceva tenerezza
quella bambina, forse di più di Eddie.
-Sai che noi
saremo sempre al tuo fianco per proteggerti?- le chiese il rosso con dolcezza.
Lily annuì,
prima di saltare giù dalle gambe di Ron. –Lo so. Siete l’unica certezza della
mia vita…- diede un bacio a tutti e tre e poi aggiunse. –Nonostante tutto sono
fortunata…-
Si girò e
corse verso la porta di casa, dietro la quale scomparve rapidamente.
I tre rimasero
a fissare il vuoto, per un po’. Poi Draco guardò l’orologio sobbalzando. –E’
tardi dobbiamo sbrigarci!- esclamò, rivolgendosi al rosso.
-Tardi per
cosa?- chiese Harry, accigliandosi.
-Nulla di
particolare ci hanno invitato ad una cena. Prima di andare, però, dobbiamo
passare a casa tua perché Ginny ci ha preparato la torta al limone…-
-Ginny?-
domandò Harry accigliato.
-Sì, lei!-
ribadì Ron, facendolo alzare. –Sbrigati a farti la doccia che puzzi come un
cavallo…-
Harry gli
lanciò un’occhiataccia. –Beh, tu non profumi come una primula…-
-Muoviti!- lo
spronò di nuovo Ron, spingendolo nel piccolo spogliatoio che avevano costruito
nel giardino della casa gialla, dove si era trasferita la famiglia Cooper.
Chiuse la
porta e si voltò verso Draco. –La prossima volta che mia sorella ha queste
brillanti idee, giuro che la butto giù dalla finestra!-
Draco
ridacchiò ma non aggiunse altro. In fondo, Ron aveva ragione.
***
Hermione recuperò il suo bagaglio.
Tornare a casa attraverso gli aerei babbani era stata un’idea malsana. Il suo
volo aveva fatto un ritardo pazzesco; troppe persone decidevano di mettersi in
viaggio alla fine di Agosto: code per il checkin, file per l’imballaggio dei
suoi bagagli, c’era tanta gente persino per andare alla toilette…
Trascinò i
suoi bagagli verso l’uscita dell’aeroporto, mostrò il suo passaporto babbano e,
finalmente, uscì da quel tram-tram incredibile.
Il sole stava
tramontando ad ovest e i suoi raggi morenti colpivano delicatamente le cime
degli alberi che circondavano l’aeroporto. La sera stava per ricoprire la città
ed un vento abbastanza fresco le colpì il collo scoperto.
Hermione
rabbrividì, decidendo di abbassare le maniche dell’enorme maglia a righe
arancione dei Cannoni di Chuddley che aveva rubato a Ron qualche anno prima.
Il jeans blue
scuro contrastava in maniera decisa con quel colore allegro e vivacissimo.
Si guardò
intorno, sperando di riconoscere qualcuno ma sapeva che nessuno di sua conoscenza
sarebbe andato a prenderla. In fondo, era stata proprio lei a non voler
avvisarli del suo ritorno. Non aveva mandato nessuna risposta alla povera Ginny
ed aveva liberato Edvige solo quella mattina, dopo averla fatta riposare e
rifocillare adeguatamente per il lungo viaggio che l’aspettava. Avrebbe voluto
portarla con sé durante il viaggio ma non era molto sicura di poterlo fare
secondo le leggi babbane.
Dopo quasi 15
minuti di fila, riuscì finalmente a salire su un taxi. Si sedette pesantemente
sul sedile posteriore e, quando l’uomo le parlò in inglese, senza alcuna
inflessione bulgara nella voce, sorrise.
-Dove la
porto, Miss?-
Hermione si
lasciò andare contro il sedile. –Mi riporti a Londra.-
Era finalmente
a casa.
***
Quando Harry Potter aprì la porta di
casa sua, un silenzio innaturale l’accolse. Regnava un buio totale
nell’ingresso e si udiva soltanto il leggero ticchettio dell’orologio a
pendolo, appeso alla parete alla sua destra.
Si voltò verso
Ron e Draco, alle sue spalle, un po’ accigliato e, quando il biondino lo spinse
letteralmente dentro casa, la luce si accese all’improvviso ed un boato di
ovazioni lo stordì.
-BUON
COMPLEANNO HARRY!-
Riaprì gli
occhi che aveva chiuso per ripararsi dalla repentina, quanto accecante luce e
si ritrovò completamente circondato dai suoi più cari amici: Anne, Maggie, TJ,
Draco, James, Evelyn, Matt, Sarah, Lily, Ron, Angelia, Lucrezia, Joseph e poi
loro due, i pezzi più importanti di se stesso, le persone per le quali avrebbe
volentieri ucciso e che avrebbe protetto per sempre.
Ginny era in
piedi accanto al divano, teneva in braccio Eddie ed era bellissima: un sorriso
radioso le ornava le labbra piene e rosse; i capelli carminio erano stati
arricciati e tirati su in un chignon molto elegante; indossava un abitino
estivo bianco che le fasciava la vita sottilissima. Con la mano sinistra, stava
tentando di aggiustare la frangia di Edward che non sembrava gradire molto le
attenzioni di sua madre.
Harry si
avvicinò a grandi passi a loro, prendendo in braccio il bambino e baciando
appassionatamente sua moglie. Rimasero abbracciati per un po’, mentre tutti gli
altri amici intorno fischiavano ed applaudivano. –E questo che stavi
organizzando?-
Ginny gli fece
una piccola linguaccia, annuendo. –Sì, signor Potter. Solo una festa per il tuo
25° compleanno… E’ una data importante ed un mese fa non l’abbiamo festeggiata
come meritava.-
-Solo una
festa per il mio compleanno, quindi. Nulla di pericoloso ed illegale?-
Ginny sorrise.
–Le cose pericolose ed illegali le faccio solo con te in un altro ambiente…- si morse le labbra
maliziosa, facendolo ridere.
-Ti amo da
impazzire, amore mio.- le disse, dandole un altro bacio. -…E amo da impazzire
anche te!- continuò, staccandosi dalla moglie e sollevando in alto Eddie che
scoppiò a ridere.
-TABO-TABO
AEREO!-
Tutti risero
mentre si avvicinavano ad Harry per fargli gli auguri e dargli il regalo. Alla
fine della processione, aveva tra le mani così tanti pacchetti che dovette
mettere giù Edward che trotterellò subito verso il tavolo pieno di dolci.
Harry appoggiò
i suoi regali sul tavolino, pregustando la felicità di aprirli più tardi.
-Ehi, bambino
sopravvissuto?!-
Il bruno si
voltò, ritrovando i suoi migliori amici, Draco e Ron, a braccia incrociate
vicino all’ingresso. Avevano un sorriso ebete disegnato sulla faccia e l’aria
di chi la sa più lunga.
Harry si
avvicinò, guardandoli. –Che avete tanto da sorridere voi due?-
-Nulla, ci
piace pensare a quanto suderai per una stupida chiave…- spiegò Draco,
sghignazzando.
-Una stupida
chiave?-
Ron annuì.
–Una stupidissima chiave…-
Harry non
capì. –Ma state vaneggiando?-
-Guarda fuori
dalla finestra.-
Il bruno
accigliato si avvicinò alla finestra, scostò una tendina ricamata e per poco
non svenne. Fuori, sull’erba appena falciata del suo giardino, c’era una
spettacolare Harley Davidson, laccata in nero con una fiammeggiante fenice
verniciata sul parafango.
-Mi avete
comprato un Harle…- Harry non riuscì a finire la frase perché gli mancavano le
parole. –Mi avete comprato una…-
-E dai
respira!- lo schernì Ron. –Ha messo una bella parte Draco, un’altra piccola io
ed un’altra ancora più piccola Anne.-
-Non ti
aspettare più regali da me e lui per un bel po’ di tempo, capito bambino
sopravvissuto?-
Harry annuì
incapace di fare altro. –E’ mia?-
Ron non riuscì
a trattenere una risata. –Beh, è tua se riesci a prendere le chiavi…-
-Come faccio?-
Draco lo
sospinse verso il retro della casa, nel giardino, dove era stato approntato un
piccolo campo da basket casalingo.
Tutti gli
invitati erano stati fatti sedere con un piattino di dolcetti ed un bicchiere
di ponch su una gradinata, pronti a godersi lo spettacolo.
TJ era in
mezzo al campo, elegantissimo con la sua camicia bianca ed i suoi jeans scuri.
Fece un sorriso ai tre uomini, quando li vide spuntare dalla porta.
-Ragazzi che
mi state combinando?- chiese Harry preoccupato.
Ron ridacchiò.
–Non è stata una nostra idea ma della tua quasi
moglie.-
-Prenditela
con lei!- esclamò Draco, facendo strada verso TJ.
Harry strinse
la mano al ragazzo, capitano della squadra di basket dell’università di Londra.
–Sei pronto a prenderti le chiavi?-
-Sono nato
pronto, giovanotto!-
TJ rise.
–Bene. Quello che devi fare è solo segnare 5 punti in una partita di basket uno
contro uno…-
Harry si
rilassò. –Beh, pensavo peggio.-
Draco e Ron
gli diedero una pacca sulla spalla. –Aspetta di vedere il tuo avversario.-
TJ fece un
fischio, chiamando un certo Junior.
Harry smise di
sorridere, quando un omone di due metri che era più grosso di Ron, Draco e lui
messi insieme, fece il suo ingresso.
-Lui è Junior,
gioca a basket con me. E’ uno dei migliori giocatori che io conosca.- spiegò il
ragazzo, facendo le presentazioni. –Le Regole sono semplici: Gioco pulito e
senza uso di trucchetti!- Guardò Harry, ammiccando esplicitamente alla magia.
-Non ti
preoccupare.-
TJ, Draco e
Ron sorrisero. –Bene. Giocate!-
Harry guardò
un po’ Junior e poi si girò verso gli altri. –Facciamo 3 punti?-
***
Hermione scese dal taxi, pagò l’autista
e con un’aria strana si avviò alla porta di casa Potter. Percorse il vialetto,
facendo strisciare il suo trolley sui mattoni di cotto, ammirando una
bellissima moto, parcheggiata sull’erba. Quando arrivò all’ingresso, si accorse
che la porta era aperta. La sospinse entrando in casa, sentendosi un po’ ladra.
-Ehi?- chiamò,
chiudendosi l’uscio alle spalle e lasciando i suoi bagagli all’entrata.
Rimase
incantata dall’arredamento elegante ed accogliente della casa. Non aveva mai
visto qualcosa di più intimo e famigliare, a parte la Tana. I mobili di
ciliegio erano nuovi ed eleganti. Il camino spento era di marmo rosso,
lucidissimo. Le tendine bianche ricamate, i cuscini morbidi e vellutati, il
parquet coperto da un grande tappeto persiano rendeva la stanza ancora più calda.
Hermione si
avvicinò al tavolo dei dolci, prendendo un piccola fetta di torta al limone.
Annusò il suo profumo così buono e, quando l’assaggiò, si ricordò di tempi
passati ed una sensazione piacevole l’avvolse. Si sentiva a casa.
-VAI!- un
gridò la condusse verso la cucina, dove la porta del retro era aperta.
Si sentiva un
delizioso odore di biscotti ed ancora una volta Hermione si soffermò a guardare
i mobili. Posò una mano sul tavolo in granito. Il legno bianco laccato era
pulitissimo ed ogni soprammobile era ordinatamente al suo posto.
Guardò il
frigorifero dove erano appesi dei messaggi d’amore che Ginny ed Harry si erano
scambiati e provò un momento d’invidia. Avevano costruito una famiglia
bellissima e solo lei sapeva quanto se lo meritavano, tutti e due.
-Vai, Harry!-
Hermione
sorrise, affrettandosi a raggiungere il cortile dal quale provenivano le grida.
Rimase ad osservare in disparte, semi nascosta da un grande cespuglio.
Harry era
impegnato in una partita di Basket. Era tutto sudato ma, nonostante questo,
aveva un sorriso radioso stampato sulle labbra.
Ginny era in
piedi su una gradinata a saltellare con in braccio un bambino bellissimo:
Eddie.
Hermione si
commosse, nel vedere quanto fosse cresciuto. Le foto del battesimo erano così
vecchie.
Guardò tutti i
visi dei suoi amici, concentrati sull’incontro e capì quanto profondamente le
erano mancati. Aveva passato alcune notti insonni a guardare vecchi album di
foto per non dimenticare i loro visi ed in quel momento averli di nuovo lì,
davanti agli occhi, era emozionante.
Cercò con gli
occhi Ron, ritrovandolo appena più indietro rispetto a Ginny. Le aveva preso
Eddie dalle braccia e se l’era messo sulle spalle. Il bambino rideva con lui e
lei si sentì così triste. Se con il suo ritorno avesse infranto qualche
equilibrio che si era stabilito?
Finalmente, la
palla che Harry sballottava riuscì a centrare il canestro. Un boato accolse la
fine dell’incontro ed il bruno fu letteralmente sommerso dalle braccia degli
amici. Che felicità serpeggiava in quel momento in quel piccolo anfratto di
paradiso. Era una sensazione che colpiva anche lei, facendola sentire contenta.
-Ora la Harley
è tuo, vecchio mio!- gli disse Ron, dandogli le chiavi.
Harry rise,
afferrandole. Si fece largo tra la folla, pronto a rientrare in casa e provare
la sua moto.
Fu allora che
tutti la videro. Fu allora che la felicità fu risucchiata e tutti rimasero
fermi a guardare: a guardare lei, a guardare lui.
A guardare Ron
ed Hermione.
Passarono
attimi che sembrarono infiniti, poi Eddie che era sceso dalle braccia della
madre ancora imbambolata, trotterellò verso la donna, ferma sulla porta.
Allungò una manina grassoccia e disse: -Tabo- Tabo zia ‘Mine!-
Hermione non
trattenne le lacrime che veloci avevano preso a rigarle il viso. Si abbassò
verso il bambino, prendendolo in braccio. Sembrò che Edward le facesse da
ancora, perché con lui tra le braccia non si sentiva più una barca alla deriva.
Con una voce
rotta dal pianto, fissò il festeggiato che la guardava senza battere ciglio.
–Buon,
compleanno Harry.-
Continua…
Salve amici cari^^!
Come state? Io bene. Ho scritto questo
capitolo di getto e con tanta passione. Spero vivamente vi sia piaciuto, perché
io mi sono divertita un mondo a scriverlo. Ho tentato di renderlo più allegro e
divertente possibile, ma la situazione non è certo delle migliori: Ron continua
a soffrire ma reagisce, nuovi personaggi sono stati introdotti, vecchie
conoscenze si sono fatte sentire, qualche spiegazione e soprattutto tanti Harry
e Ginny moments! Che volete adoro Tabo-Tabo! ^____________________^
Va beh, vi do appuntamento al prossimo
chiappino: “Perdonami, se puoi…” Quindi, chissà su chi sarà
incentrato?!^_________________________^
Baciotti a tutti, vi lascio ai vostri
saluti!
Selphie
Grazie, tesoro! Bentornata anche a te^_^. No, non mi sono dimenticata della
promessa. Hermione è una matta, lo penso anch’io. Grazie di aver recensito.
Baci,
Angèle ^^
Karmensita Mamma
mia che bella recensione luuuuunga ^___________^! Grazie tesoro io le adoro in
una maniera incredibile. Lo so, lo so… Draco è matto ed Anne è una tesorona, mi
è dispiaciuto un sacco farli stare male. Ma bisogna soffrire per gustare al
meglio il premio, no? Prendi esempio da Harry ^_________________^. Angelia sta
combinando qualcosa che non doveva fare… ma chissà se la scamperà e che cosa
sta facendo?! Mah, io non lo so, ihihhihi. Ci sentiamo prestissimo. Grazie
della recensione,
Angèle^^
FedeHermy
Facciamo che è un po’ di tutto. Sono
contenta che ti sia piaciuto ed eccoti a te servito un altro pezzo di questa
storia. Baci,
Angèle^^
Clo87 Morosa, cara… perché mi ricordi che tra un po’
devo fare gli esami di stato?!?!
-______________________________- |||.
Ti prego sono già tristissima per conto mio… Cmq, grazie di avermi mandato le
mail e di avermi spronato a continuare. Spero che ti sia piaciuto questo
chapppino e per tutte le tue domande dovrai solo aspettare e saprai. Un forte
bacio, ^_______________^,
Angèle^^
Giugizzu
Grazie. Ben venuto a bordo,
Angèle^^
Bambolina
Lo spero anch’io
baci,
Angèle^^
Karry Grazie
cara. Lo so che nessuno se lo aspettava ma purtroppo la mia mente malata ha
partorito questo. Spero ti piaccia,
baci,
Angèle^^
Robby Nemmeno
io so con che coraggio ha rifiutato Ron, ma fatto sta che l’ha fatto. Spero
tanto che non mi combinino più guai. Ti mando una valanga di ringraziamenti, a
presto,
Angèle^^
Sirius4ever
Grazie^__________^. Spero ti piaccia
anche questo chiappino, baci,
Angèle^^
Hiromi91
Beh, sì sono orgogliosamente fan della mitica Sunny. Secondo me, lei è la
migliore di tutti. Tra le mie storie e le sue non ci sono paragoni. E’ troppo
brava *________*. Va beh, vado. Grazie della recensione, baci,
Angèle^^
Sarikketta
Malfoy Eheheheh. Hai colto nel segno. Sono
tutti un po’ depressi o hanno paura di diventarlo. Ma sai come si dice, quando
tocchi il fondo non puoi fare altro che risalire. Loro lo faranno, moooolto
lentamente ma ce la faranno. In fondo, sono i migliori, no? Baci,
Angèle^^
Sunny
‘Morosa! Che bello averti di nuovo tra le mie recensioni (Angèle fa un inchino
al cospetto della mitica). Lo so che Hermione è stata tutta matta. Rifiutare
Ronnino che ti chiede di sposarti nudo e bello come il sole, è abbastanza
difficile ma sappiamo che lei è mooooolto difficile, quindi. Anne e Draco sono
degli scemini ma purtroppo devono comportarsi così altrimenti non ci sarebbe
storia, no? TJ ( *____________*) e Maggie se la spassano e sono il mio raggio
di sole come il piccolo Eddie Tabo-tabo! Spero che questo chap sia stato di tuo
gradimento. Il prossimo sarà tutto per Ronnino ed Hermioncina (SANGUE, SANGUE!)
Ehehehe, ti abbraccio forte ^______________^,
Angèle^^
Daffydebby
Tesoro! Ma grazie a te di essere tornata a recensirmi. TI ringrazio
infinitamente dei complimenti e spero di non deluderti. Lascia fare a me. Baci,
Angèle^^
EDVIGE Spero
ti sia piaciuto. Rilassati ancora con me,
baci,
Angèle^^
***ginny*** Grazie,
baci anche a te,
Angèle^^
Angela
Madò che tesoro che sei tu ^_________________________^! Grazie davvero tante
per tutte le belle parole, senza non saprei che fare. Spero che tutto sia stato
di tuo gradimento. Baci,
Angèle^^
Karien
Voglio vedere anch’io come continua. Grazie della tua recensione,
baci mille,
Angèle^^
Lily Grazie
mille. Sono contenta che tute le mie storie ti siano piaciute. Benvenuta a
bordo. Baci,
Angèle^^
Rachele90
Certo tutte le spiegazioni a tempo debito. Non ti preoccupare. Non ti lascio in
sospeso nulla. Grazie della recensione. Bacissimi,
Angèle^^
Vale Tesoro!
Che bello sentirti di nuovo. E’ un piacere riaverti tra le mie recensioni, sai
che adoro quando dici che la mia storia ti è piaciuta. ^___________^. Spero
davvero che anche questo chiappino e tutta questa nuova avventura siano di tuo
gradimento. Tvb, loooove,
Angèle^^
Avana
Kedavra
‘Morosaaaa! Ben tornata anche a te! Che bello ho ritrovato quasi tutte
le mie meravigliose recensitici. Qualcuno si è perso altri non si sono accorti
della nuova storiella ma l’importante che voi ci siate ancora. Vi voglio un
mondo di bene e vi ringrazio per le belle parole, siete fantastiche! Baci,
Angèle^^
Daphne Regalo di Santo Stefano!
Beh, ti ringrazio delle tue parole
sempre così gentili. Sei troppo carina, addirittura tre recensioni. Sì, il film l’ho visto e non vedo l’ora che
esca in DVD^____________^. Così, me lo gusterò quante volte voglio. Eheheheh!
Spero tanto che ti piacerà anche quest’avventura. Besos,
Angèle^^
JulyChan
Tesoro, l’ultima salutata ma non di
certo per importanza. Sei stato il mio ultimo regalino, quindi, occupi un bel
posticino nel mio cuore. Grazie delle tue bellissime parole. Ti mando un bacio
grandissimo, spero che apprezzerai anche questo chap. Baci,
Angèle^^
Bene! Abbiamo finito anche questa
volta. E’ un’emozione infinita avervi salutato, di nuovo. Vi mando un grosso
bacio, anche a chi non ha recensito. Baci, baci e BUONE FESTE!
Angèle J
p.s.
“Perdonami, se puoi…” al prossimo chapter!
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| Segui la freccia…
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|…clicca sulla scritta azzurra…
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…Lasciami una recensione, please!