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Autore: Selenite    13/02/2011    18 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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***

Dedicato a TUTTE le splendide persone che mi hanno sostenuta in questo ultimo periodo.
A tutte le bellissime persone che hanno letto, recensito o solo spulciato LAGHARTA anche per un istante.
Ogni vostra lettura è una mia lacrima di gioia, sincera e spontanea, è un mio sorriso, è un mio ringraziamento ed una preghiera che ho fatto per voi.
Grazie per ciò che avete fatto, anche senza accorgervene, per me.
Grazie, Grazie, Grazie dal più profondo del mio cuore <3

***


CAPITOLO 19

La voce di Vie

Nei suoi occhi vi era tutto quanto.

Ammirazione. Sorpresa. Emozione. Devozione.
Sentiva il suo cuore stringersi in una morsa di dolore lancinante, pesante, troppo forte anche per lei. Era così piccola, indifesa. Non poteva vincere.
E, guardandola, provò un tale senso di commiserazione da odiarsi.

Perfetta.
Quegli occhi verdi così limpidi e puri, quella figura esile ma aggraziata, anche se solo in quegli abiti, da cui si intravedevano le cicatrici ed i graffi che le si erano attaccati addosso durante il suo breve ed intenso viaggio, le mani che tremavano, per l'imbarazzo e per la timidezza, o più semplicemente per lo sguardo da giovane innamorato dell'egoistico pallone gonfiato davanti a lei.
Invidiosa, maledettamente invidiosa.
Perchè era grande, non piccola come una fata ma un essere umano, le gambe lunghe, le braccia lunghe, delle mani le cui dita potevano incrociarsi a quelle della persona amata.
Lei non aveva, quella possibilità. Quella fortuna.
Eppure lo amava così tanto, intensamente e profondamente. Aveva desiderato che lui fosse felice, che amasse intensamente. Ma non che guardasse l'amore e lo fuggesse, come invece stava facendo senza accorgersene. E soffrivano, entrambi.
O più probabilmente tutti e tre.

Saluss si era tenuta da parte, ultimamente, ben lo sapeva. Ma non sopportava il cambio di sguardo repentino di Lagharta nei confronti di Mahel, per quanto bene volesse ad entrambi. Ed il perchè era semplice.
Perchè lo amava.
Lo aveva sempre amato, fin dal principio, quando il moro estrasse la spada Saluss dal Tempio di Pietra. Quando incrociò il suo sguardo, ancora fanciullo, per la prima volta, i suoi profondi e bellissimi occhi blu, quando le sorrise, presentandosi.
Il suo cuore aveva battuto di un suono nuovo e intenso, tale da renderla consapevole che quello era amore umano, incondizionato e potente.
Ma non era lei, la sposa promessa del suo guerriero. Era solo una fatina, la sua compagna di battaglia, un'anima affine eterea e intangibile. Un'entità distinta, per razza e classe sociale, nonostante a lei questi dettagli non importassero, anche per rispetto a quella persona così fragile quale era il guerriero...
Scosse la testa e si strinse agli abiti di Mahel, non notando che la ragazza aveva smesso di guardare gli occhi di Lagharta per osservare lei, silenziosa e impacciata, stretta alle sue vesti. Un sorriso le percorse le labbra, un sorriso triste, perchè forse aveva capito cosa tormentasse la sua piccola amica.
Mahel avrebbe cercato di sistemare tutto. Saluss se lo meritava.
E magari anche Lagharta.

Quando Colonna scortò Mahel al giardino dei Fiori di Luna, Lagharta ebbe un blocco. Fece come per parlare, ma dalla bocca non uscì neanche un suono. Stavolta, però, non era per la bellezza della giovane o per la sorpresa, ma per uno strano moto di dolcezza verso qualcuno che stava aspettando fuori, al freddo, al buio. Sola.
La Lilith.
Colonna notò lo sguardo di Lagharta e guardò Mahel -Qualcosa non va, eletto di Saluss?-
Lagharta guardò verso Mahel che, non riusciva a comprendere come, capì subito a cosa volesse riferirsi il moro -Colonna...posso osare chiedere un enorme favore...?-
Colonna osservò entrambi, gli occhi imploranti e sinceri. Un sorriso dolce, sulla bocca di Lagharta, stupito da quella dolcezza che l'umana, perchè si era un'umana, davanti a lui stava dimostrando -C'è...un'amica fuori che...morirebbe, pur di vedere Mahel così bella...-

Alvexia fischiettava una canzone dolce e malinconica. La notte non era fredda, ma il gelo nel suo cuore era spaventoso e immenso.
Pochi giorni e già non sapeva sopportare la solitudine...
Sentì la porta alle sue spalle muoversi, uno scricchiolio quasi silenzioso, si voltò. Il guerriero la guardava sorridendo malizioso, facendole un cenno con il capo.
-Fusto...? Hai cambiato idea per prima...?- chiese lei abbassando un poco la spallina del vestito, lo sguardo lascivo -Vuoi mordermi qua? Sono speziata e saporita...-
Lagharta aggrottò le sopracciglia, scosse la testa e parò la mano davanti a lui -Se mi prometti che non farai o dirai niente di sconveniente...ti farò un regalo. Che ne dici?-
Alvexia si alzò in piedi, stiracchiandosi -Dipende che regalo- borbottò, anche se la curiosità la stava uccidendo -Denaro? Gioielli? La spada...?-
Lagharta scosse di nuovo la testa e sorrise, rassegnato -Qualcosa dal valore incommensurabile. Che ne dici...?-
Alvexia piegò la testa di lato, increspando le labbra, non molto convinta. E prima che potesse dire qualsiasi cosa, vide un bagliore tenue svolazzare appena fuori dalla porta, uscire allo scoperto.
Lasciarla senza fiato.
-Prin...principessina...- fu la sola parola che la Lilith ebbe la forza di dire.

Splendida, come una principessa, una vera Dea.
In quel momento, quella ragazzina che di bello aveva solo gli occhi era la donna più sensuale del mondo.
Le vesti pregiate, le pietre preziose, un tenue profumo. Lei, semplicemente lei. Era sicura che vestita allo stesso modo, non avrebbe scatenato lo stesso effetto.
Mahel guardò Alvexia e arrossì, forse leggendole negli occhi qualcosa di negativo che lei assolutamente non pensava -Oddio allora è vero, sono strana...-
La Lilith guardò attonita la ragazzina e poi il guerriero, che si era voltato di nuovo verso Mahel sorridendole. E si spaventò.
Quel sorriso così dolce e immacolato sulle labbra del guerriero non era un sorriso d'amore. Non vi era passione, in quello sguardo, non vi era desiderio. C'era solo ammirazione, riverenza. Sottomissione. Come se quella ragazzina che prendeva in giro continuamente e con cui litigava adesso non fosse neanche la stessa persona.
Poi pensò a Lagharta. A Vie. A Mahel. E sbuffando comprese, in parte, la mentalità contorta del guerriero davanti ai suoi occhi.
Per quanto sia egoista, presuntuoso e infantile...ha un senso del dovere stupefacente. Non riesco a credere che, vedendo Mahel in queste vesti, il suo cuore abbia automaticamente rinunciato a lei...ancor prima di rendersi conto di amarla...”
Scosse la testa, allontanando quei brutti pensieri da sé e sorrise, verso la ragazza, che ancora la guardava maledicendosi per l'inadeguatezza di cui si sentiva colma.
-Mahel...sei bellissima...- trovò la forza di dirle la Lilith, notanto con la coda dell'occhio una sacerdotessa all'interno del Tempio che la guardava...e sorrideva -E anche la sacerdotessa accanto a te è di una bellezza disarmante. Ma si sa...le spose di Vie sono le più belle del mondo...-
Mahel sorrise a sua volta, mantenendo un rossore infantile sulle guance, voltandosi verso Colonna che annuì con la testa.
-Domani mattina...qualsiasi sia la tua decisione...ti prego di aspettarmi, Alvexia...-
Di nuovo, la Lilith annuì e sorrise -Lo prometto-

Colonna portò Mahel al giardino dei Fiori di Luna, quello più nascosto, guardandola.
Persino agli occhi di una splendida sacerdotessa come lei Mahel, la Mahel della Leggenda, assumeva una connotazione splendida.
Iniziando a intonare il canto della Dea, prendendo per mano Mahel e cercando di mostrarle, senza spiegarlo a parole, il rito dei Fiori di Luna, Colonna l'accompagnò al centro del giardino, mentre i Fiori vibravano al suono della voce di Colonna, a cui s'aggiunse quella di Mahel in poco tempo.

Semplici stelle nella notte
Fiori di Luce che brillano nell'oscurità
Dea Celeste invocata dalla Sacerdotessa della Luna
Canta per i Fiori della Dea che brillano sulla terra

Il Guerriero si inginocchia sulle scale del Tempio
Gli occhi alla Dea, devoti e puri
Inno alla Battaglia, protettore del mondo
La voce della Dea salverà l'umanità

Il rito era ciò che di più splendido esistesse al mondo.
Le voci di Colonna, limpida e meravigliosa, e Mahel, impacciata ma fiera, risuonavano nell'aria frizzante della sera, arrivando sino alle orecchie della Lilith, che sorrideva.
Pur non vedendole, sapeva lo spettacolo che si era appena creato davanti a tutti gli altri.

Solo cinque persone assistevano a quella meraviglia.
Colonna e Mahel, che cantavano. Emerald, i cui occhi brillavano per la magnificenza dello spettacolo, anche se ormai erano anni che ne era spettatrice. Lagharta, che osservava riverente, per l'onore di cui era stato rivestito di nuovo. E Saluss, che era rimasta attaccata alle vesti di Mahel, con lo sguardo basso e colpevole.
Le altre sacerdotesse sembravano sparite, ma non era importante. Ciò che stava parandosi davanti agli occhi di quei cinque fortunati era lo spettacolo più bello al mondo ed era solamente loro.
Mahel colse un Fiore di Luna, seguendo i movimenti aggraziati ed eleganti di Colonna, che continuava a cantare. Il Fiore si illuminò di un bagliore iridescente caldo e delicato, iniziando a fluttuare sulle mani aperte a coppa della giovane Mahel.
Colonna scortò Mahel in mezzo ai fiori, dentro le sale delle sacerdotesse, fino alla Sala dei Dipinti. Si fermò al centro della stanza, smettendo di cantare.
-Mahel...adesso devi entrare nella Sala dei Colloqui da sola. Vie accetterà di parlarti, perchè con te hai il Fiore di Luna Iridescente, simbolo di accettazione divina-
Mahel osservò Lagharta che annuiva con la testa, sentendosi improvvisamente sicura.
-Saluss può venire con me...?- chiese timida, sentendo le mani della fatina stringersi ancora più forte alla stoffa -Può...?-
Colonna sorrise ed annuì -Saluss ha accesso libero al Tempio. Potrebbe avere libero colloquio alla Dea, se solo volesse. Ma è un diritto a cui ha rinunciato. Per questa volta, puoi portarla con te-
Mahel sorrise e guardò verso Lagharta -Torno presto. Stai con Alvexia, non lasciarla sola. Ti prego-
Lagharta sbuffò -Come vuole, principessina- si inchinò sarcasticamente e voltò la schiena, incamminandosi verso la porta.
Mahel guardò verso la porta e respirò, profondamente.

Passo dopo passo, arrivò alla porta della Sala dei Colloqui. Questa si aprì da sola, non appena la luce iridescente del Fiore tra le sue mani venne a contatto con la barriera della porta. Mahel guardò per l'ultima volta dietro di sé ed entro.
Con la paura nel cuore, tante domande...e tanta voglia di cambiare le cose.

Enorme. Magnifica.
Bellissima.
Mahel arrivò al centro dell'enorme stanza circolare davanti ai suoi occhi. Sembrava di essere immersi nel nulla, tanto era luminosa la luce all'interno.
Non appena i suoi piedi furono al centro esatto della stanza, questa divenne dei colori accesi e profondi dell'arcobaleno. Mahel sentì l'aria schiacciarla, si mise carponi e cercò di tenere il Fiore in alto, sopra il suo cuore.
-Mahel, ce la fai...?- chiese preoccupata la fatina, svolazzando sino alle sue mani -Devi porgerlo a Vie, in alto, come se lo rivolgessi al Cielo-
-Ci sto provando. Non so come ma...me lo sentivo- rispose Mahel di rimando, sentendo la pressione su di sé farsi intensa e penetrante -Mi sento schiacciare-
-È una delle prove di Vie. Se riesci a porgerle il Fiore e invocare la sua presenza, essa si manifesterà a te. Porgi a Vie il Fiore, dicendo: “Dea del Cielo, accetta il mio colloquio”-
Mahel annuì e spinse le mani in alto, sempre più in alto. Nonostante la fatica e la spossatezza, il Fiore sorpassò la sua testa, arrivando più in alto che lei potesse portarlo -Oh Vie, Dea del Cielo, accetta il mio colloquio!- invocò Mahel con la voce sofferente e stanca -Ti imploro!-
Saluss teneva da sotto le mani di Mahel in alto, voleva che Vie parlasse con lei.
Voleva che la vedesse, la sentisse, le parlasse. La amasse.
E che convincesse entrambe della sua reale identità.

Un lampo di luce bianca che Mahel ben conosceva.
Una voce che lei aveva già sentito, anche se non ricordava dove.
Limpida...pura...soave. Magica.
Una figura sfocata apparve davanti ai suoi occhi, bianchissima, quasi trasparente. Non riusciva a delinearne perfettamente i contorni del corpo, del volto.
Era come un fantasma, come fosse aria.
Ma la sua voce era tanto di più reale avesse mai sentito.

Mahel...finalmente ci incontriamo...

Mahel guardò verso Saluss, che si era irrigidita ed i cui occhi erano in riverente attesa. Piccole scie di luce attraversavano le sue guance, piccole e paffute, calde lacrime di gioia per aver rivisto sua madre dopo anni di sonno.

Saluss...mia piccola, piccola Saluss...è una gioia vederti in salute...

Saluss trattenne i singhiozzi, anche se non potè fermare le lacrime. Neanche una parola uscì dalla sua bocca e Mahel capì che doveva essere interpellata per parlare.
Una Dea, era pur sempre una Dea.
Sentì come una calda mano sulla sua testa, gentile, che le carezzava i capelli. Un sorriso le si dipinse sul volto, sapendo che di lì a poco avrebbe potuto parlare anche lei.

Io sono Vie, creatrice e protrettrice di Gaia, signora di questo Tempio.
Benvenuta su Gaia Mahel...principessa della Leggenda...

Al sentire quelle parole, Saluss si sentì percorsa da un brivido. Non vi era dubbio.
Quello era il vero inizio di tutto.



***

Come ho scritto a inizio capitolo, grazie. Perchè siete splendidi e splendide, perchè avete qualcosa di speciale nel vostro cuore. Perchè vi preoccupate di me e siete meravigliose. Ed io ripetitiva. Ma vi adoro. Davvero, vi adoro.
Grazie a chi ha commentato lo scorso capitolo (e che ringrazierò domani con calma <3 non vi preoccupate!), quindi grazie a: Genis, Adaliah (ti mando un bacio <3),  veronic90, hinayuki (ho imparato ad amarti, dico sul serio!), Ran_neechan (bentornata tesoro!), BumBj, fruttina89 (ormai sei nel mio cuore, per sempre sempre <3), Lady Moonlight, piccolaKiki (stavolta scritto bene xD ti adoro e scusami ancora!), Fairy_chan88 (adoro le tue immense recensioni!!!), Milou_, Lirin Lawliet (grazie come sempre di tutto *si inchina*), Mars_, Dust_and_Diesel, Argorit. Grazie davvero!

ANGOLO DEL PETTEGOLEZZO =P: spiego il problema che ho avuto a dicembre e ciò cui mi sono appena operata. Allora...
A dicembre ho avuto una tracheite in forma grave, tale da essere arrivata ad una forma di afonia così profonda e radicata da essere durata un mese e mezzo. Abbiamo avuto paura fosse un tumore delle corde vocali, ma fortunatamente si è scoperto essere solo un uso sbagliato di alcune "false corde" (praticamente muscoli della gola che NON dovrebbero muoversi ma sostenere le vere corde vocali) che avevano sostituito le vere corde, rimaste ferme. Ho dovuto sottopormi a terapia rieducativa vocale e ho ripreso a parlare in due settimane ^-^ tutto risolto! (da un tumore ad una semplice terapia penso che chiunque avrebbe pianto per la bella notizia!)
Adesso, invece, mi sono operata per un problema al ginocchio che ormai ho da sei anni, precisamente da quando praticavo sport. Mi ero infortunata al legamento crociato anteriore, operandomi in una clinica privata al tempo, sembrava tutto a posto. Ma a distanza di anni, precisamente a giugno dell'anno 2010, per via di crampi e di dolori a muscoli e ossa, mi sono sottoposta a visita ortopedica e si è scoperta un'agghiacciante verità: il legamento operato sei anni fa non aveva mai attecchito! In pratica sono rimasta sei lunghi anni senza legamento intorno all'osso (per intenerci, attorno alla cartilagine del menisco) e ciò ha comportato anche la frizione delle ossa e la perdita di buona parte della cartilagine. Operandomi, infatti, si è scoperto che avevo rotto COMPLETAMENTE il menisco e che ho rischiato, più volte a detta del chirurgo, di spaccarmi (o spezzarmi?!) l'osso della gamba. Ora è tutto a posto, sono tutta rimessa a nuovo e le stampelle sono le mie migliori amiche xD

Tornando a noi, ringrazio immensamente tutti coloro che anche solamente leggono questa storia ^-^ grazie!
Grazie quindi anche alle 43 persone che hanno inserito la storia tra le preferite, le 51 che l'hanno messa tra le seguite e le 10 che l'hanno messa tra quelle da ricordare! Grazie mille, siete pucciosissimi >///<

Tornerò presto a tediarvi con i miei BLABLA ed i miei capitoli, ma anche con i miei ringraziamenti privati per ognuna/ognuno di voi!
Un abbraccio ed un bacio enorme per tutti quanti.
Con affetto e devozione,
Selenite =)
  
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