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Autore: eleanor89    27/02/2011    7 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Capitolo LUNGO, lo so. Avviso fin da ora che dovrò diminuire la frequenza di pubblicazione per non lasciarvi all’asciutto troppo a lungo, visto che sto ancora scrivendo del novembre del sesto anno (e sono comunque a pagine 90 e qualcosa).
 
 
L'ultima partita di Quidditch e gli esami.
 

Quando entrò in casa fu accolta dall'invitante profumo di arrosto che le fece salire l'acquolina in bocca. Sorrise poggiando la busta della spesa sul tavolo, e si passò una mano tra i capelli.
«Sono tornata!» avvisò, e sentì subito il tramestio che annunciava la discesa di suo marito dalle scale. Lui arrivò sorridendo e si scambiarono il solito bacio veloce.
«Ho parlato con la signora Hopkins al cellulare, ti saluta.»
«Potrebbe anche farsi viva quella lì.» commentò lei, «Tutto bene di sopra?»
«Perfetto, la culla è praticamente pronta. E senza magia.» si vantò lui.
«Voi uomini e le vostre scommesse... Spero solo che non salti per aria.»
Lui rise e le sfiorò il pancione.
«Nulla di pericoloso per la nostra bambina... Mi sento ferito!» e rise di nuovo, «Dovresti fidarti di più di me, Georgie
Georgia si svegliò balzando a sedere e portandosi una mano alle labbra.
«Oh, santissima Helga!» sussurrò atterrita.
Nel letto vicino al suo Megan si stava agitando come al solito.
«Scappa... Cedric...»
Georgia si precipitò da lei e cominciò a scuoterla.
«Meg, Meg! Sveglia!»
«Oh! Ehi... Urlavo di nuovo?» domandò assonnata.
«Non ancora, ma mi sono svegliata dopo un sogno assurdo...» mormorò Georgia, «Te lo posso raccontare?» la supplicò.
«Sali sul letto e dimmi, ma che sia una cosa veloce.» ringhiò l'altra.
«Non qui... Non deve sentirci nessuno...»
«È roba così scabrosa?» domandò Megan infastidita; Giorgia non rispose e questo la incuriosì, «Lo è davvero?»
«Preferirei che nessuno sapesse.»
«Sala comune, dai.» borbottò lei allora, alzandosi e rischiando di inciampare nelle lenzuola. Era però piuttosto soddisfatta all'idea che avesse chiamato lei e non Sally-Anne.
Quando scesero di sotto, ed erano le due di notte in punto, trovarono Wayne che leggeva.
«Ehi, Wayne. Vattene. Dobbiamo parlare di cose da donne.»
Wayne rivolse loro un'occhiata annoiata e poi si strinse nelle spalle.
«Buonanotte.» le salutò.
«Wow.» commentò Georgia, «Ti obbedisce anche lui allora, la notte...»
«Bella vestaglia.» commentò Wayne allontanandosi, «Sobria.»
«Vaffanculo.» rispose Megan, che indossava una sottoveste rossa fiammante, «Allora, poche chiacchiere.»
«Okay, okay... Nel sogno stavo facendo la spesa per me e mio marito.» cominciò Georgia.
«E chi caspita è tuo marito?»
«E quando sono rientrata a casa era tutto molto comune, sai, le azioni che si fanno ogni giorno... Ho detto “sono a casa” e allora dalle scale di casa è arrivato...»
«Chi è arrivato?» la incalzò Megan.
«Michael.»
«Michael?» ripeté lei, «Stebbins?»
«E chi altrimenti? E mi ha accolta con un bacetto e mi ha detto che tu avevi telefonato. Cioè, sapevo che eri tu anche se non ti ha chiamata col tuo nome.»
«E come mi ha chiamata?»
Georgia esitò.
«Prometti che non ti arrabbierai?»
«No.»
«Signora Hopkins.»
Megan spalancò la bocca.
«Ma dico, sei scema?»
«Ed io ero incinta di una bambina di Michael e lui stava sistemando la culla.» terminò Georgia tutto d'un fiato.
«Oddio, un incubo!» esclamò Megan, «Non sei scema, sei pazza
«Secondo te cosa significa?» la interrogò l'altra ansiosamente, «È perché sono andata a letto con lui che ora mi aspetto di sposarmelo? Sono una specie di donna dell'ottocento? Non so separare il sesso tra amici da quello che porta al matrimonio?»
«Rettifico: sei proprio scema a chiedere a una come me certe cose. Comunque magari era solo un sogno, sai?»
Georgia si illuminò: «Tu credi? Non sto per cominciare a sperare di avere l'anello al dito?»
«Ti spaventa tanto?» domandò Megan, incerta.
«Certo! Michael non vorrebbe mai, sarebbe solo una sofferenza per entrambi se mi illudessi!» inorridì lei.
«Oh. Quindi non è che non vuoi pensare di sposarti con lui perché a te non piace l'idea, ma perché a lui non piacerebbe.»
«No, non ho detto...» Georgia tacque.
«E il sogno era così fuori dai tuoi programmi futuri che appena l'hai fatto hai avuto bisogno di farti consolare da me.» proseguì Megan, poco convinta, «Mi sa tanto che sei una damina dell'ottocento, cara. Mio marito era Wayne o Walter? Dimmi non Walter, Walter è... grosso.»
«Cosa? Oh, no, no, era Wayne... colpa di certi discorsi con un amico, sai... Lascia stare, quella era tutta suggestione... Ma forse era suggestione anche il sogno di me sposata con Mike!»
«Sì, certo, ignora le mie rare parole sagge... Ti spiace se torniamo a letto? Devo finire di sognare l'assassinio di mia madre in modo da essere pronta per svegliarmi e vedere la finale di Quidditch domattina.»
Georgia batté le palpebre.
«Oh... certo. Sai, la tua vita è contorta.»
 
«Weasley è il nostro re, Weasley è il nostro re, non ha lasciato la pluffa entrare...» stava canticchiando Charlotte.
«Sbaglio o era diversa la canzone?» domandò Megan, «Ciao.»
«Oh, ciao! Sì, era diversa, ma Fred e George prima di andarsene hanno cambiato le parole apposta per la finale. Così forse Ron Weasley giocherà meglio.» spiegò, arrossendo poi alla vista di Jack.
«Ciao, folletta! Insegnacela!»
«Dorian! Unisciti a noi!» lo salutò Georgia, superando di gran carriera Michael senza guardarlo. Il ragazzo la guardò allontanarsi con aria preoccupata e Walter sghignazzò.
«Quanto mi mancherà tutto questo l'anno prossimo...»
«Ci pensate che questa è l'ultima partita di Quidditch che vediamo a Hogwarts?» fece Jack, «Potrei sentirmi male.»
«Magari ti prenderanno in qualche squadra dopo.» lo incoraggiò Hannah.
«No, faccio pena!» rise lui, «Penso che lavorerò al Ministero. Anche se mi piacerebbe fare l'insegnante un giorno.» le confidò abbassando la voce, «Sono stato sempre incredibilmente affascinato da babbanologia...»
«Ti ci vedrei!» esclamò lei entusiasta, «Oh, scusa, Neville.»
«Figurati.» disse lui, massaggiandosi per un momento la spalla che lei gli aveva urtato, «Chi tifate?»
«Gryffindor, ovviamente.» sorrise lei.
«Sì, la sorellina di George non ce lo perdonerebbe mai altrimenti.» disse Susan, indicandola. Charlotte aveva anche lo stemma Gryffindor dipinto su una guancia e Neville ridacchiò.
«Una tipetta pericolosa.»
«Chi?» domandò bruscamente Megan e lui impallidì.
«N-nessuno.»
«Non morde più.» mormorò Hannah a un suo orecchio, «Vuoi unirti a noi?»
«Perché no.» accettò lui, un po' rincuorato.
«Ehi, Megan.» la chiamò Wayne, «C'è Helen di là.»
«Dove dove?» chiese subito Justin.
«Affianco a Lance.»
Justin si adombrò, «Ah, certo. Ehi, Ernie, andiamo a sederci su.»
Tutti si voltarono a guardarlo ma incontrarono soltanto la faccia rassegnatissima di Ernie che li salutava.
«Interessante.» commentò Sally-Anne, «Ehi, stupido francese.»
E tutti si girarono a guardare lei con aria preoccupata mentre Sheldon assottigliava lo sguardo.
«Che scè, prinscipessa dolle arpie?»
«Chiamaci Helen. Dille di mollare il piccoletto carino. Oh, ciao Geoffrey.»
«Ciao Sally-Anne.» la salutò lui mentre Rowan sghignazzava e poi notava Michael.
«MAESTRO!»
«Rowan!» sorrise subito lui, «Cosa ti avevo detto?»
«Lo so, ti devo chiamare Michael. Ma è sempre divertente urlarlo.»
«Allora va bene, fa pure.»
«Michael?» ripeté Stephen.
«Oh, sì, insomma, se dobbiamo essere amici dobbiamo esserlo alla pari, dopotutto.» spiegò lui.
«Il nostro Mikey è cresciuto, Walter!» esclamò Rent, dandogli uno spintone mentre passava. Walter rise, alzando la lattina di burrobirra presa dalle cucine come per brindare.
«Rent, ti prendo a pugni.» minacciò lui.
«Che succede?» chiese Helen e Megan la prese sottobraccio.
«Tu guardi la partita con noi.» decretò.
«O-Okay.» balbettò lei, ormai ostaggio.
«Steph, secondo te chi vincerà la coppa?» chiese Quill, guardando le squadre entrare e prendendo posto accanto a lui, «Gryffindor con Weasley come portiere non ha molte speranze, però non me la sento di scommettere contro.»
«Stanno ancora facendo scommesse a un minuto dalla partita? Comunque tu punta su Gryffindor. In un modo o nell'altro se la cavano sempre.»
«D'accordo... Ehi, Hannah, puoi dire a quel tipo dietro di te che io punto sui Gryffindor?»
Hannah annuì e Neville li osservò incuriosito. Poi sorrise a Quill avendone incontrato lo sguardo e Quill ricambiò con vaga inquietudine, sapendo che era amico di Harry Potter.
«Jordan non sembra pronto a fare commenti divertenti come al solito.» osservò Megan.
Michael annuì.
«Era molto depresso nell'ultimo mese e mezzo, da quando Fred e George se ne sono andati.»
«E ci credo...» commentò Georgia, «Erano dei miti ed erano sempre assieme. Mi manca soprattutto George.»
«Li conoscevi?» domandò Dorian stupito.
«Oh, pochissimo. Più che altro io e George siamo quasi omonimi, quindi...»
«E sono partiti!»
«È iniziata!» strillò Megan, aggrappandosi a un braccio di Wayne, «FORZA ROSSO-ORO!»
«E Davies prende la Pluffa immediatamente, Davies il capitano dei Ravenclaw con la pluffa scansa Johnson, scansa Bell, scansa Spinnet anche … sta andando forte per il gol, sta per tirare e – ED È PUNTO!»
«NO!» urlarono tutti; così cominciarono i cori degli Slytherin.
«Ed ecco che Davies riprende la pluffa, non è possibile! Angelina bloccalo!» gridò Jordan.
«Jordan, sii obbiettivo!» sentirono gridare alla McGonagall.
«Ma non è possibile se... Ecco che Spinnet riesce a togliergli la pluffa ma- OH! Quel maledet-cioè, Bradley è comparso dal nulla... e-»
Tutti trattennero il fiato: Bradley aveva mirato a sinistra ma era soltanto una finta, scagliò la pluffa contro la destra e Weasley, incredibilmente, riuscì a prendere quel tiro quasi impossibile. 
«E WEASLEY PARA! GRANDIOSA PARATA PERFETTA! Mi spiace Bradley, hai fatto male i conti col nostro portiere e... Ma anche la fila dei Gryffindor sta cantando adesso?»
E anche il gruppo di Hufflepuff che aveva parlato con Charlotte cominciò a cantare a gran voce: «Weasley è il nostro re! Weasley è il nostro re! Non ha lasciato la pluffa entrare! Weasley è il nostro re! Weasley è il nostro re! Può salvare tutto non lascia un solo anello incustodito, per questo tutto Gryffindor canta: WEASLEY È IL NOSTRO RE!»
Naturalmente la fila Hufflepuff aggiunse “E tutti gli Hufflepuff cantano!” ma il risultato fu comunque un ammutolire incredulo della fila Slytherin e una quasi caduta da parte di Ron Weasley dalla scopa, che poi fece il giro degli anelli ringraziandoli con un gesto del braccio.
«Ma non distraiamoci troppo!» esclamò Jordan tornato entusiasta, «Ecco che la Chang sembra aver individuato qualcosa... no, invece! Ma c'è la nostra Spinnet che è impossibile da contrastare e sta volando dritta verso gli anelli avversari e- no, ecco che passa a Bell che viene bloccata da un bolide ma no! Ecco che Davies riesce ad afferrare la pluffa ma BELL GLIELA PORTA VIA! CHE VELOCITÀ, GENTE! ECCO CHE JOHNSON SEGNA!»
Tutti applaudirono entusiasti.
«Ehi, stanotte che ne dite se festeggiamo la vittoria Gryffindor tutte assieme?» domandò Susan felicissima, dato che anche lei aveva già scommesso.
«Helen, sei dei nostri.» decretò ovviamente Megan e la ragazza assentì.
«CHAMBERS SI AVVICINA AGLI ANELLI... DAI RON! WEASLEY È IL NOSTRO RE!»
E Weasley parò anche il suo tiro. Ormai il pubblico era in visibilio e quando il re Weasley non si risparmiò con le evoluzioni esplosero nuovamente i cori in suo onore.
«La Chang ha appena recuperato la sua scopa e sembra abbia visto il boccino! Sì, l'ha visto e ora anche la nostra Weasley sta volando verso di lui e vai Ginny! VAI GINNY! E GLIELO TOGLIE DA SOTTO IL NASO PRENDI QUESTO CHANG ABBIAMO VINTO!» urlò tutto d'un fiato Jordan.
La McGonagall stavolta non ci pensò neppure a rimproverarlo, festeggiando come tutti. Tutti i Gryffindor si erano precipitati a festeggiare il loro portiere che aveva permesso una vittoria schiacciante di duecento a dieci.
Anche gli Hufflepuff, soprattutto quelli che avevano scommesso, li seguirono fino a fuori. A un certo punto Ron urtò l'architrave della porta del castello con la testa ma nessuno vi badò e Megan quasi morì dal ridere; poi anche loro ripresero a cantare, per un momento tutte le paure dimenticate.
«Propongo di rinviare il pigiama party.» disse infine quella sera Sally-Anne, «Almeno fino a dopo gli esami.»
«Mi sembra il caso, sì.» convenne Hannah, sfogliando il libro così velocemente da non leggere nulla di ciò che c'era scritto, «NON RICORDO NULLA! SONO STUPIDA!» gridò, buttandolo a terra e scappando via dalla sala comune.
«Perfetto.» commentò Georgia, poggiando la fronte sul libro.
«Cosa fai?» domandò Michael, «Cerchi di imparare mandandoti l'inchiostro al cervello?»
«Sto appassendo.» rispose lei con voce tetra.
«Ah, beh, certo.»
 
Quando i G.U.F.O. arrivarono i ragazzi del quinto anno erano tutti fuori di sé senza eccezione. Megan avrebbe voluto aiutarsi con qualche pozione per la memoria e aveva morso un braccio di Wayne quando il ragazzo aveva cercato di toglierle la boccetta di mano, Hannah piangeva a intervalli regolari, Susan recitava a memoria brani di Trasfigurazione, Georgia aveva trasfigurato almeno un centinaio di conigli che ora gironzolavano per il parco di Hogwarts, Sally-Anne si faceva interrogare da Justin, così come Ernie si faceva da chiunque, Quill continuava a ripetere che avrebbe fatto l'apprendista Guardiacaccia per il resto della sua vita e Stephen giocherellava lanciando per aria qualsiasi oggetto - bacchette comprese - avesse sotto mano mentre ripeteva ciò che aveva appena studiato. Wayne continuava a non preoccuparsi dei suoi esami di fine sesto anno e quindi giocava a carte con Michael, mentre Walter litigava con Rent e Jack eseguiva incantesimi di ogni genere ossessivamente.
«Ernie studia otto ora al giorno. Otto ore al giorno, ti rendi conto? E io mi sento male dopo cinque!» strillò a un certo punto Hannah, che si trovava nella serra con Neville.
«L'ho sentito mentre lo diceva a Ron e Harry.»
«E tu credi davvero che Malfoy conosca gli esaminatori? Lo aiuteranno?» domandò, scaricando con rabbia del concime in un vaso.
«No, come ho detto loro, no. Mia nonna ad esempio conosce la presidente della commissione, Marchbanks, e sono sicura che lei non conosca i Malfoy, non come fa intendere lui. Malfoy dice sempre un sacco di stupidaggini per vantarsi di essere migliore degli altri.» la rassicurò lui.
«È severa?»
«Quanto mia nonna.» rispose lui con un rantolo finale.
Hannah lo guardò con orrore, dato che quell'anno si era trovata molto spesso a parlare con Neville e aveva sentito parlare della signora Longbottom.
«Senti, Neville, ma i tuoi genitori...» azzardò a un certo punto.
«Mi passi la paletta?» la interruppe lui, impallidendo. Hannah se ne accorse e sentì le lacrime agli occhi.
«Oh, scusami tanto, è ovvio che non siano affari miei! L'avevo detto che sono stupida! Non dovrebbero farmi frequentare Hogwarts!» si lamentò, di nuovo in crisi.
Neville la guardò terrorizzato: «Ma che dici! N-non piangere!» si guardò anche attorno, ma erano rimasti soli a mettere a posto le ultime cose nella serra, «Non c'è problema! È solo che preferisco non parlarne!»
«D'accordo.» mormorò lei, «Scusa, ho crisi di pianto di continuo.»
«È normale, sei nervosa.» la tranquillizzò lui, sollevato dal vederla già calma.
«Senti, se mai volessi parlarne, con me potrai farlo, va bene? Io sono brava ad ascoltare.»
Neville annuì, incerto.
«E lo so, sembro una pazza.» aggiunse lei ridacchiando e asciugandosi le lacrime. Neville arrossì e mugugnò qualcosa, «Come?»
«Dicevo che non mi sembri pazza per niente...» borbottò e Hannah riprese a ridacchiare.
«Allora sei pazzo tu.»
Neville scosse la testa, «Sapessi...»
«Come?»
«Nulla. Ora puoi passarmi la paletta?»
 
Il primo esame fu Incantesimi, il lunedì mattina. Wayne augurò buona fortuna a colazione e tutti risposero con una serie di grugniti, compresi gli studenti che dovevano affrontare i M.A.G.O.
«Poveretti...» commentò Michael, addentando il suo pane con marmellata.
«Sta zitto, la tua voce è fastidiosa.» ringhiò Megan, sfogliando il libro a tavola.
Georgia leggeva muovendo soltanto le labbra e aveva già fatto cadere due volte le posate dato che guardava il libro sulle sue gambe.
«Perché non mi ricordo questo incantesimo?» domandò Walter con voce disperata, «Io mi odio. Odio questa scuola schifosa. Vi odio tutti.»
«A voi tocca l'anno prossimo, eh?» domandò Michael a Rowan e gli altri che lo guardarono con palese raccapriccio.
«Finito.» disse Megan, chiudendo il libro, «Dai, andiamo.»
«Nell'atrio, giusto?» pigolò Quill, che aveva un colorito decisamente verdognolo, «Morirò.»
«Non prima di me.» commentò Susan, tetra.
Alle nove tornarono in Sala Grande e trovarono dei tabelloni in fondo alla sala e una serie di banchi. Ci fu qualche ultimo abbraccio di incoraggiamento e poi tutti corsero a sedersi.
«Possiamo cominciare.» disse la McGonagall e fogli, penne magiche e bottigliette di inchiostro raggiunsero gli studenti.
Enunciare la formula e descrivere il movimento necessario a far si che un oggetto voli.
Megan sorrise, ricordando la volta in cui aveva fatto schiantare una boccetta di inchiostro tra i capelli di Michael con il wingardium leviosa, due anni prima.
Tutti i suoi amici la ringraziarono mentalmente per questo.
Il numero esatto di giri di bacchetta per produrre un baule locomotor e la sua esatta funzione.
Wayne sorrise tra sé e sé, ricordando la volta in cui Megan si era messa in testa di usarlo e aveva dato un violento colpo di valigia a Michael. Tutti gli altri la ringraziarono di nuovo mentalmente.
Con quale incantesimo può essere prodotto un singhiozzo continuo?
Georgia ricordò la volta in cui Sally-Anne si era vendicata di Sheldon per un suo commento su un suo cappellino e cominciò a scrivere.
Una volta fuori ci furono nuovi abbracci di gruppo e vari ringraziamenti.
«C'erano sei domande a cui sapevo rispondere anche solo ricordando i guai che hai combinato!» esclamò Susan estasiata e Megan annuì sorridendo, «È stato facile!»
«Stasera però c'è la pratica.» disse Ernie preoccupato.
«Andrà bene, vedrai!»
Dopo pranzo poi si prepararono alla prova pratica e Sally-Anne ebbe un mancamento e su sua richiesta fu fatta entrare per prima per potersene andare velocemente a riposare in camera. Fu Michael ad accompagnarla, dato che stava saltando la sua. Del loro gruppo, oltre Sally-Anne, Hannah, Susan e Stephen entrarono per primi, insieme a Terry Boot dei Ravenclaw.
Megan aveva poggiato la fronte contro un muro e prendeva respiri profondi mentre Quill era talmente depresso che Georgia lo aveva abbracciato e lui era entrato col viso bordeaux.
«Come è andat-» cercò di chiedere Wayne e Megan lo assalì saltandogli al collo.
«Ho fatto tutto perfetto! Amo Incantesimi, lo amo! Tutto merito tuo!»
«Invece che cambiare colore al topo l'ho trasfigurato in una zucca non so come.» commentò Georgia, «Per il resto bene.»
«Ho fracassato l'uovo...» mormorò Quill, «Dov'è Stephen?»
«Qui.» disse l'altro, sedendosi a cenare con lui, «Stavo ripassando Trasfigurazione.»
«No.» gemette Megan, perdendo tutta l'allegria improvvisata, «Mi ero scordata di Trasfigurazione...»
«Ho quasi trasfigurato l'esaminatore in un cane, o meglio, i suoi vestiti.» mormorò Walter, incredulo, «Non penso passerò i M.A.G.O.»
«Passerai tutto.» lo rassicurò Jack, riempendosi la bocca con un enorme pezzo di carne.
Il giorno dopo Megan sentì di essere andata bene nella pratica grazie a Wayne, mentre Quill e Hannah cominciarono a dare segni di cedimento più evidenti, e nella pratica quest'ultima impazzì del tutto e riuscì a far moltiplicare la sua iguana in decine e decine di esse.
«Hannah, calma...» cercò di dirle Megan non riuscendo neppure a far sparire la propria.
«NON CE LA FACCIO!» strillò lei e gli esaminatori fecero per parlare quando con un botto tutti i furetti divennero fenicotteri.
«Uccelli dappertutto!» sibilò Stephen terrorizzato, sfrecciando via e quasi travolgendo Potter.
«Tutti fuori... Ragazzi, uscite, facciamo una pausa...» li invitò il professor Tofty.
Hannah scappò in lacrime e, mentre Michael rideva, con Georgia che lo rimproverava per la mancanza di tatto cercando di non ridere a sua volta, Megan ordinò a Wayne di prendere una camomilla per lei e per Stephen che sembrava in procinto di avere un attacco di nervi.
Erbologia fu piuttosto rilassante per tutti, la Sprout era un'ottima insegnante del resto, ma i veri problemi sorsero durante Difesa Contro le Arti Oscure. Susan, Hannah, Ernie e Justin avevano dato loro una mano in segreto negli ultimi due mesi, cercando di recuperare almeno parte del programma, tuttavia il molliccio da affrontare fu troppo per molti di loro.
Liberi per quel giorno dagli esami quelli del settimo anno si affollarono alla porta per vedere gli amici più piccoli e Wayne, con loro, pregava mentalmente che Megan, Stephen e Georgia non si facessero prendere dal panico. Stavolta non erano stati chiamati in ordine alfabetico, perciò le due ragazze erano già dentro.
«Expelliarmus!» gridò Georgia, disarmando quasi l'esaminatore.
«Molto bene, signorina Runcorn, se vuole andare da quella parte ora...»
«Brava Georgie! Ehi, guardate come la Umbridge fissa Potter...» sussurrò Michael.
«Oh, bravo!» strillò in quel momento il Professor Tofty, «Davvero molto bene! Penso che possa bastare Potter... solo... ho sentito dal mio caro amico Tiberius Ogden che può produrre un Patronus? Per dei punti in più...?»
Tutti si sporsero in avanti quando lui sollevò la bacchetta, compresi gli altri esaminatori, e anche Megan, Georgia, Susan e Zabini si fermarono.
«Expecto Patronum!»
Dalla punta della sua bacchetta comparve un vapore argenteo che si condensò in un cervo; il Patronus sfilò per la sala e il professore applaudì per poi congedare Potter.
«Ottimo, signorina Jones, se vuole avvicinarsi al molliccio ora...» la chiamò un altro esaminatore e Megan fu scossa da un tremito.
Cercò di pensare a quale fosse la sua peggiore paura ma era indecisa tra Rookwood, Tu-Sai-Chi, i suoi amici morti e naturalmente api, vespe, calabroni e i Dissennatori come Potter.
Tutti la fissarono con attenzione e Georgia trattenne un'esclamazione di incoraggiamento.
Il molliccio ruotò su se stesso e quando tornò immobile aveva l'aspetto di Rookwood Junior. Tutti coloro che poterono riconoscerlo trasalirono e Megan si immobilizzò, terrorizzata. Cercò di tenere a mente che quello non era reale ma i suoi occhi continuarono a seguire la traiettoria della sua bacchetta senza che lei potesse muoversi, totalmente paralizzata.
«MEGAN!» strillò Susan, e anche i ragazzi fuori dalla porta cominciarono a chiamarla.
«SILENZIO!» li mise a tacere la Umbridge.
«Ricorda come... si sconfigge un molliccio?» il professor Tofty tentennò nel chiederlo, tenendo d'occhio il falso Mangiamorte e chiedendosi chi fosse la ragazzina.
«Riddi... kulus.» sussurrò lei, con in mente il bel sorriso gentile del professor Lupin che le infuse un po' di coraggio.
«Vuole provare?»
«Ri-riddikulus! Riddikulus!»
Il falso Rookwood arretrò e infine cambiò aspetto, tramutandosi in una figura ammantata di nero con delle mani scheletriche. Era così che lei aveva sempre immaginato Tu-Sai-Chi.
«Riddikulus! RIDDIKULUS!»
Un crack e comparve un'ape gigantesca, poi un Dissennatore. Megan tentò di riprendere fiato e scambiò un'occhiata con Susan dopo averla cercata con lo sguardo.
«Oh, sì, posso intervenire?» domandò Susan. Megan sentì il profondo gelo portato dal Dissennatore e la sensazione di non poter essere mai più felice, con l'eco della voce di sua madre che urlava di dolore.
«Prego.» disse l'esaminatore, «Signorina Jones, per lei è sufficiente così.»
«Expecto Patronus!»
Tutti si voltarono esterrefatti e videro la nuvoletta di fumo argenteo che prendeva la forma di un animale peloso quasi solido e scacciava il finto Dissennatore.
«Anche lei sa fare l'Incanto Patronus?» si stupì la professoressa Marchbanks, seduta nella sala, «Incredibile!»
«Oh, mi sono allenata molto per questo esame.» spiegò lei facendo l'occhiolino a Megan.
«Anche altri studenti ne sono in grado?» domandò il professor Tofty e Megan ne approfittò per sgusciare via.
«Credo proprio di sì, signore.» rispose lei con un sorriso, incontrando lo sguardo ora furioso della Umbridge, «Durante le nostre sessioni di ripasso ho visto parecchi Patronus, anche se non solidi come quelli di Harry Potter.»
«Eccellente!» squittì lui, «Signorina Runcorn, signor Zabini, preparatevi ad affrontare il molliccio! Signorina Bones, è sufficiente così!»
Quando Susan gli passò accanto, lui sussurrò: «E saluti sua zia Amelia per me.»
«Certo, signore.» sorrise lei, voltandosi per un momento indietro e notando che i suoi amici fuori facevano la ola, compresi quelli più grandi con cui teoricamente aveva poca confidenza rispetto ai coetanei.
Appena fuori trovò Megan che stava prendendo a calci il muro.
«Si può essere più fifoni? Mi sono paralizzata!»
«Oh, Meg, è normale!» esclamò lei, ma entrambe sobbalzarono all'urlo femminile che seguì e si precipitarono indietro per guardare dalla porta: Georgia era davanti al cadavere dilaniato di un uomo.
«Il fratello.» mormorò Wayne, nella porta all'altro lato della sala, «Lo sapevo...»
Crack.
Michael era morto, con gli occhi aperti e nessuna ferita visibile. Avada kedavra, pensò Megan.
Crack, e Wayne era morto, così Megan fu sicura di sapere che altra forma avrebbe potuto prendere il suo molliccio da quel momento in poi; crack, Megan stessa morta, col sangue che inondava il pavimento. 
«Basta così.» disse il professore con voce gentile, mentre Georgia ormai singhiozzava. Zabini, alle sue spalle, la guardò con disprezzo. «Coraggio, signorina Runcorn...»
«Faccio il giro e vado da lei.» annunciò Michael, mentre Wayne, Walter e Sally-Anne fissavano come ipnotizzati il cadavere di Megan a terra, con le braccia stese come ali spezzate sul pavimento e l'uniforme strappata su un fianco. Stephen ebbe una strana sensazione di deja-vu che cacciò immediatamente e salutò la vera Megan con una mano, che ricambiò con un brusco cenno del capo mentre Susan accoglieva Georgia tra le braccia per portarla via.
Ci fu un altro crack e davanti a Zabini comparve la copia di se stesso. Aveva le braccia lasciate scoperte dalla divisa e nel suo avambraccio c'era un segno che gli altri studenti non riuscirono a vedere. Zabini, comunque, impallidì come se si trovasse anche lui un cadavere davanti, e i due esaminatori vicini quasi saltarono indietro.
«RIDDIKULUS!»
Il falso Blaise sfoggiava un'improvvisa cresta rosa e un kilt che fece scoppiare a ridere gli altri studenti, e il molliccio si guardò attorno confuso, «Riddikulus!» ripeté lui.
«Ottimo lavoro.» disse il professor Tofty con voce fioca, chiedendosi che genere di studenti fossero a Hogwarts quell'anno visti gli ultimi cinque, «Avanti Goldstein, Abbott, Cornfoot e Crabbe. Qualcuno di voi sa produrre l'incantesimo Patronus per caso?»
 
«Lo vedo sempre morto...» mormorò Georgia seduta sulle scale con la testa sulle gambe di Hannah che le accarezzava i capelli, «Tutti loro. Mike, Wayne, Megan... Tutti... Tu cos'hai visto?»
«Una enorme T.»
Georgia la guardò.
«Di Troll. Avevo fallito tutti gli esami. Certo, il tuo molliccio era molto peggiore, e se non avessi avuto la visuale occupata da Walter e Rent quando cercavi di scacciarlo penso che ora avrei le tue stesse paure. Stephen sembrava sul punto di crollare prima ancora di cominciare.»
«Ehi, tutto bene qui?» domandò Wayne, avvicinandosi con un bicchiere di succo di zucca in mano, «Non venite a cena? Michael sta impazzendo.»
«Adesso arrivo...» mormorò Georgia, «Mi prenderanno in giro secondo te?»
«Nessuno lo farebbe mai, lo sai. A parte Megan.» si corresse, «Beh, non più.»
«Va bene...» sussurrò.
Arrivata a tavola tutti l'accolsero con gentilezza e poi ripresero a parlare del weekend di riposo e di cosa avrebbero fatto nel frattempo.
«Posso farti una domanda sul tuo molliccio?» chiese Megan quando tornarono in sala comune e Georgia annuì, «Perché proprio io ero quella ammazzata nel modo peggiore?»
«Oh... non so... forse perché mi hai detto che a Divinazione la Trelawney ti associa al lupo, no? Intenderà il mistero, i segreti o quel che è, ma comunque sia penso di aver collegato al farti sbranare da un lupo.» spiegò a disagio.
«Grazie mille.» borbottò lei, «Proprio una morte indolore.»
«Io domani ho Cura delle Creature Magiche, ci si vede.» li salutò Walter sbadigliando.
«In bocca al lupo. Senza offesa, Jones.»
«Summerby, mi sto spaccando dal ridere. Tra poco però spacco te.»
 
«Pozioni.» sospirò Megan con affetto, arrivando in Sala Grande.
«Sarebbe divertente se Neville facesse saltare un calderone e tutti gli altri esplodessero e l'esame fosse rimandato e...»
«Sogna, Justin.» commentò Susan.
«Io sono d'accordo con lui.» convenne tetramente Quill.
Ma Neville sembrava rilassatissimo e Susan si accorse che a quella vista Hannah si era calmata a sua volta e, anzi, era divenuta più allegra.
Cura delle Creature Magiche fu un disastro per Megan che non aveva studiato abbastanza, mentre Stephen diede il meglio di sé dato che gli Knarl che dovevano riconoscere non erano tra gli animali che gli facevano impressione. Quill e Georgia si bruciarono coi Granchi di Fuoco ma riuscirono a trovare i cibi corretti da dare agli unicorni malati, questione su cui Sally-Anne intavolò un'appassionata discussione con l'esaminatrice, che le consigliò di proseguire per quella strada.
«Come ti è andato lo scritto di Astronomia?» chiese Wayne e Megan sorrise radiosamente.
«A meraviglia!»
«Georgie?» azzardò Michael e lei ringhiò qualcosa di molto meno soddisfatto.
«E dire che solitamente sei così brava...» mormorò Susan, «Dev'essere la tensione...»
«Beh, andiamo a prepararci, tra poco c'è Divinazione.» disse Ernie, «Pronti a predire enormi tragedie?»
«E lupi siano.» borbottò Megan.
«Per poco non era contemporaneo ad Antiche Rune.» osservò Stephen, contrariato, «Non ho potuto continuare in alcune materie che volevo proprio perchè gli orari si accavallavano, questa scuola è organizzata male.» 
«E tenti Antiche Rune con l'intenzione di continuare l’anno prossimo senza aver neanche seguito tutte le lezioni?» domandò Georgia, scioccata.
«Sai che mi basta leggere una volta per ricordare, quindi sì. Mi ci soffermerò approfonditamente l'anno prossimo e per ora mi accontenterò di un voto qualsiasi. Tanto posso proseguire a prescindere visto che non la sceglie mai nessuno e comunque ho seguito due lezioni sì e una no per fare anche Divinazione.»
Tutti lo guardarono con profondo rispetto.
Alle undici di sera si recarono alla torre di Astronomia, dopo che gli altri ragazzi li ebbero salutati e avessero promesso di aspettarli alzati.
«Tra te e Michael tutto è tornato normale?» domandò Megan, «Nonostante il sogno?»
«Non ce ne sono stati più.» rispose Georgia rilassata, «Quindi sì, tutto normalissimo. Del resto siamo solo amici.»
«Certo...»
«Credete davvero che dovrei proseguire con Cura delle Creature Magiche?» domandò Sally-Anne in quel momento, «Perché io ho detto che vorrei lavorare al Ministero giusto per far stare zitta la professoressa, non avrò certo davvero bisogno di lavorare in futuro, però a pensarci bene non mi dispiacere difendere i diritti degli animali.»
«Sally, è una bellissima idea!» esclamò Hannah, «Quando ti appassioni a qualcosa è difficile contraddirti, Sheldon ne sa qualcosa, perciò dovresti proprio tentare!»
«Male che vada hai comunque i soldi.» convenne Georgia, più pratica.
«Sì, ma in futuro potrei finire con l'incontrare Hopkins spesso.» si lamentò lei.
«Rischi del mestiere.» commentò Susan, divertita.
La professoressa Marchbanks spiegò loro cosa avrebbero dovuto trovare e segnare nella carta astronomica e insieme al professor Tofty cominciò a passare in rassegna di ciò che facevano, impedendo loro di continuare il discorso.
Georgia si era distratta un momento, sollevata dal fatto che stesse riconoscendo Orione ricordando le volte in cui Michael gliene aveva parlato, e notò per un momento un riflesso di luce partire dal basso. Guardò per vedere se qualcuno dei suoi amici era uscito in cortile ma non vide nessuno, e poi le porte del castello si spalancarono. Georgia notò qualche figura muoversi per il giardino e diede una gomitata a Sally-Anne che stava accanto a lei. Megan si guardò attorno e notò che Potter stava fissando il basso invece che l'alto, e il professor Marchbarks stava avvicinandosi a lui. Justin dovette aver notato lo stesso perché si schiarì la gola con qualche colpo di tosse e Potter tornò a lavorare.
Ernie sobbalzò quando udirono uno schiocco dal basso, e Hannah che era molto tesa per via dell'esame in corso quasi fece cadere il telescopio. Notando che non era successo nulla tornarono tutti a studiare finché un boato non spaventò tutti. Proveniva dalla zona in cui era la capanna di Hagrid.
«Provate a concentrarvi adesso, ragazzi.» li richiamò Tofty. «Ehm... Venti minuti allo scadere del tempo.»
«No.» sussurrò Hannah con voce spezzata, affrettandosi a segnare la cartina.
E improvvisamente qualcosa esplose.
«Ohi!» esclamò Megan quando si colpì la faccia col telescopio per lo spavento.
«Ahi...» borbottò anche Stephen. Quill era tanto pallido che era possibile notarlo anche al buio.
«No!» urlò la Granger e tutti si affrettarono a vedere cosa stesse succedendo ignorando le proteste scandalizzate degli esaminatori. C'era una battaglia, Hagrid stava combattendo contro qualcuno ed era uscito dalla sua capanna.
«SII RAGIONEVOLE, HAGRID!»
«CHE TU SIA DANNATO! NON MI PRENDERETE COSì, DAWLISH!»
Sally-Anne lanciò un gridolino vedendo che il grosso cane di Hagrid veniva colpito per difendere il suo padrone e cadeva a terra. Hagrid cominciò a urlare ancora più furioso e scagliò via l'uomo che aveva ferito il cane. Quill si coprì gli occhi con un urlo strozzato ma poi guardò attraverso le dita e Susan si aggrappò a Stephen, che le poggiò un braccio intorno alle spalle senza farsi notare dagli insegnanti. Tutti però continuavano a fissare fuori e qualcuno urlò: «Guardate!»
«Credo ci sia la Umbridge lì in mezzo.» sussurrò Georgia, «Mi è sembrata lei quando l'ho vista uscire dal castello.»
«Come osate! Come osate!»
«È la McGonagall!» esclamò la Granger. Megan si portò le mani al petto, sperando che non facesse la fine del cane.
«Lasciatelo! LASCIATELO, ho detto! Per quale motivo lo state attaccando? Non ha fatto nulla, niente da giustificare questo!»
E poi quattro stupeficium furono scagliati contro la donna. Le Gryffindor gridarono, Hannah si portò una mano alle labbra per impedirselo mentre Susan si nascondeva dietro Stephen. Megan barcollò, spaventata, e urtò Ernie, mentre Sally-Anne prendeva una mano di Georgia e la stringeva fino a farle male, mordendosi le labbra.
«Per mille Gargoyles!» gridò il professor Tofty, «Tutto questo è oltraggioso!»
«CORDARDI! BRUTTI CODARDI! COME AVETE OSATO!» urlò Hagrid e la Granger gemette qualcosa.
«Non farti ammazzare.» pregò Megan.
«Sta prendendo il suo cane...» sussurrò Sally-Anne vedendolo piegarsi e metterselo in spalla.
«Si chiama Thor.» mormorò Justin, con la gola secca.
«Prendetelo, prendetelo! Prendetelo!»
«È la voce della Umbridge.» ringhiò Georgia, «Lo avevo detto che era lei...»
Hagrid riuscì a fuggire e ci fu un minuto di silenzio in cui tutti continuarono a fissare il giardino con la bocca aperta, poi il professor Tofty disse un poco convinto: «Rimangono cinque minuti.» e tutti tornarono altrettanto incerti al loro esame.
Tutti alla fine corsero di sotto ma nessuno andò a letto, si fermarono a parlare tra loro. Ernie si unì al trio di Potter mentre gli altri decisero di raggiungere la sala comune e raccontare tutto agli altri, se non avevano assistito. Hannah era di nuovo in lacrime.
 
Michael, Walter, suo fratello, Rent e Jack, insieme ai ragazzi del quarto anno e ai compagni di stanza di Wayne avevano assistito dalle finestre del corridoio del piano terra, dopo che Helen, impensierita per l'esame di Justin e uscita per un momento lì per vedere se stava tornando indietro, era corsa dentro a chiamare tutti per avvisarli delle figure che passeggiavano per il giardino.
«Ragazzi!» gridò Justin, correndo loro incontro.
«E la McGonagall?» chiese Sally-Anne, scossa.
«Portata in infermeria, non sembrava stare per niente bene.» rispose Walter, «Voi siete tutti sani e salvi, vero?»
«Certo, eravamo sulla cima della torre.» disse Justin, abbracciando affettuosamente Helen, «A parte lo spavento, che diamine.»
«Questa scuola sta andando a putt-Georgie!» la salutò Michael, andandole incontro, «E l'esame?»
«Chi è riuscito più a pensarci...» borbottò lei.
«Chiaramente la Umbridge voleva evitare una scenata come quella della Trelawney, ma ha evidentemente fatto male i conti.» commentò Ernie quando li ebbe raggiunti.
Tornarono in sala comune tutti assieme, discutendo di ciò che era accaduto. Come prevedibile Sally-Anne perse presto interesse per ciò che non la riguardava in prima persona e si fece coraggio, andando a sedersi accanto a Walter che si guardò attorno cercando di capire perchè fosse venuta da lui.
«Hopkins, puoi temporaneamente dimenticarti che io ti odio e tu mi odi?» domandò lei, scacciando con un'occhiataccia un ragazzo che le si era avvicinato.
«Posso provarci. Cosa ti serve, principessa?» domandò Walter, sarcastico.
«Stavo pensando di proseguire con Cura delle Creature Magiche e magari un giorno far parte dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Tu dovresti essere ben informato sull'argomento, a quel che so, perciò mi chiedevo se sai dirmi che percorso dovrei seguire dopo la scuola.»
«In teoria questo non avresti dovuto chiederlo al tuo colloquio di orientamento professionale?» domandò lui stupito.
«Sì, beh, in quel momento pensavo soltanto al fatto che non avrei avuto bisogno di lavorare, sono ricca, ricordi? Però... Allora, lo sai o no?»
Walter trattenne una risata di fronte alla sua espressione torva. Gli sarebbe mancata l'anno successivo, con tutte le sue arie da gran signora.
«Sì, lo so.»  disse, e poi cominciò a spiegarle come funzionavano le cose al Ministero.
«Che fate voi ora? Dormite o studiate per Storia della Magia?» domandò Susan.
«Dormiamo. Per studiare ci sarà tempo domani mattina.» rispose Justin, sbadigliando, «Non vedo l'ora che sia finita.»
«Domani è l'ultimo... Non posso crederci...» mormorò Georgia.
«Anche per noi domani c'è l'ultimo esame.» disse Rent, «Per Jack, a dire il vero, c'è l'ultimo esame. Babbanologia.»
«Dillo pure al plurale, siete la stessa persona...» commentò Megan, che invece doveva ancora dare il suo di Demonologia, ma non lo contava neanche come un esame tanto le riusciva naturale.
«Certo che lo siamo.» rise Rent, mettendo un braccio intorno al collo dell'amico e facendo per strangolarlo. «Ma non sono così cretino da fare babbanologia, io che sono nato-babbano!»
«Imbecille!» si liberò Jack, ridendo a sua volta, «Dopo domani dobbiamo spassarcela, sono gli ultimi giorni a Hogwarts per noi!»
«Oh, non ditelo. Mi fai venire l'ansia al solo pensiero.» si lamentò Georgia.
«Tanto io resto ancora un anno e sono quello che conta.» dichiarò Michael, buttandosi su una poltrona, «Ora che ci penso, se mi bocciano due volte, dividerò la camera con te, Wayne!»
Wayne lo guardò scettico, ma non commentò.
 
«Ce la possiamo fare!» annunciò Hannah allegramente, non più pallida e finalmente tornata in sé, «È solo uno stupido esame di teoria e poi è fatta!»
«Hannah... Ti senti bene?» si decise a chiedere Ernie.
«Sì! Ti rendi conto che poi siamo liberi? Liberi! Non vedo l'ora che sia finito!»
«Finché è allegra lasciatela stare.» borbottò Megan.
«Speriamo solo che non trasfiguri i compiti in fenicotteri.» sussurrò Stephen e Quill sghignazzò nervosamente.
«Girate i vostri fogli.» disse la Marchbanks capovolgendo la gigantesca clessidra all'estremità della sala, «Potete iniziare.»
Megan voltò il foglio e guardò la prima domanda, ma fu distratta dal rumore di una vespa che sbatteva contro il vetro della finestra. Terrorizzata, cominciò a fissarla e anche quando Tofty tossicchiò per richiamare la sua attenzione sul foglio continuò a seguirla con gli occhi. Dopo dieci minuti la vespa si allontanò e lei cercò di tornare al compito, scossa. Georgia scriveva come se ne dipendesse la sua vita, poco distante da lei, e poteva notare dalle spalle dritte di Hannah che la compagna non aveva perso il buon umore.
Stephen, quando Marchbansk lo superò passando tra i banchi, si voltò a controllare per un momento come stessero procedendo Susan e Quill: lui era crollato sul banco con aria depressa e lei giocherellava pensierosamente con la piuma. Sospirò e cominciò a rispondere velocemente alle domande.
Megan lesse la domanda dieci e sorrise, era la prima domanda che Wayne le aveva posto su Storia della Magia.
Ernie quasi baciò il foglio, notando che conosceva più della metà delle risposte, mentre Justin si era messo una mano tra i capelli ricci e valutava se fosse il caso o meno di rovesciare il banco e scappare via.
Passò mezz'ora e poi improvvisamente un botto fece sobbalzare tutti e quando si voltarono indietro videro che Harry Potter era caduto dalla sedia e si teneva la mano sulla fronte, agitandosi come in preda al dolore.
Ernie cercò Hermione con lo sguardo e la vide portarsi una mano alle labbra mentre Ron si era automaticamente alzato, ma il professor Tofty lo aveva bloccato con un cenno della mano, aiutandolo ad alzarsi.
«Andiamo in infermeria.» disse subito, e la professoressa Marshbarks annuì.
«No... Non devo andare...» lo sentì mormorare Sally-Anne mentre le passava accanto.
«Tornate ai vostri fogli.» ordinò l'altro esaminatore.
 
«Sai che Potter è svenuto?» esordì Quill incredulo quando incontrò Wayne per il corridoio.
«È svenuto?»
«Beh, è caduto dalla sedia e si lamentava senza far rumore...»
«Come fa a lamentarsi senza far rumore?»
«Sembrava volesse urlare ma non usciva nessun suono!» spiegò Sally-Anne.
«Boot giura di averlo visto sanguinare!» esclamò Susan preoccupata.
«Sarà in infermeria ora...» commentò Michael, confuso, «Sanguinava?»
«Io non ho visto sangue, sembrava solo stordito.» rispose Georgia, mordendosi le labbra.
«La Smashintosh era tranquilla.» convenne Megan e Wayne non si prese neanche la briga di correggerla.
«C'è sempre qualcuno che crolla durante l'esame.» commentò saggiamente Walter, «Andiamo a cena...»
Andarono verso le scale e con loro grande sorpresa videro proprio il Ragazzo Sopravvissuto correre così velocemente da sembrar fare i gradini a tre a tre, per poi schizzare via andando verso dove si svolgevano gli esami.
«Questo non promette bene.» osservò Justin. Tutti annuirono.
 
«Dio, non posso credere che abbiamo finito.» sbottò Georgia, buttandosi sul letto dopo aver salutato Cindy, una Hufflepuff un anno più grande che era stata invitata da Hannah.
«Guardate chi ho pescato in sala comune!» esclamò Megan, arrivando con la povera Helen rossa in viso. «Non dovevamo passare una notte sveglie? Perchè diavolo stai piangendo adesso, Hannah?»
«È così bello e triste! Abbiamo finito e non vedremo più Hopkins, Summers e Summerby, però ora siamo tutte amiche e facciamo i pigiama party! Vero, Susie?»
Susan la guardò allarmata, «Credo di sì.»
«Non è vero che non li vedremo più, Walter è il fratello di Wayne, lo vedremo d'estate e per le feste.» la corresse Georgia, «E ci scriveremo! Io penso che scriverò spesso a Rent e Jack, e poi adesso abbiamo i cellulari!»
«Avete dei cellulari?» si stupì Helen.
«Regalo di Megan. Tu sei nata-babbana?» domandò Sally-Anne, spazzolandosi i lunghi capelli dorati con attenzione.
«No, mia madre è babbana ma mio padre è un mago.» rispose lei, «E devo avvisare le mie compagne di stanza che starò qui stanotte.» aggiunse esitante.
«Vado io.» disse Megan.
«Meg, almeno le hai chiesto se aveva altro da fare? Se ne aveva voglia?» tentò Georgia.
«No.» rispose lei uscendo.
«Megan! Helen, non preoccuparti se non puoi restare...»
«No, non importa.» sorrise lei, «E poi mi fa piacere che Megan voglia la mia compagnia, è una persona interessante e poi è sempre meglio esserle simpatici che antipatici.»
«Puoi dirlo.» confermò lei Susan, lugubre.
«Sei una brava ragazza.» sospirò Hannah, «Non farti rovinare da lei.»
Helen scoppiò a ridere, «No, no.»
«C'è un valido motivo per cui le tue compagne debbano avere paura di me? Sembrava che ti dessero per morta poco fa.» disse Megan una volta tornata indietro con un suo pigiama, «Sei ufficialmente rapita ma ti restituiremo.»
«Salve a tutti.» le salutò con voce sognante Amelia. Sally-Anne la guardò inorridita. Cindy, che non conosceva nessuno, era invece incuriosita.
«E lei che ci fa qui?»
«L'ho invitata io, Sal. Amelia è forte.»
Amelia sorrise con aria assente, «Bella stanza. Bel poster.» aggiunse, indicando quello accanto al letto di Megan con il cantante delle Weird Sisters in completo rosso sangue e trucco gotico.
«Un concerto a Londra, è una foto che ho scattato io stessa.»
«Mi piace quel trucco, avevo una cugina che si truccava così.»
«Sì?» domandò Georgia, incoraggiante.
«Sì, poi però è morta.»
«Oh.»
«Hai un sacco di parenti morti.» osservò Cindy con voce rapita.
«CINDY!» strillarono tutte incredule, meno Megan che rideva.
«Oh, sì.» confermò Amelia, ancora sognante, «Lei è quella morta impiccata.»
«Morgana...» sussurrò Sally-Anne e lei la udì.
«No, si chiamava Mary.»
«No, io... Oh, lascia perdere...» borbottò, aprendo una scatola di crema. Notò lo sguardo incuriosito di Helen, «Questa serve a prevenire che si formino impurità di qualsiasi genere. È così che la mia pelle è così perfetta.»
«Sally-Modestia-Anne.» cantilenò Megan.
«Funziona davvero?» domandò Helen interessata.
«Certo. Tu che crema usi?»
«Nessuna... Anche se mi sono sempre chiesta se i cetrioli sugli occhi funzionassero davvero e ora lo so.» sorrise lei, indicando quelli accanto alle sue salviette.
Sally-Anne spalancò la bocca: «Non hai mai usato creme? Impacchi? E non hai mai fatto nulla per il tuo aspetto?»
«Le sopracciglia...» provò lei, un po' inquieta per via della luce fanatica nei suoi occhi.
«Amelia? Tu?»
«No.» rispose lei, osservando la foto sul comodino di Megan che ritraeva la squadra di Quidditch dell'anno precedente, con lei a un fianco di Cedric, «Molto carina anche questa.»
Megan sorrise con nostalgia.
«È TERRIBILE!» ululò Sally-Anne facendole sobbalzare tutte e poi schioccando le dita, «Susan, Hannah, mi servirà aiuto! Dobbiamo fare un trattamento completo a queste due giovani sciocche ragazze!»
«Cosa? Ma perchè?» si lamentò Susan.
«Sarà divertente!» si rallegrò Hannah.
«Ah, dimenticavo, George, gentilmente, prendi lo smalto rosa.» continuò lei, ignorandole, «Cindy, suppongo che tu non abbia bisogno di me...»
«No, tranquilla, io le uso già.» ridacchiò lei, «Certo, se vi mettete tutte una maschera mi aggiungo anche io, non voglio certo essere una strana...»
«Non abbiamo scelta, vero?» domandò Helen a Megan.
«No.»
«Tu ti preoccupi di essere strana?» chiese Susan, scettica, «Con Sally-Anne che sta per torturare queste ragazze?»
Un'ora dopo le due ragazze erano sui loro letti, coi capelli nascosti da un asciugamano messo a mo di turbante, gli accappatoi, la maschera di bellezza sul viso e lo smalto su mani e piedi. Sally-Anne stava mettendo due fette di cetriolo sugli occhi di Amelia, dopo avergliene data una da mangiare per tenerla buona, e Cindy aveva provato una crema che, dopotutto, non conosceva, non potendosi permettere tutti i prodotti di bellezza che l'altra acquistava.
«Perciò... ti sei decisa e hai scelto Jeremy, eh?» fece Hannah, occupata ad arricciare i capelli di Georgia.
«Se parli non muovere troppo la bocca.» ordinò Sally-Anne prima che Cindy potesse pensare di rispondere.
«Beh, sì.» disse la ragazza, ubbidendo.
«Dal Ballo del Ceppo, vero?» squittì Susan eccitata.
«No, tempo dopo...» rispose Cindy.
«NON SORRIDERE!»
«Sally, dalle il tempo di parlare!» la rimbrottò Susan, «Dicevi?»
«Diciamo che è da quest'anno. Ci sono stati problemi perché l'ho tradito.»
«Ah beh, almeno sei onesta.» sghignazzò Megan.
«Perché l'hai tradito?» domandò Helen, sorpresa.
Cindy fece spallucce, «Non so cosa mi sia preso. Stavo parlando con Dorian, il mio amico, e lui era così carino con me in quel momento che ci è venuto spontaneo baciarci.»
«Dorian?» ripeté Georgia, interessata.
«Credo di aver sentito Caitlin dire qualcosa del genere...» commentò Amelia.
«Comunque dopo un sacco di casini, quest'anno Jeremy ci ha provato di nuovo e io ho detto di sì. Perché è carino.»
«E Dorian?» domandò Georgia.
«Dorian cosa?» chiese Cindy.
Helen aggrottò la fronte.
«Non farlo. Non fare espressioni. Ti uccido.» minacciò con voce inquietante Sally-Anne, «Anzi, no, ora che ci penso posso toglierti la maschera. A me il cotone, Susan!»
«Con Dorian tutto bene?» specificò Hannah.
«Ma sì, lui era tranquillo quanto me... quello strano è Kevin...» spiegò lei, con voce un po’ distratta.
«Chi? Kevin di Ravenclaw?» domandò subito Sally-Anne, poi notò lo sguardo di Helen e Amelia, «E' del nostro anno. Praticamente l'unico che non si capisce come sia finito in quella casa, pensa solo a divertirsi...»
A queste parole Cindy sembrò trovare finalmente modo di dire ciò che tratteneva da tempo.
«Non lo capisco!» esclamò, «Kevin è il mio migliore amico ed è appunto uno che se ne frega di tutto, non capisco perché sia così arrabbiato con tutti! È come se non gli piacesse Jeremy ma non può essere perché sono amici! È sempre stato strano stare attorno a lui, a Kevin intendo, ma ora si è superato!»
«Che intendi con strano?» domandò Sally-Anne, strofinando del cotone sul naso di Helen.
«Con Kevin un minuto sento che è come un fratello rompiscatole, fa ridere, parla sempre e io mi sento felice e spensierata... Però il minuto dopo sono di nuovo agitata, non so cosa sta pensando e me lo chiedo di continuo, e poi a volte mi innervosisce con le cose più stupide ed è strano perché io non sono mai stata così! E mi protegge sempre perché a volte non mi accorgo di quando la gente mi prende in giro e lui pensa a me… Di solito sono così svagata da non essere proprio intelligente, se devo essere sincera, ma intorno a Kevin mi sento tesa! Certo, ora lui sta provando a uscire con le ragazze, prima non sembrava molto interessato alla cosa, voleva solo divertirsi... non che questo abbia a che vedere con me, anche se a volte ho paura che quella giusta me lo porti via, e penso sia normale perché è il mio migliore amico...» prese un respiro profondo, «Non è come con Jeremy. Con Jeremy non sono mai gelosa o tesa o arrabbiata. È tutto molto tranquillo, mi sento sicura, non è come se ogni cosa che succede sia il finimondo come con Kevin, è tutto perfetto. È con Kevin, invece, che sembra sempre di essere in una storia da libro, di quelle con la tensione alle stelle tutto il tempo, e ora è così più che mai perché lui sembra sempre infastidito quando lo incontro, è stato sgarbato persino con Jeremy!»
Scese il silenzio, Sally-Anne aveva lasciato cadere le braccia e sembrava sconcertata.
Le altre ragazze si scambiarono un'occhiata.
«Cindy...» cominciò Susan, «Come dire... Non ci conosciamo bene ma...»
«Sei sicura che non sia il contrario? Parli di Kevin come dell'amore della tua vita e di Jeremy come del tuo migliore amico.» dichiarò Megan.
«Ecco.» concordò Susan.
«Eh?» fiatò appena lei.
«Le hai lasciato della crema sulla guancia.» disse Amelia indicandola e Sally-Anne si affrettò a togliergliela per passare a lei.
«Il modo in cui hai parlato di Kevin è come una storia che viene dai libri, in effetti. Libri di avventura. Precisamente la relazione sentimentale tra i due protagonisti.» proseguì Georgia, «Quando sei innamorata è normale che ti senti al sicuro e felice, certo, ma ti senti anche spaventata dall'idea di perdere l'altra persona, sei gelosa, non dico pazza ma almeno un po', sei tesa, soprattutto se non sai se l'altro ricambia e non sai se puoi dichiararti, sei mille cose. Mentre tutta quella serenità che tu provi stando con Jeremy sembra... solo...»
«Mancanza di passione.» decretò Sally-Anne, «Tutto ciò che ti dà la voglia di vivere è in ciò che hai detto di Kevin, tutto ciò che ti mantiene in vita con tranquillità è Jeremy. Uno è l'amore, uno è l'amico.»
«E tu non hai mai voluto una vita solo tranquilla, tu hai sempre voluto emozioni.» precisò Hannah.
«Ed è strano che ti sia venuta voglia di baciare un ragazzo, se è solo il tuo migliore amico.» riprese Helen, assorta.
«Io... Io... Non lo so...» mormorò Cindy, «Mi sento così confusa... Io non avevo mai pensato a questo... Jeremy è sempre stato quello che guardavo, quello perfetto...»
«E chi dice che devi amare quello perfetto?» ribatté Megan, «A volte ami una persona perché è imperfetta, proprio perché ci si completa a vicenda, per quello che ti può dare, per il modo in cui ti innervosisce. A volte ami e basta, e non importa se hai sempre voluto stare con un'altra persona, perché quando ti innamori è fatta, è deciso, fosse anche lui il più grande... rompiscatole... del mondo...»
«Meg?» la chiamò Georgia, voltandosi.
«Voi siete innamorate?» domandò Amelia, «Posso togliere i cetrioli?»
«No. No a entrambe le domande.» rispose Sally-Anne. Era uscita con tanti ragazzi, compreso Terry Boot quell'anno stesso, ed era uno dei migliori amici di Kevin, ma li aveva piantati tutti senza rimorso.
«No. No, no, no, no, no.» disse Georgia, prima di lasciarsi andare a una risatina isterica, «Assolutamente no.»
«No.» rispose anche Susan, mentre Hannah continuava a tacere.
«Sì.» rispose Megan.
Tutte la guardarono con occhi spalancati.
«Tu?» sfuggì a Helen e Georgia.
«E di chi?» chiese ovviamente Sally-Anne, incredula.
«Col cazzo che ve lo dico. E tu, Amelia, sei innamorata?»
«Sì, di almeno dieci ragazzi.»
«Ci avrei giurato.»
«E tu, Cindy, sei innamorata?» domandò infine Hannah. L'amica la guardò senza rispondere. «Perché se sei innamorata e non lo sei di Jeremy devi lasciarlo. È inutile starci assieme se non lo ami, non farai bene a nessuno dei due e lui non vuole certo che una ragazza stia con lui per simpatia. Jeremy è fantastico e merita una ragazza che lo ami veramente, che ami solo lui. Non dovresti giocarci.»
«Non sto giocando!» sbottò lei, «Non avevo mai pensato a tutto questo, è tutto così strano e nuovo... Non so cosa fare!»
«Pensaci bene.» disse Georgia dolcemente, raggiungendola, «Magari ci sbagliamo. Magari no. Sei soltanto tu quella che può saperlo. Ma se ci tieni a Jeremy e ti accorgi di non amarlo, lascialo. Se ami Kevin prenditelo finché puoi, non potrai mai sapere cosa può accadere nella vita. Un giorno ci siamo e il giorno dopo no, se c'è una cosa che ho imparato è proprio questa...»
«E se Jeremy si arrabbiasse e non volesse più parlarmi? Se non volesse più essere mio amico?»
«Soffrirà e dovrà per forza allontanarsi da te per farsela passare.» disse Hannah, più gentile, «Ma non puoi certo stare con lui solo per evitare di allontanarlo. Non se non lo ami.»
«Fa paura.» disse Sally-Anne, chinandosi per poterla vedere bene in faccia, «Prendere decisioni simili. Ma a volte sono l'unica decisione possibile. Devi cercare di essere felice e di permettere agli altri di esserlo, proprio perché la vita è una sola.»
«Farai la cosa giusta.» disse Megan, «Se sei amica di Hannah sei una brava ragazza.
«Grazie.» sussurrò lei, «Tutti credono che io sia una facile per via del bacio a Dorian e perché mi hanno vista tra l'uno e l'altro, ma la verità è che sono così... confusa!>>
«Ne parliamo finché vuoi.» disse Susan, tirando fuori una scatola di cioccolatini dal baule.
Helen annuì, «Non diremo nulla a nessuno.»
«Grazie... Io e le mie compagne di stanza non siamo davvero amiche, loro pensano che io sia stupida, ho sempre preferito frequentare Dorian e Kevin, così non posso parlarne con nessuno...»
«Intanto, Amelia, vuoi che ti stiri i capelli? Secondo me ti starebbero bene.» offrì Sally-Anne, tornata col tono professionale.
«Come preferisci.» rispose lei in tono assente.
 
«Vi rendete conto che questo è l'ultimo mese a Hogwarts?» domandò Walter, guardando fuori dalla finestra, «Non riesco a immaginare cosa ci aspetta.»
«Non riesco a immaginare di non svegliarmi e cercare di soffocare Rent nel sonno.» convenne Jack, «Anche se, tecnicamente, la mia finestra è davanti alla sua quindi potrei saltare a casa sua la mattina.»
«La sprangherò.» disse Rent, «E comunque potresti venire a vivere con me da qualche parte per Londra mentre ci cerchiamo un lavoro, no?»
«E i soldi?»
«Prima lavoriamo e poi ci trasferiamo.»
«D'accordo.»
«Voi sì che ci mettete poco a decidere delle vostre vite...» sospirò Michael.
«Tu hai ancora un anno. Passatemi un firewhisky.» disse Jack, «Ti sei pentito di esserti fatto bocciare?»
«Ma neanche per sogno! Come hai detto ho ancora un anno...»
«Non ho capito cosa ci faccio io qui.» commentò Wayne, passando il firewhisky a Jack, «Io non sto finendo.»
«Neanche Mike se è per questo. E poi sei il mio fratellino adorato.» rise Walter, «Tu hai dato tutti gli esami o hai saltato anche tu?»
Tutti lo guardarono.
«Beh, vuoi farti bocciare anche tu, no? L'ho capito.»
«Già. Beh, non ho dato tutti gli esami e comunque ho parlato con la Sproute ed è sicuro: ripeterò l'anno. Ora devo solo trovare il modo di dirlo ai nostri genitori.»
«Impossibile!» esclamò Rent con la voce tonante che echeggiò per la torre, «Non credevo che il giorno in cui ti avrei visto bocciato sarebbe mai giunto! Tu dovevi essere il secchione!»
«Walter è il secchione.» ribatté lui, «Io ho buona memoria.»
«È per Megan?» chiese Jack dopo una breve esitazione, «Come Michael con Georgia?»
«Qualcosa del genere.»
«Non è solo per Georgia che voglio restare, voglio anche recuperare i mesi persi.» si intromise Michael, «A proposito...»
«Sì?» lo incoraggiò Walter.
«No, è che... Mi dispiace, sapete. Per tutto il casino... sapete
«Nah, piantala.» fece Rent, lanciandogli un cuscino.
«Sei sempre stato un idiota.» aggiunse Jack.
«Imbecille.» convenne Rent.
«Con un carattere schifoso.»
«E impossibile da reggere se tutto non andava come volevi.»
«E ti abbiamo sopportato perché sei quello che attira di più le ragazze.»
«Specie perché ora che eri così orribile con loro, loro si consolavano con noi.»
«Quindi nessun problema.»
«Nessunissimo.»
«Concordo, ci sono uscito io con Laura.» concluse Walter.
«Grazie, siete veramente degli amici di merda.» commentò Michael, «Alla salute.»
«Alla salute.» ripeterono tutti e bussarono alla porta.
«Avanti!»
«Chi è?» urlarono assieme Walter e Rent.
«Stephen, Quill, Justin ed Ernie.» rispose la voce annoiata di Stephen e Jack aprì la porta con un colpo di bacchetta.
«Abbiamo pensato di festeggiare con voi già che Wayne era qui e Stephen voleva raggiungerlo.» li salutò allegramente Justin.
«Ma prego! Abbiamo un mese per fare pazzie prima di andarcene, qualche idea?» domandò Jack, ammiccando.
 
«Com'è che non si vedono da ieri?» domandò all'improvviso Ernie, mandando giù la sua cena.
«Chi?» domandò Justin, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata a Helen che non mangiava. Qualunque cosa avesse carpito dalla serata passata con le ragazze, la stava divorando, e persino Rowan stava zitto e si limitava a guardarla di continuo senza che lei si accorgesse di nulla.
«Harry, Hermione, Ron, sua sorella e Neville.» rispose per lui Hannah, che aveva seguito il suo sguardo, «Non c'erano a colazione e a pranzo.»
«Gufi!» esclamò Charlotte, indicando l'improvviso arrivo dei volatili in Sala Grande. Tutti misero giù le posate, sorpresi, e il primo giornale fu lanciato al tavolo dei Ravenclaw, quasi sulla faccia di Cho Chang.
«È la Gazzetta, un'edizione speciale!» esclamò la sua amica Marietta, ancora orrendamente sfigurata dalla scritta Spia sul suo viso.
I giornali arrivarono anche al loro tavolo.
«Dice che è tornato.» mormorò Walter, «Ora lo ammettono.»
«Chi?» chiese Rent, sporgendosi per vedere.
 
IL RITORNO DI COLUI-CHE-NON-PUO’-ESSERE-NOMINATO
Venerdì sera con un breve annuncio il Ministro della Magia Cornelius Fudge ha confermato che colui-che-non-può-essere-nominato è tornato ed è di nuovo attivo...
 
 
 
 
 
 
 
 
E con questa nota di gioia si chiude il capitolo. Dato che sto attraversando un meraviglioso momento alla James Potter a mezzanotte del 31 ottobre 1981, con tanto di Wormtail, non ho avuto la forza di pubblicare prima. In ogni caso non so quando ripubblicherò, perché sono impegnatissima con l’università e leggermente incasinata col fatto che sono deficiente quanto James, appunto.
 
 
 
   
 
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