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Autore: Pickwick    07/02/2011    4 recensioni
All' improvviso, la vita di Kelsey viene stravolta da una gravidanza inattesa: non si sente per niente pronta, ma è obbligata a prendersi responsabilità che, fino a quel momento, non sapeva neanche esistessero. Si sente derubata della sua libertà, e darebbe di tutto per tornare indietro. Ma forse, la sua situazione non è così negativa.. Forse.
Il problema è che il peggio non ha mai fine.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 4

Taa daan! Sono tornata:) ci ho messo un po' a scrivere questo capitolo, grazie soprattutto all' assurdo numero di verifiche che ho in questo periodo -.- Scuola.
Che brutta cosa.
Comunque, grazie mille a tutti. Anche a Soffiotta, che ogni tanto sparisce.
 
 
 
 
 

 

 

Ocean

 
 
 

 

 

 

Has no one told you she's not breathing?

[ Hello, Evanescence]


 
 

 

 

 

 

 

Secondo mese

Luglio 2001

 

Il primo mese della mia gravidanza passò, scorrendo piano, senza che io fossi mai andata dal medico o dal ginecologo. Non ne avevo neanche intenzione, a dire la verità.

Non mi erano mai piaciuti quel tipo di medici, che mettevano le mani dappertutto, anche e soprattutto dove non dovevano.

 

Ma se fosse stato questo, il problema più grande, avrei fatto i salti di gioia.

 

Megan –la mia adorata, dolce e amata migliore amica Megan- mi dannava la vita ogni singolo istante delle mie giornate con allusioni al fatto che forse avrei dovuto informare i miei genitori del mio stato interessante, cosa che, naturalmente, cercavo di posticipare con ogni singola cellula del mio misero corpo.

Oltre a questo, Matt era stato dato per disperso, almeno per me. Si era fatto sentire un paio di volte per “mantenere le apparenze”, come si premurava di assicurarmi ogni volta che ci vedevamo.

Mantenere le apparenze per lui era piombare in casa mia senza preavviso, con la certezza che i miei fossero in casa, per recitare la sua parte da fidanzatino verginello che portava i cioccolatini alla sua bellissima rosellina (testuali parole). Inutile sottolineare che la sottoscritta aveva dovuto soffocare i conati di vomito per non destare sospetti.

Poi basta. Non un messaggio, una chiamata. Ero pur sempre incinta di suo figlio, cazzo!

Nonostante fossi così enormemente incazzata con lui, non avevo la minima intenzione di chiamarlo per urlargli contro. Avevo pensato che la cosa sarebbe stata come fargli avere mie notizie, e non mi andava proprio di fargli un favore così grande.

Se voleva sapere come stavo, doveva prendere in mano il suo simpatico cellulare da fighetto e chiamarmi.

O scrivermi.

E allora sì che lo avrei riempito di parole.

 

 

 

 

^^

 

 

 

 

 

Unico aspetto positivo della mia “situazione” era che, per dirla così, mi erano cresciute le tette.

Sembra stupido da pensare, in una posizione come la mia, quando il corpo è prossimo a dilatarsi e espandersi fino a non avere più una forma, ma io non ero mai stata una persona razionale.

Avevo notato che i reggiseni iniziavano ad andarmi stretti, e la pancia ancora non si vedeva, quindi sfoggiavo la mia – finalmente piena – terza il più possibile.

Passavo le notti per locali, spesso accompagnata da Meg ma altrettante volte da sola, cercando di vivere il più possibile quei pochi, ultimi mesi di normalità. Ero conscia che una volta visibile la pancia avrei ridotto drasticamente le pubbliche uscite.

La gente parlava troppo.

Io odiavo chi parlava troppo.

 

Io odiavo la gente.

 

 

 

 

^^

 

 

 

 

 

- Davvero, Kelsey, così peggiori le cose.-

- Ti ho detto di no, Meg. Voglio vivere, ancora un po’.-

- Jaden, per favore! Diglielo tu!-

- Kelsey,- iniziò lui, bloccandosi un attimo alla vista del mio sguardo assassino- Forse… be’, non lo dico solo perché me lo chiede Megan…-

- No, certo.- lo interruppi.

- No, infatti. Dicevo…-

- Figuriamoci.-

- Cosa?-

- Niente… continua, continua. Mi interessa.- dissi, sbadigliando senza curarmi di coprirmi la bocca.

- Dicevo che se tu lo dicessi ai tuoi non daresti che una prova di responsabilità, il che sarebbe un punto a tuo favore.-

- Sai Jaden, io so che in realtà tu la pensi come me… non devi darle per forza ragione. Lei è il demonio.-

Meg mi fulminò con lo sguardo. – Non cercare di plagiarlo.-

- Vedi, Jad? È così che fa! Cerca di convincerti con le sue occhiatacce strategiche!-

- Kelsey, finiscila!-

- Neanche per sogno! Lui deve sapere! Siamo in un paese libero! Posso fare quello che voglio!-

Megan si girò verso di me, sorridendo in maniera alquanto sadica.

- E allora perché sei legata sul sedile posteriore della macchina di Jad?-

- Perché siete due traditori bugiardi, ecco perché!-

I due esseri (perché solo così potevano essere definiti), avevano fatto irruzione in casa mia prelevandomi con la forza, e, tanto per assicurarsi che non mi buttassi dall’ auto mentre era in corsa, mi avevano immobilizzata con una cintura e gettata come un sacco di patate sul sedile posteriore.

Una cintura.

 

Ma dico io.

 

- Sono incinta! Dovreste avere rispetto!-

- Ma noi ti rispettiamo… è per questo che lo facciamo.- disse Jad sorridendomi dallo specchietto.

- Almeno volete dirmi dove stiamo andando?-

- È una sorpresa.- disse Meg abbassando il finestrino e accendendosi una sigaretta.

- Da quando è che fumi?- chiese Jad stralunato.

- Giusto, Meg. Spiega un po’…-

- Solo qualche volta… raramente. Quando sono preoccupata, principalmente. Niente a che fare con la dipendenza, tranquilli.-

- Spero bene per te, ragazza- dissi io mostrandole il pugno.- Perché potrei farti smettere io.-

- È la prima cosa intelligente che ti sento dire, Kelsey.- disse Jad ridendo.

- Ma… sei morto!- dissi io cercando di colpirlo, incurante del fatto che stesse guidando e che avrebbe potuto farci morire tutti.

- Siamo arrivati!- gridò Meg all’ improvviso.

 

Subito non capii dove eravamo.

Poi vidi l’ edificio.

 

St. Kathleen’s  Hospital.

 

- Vaffanculo!- urlai.- Io la dentro non ci entro!-

- Sì che ci entri! -

- No! Scordatevelo! Vi denuncio per sequestro di persona incinta!-

- Non credo che si possa.- disse Jad entrando nel parcheggio e infilandosi nel primo posto libero.

- Non potete obbligarmi.-

- Sì che possiamo…- disse Meg scendendo e spegnendo la sigaretta a terra.

- Non vedo come.- risposi stringendo i denti.

- Aspetta che ti spiego.- disse Jad prendendomi per le gambe e tirandomi fuori senza problemi.

- No! Cazzo, Jared, mettimi giù! Non voglio entrare!-

- Kelsey, non rompere i coglioni. Adesso entriamo tutti e tre insieme e tu dici che Jared è il padre del bambino e tenti di fare la persona civile.-

- Obbligami.-

- Ho chiamato Matt, lui è d’ accordo con me.-

- Tu hai…? Ma come ti sei permessa! Potevamo parlarne, almeno!-

- Parlarne? Kelsey, tu sei la negazione della discussione pacifica!-

- Basta tutte e due, adesso!- ci interruppe Jad.- Entriamo.-

 

L’ ospedale puzzava di pulito. E di detersivi e medicine e tristezza. All’ accettazione stava una donna sui trenta, bionda e pallida, così immobile da sembrare finta.

Sembrava una bambola di porcellana, solo che le bambole di porcellana di solito non hanno le occhiaie.

Chissà da quanto non dormiva.

Meg si avvicinò e le sorrise. – Megan Russell, ho un appuntamento con la dottoressa Williams tra…- guardò l’ orologio alla parete – tre minuti.-

 

Lo studio della dottoressa A.J. Williams, se possibile, era ancora meno ospitale. Non mi andava per niente di farmi toccare da quella lì, ma Megan mi teneva d’ occhio.

Se mi fossi comportata male, mi avrebbe sbranata.

E sapevo che l’ avrebbe fatto.

 

La situazione stava prendendo una brutta piega.

Dopo una lunga e logorante serie di convenevoli, la dottoressa mi fece stendere sul lettino e mi fece cose che – oddio, mi viene male solo a pensarci – non cito solo per il mio immenso rispetto al pubblico pudore.

 

- Allora, Kelsey- disse poi la tipa togliendosi gli occhiali – come stai?-

 

Perché non me lo dice lei?

 

- Bene, credo.-

- Hai spesso nausea o vomito?-

 

Ma non sono la stessa cosa? Comunque sì, ovvio. Sono incinta, cazzo!

 

- Tutte le mattine, quasi. Ultimamente di più.-

- Sei sieropositiva?-

 

Ma che cazzo…?

 

- No, no. Neanche in famiglia.-

- Tu?- fece, rivolta a Jad.

- Nemmeno.-

- Bene, siete fortunati. In quanto alla nausea, è normale che tu ce l’ abbia.-

 

Questa donna è un genio.

 

Non stavamo risolvendo un benedetto cavolo, e sapevo da Meg che la visita non sarebbe durata ancora per molto. Se la tipa aveva anche studiato, per venirmi a esporre queste noiose illuminazioni, tutto quello che mi sentivo di  dirle era che secondo la mia modesta opinione aveva buttato un bel po’ di anni della sua vita nel cesso.

Ma naturalmente questo non glielo avrei mai detto.

Non con Megan nei dintorni, almeno. E soprattutto non mentre mi visitava e aveva libero accesso a zone sensibili del mio corpo.

Quando finalmente ebbe finito, mi sorrise e mi disse di scendere dal lettino.

- È tutto a posto, per il momento. Ci vediamo tra qualche settimana.-

- Grazie.- borbottai io sistemandomi la maglia. Non sopportavo il fatto che mi avesse messo le mani dappertutto senza problemi. La donna non si meritava il mio rispetto.

O lo meritava solo in minima parte.

- Molte grazie, dottoressa Williams.- salutò Megan.

- Arrivederci cara, salutami tua madre.-

Un secondo. Si conoscevano? Ecco come aveva fatto Meg ad ottenere una visita gratuita! Mi sfiorò il pensiero che forse avrei dovuto mostrarmi un po’ più riconoscente con la dottoressa, ma la riconoscenza non era nel mio patrimonio genetico. Abbandonai l’ idea.

 

Quando uscimmo, rincorsi Megan.

- Meg! Ma… mi hai pagato la visita?-

- No.-

- E allora… era gratuita?-

- Nemmeno. Dio mio, non hai neanche un po’ di fantasia?- Ok, era leggermente urtata. Però non mi sembrava di essermi comportata così male.

- Senti un po’, che ti ho fatto?- Era troppo nervosa per essere solo leggermente urtata. Mi nascondeva qualcosa, ne ero sicura.

Meg sbuffò solo, cercando il cellulare nella borsa e salendo nella vecchia Camaro di Jad.

- Allora?- chiesi, sedendomi dietro.

- Matt, Kelsey. È stato Matt a pagare la visita.- Mi disse Megan fulminandomi. Poi si mise a scrivere un messaggio, tutta concentrata sul display.

- Matt? Ma… come? Perché?-

- Forse non è il bastardo senza cuore che credevamo all’ inizio.-

- O forse è solo bravo a mascherarlo.- sentenziai io, stendendomi molto comodamente sui due sedili.

- Giù i piedi dalla mia tappezzeria.- mi disse Jared guardandomi male.

- Fidati.- gli risposi chiudendo gli occhi e lasciandomi cullare dal moto dell’ auto.

Mi addormentai.

 

 

 

 

^^

 

 

 

 

Mentre me ne stavo stravaccata su uno dei tappeti della sala del soggiorno cercando di capire qualcosa – anche la più insignificante delle cose, per occupare il tempo – di quello che alla televisione Oprah Winfrey stava amabilmente discutendo con un suo molto importante ospite, tanto per farmi una cultura generale, ricevetti un messaggio.

E quando mi resi conto di chi fosse l’ ameba che finalmente si era degnata di scrivermi, per poco non iniziai a fare i salti di gioia, sorprendendo per prima me stessa.

Matt – Matt! – evidentemente era tornato in possesso della conoscenza necessaria per l’ uso dei touch screen, ed era riuscito a mettere insieme due parole di fila.

Anzi, una parola e un segno di punteggiatura.

 

 -Novità?

 

Ma per chi cavolo mi aveva presa?

In ogni caso, per una volta nella mia vita decisi di essere cortese.

 

-Stronzo.

 

Andiamo, mi ero trattenuta. Soprattutto perché a scrivere tutte le parolacce che avevo in mente sarei rimasta lì fino alla nascita del bambino, e la prospettiva non mi ispirava molto.

Tre secondi dopo il mio cellulare squillò.

- Pronto.- risposi, con il tono più annoiato che mi riuscì.

- Si può sapere chi cazzo ti ha insegnato le buone maniere?- chiese una voce che conoscevo troppo bene.

- Ma da che pulpito…-

- Non fare la stronza con me. Ti conosco, Kelsey.-

- Già, in confronto a te Freud era uno che scriveva le parole crociate.-

- Spiritosa.-

- Dico sul serio. Ma passiamo ai fatti, non ho tempo da perdere. Che vuoi?-

- Volevo solo sapere come stai, ecco. E come sta il bambino.-

- Io sto bene, il bambino anche. Fine della conversazione.-

-Aspetta.-

- Che c’è, ancora?-

- Mi… dispiace. Di non esserti stato vicino, di essere scomparso. È che tutto questo mi confonde, molto.-

 

Matt mi stava chiedendo scusa. Si stava scusando. Si stava umilmente scusando, cercando di rimediare ai casini che aveva contribuito a creare. E nonostante questo mi stupisse e mi eccitasse particolarmente – e come fosse umanamente possibile, eccitarsi per delle scuse, mi è tuttora oscuro -, probabilmente gli estrogeni nel mio corpo si stavano riproducendo come conigli, perché schizzai molto, molto male.

 

- Ah.- risposi, stringendo la presa attorno al telefono.

- Tutto… tutto qui?- chiese Matt un po’ stupito.

- Be’, cosa ti aspettavi? Credevi che sarei stata felice di sentirti? Che avrei accolto la tua voce con piacere? O che ti avrei ringraziato per esserti degnato di farti sentire, dopo quasi due settimane di silenzio?- stavo alzando un po’ la voce. – Se ti aspettavi questo, be’, mi dispiace molto per te, perché hai chiamato per niente!-

- Kelsey, ma che…?-

- Sei solo capace a chiedere, Matt? Cosa credevi, che pagandomi la visita sarebbe stato tutto a posto? Pace amore come prima?-

- No, non era questo l’ obiettivo! Non ti ho pagato la visita per farmi perdonare!-

- No! Però non deve essere stato difficile, tanto sei abituato a pagare donne, vero?-

- Senti, si può sapere cos’ hai?-

- Niente! Io non ho assolutamente niente, a parte un enorme e spropositata voglia di prenderti a pugni!-

- Mettiamo in chiaro una cosa, io non ho nessun altra, ho capito quali sono le mie responsabilità! E anche se fosse, non vedo come la cosa dovrebbe interessarti!-

- Non mi interessa, infatti! Ma non voglio che mi tratti come una delle tue amichette, io sono incinta di tuo figlio, cazzo! La mia vita è rovinata!- urlai, iniziando a piangere.

- Kelsey, maledizione! Non ho bisogno di sapere da te quello che devo fare!-

- Mi hai rovinato la vita, Matt… stavo così bene, prima…- singhiozzai.

Matt non rispose, per un attimo pensai che avesse messo giù. Poi sentii la sua voce mentre si rivolgeva a qualcuno – una donna – mentre le diceva in malo modo di andarsene.

 

“Ben ti stà, troia.”

 

- Kelsey, non piangere, per favore.- sembrava che si sentisse in colpa.

-  Ma come faccio? Tu… tu non capisci cosa sto passando!- Non riuscivo più a fermarmi, ormai. Ero come un fiume in piena con gli argini troppo bassi. Non si può asciugare tutta l’ acqua che ne fuoriesce con un semplice fazzoletto.

- Sì che capisco, lo capisco! Solo… aspetta un secondo.- disse, con un’ ansia che da lui non mi sarei mai aspettata. Il cuore mi batteva forte, ma non riuscivo a spiegarmi bene il perché. Poi sentii la sua voce rivolgersi di nuovo alla donna di prima, alla troia.

 

<< Veloce, amore.>> sussurrò lei ridendo.

<< Arrivo.>> Le rispose lui, sempre piano, mentre il rumore attutito di un bacio copriva la risata di lei.

 

Sentii il mondo cadermi addosso. Se fino a quel momento ero stata sicura che la mia vita fosse finita, be’, dovevo ricredermi. La mia vita era finita, e ora lo era anche la mia anima. Sentii qualcosa – qualcosa di indescrivibile, che non avevo mai provato prima – nascermi all’ altezza dei polmoni, e opprimerli. Non riuscivo a respirare bene.

 

- Kelsey?-

 

Non sapevo bene cosa provavo nei confronti di Matt, ne perché, improvvisamente, mi sentissi così male. Eppure c’era qualcosa… Qualcosa che stava facendo crescere in me una furia ceca, odio allo stato puro. Non mi ero mai sentita così violenta.

 

- Kelsey, ci sei?-

 

Forse mi ero innamorata di Matt. Sarebbe stato logico. Mi sentivo così perché il solo pensiero che lui fosse con un'altra mi faceva impazzire.

 

- Kelsey, amore, ci sei?-

 

Amore?!

 

- Vaffanculo!- gli urlai, spaventando anche me stessa e lanciando con tutte le mie forze il cellulare contro il muro, dove con un rumore secco, quasi liberatorio, si ruppe in diversi pezzi, che, con mio sommo piacere, si sparsero per la stanza.

 

 

 

 

 

^^

 

 

 

 

Ok, ok. Matt è un bastardo. Però, forse, (e dico forse) riuscirà a farsi perdonare.

Forse.

 

Non so quando riuscirò ad aggiornare... booooooh. Chi vivrà vedrà XD

Un bacione:)

 

Pickwick

 

 

   
 
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