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Autore: Joan Doe    31/01/2011    2 recensioni
Ci sono momenti della vita in cui, all'improvviso, tutto sembra infrangersi, fragile come un vetro, sotto i tuoi piedi. E tu non puoi far altro che reagire, o seguire la corrente... o i tuoi desideri. Non sempre sono le scelte giuste, alle volte ti portano a perdere tutto quello che hai ma... Toccato il fondo, si può sempre risalire... Magari grazie ad un incontro in circostanze poco felici...Magari anche lottando per difendere il proprio orgoglio...Può darsi che la luce riesca a riflettersi nei cocci dei vetri...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte terza

 

Continuava a non crederci..

Pur tornando lì ogni giorno, pur facendo tutte le cose che le venivano dette di fare…. Lei non ci credeva.

Come poteva essere sempre così dannatamente debole??

Giulia appoggiò la cesta dei panni bagnati a terra, quasi accasciandosi per l’eccessivo sforzo (mezza segaaaaa! Ehm…. No, ma io in fondo le voglio bene…. N.d. Author) e si deterse il sudore copioso, che le imperlava la fronte, con il dorso della mano, guardandosi desolatamente intorno.

April glielo ripeteva sempre che con quell’espressione da morta in piedi faceva pena, ma lei non poteva farci niente. Odiava essere lì, nonostante l’accoglienza fosse stata senza dubbio entusiasta, e non riusciva a farselo piacere in alcun modo.

E poi, April aveva ben poco di cui lamentarsi! Perché in fondo, come al solito, era tutta colpa sua!!!

Due giocatori la superarono, correndo, e Giulia li salutò con il sorriso più falso che riuscì a stamparsi in faccia… Ormai era abituata a quell’ espressione da ebete, e non riusciva a capire come mai quei fessi non si fossero ancora accorti che il suo stato di grazia era solo pura apparenza… Forse era una brava attrice? O forse, ipotesi più probabile, lo sapevano tutti ma nessuno aveva ancora avuto il cattivo gusto di farglielo notare?

Ruotò il busto verso la cesta, abbandonata ai suoi piedi, cercando di costringersi a riprendere il cammino e, mentre avanzava barcollando verso la sua meta, si domandò per l’ennesima volta perché la cosa la urtasse tanto.. In fondo era solo una stupida, banalissima questione di principio, giusto?

Certo, certo che lo era!!! Ma, sfortunatamente per il mondo intero, lei teneva moltissimo alle sue cavolo di questioni di principio!!!!

Non poteva credere che quel piccolo bastardo l’avesse avuta vinta! E la cosa la faceva letteralmente andare in bestia!

Ricordava ancora il suo assurdo atteggiamento strafottente, durante la prima e ultima discussione che avevano avuto… Se ne era andata perché l’istinto di mettergli le mani addosso si era fatto ormai incontrollabile, pericolosamente incontrollabile… (see che paura..n.d. Benji) E così sua maestà voleva che ritrattasse la sua deposizione eh? Ma benissimo..l’avrebbe accontentalo subito.. così la prossima volta quei cari ragazzi avrebbero potuto completare il lavoro interrotto spaccandogli definitivamente quel suo brutto muso. Se lo meritava…quel piccolo….grrr..

Ma tutti i suoi propositi di donna vera si erano dovuti scontrare brutalmente con la cruda realtà di avere un’amica completamente demente…. Un’amica demente a cui non fregava nulla se lei faceva una figuraccia in forma massima, ma che rimaneva solamente legata alle proprie pressanti spinte ormonali..

Infatti il giorno dopo April era arrivata a scuola felice come una Pasqua e aveva deciso di renderla partecipe di tanta gioia, trascinandola nei suoi assurdi piani, come al solito…. Infatti le sue orecchie da segugio avevano captato la notizia fantastica, si fa per dire, che la Nazionale cercava manager che potessero "mettere a loro agio" i ragazzi per tutta la durata del ritiro.. E NOTIZIONA: l’animo caritatevole della sua migliore amica, sempre mossa da grandi impulsi solidali, aveva già provveduto a inoltrare le domande di ammissione, per tutte e due ovviamente….. Lei si vergognava da sola…poverina..

E dopo vari tentativi di omicidio e decisi dinieghi, aveva vinto per l’ennesima volta….. APRIL.

Infatti eccola lì, come una fessa, a recitare la parte della perfetta donna di casa, sgobbona, perennemente indaffarata e quindi acida come uno yogurt andato a male. Mentre l’altra non trovava niente di meglio da fare che tampinare come una piovra qualsiasi uomo sotto la quarantina che le passasse a tiro.

Raggiunse finalmente il suo obiettivo e cominciò a stendere al sole le magliette blu che aveva faticosamente trasportato fin lì, riservando loro un trattamento peggiore di quello di un marito impiegato lasciato solo dalla moglie in piena estate… Ma perché diavolo non riusciva ad accettare la situazione, dal momento che ormai non c’era più nulla da fare??

Perché mi rode va bene?? Mi rode un saccooooooooo!!

"Ma dai – odiava April quando si metteva a fare i suoi ragionamenti da buona samaritana, quasi fosse lei l’ingrata che non apprezzava i suoi sforzi, e questa era una frase che nell’ultimo mese era diventata quasi un ossessione, un vero e proprio martello – In fondo ci sono molti lati positivi in questa situazione.. sei soltanto tu che ti intestardisci a non volerli guardare…."

Si… lati positivi…. Certo.. Lati positivi per chi però?

Un grido attirò la sua attenzione verso il campo da gioco. Fece appena in tempo a girarsi per vedere Mark correre come una saetta sul terreno verde, dribblare quattro idioti che tentavano inutilmente di bloccare la sua avanzata, per poi sparare una saetta dritta dritta in rete.

Ecco i suoi lati positivi secondo April…. Due spalle fantastiche… e un sedere da infarto.. senza dubbio…ma..

C’erano dei ma? No che non c’erano.. certo.. quello era tutto ciò che una ragazza di 16 anni, in piena crisi ormonale, poteva sognare dalla vita… April ne era assolutamente convinta, e anche lei in un certo senso non riusciva a darle torto… ma….

….. allora perché si sentiva così assolutamente passiva, come se la vita che le scorreva addosso non avesse per lei nessun interesse??

E soprattutto… perché quella dannatissima domanda aveva il potere di turbarla tanto??

Non c’era niente che non andasse nella sua banale quotidianità… Era pure riuscita ad accalappiare, come diceva April, il ragazzo più conteso di tutta la nazionale… Fantastico….e allora perché era così irrimediabilmente insoddisfatta?

Ricominciò a strattonare le sue povere magliette, come in preda a una crisi di nervi…

Maledizione! Maledizione! Maledizione!

Non riusciva a toglierselo dalla testa. Ecco qual era il problema… Quel… Quel…..Quel…. piccolo ammasso di boria saccente!!! E la cosa che la faceva andare in bestia era che l’ unica fonte dei suoi problemi non faceva veramente nulla per esserlo davvero…..Probabilmente non lo sapeva neanche. In fondo non c’era persona a questo mondo che facesse meno parte della sua vita di lui…. L’aveva visto una volta sola.. o almeno, l’aveva visto una volta sola da sveglio….e ci aveva pure litigato… E allora perché diavolo continuava a rovinarsi la vita pensando a lui??

Sii sincera almeno con te stessa……Sei proprio sicura di averlo visto una volta sola?

D’accordo. D’accordo! Non era una volta sola..Ma due….. Ma questi erano inutili dettagli!

Pensaci bene… cos’è successo quella sera? Anche quello è un dettaglio??

Ohoooooooo…. Maledizione!! No, non era un dettaglio… ma le dava fastidio ripensarci! E allora perché non poteva farne a meno???

Quanto tempo era passato? Due settimane…tre? Forse… non si ricordava… Per una strana coincidenza, ogni evento che avesse a che fare con quel buzzurro non riusciva ad essere classificato nella sua memoria con la giusta scansione temporale…. Potevano essere giorni, come mesi, per quanto la riguardava… dal momento che, ad ogni incontro, scattavano le dovute seghe mentali di norma e lei si ritrovava immancabilmente ad analizzare ogni evento, ogni sfumatura, ogni sguardo cercando di scoprire chissà quali remoti e insondabili significati……che poi immancabilmente si risolvevano in sue assolute paranoie, mentre il mondo andava avanti instancabile…incurante dei suoi grandi interrogativi filosofici…

Era stata una serata indecente….organizzata dai coordinatori della nazionale per permettere alle new entry di "inserirsi meglio nel nuovo ambiente" e ai ragazzi di "rinforzare lo spirito di squadra"……grande cazzata ovviamente, perché tutti non avevano altro pensiero che farsi amabilmente i fatti propri… tranne quei pochi allupati che non aveva perso tempo a saltare loro addosso stile piovre. E, mentre April si gongolava felice della nuova situazione, lei per tutta la sera non aveva fatto altro che guardare l’orologio e fingere di ascoltare perfetti sconosciuti che le raccontavano le loro imprese calcistiche, come se fossero tutti dei superuomini…. E lei non ne poteva più…..

E poi, fattore non secondario, c’era l’eventualità che l’aveva terrorizzata fin da quando aveva udito della grande trovata…. E se lui ci fosse stato??

"Ma si può sapere cosa te ne frega?" – se ne era uscita la sua cara migliore amica, mentre la trascinava quasi di peso nell’ormai imminente mattatoio..

Cosa me ne frega?? Cosa me ne frega?? Niente….. assolutamente nulla… mi turba soltanto il pensiero dell’immane, assoluta, incommensurabile figuraccia che ci farò quando il signor Sottuttoioperchèsonoperfetto mi vedrà come nuova manager della Nazionale…. Proprio io che gli avevo giurato di non volerlo più rivedere per il resto della sua vita… Già mi immagino le grasse risate…

Ma fortunatamente il principino non si era visto… Né al rinfresco, né alla cena…

Ma certo…. Figuriamoci se un asociale come lui poteva degnarsi di mischiare la sua autorevole persona alla vile plebaglia… Lui era superiore no?

Pericolo scampato dunque…. Si era lasciata sommergere dalle chiacchiere degli adorabili ragazzuoli che la circondavano, isolandosi in una sorta di nirvanico distacco senza poter far altro che sperare in un miracolo, un incidente, un disastro meteorologico…qualsiasi cosa insomma, che potesse far finire quella noia mortale…… ma chi l’aveva detto poi che i calciatori era persone così….interessanti?? Ah si…..April…..

Non sapeva per quanto tempo era rimasta ad ascoltare il brusio che la circondava, la mente lontana, i pensieri che correvano decisi verso un’unica direzione, verso ricordi tanto a lungo rimossi che ora facevano capolino nella sua mente, costringendola ad analizzare sentimenti che non era assolutamente preparata ad accettare… Aveva solo voglia di mettersi a piangere, in mezzo a quegli sconosciuti, seduta stante, lasciando che la depressione, lo sconforto, la delusione scivolassero via con le sue lacrime…

Ma perché diavolo doveva provare emozioni così contraddittorie?? Perché diavolo doveva sperare ardentemente che lui fosse lontano km per poi rimanere delusa di non vederlo?? E soprattutto… chi diavolo era per permettersi di fare tutto ciò proprio a lei?

Dio quanto lo odio!!! E’ tutta colpa suaaaaa!!!

No… così non andava affatto… Doveva in qualche modo risolvere la situazione, ne andava del suo equilibrio mentale…

Classica scusa: devo andare in bagno a incipriarmi il naso? Seee.. va bè che il suo ultimo interlocutore, un ragazzo con un’abnorme testa a pera e due orecchie spropositate che lo facevano più assomigliare ad una scimmia che ad un essere umano, non sembrava certo un acume di intelligenza… ma fin lì ci sarebbe arrivato anche lui.

Meglio scegliere la via della sincerità ad oltranza dunque? E uscirsene con un "mi stai annoiando a morte, idiota, vedi di piantarla"? Il classico gesto diplomatico per stringere una sana e solare amicizia… No nemmeno quello sembrava azzeccato…. E allora?? Doveva davvero costringere i suoi poveri e provati neuroni ad un’altra mezz’ora di quello strazio???

Un paio di occhi neri, che la fissavano divertiti dall’altra parte del tavolo, avevano attirato la sua attenzione.

Dopo aver guardato meglio, in fondo la stanchezza poteva fare brutti scherzi… la grande scoperta.. Ma quello….quello era ….l’altro partecipante dell’incontro infausto di quell’ancora più infausto giorno… Un altro testimone della sua risolutissima frase da donna vera che si andava amabilmente vanificando in quella serata orrenda. E da come la guardava, dalla luce ironica che gli brillava negli occhi, non c’erano dubbi che si ricordasse perfettamente della sua grande affermazione di volontà….

Il ragazzo era seduto in disparte, rispetto al resto del gruppo, mostrando evidentemente un’attenzione ed un interesse per la compagnia pari al suo e non faceva niente, nulla, se non squadrare cinicamente tutti con il suo sguardo penetrante da lupo solitario…. E la cosa doveva funzionare discretamente, da quanto Giulia aveva potuto notare, in quanto nessuno sembrava voler avvicinarsi a lui…. Come se tutti avessero quasi una sorta di timore reverenziale….

Mettersi a fare il lupo solitario anche lei dunque? Giulia aveva valutato attentamente la possibilità per poi giungere alla conclusione che, se anche l’idea avesse potuto funzionare e non era detto perché lei sicuramente non possedeva i muscoli del tipo in questione, ormai se l’era giocata da tempo, ovvero da quando aveva permesso a quei cari figlioli di attaccare bottone…ormai non sarebbe stata più credibile…

"Bè…se Maometto non va alla montagna…. – aveva pensato, in un momento di follia, alzandosi senza nessun preavviso dal suo posto e continuando a fissarlo negli occhi – la montagna……"

Sorridendo beatamente al ragazzo che le stava parlando ora della dinamica dei tiri ad effetto, un argomento interessantissimo senz’altro, si era allontanata senza una parola di commiato in direzione del tipo, puntando senza ritegno la sedia libera di fianco a lui… Tanto ormai…figura per figura…non aveva nulla da perdere..

"Accetti richieste di asilo politico?" – aveva detto, appoggiando la mano sullo schienale in legno accanto al ragazzo…… Mark…le sembrava di ricordare che si chiamasse così..

Lui, all’inizio, non le aveva risposto, limitandosi a squadrarla da capo a piedi, mentre un sorriso divertito gli si disegnava sulle labbra. Giulia era rimasta ad osservarlo per un attimo, indecisa se attendere il verdetto di quel muto esame a cui sentiva di esser stata sottoposta, oppure battere in ritirata… in fondo la scusa del bagno non era poi così malvagia…

"Bè…dipende tutto da chi inoltra la richiesta penso… - l’aveva sentito dire, con voce ironica, mentre il rumore strascicato della sedia sul pavimento l’informava che il ragazzo le stava facendo posto – e poi… non vorrei mai toglierti il piacere di una così interessante e sagace discussione accademica…. Comunque posso vagliare la questione…"

"Devo presumere che questo sia un si?" – una domanda retorica, accompagnata da un sorriso più accentuato del ragazzo che si era limitato ad osservarla mentre prendeva posto accanto a lui, senza direi una parola.

Era….carino…

Quel pensiero l’aveva colta di sorpresa, dandole al contempo una sensazione di sollievo che non riusciva a spiegarsi.

Cosa si metteva a pensare??

Niente….una semplice constatazione, talmente ovvia che il suo cervello non aveva potuto far altro che registrare meccanicamente la cosa come un semplice dato di fatto.

Ripensandoci in quel momento, Giulia non potè fare a meno di ricordare come allora la tensione che aveva provato, per tutto l’arco di quella giornata, fosse scomparsa all’improvviso, in un soffio, lasciando il posto ad una serenità quasi ebbra in cui finalmente si era sentita libera… Non sapeva a cosa attribuire quella sensazione, se al ragazzo che aveva di fianco o a sé stessa, ma era come se avesse varcato un’immaginaria linea di confine, che la separava dal resto del mondo…. Come se fosse in una sorta di zona franca..

Aveva sentito il brusio delle voci circostanti cessare all’unisono, mille occhi silenziosi trafiggerle la schiena, per poi riprendere.. ancora più assordanti di prima, segno inequivocabile di un comune ed univoco cambio di argomento….sicuramente stavolta non erano i tiri ad effetto….

Ma neppure questo aveva contribuito a farla scendere dal suo nirvana. Ma come.. proprio lei che odiava i pettegolezzi, soprattutto quando questi erano fatti alle sue spalle? Ebbene si… non gliene fregava proprio un fico secco…era contenta…e voleva soltanto starsene lì, con la testa vuota e i sorrisi di Mark negli occhi.

Il ragazzo si era limitato ad osservare il comportamento collettivo con una semplice espressione divertita, come se avesse previsto molto prima cosa sarebbe successo e provasse, scoprendo di aver avuto ragione in pieno, un sommo godimento..

"Vuoi trasgredire?"- le aveva detto all’improvviso, rompendo il silenzio e appoggiandole distrattamente una mano sulla spalla.

Giulia era rimasta a guardarlo stupita per un attimo… per poi uscirsene con una risata soffocata, comprendendo le intenzioni del ragazzo..

Come da manuale… La sua mente aveva registrato le sensazioni che la circondavano…come scosse elettriche che attraversavano la stanza… Di nuovo gelo e silenzio attonito… Di nuovo le voci concitate intorno a loro che riprendevano la loro danza corale…come un boato che aveva incendiato l’aria…

Idioti….

Non aveva potuto far altro che assentire, mentre il significato recondito di tutta quella commedia rischiava di sommergerla dalle risate.

"Allora andiamocene via…" – le aveva proposto lui, prendendola per mano e trascinandola fuori dal salone, mentre entrambi faticavano a trattenere le risate…

Giulia sorrise… Quello era forse l’unico particolare degno di nota di tutta quella serata.. L’unico momento di divertimento che l’aveva salvata dalla paranoia…

Infatti, una volta usciti, non erano più riusciti a contenersi ed erano letteralmente scoppiati…sui gradini dell’ingresso, quasi catapultandosi per terra…… Giulia ricordava chiaramente quel momento.. il suono delle loro risate che si mescolava a quello del motore delle macchine, che sfrecciavano sulla strada… il calore che le aveva infiammato le guance in contrasto con la fresca brezza della notte… la sicurezza della mano di lui, che stringeva ancora la sua…

"Perché l’hai fatto?" – quel lampo divertito nei suoi occhi neri…… Carino….

"Adoro prendere in giro quegli idioti…. E poi.. la serata era troppo noiosa.. – aveva risposto lui, con un’alzata di spalle, tornando a fissare la strada di fronte a lui, per poi domandare.. – E tu? Che ci fai qui? A quanto avevo capito, mi sembrava avessi intenzione di non vederci mai più nemmeno dipinti…."

Vederci…. Aveva usato il plurale…. Che ragazzo saggio…

Come se non sapesse esattamente chi aveva giurato di non rivedere più.. Domanda a trabocchetto o pura curiosità intellettuale?

Bè non c’era modo di saperlo… non valeva nemmeno la pena di pensarci su….l’unica cosa conveniente da fare era lanciarsi al più presto nella ricerca di una scusa plausibile….o decidersi una volta per tutte a raccontare la verità…

Cioè? Che verità?

Ah già…. L’amica maniaca….

Ma non aveva potuto rispondere a quella domanda, non ne aveva avuto il tempo materiale e, ancora adesso, mentre stendeva quelle dannate magliette sotto un sole bruciante, non riusciva ad accantonare l’idea che, se avesse agito in maniera diversa, forse avrebbe potuto evitare lo spettacolo che sarebbe seguito di lì a poco.

Se fosse stata più veloce nel rispondere forse…

Se avesse evitato quella stupida commedia e si fosse rassegnata a convivere con le sue paranoie per una serata…

Se avesse usato veramente la scusa del bagno…. (i vecchi rimedi sono sempre i migliori.. sempre detto io.. nd. Author)

Ma era stupido pensare ai se…

Come era stupido cercare di convincersi che quello che era successo quella sera non avesse avuto nessuna influenza sul suo comportamento successivo e sulle scelte che avrebbe preso più tardi..

Ricordava ancora la scena a frammenti…come fotogrammi completamente scollegati l’un l’altro che le affollavano la mente..

Una macchina rossa, fermarsi ad un lato della strada….

Due persone, un uomo e una donna, ferme a bordo… le loro parole scandite dai lenti movimenti ondeggianti dei loro capi, avvolti nella penombra…

Il sorriso di Mark, un campanello di allarme che le scoppiava nel cervello…seguito dal sordo rumore del suo cuore che aumentava impercettibilmente i battiti…

Poi…

La portiera aprirsi lentamente… per far scendere lui..

La sua figura piegarsi in avanti, verso il finestrino aperto della macchina… come per continuare un discorso lasciato in sospeso… un braccio ingessato brillare sotto la luce opaca dei lampioni…

La testa di lei sporgersi di lato, per avvicinarsi a quella di lui in un movimento fluido e istintivo…la loro vicinanza ridursi sempre più per concludersi in un accostarsi di labbra.. in un bacio lento, languido, carico di una sensualità disarmante, avvertibile chiaramente a fior di pelle, che giunse fino a lei con la potenza di uno schiaffo improvviso… lasciandola senza parole…

Evidentemente i due non pensavano di avere testimoni. O, più probabilmente, la cosa non li interessava affatto.

Ma il fatto che l’aveva lasciata più sorpresa, in tutto quel delirio di immagini, era stata la sua reazione, istintiva e incontrollabile… lo shock quasi fulmineo che l’aveva immobilizzata su quei gradini, freddi e duri al tatto, mentre un dolore bruciante le germogliava nel petto e il suo cuore impazzito sembrava sul punto di scoppiarle dalle tempie..

Semplice imbarazzo?

Forse… ma allora perché non riusciva a muovere un muscolo? Non era certo la prima volta che assisteva a spettacoli del genere… anche se… bè… lei era abituata a cose molto meno appariscenti, senza dubbio… E soprattutto, se la cosa la imbarazzava tanto, perché non era riuscita a staccare gli occhi da quella scena?? Perché non aveva potuto osservarla con il distacco tipico di chi non prova nessun interesse per quanto sta accadendo???

Poi tutto era finito.. all’improvviso come era cominciato.

Il ragazzo si era alzato e si era soffermato ad osservare la macchina partire e scomparire nel buio, svoltando ad un angolo di strada. Poi, girandosi verso l’albergo, si era finalmente accorto della loro presenza.

Il suo sguardo era scivolato lentamente dall’amico alla sua figura, rattrappita, le ginocchia strette al petto in una posizione inequivocabile di difesa. E quando i suoi occhi, assolutamente privi del minimo segno di imbarazzo, avevano incontrato i suoi, Giulia aveva provato la sgradevolissima sensazione di essere sottoposta ad una sorta di esame ai raggi x, come se lui potesse entrarle nella testa e mettere a nudo la somma quantità di pensieri imbarazzanti che la stavano sommergendo come un’alta marea… spingendola a desiderare cose stupide come….quattro metri di terra dove andarsi a sotterrare, per non uscirne più per tutto l’arco della sua sfigatissima esistenza…

Ecco lo sapevo lo sapevo lo sapevoooooooo!!!

Ma perché, perché devo essere così sfigata???

Giulia non aveva potuto impedire ai suoi piedi, ridotti ormai a due miseri pezzi di ghiaccio, di scalpitare in preda al nervosismo più esasperato… Benji la fissava e non diceva nulla. Nessuna parola, nemmeno il più flebile suono che contribuisse a spezzare quell’attimo infinito, permettendo al tempo, immobile, di riprendere la sua corsa e soprattutto a lei di liberare il respiro affannoso, trattenuto a forza nei suoi poveri polmoni, fino a farli quasi scoppiare dallo sforzo..

Nulla si muoveva.

Solo i suoi occhi rapaci e quel sorriso, quella maledetta smorfia di scherno che non abbandonava il suo viso e aveva il disarmante potere di scatenare in lei tutte le paure più cariche di quel sentimento annichilente chiamato vergogna..

Aveva pregato con tutto il cuore che quella tortura finisse al più presto, che si concretizzasse in una frase, in un cenno che avrebbe potuto liberare parte della rabbia che provava dentro di sé, ma niente sembrava essere capace di rompere quella specie di incantesimo arcano…e i suoi nervi non avrebbero potuto sopportare quella situazione ancora per molto…presto sentiva che il panico avrebbe preso inevitabilmente il sopravvento e lei avrebbe fatto la cosa più stupida che si potesse fare su questa terra…. Sarebbe scappata.. semplicemente, piangendo tutte le sue lacrime di desolante imbarazzo….e ponendo la parola fine su qualsiasi tipo di rapporto sociale…. Perché non avrebbe mai potuto sopportare di farsi vedere una secondo volta da chi l’aveva vista nel massimo momento di debolezza. Si conosceva troppo bene…

"Allora Price, - Giulia aveva mollato il fiato tutto di un colpo, permettendo finalmente al suo fisico di trarre un po’ di sollievo dopo lo sforzo sovrumano a cui l’aveva sottoposto, e ringraziando mentalmente Mark per quell’aiuto inaspettato… Ringraziandolo ovviamente fino a quando non aveva ascoltato l’altra parte del discorso… - Seratina diversa, vedo…"

Eccola lì….ma che bella domanda….

Equivaleva sicuramente a un "Trombato bene stanotte?"

Tipico discorso maschilista….aveva pensato, leggermente disgustata…offesa soprattutto dal fatto che i due sembravano essersi completamente dimenticati della sua presenza..

Ma prego….fate pure come se io non esistessi…tanto io sono una ragazza di larghe vedute….

Ma, sfortunatamente per loro, lei non era assolutamente interessata ad essere partecipe delle loro confidenze da amichetti del cuore… No, non ci teneva affatto…e la cosa la faceva andare letteralmente in bestia…anche se il suo obbiettivo primario, in quel momento, era sfoggiare la più assoluta indifferenza.

"Non molto diversa dalla tua, Landers… a quanto vedo… - Benji era salito lentamente per le scale, fermandosi a pochi gradini da loro e rivolgendo al compagno uno sguardo decisamente allusivo.

Non penserà mica che io…….che lui…….che noi……. Noo….figuriamoci….

Idiota! Cretina! Deficiente!!! Certo che lo sta pensando!! Guarda la sua faccia idiota che sprizza scintille di malizia…. Ed è inutile che ti preoccupi di giustificarti, perché non c’è niente che tu possa fare per togliere dal suo piccolo cervello maschilista quest’idea assolutamente folle…Tzè.. uomini…. Vedono qualcosa di vagamente ambiguo e non ci mettono due secondi ad infarcirlo con particolare assolutamente inesistenti…Quindi adesso, cerca di non fare la figura dell’idiota, arrossendo come una scolaretta…

Fai qualsiasi cosa, ma impedici alla tua faccia di andare a fuoco.. rimani impassibile…la cosa non ti tocca….ordinaria amministrazione….

E poi, che diavolo gli frega a questo??? TU non hai fatto niente di male!!! Era LUI che si sbaciucchiava indecentemente nel bel mezzo di una strada affollata (affollata?? Ma dove??)!!!!!

Sisisi….giusto……ecco…

"Questi non sono affari tuoi, Price – Mark aveva alzato con noncuranza le spalle, senza dare alcun segno dei turbamenti che sembravano creare tanti problemi alla sua compagna…. Il contrasto visivo era quasi disarmante… - Tu piuttosto, ti sembra il caso di dare spettacoli di questo genere? Fossi in te starei più attento… io lo dico per te… sai che i nostri compagni sono elementi piuttosto instabili e questo genere di attrazioni potrebbe avere conseguenze deleterie sullo stato delle loro capacità intellettive….oppure scatenare gelosie impreviste…."

"Non usare troppi paroloni, Landers – Benji aveva ripreso a salire le scale, le labbra solcate da un sorriso ironico – che ti affatichi troppo…. E comunque, dello stato cerebrale dei nostri allegri compagni non me ne può fregare di meno – si girò un’ultima volta, ormai giunto in cima alla rampa, e, prima di varcare definitivamente il portone di ingresso, rivolse al compagno un ultimo sguardo sprezzante – esattamente come non interessa a te…"

La risata soffocata di Mark aveva definitivamente fatto calare il sipario, e Sua Signoria era uscito di scena, abbandonandola in balia di emozioni talmente contrastanti da lasciarla completamente senza fiato… impotente…..sconvolta…..assolutamente furiosa….

Ma come……come….come poteva una persona essere tanto irritante???

Nessuna considerazione…….nessun riguardo….peggio, decisamente peggio….non l’aveva proprio cagata di striscio!!

Aveva già espresso degnamente l’odio che quel coso le suscitava? Bhè…quello che provava prima, non era nulla al confronto della rabbia che stava provando in quel preciso momento!!

Era balzata in piedi, incurante, quasi dimentica della presenza di Mark accanto a sé.

Doveva muoversi o la tensione che le pulsava nelle viscere l’avrebbe annientata..

Doveva esprimere in qualche modo ciò che a parole non riusciva a comunicare….

Doveva andarsene…subito… o si sarebbe messa a urlare come una pazza isterica, nel cuore della notte…

Si era quindi messa a scendere le scale, macinando i gradini uno dopo l’altro, in modo quasi militaresco, pronta a travolgere chiunque avesse avuto il coraggio, o la sfortuna, di porsi sul suo cammino. Nella mente un solo pensiero….. voleva andare a casa, lontano il più possibile da quell’essere infernale, la cui vicinanza non poteva portarle che un attacco di ulcera..

Nulla avrebbe potuto fermarla….e ne era ancora convinta quando, lanciatissima nel perseguimento del proprio obiettivo, una voce alle sue spalle le aveva fatto ricordare di non essere sola nell’universo del suo bruciante disappunto….

"Ehi! Ma che cavolo stai facendo??"

"Vado a casa… - era riuscita a mugugnare superato il momento di panico, mentre le sue gambe continuavano la loro corsa e la sua faccia si infiammava nella più deleteria delle emozioni.

"Eh??"

Non aveva fatto in tempo a sentire altro, prima che 1.80 m. di muscoli le sbarrassero magicamente il cammino. Furiosa, lo aveva fissato negli occhi, sperando che essi potessero sprigionare il fuoco necessario per farle vincere quella battaglia senza colpo ferire… Ma lo sguardo divertito che aveva ricevuto in cambio l’aveva convinta che le cose fossero più complicate di quel che sperava. E così, semplicemente, aveva deciso di smetterla di controllarsi ed era scoppiata….

"Si può sapere che cavolo c’è?? Hai problemi di cerume forse?? Mi sono accorta che è tardi…e DEVO andare a casa!! Niente in contrario??"

"Nulla… - aveva riso lui, per niente preoccupato dal suo scatto di nervi, lasciandole libero il cammino – Ti accompagno…"

"Non se ne parla proprio!!! – aveva ruggito lei, riprendendo la sua corsa – Sono capacissima di andarci da sola!!"

Ma quello non ne aveva voluto sapere e, di nuovo, le sue incredibili e strabilianti prese di posizione erano finite in un totale fallimento… L’aveva accompagnata a casa sul serio….

E Giulia aveva ricordato in cosa gli erano sembrati simile quei due.. dall’inizio….era due stradannatissimi testoni!!!!

Giulia finì di torturare l’ultima maglietta e si girò ad osservare il passaggio dei giocatori che, di corsa, stavano completando gli ultimi giri di campo prima di tornare negli spogliatoi… l’allenamento era giunto al termine, così come la sua giornata di schiavitù.

Gli occhi di Mark indugiarono nei suoi per qualche secondo più del dovuto… prima di tornare a concentrarsi in ciò che stava facendo e Giulia non potè fare a meno, per l’ennesima volta, di sentirsi in colpa.

Era una sensazione che nell’ultimo periodo aveva accompagnato spesso i suoi pensieri, seguita sempre da emozioni di rabbia impotente talmente violente che non le davano pace… Era come se l’intero mondo le avesse assegnato una parte, sicura, comoda, facile, qualcosa che il suo cervello si sforzava di recitare al meglio, mentre il suo cuore la spingeva invece in tutt’altra direzione… una strada ignota persino a lei, che però esercitava sui suoi sensi un’attrazione irresistibile…

Era innegabile che lei e Mark stessero insieme.

Inutile trincerarsi in cazzate puerili come "non me lo ha mai chiesto.. esplicitamente…" o altre scuse simili, buone forse per dei bambini dell’asilo. In quelle tre settimane lui era stato chiarissimo, mai una volta le sue intenzioni era state celate o ambigue, e lei non si era certo data da fare per scoraggiarlo..

Piuttosto sarebbe stato giusto dire che non aveva fatto niente…e aveva aspettato che la cosa le cadesse addosso senza mostrare né disgusto né entusiasmo.. le era semplicemente, capitato…

L’intera squadra si era chiusa su di loro, pronta a fare della loro storia il proprio fotoromanzo personale, e questo aveva dell’eccezionale per degli individui i cui neuroni avevano assunto da un pezzo le sembianze di palloni da calcio.

Quindi non rimaneva nessun dubbio..

Per LUI….

Per LEI…..

Per GLI ALTRI….

Ecco la coppia dell’estate 2000!!! Una rivelazione signori e signori!!!!

Questo era il lato manifesto, lampante, sicuro… Poi veniva il suo ombroso gemello… pronto a mettere in crisi le sue certezze…spingendola a fiutare l’aria come un cane randagio, alla ricerca del suono di una voce, dello scandire di un nome sulle labbra dei suoi compagni, di quelle notizie vaghe che animavano ogni tanto i pettegolezzi dello spogliatoio femminile…

L’altro fotoromanzo di quella torrida estate… i cui racconti avevano una connotazione decisamente più maliziosa di quelli che la riguardavano e che la sua fantasia contribuiva ad ingigantire in sogni atroci, che la costringevano spesso a risvegli improvvisi nel cuore della notte, bagnati di sudore gelido…

Immagini di LORO due insieme non si decidevano ad abbandonarla, nonostante tutti i suoi innumerevoli e razionalissimi tentativi di autoconvincersi che la cosa non dovesse riguardarla.

Fortunatamente…..nessuno si era accorto di questo suo travaglio interiore…fino ad allora.

"Toc!Toc! C’è nessuno in casa?" – si girò verso quella voce che la costringeva a tornare con i piedi per terra, per incontrare gli occhi scuri della capo manager della nazionale che la fissavano, estremamente divertiti…. Patty… - Lungi da me distoglierti dai tuoi pensieri romantici – aveva continuato la ragazza, indicando qualcosa di voluminoso che portava tra le braccia – ma ho un regalino per te…"

"Eh?" – non fece in tempo a dire altro.. che il voluminoso "regalo" era passato velocemente tra le sue braccia, che sfortunatamente non erano preparate ad accoglierlo…. Uno sguardo fugace ai tristemente noti fagottini blu… e il rumore del suo sedere che si schiantava vergognosamente al suolo..

"Ahahahahahahahahahahaha!!!" – la risata della compagna contribuì a sottolineare la figura da perfetta imbecille che era riuscita a portarsi a casa come al solito…

"Ahia! – mormorò tra i denti, fulminandola con lo sguardo, poi, notando che le sue occhiate assassine non avevano sortito nessun effetto e che la ragazza continuava a sbellicarsi amabilmente, si concentrò sul contenuto del cesto.. tentando di sviare l’attenzione in altre maniere – Ancora magliette? Ma no! Ma no! Ho appena finito! Ma non si va mai in pausa in questo posto???"

"No cara…purtroppo no – rispose l’altra, asciugandosi gli occhi e compiendo uno sforzo immane per ritornare seria – Ma sono buona e ho deciso di darti una mano….Coraggio! In due finiremo prima…."

E rieccola alla postazione di partenza, con le spalle doloranti e le mani fradice, mentre la noia e i pensieri scomodi avevano di nuovo via libera verso la conquista del suo già provato cervello….

Il dolore alle spalle cominciava a farsi insopportabile, mentre il contenuto del secchio, grazie al doppio contributo, si svuotava velocemente in silenzio.

-5....

-4....

-3....

-2....

E vai che è l'ultima e poi bastaaaa..

Si fermò interdetta, la speranza che l'aveva animata fino a quell'ultimo insano gesto che sciamava lontano.

Oh merda....

Non era una maglietta come le altre centinaia che l'avevano tediata fino a quel momento. L'azzurro uniforme della nazionale aveva lasciato il posto ad un verde scuro, le maniche si erano fatte lunghe, rinforzate sui gomiti, ed al centro capeggiava a caratteri cubitali il numero 22.

La sua maglietta..

La maglietta di un fantasma stronzo che si divertiva a rendere la sua vita un inferno senza avere nemmeno la consapevolezza di farlo. Dopo lo stronzo seriale, ecco un'altra tipologia di colpevole: lo stronzo seriale inconsapevole. Altrettanto fastidioso ma mille volte più letale.

Rimase a fissarla per qualche istante, indecisa se lanciarla lontano da sè o liberare l'istinto selvaggio e farla a brani con i denti.

Poi..

Di nuovo..

Senza quasi rendersene conto..

Vide le sue dita stringere con più foga le pieghe della maglia ed il suo viso farsi sempre più vicino a quell'oggetto malefico fino ad immergervi il naso alla ricerca, tra le tracce di sapone ed ammorbidente, di una traccia.. un odore.. qualcosa che potesse collegarla a quel fantasma..

"Hem!Hem!

Il rumore la ricondusse alla realtà bruscamente, mentre il suo volto andava in fiamme sotto gli occhi divertiti della sua compagna.

"Finito! - farfugliò velocemente, mentre scagliava con poca grazia il feticcio sui fili - Possiamo andare..."

Ecco che ci siamo portati a casa l’ennesima figura di merda… Brava Giulia, a volte sfiori veramente il sublime..

"Non penserai di cavartela così facilmente vero?"

La voce della compagna la raggiunse mentre stava cercando di percorrere il tratto tra il campo e gli spogliatoi nel minor tempo possibile, bloccando la ritirata.

"E tu non mi dirai che ci sono altri stracci umidi da stendere vero?"

Cercò di imitarne il tono, cercando disperatamente di cambiare argomento.

"No. Il lavoro oggi è finito – le sorrise la compagna – ma mi piacerebbe che "approfondire" la nostra amicizia al di là delle mansioni giornaliere, capisci?"

In poche parole, farti gli affari miei come tutti gli altri immagino…

"E io ne sarei felicissima – mormorò, estremamente zuccherosa, cercando di dare alla sua voce un tono di assoluta tranquillità emotiva – ma oggi sono veramente molto stanca.. quindi se non ti spiace…"

I passi dell’altra la raggiunsero per affiancarla.

Il volto, ormai privo della malizia con cui aveva interrotto i suoi vaneggiamenti feticistici, divenuto improvvisamente serio.

"Mark lo sa?"

Il senso di colpa che sbocciava di nuovo, come un fiore maligno nello stomaco.

Prima regola: negare, sempre e comunque!

"Sapere cosa?" – mormorò con la voce flautata di una bimba di quattro anni.

"Nulla – sorrise l’altra – forse che la sua ragazza nutre un’insana passione feticistica per le magliette di portieri alti, belli e stronzi?

"Ma no… - il sorriso si allargò ancora di più, facendole assumere l’aria un po’ ebete (ma io non ce l’ho con lei.. NOOOO! Nd. Author) – Hai frainteso.. io avevo solo caldo, un caldo proprio insopportabile…"

"Ma certo – mormorò quella, sconsolata – ed è proprio un peccato sai? Perché dovrei andare proprio ora a fare un lavoro al campo per gli allenamenti speciali, quello sulla spiaggia.. Ma se sei così distrutta dal caldo e dalla fatica andrò da sola. Non ti preoccupare."

Gli allenamenti speciali..

Era il posto dove venivano segregati quelli in punizione perpetua. Al momento veniva riservato per una sola persona.

Guardò Patty oltrepassarla veloce, mentre la stessa voglia spasmodica che aveva costretto il suo naso a rifugiarsi in quella dannatissima maglietta tornava a risvegliarsi nel suo stomaco.

Non doveva.

Assolutamente.

Doveva dimostrare a sé stessa di possedere almeno un briciolo di autocontrollo. Di essere qualcosa di più che un giunco sconquassato dai venti senza la minima autonomia decisionale.

Lei era la fidanzata ufficiale del cannoniere della nazionale. Un bravo ragazzo. Un bel ragazzo. E non era il caso di mettersi in guai più grandi di lei.

Perché, se una cosa aveva imparato durante quella nuova esperienza, era che il nome di Benjamin Price era latore soltanto di guai.

Continua a camminare.. Vai nello spogliatoio e non pensarci più.. A te non interessa..

Continua a camminare…

Oh Al diavolo!!!

"Patty!" – si sentì urlare mentre i suoi piedi si dirigevano nella direzione opposta a quella programmata.

Vide il volto dell’amica girarsi verso di lei, nessun segno di sorpresa, mentre si fermava ad attenderla.

Si avvicinò correndo, cercando di evitare il più possibile lo sguardo dell’altra, e afferrò il secchio che l’altra portava per un lato, proseguendo con una decisione totalmente fittizia verso il corridoio che portava all’uscita dallo stadio.

"Se rientra nei miei compiti non posso permettere che tu lo faccia da sola…"

"Ceeeerto" – mormorò soltanto l’altra, mentre tratteneva a stento una risata.

 

  

  
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