Capitolo
13 – fuoco… ed acqua!
Pluto
era morto.
“No,
Pluto…” piagnucolò Miriam,
accasciandosi per terra. Abbassò la testa per
nascondere le lacrime, mentre le sue spalle tremarono per un secondo.
Phil
guardò un attimo il corpo senza vita del Pokémon,
con Ash caricato in spalla.
“Miriam…”
Dopo
quella parola strozzata, ci furono alcuni secondi di silenzio.
Nessuno
si mosse. Né Jessie e James, stretti l’un
l’altro, né Phil e Brock con i due
ragazzi in braccio; né Sukie e Ben, pietrificati da quanto
avevano visto.
Neptune,
zoppicando, si avvicinò al suo amico Evee, lo
annusò e si discostò
immediatamente dal corpo, terrorizzato dall’odore di bruciato
e di morte.
Pianse a guaiti, che risuonarono nella saletta come una nenia funeraria.
Pikachu
era disteso supino, e mosse brevemente una zampina gialla, immerso in
un sonno
profondo.
Dopo
alcuni secondi di sbigottimento, Miriam sospirò, si
strofinò i dorsi delle mani
sugli occhi e scattò all’in piedi con
più grinta di prima. “Dobbiamo
anda…”
disse, girandosi dietro di sé. I suoi occhi neri
incontrarono quelli di Philip,
e si interruppe. Phil aveva Ash caricato in spalla come se fosse stato
un
sacco, e lei vi lesse in volto tanta compassione. Sulla faccia di
Miriam,
invece, era dipinta una brutta maschera di professionalità,
e i suoi occhi
spalancati e vigili lasciavano trasparire una disperata
incredulità.
“Dobbiamo
andare” ripeté con più convinzione,
guardando gli altri. “Jessiebell avrà
intercettato la nostra posizione tramite quel Pikachu”.
“Vorresti
dire che adesso sa dove siamo?” esclamò James
sbigottito, mollando finalmente
la presa dalla sua compagna.
“E
anche molto bene, oso dire” confermò subito
l’agente. Sembrava aver già
abbandonato il dolore per il suo amico appena trapassato: agli occhi
del Team
Rocket – e di Ben e Sukie – Miriam era tornata
fredda ed efficiente come un
soldato in missione doveva essere.
“Jessiebell
è collegata con i Pokémon che
controlla” continuò, sganciando una sfera
Poké
dalla collana. “Se vuole, può venire a sapere di
tutto tramite loro”.
Si
inginocchiò di fronte a Pluto. Il povero Umbreon era
immobile e rigido, tanto
da sembrare un pupazzo, e stava su un fianco.
“Addio,
amico mio” mormorò, mentre distendeva avanti a
sé il braccio con la sfera
dilatata, e premette il tasto sulla Pokéball per il richiamo
manuale della
materia [1] . Il corpo senza vita di Pluto si illuminò di
una luce rossastra,
per finire rinchiuso nella sfera che l’aveva ospitato da vivo.
In
quell’istante sentirono un boato, e la camera
sembrò tremare leggermente.
“Cosa
è stato?” disse Sukie in un filo di voce,
spaventata.
Il
boato si ripetè, accompagnato da un altro tremore poco
rassicurante.
“Presto!”
gridò Miriam in allerta. Non c’era tempo per le
commemorazioni, dovevano
raggiungere i piani alti. “Di là!” disse
indicando il corridoio in ombra che
presumibilmente portava all’uscita. Immediatamente tutti si
diressero in quella
direzione, ma poterono fare solo pochi passi perché un terzo
rumore molto più
forte seguito da una esplosione scosse nuovamente il terreno facendo
cadere
Ben, Sukie e James. Sukie gridò, l’esplosione era
proprio nel corridoio che si
era per un istante illuminato, per poi immettere un fumo nero
irrespirabile.
“Conosco…conosco…
con…” James riebbe un
accesso di tosse peggiore del precedente, mentre gli altri erano
intenti a
coprirsi la bocca con le mani, gli occhi lacrimanti.
“Cosa
diamine succede?” gridò Ben, allo stremo delle
forze.
“Una
conduttura è scoppiata” disse Ben, interrompendosi
ad un verso terrificante di
un Pokémon di loro conoscenza.
“Weesing!”
Il
grido in coro non poteva che essere più terrorizzato. Il
Pokémon comparve nel
bel mezzo del fumo nero, le tre facce sorridenti e malefiche.
“Ma
come ha fatto?” esclamò James, tossendo.
“Deve
averci raggiunto seguendo un’altra strada” disse
Miriam, intuendo l’entrata in
scena del Pokémon-Veleno proprio dalla parete sfondata del
corridoio che
avrebbero dovuto percorrere.
“Neptune!”
Il
Pokémon si lanciò con foga contro Weesing, che
però riuscì a schivare i primi
attacchi nascondendosi nella nebbia densa che lui stesso aveva
provocato.
Neptune fu per un attimo spiazzato, e quell’attimo fu fatale
perché concesse
all’avversario il tempo per sbucare all’improvviso
come un razzo dalla nube di
fumo e colpire in pieno Brock, che cadde con un gemito al suono facendo
ovviamente ruzzolare anche Misty.
“Moccioso
Grande!” esclamò Jessie, avanzando di qualche
passo. Ma era inutile: il fumo si
era addensato fino alla vita, e non si riusciva a vedere dove fossero
Brock e
Misty.
“Ben,
facciamo qualcosa!” gridò Sukie, ma fu
immediatamente sbalzata da Weesing, che
rimbalzava per la stanza seguita da Neptune, nel tentativo di colpire
un James
che correva di qua e di là tossendo nel tentativo di non
farsi beccare.
Sukie
e Ben si accovacciarono trattenendo il respiro nella fitta nebbia, nel
tentativo di recuperare i due.
“Ragazzi!”
li richiamò Phil non vedendoli più.
“Non…
voglio… fahe… la fine… della palla
… da biliardo!” gridava a fatica James
correndo a destra e a manca, quando qualcosa gli fece lo sgambetto e
cadde addosso
a Phil, il quale a sua volta finì per terra perdendo Ash.
Oramai
Weesing era pronto ad attaccare, ma Neptune riuscì
finalmente a beccarlo con un
pistolacqua debole ma efficace. Weesing gemette prima di cadere
anch’esso nel
fitto della nebbia.
“Questa
non ci voleva!” esclamò Miriam, mentre Phil si
rialzava da terra tossendo: “ho..
herso… il ragazzo…”
Improvvisamente
sentirono un ruggito provenire dal passaggio da cui erano entrati,
James
riaffiorò tossendo e tremando e si strinse a Jessie:
“E’
Charizard!” gridarono insieme, terrorizzati fino alla punta
dei capelli.
Charizard
si udiva dall’entrata da cui erano sbucati, evidentemente non
riusciva a salire il passaggio stretto, ma sarebbe stati solo questione
di
minuti. Il possente drago lanciò potentissimi getti di fuoco
che illuminavano
in maniera spaventosa il corridoio, ringhiando e tentando
così di demolire il
passaggio.
“Se
non ce ne andiamo subito di qui, finiremo abbrustoliti!”
gemette Jessie.
“Il
fuoco, il fuoco!” strillò Sukie, in preda a crisi
respiratorie. “Il fuoco, il
fuoco, aiuto!”
“Calmati,
Sukie!” le gridava Ben, ma lei era
entrata nel panico più totale.
Anche
Neptune era intimorito: da solo non ce l’avrebbe mai fatta a
tener testa a un
drago di quelle dimensioni.
Non
c’erano vie d’uscita, non avevano tempo e dovevano
pensare in fretta.
Phil
guardò il lavatoio, poi ebbe un’illuminazione.
“Miriam”
disse, “se il tuo Vaporeon riuscisse a sfondare il lavatoio,
potrebbe aiutarsi
con il getto d’acqua per contrastare Charizard”.
“Servirà
molta, ma molta acqua per contrastare Charizard” disse lei,
“ad ogni modo
possiamo tentare. Vai, Neptune!”
Neptune
così sfondò il lavatoio, emanando un getto
d’acqua che rigenerò il Pokemon
sfinito dalla fatica.
Con
degli accessi di tosse spaventosi, Brock si rialzò da terra
e si guardò
intorno perplesso, cercando di respirare regolarmente. “Che
succede?” esclamò,
mentre si chinava per recuperare Misty issandola con un braccio intorno
al
collo. La ragazza mormorò qualcosa, cercando di aprire gli
occhi: chiaro segno
che stava per riprendersi.
“Misty!”
“Bro…”
Misty aprì gli occhi, ma
li richiuse
immediatamente, in preda ad una tosse convulsa.
“Cosa…Ash?”
I
ruggiti di Charizard si fecero più forti. Oramai, sia il
Team Rocket sia i due
ragazzini erano paralizzati dalla paura.
Misty
avvertì un qualcosa tirare dalla tasca degli shorts, e
sentì un rumore sordo
per terra. “Le mie sfere Poké!”
gridò cercando di abbassarsi, ma fu trattenuta
su da Brock.
Le
sfere si aprirono con una luce rossa che perforò la nube di
fumo – che si stava
pian piano addensando al pavimento grazie anche all’acqua
– e immeditamente due
Pokémon balzarono fuori schizzando nel pozzo
d’acqua formatosi lì dov’era il
lavatoio.
“Staryu!
Horsea!”
“Oddio,
altri Pokémon posseduti!” strillò
James, trasalendo.
“No,
aspettate, questi sembrano lucidi” disse Ben guardandoli
mentre questi
saltellavano nell’acqua.
“Jessiebell
non deve averli richiamati in precedenza” disse Miriam.
“Forse perché non li ha
ritenuti utili come Pokémon che necessitavano di un campo
d’acqua per
combattere”.
“Bene!”
Sukie era euforica, “ci serviranno per contrastare il
Charizard!”
“Quei
due cosetti? Non farmi ridere, Sukie” commentò
Phil, nervoso. “Conosco il mio
Charizard e il suo livello è molto alto. Non durerebbero un
secondo”.
“Per
lo meno avremo calamari arrosto come ultimo pasto”
commentò Jessie, e si beccò
in pieno viso una spruzzata di nero di seppia dal piccolo Horsea che
aveva mal
gradito la battuta.
Ben
ebbe però un’illuminazione.“Ci
sono!”
Si rivolse a Miriam. “Miriam, dal
lavatoio sembra esserci un canale abbastanza grande per Horsea e
Staryu. Sai se
esiste un convoglio dell’acqua nelle vicinanze?”
“Di
sotto dovrebbe esserci una cisterna d’acqua molto grande, se
non
sbaglio” disse lei, “ per via della
lavanderia”.
“Bene!”
esclamò il piccolo, “Se i Pokémon
raggiungono la cisterna, potrebbero aprire un
varco per noi ed inondare Charizard” disse.
“Sempre
che ce la facciano” commentò Phil.
Senza
neanche ricevere l’ordine, Horsea e Staryu si tuffarono nel
canale del
lavatoio.
“Neptune,
vai anche tu!” disse Miriam.
Neptune
entrò nell’acqua e si liquefece, per poter entrare
nel canale.
“Oddio!”
Il
ruggito di Charizard era oramai indice che c’era poco da
fare. La bestia stava
salendo, avendo demolito l’entrata del passaggio, le fiamme
alte diventavano
sempre più vicine.
Sempre
più vicine.
Più
vicine.
Quando
la testa di Charizard fece capolino nella sala, le narici emananti
vapore,
Sukie lanciò un urlo disperato e svenne, cadendo per terra.
“Sukie!”
gridò Ben, accovacciandosi su di lei.
Il
Charizard demolì l’ultima parte del passaggio e si
fece strada nella saletta.
Era diabolico. Se avesse lanciato un suo attacco di fuoco con tutto
quel fumo,
certamente sarebbero andati tutti all’altro mondo.
Improvvisamente,
ci fu uno schizzo potente da un lato del pavimento che venne sfondato,
facendo
tremare la stanza e mettendo in difficoltà lo stesso
Charizard. In poco
tempo, l’acqua inondò la sala.
Charizard cercò di riparare gettando fuoco, ma non ci
riuscì, soffocato da un
getto d’acqua che lo colpì in pieno petto: Neptune
era emerso
dal fumo e dall'acqua tenendo in bocca una manica nera familiare.
“E’
Ash!” Misty si affrettò a prendere il braccio
dell’amico svenuto, e ad issarlo dandogli degli schiaffetti
sul viso. “Svegliati!”
Charizard
si sentiva oltraggiato dall’attacco del piccolo cane
d’acqua. Neptune, però,
non gli diede l’occasione di lanciare il suo fuoco: lo
attaccò da tutti i punti
confondendolo, e con un attacco azione potente lo affondò
con la testa
nell’acqua. Era velocissimo, e Horsea e Staryu contribuivano
ad attaccare il
Charizard stordito per evitare che potesse alzare la testa
dall’acqua. Infine, Charizard
imbestialito attaccò con la coda in
maniera tanto violenta da sollevare un’ondata che
sbolazò tutti, senza contare
che l’acqua aumentava a vista d’occhio. Ash stava
affogando di nuovo, ma Misty
si tuffò e lo riportò su, facendolo appoggiare a
Brock.
“Dove
vai?”
Misty andò in apnea e, evitando abilmente Charizard che
continuava ad agitarsi,
scese fino alla piccola macchia inerme sul pavimento. La
afferrò e risalì in
superficie.
“Pikachu!”
esclamò Ben, che oramai non toccava più e nuotava
a fatica, tentando come gli
altri di tenersi lontano dagli attacchi.
In
quel momento, il Geloraggio di Neptune colpì una parete,
mancando di poco
Jessie e James. La parete scricchiolò sotto il colpo e il
peso dell’acqua, ed
improvvisamente crollò sotto i loro occhi. Questo
provocò una specie di
vortice, l’acqua sbalzò tutti – uomini e
Pokémon – in varie direzioni.
Ash
aprì brevemente gli occhi, tossendo acqua, per poi
richiuderli,
sommerso nuovamente.
[1]
pare che
Salve…
mi scuso davvero per l’imperdonabile ritardo, ma…
il capitolo era già scritto
da un pezzo, mancavano solo le rifiniture che non ho mai avuto
né il tempo né
l’ispirazione per ultimare il lavoro… nel
complesso avrei sicuramente potuto
fare molto meglio con questo, ma i capitoli di collegamento non sono
per niente
il mio forte. Vi annuncio già che per un po’
sarò occupata, dal momento che mi
laureo giovedì e devo ancora studiare la tesi e memorizzare
un testo in lingua
>_> In più, dovrei recuperare il programma di
un semestre di
specialistica entro marzo, quindi avrò poco tempo per
scrivere con
tranquillità.
Ma
non disperate! Non lascio la mia FF a metà
dell’opera ;-)
A
presto e buon San Valentino!