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Autore: Julia Weasley    30/01/2011    14 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 17
Sanguinose prospettive
 
« Mi dispiace dirtelo, Bartemius, ma temo che la tua ordinanza stia creando degli effetti collaterali. Sai che non mi è mai andato bene l’uso delle Maledizioni Senza Perdono sui Mangiamorte, ma potevo approvarle in caso di legittima difesa. Adesso però alcuni Auror si sentono in diritto di usare la Cruciatus non solo su quelli già catturati e disarmati ma anche su persone soltanto sospettate, e questo non mi sta bene ».
L’appena eletto Ministro della Magia, Millicent Bagnold, si appoggiò allo schienale della sua sedia e guardò l’uomo seduto di fronte a lei, dall’altra parte della scrivania.
« Cercherò di prendere provvedimenti » rispose Crouch, « ma i fatti dimostrano che questi metodi finora hanno avuto effetti positivi. Se la comunità magica sa che il Ministero sta usando il pugno di ferro si sentirà più al sicuro, e d’altra parte gli aspiranti Mangiamorte ci penseranno due volte prima di unirsi alle schiere di Lei-Sa-Chi ».
La donna inarcò un sopracciglio, non molto convinta. Ma lui insisté.
« Se mi è concesso, revocare l’ordinanza che ha concesso agli Auror la facoltà di usare le Maledizioni Senza Perdono farebbe perdere credibilità al Ministero, e la comunità magica si lascerebbe prendere dal panico ».
« D’accordo, su questo hai ragione, ma dobbiamo mettere un freno agli Auror che esagerano. Non possono torturare persone che alla fine si rivelano innocenti ».
Crouch annuì e la donna parve rincuorata.
« Si sa niente di Edgecombe? » chiese poi.
Crouch scosse la testa.
« Lo stanno cercando, ma sembra che si sia volatilizzato. È scomparso nel nulla. Ieri però era al Ministero. È stato visto l’ultima volta verso mezzogiorno e un quarto, poi di lui non si è più saputo niente ».
« Pensi che sia stato ucciso? »
« È probabile. Deve esserci qualche Mangiamorte qui al Ministero e Ulysses deve averlo scoperto. In ogni caso, lo troveremo, ad ogni costo ».
La donna non rispose, certa che quel “ad ogni costo” prevedesse anche l’utilizzo di Maledizioni senza Perdono; dopo di che si chiuse in una riflessione silenziosa.
Non era facile collaborare con Barty Crouch senior. Tutti e due rappresentavano una grande maggioranza della comunità magica. Millicent Bagnold, da parte sua, poteva contare sull’appoggio di illustri famiglie Purosangue moderate, che si opponevano a Lord Voldemort.
Proprio grazie ad esse, oltre che all’appoggio di Albus Silente, era riuscita a vincere le elezioni per l’incarico di Ministro della Magia, superando però soltanto di una manciata di voti l’altro candidato, Barty Crouch che, anzi, all’inizio era dato per favorito.
Così lei aveva deciso di collaborare con Crouch, ma aveva presto sperimentato che andare d’accordo con i suoi metodi duri non fosse poi tanto semplice.
Per esempio, avrebbe tanto voluto revocare completamente l’ordinanza di cui stavano parlando, ma sapeva che in quel modo avrebbe perso il sostegno di gran parte della comunità magica… e Crouch le avrebbe di sicuro soffiato il posto. La sua nomina a Ministro in fondo sarebbe diventata effettiva solo a gennaio del nuovo anno. Per non parlare del fatto che avrebbe reso felice Lord Voldemort, che temeva la sua popolarità tra le famiglie Purosangue e per questo aveva già cercato di ucciderla, alcuni mesi prima. *1
In ogni caso, le sembrava positivo il fatto che il mago, nonostante la recente sconfitta che lei gli aveva inflitto, non fosse troppo rancoroso nei suoi confronti... almeno in apparenza. Era evidente che fosse pronto a sottrarle la poltrona non appena ne avesse avuto l’occasione.
« Bartemius, credi che la comunità magica mi ritenga troppo docile nei confronti dei Mangiamorte? » domandò la donna all’improvviso.
Lui parve sorpreso di quella richiesta.
« Non fino ad ora » rispose poi. « Ma di sicuro il Ministero dovrà prendere provvedimenti ancora più drastici per catturare tutti i Mangiamorte in circolazione. Le perquisizioni a sorpresa sarebbero un modo per cominciare ».
Lei annuì, cupa. Forse Barty non aveva tutti i torti, pensò, ma non voleva ugualmente usare metodi violenti, non da quando aveva capito che anche tra i Mangiamorte qualcuno poteva fare eccezione. Uno di loro le aveva salvato la vita poco tempo prima, un ragazzo a giudicare dalla voce. *2
Lanciò un’occhiata alla vecchia copia della Gazzetta del Profeta che conservava da mesi, soffermandosi sulla foto del giovane Black morto in circostanze misteriose. Non poteva essere certa che si trattasse dello stesso Mangiamorte che le aveva salvato la vita, perché indossava una maschera, ma aveva buoni motivi per ritenere esatte le sue supposizioni: quegli occhi non li avrebbe mai dimenticati.
 
 
Quando quel pomeriggio Rachel tornò a casa, irruppe nel bel mezzo di una discussione tra elfi domestici, che si sarebbe trasformata in rissa già da parecchio se Regulus non avesse trascorso gli ultimi cinque minuti a cercare di tenere lontani Kreacher e Sory, l’elfa domestica di casa Queen.
« Che sta succedendo qui? » domandò la ragazza mentre quella pestava il piede di Kreacher, al quale Regulus aveva ordinato di stare fermo. « Sory, smettila! »
« Questo elfo sta invadendo gli spazi di Sory, signorina! Sory deve servire in questa casa e non può esserci un altro elfo domestico! » esclamò l’elfa, con voce acuta.
« Kreacher appartiene a padron Regulus, quindi deve essere lui a servirlo, e non un’elfa sconosciuta e incompetente » replicò Kreacher, guardando male la sua simile, la quale emise un’esclamazione indignata nel sentirsi dare dell’incapace.
Rachel lanciò un’occhiata a Regulus, il quale alzò le spalle.
« Stavo provando a farli ragionare, ma la tua elfa ha un caratterino… »
« Ah, certo, ora sarebbe colpa sua » replicò Rachel, con un tono profondamente irritato. « Nessuno ha dato il permesso al tuo elfo di entrare in questa casa ».
« Ma… » fece Regulus, stupito.
Rachel scoppiò a ridere.
« Sto scherzando! » esclamò, dandogli una pacca sul braccio e rivolgendosi poi alla sua elfa domestica. « Sory, adesso basta. Cercheremo di arrivare ad un accordo. Kreacher, tu puoi occuparti di Regulus e della sua stanza. Sory invece si occuperà del resto della casa ».
« E i pasti? »
« Sarà sempre compito di Sory. Del resto, Kreacher, devi restare il più possibile a Grimmauld Place » disse Regulus. L’elfo annuì, incupito.
« Kreacher vuole solo rendersi utile al padrone » gracchiò, lanciando un’occhiata truce all’elfa.
« L’hai sempre fatto, e sei un ottimo elfo. Ora però devi tornare. Non puoi assentarti troppo da casa. E voglio soprattutto che tu stia vicino a mia madre » gli disse Regulus.
Kreacher annuì, serio ma improvvisamente rincuorato grazie al complimento del suo padrone. Quando si fu Smaterializzato, anche Sory uscì dal salotto, bofonchiando tra sé.
« Bene, abbiamo evitato uno scontro all’ultimo sangue » commentò Rachel. « Quanto a te, ti ho portato un po’ di cose ».
Regulus la osservò mentre apriva la borsa e ne estraeva una bacchetta.
« Questa te l’ho comprata da Olivander. Legno di betulla e crine di unicorno, dodici pollici. Anche se non è stata lei a sceglierti, è abbastanza simile alla bacchetta che avevi prima. Spero che vada bene ».
« Grazie » disse Regulus. Quando afferrò la bacchetta, si sentì improvvisamente molto meglio; nei pochi giorni in cui ne era rimasto privo, si era sentito debole e indifeso, oltre al fatto che restare senza bacchetta era una cosa da Babbani, pensò con fastidio.
« Provala » suggerì Rachel.
Lui puntò la bacchetta nuova in direzione del divano.
« Accio cuscino ».
Il cuscino si sollevò in aria e barcollò un po’, prima di arrivare a fatica tra le sue braccia.
« Non male. Dovrai farci l’abitudine, ma poteva andarti peggio » commentò Rachel, ottimista. Poi estrasse una lettera e gliela consegnò.
« Questa è da parte di tuo zio. Mio padre va a trovarlo spesso, visto che lui non può muoversi troppo da casa sua. E dal momento che la sua posta potrebbe essere intercettata, dovrete arrangiarvi così ».
« Grazie » fece Regulus, lieto di potersi mantenere in contatto con Alphard. Aveva temuto di non poterlo vedere o sentire per chissà quanto tempo ancora. « C’è altro? » chiese poi.
Rachel annuì.
« Silente è riuscito a parlare con Lumacorno ».
Regulus ripose sia la bacchetta che la lettera, improvvisamente teso e attento.
« Ha scoperto qualcosa? »
« Bè, sì. Lumacorno all’inizio ha fatto finta di non aver mai parlato con Voldemort di faccende così importanti, o di non ricordare, ma quando Silente gli ha detto che sapeva degli Horcrux, ha capitolato. Purtroppo, non ha detto molto di nuovo. Ha ammesso di avergli spiegato cosa fossero gli Horcrux e di avergli accennato come si creano, ma non ha aggiunto altro. Secondo Silente non ha detto proprio tutto, ma una cosa è certa: Lumacorno non ha idea di quali oggetti Voldemort potrebbe aver usato per nascondervi parti della sua anima ». *3
Regulus imprecò mentalmente. Aveva sperato che Lumacorno potesse dare qualche indizio, almeno uno, e invece niente.
« E adesso Silente cosa pensa di fare? » domandò.
« Non me l’ha detto, ma penso che voglia indagare sul passato di Voldemort. In fondo, lui e pochi altri sanno chi sia stato da giovane, e forse sapere qualcosa sui suoi trascorsi potrebbe aiutarci. Sai, stavo pensando che potrei chiedere a mio padre. Lui ha più o meno l’età di Voldemort, e tu mi hai detto che conosci il suo vero nome, quindi… » *4
« Si potrebbe fare, però cercando di non destare sospetti » commentò Regulus.
Lei annuì e riprese.
« Ah, poi Silente vorrebbe sapere se sei riuscito a ricordare qualcosa che potrebbe condurre ad altri Horcrux ».
Regulus si sedette sul divano, affranto.
« È tutto il giorno che ci penso. Sto cercando di farmi venire in mente qualche ipotesi, ma non ci riesco. Gli Horcrux potrebbero nascondersi in qualsiasi oggetto abbastanza prezioso. Anche se in effetti… »
Regulus estrasse dalla tasca il medaglione, sotto lo sguardo stupito di Rachel.
« Non era a casa tua? »
« Ho chiesto a Kreacher di portarmelo. Volevo esaminarlo un po’. La vedi questa S incisa sopra? Lì per lì non ci avevo fatto caso, ma non ricorda qualcosa anche a te? »
Rachel lo prese in mano, osservando da vicino la decorazione.
« Aspetta… sembra l’iniziale di Salazar Serpeverde! Sulle pareti della nostra sala comune ce ne erano parecchie uguali, o sbaglio? »
Regulus annuì, rincuorato da quella conferma.
« Penso che questo medaglione possa essere appartenuto a Salazar in persona » disse con una certa emozione, rigirandoselo tra le dita. « Questo spiegherebbe perché Tu-Sai-Chi lo abbia voluto proteggere così bene » aggiunse, pensando con un brivido agli Inferi e alla pozione che era stato costretto a bere. « Insomma, è un cimelio storico ».
Era quasi un’eresia pensare di distruggerlo, non poté fare a meno di pensare. Certo, era necessario, ma si sentiva male al solo pensiero di rompere qualcosa che fosse appartenuto al grande Salazar Serpeverde.
« Se è così, secondo me abbiamo fatto un bel passo avanti! » esclamò Rachel, con un tono sempre più ottimista.
« Tu dici? » fece lui, non del tutto convinto.
« Bè, sì » confermò la ragazza, sedendosi accanto a lui. « Questo significa che Voldemort non si accontenta di nascondere la propria anima nel primo oggetto che trova. Cercherà sempre cimeli come questo. E di sicuro non ce ne saranno molti ».
Regulus annuì, sperando che fosse vero. In quel modo, il cerchio si sarebbe ristretto, anche se il vero problema sarebbe stato dove rintracciare tutti gli altri Horcrux e soprattutto scampare agli incantesimi difensivi che vi erano stati installati intorno.
« Credo che stia per tornare mia madre » disse Rachel, controllando l’orario. « Ti conviene mettere via il medaglione e tenerlo alla larga da Sory ».
Regulus lo ripose di nuovo in tasca.
« Hai sentito quello che è successo? Uno dei Consiglieri è sparito nel nulla » disse, ricordando l’articolo sulla Gazzetta del Profeta di quella mattina. In realtà la notizia era stata relegata in un angolino in basso, e quasi nessuno se ne sarebbe accorto. Regulus invece lo aveva notato perché, chiuso in casa senza poter fare nulla, aveva deciso di passare il tempo leggendo per intero tutte le notizie.
« Sì, ed è stranissimo, perché in quel momento noi dell’Ordine stavamo facendo delle ronde, per controllare che le elezioni non venissero sabotate. Il fatto strano è che Edgecombe è stato visto per l’ultima volta al Secondo Livello e proprio lì abbiamo ritrovato Emmeline svenuta. Lei ha detto che non ricorda assolutamente nulla, a parte il fatto che era molto stanca. Però mi sembra strano che sia svenuta all’improvviso, no? »
Regulus non rispose. Sembrava tutto assurdo anche a lui.
« Forse ha visto qualcosa e le hanno modificato la memoria » disse.
« Ma da quando i Mangiamorte si limitano a modificare la memoria? Di solito… »
« Uccidono, lo so » concluse Regulus, improvvisamente colto da un pensiero assurdo. Rachel aveva ragione. Nessun Mangiamorte avrebbe lasciato una probabile testimone in vita. A meno che non si trattasse di uno che, come lui, stava avendo dei ripensamenti e che non voleva più uccidere. Ma nessuno di quelli che Regulus conosceva sembravano intenzionati a cambiare fazione. Solo uno poteva aver voluto lasciare in vita Emmeline…
« Cos’hai? » gli chiese Rachel, interrompendo i suoi pensieri.
« Niente » si affrettò a rispondere lui, incupito.
Il sospetto che Barty fosse coinvolto in quella faccenda stava diventando sempre più una certezza, ma non si sentiva ancora pronto per dire a Rachel che il loro amico era diventato un Mangiamorte. Probabilmente Barty lo odiava per il suo tradimento, ma Regulus non se la sentiva di rivelare la sua doppia identità. E inoltre, si sentiva anche parecchio responsabile: era stato lui ad introdurlo tra i Mangiamorte. Provava a convincersi che lo sarebbe diventato anche senza il suo aiuto, ma quel pensiero non lo consolava.
« Regulus? »
La guardò, incerto se aspettarsi qualche domanda cui non avrebbe voluto rispondere. Ma Rachel sembrava persa nei suoi pensieri.
« Alla fine ho deciso di non dire a Emmeline che sei vivo, almeno per il momento » gli annunciò lei. « Prima ero indecisa, ma dopo averla ritrovata svenuta nel bel mezzo del Ministero ho cambiato idea. Mi sono resa conto che siamo tutti vulnerabili. Chiunque potrebbe essere catturato e costretto a confessare tutti i segreti che ha. Quindi meno persone sanno di te e meglio è. Anche Sirius ha deciso di dirlo solo a James ».
« Basta che Potter non lo dica alla Evans » bofonchiò Regulus.
« Ho chiesto a Sirius di convincerlo a tenere questa cosa per sé, ma si tratta sempre di sua moglie ».
« Non vedo perché lei lo debba sapere, quando l’unica parola che le abbia mai rivolto in vita mia è stata Sang- … insomma, quella lì » disse lui, interrompendosi quando Rachel lo aveva iniziato a guardare male.
« Certe cose non cambiano mai, eh? » fece la ragazza, scrollando la testa.
« Mi sono ribellato al Signore Oscuro, ma adesso non pretenderai che vada in giro a raccogliere firme in favore dei diritti dei Babbani ».
Rachel  ridacchiò.
« Sarebbe divertente. Potresti sempre ispirarti a quel tuo antenato » disse.
Regulus si irrigidì di colpo.
« Di chi stai parlando? »
« Del figlio del Preside Black. Me ne ha parlato Alphard. Ha detto che è stato diseredato perché sosteneva i diritti dei Babbani. Ah - ha! » *5
Di fronte all’espressione divertita della ragazza, Regulus arrossì di colpo.
« Lui non… Alphard si è sbagliato » balbettò, in imbarazzo. « Nella mia famiglia non sono mai esistiti individui del genere » affermò, serissimo, anche se sapeva che lei lo stava chiaramente prendendo in giro.
« Ma quanto te la prendi! Sei incredibile. È sempre uno spasso vederti reagire così! » rise lei, senza riuscire a nascondere un fondo di malinconia. « Mi sono mancati i nostri battibecchi ».
« Abbiamo tutto il tempo per recuperare » rispose lui. « Tanto Silente ha deciso che non potrò uscire di qui ».
Rachel si fece subito seria e gli si avvicinò.
« Mi dispiace vederti bloccato qui ad annoiarti, ma Silente ha ragione. E io ho troppa paura che Voldemort scopra che sei vivo. Non voglio perderti di nuovo ».
« Non preoccuparti, lo so bene. E comunque non mi annoio. Tuo padre ha già deciso che per rendermi utile dovrò aiutare la vostra elfa a fare l’albero di Natale e riempire la casa di decorazioni » disse lui.
Rachel alzò gli occhi al cielo.
« Dovrò fargli un bel discorso, prima che cominci a credere di poterti schiavizzare. Non deve trattarti male ».
« Lascialo fare, in fondo non ha tutti i torti » rispose Regulus, senza aggiungere che in fondo era convinto di meritare quel trattamento. « Sto cercando di recuperare la sua fiducia ».
« Auguri, allora » fu il commento scettico della ragazza.
 
 
Il giorno dopo, quando Emmeline varcò la soglia del quartier generale dell’Ordine della Fenice, era davvero di pessimo umore. Si trattava di una di quelle giornate che avrebbe voluto trascorrere chiusa in casa, piuttosto che uscire. Sfortunatamente per lei, non sapeva ancora che il suo malumore sarebbe stato messo a dura prova fin da subito.
« Ciao, Emmeline! » esordì James, rivolgendole uno strano sorriso tutto denti. « Vuoi sederti? »
« Oh, sì, Emmeline, accomodati pure! » intervenne Sirius, premuroso come non era mai stato con nessuno, eccezion fatta per la sua moto.
« Mi sembri un po’ pallida, cara. Siediti, avanti. Non vorrei che svenissi di punto in bianco! » sghignazzò Fabian.
« Smettetela! » sbottò lei, furibonda, mentre quei tre scoppiavano a ridere.
« Oh, non dovresti arrabbiarti così tanto. Rischieresti di esaurire tutte le energie e crollare a terra da un momento all’altro » le consigliò Gideon.
« Ma insomma, lasciatela in pace » intervenne Dorcas. « È evidente che è stata Schiantata da qualcuno che le ha poi cancellato la memoria ».
« Uffa, volevamo solo divertirci un po’! » protestò Sirius, alzando gli occhi al cielo. Dorcas gli rifilò un’occhiata truce.
Emmeline li ignorò.
« Grazie, Dorcas ».
« Figurati… Non ti ricordi proprio nulla? » le chiese lei, mentre entravano nel salotto.
« No, nulla. L’ultima cosa che ricordo è che mi trovavo in bagno. Poi mi sono ritrovata improvvisamente davanti all’ascensore » raccontò lei, sforzandosi di ricordare e scrollando la testa.
« L’importante è che tu sia ancora viva ».
« Ah, certo. Il problema è che mi sono fatta attaccare alle spalle come una stupida. Che razza di Auror sarò se non so difendermi da sola? »
Emmeline sospirò, nervosa. Quell’incidente che le era capitato le stava facendo venire un sacco di dubbi, primo tra tutti se quel mestiere fosse davvero adatto a lei. I suoi genitori avevano sempre cercato di farle cambiare idea: non volevano che rischiasse la vita contro i maghi oscuri. Però lei era sempre stata convinta di quel che faceva e che i suoi avessero solo paura per la sua incolumità. Ma ora iniziava a pensare di non essere adatta a quel genere di lavoro.
« Stai ancora facendo l’addestramento. È normale non avere esperienza. Non dovresti scoraggiarti » provò a rassicurarla la donna.
« Se lo dici tu… »
« Allora, ci siamo tutti? » ringhiò Malocchio, facendo scorrere l’occhio magico per tutto il salotto. « Dunque, devo dirvi una cosa. Abbiamo saputo che il branco di Lupi Mannari comandato da Greyback ha intenzione di attaccare il villaggio di Drybrook, vicino alla foresta di Dean, durante il prossimo plenilunio, che sarà esattamente il secondo giorno di gennaio. A Drybrook non ci sono maghi da mettere in allerta, perciò dovremo essere noi a respingere l’assalto dei Lupi Mannari, altrimenti ci sarà una strage di Babbani, e soprattutto di bambini ».
Emmeline rabbrividì, e non fu l’unica. Incontrò lo sguardo teso di Rachel, quello angosciato di Peter e quello serio e cupo di Dorcas e capì che tutti quanti erano orripilanti dalla prospettiva di combattere contro un intero branco di licantropi.
« Non siete obbligati a farlo, se non volete » sibilò Malocchio. « Ma se avete aderito all’Ordine della Fenice, è perché non volete che queste cose accadano, perciò mi auguro di poter contare su parecchi di voi. Naturalmente sono escluse Alice e Lily, perché sono in gravidanza, e anche Elphias… Tutti voi altri, non dovete dare subito una risposta. Rifletteteci e fatemi sapere ».
Lo sguardo di Malocchio faceva stare tutti in una situazione di disagio. Lui non si sarebbe mai tirato indietro, ma probabilmente non voleva costringerli a combattere per forza.
« Comunque, nei prossimi giorni imporremo degli incantesimi di protezione nel villaggio, in modo che i Babbani non escano di casa quella notte. Sarete divisi in gruppi, e ogni gruppo si occuperà di una zona. Penso che finiremo in tempo senza problemi ».
Dopo questo, Malocchio li congedò, e tutti uscirono dal salotto senza avere più molta voglia di chiacchierare.
Emmeline aveva già deciso: sarebbe andata a difendere Drybrook.
Forse lo considerava un dovere: si sarebbe sentita troppo in colpa a restare a casa mentre gli altri rischiavano la vita… o peggio, di essere morsi. O forse, era convinta che aiutare quelle persone indifese la avrebbe aiutata a fare chiarezza dentro di sé. Era per quello che aveva deciso di diventare Auror: ritrovare le proprie motivazioni forse la avrebbe convinta a lasciar perdere tutti i dubbi che aveva al momento.
O almeno, era quello che sperava.
 
Al contrario, Rachel non era ancora sicura di cosa fare. L’idea di combattere contro quelle creature della notte la terrorizzava, e non poteva fare a meno di attribuirne il motivo al fatto di essersi già ritrovata di fronte ad un Lupo Mannaro scatenato, circa tre anni prima. I suoi incantesimi non erano serviti a nulla. Lei, Regulus e Barty sarebbero sicuramente morti se non fosse intervenuto un cane misterioso a salvarli.
Che cosa potevano fare contro un branco intero di Lupi Mannari? Era questa la domanda che più le premeva.
Tuttavia cercò di non apparire troppo spaventata, perché tutti gli altri facevano lo stesso, escluso Minus, pensò lei, rifilandogli un’occhiata di disprezzo: da quando la aveva accusata di essere una spia, Rachel non riusciva più a nascondere la propria antipatia nei suoi confronti.
« Che muso lungo ».
Rachel si voltò verso Dorcas, presa alla sprovvista.
« Non è vero che ce l’ho » mentì, cercando di apparire indifferente e fissando qualcosa di indefinito fuori dalla finestra. La luna era già a tre quarti. Mancava poco al prossimo plenilunio.
Poi però si voltò a guardare Dorcas: lei non mostrava mai segni di cedimento. Era la donna più forte che avesse mai conosciuto.
« Come fai ad essere così tranquilla? » le chiese, prima di potersi trattenere. Non poteva più fingere di non avere paura.
L’altra fece una smorfia.
« Non sono affatto tranquilla, però cerco di non farmi dominare dalle emozioni. Di solito cerco di capire bene che cosa mi fa più paura e perché. Poi mi sforzo di trovare delle soluzioni razionali. Ti assicuro che se ti affidi al raziocinio, riuscirai a contenere il panico ».
Rachel non era molto convinta. Dorcas era sempre molto logica e razionale, ma lei non era così.
« Se hai timore dei Lupi Mannari ti capisco, ma cerca di pensare a come si possono sconfiggere. Il vantaggio principale che noi avremo, sarà proprio la bacchetta. Quando sono trasformati, i Lupi Mannari non ragionano né possono fare magie, quindi il modo migliore per batterli è sfruttare questi loro svantaggi ».
« Se lo dici tu… »
Ma in quel momento Rachel si rese conto che ciò che più la spaventava non era tanto la battaglia di Drybrook, quanto il timore di perdere tutto quello che aveva riconquistato a fatica. Ora che aveva di nuovo Regulus, ora che si era lasciata alle spalle il dolore degli ultimi mesi, aveva paura di perdere tutto un’altra volta. Se fosse stata morsa… No, preferiva non pensare ad un’eventualità del genere.
Ma, come se una voce nella testa le stesse rispondendo, si rese subito conto di non potersi tirare indietro per mantenere intatta la stabilità che aveva riacquistato. La guerra andava avanti, la gente continuava a morire, e lei non poteva abbandonare la lotta, anche se questa le avrebbe procurato enormi rischi. Era quello che le aveva detto Silente prima di ammetterla nell’Ordine della Fenice: non doveva combattere per vendetta, ma per creare un mondo migliore, proprio come aveva fatto Regulus.
« No, hai ragione. Grazie, Dorcas » disse, improvvisamente più sicura. « Sono proprio una stupida ».
« Ma no. È normale avere qualche tentennamento, e ti assicuro che non sei l’unica». La donna le si avvicinò, continuando a parlare sottovoce. « Che resti tra noi: io li ho tutti i giorni, ma cerco di non darlo a vedere. Se ti mostri sicura, tutti gli altri si sentiranno a loro volta rassicurati. Il panico purtroppo è contagioso, e bisogna evitare di diffonderlo ».
« Grazie » ripeté lei, sollevata.
« Figurati. Se vuoi un consiglio, tornatene a casa e riposati. Ti farà bene ».
Rachel annuì e la salutò, avviandosi poi verso l’uscita, ignara di ciò che avrebbe scoperto di lì a poco.
L’ingresso era immerso nella penombra, e l’unico chiarore proveniva da una sottile striscia di luce verticale: la porta della cucina era aperta.
Rachel comunque non vi fece caso almeno fino al momento in cui, dopo essersi avvicinata per prendere il mantello, udì alcune voci concitate provenire dall’interno della cucina.
« Non ho nessuna intenzione di andare a combattere a Drybrook e lasciarti da solo con la luna piena, sappilo » stava dicendo James, molto più serio del solito.
« Nemmeno io » confermò Sirius.
« Ma non potete abbandonare gli altri per me! » sussurrò Remus, e Rachel non poté fare a meno di sentirlo, nonostante stesse cercando di infilarsi il mantello nel modo più rumoroso possibile. « Io posso cavarmela da solo ».
« Lunastorta, hai dimenticato che cosa ti succedeva quando eri da solo ad affrontare il tuo piccolo problema peloso? Senza di noi ti farai male ».
« Per una volta non ha importanza. La vostra presenza è più necessaria a Drybrook. Volete che Greyback faccia altre vittime? »
Sirius aveva un tono arrabbiato.
« Codaliscia, diglielo anche tu che non può rimanere da solo ».
Minus stava per rispondere, ma Remus li interruppe, dando un calcio da qualche parte, probabilmente una sedia, pensò Rachel, che non riusciva a smettere di ascoltare quell’insolita conversazione, con una strana sensazione addosso.
« No! Ma non capite? Voi sapete più di tutti gli altri come tenere sotto controllo un Lupo Mannaro. L’Ordine ha bisogno di voi. E io non potrei sopportare l’idea che, per avere qualcuno accanto anche questa notte di luna piena, qualche altro bambino venga morso come è successo a me! »
Rachel trasalì, portandosi subito dopo una mano sulla bocca, mentre le orecchie sembravano essersi riempite di ovatta. Non sentiva più niente, a parte il martellante battito del proprio cuore e un fastidioso fischio alle orecchie.
Senza restare lì un secondo di più, si affrettò ad uscire dalla casa di Dedalus, assicurandosi di non fare rumore.
Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Era assurdo, inconcepibile, impossibile. Non capiva nemmeno che cosa c’entrassero gli altri tre in tutta quella storia, ma a dire il vero non le interessava.
Si diede della stupida per essere rimasta ad ascoltare quella conversazione. Sarebbe stato meglio non saperlo. Com’era possibile?
Ma ora tutto aveva più senso. Le cicatrici, le svariate assenze del ragazzo, il suo perenne star male: era tutto collegato.
Alcuni ricordi le riaffiorarono alla mente di colpo. Lei non aveva mai creduto alle ipotesi di Severus Piton sulle strane assenze di uno dei ragazzi di Grifondoro che tanto detestava: le aveva liquidate con scetticismo, ritenendole assurde e dettate solo dal rancore.
E invece, pensò, lanciando un’occhiata tesa verso la luna, adesso doveva riconoscere di essersi sbagliata.
Remus Lupin era davvero un Lupo Mannaro.
 
 
 
 *1: La Bagnold pensa che Voldemort voglia ancora farla fuori perché non sa che lui ha corrotto e Imperiato parecchie delle sue persone fidate, come ha detto nel capitolo scorso.
*2: Si riferisce al capitolo
47 di "Eroi non si nasce, si diventa", quando Voldemort cerca di ucciderla e Regulus la fa scappare con la figlia neonata!
 *3: Stavolta Silente sa già della sua conversazione con Tom Riddle sugli Horcrux (lo aveva sscoperto Regulus dopo aver sottoposto Lumacorno alla Imperius), quindi stavolta non poteva dare ricordi fasulli.
*4:  Tom Riddle è nato all'incirca nel 1926, Walburga nel 1925, Cygnus nel 1929, quindi  Alphard, che era il fratello di mezzo, deve aver frequentato Hogwarts ai tempi di Tom Riddle
(e per la mia storia pure Perseus, che è coetaneo di Alphard).
*5: Rachel sta parlando del figlio di Phineas Nigellus, che si chiamava a sua volta Phineas, diseredato perché - per l'appunto - sosteneva i diritti dei Babbani O.o

 
 
 
*Angolo autrice*
Perdonate la quantità spaventosa di note, ma erano necessarie, mi sa! Questo capitolo è piuttosto lungo rispetto agli altri, e ci ho messo un bel po' a scriverlo.
Millicent Bagnold l'ho immaginata come una donna molto onesta e giusta, però a tutto c'è un limite, e visto che è una politica, ho voluto renderla comunque molto attaccata alla poltrona.
Drybrook esiste veramente e si trova proprio vicino alla foresta di Dean, dove al momento è accampato il branco di Greyback. E' un villaggio di circa 2.000 abitanti, abbastanza piccolo quindi.
Il 2 gennaio 1980 c'è stata davvero la luna piena! Se qualcuno di voi è pignolo e può trovare utili delle info del genere per le proprie storie, vi indico il sito che ho consultato: Calendario lunare. Voi scegliete l'anno e il giorno, e lui vi dirà tutto sulla situazione della luna in quel momento! Boh, io mi diverto a cercare queste cose inutili, non so voi! XD

Il prossimo capitolo è già pronto, però, visto che da domani inizia il periodo più tosto, lo pubblicherò domenica 13 febbraio. Intanto lavorerò ai capitoli successivi per continuare ad aggiornare abbastanza regolarmente! Mi dispiace se vado un po' a rilento, ma state tranquilli: amo scrivere questa storia, e se solo potessi non farei altro! XD
Spero che questo vi sia piaciuto, comunque! A presto!
  
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