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Autore: eleanor89    17/02/2011    5 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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La partenza dei Weasley, danni per la scuola, gelosie ingiustificate.



 

«E anche Pasqua è andata... Come procede lo studio?» domandò Walter, stiracchiandosi.
«Procede.» rispose Megan con sicurezza, «Non ho neanche crisi isteriche come Hannah, quindi...»
«Questo è perché a differenza di Hannah non sei così interessata ad avere buoni voti.» commentò Wayne, «Scacco.»
«Accidenti.» borbottò Stephen.
«Non parlate di me come se non ci fossi.» disse Hannah, che giaceva depressa su una poltrona con un libro aperto sulle gambe, «Sono già abbastanza distrutta così.»
«Mangia un po' di cioccolato.» disse Susan, «Neville te ne ha lasciato dopo la lezione per consolarti, no?»
Tutti si voltarono a guardarla e Hannah arrossì.
«C'era bisogno di specificare?»
«Sì.»
«C'è qualcosa tra te e Neville?» domandò Georgia interessata. Sally-Anne intanto la guardava con orrore.
«Certo che no!» esclamò Hannah, «Neville è... solo Neville.»
Il ritratto si aprì e Michael corse dentro. Non sembrava così eccitato da secoli e tutti fecero silenzio.
«Fred e George! Di sopra! Dovete vedere!»
Naturalmente ogni singolo Hufflepuff presente non perse tempo a fare domande e tutti si precipitarono per le scale. Altri ragazzi del settimo anno erano già lì e i membri della squadra Inquisitoria avevano appena bloccato i gemelli, con grande sorpresa di Mike che si stava semplicemente godendo il disastro da loro combinato e non pensava che sarebbero arrivati a quel punto. Tutti gli studenti si stavano stringendo a cerchio, cercando di evitare schizzi di roba verdastra che arrivavano da ogni direzione.
«Attenta!» esclamò Justin, salvando Helen da una scivolata su una pozzanghera e trattenendola con una mano sulla schiena. Stephen colse l'occhiata furiosa di Lance e si voltò verso Quill.
«Poi venitemi a dire che sta bene con Susan.»
«Cosa?» domandò Quill, che guardava atterrito la linfa puzzolente.
«Niente.»
«Presi!» esclamò la Parkinson.
«Merda, dobbiamo aiutarli!» esclamò Michael, ma Georgia lo trattenne per un braccio, allarmata. La Umbridge stava arrivando dalle scale e Filch sembrava fuori di sé dalla gioia.
«Ora sono nei guai.» commentò il Frate Grasso, che era molto divertito.
«Così! Così voi pensate che sia divertente trasformare un corridoio della scuola in una palude, non è vero?»
«Abbastanza divertente, sì.» disse Fred, alzando lo sguardo verso l'alto. Sembrava tranquillissimo.
«Lo adoro.» sussurrò Megan, «Voglio sposarlo.»
Filch intanto blaterava qualcosa su fruste e permessi e gli studenti si ritrassero.
«Molto bene, Argus. Voi due state per imparare cosa succede ai trasgressori nella mia scuola.»
La mano di Georgia strinse più forte la manica di Michael. Quill lanciò un gridolino spaventato.
«Sai una cosa? Non credo che stiamo per farlo.» si voltò verso il gemello, «George, penso che siamo diventati troppo grandi per studiare a tempo pieno.»
«Sì, mi sento in questo modo anch'io.» convenne il fratello allegramente.
«È ora di testare il nostro talento nel mondo reale, sei d'accordo?»
«Assolutamente.»
E insieme sollevarono le loro bacchette: «Accio scope!»
Le scope arrivarono - avevano delle catene ancora legate a loro - e i gemelli vi salirono.
«Non ci rivedremo.» disse Fred, sedendosi sulla sua.
«No.» mormorò Michael e Walter sospirò. Georgia si sentì terribilmente dispiaciuta all'idea di non incontrarli più nei corridoi sentendosi urlare dietro “omonima!”; gli altri lo erano quanto lei.
«Sì, non si preoccupi di mantenere i contatti.» disse George e poi Fred notò le espressioni depresse di tutti e annunciò: «Se qualcuno vuole acquistare la palude portatile, che vi abbiamo mostrato, venga al numero novantatré di Diagon Alley, ai Tiri Vispi Weasley! I nostri nuovi locali!»
«Sconti speciali per gli studenti di Hogwarts che giurano di usare i nostri prodotti  per liberarsi della vecchia pipistrella!» aggiunse George indicandola e il suo sguardo cadde casualmente su Megan, che aveva le braccia incrociate e l'aria compiaciuta.
«FERMALI!» strillò a quel punto la Umbridge, ma quando la squadra Inquisitoria cercò di bloccarli fu sbalzata via e loro partirono al volo. Fred si fermò accanto a Peeves per un momento e disse: «Dalle l'inferno per noi, Peeves.»
Il poltergeist, con estrema sorpresa di tutti, si tolse il cappello in segno di rispetto e volteggiò per aria mentre tutti cominciavano a urlare.
«VAI, OMONIMO! FRED!» gridò Georgia.
«GRANDI!» strillò Megan mentre Wayne e Stephen applaudivano ridendo e Sally-Anne sospirava conquistata.
«CI VEDIAMO AL NEGOZIO!» urlò anche Michael ridendo mentre Walter, Justin e Helen applaudivano con gli altri.
«Mi mancheranno.» commentò Georgia quando furono spariti, mentre la Umbridge gridava di chiamare i professori per ripulire quel caos e di sparire nei dormitori immediatamente.
Aveva notato naturalmente anche Michael, che spiccava di una testa sugli studenti più piccoli, e lo guardò come a sfidarlo a fare qualcosa. Lui però rideva e la salutò con un gesto della mano.
«Dolores, mi dispiace, ma non penso di essere in grado di far nulla.» disse la McGonagall una volta giunta di sotto, con la gonna sporca ma l'aria soddisfatta.
«Ragazzi, tornate nei dormitori.» disse la Sprout con un mezzo sorriso, notando che si erano accampati lì per seguire lo spettacolo.
Una volta in sala comune raccontarono tutto a chi ancora non aveva visto nulla.
«Il punto ora è: che faremo noi per continuare la loro opera?» fece infine Michael.
«Io qualche idea ce l'avrei...» dissero Rent e Jack, scambiandosi un'occhiata.
«Nulla per cui farsi espellere.» li ammonì Walter.
«Ora Filch può usare la frusta a quel che mi è sembrato di capire.» ricordò loro Georgia, «Quindi evitate di farvi beccare. È stupido ma mi vengono in mente solo le caccobombe per ora.»
«Dici che dovremmo unire le forze magari coi Gryffindor o i Ravenclaw e disseminarne la scuola?» tentò Wayne, interessato.
Tutti li guardarono increduli.
«Che c'è? Solo perché siamo noi non significa che non vogliamo creare problemi alla Umbridge! La odio anche io!» esclamò Georgia.
«Inizio a preoccuparmi dell'influenza che hanno Fred e George su di voi.» osservò Michael, che stava pensando a come fosse possibile che lui invece non l'avesse mai portata sulla cattiva strada.
«A me lasciate la Parkinson.» decretò Megan in tono che non ammetteva repliche.
«Giusto! Noi potremmo occuparci degli Inquisitori o come diavolo si chiamano!» convenne entusiasticamente Justin, che evidentemente aveva saputo di Abigail ed Helen, e la prima era nella squadra Slytherin.
Helen invece si era irrigidita e non aveva aperto bocca.
«Parlerò con Boot, possiamo dividerci i compiti. È affidabile, tranquilli, anche lui era nel nostro gruppo.» disse invece Susan.
«Ci parlo io.» decise Sally-Anne, «Ci esco assieme.»
«Sarà divertente.» commentò Megan.
«Tu non dimenticarti che devi studiare, non voglio certo aver perso tempo con te.» replicò Wayne e lei lo fulminò con un'occhiataccia.
«Pensa per te.»
 
«Ottimo lavoro.» disse la McGonagall, nonostante la trasfigurazione della tazza non fosse riuscita perfettamente, «Si vede che ti stai impegnando.»
Megan la guardò scettica.
«Continua a studiare col signor Hopkins.»
«Lo farò.» disse, pensando che stava facendo il possibile perlomeno nelle materie più importanti, ovvero Trasfigurazione, Incantesimi e, con l'aiuto di Susan e Hannah, Difesa. Pozioni andava già bene come al solito, mentre in Divinazione e Storia della Magia non tentava neppure ed Erbologia restava da fare nel tempo perso. Come risultato erano tornate le occhiaie, ma perlomeno non piangeva più anche senza le pozioni. E svegliarsi prestissimo per colpa degli incubi che non l'avevano lasciata le permetteva di esercitarsi anche prima delle lezioni.
«Però non trascurarti troppo.» aggiunse abbassando la voce, «Fa quel che puoi.»
«Non posso credere che lei mi stia dicendo questo.» sussurrò Megan, abbozzando un sorriso. Le labbra della McGonagall si piegarono verso l'alto e la donna procedette per i banchi, «Signorina Perks, ottimo lavoro. Oh, signorina Runcorn, la bacchetta la deve muovere con meno energia!»
«Dov'è Quill?» domandò a Stephen accanto a lei, che si strinse nelle spalle.
«È scivolato in una pozzanghera ed è in infermeria, ora.»
«Ah, lo vai a trovare dopo?» domandò giusto per stuzzicarlo. Stephen la guardò con raccapriccio.
«In infermeria? Tanto vale che mi tagli un braccio e me ne vada al san Mungo a farmi infettare!»
«Per Justin c'eri andato, quando era stato pietrificato.»
«Justin era pietrificato e anche i germi su di lui lo erano.» replicò Stephen, «E Quill starà bene a breve, non vedo perché rischiare la mia vita senza un motivo serio.»
Gli occhi del ragazzo poi si persero sul banco.
«Che ti prende?» domandò lei, brusca.
«Niente.»
Stephen pensava a Quill, e al modo in cui stava diventando sempre più nervoso. Aveva sempre avuto paura di tutto, per carattere non era il tipo di persona che apprezzava cambiamenti di qualsiasi tipo ma ora si rifiutava persino di uscire dal castello ed era quindi un esagerazione.
Quando finì l'ora ebbero una sgradita sorpresa, dato che il corridoio era pieno di caccobombe.
«Adesso vomito.» annunciò Sally-Anne, schifata.
«I vostri cavalieri sono qui.» annunciò Michael, che aveva piazzato un incantesimo Testabolla su Georgia nel momento in cui era uscita dall'aula e si era bloccata con una mano sul naso, «Vi salviamo noi, donzelle.»
«Opera tua?» domandò Ernie.
«No, Gryffindor. Ho visto tua sorella lanciarne, Georgie!»
«E ti pareva...» borbottò lei.
«Muovetevi con quegli incantesimi.» li richiamò Sally-Anne, pallida, e Walter la salvò dallo svenimento con un colpo di bacchetta.
«Oh.» disse lei, e senza accennare alcun ringraziamento procedette spedita.
«Prego!» le urlò dietro lui.
«Piccole bestiole che vanno punite...» mugugnò Filch, squadrandoli con la frusta in mano.
«Ehm... sì. Andiamo.» disse Justin, preoccupato.
«Noi andiamo a Difesa.» disse Michael, continuando a essere innaturalmente allegro.
«Che succede?» domandò Georgia sospettosa.
«Niente, tesoro. Andate a lezione.»
Michael, Walter, Jack e Rent si diressero con particolare allegria nell'aula dove la Umbridge li aspettava. C'erano altri studenti del settimo, tra cui Angelina Johnson, Lee Jordan, Alicia Spinnet, e poi l'unico Ravenclaw del settimo, Mark Bradley, e infine gli Slytherin Warrington e Pucey. Mancava Montague, ancora in infermeria. Gli ultimi due presenti comunque non facevano parte del piano, ma Michael non se ne curò, sedendosi in prima fila.
La Umbridge ordinò a Walter di chiudere la porta e lui ubbidì.
«Bene, aprite i vostri libri.» disse la professoressa, «Non ci sarà bisogno di parlare.»
Dopo cinque minuti Michael alzò una mano, tenendo l'altra davanti al naso. La Umbridge pensò in un primo momento di ignorarlo, ma dato che non chiedeva mai il permesso di parlare fece un cenno col capo.
«Mi sanguina il naso.» annunciò il ragazzo.
«Beh, aspetterai comunque fino alla fine della lezione, caro.» disse lei con voce dolce e un lampo sadico negli occhi. In quel momento Angelina cominciò a vomitare. Subito dopo anche Rent e Lee seguirono il suo esempio, mentre Alicia e Walter svennero e Bradley e Jack cominciarono a perdere sangue dal naso a loro volta.
La Umbridge cominciò a strillare come una banshee impazzita.
«FERMATEVI! STEBBINS, FERMALI! SO CHE CI SEI TU DIETRO QUESTO!»
«Io mi sto dissanguando qui se non lo avesse notato.»
«SMETTETELA IMMEDIATAMENTE! PUCEY, ANCHE TU?»
Pucey non aveva preso le merendine dei Weasley ma a vedere le compagne vomitare aveva finito con l'unirsi a loro, nauseato. Warrington si alzò e allontanò da lui.
«Possiamo uscire professoressa?» domandò Jack.
«NON VOGLIO MORIRE! CI FACCIA USCIRE!» urlò Bradley estremamente drammatico e Michael cominciò a ridere.
«FUORI ALLORA, FUORI! MA SIETE TUTTI IN PUNIZIONE!»
«Qualcuno mi aiuta a portar via gli svenuti?» domandò Michael, ormai completamente imbrattato di sangue.
«Andiamo a chiamare aiuto in corridoio.» propose Bradley, tornato calmissimo. Un attimo dopo stava già correndo alla porta, strillando come un forsennato: «ABBIAMO PRESO LA UMBRIDGITE, SCAPPATE!»
Michael fu bloccato per un polso dalla professoressa, che era livida.
«Come vi siete procurati tutto questo?» sibilò.
«Sono allergico a lei.» rispose Michael, strattonando via la mano, «E non mi tocchi! Vuole farmi sanguinare anche le orecchie?»
 
Qualche giorno dopo, sentita la nuova prodezza da parte di quelli del settimo anno, moltissimi studenti mandarono i loro gufi a Fred e George per ricevere altre merendine. Per fortuna i Gryffindor ne avevano conservato una buona scorta e anche Lee Jordan stava facendo affari.
Megan si tolse l'enorme soddisfazione di affatturare Pansy Parkinson come si era ripromessa di fare, e le fece spuntare le corna. Wayne la incontrò che strillava correndo per il corridoio con le mani tra i capelli nel tentativo di nasconderle e andò a cercare a colpo sicuro Megan.
«Opera tua, vero?» domandò appena entrato in biblioteca, e Madama Pince lo zittì subito.
Megan ridacchiò, mettendo a posto il libro da cui aveva imparato l'incantesimo.
«Hai visto cos'ha fatto Peeves al terzo piano?»
Wayne annuì.
«Ha quasi bruciato i capelli di Rent ieri, lanciando torce. Vorrei che facesse casino senza cercare di uccidere la gente.» sussurrò, mentre si spostavano in fondo alla sala.
«È vero che hai fornito tu le merendine che fanno svenire a tuo fratello e gli altri?»
Wayne annuì, «Ho sempre pensato che potessero essere utili.»
«Sempre pieno di sorprese, tu.» rise lei senza preoccuparsi di abbassare la voce.
«Che ne dici se dai uno sguardo a Storia della Magia? Tanto per non lasciare la parte scritta in bianco.»
«Storia della Magia? Perché?» domandò Megan storcendo il naso.
«Perché se per qualche motivo non ti riuscisse di giocare a Quidditch potrebbe servirti per trovare lavoro al Ministero. E per lavoro intendo qualcosa come spezzaincantesimi e altra roba in cui devi lottare e tutto quanto, non temere.»
«Mi ero scordata che potrebbe servire quello schifo. Ma non ci vorrà molto. Insomma, non è così difficile da ricordare se non è Binns a spiegarla addormentando la gente, no?»
«Suppongo di no.» la voce di Wayne si era fatta scettica e Megan si sedette all'ultimo tavolo.
«La verità è che ho iniziato a darle uno sguardo per conto mio l'altra notte.» proseguì lei.
«Ah sì? Insonnia?»
«Purtroppo.» sospirò lei, «Gli incubi sono rimasti. Il pianto no, ma i sogni... L'altra notte ho sognato di essere Harry Potter e di dover sconfiggere Tu-Sai-Chi senza bacchetta. In compenso avevo una spada. Ma dico, ce lo vedi qualcuno che affronta Tu-Sai-Chi con una spada?»
Wayne sorrise, comprensivo, «No. Le pozioni?»
«Non posso prenderle tutta la vita, tanto vale che mi abitui.» sbuffò, «Che palle. Dopo cena comunque di solito mi alleno in camera con Susan e le altre, ma non ho ancora imparato a disarmare decentemente. Tutta colpa di quel deficiente di Lockhart.»
«Non ricordarmelo. Il club dei duellanti è stato veramente un'idiozia. Fatto con lui, almeno. Qualcosa mi dice che se fosse stato opera di Snape ora sapremmo duellare con incantesimi non verbali.»
«Mh.» Megan annuì, «Il professor Snape è un grande. Non è di molte parole ma perlomeno non si mette in ridicolo.»
«Ti ricordi perché gli stregoni Liechtenstein non fanno parte della Confederazione Internazionale dei Maghi?» le chiese all'improvviso Wayne dopo aver aperto un libro di Storia della Magia.
Megan chiuse gli occhi e cercò di ricordare cosa aveva letto la sera prima.
«Non era perché c'era quel tipo che non voleva cacciare i troll?»
«Ora dillo in lingua inglese corretta, magari. E dà un nome al tipo.»
Megan aprì gli occhi e lo guardò scettica.
«Sì.» disse Wayne, «È una richiesta stupida da parte mia, considerato che si parla di te. Comunque è Bonaccord. Pierre Bonaccord. E quei maghi invece avevano problemi con dei troll violenti.»
«Beh, è già qualcosa che me lo ricordi, visto che non ho una memoria oscena come la tua.»
«L'anno scorso mi era capitata una domanda sui controincantesimi a Incantesimi. Te li ricordi tutti?»
«Sissignore.»
«E come sei messa in Astronomia?»
«Visto e considerato che Georgia ha brutte crisi di nervi a riguardo, male. Se la si nomina lei impazzisce.»
«Impazzisce anche con Pozioni ora, ho notato.»
«Vorrei aiutarla ma non me lo permette. E comunque studio ventiquattrore su ventiquattro anche io.» disse Megan, incrociando le braccia sul tavolo e poggiandoci sopra la testa, «Michael era bravissimo in Astronomia, con tutta quella storia dei nomi delle stelle e blabla, perché non l'aiuta lui?»
«Nel caso tu non l'abbia notato quei due sono ancora strani.» replicò Wayne.
«Non me n'ero accorta.» mormorò Megan, chiudendo gli occhi.
Wayne, prevedendo che si sarebbe addormentata, diede un'occhiata al libro di Incantesimi che teneva in borsa. Per quanto riguardava quelli del sesto anno non sapeva nulla, e il tempo che avrebbe dovuto dedicare a cercare di riparare quell'anno in cui non aveva combinato niente lo stava passando aiutando Megan e ogni tanto gli altri, perciò...
«Wayne.» mormorò la ragazza.
«Mh?»
«Va bene come mi sto comportando secondo te? Sono normale?»
Wayne mise giù il libro, prendendosi qualche secondo per pensare.
«Tu sei spontanea o ti stai ancora sforzando?» domandò infine.
«Credo spontanea.» rispose lei, «Voglio dire... è raro che mi debba sforzare, ormai. Non che io stia sempre ridendo o felice, appunto, ma ogni tanto mi viene un po' di più. Ormai ho capito, sai. Che è morto. È orrendo, però non tornerà, quindi...»
«Rifiuto, rabbia, depressione, patteggiamento, accettazione.»
«Cosa?»
«Niente. Lascia stare.» tagliò corto lui, poggiandole una mano sulla testa. Megan aveva messo su il broncio ed era adorabile. «Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»
«Tu hai strappato un discorso serio ad Amelia.» replicò lei, inarcando le sopracciglia.
«Ecco, di questo avrò di che vantarmi sempre.» commentò Wayne, con un mezzo sorriso, «Ora andiamo a chiedere alla Sprout se ci lascia entrare nella serra per esercitarci un po', va bene?»
Megan lo trattenne per la cravatta, sempre imbronciata.
«Meg?»
«Possiamo baciarci ancora?»
Wayne esitò un momento, poi si strinse nelle spalle.
«Okay.»
 
«MALEDETTO IL GIORNO IN CUI HO SCELTO QUESTA SCHIFOSISSIMA MATERIA!» ululò Georgia, scagliando il libro di Antiche Rune contro il muro, «È da pazzi!»
«Concordo.» disse Walter, che stava stracciando una pergamena con appunti di Pozioni, «Ho deciso che andrò a lavorare in qualche negozio a Diagon Alley.»
«Vengo anche io. Se vuoi ti dico “vengo anche io” in runico.»
«No, grazie.» rise lui.
«Georgie, perché urli?» domandò Michael, sbucato dai dormitori con aria confusa.
«ANTICHE RUNE!»
«Ah.»
«Dov'è Megan? Dobbiamo fare un ultimo allenamento prima della partita!» esclamò Jack, comparso già con la tuta da Quidditch e l'aria di avere molta fretta, «Non possiamo perdere! Dobbiamo far perdere Slytherin a tutti i costi!»
«Biblioteca.» rispose Georgia, che si era abbandonata sul pavimento.
«Biblioteca! Che diavolo ci fa in biblioteca?» sbottò lui.
«Studia?» suggerì la strega.
«LA PARTITA È PIU' IMPORTANTE!»
«Niente è più importante dello studio.» sibilò Hannah, furiosa, «Vuoi finire a fare il mendicante a Nocturn Alley? È questo che vuoi?»
Justin, che era impegnato a parlare con Helen alle poltrone, si scusò e poi andò a recuperare Hannah prima che si scagliasse contro Jack, che cominciava a essere spaventato da lei.
«Cosa ti ho detto?»
«Di andare da Ernie quando ricomincio a voler uccidere le persone.» recitò Hannah, «Ma Justin! Mi stava provocando!»
Jack fuggì dalla sala comune, probabilmente diretto in biblioteca a recuperare la sua battitrice.
 
Inutile dire che, dopo aver vinto la partita, furono acclamati come eroi, Megan per aver quasi rotto la testa a Warrington e Jack per aver afferrato il boccino all'ultimo secondo.
Festeggiarono in sala comune tutti assieme e Michael cominciò a chiacchierare del più e del meno con tutti, così anche le ragazze che ancora si erano tenute a distanza da lui per paura di venire scacciate tornarono a cicalargli attorno, rese ancora più agguerrite dall'aria malinconica che assumeva di tanto in tanto.
Georgia bevve un sorso di burrobirra e lo osservò dall'entrata dei dormitori femminili, pronta a tornare dentro.
«Non ti unisci ai festeggiamenti?» domandò un ragazzo, avvicinandosi a lei.
«Ho già dato e sono esausta...»
«Ah, hai i G.U.F.O. quest'anno, vero?»
«Sì. Tu sei...?»
Il ragazzo sorrise, porgendole le mano: «Scusa, hai ragione. Sono Dorian Varley. Ma chiamami pure Dorian. Tu sei Georgia, l'amica di Wayne, vero?»
Lei lo guardò con attenzione mentre gli stringeva la mano: «Ah, è vero! Tu sei in stanza con lui!»
«Già, ancora per un mese.» disse lui, sospirando, «È un tipo simpatico.»
«In che senso ancora per un mese?» domandò confusa.
«Beh, Wayne verrà bocciato di sicuro, no?»
Georgia sgranò gli occhi.
«Scusami?»
«Non ha combinato nulla per tutto l'anno e non sta ripassando neppure ora... Mi sembra il minimo.» proseguì lui, stupito, «Non te ne sei accorta? Neanche frequentava tutte le lezioni!»
«Quell'idiota.» sibilò la ragazza, «Non ha detto nulla.»
«Quando gli ho chiesto spiegazioni ha detto che gli andava bene così. Suppongo sia per quella Megan, per passarci più tempo assieme.» commentò, guardando la ragazza che in quel momento battibeccava col compagno di stanza e sorridendo, «Ne vale la pena, dopotutto non ci può fare nulla se lo condiziona tanto. Deve solo cercare di farla più contenta che può e starà bene anche lei.» Georgia lo guardava sconcertata, «Scusami, a volte parlo a ruota libera e mi aspetto anche che le persone mi seguano!» rise.
«No, beh, penso di aver capito cosa volevi dire...» borbottò lei, a cui era passata la voglia di sgridare l'amico.
«Ma stanno insieme o no? Ce lo chiediamo tutti...»
«Chi, Wayne e Megan? Direi proprio di no! Non è che solo perché due sono sempre assieme devono anche stare assieme in quel senso!» disse lei di fretta e Dorian la guardò divertito.
«Calma, calma...»
«Scusa. È che sono abituata a sentirmi chiedere se sto insieme al mio migliore amico...»
«Chi è?»
Georgia indicò Michael, circondato dalle ragazze che gli stavano raccontando di come l'amica di Cho Chang avesse il viso coperto di pustole che formavano la parola “Spia”.
«Stebbins? Vista la sua fama... beh, la fama che aveva, la gente non può fare a meno di pensare male. Ma visto che non state assieme, meglio per me. Ti posso portare qualcos'altro da bere o da mangiare?» chiese con un gran sorriso. Lei, che non era sicura di aver capito del tutto quel “meglio per me”, spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise a sua volta.
«Magari un'altra burrobirra.»
Michael si voltò in quel momento e aggrottò la fronte, perplesso.
«Scusate, signorine... Walter!»
L'amico, occupato a lanciare noccioline che Rent cercava di afferrare al volo con la bocca, si voltò.
«Che ti serve?»
«Chi è il tipo che sta parlando con Georgia?»
«È uno in camera con Wayne, non ricordo il nome... Perché?»
«Perché non lo conosco.» rispose lui, vago, «Era solo una domanda.» aggiunse seccamente, prima di andare verso Wayne.
«E ho pensato: se riesco a beccare la testa di quel cretino col bolide ci siamo liberati del...» Megan, che stava evidentemente parlando della partita, o almeno così lui sperava, si interruppe vedendolo arrivare.
«Michael.»
«Ciao.» lo salutò anche Wayne.
«Ciao. Posso scambiare due parole con te, Wayne?»
«Mi tolgo dai piedi.» si congedò Megan.
«Che succede?» domandò Wayne, trasfigurando come al solito il suo bicchiere di burrobirra in uno di succo di zucca.
«Chi è quel ragazzo che sta portando da bere a Georgia? Quello coi capelli rossicci.»
«Dorian Varley.» Wayne assottigliò gli occhi, «E spero per lui non stia parlando di me.»
«La vicinanza di Megan ti fa male.» ghignò Michael, per poi farsi serio, «Ma cosa vuole da lei?»
«Vorrà conoscerla.» rispose lui con un'alzata di spalle, «Non è come quello Slytherin con cui lei usciva l'anno scorso, è un bravo ragazzo, non ti preoccupare.» aggiunse.
Michael fece una smorfia.
«Perfetto.» commentò, facendo per andarsene. Poi tornò indietro. «Ehi, senti...» cominciò a disagio.
Adesso aveva la sua più completa attenzione.
«Sì?»
«Posso sapere perché te la sei presa tanto per quella storia di me e Georgia? Nel senso... siete solo amici, vero?»
Wayne valutò per un secondo se fosse il caso di rispondergli di no per vederne la reazione, poi pensò che davvero Megan lo aveva contagiato e annuì.
«Sì, assolutamente solo amici. Proprio per questo l'ho presa male. Non sopportavo l'idea che tu l'avessi usata.»
«Non l'ho usata! La cosa è andata in modo del tutto diverso da come immagini!» protestò lui indignato.
«Ora lo so, io e Georgia ne abbiamo parlato.» replicò Wayne con calma, «Non nei dettagli chiaramente, ma mi ha spiegato la situazione.»
«Ah, ecco. Sì. Esattamente cosa ti ha detto?»
Wayne inarcò le sopracciglia con scetticismo: «Ora, non ti aspetterai davvero che te lo venga a ridire?»
«No.» sbuffò lui, «Era solo che volevo fossi sicuro che non l'ho usata neanche un po'.»
«Ne sono sicurissimo.» lo tranquillizzò il ragazzo.
Michael esitò: «Quindi... tu e Georgie solo amici.»
«È come una sorella per me.» confermò, «E per la cronaca Dorian non mi sembra il suo tipo in nessun senso.»
«Okay.» disse Michael, cercando di non mostrare quanto fosse compiaciuto e fallendo.
Wayne pensò che il tipo di Georgia aveva capelli scuri spettinati, era alto, magro, ed era un imbecille.
«Michael.»
«Sì?» domandò lui, allegro.
«La prossima domanda che devi fare a te stesso è: “perché è importante che Wayne non sia innamorato di Georgia, per me?”» 
 
 



 
 
Yep. Pubblico oggi perché domani passerò tutto il giorno all’università, purtroppo ._.
 
   
 
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