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Autore: Rucci    13/02/2011    5 recensioni
Ed ora veglio
sono Tuo e Mio
la notte mi annunziasti come vita
mi hai fatto uomo.

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni.
Centootto diversi demoni. "Inno alla notte" è per uno di loro.
{spectre-centric, original character}
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XVI.


Lode alla regina del mondo,
alta annunziatrice
di mondi santi,
custode del beato amore,
che a me ti manda,
tenera amata,
amabile sole notturno…





Stevan era sul tetto di un grattacielo di quaranta piani, dove anche il vento umido del golfo del Messico era freddo. Ci si era arrampicato da solo, a mani nude, e adesso contemplava la città dall'alto. Il Maestro era a caccia: aveva la notte per sé.
Quando Stevan era solo con la notte non c'era limite a quello che poteva fare. Quando era solo girava la città intera, dalle superstrade ai locali affollati, dalle periferie degradate alle spiagge deserte o popolate da feste notturne, dove si immergeva nell'acqua fino alle ginocchia. Valutava i propri poteri: si spostava da un punto all'altro della città più rapido dei treni e degli aerei, ed apriva le menti delle persone. Non si trattava di leggere il pensiero, cosa di cui non era capace e che non gli interessava: penetrava leggero, come gli sguardi e i sussurri. Conosceva, prendeva possesso, emozionava. E poi conduceva alla follia: quelli che si uccisero da soli furono molti più di quelli che uccise con le sue mani.
I poteri di notte in notte incrementavano, o forse, per meglio dire, riprendevano coscienza di sé: prima di Stevan c'era Vampire, aveva capito, e i nomi e i visi che aveva assunto di secolo in secolo non li ricordava perché poco importavano. Nelle sue peregrinazioni notturne non cercava se stesso: dopo tre anni passati nel buio delle grotte, con i morti dagli occhi intellegibili, ti abitui a dimenticarti.
Poi, dopo essere dilagato per tutta la città, senza più ostacoli da superare, aveva scoperto una nuova dimensione alzando gli occhi: prima che potesse rendersene conto, aveva cominciato a salire.
Mano a mano che saliva, sentiva meglio il vento battere, sempre più intenso e più freddo; assecondando la sua arrampicata per i cornicioni, dava l'impressione di sorreggerlo, tanto forte era la pressione. A tratti, sembrava fin che lo spingesse.
Dopo tanto tempo distinse i battiti del cuore accelerare, e un'emozione senza nome annodargli la gola: ora saliva come una lucertola, in scatti rapidi e imprevedibili. Quando poggiò le mani sul tetto si scaraventò al centro, e per lunghi minuti contemplò quel che aveva davanti.
Il cielo di Miami si rifletteva nel mare, viola e stralciato di nubi. Nella sua grandezza, nella sua assenza di confini, era uno scenario apocalittico.
Alzò la testa, di scatto, voltandosi.
Naturalmente, lui era più in alto.
Naturalmente, lui ci era arrivato volando. Ma sembrava comunque soddisfatto della sua arrampicata.
Stevan schiuse le labbra, stupito, e Aiacos di Garuda, Stella del Cielo Intrepido, si buttò nel vuoto dal sessantesimo piano del grattacielo a fianco. Atterrò a piedi pari sull'antenna parabolica proprio di fianco a lui e gli sorrise. Il minuscolo ragazzino abbarbicato sulle sue spalle, per quanto spectre, aveva la faccia di un gatto che è appena stato buttato nell'acqua; evidentemente, si sarebbe risparmiato il volo.
Stevan non sapeva cosa dire, finché Aiacos non allungò una mano e lo prese per la testa.
“Ah, sei qua”, disse.
Stevan avrebbe voluto dire molte cose.
Poi si rese conto che potevano essere riassunte.
“Sì, Generale.”




 

Questo è il mio capitolo preferito.
E dite: non vi sembra l'Inferno?

Ruri: Rurina, io non so sinceramente più che cosa rispondere alle tue recensioni perché mi fanno piangere viscido. Sento tutto. Ti ringrazio. Mi prostro umilmente. Ti offro i supporti iconografici. Ti noleggio la mia creatura per tutte le stagioni lavorative che vuoi per la tua Scuola di Valzer. Già in smoking, ben stirato. Bella presenza. Parla anche poco, a meno che non debba intortarti qualcuno. Non lo so, addestralo pure tu. Je t'aime.
Beat:
 Come mi sento scrittrice professional, con le mie quote tutte sparse per la recensione! çOç Oh, che bello, comunque, che all'Aiacos fan club si sia aggiunto il Minos fan club. Peccato che non riesca più a fare comparsare Rhada, se no avrei fatto strike tirando giù le lettrici stile birilli. Sono troppo fiera di me comunque per queste ondate di fangirling. E anche per i cuoricini! Grazie per l'amore! çOç <3
Ribrib20: Uhm, sul seguito penso che indirrò un sondaggio, senza scherzare. Questa storia ha coinvolto talmente tanto chi legge (nel senso che comunque vi sento veramente tanto, tramite i commenti, tanto che penso davvero a voi quando scrivo!) che merita di andarvi a braccetto sino alla fine e anche oltre. Tu comunque sei troppo gentile, e Aiacos continua a essere un sex symbol. Spero che con il suo salto da Io Mi Butto Nel Vuoto Perché Io Posso non abbia fatto troppa strage di cuori, perché vuol dire che siamo ridotte tutte ai minimi termini! *C*
Meiou Hades: Oh, sì, e sono contenta che Minos ti abbia soddisfatto per questo! :) Aiacos invece... mah, diciamo che mi piace fare risaltare la differenza che secondo me esistre tra i tre pilastri che reggono l'Inferno nel nome di Hades. Devono per forza equilibrarsi in qualche modo a vicenda, e il modo che ha Aiacos di legare con i suoi sottoposti lo vedo in qualche modo più personale degli altri due (più paritario no di certo, perché la Garuda deve volare più in alto, e anche in questo capitolo ho tentato di tenere lo stacco dal basso verso l'alto anche simbolico, per immagini. Ma comunque Aiacos è un amore! <3).
Kiki May: jjdkdkjfkjdfdjkfjkkj ANCHE TU? ANCHE IO L'HO VISTO CON QUEGLI STIVALI LI. Aiacos sei troppo un figo! Non c'è niente da fare! (lo spin off lo faccio davvero, giuro. Si accettano suggerimenti, alla fine della baracca. *C*)

  
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